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Autore: AndyWin24    06/03/2024    2 recensioni
Mentre a Camelot la giornata scorre quieta e tranquilla, ecco che all’improvviso un’antica e potente creatura fa la sua comparsa, minacciando la pace nel regno. Per sconfiggerla, Merlino e Artù dovranno unire le forze con dei misteriosi avventurieri, in apparenza connessi con il male appena sopraggiunto.
(Cross-over tra le serie tv Merlin (BBC) e Willow (Disney))
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Gaius, Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Capitolo 16
Un lungo inizio
 
   L’indomani della memorabile festa, per Willow e il suo gruppo giunse il tempo dei saluti. E, mentre questi si accomiatavano da Artù e s’incamminavano verso la loro meta, Merlino, con la scusa di dover accompagnare Gaius in un villaggio vicino, li raggiunse a metà strada.
   «Non è che avrai problemi con il re?» gli chiese Willow, preoccupato.
   «No, non temete. Sono abituato a questo genere di cose. Riuscirò a cavarmela.» ribatté il mago sicuro, mentre conduceva il Nelwyn e i suoi amici per delle vie boschive. Nonostante sarebbe stata Elora a pronunciare l’incantesimo, ci teneva ad assicurarsi che tutto filasse liscio e senza intoppi.
   «Io, però, avrei una domanda.» intervenne Boorman, accigliato. «Perché siamo dovuti tornare in questo posto inquietante?»
   Tutti e sette i viaggiatori, infatti, avevano ripercorso lo stesso tragitto battuto due giorni prima e ora si ritrovavano di nuovo nel cuore della foresta di Balor.
   «Perché per evocare il portale di Túatha occorre un luogo lontano da sguardi indiscreti.» spiegò Merlino con ovvietà. «Non possiamo correre rischi quando si tratta di magia.»
   «Sono d’accordo.» convenne Willow.
   «Qui, comunque, dovrebbe andare bene.» continuò il mago, indicando la radura di fronte a loro.
   «Accidenti!» esclamò Boorman d’improvviso. «Sapete?! Quasi quasi mi dispiace andarmene.»
   «Davvero?» chiese Jade, stupita. «Credevo che non vedessi l’ora.»
   «Naaaaah… Camelot non è così male come pensavo all’inizio. Ho anche fatto amicizia con alcuni cavalieri. Li ho impressionati con le mie grandi doti di guerriero! Ci è mancato poco che mi chiedessero di diventare uno di loro. Immaginate: “sir Boorman, cavaliere di Camelot”. Suona bene, no?»
   Nessuno gli rispose. Anzi, tutti distolsero lo sguardo con evidente scetticismo.
   «Che c’è?! Cos’ho detto di male?!» domandò a quel punto Boorman, stizzito.
   «Scusami, ma dubito fortemente che tu possa diventare un cavaliere.» ribatté Jade senza mezzi termini. «A prescindere dal regno in cui ti trovi, non è facile guadagnare questa onorificenza. È dura e oltremodo difficile. Io ne so qualcosa.»
   Il cerca-tesori sbuffò, contrariato.
   «No, la verità è che siete invidiosi!» disse, mettendo il broncio. «Tutti si sono accorti delle mie qualità, ma nessuno ha notato le vostre.»
   «Ma che stai dicendo?!» sbottò Kit. «Io ho ricevuto i complimenti da Artù in persona per le mie abilità di combattimento.»
   «Sul… serio?» chiese Boorman, sbigottito.
   «Sì.»
   «Anche con me si è complimentato.» disse Jade. «Ha detto che maneggio la spada al pari dei suoi cavalieri.»
   «Con me, invece, si è congratulato per le mie doti oratorie.» intervenne Willow con un sorriso compiaciuto.
   «A me ha detto che è rimasto estasiato dalla mia cucina.» disse Elora, lasciando Boorman sempre più senza parole. «Gli è piaciuto talmente tanto lo stufato di maiale che ho preparato, che mi ha fatto lasciare la ricetta a Gwen.»
   «Ah… Quindi… non sono l’unico ad aver ricevuto complimenti…» notò Boorman, mesto.
   «È successo anche a me.» aggiunse infine Airk, scrollando le spalle.
   «Anche a te?! Ma se sei appena arrivato a Camelot! E, poi, tu non hai combattuto contro il Leviatano!»
   «Ha detto che ho fatto bene a non lasciare da sola una ragazza in difficoltà. Secondo lui ho agito con lo spirito di un vero cavaliere.»
   «Va bene! Ho capito!» sbraitò Boorman, gesticolando verso Elora. «Adesso possiamo andarcene?! Forza, Elora! Apri quel maledetto portale di Tuta, o come si chiama, e facciamola finita!»
   Merlino osservò in silenzio gli altri sei battibeccare, sorridendo. Quando, però, venne il momento di usare l’incantesimo, si avvicinò a Elora.
   «Ti senti pronta?» le chiese, in apprensione.
   La ragazza annuì, molto decisa.
   «Mi raccomando, Elora, fa’ attenzione.» le disse Willow, teso in volto.
   Lei, però, sembrò stranamente rilassata. Con fare risoluto, allungò il braccio destro in avanti e chiuse gli occhi.
   «Dhuinn dàn an tha na chun slighe glan! Túatha portal, fosgail!»
   Dalla sua mano fuoriuscì un raggio bianco e splendente che scosse l’aria intorno a sé e si andò ad abbattere contro un albero secolare. Al pari della prima volta, si creò un varco di luce accecante.
   «Bravissima!» si complimentò il Nelwyn, impressionato dalla semplicità con cui la ragazza aveva usato l’incantesimo. «Ce l’hai fatta con le tue sole forze, senza neanche aver bisogno di utilizzare un conduttore magico! Incredibile!»
   «Grazie.» replicò Elora, risistemandosi i capelli scompigliati dal vento. «Ma sentivo che non mi serviva alcun aiuto, stavolta.»
   «Molto bene.» commentò Merlino, soddisfatto. «Si vede che stai migliorando.»
   Anche gli altri furono contenti della riuscita dell’incantesimo. Jade, però, rimase un attimo perplessa.
   «Ma, adesso, come ci dobbiamo comportare?» domandò, incerta. «Dobbiamo attraversarlo nello stesso ordine dell’altra volta o in quello inverso?»
   «In nessuno dei due.» rispose Willow con sicurezza. «Se la teoria di Gaius è giusta, il portale che si è aperto conduce nello stesso luogo da cui siamo partiti. Non serve un ordine preciso, purché Elora, che ha lanciato l’incantesimo, sia l’ultima a passare.»
   «Quindi, dovrebbe condurre alla Città Immemore.» asserì Kit, fissando la luce bianca e riluccicante del varco.
   Il Nelwyn annuì.
   «Sì. Purtroppo, non abbiamo alcuna certezza in merito. Ma confido molto nel sapere del medico di corte. Perciò, sono piuttosto speranzoso.»
   «Ottimo!» esclamò Boorman, facendosi avanti. «Allora, vado io per primo.»
    Così dicendo, il cerca-tesori si avviò verso il portale e lo oltrepassò borbottando qualcosa di incomprensibile. Evidentemente, era ancora risentito dalla discussione avuta poco prima.
   «Bene.» disse Airk, avvicinandosi anche lui al varco di luce. «Adesso, vado io.»
   «Fermati subito!» urlò Kit, afferrandolo con veemenza per un braccio. «Stavolta, lo attraverseremo insieme. Non possiamo correre a cercarti per una terza volta! Due sono più che sufficienti!»
   Il ragazzo la guardò spaventato, ma annuì.
   «Questo vale anche per te.» intervenne Jade, prendendo a sua volta Kit per mano. «Non commetterò più l’errore di farti fare di testa tua. Ora, si fa come dico io.»
   In questa occasione, fu Kit a rimanere spiazzata. Ma, alla fine, le sorrise in imbarazzo.
   «Va bene. Allora, al mio tre, lo attraversiamo insieme.» disse mettendosi in posizione.
   Sia Jade che Airk annuirono. Prima di muoversi, però, il trio al completo fece un cenno di saluto a Merlino, che lui ricambiò.
   «Uno… due… tre!»
   Poi, saltarono nel portale e sparirono oltre la luce.
   Willow li osservò, sospirando.
   «Manchiamo solo noi.» disse, guardando Elora. Tuttavia, prima di andare, si avvicinò a Merlino.
   «C’è qualcosa che non va?» gli chiese il mago.
   «No. È solo che… avrei una domanda da farti.»
   «E quale sarebbe?»
   «Quando stavamo combattendo contro il Leviatano, tu hai pronunciato delle parole in una strana lingua e, di colpo, la creatura si è fermata.» disse il Nelwyn con gli occhi increduli. «Sebbene io sappia che sei un mago molto talentuoso, è ovvio che non puoi aver usato la magia perché altrimenti l’essere se ne sarebbe servito per rafforzarsi. Quindi… cos’hai fatto, di preciso?»
   Merlino annuì con esitazione, in palese difficoltà su cosa rispondergli.
   «Oltre a essere un mago, sono anche l’ultimo Signore dei Draghi ancora in vita.»
   «Signore… dei Draghi?» ripeté Willow, in un primo momento tentennante e subito dopo sbalordito. «Non sarà quello che penso?!»
   Merlino annuì ancora una volta, mentre Elora li osservava confusa.
   «Perché? Cosa significa?» domandò agli altri due.
   «Significa che ho il potere di assoggettare ogni drago al mio volere.» rispose Merlino con naturalezza. «Siccome il Leviatano era un drago in origine, i miei ordini, pronunciati nell’antica lingua della sua specie, lo hanno bloccato quel tanto che bastava per permetterti di usare l’incantesimo che lo ha indebolito.»
   «Aspetta un momento!» gridò Elora, con gli occhi spalancati. «Quindi, puoi far fare ai draghi quello che vuoi?! Qualsiasi cosa?! E loro devono obbedirti?!»
   Il mago fece sì con la testa, parzialmente spaventato dall’esuberanza della giovane ragazza.
   «E puoi insegnarmelo?! Sarebbe…»
   «…una pessima idea.» concluse Willow, afferrando Elora per un braccio.
   «Perché?!» chiese lei, risentita.
   «Perché non sei ancora in grado di usare per bene le magie più… innocue, figuriamoci qualcosa di così portentoso.»
   «Ma, immagina, Willow! Con quella magia potrei comandare un esercito di draghi! Sconfiggeremmo il Wyrm in men che non si dica!»
   «Sì, però…»
   «Scusate.» intervenne Merlino, interrompendo la discussione. «Ma temo che non sia possibile.»
   «E perché?!»
   «La magia di un Signore dei Draghi si eredita alla nascita. Non è un potere che si può acquisire o imparare. Mi dispiace, ma non funzionerebbe con te, Elora.»
   «Ah…» commentò la ragazza, con un’espressione mogia. «Ho capito…»
   Willow, invece, si rilassò un po’. Poi, si rivolse nuovamente a Merlino, ma con uno sguardo incredibilmente serio.
   «I tuoi poteri, Merlino, sono qualcosa di straordinario. Anche se ti conosco da pochi giorni, non ho dubbi che sono stati affidati alla persona giusta. Usali con saggezza.»
   Il mago ricambiò per alcuni secondi l’occhiata cupa, finché non annuì.
   «Spero di rivedere voi, Elora e tutti gli altri un giorno.»
   «La speranza è reciproca.» ribatté il Nelwyn, avviandosi verso il portale. «E ho come la sensazione che sarà così.»
   Merlino aggrottò le sopracciglia, sorpreso.
   «Che volete dire?»
   «Non credo sia un caso che i nostri cammini si siano incrociati.» asserì Willow con una certa sicurezza. «Il destino, alle volte, ha modi bizzarri di manifestarsi. Come ora, per esempio. Questo ci sembra un addio, una fine. Ma magari è solo un lungo inizio di una storia che dobbiamo ancora scrivere, tutti insieme.»
   «Un lungo inizio…» ripeté Merlino, colpito. Quelle parole gli risuonavano nella mente molto simili a quelle dette da Kilgharrah l’ultima volta che lo aveva incontrato. Non sapeva se fossero vere, ma gli fecero spuntare lo stesso un tenero sorriso sulla bocca. «Forse avete ragione.»
   Willow sorrise a sua volta e si voltò di spalle. Poi, attraversò la luce bianca.
   «Adesso tocca a me.» disse Elora, con dispiacere. «Però, prima… posso farti anch’io una domanda?»
   «Sì, certo.»
   A quel punto, la ragazza portò la mano sinistra in avanti, piegando il pollice sul palmo e allungando all’insù le altre dita, come a mimare un quattro.
   «In quale dito si trova il potere di controllare il mondo?1»
   Merlino si accigliò, titubante.
   «Cosa?»
   «In quale dito si trova il potere di controllare il mondo?» disse ancora Elora, in imbarazzo. «Non fare caso alla domanda e rispondi… per favore.»
   «Mmmm…» mormorò Merlino, sovrappensiero.
   Non aveva idea di cosa significassero quelle parole, ma avevano l’aria di essere un vero e proprio indovinello. Così, stette al gioco.
   “Il potere di controllare il mondo” pensò tra sé.
   Guardò con scrupolo ogni dito, compreso il pollice piegato all’interno della mano. Ragionò per quasi un minuto su varie teorie, poi gli balenò in mente un’ovvia verità.
   «Il mio.» rispose, alzando il suo indice. «Se sono io a scegliere chi ha il potere, significa che il potere è nella scelta stessa.»
   Un sorriso spuntò dal volto felice di Elora.
   «Sapevo che ci saresti arrivato!» disse, euforica, dandogli un abbraccio affettuoso, che l’altro ricambiò. «Questo indovinello è un po’ sciocco, ma serve a far capire che bisogna sempre credere nelle proprie possibilità.»
   «Beh, ha un senso… suppongo.» replicò Merlino, sciogliendo l’abbraccio.
   «Già.» convenne lei. «Ora, però, è meglio che vada. Grazie ancora, Merlino, per il tuo aiuto.»
   «Di niente. È stato un piacere.»
    Con quel congedo, Elora iniziò ad allontanarsi e a dirigersi alla volta del portale di Túatha.
   «Elora!» la chiamò il mago, prima che questa sparisse oltre il velo luminescente.
   «Sì?» disse la giovane, voltandosi.
   «Il potere di controllare il mondo è anche nelle tue mani, se lo vuoi davvero. Non dimenticarlo.»
   La ragazza corrucciò la fronte, perplessa. Poi, si mise a fissare le proprie mani, pensando al significato di quella frase, finché, a un certo punto, non annuì con convinzione.
   «Grazie. Me ne ricorderò.»
   Dopodiché, emise un debole sospiro dispiaciuto. Che lo volesse o no, era tempo di seguire gli altri e lasciarsi alle spalle quel mondo, così bizzarro per certi aspetti, ma stranamente rassicurante per altri.
   Prima di andare, però, per un istante il suo sguardo incrociò quello di Merlino. Quasi come per magia, gli occhi di ciascuno dei due trasmise all’altro il proprio stato d’animo: paura, per ciò che li attendeva in futuro, ma anche gioia, per le esperienze vissute fino a quel momento, compresa quella breve, ma sentita avventura che avevano condiviso nel regno di Camelot.
   «Buona fortuna, Elora.»
   «Buona fortuna anche a te, Merlino.»


 


 
Note
 
1 – Riferimento a “Willow – Il film”. Junn, il Saggio Aldwyn del tempo, soleva scegliere i suoi apprendisti mediante questo indovinello. L’unico che riesce a risolverlo è Willow, anche se al secondo tentativo. Lo stesso accade nell’episodio 2 della 1a stagione di “Willow – La serie”, “Il Saggio Aldwyn”, dove Willow ripropone il medesimo indovinello a Elora.


 

Nota dell’autore
 
Ciao a tutti! Vi ringrazio moltissimo per essere arrivati a leggere fin qui! Volevo comunicarvi che il prossimo sarà l’ultimo capitolo della storia.
Quindi, vi aspetto mercoledì prossimo, con la conclusione de “Il destino di due regni”.
 
   
 
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