Salve a tutti
gli amici di Efp,
Volevo dirvi che
ancora due capitolo e la storia finirà…”Finalmente” direte voi e avete ragione,
mi auguro che possa piacervi il finale che ho scelto…curiose???
Giulls: ti è piaciuta quella frase? Come mai? Dai, dai
dimmi che sono curiosissima *__*
Dispiace anche a
me che la storia finisca, ma ci sarà il seguito e lì soffrirete parecchio, vi
avverto…
Xx_Scrittrice88_xX: grazie per la
recensione, per le bellissime parole, sono davvero contenta che ti piaccia. So di
essere troppo sdolcinata, me ne rendo conto, ma io son davvero così, accidenti…è
una pecca in certi sensi…
Vi lascio a
questo capitolo un po’ “rosso”, ma pochino, pochino, perché io certe scene non
le so descrivere…mi spiace ^^
Marghe
Il giorno
successivo, Rob volle portarmi in giro; “Dove andiamo di bello?” “Facciamo una
passeggiata, ti va?” “Va bene”. Camminammo a lungo, fino a quando non giungemmo
nel teatro dove io e Eric avevamo fatto le prove del musical, mi fermai a
guardare l’ingresso e mi si formò un groppo in gola. Non ero una persona
cattiva, ora ero felice, ma la mia felicità aveva causato del male ad un’altra
persona ed era una cosa che non potevo perdonarmi, se avessi potuto avrei
alleggerito il dolore di Eric. “Non sentirti in colpa” mi volti verso Rob, come
faceva sempre a capire quello che provavo? “Eric si riprenderà…” “Lo spero
davvero…io…non volevo ferirlo…” “Lo so e sono convinto che lo sappia anche lui.
Stai tranquilla…ti va di entrare?” annuii
Non
c’era
nessuno, la vista di quel palco, mandò la mia mente indietro di
qualche mese,
provocando emozioni contrastanti: quante volte avevo provato le
canzoni, i
balletti, inizialmente non ero dell’umore adatto, troppo dolore
c’era in me per
poter interpretare nel modo giusto Bella. Rob mi fissava, fino a quando
improvvisamente mi prese per mano e mi trascinò dietro le quinte
“Questo è il
tuo camerino…” non capivo “Vatti a cambiare”
“Cambiarmi?” lui rise, io
continuavo a non capirci niente “Marghe, nel camerino ci sono i
vestiti che hai
usato per il musical, voglio che li indossi e che ti prepari per fare
Bella” “E
perché mai?” “Perché…”
abbassò lo sguardo per un attimo, poi lo rialzò e serio
mi fissò dritto negli occhi ”Perché voglio essere
io il tuo Edward…ho
interpretato io il vampiro nel film, ci ho lavorato tante cercando di
calarmi a
pieno nella parte. Sono arrivato ad immedesimarmi completamente con
lui, ma…non
ho mai compreso a fondo il suo amore totale e infinito per Bella”
mi strinse
ulteriormente le mani, facendomi male…possesso…
“Ora è diverso…percepisco meglio i suoi sentimenti…sono gli stessi che provo
per te…e voglio provare a recitare con te…se ti va…” lo guardai basita, non
potevo credere alle sue parole “Ok Rob…ma a te chi ti aiuterà a prepararti?”
rise e si passò la mano tra i capelli, maledetto quel gesto che mi faceva
mancare il respiro, lo guardai incantata “Ah Marghe…io ho organizzato tutto”
ammiccò “Preparati e ripassa le canzoni…” possibile che in un giorno avesse
organizzato tutto questo? Dopo un’oretta circa, uscii dal camerino, non vedendo
Rob mi avviai sul palco, in platea non c’era nessuno, le luci erano accese…poco
dopo avvertii una presenza alle mie spalle, deglutii, mi voltai piano “Oh…”,
Rob era dinanzi a me, vestito da Edward. Quanto ero stata ossessionata da
quella figura, vederlo mi faceva sempre così strano…mi avvicinai, gli
accarezzai piano il volto “Amore…” mi sorrise “Sei pronta?” “Penso di si…ma
esattamente cosa dobbiamo fare?” “Mettere in scena il musical” “Da soli?” “In
realtà siamo in tre…” “In tre?” arricciai il naso “Io, te…e il nostro amore”
rise “Bene” sorrisi “Direi che possiamo anche iniziare…che parte ti va di
provare?” “Quella della radura” “Mmm…andiamo subito al sodo, eh?” rise
Non ci sono
parole per descrivere cosa provai in quegli attimi, eravamo una sola cosa anche
nel canto e nella recitazione, i nostri corpi si muovevano all’unisono, richiamati
l’uno accanto a loro dall’attrazione che provavano l’uno per l’altra…
Senza rendercene
conto, iniziammo a baciarci, privi di ogni controllo ci ritrovammo per terra,
ci rotolammo sulle pale di legno, in pochi violenti gesti, ci spogliammo. Le
sue mani su di me bruciavano di passione e mi eccitavano; piano si insinuò in
me, facendomi ribollire il sangue nelle vene, mi mossi e fui, in poco tempo, io
sopra di lui, mi guardò soddisfatto, io arrossii, non mi ero resa conto di
quello che avevo fatto, si alzò piano, eravamo seduti, ancora uno dentro
l’altro, mi sfiorò delicatamente il volto, le labbra…ci perdemmo nei nostri
occhi ardenti, le nostre voci rotte dall’affanno, non smisero di invocarsi e le
nostre labbra non erano ancora sazie le une delle altre…”Marghe…Ti Amo…” lo
strinsi più forte e giunsi al punto massimo di piacere.
Era stato
tutto…diverso…fuori da ogni schema, ci eravamo voluti con più prepotenza del
solito…ci stendemmo sfiniti sul palco e ci guardammo, ancora affannati, Rob mi
sorrise, io incredula gli presi la mano e la poggiai sul mio cuore, il suo
battito non voleva decelerare, lui rise “Che ti ridi? Sono distrutta…e poi
questa parte non c’era nel musical!” sospirai “Eheh…un po’ di movimento fa
sempre bene” strizzò l’occhio “ Ma brutto approfittatore…” mi lanciai su di lui
e feci finta di schiaffeggiarlo, lui fermò la mia mano, eravamo a pochi
centimetri l’uno dall’altro “Ma cosa mi hai fatto?” mi chiese esterrefatto “Io non
ho fatto niente” “Non ora. Che magia hai fatto per farmi perdere in questo modo
assurdo la testa per te?” era serio “Non conosco magie…sono stata semplicemente
me stessa…” “E allora sei proprio tu la pozione magica che porta alla follia,
assaggiare anche solo il tuo profumo, mi manda in estasi e non mi è mai
capitato prima. Non ho amato tanto nella mia vita, ma con te…tutto ha un sapore
nuovo, più vero…” “Posso dire lo stesso di te. Da quando ti ho visto la prima
volta ho capito che niente sarebbe stato più come prima. Caro mio, siamo
proprio fusi” e scoppiammo a ridere entrambi.
Ci rivestimmo
con tutta calma, interrotti continuamente dai baci che ci davamo…c’era una luce
nuova nei suoi occhi, una luce che mi rendeva serena, che ne fossi io la causa?
Non lo so…mi strinse di nuovo a se, fissandomi dritto negli occhi, si avvicinò
e mi baciò la fronte, il naso fino a scendere sulle mie labbra dove si fermò,
sentivo il suo respiro agitato, il suo cuore impazzito e le mie gambe
tremare…avremmo mai smesso di volerci in quel modo?
Fu un bacio
delicato, tenero, ma allo stesso tempo ardente e desideroso…non potevo
resistere, gli misi le mani intorno al collo, aggrappandomi ai suoi capelli e
spingendolo verso di me, lui si staccò mi guardò e rise “Ci stai prendendo gusto,
eh?” sorrisi “Beh…chi tra i due ci sta prendendo gusto, sei proprio tu, poi se
proprio non vuoi…” mi staccai da lui e me ne andai, Rob rimase di sasso,
scrollò il capo e mi seguì, fermandomi per un braccio, io risi “Dove credi di
andare?”, mi voltai “Signorino, ma per chi mi hai presa? Io mi faccio
desiderare!” e scandii bene, sillaba per sillaba, l’ultima parola. Lo vidi
spalancare gli occhi per lo stupore, poi fece il suo solito gesto: passarsi la
mano tra i capelli e rise. Uscimmo dal teatro mano nella mano e ci dirigemmo
verso un ristornate, si era fatta ora di pranzo; per strada le ragazzine
guardavano basite il mio amore, non riuscivano ad avvicinarsi, qualcuno
salutava anche me, infondo ero diventata un po’ famosa anche io per via del
musical. All’angolo della Sunshade Avenue, trovammo un giornalista che cominciò
a scattarci tremila foto, io sbuffai, poi nella mente mi balenò un ricordo:
giornalisti…incidente…addio di Rob e sobbalzai, Rob probabilmente capì e mi
strinse più forte la mano, sussurrandomi all’orecchio “Tranquilla…non accadrà
nulla, comincia a farci l’abitudine, perché ce li ritroveremo spesso tra i
piedi” annuii, le sue parole mi calmarono.
Mentre
mangiavamo, fui assalita da un dubbio provocato dal ricordo di Kirsten quel
giorno nel parco londinese <<“Ho
un’altra cosa da dirti…e questa mi pesa
più di tutte…” sospirò, tremava “Io e
Rob siamo…stati a letto insieme!” mi
irrigidii ulteriormente e una fitta dritta al cuore mi travolse, ora ne
capivo
l’origine “Questo è stato l’errore più
stupido che potessimo commettere. Non è
amore, Marghe, ma sesso…sesso per soddisfare le nostre mancanze.
È sbagliato, è
ingiusto, ma è accaduto…” “Qua-
qua-quante…” “Quante volte?
Due…”>> Rob
e Kirs erano andati a letto insieme e se con lei aveva provato qualcosa
di più?
Mi bloccai, lo fissai, mi sorrideva…dovevo parlargli di questa
cosa, era
l’unico argomento che non avevamo ancora affrontato
“Cos’hai?” scrollai la
testa “Pensavo…” “A cosa? Se è lecito
saperlo” “In realtà è una cosa
“illecita”
che hai fatto…anzi…” abbassai lo sguardo sul tavolo
“…avete fatto…” forse aveva
capito a cosa mi riferivo, perché non rispose. Alzai la testa,
Rob mi guardava
addolorato “Co-co-cosa hai provato realmente?”
strabuzzò gli occhi, io tremavo,
avevo gli occhi gonfi di lacrime “Piacere…ma
nient’altro e lo sai. Quello che
provo per te e con te è qualcosa di ineguagliabile,
irripetibile. Ho sbagliato,
ma io e te non stavamo più insieme…”
“Certo…però io almeno certe cose le ho
fatte perché ero fidanzata con Eric…”
sobbalzò “Quindi siete andati oltre il
bacio…” non era una domanda “Si, ma noi stavamo
insieme…voi no…” “Non cambia le
cose…ero single e potevo fare quello che volevo” era
arrabbiato e infondo aveva
ragione, poteva fare ciò che desiderava, ma nonostante questo io
non riuscivo a
digerirlo, come lui non avrebbe mai mandato giù la mia storia
con Eric.
Continuammo a mangiare in silenzio, presi entrambi dai nostri pensieri,
usciti
dal ristorante, camminammo uno accanto all’altro, lui con le mani
nelle tasche
dei pantaloni ed io penzoloni lungo i fianchi, guardavo a terra e non
riuscivo
a capacitarmi di come avessimo potuto litigare dopo tutto quello che ci
eravamo
detti, come potevo mettere in dubbio i suoi sentimenti, la solita
stupida! Non
riuscii a trattenere le lacrime che silenziose cominciarono a rigarmi
il volto,
mi fermai e con un braccio le asciugai, non dovevo farmi vedere, Rob si
fermò
un po’ più avanti e si voltò indietro, ci
guardammo, nei suoi occhi c’era
ancora quella luce, niente era ancora andato perduto; provai a
sorridergli, ma
ne uscì una smorfia di dolore, ancora il petto, ancora quella
fitta…crollai a
terra accovacciata su me stessa…Rob corse da me, si
abbassò “Amore, amore che
succede? Sono qui, non me ne vado. Scusami, scusami” “Rob,
tranquillo…è una fitta…ne
soffro…sarà la solita stanchezza” mi aiutò
ad alzarmi, sostenendomi per la vita
“E comunque non scusarti. Sono io che rovino sempre
tutto…non volevo mettere in
dubbio i tuoi sentimenti, volevo solo capire perché hai fatto
sesso con Kirs”
“Sesso, appunto! Niente di più…ero debole…ho
sempre voluto te…ma non potevo
averti e…mi sono abbandonato ai piaceri della carne. E
tu…con Eric?” lo guardai
intristita “E’ successo…io voglio bene ad Eric
e…ho creduto fosse
amore…ma…quello che provo con te, è
diverso…è magico…è amore puro, vero…senza condizioni né limiti…Rob ti amo più di me
stessa…” piangevo di nuovo “Non piangere, Marghe…Ti amo da morire…” e ci
abbracciammo, avvolti da una nuova consapevolezza: niente poteva scalfire il
nostro rapporto, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, noi saremmo stati insieme…sempre…
Trascorremmo i giorni successivi,
dividendoci tra lo stare chiusi in casa e le passeggiate in giro per la città;
prenotammo l’aereo per rientrare in Italia e ci cominciammo a pensare che abiti
indossare per il matrimonio, io ero la più agitata, la testimone…
Robert
Ero intenzionato
a farle una sorpresa, ma non avevo ancora idea di cosa esattamente; mentre ero
steso sul letto a guardarla dormire, i miei occhi rotearono verso il manifesto
del musical e fu lì che scattò l’idea: presi il cellulare e telefonai a Carl
chiedendogli se poteva parlare con il proprietario del piccolo teatro dove avevano
fatto le prove del musical chiedendogli se poteva lasciarmelo libero per il
giorno dopo “Ma ti sembra l’ora per telefonarmi e chiedermi queste cose?”
“Eddai Carl, sono solo le 8 del mattino e poi che ti costa? È un piacere che ti
chiedo!” insistetti “Ah Robert! Ma a che ti serve?” “Beh…vorrei fare una
sorpresa a Marghe e…” non mi lasciò finire “Ok, ok ho capito, non voglio sapere
altro. Domani il teatro sarà tutto per te” “Grazie Carl, sei il miglior manager
del mondo” “Si, si come no”.
Appena sveglia,
facemmo colazione e l’ha intimai a muoversi nel vestirsi “Dove andiamo di
bello?” “Facciamo una passeggiata, ti va?” “Va bene”. Cercai di camminare
quanto più possibile per non arrivare subito al teatro, per non farle capire la
destinazione esatta, quando poi fummo dinanzi al luogo destinato, vidi che
Marghe cambiò espressione, si fece improvvisamente cupa, ebbi un colpo al
cuore, forse avevo sbagliato a portarla lì. Probabilmente stava ripensando a
Eric e a quello che era successo con lui “Non sentirti in colpa” si voltò verso
di me sorpresa dalle mie parole sincere “Eric si riprenderà…” “Lo spero
davvero…io…non volevo ferirlo…” “Lo so e sono convinto che lo sappia anche lui.
Stai tranquilla…ti va di entrare?” annuì
La fissai a
lungo, vedevo i suoi occhi perdersi tra i ricordi che quel palco le
risvegliava, certo un po’ mi infastidiva, ma sapevo che comunque era parte della
sua vita, quella a cui l’avevo indirizzata, nel momento in cui l’avevo
lasciata…quanto avrei dato per sapere esattamente cosa sentiva, pensava o
rivedeva nella sua testa, i poteri di Edward in quel momento mi sarebbero stati
utilissimi; sempre in silenzio la portai dietro le quinte “Questo è il tuo
camerino…” mi guardò strana “Vatti a cambiare” “Cambiarmi?” risi, lei
continuava a guardarmi interdetta, alchè cercai di spiegarle le mie intenzioni
“Marghe, nel camerino ci sono i vestiti che hai usato per il musical, voglio
che li indossi e che ti prepari per fare Bella” “E perché mai?” “Perché…”
cavoli, perché tu sei mia e solo con me devi interpretare il rapporto profondo
che c’è tra Bella ed Edward…dovevo calmarmi, alzai lo sguardo e serio la fissai
dritto negli occhi ”Perché voglio essere io il tuo Edward…ho interpretato io il
vampiro nel film, ci ho lavorato tante cercando di calarmi a pieno nella parte.
Sono arrivato ad immedesimarmi completamente con lui, ma…non ho mai compreso a
fondo il suo amore totale e infinito per Bella” le strinsi ancora più forte le
mani “Ora è diverso…percepisco meglio i suoi sentimenti…sono gli stessi che
provo per te…e voglio provare a recitare con te…se ti va…” mi guardò meravigliata
“Ok Rob…ma a te chi ti aiuterà a prepararti?” risi, si preoccupava sempre dei
particolari “Ah Marghe…io ho organizzato tutto” ammiccai “Preparati e ripassa
le canzoni…” entrò ancora turbata nel camerino, mentre io mi diressi nel mio.
Dopo
un’oretta
circa, uscii dal camerino, mi recai da Marghe, bussai ma non mi
rispose, aprii
la porta e vidi che non c’era, fu allora che sentii dei rumori
provenire dal
palco e capii che era lì; salii piano e quando la vidi un
turbinio di emozioni
mi pervase, quant’era bella…Marghe avvertì la mia
presenza e si voltò piano
“Oh…” i suoi occhi sognanti analizzarono ogni
singola parte del mio corpo…si
avvicinò, mi accarezzò piano il volto
“Amore…” le sorrisi “Sei pronta?”
“Penso
di si…ma esattamente cosa dobbiamo fare?” “Mettere
in scena il musical” “Da
soli?” “In realtà siamo in tre…”
“In tre?” arricciò il naso “Io, te…e il
nostro
amore” risi “Bene” sorrise “Direi che possiamo
anche iniziare…che parte ti va
di provare?” “Quella della radura”
“Mmm…andiamo subito al sodo, eh?” risi.
La magia di quei
momenti è indescrivibile, pensavo che con Kirsten avessi raggiunto il massimo
della complicità e invece mi sbagliavo, con Marghe fu diverso, mi sentivo un
tutt’uno con lei, il mio corpo pulsava ogni volta che si avvicinava,
intorpidendomi il cervello, quando poi si allontanava, protestava e correva da
lei senza che io ne fossi cosciente…sentii crescere in me il desiderio di
averla, di farla mia e senza rendercene conto, iniziammo a baciarci, presi dal
nostro desiderio rotolammo sulle pale di legno e in pochi violenti gesti, ci
spogliammo. Le mie mani erano avare del suo corpo, lo cercavano e lo volevano,
ogni tocco mi faceva ribollire il sangue nelle vene e sentivo crescere il
desiderio; con delicatezza le feci mia e lei presa da un impeto improvviso di
piacere, si mosse e mi fu sopra, la guardai soddisfatto ed eccitato, notai il
suo imbarazzo, mi alzai piano, eravamo seduti, ancora uno dentro l’altro, le
sfiorai con dolcezza il volto, le labbra…nonostante l’affanno, non smettemmo di
chiamarci, di guardarci negli occhi e le nostre labbra avide, si muovevano le
une sulle altre…forte del desiderio che provavo per lei, le sussurrai ciò che
realmente sentivo ”Marghe…Ti Amo…” lei
in tutta risposta mi strinse più forte e insieme giungemmo in paradiso…il nostro paradiso…
Era scattato
qualcosa tra di noi, qualcosa di incontrollabile e che non riuscivo a
spiegarmi; non avevamo ancora preso coscienza di noi stessi, ci stendemmo sul
palco e ci guardammo, le sorrisi, lei incredula quanto me, mi prese la mano e
la poggiò sul suo cuore che batteva all’impazzata, ancora in preda alla
passione che poco prima ci aveva travolti; non potei fare a meno di ridere “Che
ti ridi? Sono distrutta…e poi questa parte non c’era nel musical!” sospirò
“Eheh…un po’ di movimento fa sempre bene” ammiccai “ Ma brutto approfittatore…”
si lanciò su di me cercando di schiaffeggiarmi, ma prontamente le fermai la
mano…eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altro, la guardavo interdetto,
sbalordito per quanto fosse bella e perfetta “Ma cosa mi hai fatto?” le chiesi
ancora con lo sguardo inchiodato su di lei “Io non ho fatto niente” era confusa
“Non ora. Che magia hai fatto per farmi perdere in questo modo assurdo la testa
per te?” “Non conosco magie…sono stata semplicemente me stessa…” “E allora sei
proprio tu la pozione magica che porta alla follia, assaggiare anche solo il
tuo profumo, mi manda in estasi e non mi è mai capitato prima. Non ho amato
tanto nella mia vita, ma con te…tutto ha un sapore nuovo, più vero…” “Posso
dire lo stesso di te. Da quando ti ho visto la prima volta ho capito che niente
sarebbe stato più come prima. Caro mio, siamo proprio fusi” e scoppiammo a
ridere entrambi.
Con tutta calma,
ci rivestimmo, ma continuamente ancora attratti l’uno dall’altro ci baciavamo…eravamo
ancora vogliosi, così la strinsi di nuovo a me, fissandola dritto negli occhi,
mi avvicinai e la baciai partendo dalla fronte, proseguendo per il naso fino a giungere
sulle sue labbra dove mi fermai; il respiro mi si mozzava in gola, mi sentivo
agitato, il mio cuore era impazzito…impazzito per lei…
Fu un bacio dolce,
delicato, ma allo stesso tempo esprimeva passione, desiderio, avvertii una
scossa e probabilmente anche lei perché mi mise le mani intorno al collo,
aggrappandosi ai miei capelli e spingendomi verso di lei, io mi staccai, la guardai
e risi “Ci stai prendendo gusto, eh?” sorrise “Beh…chi tra i due ci sta
prendendo gusto, sei proprio tu, poi se proprio non vuoi…” si staccò da me e se
ne andò, lasciandomi immobile come un imbecille, scrollai il capo e la seguii,
fermandola per un braccio, lei rise “Dove credi di andare?”, si voltò
“Signorino, ma per chi mi hai presa? Io mi faccio desiderare!” e scandì bene
l’ultima parola. Spalancai gli occhi per lo stupore, mi passai in automatico la
mano tra i capelli e risi. Uscimmo dal teatro ad ora di pranzo e decidemmo di
recarci in un ristorante; durante il tragitto incontrammo delle fan, Marghe
sembrava un po’ infastidita, ma in realtà chi lo era di più ero io, perché
molti ragazzi si fermarono a salutarla, guardandola con occhi spalancati, guai
se si avvicinavano, li fulminavo con gli occhi, Marghe era solo mia! All’angolo
della Sunshade Avenue, trovammo un giornalista che cominciò a scattarci delle
foto, ciò infastidì moltissimo Marghe che inizialmente sbuffò e poi tremò: che
avesse ricordato l’incidente? Sobbalzai a quell’orribile ricordo e le strinsi
più forte la mano “Tranquilla…non accadrà nulla, comincia a farci l’abitudine,
perché ce li ritroveremo spesso tra i piedi” le sussurrai delicatamente…
Entrammo nel
ristornate e ci accomodammo in un angolino, cercando di non attirare
l’attenzione su di noi; mentre mangiavamo, notai il suo sguardo perdersi
improvvisamente, sembrò quasi smettere di respirare “Cos’hai?”
scrollò la testa “Pensavo…” “A
cosa? Se è lecito saperlo” non è qualcosa di
positivo, la sua faccia era
improvvisamente sbiancata “In realtà è una cosa
“illecita” che hai fatto…anzi…”
abbassò lo sguardo sul tavolo “…avete
fatto…” mi sentii colpito dritto al
cuore, sapevo benissimo cosa volesse dire…si riferiva a me e a
Kirsten, al fatto
che avessimo fatto sesso, preferii tacere, più che scusarmi cosa
potevo fare? Alzò
la testa e mi guardò timorosa, cosa voleva dirmi?
“Co-co-cosa hai provato
realmente?” spalancai gli occhi, i suoi si riempirono di lacrime
“Piacere…ma
nient’altro e lo sai. Quello che provo per te e con te è
qualcosa di
ineguagliabile, irripetibile. Ho sbagliato, ma io e te non stavamo
più
insieme…” “Certo…però io almeno certe
cose le ho fatte perché ero fidanzata con
Eric…” eh? Che aveva fatto? Era stata a letto con Eric?
Sentii ribollirmi il
sangue nelle vene, mi salì al cervello e mi annebbiò la
vista “Quindi siete
andati oltre il bacio…” la guardai attentamente “Si,
ma noi stavamo insieme…voi
no…” “Non cambia le cose…ero single e potevo
fare quello che volevo” risposi duramente,
non ero arrabbiato con lei…anzi ce l’avevo a morte con
lei, come poteva essersi
concessa a Eric? Il resto del pranzo proseguì nel più
completo silenzio; dopo
un’ora uscimmo dal ristorante, due ghiaccioli al confronto si
sarebbero
sciolti…ognuno stava per fatti suoi, sott’occhio la
guardavo, cercando di
decifrare i suoi pensieri attraverso le espressioni del suo
volto…la vidi
piangere, ma che cretino! Infondo io ero stato con Kirsten e lei da
fidanzata
con Eric, mica doveva restare fedele a me, poi sono io che l’ho
spinta nelle
braccia di Eric. Non posso negarlo, mi dà tremendamente
fastidio, spero che non
abbia provato piacere, io la voglio solo per me, io solo posso amarla.
Preso
dai miei pensieri, non mi accorsi che Marghe si era fermata, mi bloccai
e mi
voltai verso di lei, ci guardammo, mi sorrise, ma immediatamente, prima
che
potessi rispondere al suo sorriso, cadde a terra accovacciata su se
stessa…corsi
da lei, mi abbassai “Amore, amore che succede? Sono qui, non me
ne vado.
Scusami, scusami” “Rob, tranquillo…è una
fitta…ne soffro…sarà la solita
stanchezza” l’ aiutai ad alzarsi, sostenendola per la vita
“E comunque non
scusarti. Sono io che rovino sempre tutto…non volevo mettere in
dubbio i tuoi
sentimenti, volevo solo capire perché hai fatto sesso con
Kirs” “Sesso,
appunto! Niente di più…ero debole…ho sempre voluto
te…ma non potevo averti e…mi
sono abbandonato ai piaceri della carne. E tu…con Eric?”
mi guardò intristita
“E’ successo…io voglio bene ad Eric e…ho
creduto fosse amore…ma…quello che
provo con te, è diverso…è magico…è amore
puro, vero…senza condizioni né limiti…Rob ti amo più di me stessa…”
piangeva “Non piangere, Marghe…Ti amo da morire…” ci abbracciammo, cercai di
stringerla quanto più potevo, non amavo litigare con lei, avevo sempre la
sensazione che potesse cambiare idea e scappare via…