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Autore: Justice Gundam    19/03/2024    2 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Ascesa dei Signori delle Rune

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 52 - Assalto!

 

I primi raggi del sole dovevano ancora cominciare ad illuminare il cielo quando il gruppo di avventurieri, aiutato da Razmus e dai superstiti delle Frecce Nere, aveva completato i preparativi per l'attacco a Forte Rannick. Ognuno di loro aveva la propria parte da fare, e tutti sapevano quale fosse il loro compito.

"D'accordo, ragazzi. Questa è forse la nostra migliore occasione di raggiungere Forte Rannick e spazzare via gli ogre." stava dicendo Eli in quel momento. "Sapete cosa fare. Yan, tu e il tuo gruppo vi muoverete per primi. Sarete la prima linea d'attacco... ma mi raccomando, non spingetevi troppo in avanti. All'inizio non dovete fare altro che tenere l'attenzione degli ogre fissa su di voi. Poi, quando vedrete il mio segnale... potete scatenarvi quanto volete."

"D'accordo..." affermò Razmus con un cenno della testa. Il gigante mercenario aveva appena finito di raccogliere un sacco di grosse pietre che avrebbe usato per attaccare gli ogre a distanza. "Ma quale sarà il segnale?"

"Non ti preoccupare, Razmus. Se conosco Eli bene come credo... allora lo riconosceremo subito!" affermò Yan con un sorriso arguto, per poi rivolgersi alla sua compagna d'avventura. "Reji, tu fai parte della squadra di infiltrati. Mi raccomando, stai attenta. So che sei un'abile combattente, ma tu, Jolan e Kaven vi ritroverete nel bel mezzo di quella fortezza, e sotto attacco da parte di quei bruti senza cervello."

"Noi ce ne attireremo dietro il più possibile, e sicuramente Eli e Misia ne faranno fuori un sacco... ma non saremo in grado di sistemarli tutti." disse Nualia. "Mi raccomando, amici... se vedete che rischiate di essere sopraffatti o tagliati fuori dalle vie di fuga, non esitate a tagliare la corda."

Jolan annuì con decisione. "Non vi preoccupate, ragazzi. Ci siamo già fatti un'idea di come sono strutturati i passaggi segrti di Forte Rannick, e sappiamo come fare per ritirarci." affermò. Kaven annuì prontamente, con l'aria di una persona che era contenta di non doversi trovare nel bel mezzo della mischia. "Allora, quando iniziamo?"

"Ancora qualche minuto." disse Misia. La femmina di gnomo chiuse gli occhi e si voltò verso i raggi del sole nascente, sentendosi come rinvigorita quando la luce cominciò ad accarezzarle il viso. I suoi vestiti ondeggiarono lentamente, come sospinti da un vento magico. "Gli ogre ci vedono altrettanto bene di giorno e di notte, ma è meno probabile che si aspettino un attacco alla piena luce del sole... e questo sarà un elemento che dovremo sfruttare a nostro favore, il più possibile."

"Okay, adesso ogni gruppo cominci a prendere posizione." affermò Eli. L'allieva della Roccia dei Profeti diede uno sguardo al sole nascente e fece qualche rapido calcolo. "Dobbiamo muoverci in sincronia, altrimenti finiremo per andare in confusione, e le nostre possibilità di vittoria diminuiranno sensibilmente. Abbiamo questa possibilità... non sprechiamola."

"Certamente, signorina Clerks." affermò Jakardros, mentre controllava il suo arco e tutte le frecce nella sua faretra. il suo puma addestrato, Kibb, si strofinò su di lui come per incoraggiarlo in questo momento decisivo, e l'uomo ricambiò grattando il grande felino dietro un orecchio. "Ma non falliremo. Non possiamo fallire. Lo dobbiamo a tutte le Frecce Nere che sono state massacrate da quei bastardi. Shalelu... mi raccomando, stai attenta... e copri il più possibile Eli e Misia."

L'elfa sorrise al suo patrigno. "Anche tu, papà... stai attento. Non voglio perderti proprio ora che ti ho ritrovato."

L'ufficiale delle Frecce Nere diede una pacca amichevole sulla spalla della figlioccia. "Non ti preoccupare. Fino... fino a pochi giorni fa, speravo di trovare qualcuno che riuscisse ad uccidermi per redimermi dal mio fallimento a Foglia Piangente... ma ora ho trovato una ragione per vivere... e un motivo per continuare a combattere. Grazie a te."

"Non posso garantire che ne usciremo tutti vivi..." affermò Vale con un sorriso amaro. Le sue asce stridettero in maniera inquietante quando l'uomo le affilò l'una sull'altra, facendo scaturire anche qualche scintilla dal punto in cui sfregavano tra loro. "Ma sicuramente non ci faremo ammazzare senza trascinarci dietro quanti più possibile di quegli schifosi sacchi di budella."

"Non parliamo di morire adesso, okay? Facciamo del nostro meglio per uscire tutti vivi!" ingiunse Eli. "Okay, è il momento di muoversi. Yan, Nualia, Razmus, signor Jakardros, signor Vale... e Kibb, ovviamente. Voi siete la squadra d'attacco. Cominciate a prendere posizione. Tra poco si comincia."

Yan e Nualia si presero per mano e si guardarono negli occhi per augurarsi reciprocamente buona fortuna, poi si rivolsero a Reji, Jolan e Kaven per fare anche a loro i migliori auguri.

"Mi raccomando, Reji... tutti voi... state attenti, e buona fortuna!" si raccomandò la aasimar, non riuscendo a nascondere la sua inquietudine.

Reji ghignò e fece il segno dell'okay. "Ne abbiamo passate tante, finora... non sarà un branco di ogre a fermarci!" affermò. "Ora muoviamoci. Quel dannato patriarca Jaagrath avrà presto una brutta sorpresa!"

 

oooooooooo

 

Su ciò che restava delle mura di Forte Rannick, una coppia di ogre assonnati ed annoiati stava montando la guardia - o meglio, stava facendo finta di montare la guardia. n realtà, quei due ammassi di carne stavano in piedi dietro alcune delle postazioni difensive, grattandosi la testa ed emettendo di tanto in tanto dei grugniti annoiati.

"Me stanco stare qui." grugnì uno dei due, fissando svogliatamente lo spiazzo davanti a Forte Rannick, in quel momento desolatamente vuoto. "Quando noi va a pappare picoleti?"

"Papi Jaagrath dice quando..." grugnì l'altro ogre. "Ma anche me stanco. Me vuole ucidere ancora."

Il primo ogre si grattò la testa e prese con sè il grosso randello chiodato che teneva appoggiato al fianco, poi riprese a guardare lo spiazzo... e notò che in effetti qualcuno si stava avvicinando! La prima cosa che i suoi occhi annebbiati notarono fu il possente gigante delle colline armato di clava che marciava deciso verso l'ingresso della fortezza... e poco dopo, gli ogre riuscirono a distinguere tre uomini, una donna e un puma che camminavano a fianco del gigante!

"Huh?" grugnì il primo ogre, guardando il gruppo di intrusi con aria melensa, come se stesse cercando di capire cosa stesse accadendo. Il gruppetto di Yan e Razmus continuò ad avvicinarsi lentamente ma con decisione, tenendo pronte le armi per quando le ostilità fossero inevitabilmente iniziate...

"Cosa fare loro?" si chiese il secondo ogre mentre afferrava la sua clava chiodata. "No importa. Me fame. Loro pappa. Noi mangiare!"

Yan si fermò a circa una decina di metri dalle mura e alzò la spada, puntandola verso i due ogre sulla postazione di guardia. "Hey, sacchi di budella!" esclamò il ragazzo. "Scommetto che vi sentite dei duri là sopra! Fate i buffoni perchè credete di essere i più forti, eh? Siete soltanto dei mucchi di immondizia!"

Gli ogre spalancarono gli occhi in espressioni furiose quando i loro cervelli primitivi riuscirono a comprendere che Yan li stava insultando, e si produssero in due ruggiti di rabbia incontrollabile.

"Picoleto deto male me! ME SPACCA!" ringhiò l'ogre di sinistra. Afferrò un grosso blocco di pietra e lo scaraventò contro Yan, ma il ragazzo si scansò e il proiettile si schiantò al suolo e si spezzò in due su di esso. Yan afferrò il suo arco e scagliò una freccia contro l'ogre, colpendolo di striscio ad un braccio e facendolo mugolare di dolore!

"Arivano nemici! Noi spacca loro!" ululò l'altro gre, chiamando a raccolta alcuni dei suoi simili che stavano oziando nel cortile del forte. Alcuni degli ogre si alzarono e afferrarono le loro armi mal tenute, ma altri sbadigliarono e restarono fermi dov'erano.

"Stanno arrivando!" esclamò Jakardros, preparando a sua volta il suo arco. Non appena incoccò la freccia, una scarica elettrica avvolse la punta del dardo, e un lieve odore di ozono si diffuse attorno ad essa...

 

oooooooooo

 

Dal loro nascondiglio nello stesso passaggio segreto che il gruppo aveva usato per andare in avanscoperta, Eli, Misia e Shalelu si accorsero che alcuni ogre erano andati in fermento, e che c'era un po' di confusione. Questo voleva dire senz'altro che Yan, Razmus e gli altri avevano cominciato l'attacco... e infatti, pochi attimi dopo, le ragazze sentirono il rumore delle pesanti porte di ingresso che si aprivano per far uscire gli ogre. Una raffica di esclamazioni, gorgoglii ed imprecazioni riecheggiò vicino a loro, mentre diversi dei bestioni si affrettavano per uscire e aggredire chi aveva avuto l'ardire di sfidarli.

"Okay, ci siamo! Yan e gli altri hanno iniziato! Adesso dobbiamo fare in fretta noi!" esclamò Misia. Quando Eli le fece segno di essere pronta, Misia chiuse gli occhi e fece scorrere le mani davanti a sè, con il corpo avvolto da una tenue luce azzurrina. "Sarenrae, dea del sole, la tua umile servitrice ti prega di proteggere la sua amica, perchè nessun fuoco sfiori la sua pelle. Protezione dal Fuoco!"

"Grazie, Misia. Ed ora tocca a me..." disse Eli, i cui sensi magici riuscivano già a percepire l'aura protettiva che la magia divina della sua amica aveva innalzato attorno a lei. "Ora... che le forze occulte vengano a me e nascondano il mio corpo ai miei nemici. Invisibilità!"

Nel giro di un secondo, l'immagine di Eli sbiadì fino a scomparire alla vista, e la maga, dopo aver ricevuto un segno di assenso da parte di Shalelu, uscì dal nascondiglio e si diresse verso la caserma di cui Jolan aveva parlato dopo l'avanscoperta. Vide alcuni ogre correre verso i cancelli del forte... e una grossa pietra, scagliata sicuramente da Razmus, che centrava in pieno uno di quei bestioni e lo faceva cadere a terra con il cranio sfondato. Un altro ogre crollò a terra poco dopo, aggrappato alle frecce che Yan e Jakardros gli avevano piantato nel torace.

Gli ogre stavano cominciando a sospettare che la minaccia che stavano affrontando fosse seria, e altri di loro stavano raccogliendo le loro armi. Se Eli voleva agire, era questo il momento giusto. Per fortuna, lei era ancora in grado di vedere sè stessa e il suo equipaggiamento, e tirò fuori alcune boccette di fuoco alchemico mentre si intrufolava nella caserma.

L'odore di sudore, escrementi e peggio assalì il suo olfatto quando entrò nella caserma, in quel momento occupata da non meno di una decina di ogre che sembravano ancora chiedersi se fosse il caso di intervenire. Eli trattenne a malapena un conato di vomito nel vedere quei bestioni immondi che si alzavano dai loro luridi giacigli, in mezzo ad un mare di rifiuti e sporcizia che incrostava anche i loro corpi.

"Huh? Cosa c'è? C'è qualcuno là?" chiese uno degli ogre con tono melenso.

"Me no sa..." rispose un altro. "Forse tornati picoleti."

"Me dice noi va a pappare picoleti." affermò un terzo.

Eli, ancora invisibile, fece una smorfia di disgusto mentre prendeva la mira con i suoi flaconi incendiari. "L'unica cosa che farete adesso è bruciare e soffocare, grossi stronzi." disse tra sè. Senza altre esitazioni, la mezzelfa scagliò la prima boccetta contro una colonna portante in legno secco. Si sentì un acuto clangore di vetro in frantumi nel momento in cui il flacone colpì il bersaglio... seguito subito dopo da una vampata e un improvviso colpo di calore quando le fiamme avvolsero il sostegno!  

Gli ogre trasalirono e guardarono stupefatti la colonna in fiamme... ed Eli, ancora invisibile, scagliò altre fiaschette di fuoco alchemico sui materassi, sui mobili consunti e negli angoli della caserma. In ogni punto in cui il preparato veniva esposto all'aria, si accendeva ed incendiava ogni materiale con cui entrava a contatto, e iniziò a propagarsi rapidamente e a riempire la stamberga di una fitta coltre di fumo plumbeo, che entrò negli occhi degli ogre e  li fece tossire e starnutire. La temperatura salì di colpo, ed Eli venne lambita da una fiammata... che per fortuna non riuscì ad attecchire e scivolò sui suoi vestiti come niente fosse.

"Non ringrazierò mai abbastanza Misia per quel suo incantesimo di protezione." disse tra sè la maga. "Ma ora è meglio andarsene di qui... il fumo si sta facendo soffocante, e quei bestioni potrebbero travolgermi senza neanche accorgersi che ci sono."

Eli corse verso la finestra più vicina, approfittando della sua temporanea immunità al calore, mentre gli ogre venivano colti dal panico e cominciavano a correre su e giù, urtandosi a vicenda e buttandosi a terra l'un l'altro come tanti birilli. Con un balzo, Eli si lanciò fuori dalla finestra e atterrò con una capriola sul terreno, mentre tutt'attorno gli ogre restavano come esterrefatti a guardare le fiamme che iniziavano a consumare la caserma... e all'interno dell'edificio, quelli rimasti dentro cercavano freneticamente di guadagnare l'uscita, spintonandosi e calpestandosi a vicenda, ognuno cercando unicamente di salvare sè stesso.

"Me fuori prima!"

"No, me prima!"

"Fuoco bruciare!"

"Levare te da palle!"

"Me spacca te!"

Nella loro frenesia, i bestioni finirono per ostruire l'uscita e cominciarono a picchiarsi ed ostacolarsi l'un l'altro... con il risultato di respirare il fumo e cominciare ad asfissiare ancora prima di quanto Eli avesse previsto. In breve tempo, gli ogre caddero in ginocchio boccheggianti e cercarono di prendere fiato... senza rendersi conto che così non facevano altro che inalare ancora più fumo ed affrettare la loro fine.

Ma Eli e le sue compagne non restarono a vedere come sarebbe andata. La maga raggiunse in un lampo Misia e Shalelu, e interruppe l'incantesimo di Invisibilità per fare cenno alle sue compagne che era andato tutto come previsto.

"Qui tutto a posto! Quei dannati ogre stanno arrostendo... e Yan e gli altri stanno sistemando quelli all'ingresso!" esclamò Eli.

"Ottimo. Adesso diamo loro una mano... e speriamo che anche Reji e gli altri siano in posizione!" esclamò Shalelu. L'elfa uscì allo scoperto e scoccò una freccia contro un ogre che si era appena accorto di loro. Il dardo solcò rapidamente l'aria e trafisse la spalla del bestione, che ringhiò per il dolore e lasciò cadere la sua mazza, per poi essere messo a tacere per sempre da un'altra freccia che gli attraversò la gola...

 

oooooooooo

 

Razmus lanciò un assordante grido di battaglia e si lanciò con violenza addosso agli ogre che erano appena usciti dai cancelli per affrontare il suo gruppo. Gli invasori di Forte Rannick, trovatisi improvvisamente di fronte ad un avversario più grande ed imponente di loro, vennero per un istante colti dalla paura, ma poi si scagliarono ugualmente all'attacco, contando sul numero per sopraffare Razmus. Il gigante afferrò stretto il suo martello da guerra e cominciò a farsi largo tra gli ogre. Il primo ogre che si avvicinò a lui venne accolto con un micidiale colpo dall'alto verso il basso che gli fece quasi esplodere il cranio. Un altro ogre cercò di colpire Razmus al fianco con una rozza lancia di pietra, ma il gigante si voltò di scatto e tirò un colpo di maglio che frantumò il volto dell'attaccante e lo fece volare per diversi metri.

"Quello spaccare noi!" ululò un ogre dalle mura.

"Tirare! Tirare tuti!" ringhiò un altro di quei bestioni. Tre ogre presero le loro lance e le scagliarono contro il gigante delle colline, che era un bersaglio troppo grande per sfuggire loro. Razmus riuscì a deviare il primo giavellotto e a parare il secondo con il suo maglio, ma il terzo riuscì a colpirlo ad un fianco e ad aprirgli una dolorosa ferita. Gli ogre presero altri giavellotti per tentare di nuovo, ma questa volta non ebbero il tempo neanche di prendere la mira. Una freccia scagliata dall'arco incantato di Jakardros colpì in pieno petto uno degli ogre, che venne percorso da una violenta scarica elettrica prima di precipitare dalle mura. Un altro si ritrovò all'improvviso con una freccia di Yan piantata nella gola e fece la stessa fine del primo, mentre il terzo riuscì a scagliare il suo giavellotto, ma mancò il bersaglio di diversi passi... e Razmus lo ripagò prendendo una pietra dalla sua sacca e scagliandogliela contro con abbastanza potenza da scaraventarlo giù dalle mura.

"Bel colpo, amico!" esclamò Vale, mentre si metteva in guardia tenendo strette le sue asce da battaglia. "Ma credo che il bello debba ancora arrivare..."

"SPACCARE PICOLETI!" Un ululato di furia cieca annunciò l'arrivo di un altro gruppo di ogre che dava man forte a quello appena decimato. Brandendo clave e lance, i bestioni si gettarono alla carica come una mandria di bufali inferociti, senza tattica nè strategia. Yan, Jakardros e anche Nualia tirarono tutti assieme, e uno degli ogre cadde al suolo morente, ma ormai era chiaro che giungere al corpo a corpo sarebbe stato inevitabile.

Razmus si fece avanti, pronto a tenere a bada quell'orda di bestioni ululanti... ma il resto della squadra si affiancò a lui per dargli man forte.

"Combattiamo insieme, ragazzone!" esclamò Yan brandendo la sua spada incantata. "Abbiamo detto che dev'essere un lavoro di squadra, no?"

"Giusto! E poi, non vogliamo lasciare a te tutto il divertimento!" esclamò Vale. Il primo ogre lo raggiunse, cercando di spaccargli il cranio con un tremendo colpo di mazza... e Vale si scansò appena in tempo e sferrò un preciso colpo d'ascia che raggiunse il bruto al ginocchio destro. Azzoppato, l'ogre incespicò e crollò a terra con un ruggito di dolore, ma cercò immediatamente di rialzarsi e di afferrare Vale, solo per essere messo a tacere per sempre da un fendente alla gola. "Mirate alle ginocchia! E' il loro punto debole!"

"D'accordo!" Nualia pronunciò una parola nella lingua Celestiale, e la sua scimitarra venne avvolta da una fiammata magica, prima che la aasimar si affiancasse al suo amico d'infanzia, che già stava cercando di tenere a bada due ogre.  Il ragazzo riuscì ad evitare un colpo di clava da parte di un ogre e deviò la lancia del secondo con il suo scudo, per poi sferrare un fendente che ferì il secondo ogre al braccio destro e lo fece indietreggiare. Il primo ogre, un bestione dalla mascella sporgente e dal grugno porcino, cercò di schiacciarlo con la sua clava, ma la lama fiammeggiante di Nualia lo colpì ad un fianco e lo fece ringhiare di dolore.

"Nualia!" esclamò Yan con un sorriso compiaciuto. "Sono contento che stiamo combattendo insieme! Restiamo vicini, facciamo vedere a questi bruti come si combatte!"  

"Con piacere, Yan." rispose lei. Muovendosi con tutta l'agilità di cui era capace, Nualia agitò la scimitarra fiammeggiante davanti a sè in un ampio arco, e l'ogre che le stava davanti indietreggiò con un ringhio, ma riprese l'attacco e cercò di colpirla con la clava. "Sarenrae, sacro Fiore del Mattino, ti prego, assisti la tua umile servitrice e i suoi compagni in questa battaglia!"

"SPACCAREEEEE!" ringhiò l'ogre con la clava. La sua arma calò con violenza e mancò Nualia di pochissimo allorchè la aasimar si spostò di lato e completò il suo incantesimo. Tenui raggi di luce dorata scaturirono dal terreno e avvolsero Yan, Nualia e i loro compagni, che si sentirono di colpo più forti e decisi. Con uno scatto, Nualia coprì la distanza che la separava dall'ogre e sferrò un poderoso fendente che trafisse il ventre del bestione, che crollò in ginocchio con un gorgoglio atroce. Yan scattò di lato e riuscì a deviare un affondo della lancia dell'altro ogre, poi si chinò di colpo e sferrò un fendente al ginocchio sinistro dell'avversario, ferendolo gravemente e costringendolo a cadere in ginocchio. Furente e dolorante, l'ogre con la lancia incespicò e cercò di colpire Yan al collo con un altro affondo, sferrato con precisione e ferocia. Yan riuscì per un pelo ad evitare l'attacco, ma la punta affilata gli graffiò ugualmente il volto aprendogli un taglio sanguinante su una guancia.

Ma il ragazzo, per nulla intimorito, replicò con un fendente che fece saltare la lancia dalle mani del bruto, poi proseguì e colpì l'ogre con un devastante fendente dall'alto verso il basso. L'ogre urlò orrendamente e crollò al suolo, lacerato dalla spalla destra al fianco sinistro.

Jakardros, da parte sua, stava tempestando gli ogre di frecce elettrificate, e già tre di quei bruti giacevano senza vita sul campo di battaglia, finiti da frecce ben piazzate che avevano trafitto loro il cranio, gli occhi o la gola. Un quarto ogre, con già due frecce in corpo, riuscì a colmare la distanza e ringhiò mentre si apprestava a schiacciare Jakardros con la sua clava... ma il ranger, che si era già accorto del pericolo, schivò il colpo e scagliò una freccia nella gamba sinistra del bestione. L'ogre cadde su un ginocchio, ringhiando di dolore, e il puma Kibb gli saltò alla gola, mordendolo ferocemente alla giugulare.

"Sembra... che stiamo andando bene, per ora." affermò Yan mentre puliva la sua spada dal sangue dell'ogre appena ucciso e volgeva lo sguardo ai cancelli di Forte Rannick, nel cui cortile regnava il caos. "E i nostri compagni là dentro stanno facendo scintille, mi pare di capire..."

 

oooooooooo

 

"Hah! Avevo giusto bisogno di fare un po' di movimento, mi sentivo un po' arrugginita!" esclamò Reji, mentre schivava abilmente l'attacco di un ogre. Il bestione afferrò un barile e lo scaraventò contro la giovane monaca, ma quest'ultima si scansò abilmente e il proiettile andò a schiantarsi contro un muro vicino con un tremendo frastuono di legno frantumato. L'ogre cercò di attaccare Reji usando una grossa trave divelta come clava e la calò con violenza su di lei... ma la ragazzina riuscì a spiccare un abile balzo e atterrare sull'arma mentre questa era a terra. Mentre l'ogre guardava basito la sua avversaria illesa, quest'ultima corse lungo la trave e raggiunse la testa e il torace del bruto, tempestandoli di pugni.

Jolan, ben sapendo di non poter fare molto in un corpo a corpo contro degli ogre, sfruttava la sua velocità ed agilità per schivare gli attacchi e dare loro quanto più fastidio possibile. Il piccolo halfling scattava da un avversario all'altro, deconcentrandoli ed impedendo loro di prendere di mira Reji o Kaven, e usava i suoi pugnali per colpire le gambe e i piedi degli ogre, in modo da rallentarli ed azzopparli.

"Me spacca picoleto!" ringhiò un ogre armato di una grossa mannaia. "Adeso me ucide e pappa te!"

"Se riuscirai a prendermi. Cosa di cui dubito, ammasso di lardo!" esclamò Jolan. Schivò abilmente un colpo di mannaia del bestione e poi afferrò qualcosa dalla sua bisaccia - una boccia di vetro riempita di uno strano, denso liquido blu, che l'halfling scagliò sotto i piedi del bestione. L'ogre calpestò la boccetta e la mandò in frantumi, spargendo quello strano fluido blu tutt'attorno... e ringhiò rabbiosamente quando si rese conto che si trattava di colla alchemica, e che aveva attaccato a terra il suo enorme piede! Ringhiò nuovamente e tirò verso di sè nel frenetico tentativo di liberarsi, ma ormai la colla aveva fatto presa, e l'ogre non ruscì a muoversi in tempo prima che Kaven prendesse la mira e gli piantasse un coltello da lancio alla base del cranio con precisione letale. L'ogre crollò a terra morente, e i tre combattenti si riunirono e si prepararono ad affrontare altri due di quei bruti. Ma il forte era in preda al caos, e gli ogre si stavano facendo prendere dalla rabbia cieca ora che dovevano vedersela con tre minacce tutte nello stesso momento.

"Sembra... che il piano stia funzionando!" affermò Kaven. Aveva il tono di una persona che si era aspettata uno scontro massacrante, e che era contenta che invece tutto si stesse risolvendo con relativa facilità. "Meno male... il piano che avete architettato è stato davvero efficace!"

"Già... se non altro, mi sembra che ce la stiamo cavando bene!" esclamò Reji. Con uno spettacolare flic-flac all'indietro, evitò una grossa pietra che un ogre le aveva lanciato contro, poi mise un proiettile nella sua frombola, la fece girare un paio di volte sopra la testa, e scagliò il colpo, raggiungendo il bruto alla spalla destra. "Ma non abbassate la guardia, ho l'impressione che questo fossero soltanto gli scarti... e che dobbiamo ancora vedercela con gli ogre più tosti!"

"GRAAAAAH!" Un ringhio feroce raggiunse i timpani dei tre avventurieri, e Jolan trasalì con un'espressione di orrore quando lo stesso ogre con le mascelle di ferro apparve da un passaggio, brandendo la sua terrificante picca uncinata. Accompagnato da altri due di quei bruti, l'ogre comandante si fece largo tra ciò che rimaneva dei suoi scagnozzi e guardò il fumo nero che si levava dalla caserma in fiamme dall'altra parte del cortile.

"Accidenti, dovevo proprio aprire bocca..." affermò Reji mentre si metteva in guardia. Kaven rabbrividì e si piazzò a fianco di Reji, mentre Jolan puntava i suoi pugnali gemelli contro il bestione, che aprì la bocca di scatto, e poi la richiuse con un terrificante rumore metallico.

"Capo Harlok qui! Ora voi morti!" esclamò uno degli ogre superstiti con la gioia di un bambino sadico che brucia le formiche con una lente.

"Come osate uccidere miei ogre? Me vi mangiare vivi!" ringhiò l'ogre mutilato di nome Harlok. Senza altri indugi, il bestione caricò a testa bassa e sferrò un fendente micidiale con il suo uncino, mirando al fianco destro di Reji, che riuscì a reagire solo all'ultimo momento! La ragazzina non si era aspettata una simile velocità da quella montagna di carne e acciaio arrugginito, e la punta dell'uncino le aprì una dolorosa ferita al fianco. Jolan scattò in avanti, cercando di tenersi nel punto cieco di Harlok... ma quest'ultimo reagì con prontezza e sferrò un poderoso calcio che fece volare il malcapitato halfling e lo fece atterrare con uno schianto secco in mezzo ad ua catasta di legno.

"Jolan!" esclamò Reji mentre si tamponava la ferita al fianco. Harlok ghignò e scattò verso di lei, aprendo le sue orride fauci arrugginite nel tentativo di azzannarla alla gola. Ancora una volta, il bestione si mosse più rapidamente di quanto Reji si fosse aspettata, e la ragazzina riuscì a malapena ad evitare di fare una brutta fine. Si scansò all'ultimo momento, e il fiato pestilenziale dell'ogre deturpato la colpì in faccia come un pugno.

"Uuuugh! Come mai ti porti dietro quell'affare di ferro? Basterebbe il tuo alito ad ammazzare la gente!" esclamò Reji storcendo il naso. "Kaven! Tu vai a vedere di Jolan! Ci penso io a questo grosso stronzo!"

"Sì... sì, subito!" esclamò l'esploratore delle Frecce Nere, correndo in aiuto dell'halfling. Un ogre cercò di fermarlo, ma Kaven scansò il colpo e rispose con un fendente del suo stocco, ferendo il bestione ad una gamba mentre Reji si preparava a ricevere il successivo attacco di Harlok. Il mostruoso ogre deturpato si lanciò alla carica, agitando freneticamente il suo uncino da battaglia, ma Reji riuscì a saltare via prima che la temibile arma le portasse via un braccio o una gamba. Reji eseguì una spazzata con la gamba sinistra, cercando di far cadere Harlok con un colpo al ginocchio... ma quest'ultimo si rivelò più scaltro degli altri ogre e riuscì a saltare al momento giusto per evitare il colpo. Poi, Harlok sferrò un mortale fendente con il suo uncino, e Reji riuscì a scansarsi appena in tempo. La punta acuminata le aprì uno strappo nella manica, ma per fortuna risparmiò la carne.

"Ugh... questo è un duro! Altra classe rispetto a quegli ammassi di carne!" commentò la monaca, mentre con uno scatto si sottraeva ad un morso vorace. Ancora una volta, la tagliola in acciaio che aveva al posto dei denti si chiuse poco lontano dalla sua testa con un orrendo clangore metallico, e Harlok riprese l'attacco con brutale determinazione.

"Tu bona! Me vuole mangiare te!" ringhiò Harlok. Tirò indietro il suo uncino e cercò di attaccare di nuovo, mirando alla gola di Reji...

 

ooooooooo

 

Shalelu stava scoccando una freccia dopo l'altra, coprendo Eli e Misia mentre queste ultime facevano del loro meglio per tempestare gli ogre di incantesimi d'attacco. Un Raggio Rovente scagliato da Eli colpì un ogre alla fronte e trapassò la testa da parte a parte, riducendo gran parte del cranio in cenere.

Misia scagliò un altro incantesimo e creò una sorta di giavellotto di luce nella sua mano, per poi scagliarlo con precisione contro l'ogre più vicino, che stava cercando di bersagliarla con una grossa pietra. Il giavellotto luminoso trafisse l'ogre, non provocando alcun danno fisico, ma infliggendogli un dolore feroce e facendolo cadere a terra in preda alle convulsioni. Misia si scansò a sua volta per evitare la pietra... ma non riuscì a scansarsi del tutto, e il proiettile la prese di striscio alla spalla sinistra e le strappò un breve grido di dolore e sorpresa.

Una freccia di Shalelu pose fine alla minaccia costituita dall'ogre, che emise un verso strozzato e cadde a terra agonizzante quando l'elfa cacciatrice gli sparò una freccia nel collo... ed Eli, vedendo che non c'era più il rischio di colpire le sue compagne, e che gli ogre si erano avvicinati abbastanza l'uno all'altro, alzò la sua lancia e cominciò ad intonare una formula magica.

"Che la potenza del fulmine venga a me! Che la forza del cielo scorre nel mio corpo e abbatta il mio nemico! Fulmine Magico!"

Con un assordante sfrigolio elettrico, una diropente scarica elettrica scaturì dalla lancia di Eli e attraversò il cortile e ben tre ogre che si erano piazzati l'uno dietro l'altro. I mostri ringhiarono in preda al dolore quando la scarica elettrica percorse i loro corpi, bruciandoli e facendo ribollire loro il sangue. Quando la scarica cessò, i tre bestioni crollarono a terra e si scossero convulsamente ancora per un paio di secondi prima che si immobilizzassero per sempre.

Davanti a quella dimostrazione di potere magico, i pochi ogre superstiti trasalirono e vennero colti dal panico, dandosi ad una fuga a rotta di collo verso l'interno del forte!

"Me scapa! Picoleta ha magia!"

"Me no vole che muore!" 

"Lei no giusta!"

"Magia cativa! Fare male me!"

Gli ogre superstiti fuggirono in preda al panico e alla confusione, incespicando e cozzando gli uni contro gli altri nel tentativo di salvarsi... e dall'esterno di Forte Rannick, altri ogre arrivavano di corsa, costretti ad una fuga precipitosa dopo essere stati sconfitti e ricacciati indietro da Yan, Razmus e i loro compagni... che ora stavano facendo irruzione dal cancello principale di Forte Rannick. La vista del possente gigante delle colline che entrava di colpo nel cortile della fortezza fece perdere quel po' di coraggio che era rimasto agli ogre ancora vivi, che fuggirono verso gli angoli del cortile nella speranza che Razmus li ignorasse.

Il gigante delle colline, da parte sua, entrò nel forte con tutta calma, per nulla interessato a finire chi non voleva più combattere. "Ce l'abbiamo fatta. Ed è stata un'ottima strategia quella che avete suggerito. Abbiamo eliminato o messo in fuga gran parte degli ogre."

"Yan! Ragazzi, ci siete!" esclamò Misia. "Vedo che siete riusciti a sistemare tutti quegli ogre!"

"Eccoci qui! Pare che la tattica abbia funzionato, almeno per ora!" affermò Yan. Jakardros scagliò due frecce in rapida successione contro un ogre, colpendolo prima alla gamba destra e poi alla testa. Kibb stava trattenendo a terra un altro ogre morente, mentre Vale, Yan e Nualia, un po' ammaccati ma in buone condizioni, varcavano i cancelli del forte.

"Heh... devo dire che fa un certo effetto." affermò Vale. Il guerriero dalla pelle scura si guardò attorno tenendo ben salde le asce, ancora grondanti del sangue degli ogre abbattuti. "Voglio dire, stiamo praticamente prendendo d'assalto il nostro stesso quartier generale."

Il cortile era pieno di ogre morti o in fin di vita... ma da qualche altra parte provenivano ancora suoni di battaglia. "Fin qui tutto bene, ma c'è ancora qualcuno che sta combattendo, da quelle parti." affermò Eli, indicando l'ala opposta del cortile. "Forse Reji, Jolan e Kaven si sono imbattuti in qualcuno di più tosto!"

"Presto, andiamo a vedere!" esclamò Nualia. La aasimar si massaggiò un braccio indolenzito e fece un cenno di intesa a Yan quando quest'ultimo andò ad assicurarsi che stesse bene. Poi, i due amici d'infanzia si affrettarono per primi versi quell'ala di Forte Rannick...

Dove un combattimento era ancora in corso. Reji, Jolan e Kaven stavano affrontando un terrificante ogre con una specie di tagliola di ferro arrugginito al posto dei denti, che si stava rivelando un avversario di tutto rispetto. Con un ringhio, Harlok cercò di piantare il suo uncino nella testa della monaca, che riuscì per un pelo ad evitarlo rimediando però una ferita sul trapezio. Reji strinse i denti per l'improvviso dolore, ed indietreggiò, piazzandosi davanti a Jolan.

"Ora me uccide te!" ringhiò Harlok con una risata demente. Afferrò il suo uncino con entrambe le mani e sferrò un colpo micidiale diretto al torace di Reji... ma la ragazzina fece una capriola all'indietro e schivò il colpo, mentre Jolan scattava in avanti e si dirigeva proprio verso Reji, che voltò leggermente la testa verso di lui e abbassò le braccia...

Facendo da scaletta, Reji permise a Jolan di salirle sulla schiena e da lì sulle spalle, e si alzò di colpo per aiutare la guida halfling a spiccare un balzo verso il suo bersaglio. Harlok sgranò gli occhi incredulo e si scansò rapidamente, ma non riuscì ad evitare del tutto Jolan, che sferò un fendente con uno dei suoi pgnali, piantandolo nel fianco dell'ogre. Harlok ringhiò per il dolore e Jolan piantò l'altro suo pugnale nella pelle simile a cuoio del gigante, che si agitò e ringhiò ferocemente mentre cercava di togliersi di dosso quel maledetto ospite sgradito.

"RAAAAARGH!" ruggì Harlok. "Venire qui, codardo!"

"Grazie, non credo che sia nel mio interesse!" ribattè prontamente Jolan. Con uno scatto, l'halfling usò i suoi pugnali per arrampicarsi letteralmente sul suo brutale avversario, che ululò per il dolore e la frustrazione, e cominciò a darsi delle tremende manate sul corpo.

"UAAAAAAAH! ME UCCIDE TE! ME MASTICA CARNE E STRAPPA BUDELA!"

"Voi ogre avreste davvero bisogno di darvi una calmata e farvi un tè!" esclamò Jolan. Con una serie di agili movimenti, Jolan raggiunse le spalle dell'ogre e gli piantò un pugnale nel collo, facendolo contorcere per il dolore. Sanguinante e in preda alla frenesia, Harlok cercò di scrollarsi di dosso Jolan, lanciando una serie di ululati spaventosi. "Okay, eccolo qui! Adesso lo finisco!"

Jolan estrasse i suoi pugnali dalla pelle coriacea di Harlok, solo per poi piantarglieli negli occhi. Il bestione ruggì in preda all'agonia e annaspò in un disperato tentativo di afferrare Jolan e stritolarlo, ma ormai il suo destino era segnato. Dopo aver barcollato e agitato le braccia per più tempo di quanto avrebbe potuto fare qualsiasi essere umano, Harlok emise un ultimo grugnito e si schiantò a terra con un tonfo assordante, sussultò ancora un paio di volte, e infine giacque immobile, mentre Jolan atterrava con una elegante capriola.

"Bel colpo, Jolan!" esclamò Reji. "Certo, non era un bel modo di morire per quell'ogre... ma in fondo, non siamo qui per fare amicizia con loro."

Jolan ripulì i pugnali dal sangue e dagl umori che li insozzavano, e li rinfoderò. "Perfetto. Ora mi sembra che non ci siano più nemici, da queste parti." disse l'halfling, lo sguardo fisso verso il fumo nero che si levava dalla caserma in fiamme. Un tenue odore di carne bruciata aleggiava attorno al luogo, segno che gli ogre avevano già fatto una brutta fine. "Raggiungiamo gli altri... Kaven, qui abbiamo finito, dobbiamo andare a..."

"Un momento! Dov'è finito Kaven?" esclamò Reji, improvvisamente allarmata. Il terzo membro superstite delle Frecce Nere era scomparso, come se avesse improvvisamente messo le ali e fosse volato via! Erano sicuri che un attimo prima li stesse aiutando a tenere a bada gli ogre... ma adesso non lo vedevano più da nessuna parte. "Kaven! Signor Kaven, ci sentite? Dove... dove siete? Non vi vediamo più!"

"Reji!" esclamò la voce di Yan. La ragazzina Tian si voltò verso il suo migliore amico, che stava arrivando di corsa dal cancello di entrata di Forte Rannick, accompagnato dal resto del gruppo, Razmus e dalle altre due Frecce Nere. Per fortuna, la tattica d'attacco si era rivelata efficace, e nessuno di loro dava l'impressione di essere ferito gravemente. "Reji, abbiamo sentito che c'era un po' di trambusto dalle vostre parti! Che succede? State tutti bene?"

"Yan! Ragazzi, ce l'avete fatta!" esclamò soddisfatta Reji. Ma la sua contentezza si trasformò ben presto in ansia quando guardò nel punto in cui aveva visto Kaven per l'ultima volta. "Noi... noi stiamo bene, direi. Ma il signor Kaven... non lo vedo più! E' come scomparso!"

"Cosa?" esclamò preoccupato Jakardros. Ma l'esperto ranger non restò fermo a lungo, e si mise immediatamente a cercare tracce del suo compagno. Non poteva essere andato troppo lontano. "Okay, era qui che lo avete visto per l'ultima volta, vero? Ho l'impressione che quei dannati ogre lo abbiano semplicemente sollevato di peso e se lo siano portato dentro... per qualche motivo. Vedo che quei dannati si sono allontanati verso un altro passaggio!"

Razmus guardò con evidente preoccupazione nel punto in cui Jakardros stava indicando. "Lo hanno preso vivo? Allora... dobbiamo andare a salvarlo quanto prima. Immagino che sappiate cosa fanno gli ogre ai loro prigionieri..."

L'idea di quello che quei bruti senza cervello facevano a chi aveva la sfortuna di essere preso vivo da loro fece rabbrividire Eli e Yan. "Non lascerei neanche il mio peggior nemico nelle loro mani." esclamò il ragazzo. "Presto, ragazzi! Dobbiamo seguire quegli ogre e salvare il signor Kaven!"

"Aspetta! Non correre troppo!" Eli estese un braccio, in modo da dire a Yan di non farsi prendere la mano. "Capisco che sei preoccupato, e anch'io lo sono... ma anche se abbiamo fatto a pezzi un bel po' di ogre, non possiamo abbassare la guardia e caricare a testa bassa. Se ci facessimo catturare da quei mostri... ti ricordo che finora abbiamo affrontato solo la carne da macello."

"In realtà, penso che quello a cui ho fatto due buchetti negli occhi fosse uno dei pezzi grossi degli ogre." rispose Jolan, giusto per voler essere preciso. "Ma avete ragione, non è il caso di farsi catturare vivi da quei bruti. Come facciamo, Eli?"

Eli diede una rapida occhiata a Forte Rannick. Era una struttura piuttosto grande, ma con un gruppo così nutrito su cui potevano contare, non sarebbe stato troppo difficile passarlo tutto in rassegna. Detto questo, aveva bisogno di sapere dove cominciare a cercare. "Hmm... Signor Jakardros, lei ha per caso idea di dove quegli ogre possono aver portato Kaven? C'è qualche luogo nel forte che è particolarmente adatto per tenere prigionieri?"

"Ce ne sono diversi, in realtà." affermò l'attuale leader delle Frecce Nere. "Ma sicuramente il luogo più adatto è il sotterraneo. E' lì che si trovano le celle adibite a tenere prigionieri. Se vogliono portare Kaven da qualche parte, allora quello è il posto migliore."

"Allora andremo direttamente lì... e speriamo di essere ancora in tempo a salvare Kaven!" esclamò Misia. "Mi sembra giusto così, no?"

"Così sembrerebbe..." disse Reji tra sè. "Ma... non so, io non riesco a togliermi dalla testa che finora l'attacco a Forte Rannick è stato... un po' troppo facile."

"Ehm... piccolo problema." azzardò Razmus.

Eli alzò gli occhi al cielo. Cos'altro c'era di cui dovevano preoccuparsi? "Ugh... qual è il problema, Razmus?" chiese, con palpabile impazienza.

Il gigante delle colline sospitò e indicò l'edificio principale di Forte Rannick. "Ecco... io non ci passo, là sotto." disse, riferendosi alla doppia porta di legno massiccio che dava ingresso all'interno di Forte Rannick.

Stupiti, i membri del gruppo di avventurieri guardarono verso il punto che il possente mercenario stava indicando... e si resero conto che, in effetti, il portone di ingresso era stato costruito per creature di taglia umana, e non per un gigante delle colline di quasi quattro metri!

"Ecco... devo dire che Razmus ha ragione." commentò Misia, sentendosi piuttosto stupida.

 

oooooooooo

 

"TU SAPEVA! PERCHE' TU NON AVVERTITO?"

La lamia matriarca Lucrecia restò fastidiosamente calma e distaccata mentre Jaagrath Kreeg, il patriarca della tribù di ogre che aveva conquistato Forte Rannick, le ringhiava letteralmente in faccia. Come sua sorella Xanesha, Lucrecia era una creatura dall'aspetto impressionante, con la metà superiore di una donna bellissima, con i capelli rossi che scendevano elegantemente lungo le spalle, i lineamenti affilati e gli occhi verdi e penetranti, fin troppo luccicanti per essere naturali. Indossava un elegante corsetto verde con sopra una veste purpurea, ma dalla vita in giù il suo corpo diventava quello di un enorme serpente dalle squame rosse, con complessi motivi gialli e neri sul dorso. Del tutto indifferente alla collera dell'ogre patriarca, Lucrecia prese un calice di vino bianco dal tavolo accanto a lei, e lo sorseggiò come niente fosse.

"Perchè, mio caro Jaagrath, non era necessario." rispose semplicemente, mentre restituiva un'espressione indifferente al suo interlocutore - un terrificante ogre alto quasi tre metri, con le braccia grosse come le spire di un pitone ed altrettanto muscolose, la pelle color ocra e i capelli neri, unti e lunghi fino alla vita. Un paio di corte corna ossee fuoriuscivano dal suo cranio, e i suoi occhi erano rossi e privi di pupille, incavati in un volto da incubo con una barba incolta e la bocca piena di denti aguzzi, luridi ed irregolari. Non indossava altro che un perizoma rosso e un paio di bracciali di ferro grezzamente forgiati, e reggeva tra le mani un enorme gancio acuminato, sulla cui lama incurvata erano incisi dei simboli nell'antica lingua Thassiloniana. 

"Come fai a dire che non necessario?" ringhiò il capo degli ogre, pestando un piede a terra in un vano tentativo di spaventare la lamia matriarca. Benchè non parlasse ancora con troppa padronanza del linguaggio, Jaagrath dava l'impressione di essere molto più sveglio e di saper parlare meglio degli altri ogre. "Loro ucciso molti dei miei ogre! Più di metà! Cosa succede ora a mia tribù?"

"Quando avremo eliminato questi intriganti e il sommo Mokmurian avrà raggiunto il suo scopo, Varisia sarà sotto il nostro completo controllo, e potrai ricostruire la tua tribù. Sarà forte come e anche più di prima." spiegò Lucrecia. "Ma la morte dei tuoi ogre era necessaria. Il sommo Mokmurian ha bisogno delle loro anime per la parte decisiva del nostro piano. Pensa che si sono sacrificati per il bene della tribù."

Jaagrath ringhiò come un cane inferocito, non convinto dalle argomentazioni della lamia matriarca. "Tu dici questo, ma in realtà vuoi sbarazzare te di noi, vero?" esclamò. "Dire me perchè me non deve ora masticare tue carni e schiacciare tua testa!"

Questa minaccia fece finalmente rompere gli indugi a Lucrecia. La sua espressione spocchiosa si fece di colpo fredda e decisa, e Lucrecia allungò una mano verso il patriarca degli ogre e gli afferrò un fianco. Immediatamente, la mano di Lucrecia divenne rovente come un marchio da bestiame, e Jaagrath lanciò un ruggito di dolore quando le fiamme soprannaturali gli bruciarono la pelle. Con un grugnito, Jaagrath si ritirò zoppicando e soffiando sul punto ustionato per tentare di lenire il dolore.

"Ti devo ricordare chi è che comanda qui?" affermò lapidaria. "Il sommo Mokmurian e la divina Ceoptra hanno affidato a me il comando delle operazioni a Forte Rannick, tutto per la gloria del nostro signore! Non la prenderebbero bene se sapessero che tu ti sei ribellato ai loro ordini, e ricorda che hai accettato di tua volontà di sottometterti al sommo Mokmurian!"

Jaagrath rabbrividì e lanciò un altro grugnito. Solo perchè quel dannato Barl Spaccaossa aveva ucciso il precedente patriarca, e lui non voleva fare la stessa fine di quell'insensato... Ma in effetti, non sarebbe stata una buona idea ribellarsi in quel momento. Forse avrebbe potuto sistemare Lucrecia, ma non certo Barl. E Jaagrath non ci teneva a ficcarsi in una battaglia che sapeva di non poter vincere - era diventato uno degli ogre più temuti del Monte Uncino proprio perchè era uno dei pochi ogre capaci di afferrare il concetto di 'non provocare chi può schiacciarti come uno scarafaggio'.

"Ugh... Me capito... Che fare noi ora? Gente piccola è venuta qui ed invade nostro forte! Noi cosa fare?" esclamò Jaagrath.

Lucrecia gli mostrò di nuovo quel suo inquietante sorriso, e per un attimo Jaagrath potè giurare che le pupille della lamia matriarca erano diventare verdi ed ellittiche. "Fa anche questo parte del piano. Dopo un inizio così brillante e dopo che hanno eliminato Harlok e tutti quegli ogre, inizieranno ad abbassare la guardia, saranno più imprudenti e si addentreranno nel nostro fortino, senza pensare ai pericoli che corrono... e sarà allora che li intrappoleremo, e voi Kreeg li assalirete e li farete a pezzi!"

"Sì, ma... c'è anche gigante con loro!" protestò Jaagrath. "Noi come facciamo con gigante?"

"Non ti preoccupare, non credo proprio che sarà in grado di entrare qua dentro." affermò la lamia. "Intanto pensiamo a quegli avventurieri e ai superstiti delle Frecce Nere, e poi... se non se ne andrà da solo, il resto di voi Kreeg potrà fare di lui carne da macello! Oh, ma guarda un po' che sorpresa! Stanno arrivando un po' di ospiti, vedo! E portano con loro una sorpresa!"

Una serie di passi pesanti riecheggiò nel corridoio che conduceva alla stanza, e da esso arrivò una corpulenta femmina di ogre dal corpo piriforme, coperta da un vestito di pelliccia mal conciato, che in effetti era poco più che la pelliccia di un orso bruno che era stata scuoiata, rappezzata senza un minimo di arte e avvolta attorno alla creatura in modo da preservare un minimo la sua dignità. I capelli della ogre erano castani e annodati, e il suo sguardo vacuo e idiota.

Ma Jaagrath non stava prestando attenzione a lei... bensì alla figura umana che la femmina di ogre recava con sè, tenendola sotto il braccio sinistro come se fosse stata un cagnolino o un gattino. Con una risatina demente, la femmina di ogre gettò a terra l'individuo... un giovanotto dai capelli castano-rossicci e dall'espressione intimorita.

"Ah. Giocattolino di Lady Lucrecia è tornato." grugnì Jaagrath con palpabile sarcasmo. "Allora, fatto bel lavoretto? Portato qui tutti avventurieri!"

Kaven Windstrike scosse la testa per schiarirsela, e alzò la testa verso il capo degli ogre guardandolo con timore reverenziale. "Ah... ecco... ci sono stati degli imprevisti, signor Jaagrath..." affermò con una risatina nervosa. "Io... io e la squadra a cui sono stato assegnato... siamo stati aggrediti da quei Graul... e ci siamo salvati solo io... un mio compagno e un mio superiore... è per questo che non mi sono fatto sentire!"

"Me può pappare lui ora?" chiese la femmina di ogre con la bava alla bocca.

Jaagrath pestò un piede a terra, facendo rabbrividire la gigantessa. "No, Dorella! Quante volte io deve dire? Lui è di Lady Lucrecia, no per pappa!" ringhiò. Gettò uno sguardo obliquo a Kaven, che ringraziò con un sorriso nervoso e si avvicinò a Lucrecia. Con un sorriso soddisfatto, la lamia matriarca accarezzò il volto dell'uomo, strisciandogli leggermente una guancia con un'unghia.

"Aaaah, bentornato, mio caro!" affermò la crudele lamia. "Mi spiace per questo... disdicevole imprevisto. Quei buzzurri dei Graul hanno voluto strafare, e adesso stanno ingrassando i vermi. Non mancheranno a nessuno, stai tranquillo."

"Mi... mi fa piacere sentirlo, amore mio." affermò Kaven, avvicinandosi a Lucrecia con l'espressione di un cane pronto a tutto pur di soddisfare il padrone. "Ho... ho portato qui tutti quegli avventurieri che hanno ucciso tua sorella e hanno spazzato via i Graul. Non hanno... mai sospettato di me."

Lucrecia sfoderò un ghigno mellifluo e sollevò delicatamente il mento di Kaven, in modo da guardarlo dritto negli occhi. Il suo ghigno si trasformò in un sorriso apparentemente gentile, e la lamia afferrò le labbra di Kaven in un bacio predatorio, nel quale il ranger delle Frecce Nere si lasciò andare. Dopo qualche secondo, abbastanza da stuzzicare la sua preda ma non abbastanza da soddisfarla, Lucrecia si staccò e guardò negli occhi Kaven, che continuava a fissarla adorante.

"Bravo, mio adorato Kaven." sussurrò Lucrecia. "Sapevo che potevo fidarmi di te. I nostri Kreeg non sarebbero mai riusciti a prendere Forte Rannick se non fosse stato per la tua collaborazione e tutti i dettagli che ci hai procurato. Ci hai detto esattamente dove attaccare e quando il forte era più sguarnito. Questo favorirà parecchio i nostri piani."

"Per te... questo ed altro, amore mio!" rispose Kaven, quasi trasognato. "Tu mi hai dato la libertà che volevo... quando tutti volevano sottrarmela! E io per questo ti sarò fedele per sempre!"

"Certo. Io sola ti posso capire. Io sola comprendo il tuo desiderio di libertà, e non posso tollerare che tutti attorno a te vogliano impedirti di vivere come preferisci. Ma..." continuò Lucrecia, facendo sobbalzare il ranger traditore. C'era qualcosa che si era dimenticato? Un particolare nei suoi piani che a lui era sfuggito?

"Ma... cosa, mia cara?" chiese Kaven, fremente. "Dimmi... dimmi tutto, ti prego!"

Lucrecia e Jaagrath si scambiarono uno sguardo di intesa, e il mostruoso ogre ghignò mentre passava un dito sul piatto del suo uncino. "Manca ancora un piccolo particolare. E dopo, sia Forte Rannick che Turtleback Ferry saranno nostri. Dobbiamo eliminare quel gruppo di avventurieri. Compresa la aasimar. Adesso sono diventati un problema, e la somma Ceoptra non vuole che ci mettano nuovamente i bastoni tra le ruote. Tra l'altro..." la lamia ghignò sinistramente. "Hanno ucciso la mia sorellina, e anche se dovrei ringraziarli per avermi tolto di mezzo una concorrente così formidabile, credo che mi convenga di più ucciderli e portare le loro teste alla somma Ceoptra e al potente Mokmurian. Ci daranno sicuramente una bella ricompensa, non trovi? E anche quei tuoi compagni sopravvissuti, che ne dici?"

Senza esitazione, Kaven disse di sì con la testa. "Certo... Certo, amore mio!" ribattè. "Non sbaglierò... se... se i Kreeg mi danno una mano, sono sicuro che non si salverà nemmeno uno di quei ficcanaso!"       

     

oooooooooo

 

CONTINUA...

  
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