Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: amoreterno    20/03/2024    10 recensioni
Non è facile accettare una fine tragica, un finale diverso da ciò che si desidera, ma, a pensarci bene, se la storia non avesse avuto un epilogo tanto funesto davvero la nostra fantasia avrebbe lavorato così tanto per donare il nostro supporto, omaggiando ai personaggi di un lieto fine tanto agognato?
Così, ancora una volta, dedico la mia immaginazione a questa meravigliosa opera, questo capolavoro che sfida il tempo, le generazioni e la frenesia del mondo moderno, rivedendo di nuovo il finale della storia, rivolgendola a mio favore, alla ricerca di quel lieto fine che ho tanto desiderato ad ogni nuova visone dell'anime, o semplicemente sfogliando le pagine del manga. Questa volta ho voluto osare dove non ho mai voluto indugiare: proiettare i protagonisti nell'epoca moderna. È una storia frivola, senza troppe pretese, al mero scopo di intrattenere con leggerezza. La storia parla di come potrebbe essere l'esistenza di Oscar, la mia eroina, se dopo essere caduta durante lo scoppio della Rivoluzione Francese, ai piedi della Bastiglia, invece che risvegliarsi nell'al di là, si ritrova moribonda, ferita e sanguinante sull'asfalto di una moderna Parigi, ai piedi del monumento a place del la Bastille, soccorsa da... André?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 11

 

 

 

“Mi sento molto simile a quelle oscene sgualdrine che tappezzavano gli angoli della città di Parigi, quando avevamo il compito di garantire l’ordine e la sicurezza, durante le ronde di servizio”

“Sei semplicemente splendida. Mi lasci senza fiato”

“Sono praticamente nuda”

“Si, e io benedico chi ha inventato il bikini, e tutti i costumi da bagno in generale”

“Devi ringraziare che la nostra camera d’albergo predispone di una piscina privata, perché dubito altamente che riuscirei ad andare in giro, praticamente nuda, davanti ad altra gente”

“Non essere sciocca. Vieni qui, tra le mie braccia. Quando sei con me non devi mai sentirti sbagliata o a disagio”

Oscar lo raggiunse, sentendo un fresco sollievo scorrerle lungo il corpo accaldato quando si immerse nella comoda piscina, il panorama suggestivo della caratteristica città di Santorini a far da sfondo ai loro occhi. Le piccole casette bianche, sistemate uno sull’altra seguendo il promontorio delle colline, il mare cristallino che le costeggiava, la ricca e spumeggiante flora verde picchettare, come con tocchi di colore di un pennello, il paesaggio esotico.

Si sistemò tra le sue braccia, lasciando che l’avvolgesse in un forte abbraccio, per poi sentire le sue mani esplorare lente le curve del suo corpo.

“Oscar?”

“Uhm?”

“È giunto il momento di confidarti un pensiero. O meglio, un progetto che ho in mente da quando tu sei apparsa nella mia vita”

“Dimmi pure”

Lui le prese il viso tra le mani inchiodandole lo sguardo con i suoi occhi insolitamente seri: “Non so come accoglierai questo mio progetto ma…”

“Parlamene prima, così poi, potrò esprimere la mia opinione in merito”

“Vorrei scrivere un romanzo su di noi. Su di te. Sulle vicende e la vita fatta di tragedie e momenti significativi per la storia della Francia prima dello scoppio della Rivoluzione”

Oscar inclinò il capo sgranando gli occhi: “Sei andato fuori di testa? Così metti in piazza anche la nostra incredibile storia di ritrovarci insieme a distanza di secoli!”

“Certamente il romanzo avrebbe fine al momento del tuo funesto epilogo ai piedi della Bastiglia, mentre incitavi i tuoi uomini di attaccare con i cannoni. Ti dipingerebbe come la degna fine di un militare, abbattuto in guerra verso la libertà”

Oscar batté le ciglia, incredula da quella che sembra una richiesta di elogiare la sua memoria e rendere pubblica la sua vita passata.

“Ma… ma… io, Oscar François de Jarjayes, sarò presto la consorte dello scrittore, autore di questo romanzo, André Grandier. Non credi che noteranno l’uso degli stessi nomi dei due personaggi principali? E se dovessi menzionare quel gruppo scultoreo presente ad Arras che ci commemora, non credi che troveranno strano, il tuo seguito di ammiratori, che le figure in marmo abbiano le nostre stesse fattezze? Non pensi che attireremmo un’attenzione scomoda?”

“È vero. Ci ho pensato anch’io. La mia idea, in effetti, era di commemorare quel monumento celebrativo scrivendo la storia del nostro grande amore, ma… le somiglianze tra noi sono davvero a vista d’occhio. Ricordi il commento del custode del cimitero di Arras? Anche a lui sembravamo conoscenti… potremmo ovviare il problema evitando di citare il monumento e dando ai miei personaggi altri nomi, così da evitare curiosità”

“Mmm… non mi piace l’idea di dover essere ricordata con un altro nome. Ho già dovuto sopportare per tutta la vita un nome che non identifica la mia natura, figurarsi essere famosa ai posteri con un altro nome maschile. No. Non lo accetto”

“Allora? Preferisci che ripiego questo progetto, a beneficio delle mie solite raccolte delle vicende e scandali a corte?”

“No, la nostra storia merita di essere raccontata. Eh si, vorrei che il monumento abbia finalmente quella menzione che merita, anche in onore dei miei soldati che hanno pensato di erigerlo. Inoltre, la gente di Arras, seppur a grandi linee conoscano un pò la nostra storia, e potrebbero accusarti di plagio. Senti, rischiamo e raccontiamo la storia così com’è. Potremmo spacciarci per i loro discendenti. Dopotutto la gente si beve tutto quello che gli propini, l’importante è saperti vendere”

“Ho la tua autorizzazione?”

“Si, amore. Potrai fare questa sorta di biografia, senza mai dimenticare di dare giusto onore alla memoria della nostra sovrana, Maria Antonietta, volgendo uno sguardo obiettivo di come si sono realmente svolti i fatti”

“Potrebbe rischiare di essere un pò controcorrente”

“Dopotutto, a distanza di secoli, è solo la modesta opinione di uno scrittore appassionato di storia. Nessuno avrà da ridire sulla tua versione dei fatti. Inoltre non accenderai alcun sentimento monarchico nei francesi, ormai i tempi del dispotismo regale è terminato da un pezzo. Non si sentiranno minacciati”

“Jacques non starà più nella pelle appena avrà l’autorizzazione di informare la casa editrice di quella che diventerà il mio capolavoro più impegnativo”

“È di questo che avete parlato quando vi siete chiusi nel tuo studio, quell’unica volta che ci è venuti a trovare a casa?”

“Si. Ma non ho mai osato far leggere a nessuno una sola parola in merito senza avere la tua benedizione”

“Non avrai solo il mio permesso, ma collaboreremo insieme per mettere insieme tutte le tessere di questo complicato mosaico. La tua memoria è ancora un pò profanata dal lavoro di smantellamento che hanno causato quei medici in quella clinica psichiatrica. Avrai bisogno del mio aiuto”

“Ci contavo, amore mio. Grazie”

 

 

 

“Adesso mi sento pronta a far visita a casa mia. A palazzo Jarjayes”

Quell’annunciò arrivò in un momento inaspettato.

Avevano appena varcato la soglia del moderno appartamento di André, situato al centro di Parigi, a Rue de la Université, le mani ancora strette nei manici delle ingombranti valigie.

Esausti e ancora sottosopra a causa del jet leg, le ore di fuso orario che separano New York da Parigi erano davvero pesanti da affrontare a mente lucida.

Erano appena tornati da quasi un mese di viaggio di nozze, trascorso negli Stati Uniti, alla scoperta di quel nuovo mondo di cui Oscar aveva solo sentito parlare, e al quale aveva dovuto dire addio una volta al suo primo amore, il conte di Fersen, il quale per sfuggire alle voci, fatte sempre più pressanti, che correvano tra lui e la sovrana Maria Antonietta, era partito per difendere la causa della rivoluzione americana.

Era stato un bel viaggio. André aveva dovuto aggiornare Oscar, la sua neo sposa, di tutta la storia moderna che aveva coinvolto più o meno quella grande potenza mondiale senza tralasciare alcuno scomodo dettaglio.

“Cosa?”

“Hai capito bene. Desidero tornare a casa e visitare i luoghi che per me hanno un grande significato sentimentale e familiare”

“Ne sei certa, amore mio?” le prese il viso tra le mani, scandagliando il suo viso con uno sguardo di pura apprensione.

“Si, André. Desidero attraversare la soglia di casa Jarjayes come la nuova me. Colei che non osava nemmeno desiderare di diventare; tua moglie”

Lui le sorrise dolcemente: “Allora in questo caso, non mi rimane che esaudire il tuo desiderio. E a questo punto, è giunto il momento di rivelarti un altro segreto che mi lega in qualche modo a quella che è stata la tua casa di famiglia”

Le sue parole attirarono la sua completa attenzione, sentendo la necessità di sedersi sul bordo del letto: “Cosa, amor mio? Devo aspettarmi qualche altra terribile tragedia legata al palazzo Jarjayes? Qualcosa che coinvolge la mia famiglia da vicino? Anche mio padre è finito sul patibolo sotto la lama del boia? Ti prego, non esitare, dimmi tutto quello che devo sapere”

“Niente di tutto ciò, Oscar, non temere. Distendi la tua bella fronte, per favore. Di tuo padre non si hanno molte informazioni certe, se non alcune voci che lo vedevano fuggire al nord Europa come fedele alla corona, partecipando in prima persona alla restaurazione della monarchia in Francia. Ma non si tratta di fonti accertate”

“Oh”

“Il mio legame con il palazzo Jarjayes ha una data molto più recente. Qualche tempo fa, dopo essere riuscito a sfuggire allo spaventoso giogo della psichiatria moderna, la mia mente capricciosa mi indicò la direzione esatta che mi avrebbe portato lì dove consideravo casa. Il palazzo Jarjayes si presentò a miei occhi tristemente a pezzi. La struttura è stata abbandonata, depredata da vagabondi che ne hanno sconsacrato la sua rigogliosa bellezza. Così, dopo aver riscosso successo con i miei romanzi, e aver guadagnato abbastanza soldi da mettere in sesto la mia nuova vita, il ricordo del degrado in cui era caduto il palazzo restava pressante nella mia mente, così cedetti a un capriccio. Acquistai l’intera proprietà che era finita in mano al governo francese”

“Davvero? Adesso palazzo Jarjayes appartiene a te?”

“Seguo da molto tempo un progetto di restauro abbastanza importante, deciso più che mai a restituirle lo splendore di un tempo. Inizialmente avevo ponderato l’idea di trasformarlo in un museo, ma adesso… non ne sono poi così tanto sicuro”

Oscar sorrise deliziata: “Cosa ti fa tentennare?”

“Mi solletica un’altra idea”

“Cosa ne vorresti fare?” mormorò allacciandogli il collo con le braccia, dopo che lui si era messo in ginocchio ai suoi piedi.

“Potrebbe diventare la nostra casa. So bene quanto detesti vivere in un anonimo appartamento in città. Convivere con il trambusto del traffico e la frenesia della quotidianità di una città metropolitana come Parigi. So che fremi per tornare a cavalcare, la brezza del vento che ti scompiglia i capelli, sentire sotto le gambe i muscoli del tuo destriero mentre lo inciti al galoppo, gli zoccoli che affondano nella nuda terra, sentire ancora quella indissolubile connessione con la natura. Potrai rivivere di nuovo queste magiche sensazioni, che tanto ti stanno a cuore, facendo ciò che più ti rende felice. Oppure trascorrere del tempo ad attività all’esterno, come la scherma. So bene quanto ti manca impugnare l’elsa di una spada e brandirla forte fendendo l’aria”

“Tu mi conosci più di chiunque altro al mondo. Oh si, amore, mi renderesti davvero felice”

“Vivo per servirti, madamigella Oscar”

Lei gli tappò le labbra con un dito, schioccando la lingua: “Qui ti sbagli, monsieur Grandier. Adesso io sono fiera di potermi chiamare Madame Grandier”

Le regalò un sorriso smagliante, prima di assaltarle i sensi con un bacio vigoroso, spingendola distesa sul letto, sordo alla stanchezza di un lungo viaggio in aereo, voglioso di farla nuovamente sua carnalmente.

Oscar si lasciò spogliare senza dibattersi, al contrario, esprimendo il medesimo trasporto, strappandogli di dosso i vestiti, ansiosa di sentire ancora il contatto della sua pelle nuda contro la propria.

Solo quando i due corpi si fusero in un tutt’uno, vibrando leggeri sopra le vette più estese della passione, che espressero la completa totalità del loro travolgente amore, muovendosi all’unisono ritmicamente, seguendo le note della danza più antica del mondo. La stessa che ha accompagnato la natura in tutte le epoche.

Quando nudi, sudati, avvolti dalle lenzuola in disordine, bagagli ancora intatti posti dimenticati sul pavimento, i due coniugi trovarono finalmente la lucidità di parlare, adesso che le carni erano appagate e il cuore era di nuovo sereno.

“Sai, André, ho raccolto così tante avventure nella mia vita da colmare in maniera soddisfacente chissà quante esistenze della gente comune. La mia vita è stata ricca di esperienze diverse, dalle più tragiche alle più felici. Ho visto e conosciuto gente di rilievo, di grande importanza storica, sia per la mia epoca che quelle successive. Posso avere l’ardire di dare la mia opinione in tanti argomenti, e ho conosciuto così tanto che mi ritengo davvero molto fortunata. Sebbene non abbia la presunzione di sapere tutto del mondo, al contrario, mi ritrovo ancora a sbalordirmi giorno dopo giorno, e mi considero assetata di sapere come se fossi una bambina. Eppure, mi spaventa molto l’opinione di chi mi conosce davvero nel rivelare cosa nascondo nel cuore”

André le rivolse uno sguardo storto, imbronciando la bocca truce: “Cosa?”

“Temo che possa essere mal giudicata, definita noiosa e ordinaria, fuori dal mio vero modo di essere per quello che covo nel cuore da così tanto tempo”

“Ovvero? Non c’è niente di sbagliato nell’ambire alla normalità”

“La normalità è si un obiettivo assai affascinante, ma ciò che più desidero di più è quasi noioso; ciò che agogno è avere una famiglia. Creare un focolare da coltivare e proteggere. Avere un bambino tutto mio da poter stringere al seno. Una piccola creatura che possa chiamarmi mamma. Dedicare la mia esistenza, la mia intera ragione di vita alla famiglia che potremmo formare, solo se… tu vorrai”

Superato l’iniziale stordimento che aveva dato vita alle sue parole, André si permise di sorridere, traboccante d’amore: “Sei riuscita a leggere nel mio cuore, amore mio. Sogno una famiglia con te da tempi davvero antichi”

“Tu, a differenza mia, sei stato il più coraggioso tra i due. Io, prima d’ora, non ho mai osato sognare un lieto fine per noi due”

“Vuoi davvero un bambino, Oscar?”

“Si, lo vorrei tanto”

Le prese la mano e vi impresse un umido bacio sorridendole con complicità.

“Infine, avremo il nostro lieto inizio…”

 

 

 

Alla prima visita a Palazzo Jarjayes, ne seguirono molte altre, mentre seguivano i lavori di restauro che proseguivano spediti, cercando di rispolverare gli antichi splendori di quel palazzo nobiliare d’altri tempi, e al contempo inserire tutte le comodità e le magnifiche invenzioni dell’epoca moderna.

Così oltre l’acqua corrente, fu immessa l’energia elettrica, il passaggio del gas metano, l’aggiunta di elettrodomestici più all’avanguardia. Al posto della piccola fontana dove ai tempi André si dilettava a pulire e strigliare l’elegante destriero di Oscar, venne fuori una modesta piscina, circondata da un’elegante arredamento da giardino. La scuderia fu restaurata in maniera quasi originale. La stalla fu ripopolata da un paio di cavalli, che Oscar non si fece pregare per tornare a cavalcare. Non si mancò di aggiungere un ampio parco d’auto, la nuova passione di André.

Dopo mesi di ristrutturazione assidua, smantellamento e ricostruzione diverse aree del palazzo, finalmente Oscar e André poterono pensare al trasloco.

Ci fu un enorme impiego di denaro e fatica, ma grazie al grande successo dell’ultima raccolta di André, riuscirono ad affrontare le spese in maniera abbastanza serena. Oscar dovette tener conto di alcune importanti novità della nuova epoca, che non riconosce più i privilegi della nobiltà, cominciando a pagare le tasse e tenere conto di alcune spese dapprima impensabili per lei.

La stesura del romanzo della loro biografia procedeva a ritmo serrato, entusiasmando le aspettative dei due coniugi e rallegrando Jacques, il quale si diceva fiero di loro, ansioso di mostrare il manoscritto alla casa editrice, assicurando fama e gloria.

Il ritratto di Oscar François de Jarjayes rimase in bella vista nel salone grande del palazzo, nonostante le proteste della donna, che non aveva voglia di vedere costantemente la faccia di quella donna ritratta come era rappresentata nell’immaginario comune, ma lontana da quella che era sempre stata.

Raggiunse suo marito nel giardino sul retro, sfiorando il ventre in una segreta carezza.

Quel mattino i suoi sospetti avevano avuto risposta. 

Sorrise grata, colma di gioia.

I miracoli esistevano, oramai ne era certa.

Il giorno prima era andata a far visita alla tomba della regina Maria Antonietta, donandole in omaggio un mazzo di rose bianche, come faceva periodicamente, rivolgendole una silenziosa preghiera che desse sollievo alla sua anima.

Era certa, nonostante il loro allontanamento, e la fine della loro ventennale amicizia, che la sovrana avesse sempre riservato un posto speciale per lei nel suo cuore, e fosse colma gratitudine se sapesse che, a distanza di secoli, tornava a farle visita come un tempo.

Chissà quale sarebbe stata la sua reazione se avesse saputo che adesso attendeva un bambino da André. Il suo attendente, l’uomo a cui avrebbe sacrificato la sua vita volentieri quando venne ingiustamente accusato di aver messo in percolo la vita dell’allora principessa Maria Antonietta? Quello stesso uomo che la sovrana amava prendere amorevolmente in giro, consultandolo per avere la sua opinione maschile sulla scelta dei suoi abiti. Quello stesso uomo che, quando aveva la certezza che nessuno lo guardava, faceva delle buffe smorfie ai piccoli principi alimentando i loro risolini, guadagnandosi la muta gratitudine della sovrana.

Quello stesso uomo che aveva amato inconsapevolmente per tutta la vita.

Il suo unico amante. Il suo più grande amico. Il suo amore vero.

E la piccola Rosalie? 

Alain? 

Bernard? 

I suoi uomini della Guardia Metropolitana? 

La nonna di André? 

Sarebbero stati contenti di quella lieta novella?

Suo padre? Alla fine sarebbe stato fiero di lei?

Deglutì a fatica, scacciando quei pensieri tristi.

Sperava che in quel romanzo riuscissero a dare giustizia al ruolo di ognuno di loro, e dell’importanza che avevano avuto nella loro vita.

“Ehi, Oscar, eccoti qui. Stamane hai dormito più del solito”

Oscar gli diede il buongiorno con un bacio sulle labbra.

“Si, ero un pò stanca. Tu? Che fai?”

“Mi sono occupato dei cavalli. Ho fatto sgranchire loro un pò le gambe”

“Ho notato che anche tu torni a cavalcare volentieri”

“Il mio vero io torna piuttosto frequentemente a prendere il sopravvento, quando smetto di essere un moderno scrittore di successo. A proposito, ho appena inviato l’altro capitolo del nostro romanzo. Spero che non venga giudicato con troppa severità nel rivelare come sono davvero avvenuti i fatti dello scandalo della collana”

“E a noi che importa? La verità è sempre dura da accettare”

André corrugò la fronte osservando cosa la donna tenesse tra le mani, distogliendo l’attenzione dall’argomento sollevato.

“Ma cosa…?”

Oscar gli porse la sua spada, scovata, trovata per miracolo, tra gli oggetti dimenticati del palazzo, sorridendo con fierezza.

“Ti va di duellare cone me, André Grandier?”

“Oscar, sai bene che sono un pò arrugginito nel duello con la spada”

“Ah, niente scuse. Dopotutto, non sei mai stato una cima in questa attività”

André ridacchiò: “Non essere presuntuosa”

“Poche storie, André. Sfodera il tuo coraggio e incrocia la tua spada con la mia”

André obbedì mettendosi in posizione d’attacco.

“Lotta con onore” pronunciò con aria grave, il suo antico sguardo di sfida che tornava a rianimare il suo volto bellissimo, avendo il potere, come in passato di fargli battere forte il cuore.

“Sai bene che non lo farò, barerò se l’occasione lo richiede”

“Ricorda che un gentiluomo si misura sempre con onore e lealtà”

“Mi sembra di essere tornato a tanto tempo fa, quando trascorrevamo tutti i nostri pomeriggi a duellare con le spade senza mai avere il reale desiderio di smettere”

“Si, e tua nonna che si affacciava da quella finestra laggiù, strillando ad ogni tuo affondo finito a vuoto, sgridandoti severamente” rise lei.

André scosse il capo, il riso accompagnato da una profonda e commossa nostalgia. Scosse il capo scacciando l’emozione.

“Ti amo” mormorò.

“Ah non cercare di distrarmi con le tue affettate lusinghe, André. La mia vittoria sarà schiacciante”

“Ma davvero? Non ne sarei tanto sicuro, sono un osso duro, io”

“En garde, André!” E incrociò la sua spada con la sua, i suoi occhi che brillavano di sfida.

E duellarono. Seguirono affondi e finte, le due lame che si incrociavano, mentre i duellanti saltellavano in avanti, per poi indietreggiare svelti, ridendo e scherzando tra loro, come vecchi amici, riscoprendo senza mai esserne stanchi del loro indissolubile rapporto, nato e mai finito.

Due amici legati da un amore profondo, da grande lealtà e complicità.

Un amore che aveva attraversato epoche e guerre. Dolore e morte.

Un amore capace di risvegliare in ognuno di noi il desiderio di non perdere mai la speranza, anche quando si crede che sia troppo tardi.

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: amoreterno