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Autore: Star_Rover    21/03/2024    4 recensioni
Ovvero: come un anti-eroe americano tentò di sopravvivere alla sua apocalisse personale nel mezzo di una guerra mondiale.
***
Per raggiungere il suo obiettivo doveva dimostrare di non essere quel che era realmente. O’ Hagan poteva vantare una consolidata esperienza nel campo. Da buon impostore aveva finto in ogni genere di situazione, poteva fingere di essere anche un valoroso soldato. O almeno così credeva...
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24. Il bunker
 

Il tenente Miller alla postazione d’osservazione scrutava con attenzione le linee nemiche. Gli esploratori appena rientrati dall’ultima missione avevano riportato la presenza di un bunker nascosto nella foresta.
Miller era certo che i tedeschi stessero nascondendo armi e munizioni al suo interno.
O’ Hagan ascoltava con particolare apprensione le ipotesi del suo superiore riguardanti le future mosse del nemico. Le previsioni erano una più preoccupante dell’altra.
Miller rivolse al suo sottoposto uno sguardo freddo e severo.
«Durante il prossimo attacco, la sua squadra avrà il compito di conquistare quella casamatta»
Billy deglutì a vuoto.
«Signore, i tedeschi barricati lì dentro di sicuro sono pronti a difendersi con armi, munizioni ed esplosivi. Non credo che i nostri uomini siano sufficienti a contrastarli»
«Avrete il supporto dell’artiglieria» replicò Miller.
Ciò non servì a tranquillizzare il sergente.
«Mi sembra una missione più adatta al sottotenente Howard, non è stato lui a catturare da solo dieci tedeschi sulla Marna?»
«Howard è saltato su una mina la notte scorsa, dubito che senza una gamba possa esserci utile»
Billy impallidì nuovamente.
«È davvero convinto che quel bunker sia un obiettivo di fondamentale importanza?»
Miller confermò.
«Non perda tempo, attaccheremo prima dell’alba»
 
Tornato nel suo rifugio, Billy non poté trattenersi dall’esprimere ciò che pensava realmente.
«Il tenente Miller vuole liberarsi di me! Sta cercando in tutti i modi di farmi ammazzare!»
Jenkins fu più obiettivo: «credo che sia questa guerra a volerci tutti morti»
O’ Hagan sospirò.
«Non ho intenzione di correre incontro alle mitragliatrici tedesche»
«Be’, se non vuoi tornare davanti a una corte marziale dovrai obbedire agli ordini di un tuo superiore»
Billy si domandò se avesse potuto prendere parte a quell’operazione militare senza avere la certezza di rimetterci la pelle.
«Perché quel bunker è così importante?» domandò Warren.
«Sembra che sia un deposito di armi tedesche» spiegò il sergente.
«Dunque dovremo assalire un fortino colmo di esplosivi?»
O’ Hagan annuì.
Bailey cominciò ad oliare il suo fucile.
«All’inferno Miller e le sue missioni suicide!» commentò.
 
***

Il giorno dell’attacco O’ Hagan non aveva ancora idea di come avrebbe affrontato quella battaglia. Poteva solo affidarsi alle competenze degli artiglieri, il che non gli dava molta speranza. L’ultima volta il tiro troppo corto aveva rischiato di cadere sulle trincee americane.
Per il momento era deciso a non correre rischi inutili, nel peggiore dei casi, era pronto a ordinare la ritirata. Non avrebbe affrontato le pallottole tedesche per un blocco di cemento.
Questo era poco, ma sicuro.
 
La gittata dei proiettili era stata calcolata con maggior precisione. La terra di nessuno tremava ad ogni esplosione.
Billy si rannicchiò nella sua buca stringendo il fucile. Se non avesse avuto la certezza che il tenente Miller fosse pronto a sparargli, sarebbe tornato di corsa al riparo nelle trincee americane.
Finalmente il bombardamento cessò, ovunque si innalzarono dense nubi di fumo.  
O’ Hagan strisciò fuori dalla sua fossa e si rialzò sulle gambe tremanti. Nella nebbia scorse il suo obiettivo, la casamatta era in parte crollata sotto ai colpi delle bombe.
Il sottufficiale era certo che i sopravvissuti lo stessero attendendo con le mitragliatrici puntate. A quel punto la scelta era tra pallottole tedesche o americane.
Per quanto l’istinto gli suggerisse di tornare a nascondersi sottoterra come una talpa, il buonsenso lo spinse a portare avanti il suo dovere. Doveva almeno dimostrare di aver tentato l’attacco prima di rinunciare.
Con ritrovata determinazione, almeno all’apparenza, O’ Hagan ordinò ai suoi compagni di avanzare nella terra di nessuno.
 
I colpi nemici erano troppo distanti per provenire dal bunker. Gli echi della battaglia giungevano dalla riva opposta del fiume. Billy si stupì nel ritrovarsi integro ai margini della boscaglia.
«E adesso che cosa facciamo?»
Billy sussultò, la domanda del soldato Bailey era più che legittima. Se i tedeschi non avevano tentato di respingerli, a quel punto erano obbligati a proseguire.
O’ Hagan trattenne un’imprecazione tra i denti, ma si decise comunque a muoversi. Da quella distanza la casamatta sembrava deserta, non c’era nulla oltre alle macerie.
Billy prese coraggio e si avvicinò ai resti della costruzione tedesca. Jenkins si preoccupò per la presenza dei cecchini, ma dal bunker sventrato non partì nemmeno un colpo.
«Non vedo le postazioni delle mitragliatrici. Se ci sono, i tedeschi le hanno nascoste davvero bene» sussurrò Bailey al suo comandante.
Billy attese ancora qualche istante, aveva la sensazione di star assediando un fortino fantasma. Il dubbio era sempre lo stesso, il nemico era davvero invisibile?
O’ Hagan si avvicinò alla parete crollata, imbracciò il fucile, anche se in caso di pericolo avrebbe sicuramente scelto di fuggire piuttosto che combattere.
Lentamente anche i suoi compagni cominciarono ad inoltrarsi all’interno e a ispezionare il rifugio.  
Billy dovette complimentarsi con l’artiglieria, un proiettile aveva colpito in pieno l’obiettivo. In quel momento realizzò che, se ci fosse stato qualcuno, tra le rovine avrebbe dovuto trovare anche morti o feriti.
O’ Hagan era perso in queste congetture quando il soldato Jenkins tornò a fare rapporto.   
«Il magazzino è vuoto! Qui non c’è niente, i tedeschi erano rimasti privi di munizioni…e a quanto pare non avevano nemmeno gli esplosivi»
«Non è possibile! Il tenente Miller era convinto che questa casamatta fosse il punto di forza del nemico!»
I soldati si guardarono intorno con aria perplessa.
«È probabile che i tedeschi abbiano abbandonato il bunker da tempo, senza rifornimenti non avrebbero potuto continuare a difenderlo»
Billy rifletté qualche istante, poi senza esitazione iniziò ad arrampicarsi su un cumulo di macerie.  
«Warren! Forza vieni qui, dobbiamo issare la bandiera!»
 
***

Il tenente Miller era da poco rientrato nel suo rifugio dopo esser stato medicato in infermeria. Una scheggia di granata aveva rischiato di tranciargli un braccio. Fortunatamente i riflessi dell’ufficiale l’avevano preservato da un triste destino, egli se l’era cavata con una ferita superficiale.
Stanco e indebolito, Miller aveva chiesto di non essere disturbato. Purtroppo non ebbe nemmeno il tempo di stendersi sul suo giaciglio. All’entrata si presentò una staffetta che sembrava avere una gran fretta di recapitare il suo messaggio.
«Signore, mi spiace disturbarla, ma è urgente! Da parte del sergente O’ Hagan!»
L’ufficiale non seppe se mostrarsi più irritato dall’arrivo del portaordini o dal mittente della lettera.
Aprì il foglio con titubanza, temeva che la missione fosse fallita. La sua fiducia nei confronti di O’ Hagan non era migliorata nel tempo.
Inaspettatamente, il contenuto del messaggio riuscì a sorprenderlo.
 

Signor tenente. Sono lieto di annunciarle che, dopo una cruenta ed estenuante battaglia, dove i nostri soldati si sono distinti per audacia e coraggio, il bunker è stato conquistato.
A seguito dell’eroica impresa, ritengo opportuno ricompensare questi uomini e il loro valoroso comandante con una meritata licenza.
   
 
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