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Autore: Cladzky    29/03/2024    1 recensioni
Una collezione di sogni di una persona che ha paura di dimenticarli svelano la sua personalità.
Genere: Angst, Commedia, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che sogno strano ho fatto oggi.

Credo che stessi giocando al Nintendo DS e avessi inserito una cartuccia di qualche gioco su Super Mario. Ovviamente, come capita nei sogni, non c’era Super Mario, ma fra i personaggi giocabili ci stavano un goomba dotato di corpo umano sotto il testone da castagna. Provando a saltare con il tasto B, però, il goomba si scomponeva, lasciando che la testa cadesse al suolo mentre il resto del corpo saltava, riassumendo la forma originaria solo quando il corpo toccava terra. Per riuscire a fare un salto normale bisognava premere il tasto Y e non ho assolutamente idea a cosa potesse servire un’abilità del genere perché la testa veniva considerata parte dell’hitbox danneggiabile e infatti rischiavo di venire colpito lasciandola a terra.

Gli altri personaggi non me li ricordo bene, ma credo fossero Wario, Waluigi, una versione strana di Peach e infine, l’ultimo che ho provato davvero, Man Ray di Spongebob. Ovviamente, a parte l’aspetto, non aveva assolutamente niente a che fare col vero Man Ray, perché le sue abilità erano quelle di sparare fuoco dagli occhi e tirare fuori due coltelli da macellaio con cui correre come un pazzo fendendo a destra e manca, trasformando il gioco in una sorta di versione per pezzenti di Happy Wheels.

I miei familiari mi hanno poi interrotto, dicendomi che dovevamo andare a festeggiare qualcosa in città. Ci siamo recati dunque a Parma, in piazzale Santafiora, di fronte la mia vecchia scuola e lì era radunata una marea di gente, nel bel mezzo della notte, senza lampioni, a festeggiare non so cosa. Guardando verso il palazzo di fronte l’istituto vidi, in contrasto alla luna, un tizio vestito di nero che, sfruttando dei ponteggi da lavoro, si era infilato in una casa entrando da una finestra aperta. Io mi chiesi se era il caso di avvisare qualcuno, mentre intanto sentivo un grosso boato da qualche parte. Prima che prendessi una decisione, il tizio misterioso sgambettò come un’antilope fuori dalla finestra e via sui tetti, dandosi alla fuga e fui convinto di aver appena assistito a un topo d’appartamento.

Tornando a casa qualcuno dei miei fratelli (che in questo sogno non erano proprio i miei fratelli, ma una sorta di tutori legali, benché i miei genitori fossero normali invece) si lamentò che qualcuno aveva giocato alla cartuccia di Super Mario rovinandogli i progressi dei suoi salvataggi e io mi chiesi chi potesse essere stato, non realizzando (fino a quando non mi svegliai) che ero stato proprio io. Eravamo nel bagno del primo piano. Frattanto mio padre portò l’attenzione di tutti a un video che aveva trovato su Internet e ce lo mostrò sul suo telefono: a quanto pare, nel bel mezzo della festa in piazza (che credo fosse un capodanno) due carabinieri si erano lanciati col paracadute, calcolando di atterrare precisi per l’anno nuovo. Il paracadute, però, non si rilasciò in tempo e i due poveri cristi si erano sfracellati al suolo. Io feci del mio meglio per non guardare il video ripreso da terra che filmava l’accaduto, mentre mio fratello o mia sorella prese a ridere trovando la cosa comica, con grande rabbia di mio padre per aver perso un collega di divisa.

Il sogno mutò e ci recammo in libreria. Era la Feltrinelli che si trova in via Farini e io e mia sorella (che era tornata normale) eravamo saliti al primo piano. Lei vestiva un maglione bianco col collo alto. Al primo piano non era più come prima, ora vendevano solo fumetti e io mi misi alla ricerca di qualcosa di interessante. Tutta la roba popolare era esposta vicina alle scale, così che chi era appena salito potesse trovarla subito (mi ricordo di averci trovato Chainsaw Man, di cui invano cercai il primo numero). La roba meno richiesta era esposta in fondo al piano, dove la stanza era meno illuminata e gli scaffali gremiti di fumetti invenduti e DVD. Fra i film che ho trovato c’era una pellicola indipendente del 1994, realizzata da due fratelli appassionati di Ray Harryhausen che parlava di uno scheletro di tirannosauro radioattivo vivente e brillante di giallo che combatteva contro un’altra creatura che ora non saprei ben dire. Sul retro, a parte fotogrammi dell’opera che illustravano il pupazzo in stop motion per animare il mostro, ci stava una descrizione del film tipica da prodotto di serie B, che affermava quanto il film fosse fuori dagli schemi e avventuroso. Era talmente sconosciuto come film che l’unica recensione riportata sulla copertina del disco era del padre stesso che considerava il prodotto al pari dei film di Ray Harryhausen e Willis O’Brien, cosa che dubitai fortemente e giustifcai con la loro ignoranza in fatto di cinema.

Fui tentato di comprarlo per aggiungerlo alla mia collezioni di film marci, ma il mio interesse fu trascinato verso un volume di appena cinquanta pagine, molto sottile e con la copertina fatta di cartone. Era, a quanto pare, una versione economica di un manga disegnato da Osamu Tezuka, una delle sue opere minori. Lo sfogliai velocemente e la trama sembrava parlare di un futuro distopico dove l’uomo viveva una vita alienante comandata dalle macchine, che si occupavano della sua esistenza dall’infanzia fino alla morte in maniere credo da lui già illustrate per davvero. Ovviamente finiva male per i dissidenti e ricordo vignette del protagonista, il tipico bel giovane dei suoi manga, legato a una sedia pronto per essere seviziato dal sistema. Come spesso accade, la macchina impazziva e una delle vignette rappresentava una maestra di scuola molestata venendo spogliata da braccia meccaniche. Decisi di comprarlo, più che per i contenuti scabrosi, per la rarità dell’opera. Fu allora che mi resi conto che io e mia sorella ci stessimo mettendo molto e ci precipitammo a uscire.

Fuori le cose si fecero confuse. Prima apparve il Rhedosauro a distruggere un cavalcavia. Non era proprio identico a come appariva nel film, sembrava anzi un dragone. Credo addirittura che i rhedosauri fossero due ma in due posti separati. Frattanto, uno scienziato stava illustrando, al suo caporeparto donna, come poteva catturare King Kong con una dimostrazione in scala su dei gorilla normali. Aveva posto queste reti di metallo a terra e, attirandoci gli animali sopra, creava contatto toccando i primati con un un bastone di ferro e questi venivano attraversati dalla corrente e cadevano storditi. La piazza all’aperto dove stava conducendo gli esperimenti era disseminata di reti circolari con scimmie stordite sopra. L’ennesimo esperimento parve però fallire all’ultimo e un grosso gorilla prese a sbranare lo scienziato. Il sogno finì lì ma sono sicuro di essermi scordato molti dettagli.

 
   
 
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