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Autore: Spreeng    03/04/2024    1 recensioni
Ambientazione moderna (AU - era moderna) ed ispirata al film QUASI AMICI.
Sesshomaru viene inserito in un programma di recupero, e viene seguito da una giovane donna dal cuore d'oro...come andrà a finire?
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando Sango ebbe finito di chiedere a Kagura quali aggiornamenti avesse ricevuto da Rin, si avviò verso l'uscita; fu piacevolmente sorpresa nel vedere Rin conversare con Shiori, ma il sorriso si dileguò dal suo volto quando notò la presenza dello stronzo con i capelli troppo lunghi e troppo bianchi, che si stava avvicinando a loro.
Decise di affrettare il passo, e quando li raggiunse fece in tempo a sentire il demone cane imprecare.

"Oh, cazzo!"
Rin era rimasta basita: quanto doveva essere piccolo, il mondo, perché il suo paziente e la collega della sua migliore amica si conoscessero?!
Si trattava di una vicenda che avrebbe dovuto assolutamente indagare...per motivi puramente professionali, questo è ovvio.
Shiori, anch'ella parecchio meravigliata, si lasciò andare ad un risolino imbarazzato ed abbassò lo sguardo cercando di non incrociare quello di Sesshomaru.
"Eh eh...ehm, beh, non so che dire: chi non muore si rivede, giusto?"
Perché in quel momento l'unica cosa che avrebbe desiderato era evaporare? Com'era possibile che quell'incontro stesse facendo riemergere così facilmente la ragazzina bullizzata ed insicura di un tempo?
"Con mia grande sfortuna, temo di sì." tentò di liquidarla il demone cane, ma un dettaglio catturò la sua attenzione: l'agente Yamaguchi si stava avvicinando, sfoggiando la migliore faccia incazzata del proprio repertorio.

La poliziotta si frappose tra la propria collega e il figlio maggiore di Toga Taisho, impuntandosi e guardandolo dritto nelle palle degli occhi.
"Stai cercando guai, carogna?" ringhiò nella direzione del proprio interlocutore.
Dietro di lei, una mano le si poggiò sulla spalla e la avvicinò: Shiori la rassicurò, dicendo di non preoccuparsi e che qualsiasi altra cosa avesse fatto avrebbe reso la situazione più imbarazzante.
"Ti spiegherò tutto più tardi, va bene?" bisbigliò infine.

Giunto al limite della sopportazione per quel giorno, Sesshomaru si incamminò verso la fermata dell'autobus più vicina, lasciandosi dietro le tre donne.
"E-ehi, aspetta, Sesshomaru!" provò a richiamarlo Rin "Io deve sapere che cosa significhi, tutto questo: non puoi andartene così, senza dire niente!"
"Oh, può eccome, e lo sta facendo, lo stronzo." intervenne Sango, tentata come non mai di gridare l'insulto a gran voce.
La mano sulla sua spalla si strinse, e la donna si voltò verso la collega.
"Non è una cattiva persona, ma ha difficoltà a dimostrarlo." furono le parole di Shiori, nel frattempo ripresasi dall'imbarazzo della 'rimpatriata' di poco prima.

"Tutto bene, Shiori?" le si avvicinò Rin "Mi dispiace, non avevo idea, che voi due..."
"Ma certo, non ti preoccupare, non potevi saperlo: non te l'ho mai raccontato."
A quel punto, fu Sango ad aggiungere qualcosa.
"Neanche a me, hai mai detto di conoscere Sesshomaru Taisho." iniziò "Cos'hai da dire, a tua discolpa, Shiorin?"
Quando usava il diminutivo, Shiori sapeva che la sua collega voleva prenderla in giro, e che non avrebbe smesso fino a quando le avesse dato una risposta soddisfacente, ossia la più completa possibile. E questo, per lei, poteva rappresentare un problema.

"Beh, ecco, vedi..." fu il titubante inizio della sua confessione "...ti ricordi la domanda che mi hai fatto questa mattina?" proseguì cautamente.
Rin, perplessa, rivolse uno sguardo a Sango, che appariva leggermente confusa anche lei.
"Cosa c'entra adesso, la ristrutturazione dell'area comune, in centrale?"
Shiori si rese conto che la sua amica non aveva capito, e provò a riportarla sui binari giusti.
"No, dopo, durante la pausa pranzo, vicino a quel McDonald, a due passi dal Konbini del ladro invisibile."
L'altra poliziotta valutò le nuove informazioni ricevute, ma dopo poco si ritrovò ad ammettere di non riuscire a seguirla.
"Di nuovo, come può essere rilevante, quello che ti ho detto sulla situazione sentimentale di Kohaku?"
Questa volta, mentre le guance della mezzo-demone prendevano fuoco, Rin non fece in tempo a contenere lo squittio di sorpresa all'udire una simile notizia: aveva sempre giurato che Shiori provasse qualcosa per il fratello di Sango, ma adesso ne aveva la conferma...e anche ¥1.800 che aveva scommesso con quest'ultima.
"Per l'amor del cielo, Sango, così mi metti in imbarazzo...mi riferisco a prima, poco prima di quel momento."
La sua interlocutrice si mise a fare mente locale su questi ultimi input e, una volta convinta di aver compreso, sgranò gli occhi in un moto di incredulità mista a terrore.
"IL TUO PRIMO BACIO LO HAI DATO A QUEL BASTARDO???"
Adesso Shiori stava nascondendo il volto con le mani, e ripeteva che fosse stato un incidente, con la voce rotta dall'imbarazzo.
Rin si mise a ridere, felice per la propria amica...anche se qualcosa, dentro di lei, aveva emesso un brontolio.

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Il telefono stava squillando, ma non capiva in mezzo a quali cuscini del divano fosse finito: che nervi!
Quando riuscì a trovarlo, per di più, ricevette l'avviso di chiamata persa.
Di lì a qualche minuto, il telefono riprese a squillare, e stavolta rispose immediatamente.

"Buonasera, signora Gobodo!" esclamò, agitato, Jaken "C-come posso esserle d'aiuto, adesso?"
"Jaken: per caso, hai rimosso tu l'annuncio per la posizione di consulente finanziario per l'azienda?"
Ecco, il momento era giunto: le opzioni erano due, o arrampicarsi sugli specchi perdendo ogni rimasuglio di dignità, oppure ammettere l'errore e prepararsi alla vita da disoccupato.
"In caso affermativo, grazie: mi ero dimenticata di farlo io stessa, e sarebbe stato un guaio, se fosse rimasto."
Il kappa era talmente preoccupato che, all'inizio, non si rese conto del ringraziamento ricevuto.
"Dovere, signora!" affermò "Per quanto riguarda la giornata di oggi: c'è qualcosa che vuole sapere sulla signorina Noto?"
All'altro capo del telefono, Kimi si fece seria.

"Che impressione ti ha fatto?" gli domandò.
Il suo interlocutore si prese una quindicina di secondi per pensare, al termine della quale dovette ammettere che:"Nonostante una piccola disattenzione iniziale, devo dire che ha l'aria di qualcuno che sa il fatto suo"
Proseguì:"Ho origliato una conversazione che hanno avuto dopo aver lasciato il mio ufficio...e ha dimostrato di saper tenere testa a vostro figlio, mia signora: ci vuole molto coraggio."
L'espressione sul volto di Kimi si rilassò: se Sesshomaru non riusciva a sbarazzarsene, allora dovevano essere sulla strada giusta.

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Stava facendo un buon lavoro, doveva ammetterlo.
I preparativi per il gala stavano procedendo: aveva già scritto il discorso di presentazione del progetto, consultato un arredatore d'interni ed organizzato con il catering un'alternativa tanto per vegetariani e vegani quanto per gli amanti della carne.
Per il momento, nessuno aveva disdetto la propria disponibilità, e lei non era ancora entrata nella fase di ricontrollo maniacale di tutti i dettagli...perciò si sentiva soddisfatta.
Avrebbe voluto concedersi un bel calice di vino rosso, ma le venne in mente una cosa più importante.
Prese il telefono e compose il numero del fratello.

"Ciao Kagura, è da un po', che non ci sentiamo." fu il saluto di Byakuya.
In effetti era vero: a causa di impegni vari e di un'effettiva assenza di argomenti di cui parlare, i due non avevano un legame paragonabile a quello che ognuno di loro condivideva con Kanna, la piccola di casa.
"Hai ragione, Kuya, il lavoro..." ammise, dispiaciuta "Forse dovremmo dare ascolto a Kanna e prenderci una bella settimana di pausa, ogni tanto."
Il fratello ridacchiò.
"Già, è strano pensare che debba arrivare lei ad inculcarci un minimo di buonsenso."
A Kagura si formò un sorriso, che riportò un po' di serenità.
E un'idea neanche tanto malvagia.
"Ti andrebbe, se venissi a trovarti al lavoro?"
"Cosa???" chiese sconcertato Byakuya.
Sua sorella non era mai stata una frequentatrice di locali, perciò la sua reazione era, almeno in parte, giustificata.
"Eddai, non dire così: siamo entrambi ancora giovani, no?"
"Davvero? Ero convinto che, nel cuore, avessi l'età di nostro padre, sai?"
Adesso a dover trattenere una risata era Kagura.
"Che scemo che sei!"
Una volta finito di riordinare la scrivania, si fermò un attimo e guardò il telefono; impostò un promemoria per l'indomani mattina, e poi, comportamento molto strano da parte sua, spense il telefono: per quella serata, non voleva seccature.

Ah, se solo non l'avesse fatto: avrebbe potuto notare una mail molto importante, in cui il sindaco la informava che, a causa di non meglio specificati numerosi impegni, il lancio del progetto sarebbe stato...anticipato di tre settimane.

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Appena varcata la soglia di casa, sbatté la porta con rabbia.
"È uno scherzo, non c'è dubbio; e di pessimo gusto, per di più!" lamentò Sesshomaru.
'Oh, certo: quindi Funakoshi si è presentata oggi dove lavora Rin perché voleva farti i dispetti...ma ti ascolti quando parli?' sbucò la vocina nella sua testa.
"E tu che cazzo vuoi? Ti ho detto di sparire, chè non ho intenzione di ascoltarti."
'Oh, davvero? Sai bene come fare, per mettermi a tacere, quindi vai, fa' quello che devi!'
Il demone controllò se fosse rimasto qualcosa di forte, ma con suo grande dispiacere la risposta era NO.
"Vattene, lasciami in pace!"
'Ok, campione, ma avevo invitato un amico, e mi sembra scortese cacciarlo così, in malo modo.'
E adesso che diavolo stava dicendo?
All'improvviso, le gambe non lo reggevano più, e Sesshomaru ringraziò di trovarsi vicino ad una sedia; si appoggiò, chiuse gli occhi, e quando li riaprì vide davanti a sè qualcuno che non aveva il minimo senso si trovasse lì.
"Ciao, Sesshomaru" disse la figura, prima di prendere un'altra sedia ed avvicinarsi a lui "Sai? Quest'abito da professore è davvero molto bello: Denis e la troupe hanno avuto buon occhio."
Notando che il demone cane non rispondeva, la figura gli rivolse uno sguardo interrogativo.
"Non ti senti bene, per caso?" chiese.
"Perché c'è Jake Gyllenhaal nel mio appartamento?" fu tutto ciò che Sesshomaru riuscì a proferire in quel momento.
Dalla bocca dell'attore uscì una risata beffarda.
"Beh, se non lo sai neanche tu potremmo avere un bel problema, sai?"

   
 
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