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Autore: NonLoSo_18    04/04/2024    3 recensioni
Nel mondo di Vanyan, il Continente, ci sono due categorie di persone: gli Elementali, in grado di comandare le forze della natura e degli elementi a proprio piacimento, e quelli che non lo sono.
E i primi comandano sui secondi, considerandoli alla stregua di oggetti di cui disporre senza rispettarne la volontà. È un mondo duro, dove domina la forza, e se non ce l’hai, devi soccombere. È sempre stato così, da quando gli Elementali hanno conquistato la terra dove gli altri vivevano, e si sono imposti. Ma ora tutto questo sta per cambiare: guidati dal misterioso Borea, un uomo con la maschera bianca, i non Elementali stanno facendo sentire la loro voce, riprendendosi tutto ciò che è stato loro tolto, e mettendo il mondo sull’orlo del collasso. Toccherà proprio a Vanyan, un Fireal, un Elementale del fuoco, cercare di riportare l’equilibrio nel Continente. Ma Vanyan ha un motivo ben più personale per agire: Borea è l’uomo che, dieci anni prima, ha ucciso suo padre davanti ai suoi occhi…
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vecchio

 
Il vecchiaccio era forte, Vanyan doveva ammetterlo, si disse, ripensando ai momenti che lo avevano portato a quel punto.
Quando aveva sentito la sua voce, si era alzato istintivamente, vedendoselo apparire davanti.
 
Era sempre lì, poggiato al bastone pacchianamente decorato a forma di aquila, con quel suo cipiglio severo stampato in viso, e degli occhi che, Vanyan li vedeva per la prima volta, erano grigio scuro, e smorti, spenti. Grigi come la divisa dell’esercito Rockeal, che era strappata in più punti. E anche come quei suoi capelli da vecchio, e quella barba incolta che gli doveva essere anche cresciuta negli ultimi tempi.
 
Vanyan si era alzato, tenendo la guardia alta, perché non voleva ripetere lo stesso errore della miniera, e l’aveva guardato.
 
«Vecchio» Gli aveva detto «Chi non muore si rivede»
«Dovrei dirtelo io, vista l’ultima volta» La voce di Leon era carica di scherno.
 
Vanyan aveva contratto i muscoli, preparandosi ad attaccarlo.
«Vuoi ancora combattere nel tuo stato? Rispetto la tua grinta, ragazzino, ma non credo tu voglia finire sottoterra prima del tempo» Leon l’aveva indicato, alludendo in maniera sarcastica alle condizioni in cui si trovava: respiro affannoso, vista che andava e veniva, e sentiva anche il sangue appiccicargli sulla tempia. Aveva istintivamente pensato che se alla miniera l’aveva suonato, e Van allora stava bene, in quelle condizioni l’avrebbe fatto a pezzi, poco ma sicuro.
 
Ma non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, quindi l’aveva attaccato, e da allora erano così.
 
Vanyan era determinato a non farsi fregare, quella volta; e di conseguenza aveva scelto un approccio più cauto: colpiva mirando ai punti deboli, poi si ritraeva, cercando di schivare il più possibile quando invece era Leon ad attaccarlo. Chinarsi per schivare era la parte più difficile, visto quanto gli girava la testa, e in un paio di occasioni era anche rotolato per terra, nel tentativo di evitare i colpi peggiori.
 
Ora sentiva la nausea salirgli e anche parecchio, ma il ragazzo teneva duro e continuava ad attaccare, e a ritirarsi, in rapida sequenza. Cercava di farlo cadere, pensando che, una volta mandato a terra, sarebbe stato più facile batterlo. Di solito era una strategia vincente.
 
Peccato che quel qualcuno fosse Leon Tarro. Che infatti continuava a parare i suoi colpi, usando semplicemente il bastone, e senza neanche troppo sforzo.
 
Per Vanyan farsi sottomettere in quel modo da un vecchio storpio, era una pura botta all’orgoglio. Certo, quel vecchio era pur sempre l’ex-capo delle forze Rockeal, ma diamine, il fatto che fosse un dannato vecchio non cambiava.
 
E la cosa peggiore era che in tutto quel tempo non aveva fatto altro che dirgli cose come “Piega meglio le ginocchia” oppure “Sei troppo prevedibile” cose che onestamente lo facevano irritare: lui sapeva combattere, per chi diamine l’aveva preso?!
 
Onestamente, pensandoci bene, quello scontro sembrava quasi più una lezione, o un allenamento di quelli che faceva all’Accademia, con il maestro o con alcuni suoi compagni del tempo, che non una vera lotta all’ultimo sangue. E il fatto che Leon ci stesse andando piano era la cosa che più di tutti lo faceva infuriare.
 
Ormai gettato a terra, e sulla schiena, tentò un ultimo approccio: lanciò la sua fiamma cercando di direzionarla verso il bastone del vecchio, ma quello roteò la punta a forma di aquila e la spense di colpo, così come spense qualsiasi idea di Vanyan, sul nascere. Merda, non ci voleva. Il terreno era bagnato, e lui aveva già dato tutto sé stesso nell’esplosione di poco prima, non gli rimanevano più energie per tentare qualcosa di grosso.
 
Poi vide Leon sopra di lui, con il bastone tra entrambe le mani, mentre lo abbassava verso la sua fronte con forza. Se l’avesse preso, probabilmente gli avrebbe spaccato la testa, alla faccia della lezione!
 
Rotolò facendo leva per rialzarsi, poco prima che il bastone gli venisse calato sulla fronte, e si rimise in piedi, di nuovo in posizione: ansimava anche più di prima, di contro quel maledetto vecchiaccio aveva a malapena il respiro più accelerato. Decisamente, ci sapeva fare.
C’era però da dire che Leon non aveva combattuto contro tre tizi enormi poco prima, e che sicuramente non veniva da due giorni in gattabuia.
 
«Non sei male, ragazzo; hai ottimi riflessi, una forza fisica sopra la media, e un certo intuito da battaglia, ma tendi troppo a sottovalutare l’avversario e ad agire d’istinto, ma mi pare di avertelo già detto» Disse di colpo Leon, toccandosi il mento.
Van si deterse il sudore dalla fronte «E a me pare di averti detto che non sei il mio cazzo di istruttore» Rispose, con tono piccato.
«Come vedo, bisogna lavorare parecchio anche sul linguaggio» A Vanyan stavano veramente iniziando a saltare i nervi: ma chi si credeva di essere?
«Non sapevo di essere ad una lezione dell’Accademia, credevo fossi qui per combattere»
 
«Più che altro, volevo vedere cosa sapevi fare, e quanto l’Accademia ti avesse rovinato. Menomale, almeno tu sei stato risparmiato. Forse perché ci sei stato poco. Ti avevo messo alla prova anche alla miniera, ma lì devo dire che mi hai abbastanza deluso» Fu la risposta. Van sentì il sangue affluirgli rapido alla testa: «Avresti potuto farlo, se non mi avessi spaccato il tuo cazzo di bastone in testa» Al ricordo, gli faceva ancora male. O forse erano le botte.
«Devi essere in grado di cavartela anche in situazioni pesanti, oppure credi che i tuoi nemici ti tratteranno bene?»
 
Ad essere onesto, non mi trattano bene nemmeno adesso” Pensò il ragazzo, guardando la collezione di tagli, lividi e ferite che si portava addosso.
 
Ma non era decisamente quello il momento di tirare fuori cose del genere: si rimise in posizione «Senti un po’, dannato vecchio, se non vuoi combattere, posso benissimo andarmene da solo. Non ho voglia di perdere tempo, ho da trovare-» Non fece davvero in tempo a finire la frase, perché Leon gli piombò addosso, mirando di nuovo alla testa; fu solo grazie ai suoi riflessi che riuscì a scansare la botta, o la sua tempia non avrebbe retto.
Cercò di calciare il vecchio alle gambe, appoggiandosi alla mano e dandosi la spinta con una fiamma dietro la cavuglia, ma quello era troppo agile, persino per uno zoppo, e saltò via.
 
No”, si rese conto Vanyan di colpo “Non è agile” Capì che Leon era in grado di prevedere i movimenti, e agire un secondo prima del colpo.
 
Doveva ammetterlo, aveva talento. Ma non si diventava generale, o addestratore di ribelli, o quello che era, senza talento.
Ciò che però lo faceva sentire davvero frustrato era che Leon non aveva usato nemmeno una tecnica Rockeal. Possibile che lo reputasse così debole? Maledetto vecchio! Gliel’avrebbe fatta vedere lui!
 
Leon tentò un altro affondo, usando il bastone come uno stocco, e cercando di mirare al petto, probabilmente per spezzargli il respiro, ma stavolta, anche Vanyan aveva visto un guizzo sulla spalla, e anche lui aveva potuto prevedere il vecchiaccio. Riuscì ad afferrare il bastone, e lo tenne stretto nel pugno, sapendo di avere la meglio. Leon poteva essere bravo, ma quanto a pura forza fisica, vinceva lui.
 
Peccato che quella sensazione di trionfo durò meno di un istante, prima di ritrovarsi sbattuto per terra -di nuovo! - dall’ex-generale. Dannazione, nemmeno aveva capito come fosse successo!
 
Leon torreggiava su di lui «Non male, ragazzo. La strategia era buona, e contro un altro avresti potuto qnche vincere, ma devi fare ancora molta strada prima di battere me» Vanyan, con la schiena dolorante, digrignò i denti.
«E tu pensi di uccidere Borea in questo stato? Dammi retta, non provarci nemmeno» Lo schernì, e Vanyan sentì ancora di più la rabbia: dopo Alys, era la seconda persona a dirglielo.
 
«Vecchio di merda!» Gli gridò, nonostante suddetto vecchio fosse così vicino da sentirlo benissimo. «Non venire a dirmi cosa devo fare! Credi davvero che me ne freghi qualcosa della vita?! Io ammazzerò quel bastardo di Borea, che tu lo voglia o no!» Rotolò sulla schiena e si alzò in piedi. Lo sguardo del vecchio rimase impassibile.
«Te la cavi anche coi fatti, o sei bravo solo a dare aria alla bocca?»
 
Van cercò di colpirlo, più volte, prendendolo a pugni, ma quel maledetto continuava a schivare come se nulla fosse. Ma era davvero uno zoppo, o si trattava di una finta?
«Tutto qui quello che sai fare?» Lo prendeva in giro, facendolo infuriare ancora di più. «Andiamo, con quei pugni nemmeno ci ammazzi le mosche. Borea con te si farà la colazione»
Vanyan sentiva di stare stringendo i denti così tanto da fargli credere che si rompessero in bocca.
 
Ma perché diamine continuava a schivare? Non aveva nemmeno provato ad attaccarlo una volta.
O almeno, così pensava, finché non gli puntò contro il petto il bastone, prendendolo in pieno. A Vanyan si spezzò il respiro, mentre lo guardava dritto in faccia. Nei suoi occhi color carbone Van ci leggeva qualcosa, ma non riusciva a dire cosa.
 
«Ma tu davvero credi di essere il prescelto? Quello che batterà il cattivo facendo vivere tutti felici e contenti? Quegli idioti dell’Accademia e dei consiglieri ti hanno messo in testa tutte quelle belle parole, ma è già tanto se si ricorderanno di te, perché a loro non importa di nessuno. Tu non sei altro che carne da cannone, per tutti loro. Ti useranno e ti getteranno via, oppure sarai la prova per vedere quello che Borea sa fare» Gli disse, con una punta -beh, ad essere onesti, molto più che una punta- Di rabbia.
«Oltre che vecchio devi essere sordo» Vanyan non aveva abbandonato la posizione di combattimento, nonostante il respiro spezzato: «Ho già detto che non me ne frega nulla della mia vita, e so benissimo che mi stanno usando» Sputò quelle parole quasi con rabbia, sapendo dentro di sé che Leon non aveva tutti i torti: se stava avendo difficoltà con lui, che era zoppo e che nemmeno usava i suoi poteri, come avrebbe fatto con Borea, che aveva ucciso suo padre, uno dei combattenti più esperti del Continente.
 
«Mi fai pena» Gli rispose Leon «Tu, e il tuo stupido modo di pensare. Tu come tutti i giovani credi di avere il mondo in pugno, ma in realtà ti ritroverai solo in mezzo alle macerie» Detto questo, gli diede le spalle e se ne andò. Vanyan onestamente non sapeva se avesse vinto o perso. Il ragazzo si rialzò di scatto, stringendo i pugni.
«TORNA QUI, VECCHIO DI MERDA!» Gli urlò, ma lui non c’era già più. Voleva inseguirlo, ma era troppo sfinito anche solo per fare un passo. Ebbe un capogiro, e cadde poggiandosi sul ginocchio. Vedeva il lastricato bianco girargli davanti agli occhi.
 
Ma davvero? Forse il vecchio ha ragione a dire che sono debole” Si ripeté mentalmente, poggiandosi ad un altro di quei pilastri, uno in marmo bianco come la strada scolpito a motivi di fiamme. “Se sono già ridotto così, tanto vale che mi ritiri, no?” Cosa che non poteva assolutamente permettersi.
 
Prese un respiro profondo, prima di rimettersi a camminare. Non gli importava della sua vita, l’aveva detto onestamente, quello che contava era solo trovare Testa Argentata e fargliela pagare. E poi trovare Borea. Soprattutto trovare Borea.
 
Nemmeno lui seppe davvero come era arrivato in piazza, ma riconobbe la statua, solo che stavolta sotto non c’erano i tre bestioni di prima. Almeno non erano morti, anche se Vanyan non era certo fosse una cosa del tutto positiva.
 
E poi lo sentì.


Angolo autrice
Auguri in ritardo di Pasqua e Pasquetta, ragazzuoli. Questo capitolo è stato un mezzo parto, ma non per le scene d'azione, quanto piuttosto per l'ardua decisione di tenere tutto insieme con quello dopo oppure tagliare in due. Alla fine ha prevalso la seconda idea, anche perché il prossimo capitolo sarà tipo il più importante di tutti, e volevo prendermi tempo per editarlo bene. Avrei voluto pubblicare ieri, ma oggi è il compleanno di Angel, sorella di Vanyan, quindi questo capitolo di oggi è per lei.
Alla prossima❤️
   
 
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