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Autore: Anima Evans    08/04/2024    0 recensioni
Una giovane donna catapultata in un mondo fantasy dove non mancano amori, amicizie e scontri con un tocco macabro. Molte domande Hanno trovato risposta ma altre ancora piu importanti sono tutte da rispondere
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Il giorno dopo ero decisamente più rilassata, mi ero svegliata giusto una mezz’ora prima della mia compagna di stanza. Amavo il silenzio del mattino, sapere che tutti dormono indifesi e che ancora devono accendersi come candele, il loro cuore battere lento...quasi potevo sentirlo. Inoltre l’aria fresca del mattino mi metteva pace e riuscivo ad organizzarmi per tutta la giornata.
Indossai la divisa che mi era stata data: era composta da giacca blu e gonna marrone e orlo azzurro, la maglietta era indifferente per l’istituto a meno che non fosse troppo appariscente; la giacca la misi solo appoggiata alle spalle in modo da coprirmi un po ma non totalmente. Scesi le scale verso la sala colazione che era grandissima e molto pulita ed ariosa, aveva dei finestroni enormi e davanti a due di questi erano posizionati dei divanetti e due con delle panche e delle sedie alte a sufficienza da arrivare ai tavoli, il resto erano tutti tavoli circolari con almeno 8 o 10 posti a sedere e infondo alla sala c’era tutto lo spazio dove potevi trovare ogni cosa tu volessi da mangiare, sia salata che dolce, addirittura con un tavolo a parte per le intolleranze. Cosi dopo essermi presa un thè presi posto su una sedia alta e guardai il salice che ondeggiava piano scosso da un alito di vento.
Senti poi un rumore alle mie spalle ma decisi di ignorare volutamente quel fruscio anche se con la coda dell’occhio cercai di capire chi era, certamente non volevo rincontrare quella bulla ma…non era lei.
Era il ragazzo con i guanti, li portava anche ora ma erano neri e di stoffa, aveva un gilet appunto blu come la mia giacca quindi presumevo fosse la divisa e i pantaloni marrone scuro con delle semplicissime scarpe nere. Aveva i capelli un po disordinati e la faccia era di uno che o si era svegliato da poco o non aveva dormito proprio.

“accidenti a te ma che fai, ti metti a fissare la gente?!”

pensai, perché ovviamente non mi ero minimamente accorta che lo stavo seguendo con lo sguardo e cosi mi girai subito.

Sentì anche il rumore del bollitore che si spegneva subito e l’acqua che veniva versata caldissima in una tazza per poi sentire lui camminare e a differenza mia si accomodò in maniera scomposta sui divanetti. Tra un sorso e l’altro mi accorsi che era perso nei suoi pensieri e beh non era affatto un brutto ragazzo anzi ma non era il classico belloccio. Il sole si divertiva a dargli fastidio filtrando sfacciato nei suoi occhi e nei suoi capelli dandogli dei riflessi biondi mentre lui guardava fuori anche se appunto mi sembrava assente quasi distratto. Alzò la testa lievemente e sussultai girandomi anche io verso la porta:gli altri studenti si erano svegliati ed un gran vociare si avvicinava a noi, cosi si alzò raccattando la sua borsa e io poco dopo feci lo stesso ma aspettai per uscire, non volevo uscire insieme a lui per non creare spiacevoli equivoci e rimasi ferma fino a che sentì un sussurro

« Buongiorno.»

mi vennero i brividi fino ai piedi quando la sua voce mi salutò, aveva una voce da ragazzo ovviamente ma non la classica voce calda ma anzi era una voce fresca ed espressiva mi imposi di calmarmi e dissi

«Buongiorno»

non ce la feci però a ricambiare lo sguardo e guardai a terra anche se mi girai lievemente per poi vederlo sparire nella porta e vedere quattro o cinque ragazze invece comparire e prendere posto e solo allora me ne andai.
Avrei forse voluto dirgli di più come “grazie per avermi evitato almeno in parte di farmi fare una figura orrenda” ma probabilmente non mi avrebbe detto nulla se non un grazie striminzito.
Salì di nuovo in camera e Federika era appena sveglia mentre io andai in bagno a lavarmi i denti

«Buongiorno anche a te Dafne»

Disse lei, in effetti non ero stata molto educata e io bofonchiai qualcosa con la schiuma alla bocca e lo spazzolino elettrico che vibrava. Una volta pulita , sulla soglia della porta la sua criniera bionda faceva capolino; mi squadrava come se volesse scrutarmi l’anima ma era troppo presto sia in termini temporali che in termini affettivi per far in modo che lei capisse qualcosa di quel gomitolo intricato che era la mia mente e la mia personalità

«Tutto bene? Stai ancora pensando a ieri?»

Quando mi fece la domanda in effetti ebbi un flashback ma mi vene in mente la pelle bianca di un guanto di pelle e il nocciola degli occhi di quel ragazzo, ricordo inoltre il suo profumo ma non sapevo come descriverlo e avvampai

«No...assolutamente. Scusa ti lascio il bagno e ti aspetto in classe. »

E cosi la lasciai li, con lei che annuiva e quell’espressione un po frustrata di chi vorrebbe fare e dire di piu ma non può perché ha di fronte un muro di gomma. Scesi di nuovo le scale e mi orientai sicuramente meglio rispetto la prima volta. Nella classe del corso riconobbi subito le bulle con cui ebbi a che fare e qualche altro studente visto di sfuggita; presi posto ben lontana da Alissa e la sua combriccola mettendo sulla sedia vicina ma me la cartella in modo da tenere il posto a Federika.
La classe si riempì rapidamente e l’ultima persona che vidi entrare fu proprio la mia compagna di stanza, le sorrisi e lei ricambiò con molto più entusiasmo e calore.
La lezione trascorse con leggerezza devo dire, il tutor era un ottimo oratore e piu che una lezione ci è sembrato un dibattito; trovavo molto interessante questo metodo di insegnamento cosi non ti sentivi un semplice fantoccio ma una persona, un essere senziente.
Seguirono altri corsi e la giornata era trascorsa con il pranzo ma del ragazzo con i guanti nessuna traccia, me ne accorsi perché al suo posto c’erano altri studenti e non l’avevo mai incrociato neanche nei corridoi.
La giornata prevedeva sempre un po di attività fisica e infatti sia io che Federika ci avviammo in palestra;presi posto sul tapis roulant

«Ti dispiace se ascolto della musica? Non riesco a correre altrimenti. »

E lei mi sorrise e disse

«Ti stavo per chiedere la stessa cosa! La cyclette é noiosissima…beh allora ti lascio!»

E si allontanò da me mentre io presi le cuffie e misi la musica ad un volume moderato iniziando a correre. Mentre correvo mi concentrai sulla musica ma anche sul mio respiro, quando correvo mi sentivo libera e leggera e mi permetteva di sfidare sempre me stessa, un passo alla volta, un chilometro alla volta. Mi accorsi che qualcuno si mise al tapis roulant affianco ma non ci feci caso ero troppo occupata ad allenarmi quando dopo poco cercai la mia compagna con gli occhi e mi accorsi che parlava...con un ragazzo.
Era molto carino, non dimostrava assolutamente la sua età e aveva i capelli lisci e neri quasi come la seta e i tratti asiatici, ridevano molto e i loro occhi erano genuinamente curiosi l’uno dell’altra

“Dopo le farò il quarto grado...”

mi ricordai a mente.
Decisi che era il momento di fermarmi e cosi feci e istintivamente mi girai alla mia destra dove appunto avevo notato il movimento ma non avevo dato caso chi fosse . Il tapis roulant si era appena fermato e il ragazzo si girò di schiena, mi sembrava il ragazzo con i guanti ma non ero sicura e si avvicinò a Federika e al ragazzo asiatico, lui si girò e lo chiamò

«Hey Silas respira…»

e lui sorrise dandogli un buffetto

«E tu allenati invece di pensare alle ragazze!»

E si allontanò andando verso i bilancieri, forse Federika si accorse di me e del fatto che avevo visto tutta la scena e disse

«Hey Dafne vieni fai amicizia anche tu! »

Io acconsentì e bevvi un sorso d’acqua dalla borraccia mentre mi avvicinavo ai ragazzi, il ragazzo asiatico mi squadrava da capo a piedi ma ignorai l’imbarazzo e aspettai che fede mi dicesse il suo nome

«Lui è Aku, un nostro nuovo amico»

mise molta enfasi quando disse “nostro” quasi come un rimprovero per non farmi essere antipatica o peggio di ghiaccio, mi sforzai a dire un timido “piacere” mentre gli porgevo la mano, lui me la strinse e disse

«Piacere mio, io sono Aku appunto e lui è Silas»

disse indicando il ragazzo con i guanti che aveva anche stavolta ma erano quelli appositi da palestra. Lo guardai soffermandomi qualche minuto in piu, non aveva un fisico atletico ma piuttosto asciutto tanto che i muscoli si vedevano da sotto la pelle pallida, quasi sembrava non si sforzasse dato che non aveva sudore sulla fronte.

«Credo che vi già vi siate conosciuti il primo giorno…»

aggiunse poi Aku e Federika diede una gomitata al ragazzo

«Hey non offendere la mia amica!»

Io mi scossi un po e dissi sorridendo

«Oh no, nessun problema davvero…»

Subito dopo con la coda dell’occhio vidi Silas andarsene e a me venne uno dei miei mal di testa, era tremendo come un trapano nella testa tanto da allontanarmi dalla coppia

«Hey Dafne…»

questo è l’ultimo ricordo che ho, poi mi lamentai e infine il buio totale. Mi risvegliai nell’infermeria della palestra con un asciugamano sulla testa.

   
 
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