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Autore: Padmini    12/04/2024    0 recensioni
Il Professor Charles Xavier ha vissuto una vita lunga e piena di gioie ma anche di dolori, i suoi poteri gli permettono di entrare nella mente delle altre persone, ma il suo corpo lo frena.
Se potesse avere una seconda possibilità e l'occasione di essere di nuovo felice?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Raven Darkholme/Mystica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Spero che il capitolo precedente vi sia piaciuto, questo sarà un po’ più tranquillo ma ci sarà un finale inaspettato!


6. Alleati

 

Tutti avevano seguito Charles senza dire una parola, incerti su come comportarsi, nessuno parlò durante il viaggio e perfino quando arrivarono alla scuola l’espressione seria di Charles continuò a intimidirli.

“Seguitemi” disse e, senza aggiungere altro, si diresse verso il suo ufficio e solo quando furono tutti lì e la porta fu chiusa Hank trovò il coraggio di parlare.

“Charles, è successo qualcosa?” chiese “Noi abbiamo tentato di fermare Erik, era solo ma è stato ugualmente difficile tenergli testa. Poi, all’improvviso se ne è andato, aveva devastato il magazzino, evidentemente il suo obiettivo era distruggere ciò che conteneva e, purtroppo, ce l’ha fatta.”

Charles era più serio che mai, sospirò.

“Ascoltate, dobbiamo discutere di molte cose” disse, guardando l’ora “è molto tardi, se volete …”

“No, vogliamo sapere ora” disse Logan e tutti gli altri annuirono.

“Molto bene” rispose Charles, si avvicinò alla finestra, guardò fuori, poi tornò da loro.”

“Hank, hai detto che Erik ha distrutto tutto ciò che era contenuto in quel magazzino, giusto?”

Hank annuì.

“Sarete sorpresi di sentirmelo dire, ma è un bene.”

Tutti si guardarono senza capire.

“Ora, è giunto il momento di rivelarvi alcune cose di cui non siete a conoscenza” spiegò Charles.

“Intendi … quella cosa?” chiese Hank “Quella cosa che sappiamo solo noi due, Erik e Raven?”

“La so anch’io” disse Logan “Ho da poco riacquistato la mia memoria.”

Jean aggrottò le sopracciglia.

“Non capisco” disse, senza celare una certa dose di rabbia e sorpresa “Avete nascosto un segreto per anni? Un segreto che condividete con Magneto e Mistique?”

“Non ci posso credere!” esclamò Scott “Per tutti questi anni ci avete mentito? Ci avete tenuto nascosto dei segreti, alleanze magari? Perché ora lo giustifichi? Ciò che ha fatto stanotte …”
“Ciò che ha fatto Erik è stato sconsiderato” disse Charles calmo “Ma ci ha permesso di guadagnare tempo.”

“Non capisco nemmeno io” disse Ororo “Perché non rivelarci ora queste cose? Perché …”

“Se mi lasciaste parlare potreste capire” la interruppe Charles, sempre calmo ma più severo “Se non avessi visto ciò che ho visto stanotte, probabilmente non ve ne avremmo mai parlato.”

“Questo rende la cosa ancor più grave.” disse Jean.

“No, ti sbagli” le rispose Hank “Se lasciaste parlare Charles …”

Tutti annuirono, Logan si accese un sigaro.

“Come già sapete, in questi mesi, mentre mi allenavo, non ho smesso di insegnare. Ho tenuto lezioni private con Wanda e altri studenti e, in particolare, con Kitty Pride. Ho scoperto anni fa, perfino prima che lei nascesse, che il suo potere le consente non solo di attraversare la materia ma di trasferire la coscienza indietro nel tempo.”

“Aspetti” disse Jean “Come faceva a saperlo prima che lei nascesse?”

Charles Sorrise, poi andò davanti alla sua libreria, dalla quale e prese un vecchio album di foto, che posò aperto sulla scrivania. Erano tutte foto in bianco e nero, nelle quali c’erano Charles giovane in sedia a rotelle, Hank, Havok e altri studenti che non riconobbero.

“Io e Hank, insieme a Havok, abbiamo fondato questa scuola negli anni ‘60. Ci volle qualche anno prima che fosse perfettamente operativa poi, quando tutto sembrò a posto, scoppiò la guerra in Vietnam e studenti e professori furono richiamati al fronte. Io, per ovvi motivi, non fui richiamato, e Hank restò al mio fianco per aiutarmi. Io …” disse, leggermente imbarazzato “avevo dei problemi, molti problemi.”

In quel momento Charles sembrò più che imbarazzato, chiuse gli occhi e non li riaprì nemmeno quando ricominciò a parlare.

“Avevo perso tutto: Raven, le gambe, la scuola e il controllo sui miei poteri. Potevo sentire tutto, tutta la sofferenza che portava con sè la guerra, ma non solo.”

Charles riaprì gli occhi, erano pieni di rabbia e frustrazione.

“C’era un uomo, Bolivar Trask, che aveva iniziato a studiare il gene mutante.”

“Ovviamente non con scopi pacifici” sottolineò Hank.

“Esatto” confermò Charles “I mutanti venivano catturati, usati come cavie e infine uccisi per ricavare ulteriori informazioni dalle autopsie.”

Jean si era portata la mano davanti alla bocca, inorridita.

“Tutto ciò è tremendo …” disse “Come poteva sopportarlo?”

Charles chinò il capo.

“Io e Hank eravamo soli, non c’era nulla che potessimo fare per ostacolare Trask.”

“Eri preso veramente male, Charles” commentò Logan, osservando il fumo che aveva appena espirato.

Scott guardò Logan.

“Aspettate, c’eri anche tu?”

Logan sorrise e annuì.

“Mi ha visto in un momento della mia vita in cui ero …” disse Charles, cercando le parole più adeguate per descriversi in quel momento.

“Un rottame” concluse Logan per lui.

“Concordo” confermò Hank.

“Vi ringrazio!” rispose Charles con un mezzo sorriso “è vero, ero un rottame. Assumevo un siero che inibiva la mia telepatia e mi permetteva di camminare, ma stavo male. Poi, all’improvviso, Logan bussò alla nostra porta e ci sconvolse la vita.”

“Ci disse che veniva dal futuro” disse Hank “Fu … strano.”

“Sì, eravamo in una situazione critica, dovevamo cambiare il passato per evitare che il presente da cui venivo si verificasse.”

“Forse dovresti arrivare al punto, Charles” lo incalzò Hank.

Charles annuì.

“Cio che Logan era venuto a evitare era la creazione delle Sentinelle, credo che ne abbiate già sentito parlare.”

“Sì” rispose Jean “Il progetto però fu bloccato.”

“Esatto, grazie al nostro intervento. Le Sentinelle del futuro da cui proveniva Logan erano state sviluppate basandosi sul DNA di Raven, catturata dopo aver ucciso Trask a Parigi. Noi riuscimmo a evitare che la catturassero e … be’, diciamo che le cose non furono semplici, ci alleammo con Erik e ci furono molti problemi, ma riuscimmo a evitare il disastro. Circa un anno fa Logan ritrovò la sua memoria, tornata al presente dopo aver viaggiato nel passato.”

“Wow! Che storia!” esclamò Scott “In effetti è tremenda … ma cosa c’entra con noi?”

Charles prese un profondo respiro.

“All’epoca Trask lavorava assiduamente per studiare il DNA dei mutanti e le Sentinelle furono il suo lavoro più grande, anche se poi furono accantonate. Il problema” disse, dopo una breve pausa “Il problema è che non furono l’unica cosa su cui lavorò. Ci fu un altro strumento che venne creato all’epoca, con l’accantonamento del progetto Sentinelle venne perfino dimenticato, fino a pochi anni fa.”

Charles si massaggiò il viso, era evidente che la stanchezza, lo stress e la paura lo stavano mettendo in difficoltà.

“Hank, Logan, vi ricordate di quel piccolo aggeggio che Trask portava sempre con sè?”

I due annuirono.

“Di cosa si tratta?” Chiese Ororo.

“Non è un’arma, per questo credo che fu drammaticamente sottovalutato. Si tratta di un sensore che può identificare i mutanti.”

“Lo ricordo!” esclamò Hank “Quel coso che suonava quando c’era un mutante nei paraggi!”

Charles annuì.

“Ovviamente quel sensore era integrato all’interno delle Sentinelle, per fare in modo che attaccassero solo i mutanti, ma Trask ne aveva uno che portava sempre in tasca.”

“Non capisco” disse Scott “Se non si tratta di un’arma, perché dovremmo preoccuparci?”

“Non ti rendi conto delle conseguenze che potrebbero derivare da una diffusione di massa di quel tipo di sensori?” chiese Charles.

“Vuoi dire che …” iniziò Hank, inorridito “In quel magazzino c’erano …”

“C’erano scatoloni pieni di quei sensori.” confermò Charles “Raven era negli uffici per raccogliere informazioni. Mi hanno spiegato che uno dei collaboratori di Trask è riuscito recentemente ad entrare in prossesso dei vecchi progetti, ci ha messo qualche anno a perfezionarli, ma ora sono realtà. O, almeno, lo erano, prima che Erik li distruggesse. Le sue azioni ci hanno messo in una bruttissima posizione, ma almeno per il momento il pericolo è rimandato.”

“Oh mio Dio” mormorò Jean “Mi vengono i brividi a pensare a cosa potrebbero fare con quei sensori?”

“Sarebbe devastante” confermò Charles “La vita dei mutanti si basa sull’anonimato. Mi duole ammetterlo ma Erik ha ragione, il razzismo nei nostri confronti esiste ed è pericoloso, per questo, per quanto possibile, dobbiamo restare nascosti. Immaginate cosa potrebbe succedere se sensori del genere fossero posizionati all’ingresso delle scuole, dei negozi, degli ospedali, degli edifici pubblici o addirittura in dotazione alle forze dell’ordine o in mano a cittadini privati. In quel caso inizierebbe una caccia al mutante e anche le persone più moderate potrebbero cedere alla violenza.”

Logan si sedette, quel pensiero fu troppo anche per lui.

“Cosa proponi, Charles?” chiese Hank “Non vorrai …”

“Esatto” rispose lui, annuendo “Non abbiamo altra scelta se non allearci con Erik.

“Col cazzo!” esclamò Scott “Piuttosto che allearmi con lui …”

“Non abbiamo scelta” lo interruppe Charles “Anche nel futuro che riuscimmo a sventare eravamo alleati e arrivammo alla soluzione che un’alleanza era l’unico sentiero percorribile per difenderci. Inoltre” commentò, senza celare il disappunto “Sarebbe più complicato dover combattere contro chi vuole sterminare i mutanti e allo stesso tempo lui. Abbiamo un nemico comune, Scott, che tu lo voglia o no è la verità.”

Scott strinse i pugni ma allo stesso tempo abbassò lo sguardo, consapevole delle ragioni del Professore.

“Come ho già detto, Erik agisce d’impulso, il disastro che ha combinato stanotte ne è la prova, per questo dobbiamo …”

“Controllarlo?” chiese Hank, senza nascondere un tono provocatorio.

“No” rispose Charles, arrabbiato “Dobbiamo … incanalare la sua energia” concluse “Dobbiamo combattere dalla stessa parte, usando gli stessi mezzi e sicuramente la violenza non sarà uno di questi.”

Logan annuì.

“Sono d’accordo.” disse, spegnendo il sigaro su un posacenere “Quindi lui vivrà qui?”

Charles alzò entrambe le sopracciglia, sorpreso.

“Se ne può parlare” rispose “Dai fatti inerenti alla Cura Erik ha perso tutti i suoi sottoposti” spiegò Charles “Alcuni sono morti e quelli che si sono salvati o hanno perso i poteri per poi recuperarli non si fidano più di lui. Credo che …”

“Non se ne parla” lo interruppe Logan, alzandosi e avvicinandosi a Charles in modo minaccioso “Si agisce. Lo voglio qui. Lo voglio sorvegliare da vicino.”

Charles lo guardò sorpreso, poi sorrise.

“Se tutti sono d’accordo …”

“Non avrei mai pensato che sarebbe arrivato questo giorno” disse Scott “Ma sono d’accordo con Logan. Lo dobbiamo sorvegliare.”

“Anche avendolo qui sarà difficile tenere sotto controllo ciò che fa” disse Jean “Ma anch’io mi sentirei più tranquilla se fosse qui e non chissà dove a fare danni.”

“Concordo” si aggiunse Ororo.

“Allora è deciso” disse Hank, sfregandosi le mani “Charles, lo contatti tu?”

Charles, che nel frattempo non aveva smesso di sorridere, annuì.

“Ottimo! Anche questa è fatta. Direi che per oggi abbiamo parlato abbastanza, è ora di andare a dormire.”

Tutti annuirono, mormorarono un assonnato “buonanotte” e uscirono dalla stanza. A parte Charles, l’ultimo a raggiungere la porta fu Hank, che però si fermò e lo guardò.

“So che sei felice del fatto che Erik e Raven torneranno qui” disse, lanciandogli un’occhiata divertita “Ma potresti toglierti quell’espressione compiaciuta dalla faccia.”

Charles rise, rise di cuore, come non gli era capitato da anni, si calmò, finse di pensarci, quindi scosse la testa.

“No.”

   
 
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