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Autore: NicoRobin95    19/04/2024    0 recensioni
Loki mi guardò con sguardo limpido e con gli occhi pieni di tristezza mi disse: "Spesso abbiamo bisogno di eroi e antagonisti é la grande menzogna che fa girare l'universo. Serve qualcuno da incolpare e qualcun altro da ringraziare. È così che va, spesso però non ci si rende conto che sono gli eroi che acclamiamo a dare vita ai mostri che odiamo. Sono loro che li creano, presentandoli come tali al mondo. Un capro espiatorio che tutti feriscono e uccidono senza pietà. Senza sapere che spesso è volentieri, sono gli "eroi" a trasformarlo in qualcosa da odiare, raccontando solo il lato 'di facile accettazione' dei fatti." Fu questa la frase che mi aprii gli occhi, ecco perché sono qua a raccontarvi la versione taciuta da millenni, la vera storia di Asgard e capirete tantissime cose. Solo allora deciderete chi realmente è egoista, avido e spietato.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non fate mai l'errore di pensare che chi da sempre abbia avuto una vita difficile sia più preparato o più insensibile ai problemi e alle difficoltà, anzi forse lo è ancora di più perché si ritrova addosso la vecchia stanchezza, la vecchia paura, il vecchio dolore e in più quello nuovo. Non fate mai questo errore, vi assicuro che non è così. Altrimenti se fosse vero, se quest' equazione, questa formula, questo teorema fosse vero... se così fosse quella sera non avrei avuto quella disperazione addosso.
Ho fatto una vita sola, nonostante in apparenza e agli occhi degli altri avessi una bella famiglia numerosa; non ricordo un momento di protezione, serenità, sicurezza, ricordo dolore, sofferenza, paura, angoscia, senso di colpa, inadeguatezza e no non per stupide motivazioni, non per gelosia nei confronti di qualche cugino, fratello, sorella più bello,  più brillante o più intelligente, non che, anche questo, me lo sia fatto mancare, ma non era quello e nemmeno le prese in giro di compagni di scuola e coetanei sebbene da tutta la vita mi perseguitassero pesantemente; nemmeno quello, nè dei genitori rompiscatole e severi che non ti capiscono e sono apprensivi solo quando a loro è comodo, non che quello non facesse parte del suo passato, ma non era per nulla di quello.

Era il dolore di una bambina, poi una ragazzina, poi una ragazza e infine una giovane donna che scopre che nessuno, nemmeno chi aveva il compito di proteggerla era stato in grado di farlo. In tutti quegli anni nessuno di loro era stato abbastanza sveglio da capire quello che quel mostro le stesse facendo; per 14 anni ci dovette lottare da sola e non solo con il disagio, la vergogna, il senso di sporco che ti crea qualcuno che non dovrebbe toccarti, accarezzarti in un certo modo, ma anche con la convinzione che fosse lei a volerlo, fosse lei a cercarlo e la colpa fosse sua. 
Sapeva che era sbagliato e come avrebbe dovuto agire in quei casi, ma le mancava il coraggio, le mancava la sicurezza.
E se fosse stata lei a interpretare male quei gesti?
Se avessero pensato che lei in fondo lo desiderasse?
E se le avessero dato delle colpe per come era vestita o come si comportava?
E se, peggio ancora, non le avessero creduto e lui avesse saputo che lei ne aveva parlato e poi per rabbia o vendetta avesse fatto peggio?
Per anni portò dentro quel fardello, ma non bastó, quando una notte, dopo l'ennesimo attacco di panico ebbe finalmente la forza di parlarne e di liberarsi, fu felice perché i suoi le credettero e pensó ingenuamente di aver finito di soffrire e invece fu in quel momento che iniziò il peggio.
Lui negó tutto, dicendo di esserselo inventata per attirare l'attenzione, in quanto gelosa dj suo fratello più piccolo; in fondo, sostenevano lui e quella cretina di sua "zia", sorella della madre anche se  lei mai l'aveva considerata tale, che lei già da piccola era sempre stata bugiarda; si inventava un sacco di storie tipo di avere un unicorno, di mangiare cioccolato piovuto dalle nuvole di zucchero, di vedere un sacco di animali parlanti; e il resto della famiglia, i nonni materni più che altro preferirono credere a quei due obrobri, invece che a lei; perché altrimenti avrebbe significato che non era più possibile fare le tavolate tutti insieme, fare il teatro della famiglia perfetta davanti agli altri, e cosa peggiore, avrebbe significato che probabilmente quel figlio di buona donna avesse molestato anche sua cugina, la più grande, la preferita di sua nonna perché:"Uguale alla mia famiglia, non come te che non si sa da dove sei uscita."
"E poi scusa sei stupida! Perché hai aspettato tutti questi anni per dirlo, i tuoi te lo hanno sempre spiegato come ti dovevi comportare in questi casi, non come ai nostri tempi che non se ne parlava. Se fosse stato vero perché te ne esci solo ora?"
E quindi per un motivo o per l'altro toccó a lei portare quel fardello, quella colpa, nonostante la sua piccola, fragile età e il suo cuore ormai in briciole. 
I nonni paterni? Erano gli unici a darle amore, affetto e che avevano saputo il tutto da lei, motivo per cui era anche stata sgridata perché "Loro non c'entrano in tutto questo!" Eh certo! Se no poi come facevano a distruggerla del tutto se qualcuno ancora la sosteneva, ma erano troppo, troppo lontani per darle tutto ciò di cui aveva bisogno e non aveva avuto le possibilità di andare da loro a studiare, vivevano in un paesino piccolo, senza sbocchi di lavoro o studio.
Erano gli unici con cui aveva contatti, a cui spesso telefonava; ma non voleva caricarli con i suoi problemi specie di natura economica perché loro pur di aiutarla si sarebbero tolti il pane di bocca e lei non voleva.
Quella sera quindi chiamarli era un divieto morale per me. L'unica cosa che riuscii a fare, come avevo sempre fatto era infilarmi nelle orecchie il mio Mp3 e spararmi nel cuore le canzoni che per anni avevo accumulato per lavare via il dolore, lasciare che le lacrime fluissero senza trattenerle e stringere con forza il grande gatto di peluche con cui avevo sempre condiviso ogni dolore.
In quel momento la testa iniziò a girovagare, girovagare per il mondo, ero sicura che lá fuori qualcuno stava soffrendo come lei, forse di più addirittura; ma ero sicura che fossero molto più numerose le persone felici, serene, al sicuro e questo mi aveva sempre ucciso.
Se solo avessi avuto qualcuno a proteggermi, amarmi, curare le mie ferite. Ma c'era? Esisteva? Si trovava da qualche parte? E soprattutto, sarebbe stato disposto a farlo?
   
 
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