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Autore: kaja    21/04/2024    0 recensioni
Tokyo, giorni moderni.
La Terra è devastata dalla “ Grande guerra” contesa tra due super razze dominanti, i Cyniclons razza aliena primi originari nativi del pianeta Azzurro e gli Umani razza succeduta dopo la partenza dei loro predecessori che nei secoli avvenire hanno colonizzato e quasi distrutto il pianeta Azzurro chiamato da essi come pianeta “ Terra”.
Tra bombardamenti, morti, terrore e terremoti, la nostra storia si concentra su quattro figure femminili che sono la chiave per la fine della guerra e un segreto che viene celato agli occhi del mondo interro da secoli.
Misteri, trame, ossessioni, omicidi, sabotaggi, primi batticuori, pianti e risate tutto questo in chiave comica ( o per lo meno ci provo).
Rieccomi con la 2° versione di questa storia, faccio la premessa che non verrà del tutta stravolta con piccoli ma essenziali modifiche spero che possa rapirvi e conquistarvi, ci saranno delle piccole novità. Farò di tutto per aggiornare periodicamente.
K.J.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Purin Fon/Paddy, Retasu Midorikawa/Lory, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nella sua camera da letto, il corpo semincosciente dell'ereditiera del clan Uchiha emanava lamento sotto le calde coperte, a causa degli strappi muscolari e delle ferite riportate nel recente scontro con i cani-chimera. Il mal di testa alimentava il suo cattivo umore, mentre la licantropa, già adirata per aver perso il controllo di sé al punto da compiere azioni sconsiderate, si aggravava ulteriormente per via dei vuoti di memoria. Le ferite erano profonde e le bende già inzuppate di sangue; Pam non sapeva con certezza quando il suo lato licantropo avrebbe accelerato la cicatrizzazione, ma i lividi erano il male minore, e con un po' di pomata svanirebbero nel giro di qualche giorno.

Ancora sdraiata, a un certo punto Pam scartò le coperte che fino a pochi istanti prima le avevano dato riparo. Con grande fatica, dovuta anche ai muscoli indolenziti e alla febbre ancora presente, compì il breve tragitto che la portava nel suo bagno privato. Con gli ultimi sforzi miracolosamente si immerse in una lunga vasca già riempita d'acqua calda. Il contatto con l'acqua fu benefico per la ragazza: i muscoli si rilassarono e la pelle riprese almeno in parte il suo colorito rosa. Pam sembrava più rinfrancata, e chiudendo gli occhi, inclinò il capo oltre il bordo della vasca. Il lento respiro che emetteva era l'unico suono nell'aria, come sottofondo in una stanza silenziosa.

Riflettendo con una mente più calma, Pam era consapevole fin dall'inizio che questo viaggio non sarebbe stato privo di insidie. Sin dall'inizio, il percorso via mare rappresentava la parte meno gradita per la ragazza, e anche solo pensarci le provocava una smorfia di disagio che per un istante oscurava il suo bel viso. Ma ciò che la disturbava maggiormente era stata la necessità di rimanere barricata nella sua minuscola cabina per evitare le molestie dell'equipaggio del peschereccio. Nonostante tutto, per amore delle sue tre protette e per favorire la pace tra le due razze, tutto ciò sembrava un lontano ricordo, dal momento che Pam sapeva che il peggio doveva ancora arrivare, e per ora rimaneva vigile, con gli occhi ben aperti.

Per fortuna, l'emicrania stava lentamente svanendo, e i dolori muscolari erano quasi del tutto scomparsi. Le uniche difficoltà rimaste per Pam erano la febbre che persisteva e le ferite, che sarebbero state le più difficili da nascondere o giustificare con i suoi "movimenti lenti". Il suo lato licantropo era irregolare nei suoi effetti sulla guarigione, come dimostrava il forte formicolio che percorreva il suo corpo ferito.

Pam uscì appena dalla vasca da bagno e, con l'accappatoio addosso, faticava a reggersi in piedi, anche se era meglio di prima. Il bagno le aveva fatto bene, come si aspettava, e il vapore acqueo aveva reso la vista molto offuscata. Quando si trovò davanti al lavandino, sopra il quale si trovava uno specchio di dimensioni medie appannato, Pam lo pulì con un colpo di mano e quasi ebbe un infarto. Di fronte a sé vide che, in qualche modo, aveva ripreso le sue vere sembianze, e un pensiero catastrofico le attraversò la mente: se qualcuno l'avesse vista con il suo vero aspetto facciale, come avrebbe reagito? Pam guardò con frenesia il suo ciondolo, che non si separava mai da lei, e vedendo che era ancora in ottime condizioni, tirò un sospiro di sollievo.

Appena uscita dal bagno, avvolta solo nell'accappatoio che la copriva quasi completamente, Nico Robin fu leggermente sorpresa dalla presenza improvvisa della sua "serva", che silenziosamente teneva tra le mani un vassoio d'argento. Nel completo silenzio, la ragazza si spostò con un leggero zoppicare nella stanza accanto, dove si trovava il salone che, fino a poco tempo prima, era stato testimone dell'incontro disastroso tra Nico Robin e lady Ines. Il vassoio fu appoggiato sulla superficie del tavolino, e Nico Robin si sedette su una delle due poltrone libere.
Assaggiare il tè appena arrivato fu una piacevole sorpresa; il suo dolce sapore mescolato con un goccio di limone riusciva a far dimenticare, anche solo per un attimo, il dramma che Nico Robin aveva appena vissuto.

Ad un certo punto, con la coda dell'occhio, Nico Robin notò che la sua "serva" sembrava nervosa e, tenendola d'occhio, vide che le mani tremolanti cercavano freneticamente qualcosa tra le tasche. Dopo aver tirato fuori una pergamena da una di esse, con passi incerti si avvicinò alla sua nuova "padrona" e, con le mani tese, le porse l'oggetto riservato. Nico Robin, dopo aver appoggiato con eleganza la sua tazza di tè rimanente, prese pigramente la pergamena e, con un cenno del capo verso la donna cyniclon, i suoi occhi si posarono sul messaggio recapitatole.
Apparentemente, il suo bodyguardan richiedeva la sua presenza in biblioteca. Dopo aver scritto una breve risposta, Nico Robin consegnò il messaggio alla donna cyniclon affinché lo recapitasse al suo interlocutore. Nel giro di mezz'ora, Nico Robin fu pronta ad incontrare il suo bodyguardan per questo improvviso appuntamento tra di loro. Il tragitto nel lungo corridoio, stranamente silenzioso secondo Nico Robin, era interrotto solo dalla presenza della serva, incaricata di accompagnarla alla sua destinazione.

Come la prima volta che vi era passata, Nico Robin osservava tutto ciò che la circondava e ancora non riusciva a identificare i materiali che caratterizzavano le pareti del corridoio. Alzando lo sguardo, poté constatare che il tetto era molto alto, quasi oscurato dalla penombra causata dalla scarsa luce delle candele che illuminavano il corridoio. La ragazza indossava un dolcevita a vita alta a maniche lunghe per coprire le bende avvolte per la maggior parte delle braccia e pantaloni in tuta morbida, che non rischiavano di irritare le ferite con il contatto di materiali rigidi. Le scarpe sportive furono scelte per facilitare il suo passo, anche se, nonostante la camminata lenta, non riusciva a evitare il dolore.

A un certo punto, sentì chiamare da una voce maschile familiare, e abbassando il capo vide Oscar avvicinarsi. Indossava un completo con camicia bianca e giacca scura, le nuove scarpe luccicavano sotto la luce delle candele e i loro passi non erano silenziosi. La serva si fermò e si mise in disparte, inchinandosi silenziosamente, rimanendo immobile di lato in attesa che i due umani terminassero la loro interazione.


C.O:- Nico Robin cara, ho saputo dell'incidente che hai avuto, qualcosa correlato al tuo pasto mi hanno riferito. -  ( ˙-˙ )      


Disse l'ambasciatore con un tono stranamente vago, riferendosi all'incidente della prima sera a terra dei Cyniclons. Nico Robin alzò un sopracciglio in segno di scetticismo mentre pigramente prese a scrivere su un pezzo di carta. Dopo aver scritto il suo messaggio, lo consegnò a Oscar affinché potesse leggerlo.

Dopo qualche istante di incredulità dipinta sul viso di Oscar, egli alzò il busto e, facendo cadere la testa all'indietro, scoppiò in una fragorosa risata, divertito dalla situazione in cui si era cacciata la figliastra. Concentrato sul ridere, non notò lo sguardo tagliente che Nico Robin gli rivolse. La serva trovò l'interazione tra i due umani sia interessante che spaventosa, tremando per tutto il corpo e sperando che la sua nuova 'padrona' non le rivolgesse mai uno sguardo del genere.



C.O:- Nico Robin, ahahah... non mi dire che è tutto vero? Ahahah... non ci posso credere, hai... hai perso davvero la voce? Pfp, non posso credere che una tale disgrazia sia successa a te... ahahah.-  。・゚゚・(๑≧∇≦))・゚゚・。       




L'uomo in questione sembrava un adolescente per quando si comportava come tale, e le parole mescolate con le sue forti risate di certo non miglioravano il cattivo umore della ragazza, che anche se sul viso non trasferiva nessun sentimento, le sue mani si chiusero in due pugni serrati tra loro mal celando la furia che stava ribollendo dentro l'ereditiera, mentre l'ambasciatore continuava con le sue risate.

Con una mossa fulminea, Nico Robin scrisse un'altra frase e capovolse la carta per far sì che il conte potesse leggere il secondo messaggio della figliastra.


N.R: - "Quando avrai finito di ridere, sarei molto curiosa di sapere perché mi stavi cercando." - ≖̥ ≖͞     


Dritta come il suo stile, Nico Robin a volte sapeva come far smuovere i nervi del patrigno anche con piccole e semplici frasi. L'uomo in questione si irritò quando lesse il messaggio di lei, e raddrizzandosi e ricomponendosi la giacca, fece finta che non fosse successo nulla. Incrociando lo sguardo con la sua interlocutrice, disse solamente: ಠ=ಠꐦ     


C.O: - Ah già, prima che me lo dimentichi, in questi giorni sarò coinvolto con alcuni delegati con cui dovrò trattare direttamente per il trattato di pace, quindi non ci vedremo nei corridoi. -  (¬ - ¬)



Nico Robin si limitò ad alzare un sopracciglio da quanto si ricordava; fino a pochi giorni prima, non usciva dal suo appartamento a causa delle tensioni create da lady Ines e dai vari oggetti che le venivano lanciati contro la porta. Si limitò a fare un piccolo accenno con il capo. Dopo un attimo di silenzio, i due interlocutori si separarono, e l'anziana donna, vedendo ciò come un segnale, riprese il cammino verso la biblioteca. Questa volta i loro passi erano lenti, quasi pigri, come se avessero tutto il tempo del mondo a loro disposizione.
Per fortuna di Nico Robin, a parte l'incontro con il conte, il suo pellegrinare stava procedendo senza intoppi.
A un certo punto, mentre si stavano avvicinando a una svolta, all'improvviso da essa sbucò a gran velocità una figura minuta che si scontrò contro la figura snella di Nico Robin. Dopo un attimo di esitazione, con la mano destra appoggiata per terra per farsi da sostegno, la ragazza alzò il capo e vide con curiosità un'anziana signora di statura modesta, alta poco più di 80 cm. I suoi capelli bianchi e grigi erano lunghi fino al sedere, tenuti legati da un grosso anello rosso che aggiungeva un tocco distintivo alla sua pettinatura. Le sue orecchie, lunghe e peculiari del suo popolo, aggiungevano un elemento di carattere al suo viso pallido, già molto segnato dal trascorrere degli anni, con profonde rughe che solcavano il suo volto. Le guance, particolarmente segnate dal tempo, penzolavano in modo evidente, conferendo alla sua fisionomia un'aria di saggezza e esperienza. Un'immensa macchia marrone scuro si trovava sulla sua guancia sinistra, come un segno distintivo. Indossava una tunica tradizionale dei suoi antenati maghi, di un vivido colore rosso fuoco, che accentuava la sua statura minuscola.
Anche la donna in questione era frastornata dalla botta ricevuta per essersi scontrata contro Nico Robin, ma dopo un attimo di stordimento, entrambe le donne incrociarono contemporaneamente lo sguardo e, dopo un sussulto, il tempo sembrò fermarsi per loro. Nico Robin sentiva dentro di sé che qualcosa si era mosso, la sua lupa interiore era in massima allerta, ma non sapeva se fosse un bene o un male. Tra loro due si era creata una certa sintonia, ma non volendo riflettere a lungo, dopo essersi rialzata, Nico Robin si piegò il busto davanti e, dopo aver allungato la mano sinistra, regalò alla donna anziana un sorriso genuino. Inizialmente la donna cyniclon era rimasta scettica per l'aiuto offerto dalla giovane umana, ma alla fine, dopo un lungo esitamento, accettò di offrire la sua mano alla ragazza. Nico Robin, con delicatezza, l'aiutò a rialzarsi e, tenendole ancora la mano per qualche secondo per istinto, la giovane ereditiera strinse con delicatezza la mano rugosa dell'anziana cyniclon. In tutto ciò, la serva che era rimasta in silenzio spalancò leggermente la bocca, scioccata mentre assisteva allo strano scambio tra le due donne.
Con una certa esitazione, entrambe lasciarono andare molto lentamente le loro mani e, con un silenzio imbarazzante, si limitarono a scambiarsi gli sguardi tra loro. Nico Robin fece un passo indietro per dare una certa distanza alla nuova arrivata, per non farla sentire a disagio per la sua presenza.


?: - Noto che sono vere le voci che nel palazzo principale ci sono due umani... - ᓀ ᓂ  



Fu l'unica frase che disse la donna, ma non tono non era dispreggiativo, i suoi occhi raccontavano una lunga vita vissuta e molta saggezza da raccontare; e Nico Robin lo vide molto chiaramente e dal momento che la voce non le era ritornata si mise di lato e con un gesto elegante con il braccio sinistro allungò verso la direzione del corridioio per sottolineare che il passaggio era libero. La donna intuendo quello che stava cercando di dirle le fece un piccolo cenno col capo come un ringraziamento silenzioso, e dopo aver stretto con la mano destra il suo lungo bastone proseguì con passi lenti il suo pellegrinare.
La serva con cautela si avvicinò alla sua nuova " padrona" e tirandole i lembi della sua lunga giacca attirò su di sé l'attenzione della ragazza che proseguendo non si accorsero che la donna che si era scontrata prima a un certo punto si era appostata di lato e con il capo era rivolto verso le due arrivate, per lo specifico il suo sguardo era rivolto verso Nico Robin e i suoi occhi non si staccarono verso la sua figura fino a quando le due donne non svoltarono l'angolo, un sospiro le uscì dalle sue sottili labbra e dopo qualche secondo di riflessione anche ella riprese il suo cammino.
Dopo qualche minuto sia Nico Robin che la sua " serva" arrivarono davanti alle  porte della bibblioteca, e con piccoli passi l'anziana donna bussò alla porta e dopo che una voce maschile che le dava il permesso di entrare dopo qualche secondo le porte si aprirono per una seconda volta e la serva fece entrare Nico Robin si ritrovò nella stessa bibblioteca che qualche giorno prima fu salvata dal suo bodyguardan dal lupo, una piccola smorfia le dipinse le sue labbra al ricordo di quel spiacevolissimo evento e tale smorfia non passò inosservato allo sguardo attento del giovane soldato.
Stavolta il giovane si presenta con una larga tuta morbidamente drappeggiata su di lui di colore viola cupo e una fascia azzurra che gli cinge la vita, le babbucce sostituivano gli stivali che era solito presentarsi al cospetto della ragazza, anche il mantello era svanito forse voleva essere più comodo suppose la nuova arrivata. Alle spalle della ereditiera la serva ricevette un ordine silenzioso e dopo l'inchino l'asciò i due giovani da soli chiudendo le porte alle loro spalle.
Il gesto della mano, il soldato invitò la sua ospite a sedersi nella poltrona. Il camino acceso rallegrava la stanza e, a parte lo scoppiettio della legna messa ad ardere, il fuoco era l'unico suono udibile. Inizialmente, Nico Robin era restia a sedersi vicino a lui. Nuovamente i suoi sensi di lupo si erano messi in allerta, le sue membra si contorcevano come mai prima d'ora, e le sue condizioni fisiche in quel momento non le lasciavano molti angoli di manovra. Con passi lenti e a fatica, quasi del tutto celata, Nico Robin prese posto nel lato opposto del suo guardiano.
Mentre i due occupanti si limitavano a stare seduti alle due estremità della poltrona, Nico Robin rifletteva, domandandosi perché la sua guardia del corpo l'avesse fatta chiamare. E mentre rifletteva, provava una brutta sensazione per il fatto di essere nella stessa stanza con lui. Il ragazzo in questione si limitava a leggere un libro preso da uno degli scaffali della vasta biblioteca e ogni tanto, con la coda dell'occhio, posava lo sguardo sulla figura della sua protetta. Forse stava valutando il comportamento della ragazza seduta di lato a sé, e di questo non c'era dubbio, ma ancora non aveva aperto bocca e il tempo passava molto lentamente.
A un certo punto, forse lui prese per primo la parola, quando vide che la sua ospite non prendeva alcuna iniziativa per dialogare con lui.


?: - Sono sicuro che siete curiosa di sapere perché vi abbia fatta venire qui, in questa biblioteca che il palazzo dove voi e l'ambasciatore siete ospiti, sia una delle più vaste biblioteche del nostro territorio. Ho pensato che fosse il posto adatto per fare due chiacchiere con voi. - ᓀ ᓂ  


Nico Robin si limitò ad ascoltarlo mentre i suoi occhi non si staccavano dagli occhi del suo ospitante. Allora, la ragazza con il suo pezzo di carta iniziò a trascrivere un breve messaggio come sua risposta:


N.R:-"Sono sicura che voi volete sapere se ho avuto altri incontri con lady Ines dall'ultima volta che ci siamo visti."- 


Il soldato era concentrato a leggere il messaggio della ragazza che, a un certo punto, le sopra ciglia si alzarono leggermente come se stessero cercando di trasformare la smorfia in un piccolo sorriso. Dopo essersi alzato dalla sua postazione, si spostò verso la libreria dell'immensa biblioteca per posare il libro che stava leggendo prima dell'arrivo di Nico Robin.


?: - Noto che siete una ragazza molto sveglia. In parte avete ragione. Come vostro guardiano, ho il compito di tutelarvi da ogni pericolo che vi minacci... Allo stesso tempo, vi ho fatta chiamare perché credo che voi avreste apprezzato molto la mia condivisione di un messaggio che mi è stato inviato da pochi giorni dal vostro guaritore, Anthus. - ᓀ ᓂ  


A queste parole attirarono l'attenzione di Nico Robin, che girò il capo verso la sua destra dove il militare stava ancora in piedi, tenendo nella mano destra una pergamena. Avvicinandosi alla ragazza, le consegnò il documento avvolto nella pergamena. Nico Robin, sulle prime, rimase esitante; ma poco dopo prese anche lei il documento e, sciogliendo il nodo che lo avvolgeva, vide che il sigillo era già stato rotto, e dedusse che il suo "guardiano" lo avesse già letto prima.


?: - Come potete vedere, il messaggio è da parte di Anthus. Dice che sta bene, e che nel luogo dove si trova è segreto, ma che per il momento non può spostarsi, non prima che le rivolte non si saranno calmate del tutto... -


E mentre la narrazione del ragazzo proseguiva, lui si era nuovamente spostato alla ricerca di un altro libro che potesse stimolare la sua curiosità. Alle sue spalle, Nico Robin teneva la pergamena aperta e i suoi occhi si muovevano a una velocità assurda; la strana calligrafia dell'anziano, per quanto uomo di semplici origini, era impeccabile e anche ordinata.


?: - ... il peggio è che ora si è aggiunta la minaccia della creatura, e dal momento che è un segreto fino a quando quelli del consiglio non prenderanno una decisione definitiva, noi saremo cauti su come muoverci. -



Disse distrattamente l'interlocutore della giovane ereditiera, mentre proseguiva la sua ricerca del nuovo libro. Il ragazzo non si accorse dell'enorme bomba che aveva appena sganciato. Quest'ultima parte aveva attirato l'attenzione di Nico Robin, che con uno scatto del capo si girò nuovamente verso il militare. Ma quando alla fine del suo discorso si voltò, vide uno sguardo di Nico Robin verso di lui, sotto shock, e i suoi occhi spalancati. Con passi felpati, si avvicinò alla ragazza e, sedendosi a pochi centimetri da lei, riprese la parola.


?: - Qualche sera fa, in un accampamento poco distante dalla vecchia base della foresta dove eravate collocata, i cani-chimera hanno percepito una presenza che si stava aggirando nei dintorni, e questo li stava infastidendo parecchio. Per questo hanno dato una caccia spietata alla cosa... - ᓀ ᓂ  



Il capo di Nico Robin si inclinò davanti e i pugni si strinsero ancora più fortemente appoggiati sulle sue ginocchia e un silenzio ghiacciante avevo preso possesso dentro di lei. Una immensa voragine stava precocemente allargandosi dentro l'animo della licantropa. Il cuore le palpitava a mille, lei non si ricordava nulla sé non dei fugaci ricordi sotto forma di flash back. La ereditiera temeva che man mano il racconto del suo bodyguardan proseguiva avrebbe svelato alla ragazza qualche retroscena con dei esiti disastrosi.
A sua insaputa, il cyniclon osservava la reazione della sua protetta, e vedendola gli sembrava una statua di ghiacco e pur non conoscendo bene i comportamenti standart degli umani, vide che era chiaro come il sole che l'accompagnatrice dell'ambasciatore fosse scossa dal racconto superficiale che lui aveva appena narrato. ᓀ ᓂ  


?:- Non dovreste preoccuparvi, finché siete quì al palazzo principale sotto la mia diretta protezione nulla vi capiterà. E per quando riguarda la " cosa"....beh!...se ne occuperanno le squadre di ricerca, a quando pare si dice che la bestia abbia causato un grande scalpore per la sua improvvisa apparizione di quella sera.- ᓀ ᓂ  


Nico Robin girò il capo verso il suo interlocutore facendo in modo che lui potesse vedere lo sguardo sconvolto di lei e il viso pallido come un fantasma, ma con un sopraciglio rialzato come unico segno che dimostrava una certa emozione astratta del militare, quest'ultimo si rialzò e riprendendosi la pergamenta dalle mani di Nico Robin e con questo indicò la fine della riunione tra i due.
Con passi lenti ma rigidi, Nico Robin non aggiunse altro, grata che il colloquio con il suo bodyguardan fosse finito. Nella sua testa frullavano tutte le informazioni che aveva appena assorbito, e con il silenzio di un condannato al patibolo riuscì con una certa fatica a uscire dalla stanza, e chiudendosi le grandi porte della bibblioteche si lasciò andare scivolando con laschiena a contatto delle fredde superfici delle porte.
Anche con il problema della sua gola non risolto del tutto, Nico Robin stessa non avrebbe potuto tirare fuori nessuna parola che potesse esserle d'aiuto. La sua "serva", che era rimasta per tutto questo tempo fuori ad aspettarla, esitava su come procedere. Ma vedendo per la prima volta la sua "padrona" scossa e non nella sua classica compostezza a cui era abituata, la donna cyniclon non seppe come comportarsi riguardo alla ragazza. Per fortuna, non dovette muovere nessun muscolo, perché Nico Robin si rialzò a fatica. Asciugandosi le due poche lacrime che le erano sfuggite, si ricompose e con un cenno silenzioso fece intuire alla donna di riaccompagnarla nelle sue stanze.
All'interno della biblioteca, le cose erano cambiate dal momento in cui Nico Robin chiuse le porte alle sue spalle. La giovane ereditiera, nel suo stato d'animo, non si era accorta dello scambio di espressione del militare. Alle sue spalle, il ragazzo di botto cambiò umore: da noia divenne freddo come l'acciaio, i suoi occhi castani sembravano trasformarsi in due pezzi di ghiaccio. ≖̥ ≖͞     
Il militare stesso, alle spalle della ragazza, subì un mutamento repentino che non venne percepito dalla sua protetta. Nico Robin non poteva immaginarsi che al posto del suo bodyguard ci fosse un'altra persona con le sue stesse caratteristiche fisiche, ma allo stesso tempo sembrava un'altra persona. Quando le porte della biblioteca si chiusero, lo sguardo freddo del cyniclon non si spostò neanche di un millimetro da dove era uscita la ragazza. Con uno schiocco di dita, i due chimeri, detti "gemelli", si materializzarono dietro il loro invocatore e attesero i suoi ordini.



?: - Tenetela d'occhio, non mi convince affatto il suo comportamento, è molto sospetto. Se notate o sentite qualcosa di vagamente strano, riferitelo a me il prima possibile, e accertatevi di non essere visti dalla ragazza. Sospetto anche che molto presto la nostra cara lady Ines non tarderà a farle visita. - ≖̥ ≖͞     


Con questi ordini appena dati con tono freddo, i due chimere fecero un inchino e un secondo dopo svanirono nel nulla, per soddisfare gli ordini che il loro padrone aveva appena dato loro di eseguire.




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I raggi solari riuscirono a penetrare attraverso le chiome degli alberi, uno dei quali era diventato il rifugio temporaneo di nove piccoli licantropi. Ognuno di loro, trasformati da lupi, si erano nascosti sotto le grandi radici dell'albero che aveva dato loro riparo dal giorno in cui si erano accidentalmente teletrasportati in una foresta sconosciuta. Gli odori non erano familiari e, con l'avvicinarsi della notte, i piccoli esploratori si spostarono con molta cautela verso una sistemazione temporanea che trovarono sotto le radici del grande albero, che si erano ramificate fuori dal terreno. I piccoli licantropi non si fecero attendere due volte prima di intanarsi dentro.
Un raggio di sole si posò sopra il musetto di uno dei piccoli lupetti. Una di loro, sentendosi infastidita mentre era ancora nel mondo dei sogni, si svegliò e con gli occhi ancora semi-chiusi fece fatica ad abituarsi alla luce del giorno. Con le orecchie udì delle voci a poca distanza e, avvicinandosi, si accorse che Momoka e Joshua, nelle loro vesti umane, stavano avendo una loro ennesima discussione accesa.


J: - ...se non ti fossi intromessa come al solito, a quest'ora saremmo nelle nostre case con le nostre famiglie. - (益●Д●)ノ゙      
 

Disse con voce alterata Joshua, dando la colpa della loro situazione disastrosa alla piccola Momoka. Quest'ultima non ci stava, secondo lei la vera causa della loro disgrazia era tutta colpa di Joshua.


Mo: - Non è vero!... È tutta colpa tua!... Se tu non avessi insistito ad avere quella strana collana, non si sarebbe attivato il suo strano potere e saremmo rimasti al nostro posto. -  ☜(`o´)


Ribatté la piccola. Non le andava giù che Joshua le desse tutta la colpa per la storia della collana, ma il bambino non sembrava pensarla come lei. Non ebbe modo di continuare il suo dibattito con Momoka perché vennero presi alla sprovvista dalla nuova arrivata.


S: - Joshua? Momoka? Cosa state facendo lì? Non dovreste allontanarvi dal resto del gruppo, non sappiamo dove ci troviamo. - ( •́ω•̀ )



Sarah era confusa. Anche in un momento come questo, quando tutti loro dovrebbero stare uniti per trovare una soluzione, quei due testoni non facevano altro che litigare. Entrambi, presi in castagna della loro compagna di sventure, abbassarono i loro capi arrossati, sapendo che Sarah aveva ragione. Non potevano continuare così. Tutti loro saltarono la cena e decisero di fare qualche giro di perlustrazione nella foresta sconosciuta per cercare qualcosa di commestibile, sperando che la fortuna fosse dalla loro parte.


J:- Scusaci tanto Sarah, hai perfettamete ragione...- ( – ///︿/// –  ꐦ;)   


Mo: - Già, ci siamo comportati come degli sciocchi. Dovremmo collaborare invece di perdere tempo a litigare come bambini piccoli. - ~(°//^//°)~



Entrambi si scambiarono un fugace sguardo con la coda dell'occhio, prima di rivolgere la loro attenzione alla terza arrivata. Improvvisamente, tutti e tre udirono dei rumori strani poco distanti da loro. In quel momento, dentro di loro si accese una scintilla di speranza: forse non erano così lontani da casa. Forse la strana collana li aveva trasferiti non molto lontano dalla dimora di Cheveyo. Momoka e Joshua si trasformarono in lupi e in sieme a Sarah già trasformata si diressero nella direzione dei rumori. Quando si avvicinarono al luogo della fonte, udirono dei passi.
I tre piccoli licantropi si nascosero tra i cespugli e, silenziosamente, spiavano i nuovi arrivati. La loro scarsa visuale non permetteva loro di capire chi fossero. Dai passi, intuirono che fossero più di tre persone, ma i sussurri non permettevano di capire di che lingua parlassero i nuovi arrivati.
Nascosti tra i cespugli, i tre lupetti videro un gruppo di otto adulti Cyniclons. I loro occhi si spalancarono alla scoperta di non essere più in America, ma dall'altra parte del mondo, sul suolo degli alieni. A questa consapevolezza, i bambini tremarono fortemente e le prime lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi di Sarah. Momoka, notando le lacrime di Sarah mentre Joshua era distratto a tenere sotto controllo i nuovi arrivati,  Momoka regalò all'amica un piccolo sorriso come per consolarla, Sarah apprezzò moltissimo il gesto gentile dell'amica.


?: - Giuro di aver sentito dei rumori provenire da questa parte. -  (・ิ.・ั)        


Disse un cyniclon. Dal suo abbigliamento sembrava un contadino, con vestiti vecchi e logori strappati ai bordi del mantello. Sia i pantaloni che la camicia erano rattoppati alla meglio. Gli altri Cyniclons sembravano essere nelle stesse condizioni del primo, e con le teste si giravano da ogni parte per cercare tracce di movimenti sospetti.


??: - Sei sicuro di ciò che dici? Oggi abbiamo preso un giorno libero per cercare le tracce di quella "cosa" che ha attaccato i cani-chimera qualche giorno fa. Quindi sbrigiamoci a posizionare le trappole e poi torniamo tutti alle nostre case. -  ( ・ิ_・ิ)  


Il secondo Cyniclon sembrava essere più anziano del  suo interlocutore, anch'egli indossava stracci e aveva delle bende malconce avvolte sotto i piedi scalzi. Teneva una borsa a tracolla da cui estrasse uno strano strumento cyniclon. L'oggetto in questione venne montato a terra a poca distanza dal nascondiglio dei tre lupetti, che osservavano mortalmente silenziosi lo strano dialogo tra gli adulti Cyniclon. Erano parecchio incuriositi dalla dinamica della "cosa" che aveva attaccato quei cani-chimera, ma intelligentemente si tennero per sé le domande che frullavano nelle loro giovani menti.


?: - Ecco fatto. Adesso non ci resta che attendere. Se quella "cosa" osa presentarsi in questa zona, la trappola scatterà e saremo i primi ad accorrere. -  (^ 皿 ^ ) 


Soddisfatto per il lavoro svolto, l'alieno si rialzò, mentre il resto del gruppo si era sparpagliato nei dintorni per posizionare altre trappole. Un solo Cyniclon era rimasto con l'altro durante il processo di montaggio e, per lo più, rimase in silenzio, ma scettico.


??: - Sei proprio sicuro che questo aggeggio sia adatto a contrastare una bestia del genere? Ho sentito da alcuni soldati, durante il loro giorno libero, che parlavano di una bestia dalle dimensioni enormi ma anche magnifica nel suo aspetto. Si mormora tra i soldati che il consiglio dei saggi si riunirà presto per decidere come monitorare questa nuova minaccia. - (¬ - ¬)


L'altro Cyniclon, scettico rispetto a ciò che il ragazzo gli aveva detto, era un giovane di circa vent'anni, bello e dall'aspetto giovane con capelli mossi e biondi. I suoi occhi dorati lo rendevano molto attraente per le giovani Cyniclons del loro villaggio. Era conosciuto con il nome di Rynn, ma anche per la sua saggezza nonostante la giovane età. Era l'orgoglio della sua numerosa famiglia, e tutti nel villaggio puntavano molto sulle sue caratteristiche, poiché sarebbe stato il più giovane ad entrare nella cerchia dei saggi del consiglio. Il Cyniclon più anziano lo sapeva bene, poiché entrambi provenivano dallo stesso villaggio e si conoscevano da molto tempo.


???: - Ragazzo! Sei ancora giovane e non hai avuto modo di viaggiare al di fuori delle quattro mura che separano il nostro villaggio dal resto del territorio dei Cyniclons. Devi assimilare le esperienze degli adulti, e sono sicuro che il mio macchinario farà il suo dovere in modo eccellente. Adesso raggiungiamo gli altri per piazzare altre trappole il più possibile, e poi devi venire a cena da me. Mia moglie sarebbe molto contenta di averti tra noi.-  ^^


R: - Signore, sarei molto lusingato, ma credo che io sarei di intral-cio. -  (>^~^;)>   
  


Blaterò il giovane mentre veniva trascinato dall'adulto verso il resto del loro gruppo. Mentre quest'ultimi si allontanavano, non si accorsero di aver lasciato indietro la borsa del contadino più anziano.
I bambini attesero alcuni minuti prima di tirare le loro teste fuori dai cespugli che fino a quel momento avevano fatto da riparo. Joshua, nelle vesti di lupo, annusava per terra per immagazzinare per bene gli odori dei Cyniclons che erano appena andati via, mentre le due lupette, incuriosite dalla borsa lasciata dall'uomo, annusarono per benino lo strano oggetto che si trovava nel suo interno. Entrambe si scansarono storcendo il naso per il cattivo odore pungente che avevano appena sentito. Dopo questo sgradevole incidente, la borsa non fu più il loro oggetto di interesse. Anche loro, come il compagno, si misero ad annusare nei paraggi e scontrarono altri casi simili di odore pungente di prima. Con la telepatia, Sarah comunicò la cosa agli altri due, e scodinzolando, i tre lupetti si avvicinarono a uno strano mucchio di foglie che erano accatastate in modo poco naturale. Joshua, con una delle sue zampette con delicatezza e un certo timore, spostò alcune delle foglie e tra esse videro uno strano aggeggio, che dalla sua forma ricordava vagamente una trappola per orsi ma con alcuni strani fili attaccati alla trappola.


Mo: - Joshua, non ti pare una trappola per orsi?...Pensi che anche qui, nel territorio dei Cyniclons, ce ne siano? - (つ≧﹏≦)つ     



Domandò con un filo di voce Momoka; era spaventata all'idea che oltre a stare attenti ai Cyniclons, il loro gruppo dovesse tenere gli occhi aperti anche per eventuali orsi. Erano ancora troppo giovani per poter sperare di uscirne vivi da uno scontro con un grande orso. Anche Sarah tremava dalla paura che una dinamica del genere potesse accadere.


J: - Momoka, non penso... A me sembra una trappola non per gli orsi. Di certo, ti ricordi che le trappole per orsi non sono diverse da questa cosa? Non hanno dei strani fili attaccati a esse. E poi, perché sono state modificate? Per quanto ne so, i Cyniclons hanno dei mostri a loro disposizione chiamati... mi sembra che vengano chiamati chimere o roba simile. - (•́ _ •̀ )      



Joshua, anche se la sua conoscenza sugli alieni era scarsa, nel suo piccolo fece un tentativo di rincuorare le sue due amiche. Anche lui era spaventato all'idea di imbattersi in un orso, ma cercava di non farlo vedere alle altre per non mettersi in ridicolo ai loro occhi.


S: - Io credo che dovremmo andare dai nostri amici e raccontare loro delle ultime novità che abbiamo appena appreso. Dovremmo fare molta attenzione d'ora in avanti; forse con più teste riusciremo a escogitare un piano migliore. -  ^^



Propose Sarah, ma entrambi non sentendo la risposta di Momoka si voltarono e, non vedendola, si spaventarono. Usando la telepatia congiunta, provarono a chiamarla.


S/J: - MOMOKAAA, DOVE SEI? - /(ⓛДⓛ)\       
 

Mo: - SONO QUI. Non c'è bisogno di urlare con la telepatia, sono a pochi metri da voi... Venite, ho trovato qualche traccia di odore importante. -  •̀ •́ ╬


Entrambi, seguendo l'odore lasciato dalla loro amica, si diressero verso di lei. Trovandola seduta per terra, si avvicinarono con la curiosità dipinta nei loro musetti di lupi.


S: - Momoka, ci hai fatto prendere uno spavento. Ti prego, non farlo mai più. -  (≧∧≦)۶           


Piagnucolò Sarah, e con un impeto si strusciò contro Momoka, come per avere la certezza di impregnare il suo odore sull'amica. Momoka ricambiò il gesto affettuoso, e in tutto questo Joshua, scocciato, era seduto in disparte, aspettando che le due amiche finissero di fare le loro carinerie tra loro.
Ad un tratto, il suo naso di lupo percepì uno strano odore, sconosciuto ma allo stesso tempo familiare. Senza volerlo, ebbe una improvvisa frenesia: la sua coda scodinzolava senza fermarsi, attirando l'attenzione delle altre due lupette.



S: - "Joshua, perché stai scodinzolando così?" - (・༚・) ??

  


J: - "Sarah, non senti anche tu un odore meraviglioso? Forse siamo salvi..." -\(≧ω≦)/


La risposta incompita di Joshua lasciò una Sarah confusa, e fu Momoka a dare la risposta alla frenesia del loro amico:


Mo: - "Sarah, veramente non senti un odore meraviglioso? Quando l'ho sentito per la prima volta, non ci credevo che avrei sentito uno in questa zona della foresta." -  (・༚・) ??


Anche Momoka era confusa: come poteva la sua amica Sarah non sentirlo? Tale confusione aveva creato un certo imbarazzo su Sarah, che con le guance arrossate e con un certo imbarazzo disse:



S: - "In verità, ieri quando siamo andati a cercare un riparo per passare la notte, ha piovuto e credo di essermi presa un bel raffreddore perché non sento niente."- ヽ(^◇^*)/      



Mo: - "Mi dispiace molto, Sarah. Avrei dovuto accorgermene. Spero solo che ti rimetterai presto. Ma non preoccuparti, a parte il meraviglioso odore, c'è un'altra cosa che voglio mostrare a te e a Joshua. Venite."- (つ﹏⊂)


Detto ciò, si spostò e con questa mossa permise a Sarah e a Joshua, che si era avvicinato all'amica, di sgranare gli occhi quando videro un'orma. Ma non un'orma qualsiasi, un'orma di un lupo adulto, nello specifico di un licantropo. E questo spiegava l'urgenza di Momoka di farli vedere quello che aveva trovato e perché Joshua stava facendo le feste così all'improvviso.
Dopo poco tempo che tutto il loro gruppo si era trasferito nel suolo a loro sconosciuto, finalmente le loro speranze si erano accese. Il fatto che, da quello che poterono vedere, supposero che l'orma della misteriosa lupa (l'odore sentito da Momoka e da Joshua aveva rivelato che l'orma apparteneva a una femmina di licantropo) e che la traccia lasciata fosse fresca. Lei non doveva essere molto lontana e l'odore in questione era molto forte, confermando così le loro speranze.
I tre piccoli esploratori erano contenti. Saltarono dalla gioia e addirittura Joshua ululò di gioia. L'ululato venne interrotto bruscamente da Momoka e Sarah, che senza avvisarlo, gli saltarono addosso e con le loro minuscole zampette gli tapparono la bocca. Inviperito per questo attacco, cercava di dimenarsi dalla presa ferrea e con rabbia si sfogò contro le due congiurate tramite telepatia.


J: - "MA CHE COSA STATE FACENDO?... SIETE FUORI DI TESTA! PERCHÉ MI AVETE ATTACCATO SENZA MOTIVO?"-  (◣ 皿 ◢ ╬)        
 


Mo: - "SCEMO CHE NON SEI ALTRO! Siamo nel suolo a noi sconosciuto e il tuo ululato non ci aiuta a passare sotto il radar dei Cyniclons, come pensi di fare?"- •̀ •́ ╬



Gli rispose per le rime Momoka, che inviperita com'era, non voleva saperne di lasciare la presa sull'amico casinista. Anche Sarah sembrava pensarla alla stessa maniera dell'amica, che prendeva la parola per fare la lavata di capo a Joshua.


S: - "Momoka ha proprio ragione. Quelli lì possono tornare in qualsiasi momento e scoprirci. Non hai forse fatto due più due che la "cosa" di cui stavano parlando potrebbe essere la licantropa che ha lasciato il suo odore? Ci vuoi cacciare nei guai ancora prima di parlare con i nostri amici. Vergognati, Joshua."-   ∠(•̀ •́ ╬)ノ゙゙     


Detto ciò, entrambe contemporaneamente lasciarono la loro presa e spostandosi permisero al lupetto di scuotersi dalla terra che si era accumulata al momento dell'atterraggio da parte di Momoka e Sarah. Joshua lanciò una frecciatina alle due amiche, che a loro volta Momoka gli fece la linguaccia.
D'accordo, decisero di tornare di fretta e furia alla loro "base" e raccontare le novità al resto del gruppo. Mentre passavano vicino all'albero dove avevano precedentemente scoperto la strana trappola per orsi modificata, per dispetto Joshua, quando le due amiche passarono avanti, il piccolo girò il capo per accertarsi di essere solo, si avvicinò alla trappola, alzò la zampetta posteriore e con un gesto da veri campioni urinò sulla trappola.
Sentendosi in qualche modo di aver "vendicato" per la lupa misteriosa, con fare da regina del dramma, alzò il capo con finta spavalderia e, sempre con le zampette posteriori, scostò un po' di terra verso la trappola appena "battezzata". Con velocità si diresse verso la direzione presa da Sarah e Momoka. In tutto questo, fu visto in disparte dal ragazzo Rynn, che era stato mandato indietro dagli altri Cyniclons quando si accorsero di aver lasciato la borsa con alcuni attrezzi necessari per fare altri lavori richiesti dal gruppo. Egli era appoggiato su un ramo di un albero che era nei paraggi e vide con sbigottimento tutta la scena. Se non fosse stato per il Lumacofono visuale, quel piccolo dispositivo che aveva registrato la scena, non ci avrebbe creduto.


R: -  (○□○)       
 

Come già annunciato in precedenza, quando i tre amici fecero ritorno alla loro "base", dove il resto del gruppo li attendeva con trepidazione, furono accolti con festa. Quando Josshua, Sarah e Momoka raccontarono del mancato incontro con gli Cyniclons, gli occhi del resto del gruppo si spalancarono per lo shock della notizia appena appresa. Ma non fu nulla in confronto alla reazione quando Momoka raccontò di essere stata la prima a percepire l'odore di una femmina di licantropo e che l'orma lasciata era fresca. In tutto questo, lo raccontò con il petto gonfio di orgoglio, e gli altri lupetti, come fece in precedenza Joshua, gli fecero le feste, fino a quando Sarah li fece ricordare che erano ancora nel suolo dei Cyniclons e quindi nei giorni successivi avrebbero dovuto fare molta attenzione.
Infine, come predetto da Sarah, con più teste architettarono un piccolo piano, semplice ma efficace. Fu votato all'unanimità che, nello stesso giorno, nel pomeriggio, quando gli Cyniclons sarebbero andati; a gruppi si sarebbero sparpagliati per rintracciare le trappole che gli alieni avevano disseminate nella foresta. Allo stesso tempo, avrebbero diffuso i loro odori nella speranza che la licantropa potesse sentirli e intercettarli per soccorrerli.



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ANGOLO AUTRICE:


Riecco Momoka, Sarah e Joshua con i loro piccoli amici che sono finiti in un bel guaio, ma per fortuna sembra che la dea bendata della fortuna si sia rivolta verso di loro. Io voglio soffermarmi su questo capitolo per specificare che io non mi intendo di comportamenti di canini ( lupi compresi); ma dal momento che voglio rendere questo racconto leggibile ho fatto molte ricerche sulle leggende folkloristiche sui lupi mannari, e sui comportamenti su branchi di lupi. 
E voglio confessare che ho trovato molto stimolante mentre facevo queste ricerche, e molti stimoli hanno stuzzicato di molto la mia curiosità che si è trasformata in una fantasia frenetica dove ho potuto trovare altra ispirazione per questo racconto, e non vedo l'ora di farvi leggere le altre idee che mi frullano in questo periodo.


K. j  ❤  











 
   
 
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