"Sei tornato presto" commentò Byron appena sentì la porta di casa aprirsi e richiudersi. E, non appena mise a fuoco la figura dell'altro poggiò, anzi, sarebbe più adeguato dire che scaraventò il libro sul divano su cui era seduto e gli corse incontro.
"Cosa sarebbe quella?" esclamò, il tono che stava già iniziando a perdere la calma usuale, indicando una grossa ferita malamente fasciata sulla mano dell'altro.
"Piccolo??"
"Ma sì, stavamo sperimentando dei laser..."
"Laser??"
"La pianti di ripetere a pappagallo?" replicò Faker bruscamente e Byron rimase in silenzio, sebbene il suo pallore esprimesse chiaramente il suo stato d'animo.
"Dicevo, stavamo sperimentando dei sistemi di laser da implementare un caso di attacco e uno di questi a quanto pare era mal calibrato nell'angolazione e..." continuò a spiegare inoltrandosi in dettagli tecnici di cui Byron non capiva assolutamente niente finché non alzò una mano per fermare quel profluvio di parole.
"Me la fai medicare o vuoi starmi a spiegare ancora per molto la storia dei laser per uso civile e la loro applicazione, caro il mio genio?" domandò.
Faker strinse le labbra e, rassegnato, seguì l'altro nel bagno, dove l'altro iniziò a svuotare meticolosamente gli armadietti ammucchiando disinfettanti, garze, fiale e cerotti su ogni superficie libera.
"Sei sicuro che serva tutta questa roba?"
"Preferisci forse che te la disinfetti con lo sputo e te la suturi con ago da cucito e lana?" replicò Byron infastidito "E tieni stretta quella benda, non voglio che sanguini sul pavimento."
"Sei disgustoso. E comunque non... ti dava fastidio il sangue?" domandò incerto, osservando l'altro preparare una garza imbevuta di disinfettante.
"Saresti stupito dal sapere quante cose fa passare il crescere un ragazzino vivace come Thomas" disse, per poi senza preavviso passarglielo sulla ferita.
Se si aspettava qualche reazione esagerata fu deluso, visto che l'altro si limitò a serrare la mascella e a mormorare qualcosa tra i denti, ma che di certo non suonava come una lode sperticata al suo infermiere improvvisato.
"Su su, non essere così drammatico, è solo perossido di idrogeno."
"Senti chi parla, quello che fino a un attimo fa stava sbiancando come se in mano avessi uno scorpione velenoso."
Byron ingoiò una protesta, limitandosi a continuare a pulirgli la ferita al meglio delle sue abilità e sorridendo sardonicamente quando Faker emise un lamento soffocato.
"Dannazione, ma perché non sono andato al pronto soccorso..." mugugnò.
"Forse perché ti fidi di più del tuo infermiere personale?" replicò con un'aria angelica e un sorriso da schiaffi.
"Vaffanculo, Byron."
"Ti amo anch'io" disse, mettendogli un cerotto per tenere ferma la garza "E comunque mi devi ancora spiegare chi ha avuto la malsana idea di usare dei laser per una cosa del genere!"
"Io, in realtà."
"...Mi rimangio tutto, sei un idiota".




Angolo Autrice:
Torno dopo tempo immemorabile ad aggiornare questa raccolta e no, non mi sono assolutamente dimenticata di avere questa ed altre fic mezze pronte nei documenti, dimenticate da almeno un anno, no… *va a seppellirsi*
Ricordo che questo e tutti i prompt precedenti sono per la Headcanon Challenge indetta dal forum Siate Curiosi Sempre, se vi piacciono andate a dare un'occhiata!