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Autore: InsurgentMusketeer    23/04/2024    0 recensioni
Che cos'è un Legame?
Vegeta lo sa. Lo sanno tutti i Saiyan: al di sopra di Lord Beerus, del potere di Whis e della volontà di Zeno, esistono delle unioni predestinate che determinano vite, alleanze tra pianeti guerrieri e relazioni fraterne: sono i Legami, di diversa natura e struttura, ma tutti inscindibili, tutti inscalfibili.
Aedon il Saggio, nonno di Elyanor e potente Saiyan capostipite di un ramo di guerrieri tanto leggendari quanto fragili del Pianeta Vegeta, sa a cosa Junior sta andando incontro con la nascita di sua nipote. E gestirlo non sarà una passeggiata.
*Questa storia si inserisce nel filone di "Dragon Ball - NA" appartenente a kamy. Per riunire tutti i pezzi, dagli un occhio!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Piccolo, Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Elly si svegliò quasi di soprassalto, con la sensazione di annegare. Saltò a sedere sul letto morbido della sua stanza, nella più bella posizione del Palazzo del Supremo, con il sole del mattino a vista e le nuvole a disegnare splendide e sconosciute forme attorno a sé. 

Una goccia di sudore le scavò la fronte: 

Ma che diavolo..?

Portò una mano al petto sentendo il cuore pulsare forte, si calmò, cercò di richiamare a sé tutti i ricordi notturni. Socchiuse gli occhi, si concentrò: c'era Junior. 

Erano proprio lì, al Palazzo. 

Secondo me non sai baciare!

Poi subito dopo nella camera gravitazionale di Vegeta. 

È sbagliato, 
sussurrava , Junior sulle sue labbra. 

Lo so
rispondeva lei. 

Un colpo allo stomaco travolse Elly che si lasciò cadere all'indietro sul letto, tra i mille morbidi cuscini. Fissò il soffitto, i suoi occhi divennero tristemente liquidi. 

Era solo un sogno, 
pensò malinconicamente. 

Sospirò, scese dal letto, andò in bagno, si guardò nello specchio e scosse la testa, passandosi la lingua sul labbro inferiore, esattamente lì dove riusciva a sentire ancora le labbra di Junior, quel bacio che sembrava così maledettamente reale. 

Ci strofinò sopra il pollice, fece un mezzo sorriso, sentì uno sfarfallìo all'altezza dello stomaco. 

Sarebbe stato bello
pensò. 

Qualche ora dopo raggiunse la Capsule Corporation. Non vedeva Junior da due giorni e lo cercò in lungo e in largo. 

"Ciao, Bulma!" esclamò facendo capolino nell'ufficio della scienziata. 

"Ciao, tesoro!" cinguettò la Briefs, "hai pranzato?"

"Sì", rispose Elly, "a dire il vero, ehm.. Io cercavo Junior. Lo hai visto?"

Bulma annuì: 

"L'ho intravisto al fiume. Prova lì, non credo si sia spostato."

Elly eseguì e, in effetti, percepì l'aura potente e brillante di Junior intercettando il namecciano in piedi, di fronte al fiume. Le dava le spalle, ma proprio mentre la ragazza sorrideva, lui si voltava verso di lei percependo la sua presenza. 

Junior avvertì un profondo vuoto allo stomaco guardando la ragazza. Sapeva che aveva già dimenticato ogni cosa. 

Qualcosa dentro di lui si mosse in una direzione mai provata prima: il risentimento nei confronti di Aedon. Era sempre stato molto affezionato al Saggio, lo aveva trattato come il padre che non aveva mai avuto; ma in quell'occasione non riusciva non odiarlo. Gli aveva tolto qualcosa di inestimabile. Junior percepiva l'intervento di Aedon sulla memoria di Elly come un'intromissione nel Legame, qualcosa che per lui rappresentava una inaccettabile invasione dei suoi spazi vitali. 

Sciolse le braccia dal petto e fece un mezzo sorriso: 

"Ciao", disse salutando Elly. 

"Ehi", rispose allegramente la ragazza, "ti cerco da stamattina. Dove ti eri cacciato?"

"Allenamento mentale", mentì, "ho preferito allontanarmi un po'."

Elly piegò la testa da un lato: 

"Hai.. qualcosa di strano. Va tutto bene?"

Junior distolse lo sguardo da lei: 

"Più o meno."

"Vuoi parlarne?"

"È meglio di no."

"D'accordo."

Elly gli afferrò il braccio e si sedette per terra, costringendolo a fare altrettanto. Lo guardò spalancando i grandi occhi azzurri e intrecciò le dita nelle sue, provocando a Junior un brivido gelido lungo la schiena. 

"Stanotte ho fatto un sogno strano", disse. 

A Junior saltò il cuore nel petto: 

"C-cioè?" balbettò. 

"Sicuro che possa dirtelo?"

"Non c'è niente che tu non possa dirmi", rispose Junior con tono malinconico, "ne abbiamo già parlato, piccola."

Elly tremolò: 

"Adoro quando mi chiami piccola."

Junior fece il primo sorriso aperto della giornata, poi Elly riprese arrossendo leggermente: 

"Ho sognato che mi baciavi", sussurrò. 

Junior abbassò lo sguardo sperando che i suoi occhi arrossati sfuggissero ai sensi acuti di Elly: 

"Oh", rispose sperando di sembrare più sorpreso possibile, "davvero?"

Elly annuì cominciando a provare un certo imbarazzo rispetto alla foga con la quale aveva pronunciato la frase precedente. Junior la guardò e le sorrise, scostandole i capelli dalla spalla: 

"E com'era?" le chiese

Elly alzò le spalle: 

"Ti avevo detto che ero sicura che tu non sapessi baciare", rispose allegra, "e tu mi hai baciata per dimostrarmi il contrario."

Junior scoppiò a ridere: 

"Beh, sembra proprio qualcosa che farei io."

Elly rise a sua volta, inondando la mente di Junior con quel suono cristallino: 

"E anche qualcosa che farei io", rispose. 

Rimasero in silenzio per qualche istante, rincorsi soltanto dal fruscìo delle fronde degli alberi e dalle piccole onde increspate del fiume, si guardarono scrutandosi a vicenda, convinti entrambi che quello non fosse stato esattamente un sogno, cercando risposte reciprocamente ma forse consapevoli del fatto che fosse meglio non scavare troppo a fondo, per farsi meno male possibile. 

Junior avvertì improvvisamente una stanchezza metallica invaderlo, si stese sull'erba e chiuse gli occhi, portando le braccia dietro la testa. 

"Sei stanco?" chiese Elly. 

"Molto", rispose Junior, "non ho chiuso occhio, stanotte."

Elly si sentì improvvisamente e inspiegabilmente colpevole, Junior percepì il suo malessere. Si voltò verso di lei e tese un braccio: 

"Non è colpa tua", disse con fare stanco, "forza, vieni qui."

Elly aggrottò la fronte: 

"D-davvero? Posso?"

Junior sospirò: se proprio non poteva toccarla, almeno le avrebbe detto tutto ciò che era necessario dire. 

"Io sono tuo, ragazzina", scandì lentamente senza avere la forza di guardarla, "qualunque cosa questo significhi e a prescindere da cosa possa o non possa accadere tra di noi.. Io e te siamo una persona sola. Non puoi fermare un Legame."

La giovane Saiyan sentì lo stomaco sussultare: Junior aveva davvero pronunciato quelle parole? 

Io sono tuo, ragazzina.

Subito dopo, un turbine di tristezza la travolse: 

"Junior.." cominciò. 

"Dimmi."

"Quando Devil ti ha colpito, io.."

S'interruppe, Junior la guardò intensamente, poi lei si avvicinò a lui e gli poggiò delicatamente la mano sul torace, piacevolmente sorpresa di scoprire quanto fosse armonico il battito del suo cuore: i lineamenti taglienti e profondi di Junior e il suo corpo scolpito creavano un affascinante contrasto con la lentezza di quel battito. Provava, nei confronti di Junior, un'attrazione fisica e mentale incontrollabile, ingestibile, non c'era un solo angolo di quel corpo e di quella mente che non la facesse impazzire, eppure in quel momento si fece largo in lei anche la tenerezza di aver scoperto quanto dolcemente potesse battere il cuore di un guerriero che aveva sacrificato la sua vita per lei. 

Junior sembrò apprezzare le coccole intimidite di Elly, sorrise mentre la mano della ragazza andava su e giù lungo il suo petto e lei se ne accorse, facendo un sorriso a sua volta. 

"Quando Devil ti ha colpito", riprese timidamente Elly, "i-io ho.. Ho detto una.. cosa."

Junior respirò lentamente, la mano di Elly sul suo addome si sollevò e si riabbassò al suo stesso ritmo. 

"Mh-h", rispose Junior poggiando la propria mano su quella di Elly. 

"T-tu..", balbettò lei, "tu hai, ehm.."

"L'ho sentito."

Il cuore di Elly si fermò per un attimo: 

"Da.. Davvero?"

Junior fece un cenno affermativo con la testa: 

"Non l'hai detto ad alta voce", disse, "lo hai pensato. E io l'ho sentito."

Con la sensazione drammatica di aver distrutto ogni cosa, Elly tentò di indietreggiare e scostare la mano dal petto di Junior. Lui però la afferrò e la tenne ferma dov'era. 

"Di cosa hai paura?" le chiese con un tono più duro di quello che avrebbe voluto usare. Gli occhi di Elly si riempirono di lacrime: 

"C-che sia.. Una cosa a senso unico."

Junior fece silenzio e, senza guardarla, la lasciò parlare e la ragazza continuò: 

"Che sia qualcosa che tu non.. Non concepisci. Che non potresti ricambiare. Qualcosa che.. Che potrebbe farmi male fino a distruggermi."

Prese fiato mollando la presa sul ciuffo d'erba che stava martoriando tra le dita, si morse il labbro inferiore. Junior la guardò consapevole di avere davanti l'amore della sua vita e di non poterglielo dire, altrimenti le tappe si sarebbero bruciate e sarebbe stata in pericolo; le parole di Aedon gli risuonarono in testa, la sensazione di odiarlo si fece strada in lui in modo ancora più netto, ma rinvenne prima che il risentimento divenisse più acuto: Aedon voleva solo garantire a lui e ad Elly il giusto tempo. Non aveva intenzione di ignorare o scavalcare il Legame, tutt'altro: rispettava talmente a fondo quell'unione predestinata che non voleva vederla affannare in difficoltà impossibili da gestire. 

Elly era pronta ad avere una relazione con lui, ma non a gestirla. E, sebbene con un peso mortale sul petto, Junior non poteva far altro che accettarlo. 

"Sì, capisco che intendi", le rispose con una freddezza che non gli apparteneva alzandosi in piedi.

"Che.. Che vuol dire?" scattò Elly, col terrore negli occhi all'idea di essersi esposta troppo e di farsi male. 

Junior la guardò e subito distolse lo sguardo: l'astio nei confronti di Aedon si fece subito più acuto. Non riusciva a sopportare il fatto che quello sguardo così sofferente in Elly fosse causa sua. 

"Vuol dire che capisco che intendi", disse bruscamente Junior, "non sono nella posizione di poter aggiungere altro."

Elly si sentì come conficcata da una lama gelata in pieno stomaco. Trattenne il fiato per qualche istante e cercò di nascondere una lacrima che a Junior non sfuggì. La Saiyan fece uno sforzo immane per non singhiozzare e dissimulò con un colpo di tosse, rischiarando la voce. 

"V-va bene", disse con un filo di voce, "m-mi dispiace di essere stata insistente. Vado.. Vado da Bra. Scusami."

Junior la guardò voltargli le spalle e una sensazione di paura rovente s'impadronì di lui. 

No. Non è giusto.

Le afferrò un braccio facendola trasalire, la ragazza si voltò di scatto verso di lui e incrociò i suoi taglienti occhi neri: una lacrima le rigò la guancia e non riuscì più a nasconderla. 

"Perché stai piangendo?" le chiese Junior allentando la presa sul suo polso. 

"N-non sto piangendo", biascicò Elly chinando lo sguardo. Junior sospirò e le sollevò il mento di scatto: 

"Non sopporto quando piangi", le disse con severità, "ti prego, smettila."

"Stavo andando via", rispose bruscamente Elly, "non mi avresti mai vista se non.. Se non mi avessi.."

Esplose in un singhiozzo che spaccò il cuore di Junior. Il namecciano strinse forte un pugno e distolse lo sguardo da Elly, ma la ragazza aveva già cambiato espressione. Aveva ancora le guance e gli occhi arrossati, ma non cadeva più nessuna lacrima dalle sue lunghe ciglia nere. 

"Senti", disse infine con la voce che tremava, "lasciami andare, okay? È solo un momento. Passerà. So che non puoi capire."

Junior fece una risatina isterica: 

"Non posso capire, certo", disse fra i denti. 

Elly lo fulminò con lo sguardo:

"Sarebbe molto più facile se tu ti sforzassi di provare sentimenti esattamente come chiunque altro al mondo. Sarebbe molto più facile anche soltanto parlarti. Ho smesso di pretendere di sapere cosa ti passi per la testa."

"Non parlarmi in questo modo."

"Ti parlo come mi pare. Mi hai seccata. Mi ha seccata che tu sia così sfuggente. Vieni da me, mi guardi in quel modo, ti avvicini in quel modo, poi te ne vai, ritratti tutto. Mi hai seccata, Junior."

"Non ho intenzione di pagare le conseguenze di cose che sono solo nella tua testa."

"Solo nella mia testa? 
Sei.. Sei davvero una persona terribile."

"Mi sto innervosendo", ringhiò Junior, "ti consiglio di non esagerare."

Elly esplose in una risata nervosa: 

"Oh, certo, io vengo qui, mi espongo, parlo di quello che provo, tu mi rispondi "capisco cosa intendi" e io non devo esagerare!"

Elly lo maledisse con tutta se stessa. Junior percepì in lei un odio concentrato, livido, identico a quello che provava lui stesso per Aedon.

Elly lo guardò con gli occhi pieni di rancore e si voltò di nuovo per andarsene, ma Junior la trattenne di nuovo. 

"Che diavolo vuoi, ancora?!" sbraitò la ragazza in preda all'isteria. Poco lontano da lì, Vegeta percepì lo stato d'animo di Elly e la sua aura che cresceva esponenzialmente. Mai come in quel momento si sentì terribilmente in colpa. 

Elly era pronta a sfidare di nuovo Junior: nella sua bocca traboccavano parole cariche di odio che non vedeva l'ora di sfogare contro di lui, sebbene in fondo alla propria anima il solo desiderio che scalpitasse in lei era quello di abbracciarlo e non lasciarlo più. 

Lo guardò con gli occhi blu intrisi nel rossore delle lacrime: 

"Pensi che me ne starò qui ferma a guardarti senza fare niente, mentre fai a pezzi i miei sentimenti?" ruggì ferocemente la ragazza, "sei libero di provare ciò che vuoi, per me, per te stesso o per chiunque altra, ma non osare trattarmi come se.."

Si bloccò immediatamente perché quando Junior ebbe sollevato lo sguardo verso di lei era completamente diverso da prima. Non cera più l'ombra della sfida, del rimprovero, della rigidità. Negli occhi di Junior c'era un velo lucido che Elly si sforzò di decifrare senza riuscirci e la sua espressione era quasi indifesa. 

La Saiyan non fece in tempo ad aggiungere altro che Junior le si avvicinò, affondò la mano tra i suoi capelli e l'abbracciò forte stringendola al petto. Elly trattenne il fiato, lui chiuse gli occhi e appoggiò il mento sui suoi capelli biondi e profumati, senza dire niente.

Poco lontano da lì, Vegeta osservò la scena a braccia conserte sentendo il cuore schiacciato tra le costole, in un rimorso di coscienza che tentò di scacciare senza grandi risultati. 

Nella stretta dolce e protettiva di Junior, Elly sgranò gli occhi, impotente; poggiava entrambe le mani e la guancia sul suo petto, sentendo nitidamente il suo cuore battere più velocemente e il suo respiro calmo restituire un equilibrio a tutto. 

Junior le diede un colpetto sulla testa con il naso, tentando di non farsi inghiottire da ricordi che, ormai, loro due non avevano più in comune, che esistevano soltanto dentro di lui. 

Sentirla urlare in quel modo contro di lui lo aveva distrutto, ma l'aveva lasciata sfogarsi. Dopotutto, se aveva dimenticato quel bacio, era soltanto colpa sua. 

Sentì il cuore accartocciarsi velocemente: 

Non ci sarà mai una possibilità per me e te
pensò malinconico. A distanza, Goku trasalì percependo quel pensiero mentre si allenava. 

No.. No, Junior.

Con l'animo turbato cercò di correre verso di loro, ma la voce di Aedon lo fermò. 

"Lo sai, Goku", disse il Saggio facendo voltare il Son di scatto, "molti dei momenti più belli della nostra vita sono anche i più tristi. Ci sono tratti di malinconia che assumono una bellezza struggente, nonostante la difficoltà del momento."

Goku chiuse gli occhi e abbassò lo sguardo: 

"Elly non ricorda più niente", mormorò, "pensa di aver sognato tutto."

Aedon non rispose e Goku si voltò verso di lui con aria risentita: 

"Ti avevamo pregato di lasciar perdere."

"Il tuo cuore è il più puro che abbia mai incontrato, Goku", ribatté Aedon, "non ti sei mai davvero abituato alla sofferenza."

"Invece sì", rispose Goku, "ma mai a quella gratuita."

Guardò Aedon con risentimento e aggiunse: 

"Avrebbero potuto essere felici."

"Pensi che non lo saranno?"

"Vedo che adesso non lo sono. E mi basta."

Aedon rimase serio e Goku non seppe come interpretare quell'espressione. Il Saggio era sempre stato enigmatico, ma mai così indecifrabile. Per Goku, Aedon aveva rappresentato quanto di più vicino a un padre avesse mai avuto, eppure covava un sentimento di rabbia così intenso da far paura a se stesso. 

"Quante volte la vita ti ha richiesto dei prezzi da pagare, figliolo?" chiese Aedon poggiandogli una mano sulla spalla, "quante volte, tuo malgrado, hai dovuto fidarti del semplice scorrere del tempo?"

Goku non rispose e il Saggio continuò: 

"Il Legame passa, purtroppo, anche attraverso fasi come questa. Elyanor e Junior stanno scoprendo se stessi. Lentamente. Così come dev'essere."

Goku tacque ancora, si sedette per terra incrociando le gambe e Aedon gli accarezzò la testa: 

"Impariamo a lasciare andare, figliolo", lo esortò, "i sacrifici non sono mai fini a se stessi. Quello che oggi semini e che svanisce sotto terra, un giorno germoglierà. E per potersi chinare a raccogliere il fiore più bello, è necessario assumersi il rischio della semina."

Gli occhi di Goku divennero liquidi, sospirò e distolse lo sguardo dalla direzione che portava al fiume. 

Nello stesso momento, Elly si scioglieva ricambiando la stretta di Junior. Chiuse gli occhi e si abbandonò a lui con amore e fiducia, sentendosi al riparo da ogni pericolo del mondo. Regolò il respiro e rimase a lungo tra le sue braccia, inspirando tra la sua battle suit e i suoi pettorali finché Junior non si staccò dolcemente dalla stretta, le portò una mano alla nuca e le parlò sottovoce all'orecchio: 

"Se un giorno ti chiederai ancora se ti amo", disse, "ricordati che conosci la risposta a quella domanda."

Elly rimase immobile con gli occhi gonfi di lacrime a guardare davanti a sé, col fiato sospeso e le mani che tremavano. Junior le si avvicinò e le lasciò un dolce bacio sulla guancia prima di passare oltre. 

Elly si voltò verso di lui appena in tempo per vederlo sparire chissà dove. Si sfiorò la guancia con le dita: 

Secondo me non sai baciare!

Quel sogno era così vivido nella sua mente, così incredibilmente realistico. 

Tuttavia, non bastò. 

Chinò la testa sentendosi completamente sola, scoppiò in lacrime e singhiozzò senza freni, stavolta, perché non c'era nessun altro da ferire nei dintorni se non se stessa. 

Goku si alzò di scatto, guardò Aedon e corse in direzione di Elly. La trovò sull'erba a strofinarsi gli occhi con il braccio, nel tentativo di frenare le lacrime. Goku sospirò ed Elly lo guardò in cerca di risposte che il Son non poteva darle. 

Si limitò a farle un sorriso triste, piegando la testa di lato. Si accucciò di fronte a lei e le ravviò i capelli dietro le orecchie: 

"Ciao, Ultima Stella", la salutò affettuosamente. 

Elly tirò su col naso e ricambiò tristemente il sorriso: 

"Non volevo che mi vedessi così."

"Ti ho vista piangere molte volte."

Elly annuì: 

"Già, ma stavolta è diverso."

Goku fece un sorriso sincero e le sollevò delicatamente il viso portandole le mani sotto il mento: 

"Ti sei innamorata!" disse, "dico bene?"

Il mento di Elly tremò, Goku raccolse in tempo una lacrima in caduta libera lungo la sua guancia.

"Lo sai", le disse Goku sedendosi accanto a lei, "ogni volta che pianti un fiore, seppellisci un seme. Giusto?"

Elly lo guardò con aria interrogativa, sollevò un sopracciglio e Goku continuò: 

"Così, il seme vive al buio, sotto terra. Per settimane, forse mesi. E poi fiorisce, e diventa bellissimo."

"Che.. Che vuoi dire..?"

Goku sorrise lanciando un sassolino nel fiume: 

"Voglio dire che le cose, un giorno, potrebbero sbocciare esattamente come quel fiore. Ma che non c'è niente di male, per una volta, ad essere un seme. Anche se questo può voler dire non riuscire a vedere la luce per un po'."

Elly socchiuse gli occhi gonfi dal pianto: 

"Chi ti ha detto queste cose?"

"Oh, un vecchio amico."

La ragazza sorrise:

"Ti voglio bene, Goku."

Il Son ridacchiò e abbracciò Elly tenendola stretta sulla sua spalla: 

"Ti voglio bene anch'io, Elyanor."

   
 
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