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Autore: StormLight94    25/04/2024    1 recensioni
[Post serie tv Loki, non tiene conto dell'ultimo episodio]
Loki e Sylvie hanno deciso di vivere una nuova linea temporale tutta per loro. Ma le cose non possono andare sempre bene, soprattutto se il passato chiede la resa dei conti.
Dal testo:
« Cosa ci fa quello lì? » domandò guardando Sylvie negli occhi e indicando l'oggetto. « Avevamo detto che non lo avremmo mai più usato. »
« Teoricamente sì, se non fosse che i sensi di colpa ti stanno distruggendo. »
Loki rimase spiazzato. Cosa voleva dire?
« Se continui ad ignorarli presto prenderanno il sopravvento. E finirai per soccombere alla parte più oscura di te. » continuò lei osservandolo attentamente.
Loki si sentì morire. Piuttosto che rivivere tutto quello che aveva passato si sarebbe fatto uccidere da Thanos mille e altre mille volte.
Non era pronto per affrontare tutto di nuovo. Il suo passato stava tornando per chiedergli la resa dei conti e lui non era pronto.
Ma lo sarebbe stato mai?

[Questa storia la trovate anche se wattpad]
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 2
Perso nella mia testa
Ci sono sentimenti irrisolti che mi perseguitano
E' troppo tardi per guarire
Li metterò a riposo
Muse-Ghosts

Parte II Mai più soli


Seduto sul divano Loki attendeva che Ouroboros iniziasse a dire qualcosa. Ormai stava armeggiando con il suo aggeggio elettronico pieno di luci da più di mezz'ora e l'attesa stava diventando a dir poco snervante. Tamburellava con le dita sul bracciolo del divano e con l’altra mano si passava continuamente il mento. Era nervoso, parecchio nervoso.

Dopo l'incidente del giorno prima, Sylvie aveva proposto di chiedere aiuto a Mobius.
Mobius era l’unico amico che avevano e l’unica persona di cui potevano fidarsi.
Era strano per Loki avere un amico.
Da piccolo sua madre gli ripeteva sempre di uscire un po’ da palazzo e fare nuove amicizie.

« Hai bisogno di farti degli amici, Loki. » gli disse una volta Frigga. Un velo di preoccupazione aleggiava nella sua voce. « Non dovresti stare sempre da solo. »
Loki non alzò nemmeno lo sguardo dal suo libro di rune antiche. « I bambini della mia età sono tutti stupidi, madre. Non perdo tempo con inetti del genere. » rispose tranquillamente. Frigga sospirò. « Prima o poi avrai bisogno di qualcuno. »

Loki non aveva accettato di buon grado l’idea di Sylvie. Perché coinvolgere uno come Mobius in una questione spinosa che non lo riguardava? Era un semplice midgardiano, cosa ne poteva capire di regni millenari, forze oscure e poteri indescrivibili?
Sylvie però insistette così tanto che Loki non poté che sbuffare arrendevole e accettare che i suoi vecchi amici venissero a conoscenza del suo piccolo problema.
Ecco perché Ouroboros stava studiando meticolosamente ogni più piccolo dettaglio di ciò che era accaduto il giorno prima. Aveva analizzato la stanza, la camera da letto, persino i vestiti e gli oggetti personali di entrambi. Ogni volta il suo sguardo si faceva serio, le sopracciglia aggrottate in un'espressione attenta, ma nessuna parola usciva dalla sua bocca.
E questo rendeva Loki nervoso e impaziente.
Per le Norne, perché non diceva nulla? Continuava a ripetersi nella mente mentre osservava lo scienziato spostarsi da una parte all'altra.
Nessuno osava proferire parola.
« E così saresti un Gigante di Ghiaccio. Anche se mi fa strano crederlo, onestamente. A guardarti hai tutto fuorché essere un gigante e di ghiaccio. » Mobius si ritrovò lo sguardo di tutti puntanto addosso.
« Adesso che cosa centra questa cosa? » disse Loki infastidito dal suo commento.
Mobius giocherellava con il suo accendino, girandoselo continuamente tra le dita. « Perché sei pallido e mingherlino. » disse con un sorriso divertito che Loki trovò irritante.
« Vuoi vedere a come ti riduco, mediocre midgardiano senza poteri? » sibilò assottigliando lo sguardo.
Mobius aveva ancora quel sorrisetto irritante sulle labbra. « Il mediocre midgardiano ti ha tolto il seiðr una volta. Potrei rifarlo di nuovo se volessi. »
« Provaci. »
« Ora basta! » urlò Sylvie mettendosi davanti al detective della TVA. « Si può sapere che vi prende?! »
Mobius sorrise divertito in direzione di Loki il quale gli lanciò un’occhiataccia torva. Aveva cambiato radicalmente idea sul dio degli inganni con il passare del tempo. Da pericoloso criminale qual era appena arrivato alla TVA, con una rabbia e un’odio viscerale verso chiunque provasse anche solo a guardarlo, con il tempo lo aveva visto lentamente mutare nel modo in cui si rivolgeva a loro, dagli sguardi non più di disprezzo, ma più amichevole e dal tono tagliente e arrogante a più tranquillo e sincero. Mobius aveva iniziato ad apprezzare Loki per la sua intelligenza e spiccata attenzione per i dettagli. Certo, trovava la sua parlantina tediosa e quando si rivolgeva a loro come se fossero dei perfetti idioti lo avrebbe preso a schiaffi, ma tutto sommato non gli dispiaceva come persona.
Forse perché un po’ si somigliavano, dopotutto
« Questo silenzio è insopportabile e mi sto annoiando. Stavo solo provocando il nostro caro amico.» disse tranquillo. « Magari perde il controllo di nuovo e vediamo con i nostri occhi cosa sta succedendo. »
Loki aprì la bocca per replicare, ma Sylvie lo interruppe prima che iniziassero a punzecchiarsi di nuovo.
« O-B, hai notizie? »
Lo scienziato alzò lo sguardo dal suo apparecchio e osservò la ragazza con aria interrogativa. « Hai detto qualcosa? »
Sylvie alzò gli occhi al cielo. « Stai armeggiando con quel coso da un sacco di tempo. Hai trovato qualcosa sì o no? » disse non celando affatto il tono scocciato.
« Ah, sì sì » borbottò, schiacciando qualche tasto. « Posso affermare con assoluta certezza che Loki non ha assolutamente nulla che non vada. È sano come un pesce! » disse con un largo sorriso.
Loki sospirò e si passò una mano sul volto. « Sono un dio, è ovvio che sia sano! Non posso di certo ammalarmi come vuoi deboli e inutili midgardiani! » sbottò infastidito. Quella situazione stava rasentando il ridicolo. « Stiamo solo perdendo tempo. »
« Oltre al fatto che non hai alcuna patologia medica, qualcosa sta compromettendo la tua linea temporale. » continuò Ouroboros come se nulla fosse.
Loki a quelle parole sgranò gli occhi e si alzò di scatto. « Cosa hai detto? »
« Ho detto che non hai malattie varie. »
Loki sbuffò.
« No! Quella cosa della linea temporale! »
« Ah, giusto! » O-B tornò a guardare il suo dispostivo. « Dai miei dati sembrerebbe che qualcosa stia manomettendo certi avvenimenti già accaduti. È come se mancassero dei pezzi. »
Loki si mise al suo fianco per vedere meglio. Sul display vide una linea arancione frammentata.
« Cosa vuol dire questa cosa? » mormorò guardando quella maledetta linea come se ne fosse ipnotizzato.
« Voglio dire che quello che stai avendo non sono semplici incubi, ma scene della tua vita già accadute. Vedi? La linea è frammentata. »
Frammentata? Come poteva la sua linea temporale essere frammentata? Cosa stava succeedendo?
« Cosa suggerisci di fare? » chiese Sylvie al posto di Loki, visto che quest'ultimo non proferiva parola.
Ouroboros si sistemò gli occhiali sul  naso con due dita. « Io dico che bisogna tornare indietro nel tempo e sistemare ciò che manca. È come un puzzle a cui mancano dei tasselli. Bisogna trovarli e rimetterli al loro posto, altrimenti l'immagine potrebbe svanire. »
Loki proruppe in una risata, una risata isterica che fece voltare tutti nella sua direzione. « Stai scherzando vero? »
« Perché dovrei scherzare? Non credo sia un momento adatto per uno scherzo. » disse con una semplice scrollata di spalle, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
A Loki si annodò lo stomaco. Tornare indietro nel tempo era fuori discussione. Significava ripercorrere certi avvenimenti che no, mai e poi mai avrebbe riaffrontato. Certe cose dovevano restare sepolte lì, nei meandri dei suoi ricordi più nascosti e oscuri. Di certo non poteva tornare e riviverli come se nulla fosse.
O sì?
Ripensò all'ultima parola detta da O-B e deglutì. Svanire. Sarebbe stata questa la sua fine? Svanire lentamente dalla linea temporale così che nessuno si sarebbe mai ricordato di lui? Sarebbe finito dimenticato da tutti quanti? No, non poteva sopportarlo. Lui era il dio degli Inganni, per le Norne, era stato re di Asgard per un breve periodo, aveva quasi conquistato Midgard, aveva dei gloriosi propositi da portare a termine in cui avrebbe sottomesso l'intero universo. Non poteva svanire come se nulla fosse. Cosa ne sarebbe stato di lui?
Guardò Sylvie e pensò al momento in cui l'avrebbe dimenticato. Sentì l'angoscia pervaderlo. Non avrebbe permesso che lei, l'unica persona al mondo a cui importava realmente qualcosa, lo dimenticasse. Lei non poteva rimuoverlo dai suoi ricordi, non lo avrebbe permesso.
Dopo un breve momento di riflessione, si inumidì le labbra. « Tornare indietro...dove? »
Aveva il terrore di scoprirlo.
O-B riprese ad armeggiare con il suo dispositivo. Sulle lenti degli occhiali si rifletterono una serie di numeri e codici. « Dovrò ricostruire ciò che manca, ma un primo frammento mancante sono già riuscito ad individuarlo. » Schiacciò ancora qualche tasto, lasciando tutti con il fiato sospeso. « Si tratta di...Joutheneim, circa mille anni fa. »
Loki sgranò gli occhi, incredulo. « Ma quello è il luogo e l'anno in cui sono nato. » disse più a se stesso che agli altri.
Con un gesto secco strappò l'apparecchio dalle mani dello scienziato e cominciò a cammianre per la stanza.
Lesse più e più volte quella frase, come a convincersi che si trattasse di un errore. Un tremendo errore.
Joutheneim anno 965 d.c.
Era sconvolto. Come poteva essere? Sentì la testa esplodere per i troppi pensieri. Tornare lì, nel Regno dei ghiacci era impensabile. Ciò che aveva sempre ripudiato come sue origini ora lo stava richiamando prepotentemente. Non riusciva a dire più nulla.
« Ma se mancano dei pezzi nel momento in cui è nato, perché è qui? » chiese Mobius incrociando le braccia al petto.  « Non dovrebbe, che so, svanire o qualcosa del genere? »
Ouroboros si massaggiò il mento pensieroso. « Probabilmente perché quel frammento non è stato cancellato, ma modificato. Di conseguenza la sua linea temporale non si è cancellata, ma riscritta. »
Loki si soffermò attentamente su quella parola. Iniziò a pensare e a pensare, elaborare teorie e piani come solo lui riusciva a fare. Se la linea temporale aveva subito delle modifiche, allora poteva riportarla a come era prima.
Mobius si alzò dalla sedia e si sfregò le mani in un'espressione decisamente compiaciuta. « Bene, allora direi che è il momento di darci una mossa. La migliore squadra della TVA di nuovo all'opera! »
O-B corrugò la fronte. « Tu non puoi andare. La tua aurea temporale non combacia con quella di Loki. Se entrassi nella sua linea temporale esploderesti all'istante. »  Era molto serio, così tanto che ammutolì tutti quanti. Si schiarì la voce prima di proseguire. « Solo Sylvie può andare con lui. »
Ora tutti guardavano lei e Sylvie sentì il peso dei loro sguardi addosso. Seguire Loki in un viaggio nel tempo? Era una cosa assurda, ma a quanto pare necessaria. Non lo avrebbe di certo abbandonato in un momento simile. Lo avrebbe aiutato e sarebbero stati una squadra.
Posò lo sguardo sul dio e capì subito che Loki aveva in mente altri piani per lei.
« Andrò da solo. » sentenziò gelidamente, freddando tutti quanti. Non diede a nessuno la possibilità di replicare perché i suoi occhi verdi erano austeri e dicevano più di mille parole. Diede l'apparecchio in mano ad O-B e cominciò ad impartire una serie di ordini. « Assicurati che tutti i frammenti mancanti siano correttamente registrati, poi trasferiscili sul mio Tempad. » Si voltò verso la ragazza. « Sylvie, prepara le tue cose e trova un altro posto dove andare. Non è sicuro restare qui. » Infine guardò Mobius. « Tu tornatene alla TVA e monitora da lì la cosa. Il tuo compito qui è finito. »
Sylvie non accettò quegli ordini, lo si vedeva dal suo viso tirato. Come si permetteva di dirle cosa fare e cosa non fare? Si mosse abbastanza velocemente da mettersi davanti a lui e fermarlo dall'andare ovunque stesse andando. « Frena un momento! Chi ti ha dato l'autorizzazione di decidere per tutti quanti? »
« Dal momento che questa cosa riguarda me e me soltanto ho tutto il diritto di dare tutti gli ordini che voglio. » sibilò indurendo lo sguardo.
Sylvie accorciò la distanza e lo fissò dritto negli occhi. « Avevamo detto che avremmo affrontato insieme qualsiasi cosa ci sarebbe capitata davanti, dico bene?  » abbassò la voce. « Mai più soli. »
Lok ricordò bene la promessa che si erano fatti. Fu la prima cosa che si dissero una volta entrati in casa. Sylvie aveva affondato le dita nei suoi capelli scuri e lo aveva attirato a sé, in un bacio lungo e passionale. Lo aveva spinto sul divano e si era messa a cavalcioni sopra di lui, immergendosi nei suoi occhi color smeraldo. Aveva visto così tanta malinconia e solitudine nel suo sguardo che fu quasi spontaneo fargli fare quella promessa. « Tu ci sarai sempre per me? » gli chiese facendo scivolare la mano più giù, sul petto.
« Sempre. » disse cercando le labbra rosee della ragazza.
« Allora anche io ci sarò sempre per te. Mai più soli. »

Loki sospirò a lungo a quelle parole. Le promesse erano una cosa seria per gli dèi, persino per lui. Era un ingannatore e un bugiardo, ma aveva anche un onore da rispettare. Infrangere quella promessa avrebbe disonorato il suo essere un dio e un principe, oltre a ferire profondamente Sylvie. Non voleva farla sentire abbandonata da lui, non dopo quello che aveva passato in cui tutti alla fine l'avevano lasciata. Di fatto l'unico che le era rimasto era lui soltanto.
« Lo so cosa ci siamo detti, ma questa volta è diverso. » si allontanò da lei. Non sopportava quello sguardo penetrante. « Qui significa ripercorrere tutto quello che ho fatto, ogni atto di malvagità e cattiveria verso le persone a me vicine. » abbassò la voce. « Non penso sarai mai pronta per vederlo. »
Sylvie posò un dito sulle sue labbra. « Non sta a te deciderlo. Sono libera di scegliere ciò che voglio per me stessa. »
Loki prese la sua mano e la sfiorò con le labbra poi chiuse gli occhi. « Noi siamo qui per aiutarti. » sussurrò Sylvie. I suoi occhi verdi erano decisi, ma trasmettevano calma.
Cosa poteva risponderle? Dirle che era d’accordo e contento che venisse anche lei? Sarebbe stata una bugia bella e buona.
Non gli era mai importato mentire o raggirare qualcuno per proprio tornaconto, ma con Sylvie era diverso. Quegli occhi verdi così penetranti lo trafiggevano da una parte all’altra come una lama incandescente.
L’unica volta che si era sentito soffocare da uno sguardo intenso fu quando arrivò in manette ad Asgard.
Nella sua fierezza, camminava spavaldo e divertito tra gli sguardi di disprezzo che gli riservavano gli abitanti del regno che avevano deciso di assistere al ritorno del principe caduto. Avevano paura di lui, ma la curiosità era tale che li aveva portati ad accalcarsi tra le vie della città per sbirciare anche solo per un attimo le sorti di quel figlio ritenuto troppo strano anche per loro.
Si era diffusa la voce tra il popolo che Loki fosse un gigante di ghiaccio e questo aveva generato un mormorio non indifferente tra di loro mentre veniva scortato a palazzo.
Sarebbe stato molto divertente trasformarsi e farli urlare di terrore. Peccato che i suoi poteri erano stati bloccati da Padre Tutto.
Non era per nulla toccato dal modo in cui quegli inetti troppo biondi e troppo abbronzati lo guardavano. Infondo ci era abituato, ma quando giunse alla sala del trono e vide sua madre tutta la spavalderia e l’arroganza di prima crollarono come un castello di sabbia.
Quegli occhi azzurri così carichi di delusione nei suoi confronti lo ferirono profondamente. Era riuscito a deludere l’unica persona nell’universo a cui non avrebbe mai fatto del male. Quando la vide piangere pensò che avrebbe voluto urlare e sparire per sempre.
Non avrebbe sopportato lo stesso sguardo anche in Sylvie, avrebbe fatto troppo male.
Prese un grosso respiro prima di dire quello che, già sapeva, lo avrebbe fatto pentire per il resto della sua vita.
« E va bene. » mormorò. « Ma non dovrai mai interferire con quello che farò, chiaro? »
Sylvie annuì e sorrise. Anche Loki voleva sorriderle di rimando, ma non lo fece. Era preoccupato e non convinto di quella scelta.
Mobius si schiarì la voce. « Se i due piccioncini hanno finito di discutere, io tornerei alla TVA per cercare di ricostruire ciò che manca alla tua linea temporale. » Puntò il dito verso entrambi e si fece serio. « Voi due non fate idiozie nel frattempo, chiaro? Torniamo presto. » disse sparendo all'interno di un portale arancione.
Loki agrrottò la fronte. « Perché ci guarda sempre come se stessimo per combinare qualcosa? »
Sylvie alzò le spalle. « Ti stupirebbe? »


New York, anno 2014
A Bruce banner quel maledetto coso che emetteva luce blu non piaceva per niente.
Da quando erano tornati con lo scettro di Loki, una strana sensazione continuava ad aleggiare dentro di lui. Non era mai stato convinto della missione di recupero, né tanto meno averlo lì all’Avengers Tower. Sarebbe stato meglio spedirlo ad Asgard insieme a quel pazzoide.
« Non mi piace, Tony. » sospirò Bruce osservando il computer.
Tony si era fissato con l’idea di tenerlo lì e studiarlo, ma Bruce non ne era convinto.
Era stato usato da Loki per attaccare la città, comandare un esercito di mostri sanguinari e per poco non ci hanno rimesso la vita. Perché giocare con un aggeggio di grande potenza come quello? Sarebbe stato pericoloso.
Tony Stark sospirò rumorosamente.
« È da 3, dannatissimi mesi che continui a ripetermi che non ti piace. Hai voglia di cambiare registro o devo sentire questo disco rotto all’infinito? »
Tony era veramente infastidito da quel suo fare così ostico nei confronti dello scettro. Banner non riusciva a vedere oltre la paura che quel potere gli dava. Invece Tony guardava in lontananza, con gli occhi di chi già aveva capito il grande potenziale che quell’oggetto aveva. Voleva usarlo per creare un nuovo programma di sicurezza mondiale, rendere il mondo un posto sicuro e sopratutto non trovarsi impreparati di fronte a una nuova minaccia.
Infondo, chi gli diceva che Loki fosse solo il primo di una serie di nemici dalla forza straordinaria?
Asgard adesso era loro alleata, ma nessuno poteva assicurargli che non si sarebbero mai ribellati a loro. Dovevano essere pronti ad ogni evenienza, qualsiasi minaccia aliena non poteva avere il sopravvento su di loro.
Bruce incrociò le mani sotto al mento e un’aria seria si dipinse sul suo volto. « Questa volta è diverso, Tony. I dati…»
« Non mi interessa cosa dicono i dati! Questo affare è alieno, i dati che noi abbiamo catalogato negli anni non hanno alcun valore adesso! »
Tony non ammetteva che qualcuno o qualcosa gli dicesse cosa poteva o non poteva fare.
Quello che i dati dicevano -o quello che Bruce diceva- non gli interessava.
Sapeva quello che stava facendo e lo avrebbe portato fino in fondo.
« C’è molta instabilità nello scettro. Ti ostini a non vederlo, ma sono giorni che si comporta in modo strano. » disse Banner abbandonando la sua scrivania per raggiungere quella di Tony dalla parte opposta alla stanza.
« E come può comportarsi in modo strano una pallina blu incastonata in un ridicolo scettro? » disse sorridendo come se Bruce avesse detto la cosa più ridicola di sempre. Prendeva appunti su un block notes e Banner fu parecchio infastidito da come non lo considerava nemmeno. 
« Quando lo scettro è arrivato era stabile, emettendo sempre la stessa quantità di energia. Ora ha degli sbalzi, come se stesse reagendo a qualcosa. »
Tony continuò a scrivere i suoi appunti senza nemmeno alzare lo sguardo.
« Magari è stanco di sentire i tuoi lamenti. » disse annoiato.
« O magari…» Bruce appoggiò i palmi delle mani sul tavolo, costringendo Tony a fermarsi e guardarlo. « Qualcosa sta interferendo con la sua energia. »
Tony fu sorpreso dallo sguardo serio di Bruce. La sua preoccupazione era tangibile, così tanto che per un attimo nel subconscio iniziò a svilupparsi l’idea che forse Banner aveva ragione.
Scacciò subito quel pensiero assumendo la solita aria strafottente.
« Ti stai facendo condizionare dal fatto che questo scettro non ti è mai piaciuto né che lo volessi qui. »
Banner si tolse gli occhiali e abbassò la voce.
« Ti sei mai chiesto se il fatto che Loki abbia usato tutta quella potenza non si sia in qualche modo legato allo scettro? »
Tony serrò le labbra. L’espressione di Banner iniziò seriamente a preoccuparlo. Perché tutta questa agitazione verso una cosa che non aveva mai dato problemi? Non riusciva a capire perché Banner avesse una tale repulsione verso l’oggetto alieno.
Eppure qualcosa iniziò a muoversi nel profondo. Forse quello che diceva Bruce era vero. Forse stavano davvero giocando con il fuoco. Il ragionamento dello scienziato era perfettamente logico. Se Loki fosse legato allo scettro e in qualche modo potesse sentirlo? E se volesse un giorno tornare a reclamarlo?
No, non poteva permettersi dubbi. Non ora.
« Tu amico mio hai seri problemi. » disse cercando di mascherare l’insicurezza che iniziava a pervaderlo.
Bruce alzò gli occhi al cielo e si passò entrambe le mani sul volto. « Parlare con te è come parlare con il muro. »
« Senti. » Tony appoggiò malamente gli appunti sulla scrivania e assunse un’aria seria, di chi non ammetteva repliche. « Non sta accadendo nulla, okay? È tutto sotto controllo. Loki non è legato a questo scettro ne avrà mai alcun potere su di esso perché, indovina, è a migliaia di anni luce distante da noi prigioniero da un gruppo di dèi vichinghi molto arrabbiati con lui, quindi stai tranquillo che-»
Non finì la frase che un’improvvisa energia scaturì dallo scettro, che si propagò per tutta la stanza. Esplosero bicchieri, le finestre e i fogli volarono da tutte le parti.
Bruce si schermò gli occhi con le braccia e Tony riuscì ad abbassarsi a livello della scrivania.
Quando si ripresero videro la sfera incastonata nello scettro emanare una luce non più azzurra ma bianca.
Entrambi gli scienziati si guardarono preoccupati.
« Ancora sostieni che sia tutto sotto controllo? » disse Bruce cercando di mantenere il controllo. Non era un buon momento per far uscire il mostro verde. Prese dei grossi respiri intanto che Tony cautamente si avvicinava allo scettro.
« Jarvis, analizza lo scettro e dimmi cosa vedi. »
« Sì, signore. »
Nel giro di qualche secondo l’intelligenza di Tony stark analizzò l’oggetto, ma quello che disse non piacque.
« Signore, avverto instabilità all’interno del nucleo. »
« Che tipo di instabilità? » insisté.
« Temo di non poter rispondere. Il materiale di cui è composto l’oggetto è di natura sconosciuta. Tuttavia…» Tony si fece attento e Banner attese. « Posso affermare che l’energia contenuta nello scettro sta cercando il suo proprietario. » Tony sgranò gli occhi e Bruce gli rivolse uno sguardo da: “te l’avevo detto”.
« Jarvis non è possibile. Loki non si trova più sulla Terra da un bel pezzo. »
« Signore, non lo sta cercando solo sulla terra, ma in tutte le dimensioni. Sta viaggiando nel tempo, nello spazio e…» persino Jarvis sembrava essersi preso una pausa. «…tra gli universi. »


*

Loki si chiedeva continuamente perché per lui le cose non potevano mai essere semplici.
Suo fratello aveva trovato una midgardiana, una mediocre e petulante midgardiana a dirla tutta, di cui si era perdutamente innamorato e semplicemente avevano deciso di vivere tranquilli e sereni sulla terra con i loro amici. Come se nulla fosse.
Thor poteva permettersi di vivere la vita che desiderava, aveva sempre avuto questo privilegio. Loki non aveva mai avuto una simile possibilità.
Era convinto che suo fratello si sarebbe sposato con Lady Sif un giorno. Erano in perfetta sintonia, belli e forti come pochi. Li aveva sempre visti molto affiatati, sopratutto quando si coalizzavano per prenderlo in giro o dargli fastidio.
Sif una volta lo aveva visto da solo leggere all’ombra di un grande albero, mentre gli altri ragazzini si divertivano a sfidarsi in varie prove di forza.
« Sei strano.» gli disse mettendosi davanti a lui e incrociando le braccia al petto. Un ghigno divertito increspò le sue labbra. « Potresti venire a combattere con noi e atteggiarti per una volta da vero uomo. Ho ragione ergi? (1) »
Loki non sopportava più quella skjaldmær (2), del suo provocarlo continuamente e dargli dell'effeminato (3) solo perché usava come principale arma il seiðr, così decise di fargliela pagare trasformandola in un rospo e gettatandola poi in un fiume. 
“Era solo uno scherzo”, si era giustificato davanti al re e alla regina di Asgard, ma ovviamente non era uno scherzo e sperava vivamente che affogasse o venisse mangiata da un predatore più grosso. (4)
Quando Sif tornò umana lo picchiò a sangue per vendetta.
A seguito di questo avvenimento gli era stato proibito di usare il seiðr a palazzo, di usarlo contro gli asgardiani e gli allenamenti dovevano essere fatti sotto la supervisione della regina. Era appena adolescente quando accadde eppure ricordò molto bene gli sguardi preoccupati che i suoi genitori si scambiarono, intimoriti da ciò che stava diventando.
Una causa persa.
Giurò anche di aver visto Odino rivolgere alla moglie un’occhiata che diceva:”è colpa tua sé è diventato così. Dovevi per forza insegnargli a usare quella stupida magia?”

Quella notte lui e Sylvie si erano amati come mai prima. Un amore intenso, di foga, di disperato bisogno di sentirsi che l’uno c’era per l’altra.
Il tormento di chi aveva il terrore che di lì a poco avrebbe perso tutto quanto.
L’alba era spuntata da un bel pezzo e Sylvie si era concessa di riposare un po’, cosa che Loki non riusciva a fare.
Ripercorreva sul suo tempad i luoghi e il tempo che Mobius aveva trovato. Tutto ciò che lui aveva chiuso dietro di sé non era mai stato veramente messo da parte.
« Loki…» una voce ancora impastata dal sonno lo chiamava da dietro.
Sylvie si mise seduta e si stiracchiò.
« Hai dormito un po’? »
« No. » rispose il dio. « Non riesco a chiudere occhio. »
Era sicuramente stravolto, lo si vedeva dai segni neri sotto gli occhi e il viso più pallido del solito. Non voleva dormire perché aveva paura di perdere il controllo. Da sveglio invece poteva rimanere concentrato e, sopratutto, non avrebbe fatto incubi.
La ragazza si alzò e indossò una vestaglia di lana, poi lo raggiunse sedendosi sul pavimento accanto a lui.
« Mobius è riuscito ad aggiornare il tempad con i dati definitivi. Questa è la lista. » glielo porse e Sylvie lo prese tra le dita.
Mille anni di vita, cinque date segnate che sembravano portare il peso di mille esistenze, Lampeggiavano come marchiate dal fuoco.
Cosa stava facendo lei in quei momenti? scappare dalla TVA ed elaborare la sua vendetta. Tutto qui.
Loki prese il tempad dalle mani di Sylvie e con un gesto lo fece sparire. Poi si giró e si mise in ginocchio cercando sotto al letto qualcosa. Tirò fuori un grosso baule marrone.
Per aprirlo serviva una magia e bastò passarci la mano sopra che una luce verde illuminò la serratura.
Aprì il baule e toccò il tessuto di un abito che aveva sperato con tutto il cuore di non dover più indossare, ma che purtroppo così non era stato.
Il pregiato materiale era della qualità migliore che tutti i nove regni potessero avere. Con un sospiro passò la mano sopra è immediatamente la maglia e i pantaloni che indossava si sostituirono al suo abito nero e verde asgardiano. Il tessuto aderiva perfettamente su di lui, adattandosi ad ogni movimento, ma più che una seconda pelle lo sentiva come una morsa soffocante. Allacciò al collo il bottone della lunga mantella nera che lo avebbe coperto e fatto passare inosservato.
Anche Sylvie fece lo stesso, indossando di fatto l’unico abito che aveva quando era arrivata lì. Anche il suo era simile a quello di Loki: nero e verde.
In fondo al baule brillavano le lame delle loro armi.
I pugnali di Loki, la spada di Sylvie.
Anche quelli con un gesto sparirono.
« Direi che siamo pronti. »
Sylvie lo squadrò e abbozzò un mezzo sorriso. « Forse stavi meglio con i Levi’s di prima. »
Loki non rispose. Non gli piacevano gli abiti midgardiani, ma erano decisamente più comodi doveva ammetterlo.
Sylvie passò le dita sul braccio percorrendo le cuciture fino ad arrivare al petto.
« Ottima qualità, complimenti. »
« Solo il meglio per i reali. » disse con un mezzo sorriso.
« Ovviamente. »
Sylvie si ritrasse e gli diede le spalle. Si fece una coda raccogliendo una parte di capelli.
« Pronto? »
Loki si affiancò a lei. « Pronto. » confermò dando l’ok al suo tempad sulla prima data.
Un portale arancione si aprí.
« Andiamo. »

Note dell'Autrice
(1) Ergi era il peggior insulto che si potesse rivolgere ad un uomo e significa, sostanzialmente, frocio.
(2) 
skjaldmær era una donna che aveva scelto di combattere come un guerriero
(3) Il seiðr era una pratica imparata e usata dalle donne. Per gli uomini praticare il seiðr era considerato poco virile. Nella mitologia norrena  Loki viene accusato dagli altri dèi di essere poco uomo perché usa, appunto, il seiðr
(4) La scena è una citazione al fumetto the Mighty Thor-Thor Croaks! dove Loki trasforma Thor in una rana con l'inganno, lasciandolo su Midgard mentre tenta la conquista di Asgard.

Eccomi tornata con il secondo capitolo.
In questa storia ci saranno dei salti nel tempo, come avrete capito, e spero di non fare confusione con le date. Se non dovessi essere precisa o fare casini avvertitemi.
L'anno che userò come riferimento è quello di uscita dei vari film, pertanto Avengers 2 è uscito nel 2015 e ho usato quella data per far capire in che anno fosse volta la vicenda.
Alcune piccole precisazioni: sappiamo tutti che la sfera blu nello scettro di Loki è una gemma dell'infinito, ma all'inizio del film i nostri eroi non lo sapevano. Per questo in questo capitolo la chiamo "energia" o "sfera blu".
Inoltre questa storia non terrà conto degli avvenimenti nei film successivi al primo Avengers a meno che non sia specificato.
Spero di non star facendo confusione, in caso avvertitemi.
Ah, per finire l'anno di nascita di Loki l'ho preso da un sito dove appunto ne calcolavano l'anno di nascita ed è uscita quella data.
A presto!
  
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