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Autore: Raven_Stark22_    06/05/2024    2 recensioni
Iwaizumi ha sette anni, quando incontra Oikawa Tooru. La sua vita non subirà alcuna svolta radicale, da quel giorno.
É troppo piccolo per sapere cosa sia l'amore, o cosa significhi vivere per qualcuno. Ma conosce bene la parola amicizia. E, quel giorno, Iwaizumi trova un amico.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aoba Johsai, Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-Non c'è un modo più veloce per arrivare al parcheggio?-
Iwaizumi distoglie l'attenzione dal finestrino solo per accettarsi che Kahori non abbia deciso di mettere fine a quel viaggio schiantandosi sul palo più vicino. 
La sorella di Oikawa, d'altro canto, non era certo famosa per il suo mite temperamento o per la sua pazienza. Quella mattina, però, i suoi scatti di rabbia sembravano controllati da una forza sconosciuta.
-No, mamma,- risponde Kahomi, piano. -Non c'è.-
-Ne sei sicura?- Yuzusa si sporge dal sedile del passeggero mentre la figlia le rifila un'occhiata esasperata. -Non ci sono altre strade?-
Iwaizumi non ha bisogno di guardarsi attorno per sapere che infinite distese di campi di grano li circondato da entrambi i lati. L'unico segno di attività umana è l'enorme colosso grigio a cinquecento metri di distanza e le scie degli areoplani sopra le loro teste.
-Siamo nel bel mezzo del nulla più totale, mamma,- le fa notare Kahori, aumentando la presa sul volante. -Un nulla che, peraltro, è rettilineo.-
-C'è sempre così tanto traffico da queste parti?-
Kahomi sbatte la fronte sul volante e dopo un unico, sofferente sospiro, solleva nuovamente la testa. -Non lo so, non vengo qui così spesso.-
-Forse possiamo chiedere a quel tuo amico che lavora qui se ci sono strade alternative.-
-Di chi stai parlando?-
-Dai, quel ragazzo che hai frequentato per qualche mese al college!-
-Isami? Ma se non lo sento da quattro anni. E poi, lavora all'aeroporto di Nara.-
-Forse conosce un modo per raggiungere più velocemente la zona parcheggio.-
-C'è un'unica strada, mamma!- esplode Kahori, allargando le braccia per indicare il paesaggio. -Dobbiamo metterci in coda come le altre persone.-
-Secondo me dovresti provare.-
Kahori piega la testa all'indietro fino a sprofondare nel sedile. Sua madre continua a portare avanti la conversazione, ma lei si comporta come se avesse perso ogni speranza di poterla smuovere dalle sue convinzioni. Iwaizumi prova quasi pena per lei. Se Yuzusa non avesse insistito per accogliere Oikawa con la nuova auto, forse avrebbero saliti su un qualunque autobus di linea e si sarebbero risparmiati trenta minuti di traffico appena usciti dalla statale.
-Guarda, si è liberato un posto!-
-Ci sono almeno altre venti auto di fronte a noi.-
-Se vuoi scendo e dico che lo abbiamo visto prima noi.-
-Se tra quarant'anni finirò anche io così,- borbotta Kahori, a bassa voce. -Ti prego, Iwa, metti prematuramente fine alle mie sofferenze.-
Iwaizumi torna a guardare fuori dal finestrino mentre trattiene una risata.
Kahori riesce a parcheggiare dopo appena cinque minuti, lamentele di sua madre a parte. I tre risalgono diverse rampe di scale mobili fino a raggiungere l'area di attesa. Lì, sotto il tabellone delle partenze, aspettano che Oikawa faccia il suo ingresso.
Iwaizumi prova una sensazione di sottile familiarità, guardandosi attorno. I controlli, le guardie, persino i turisti; tutto gli ricorda il giorno in cui si era dichiarato al suo migliore amico poco prima che l'areo decollasse.
Ripensandoci a mente lucida, Iwaizumi si sente leggermente in imbarazzo. Da un punto di vista esterno, probabilmente, il suo gesto era apparso fin troppo stucchevole. Per non parlare delle parole che aveva usato. Iwaizumi è grato che Hanamaki e Matsukawa abbiano assistito solo all'ultima parte del suo monologo. Conoscendoli, glielo avrebbero rinfacciato a vita.
-Vado a prendere una bibita,- dice Kahori, rompendo il silenzio. -Voi volete qualcosa?-
Yuzusa scuote la testa, assorta nei suoi pensieri. Sta fissando i varchi dell'uscita da cui - ogni cinque minuti - fuoriesce una fiumana di persone.
-No, grazie,- risponde Iwaizumi, con un piccolo sorriso. 
-Non fare complimenti,- insiste Kahori, quasi seccata. -Lo sai che qui sei di famiglia.-
Iwaizumi considera quelle parole per una decina di secondi prima di cedere. -Una coca-cola, allora.-
-Mm.-
Mentre Kahori si allontana, Iwaizumi la segue con lo sguardo. Era stata lei, la sera precedente, a mettersi in contatto con lui. Dopo qualche squillo, Iwaizumi aveva risposto al telefono per scoprire che lei e sua madre si erano offerte di accompagnarlo fino all'aeroporto. 
Iwaizumi aveva davvero apprezzato quel gesto così gentile; significava che, almeno secondo il loro punto di vista, faceva parte lui stesso di quelli che Oikawa avrebbe potuto definire parenti. Beh. 
Le cose erano molto diverse, ora.
Da quanto ne sapeva lui, Oikawa non aveva mai fatto riferimento alla loro relazione, in presenza dei suoi familiari. Così come Iwaizumi, aveva scelto di mantenere il segreto fino a quando sarebbe stato pronto a fare il grande annuncio. Nessuno dei due aveva messo pressioni all'altro. Che però Yuzusa e Kahori ne fossero del tutto all'oscuro... era un altro discorso.
-Sei contento di rivederlo?-
-Hm?- Iwaizumi rischia di strozzarsi con la sua stessa lingua. Yuzusa gli sta rivolgendo uno sguardo incuriosito, ma carico di affetto, e lui si sente improvvisamente messo alle strette. -Oikawa? Certo.-
Yuzusa annuisce, tornando a focalizzare la sua attenzione sui tornelli. -Anche lui lo è.- 
-Beh, immagino. Ha vissuto per quasi quattro mesi da solo in un Paese straniero. Gli manchiamo tutti noi. Sente nostalgia di casa.-
Yuzusa lo osserva per un istante con la coda dell'occhio prima di lasciare che le sue labbra si pieghino in un sorriso. -Sai cosa voglio dire.-
Iwaizumi non fa in tempo a chiederle di entrare nei dettagli che un nuovo gruppo di viaggiatori si riversa fuori dai varchi. Si tratta per la maggior parte di lavoratori in giacca e cravatta, ma tra loro sbuca anche qualche turista in camicia e occhiali da sole. 
-Dovrebbe essere l'aereo di Tooru,- dice Kahori, comparendo da un lato. Stringe tra le mani due bibite in lattina, ma la sete sembra ormai superflua.
Iwaizumi si alza in punta di piedi per scrutare i passeggeri rimasti più in fondo. Nessuno di loro, tuttavia, gli ricorda anche solo vagamente il suo migliore amico.
-Dite che si è perso?- chiede, tornando ad appoggiare i talloni per terra. Kahori alza le spalle, ma non smette di cercare suo fratello nella folla.
-Eccolo!- esulta Yuzusa, agitando una mano. -Sta arrivando!-
Anche se Iwaizumi non riesce ancora a riconoscere il groviglio di riccioli castani in mezzo a tutte quelle teste, il suo cuore fa comunque una capriola.
La sola idea di rivedere Oikawa dopo tutti quei mesi - di riabbracciare Oikawa, di respirare il profumo dei suoi vestiti, di ascoltare la sua voce senza alcun filtro - è sufficiente a chiudergli definitivamente la bocca dello stomaco.
A furia di cancellare intere settimane dal calendario, di sperare che quel giorno arrivasse il più in fretta possibile, Iwaizumi si era dimenticato di quanto la presenza del suo migliore amico lo rendesse nervoso.
Non semplicemente migliore amico. Adesso sono adesso, loro sono...
-Mamma!-
L'espressione raggiante di Oikawa fa capolino da dietro uno dei passeggeri. I suoi occhi splendono come rugiada al sole, e il suo sorriso è in grado di sciogliere tutta la tensione che fino a poco prima aggravava su Iwaizumi. 
E' cambiato così tanto dall'ultima volta che si sono visti. La sua pelle ha acquistato colore, le sue spalle si sono allargate e il suo portamento irradia sicurezza; e, malgrado questo, è esattamente come Iwaizumi lo ricordava: di una bellezza sbalorditiva, di un'eleganza mozzafiato.
Oh, realizza Iwaizumi, sentendo le ginocchia farsi improvvisamente molli. Oikawa gli era mancato. Gli era mancato così tanto.
-Tesoro mio!- lo saluta sua madre, gettandogli le braccia al collo. Oikawa sposta la valigia di lato affinché non sia d'intralcio e ricambia l'abbraccio. Kahori si muove verso di loro, ma Iwaizumi attende il suo turno rimanendo al proprio posto.
-Com'è andato il viaggio?- chiede Yuzusa, circondando con le mani il volto del figlio. Lo guarda con un tale amore che persino Oikawa si sente imbarazzato. 
-Bene,- risponde lui, rivolgendo poi l'attenzione a Kahori. -Ti sei abbassata?-
-Sei tu che sei diventato più alto, razza di idiota,- borbotta la sorella, attirando Oikawa in un abbraccio che ricorda più una mossa di wrestling che un gesto fraterno. Oikawa le batte la schiena in paio di volte prima di sgusciare fuori da quella presa mortale.
-Le tue maniere non sono cambiate affatto, vedo.-
-Anche tu sei il solito maleducato.-
-Non cominciate,- li ammonisce Yuzusa, abbassando spaventosamente il tono di voce. Kahori si gira dalla parte opposta e Oikawa ruota gli occhi all'indietro. Mentre abbassa la testa, però, il suo sguardo viene catturato da qualcos'altro.
-Iwa-chan,- dice, mentre le sue pupille si allargano. Nonostante fosse già a conoscenza del fatto che Iwaizumi si sarebbe presentato all'aeroporto, la sua voce tradisce una nota di sorpresa. 
E' davvero qui, pensa Iwaizumi. Nessuna registrazione, nessun messaggio, nessuna videochiamata a fare da intermediario. Oikawa è lì, davanti a lui, ed è reale.
-Hey,- mormora Iwaizumi, sentendo il battito cardiaco in accelerazione. -Nessun commento sulla mia altezza?-
Le labbra di Oikawa si sciolgono in sorriso spontaneo e caloroso come il sole di primo mattino. Sul suo viso, Iwaizumi riesce a leggere tutte le emozioni che stanno attraversando il suo stesso petto.
-Nah,- dice Oikawa, avanzando di un piccolo passo. -Sei basso esattamente quanto ricordavo.- 
Iwaizumi potrebbe ribattere con una battuta altrettanto sarcastica, ma il suo cuore rischia di esplodere dalla frenesia. Ha disperatamente bisogno di toccare Oikawa. Vuole assicurarsi che non si tratti di un mero gioco della sua fantasia, perchè sono passate ben sedici settimane dall'ultima volta che...
Le braccia di Oikawa si stringono attorno alle sue spalle, e la testa di Iwaizumi diventa vuota; priva di qualsiasi pensiero, di qualsiasi materia, persino dell'aria. 
-Mi sei mancato,- soffia Oikawa, direttamente contro il suo collo. Il suo naso gli accarezza la pelle, e la sua fronte è schiacciata dentro la maglietta. Iwaizumi, in automatico, porta una mano sulla testa del ragazzo, e lo stringe ancora più vicino.
-Anche tu mi sei mancato,- dice, la voce incrinata per l'emozione. Oikawa, in tutta risposta, si lascia sfuggire un respiro tremolante che si infrange direttamente sul suo petto, facendogli tremare anche l'anima. E' come se quel suono contenesse tutti i segreti che il ragazzo aveva gelosamente tenuto per sé durante quei quattro mesi.
Anche se le sue spalle si sono irrobustite, i suoi abbracci sono rimasti teneri e pieni di calore. Iwaizumi vorrebbe tenere Oikawa ancora più stretto e immortalare questo momento per l'eternità, ma la voce della sua coscienza gli ricorda che - purtroppo - non sono soli.
Quando si tira indietro, Kahori si è già mossa in direzione delle scale mobili. -Guarda tu che tipo,- borbotta. -Se questo è il modo di ringraziare chi ha guidato per più di un'ora.- 
-Vuoi che ti dia il cambio, amore?-
-No, mamma. Assolutamente no.-
Iwaizumi allunga una mano verso la valigia di Oikawa, ma l'altro ragazzo è più veloce e allontana il manico dalla sua portata. -Che stai facendo?-
-Ti aiuto.-
-Sono un'atleta professionista, Iwa-chan,- ribatte Oikawa, sfoderando un sorriso che urla strafottente da qualunque angolo lo si guardi. -Sono abbastanza sicuro di potermela cavare.-
Tutta l'ammirazione e la devozione che avevano invaso il corpo di Iwaizumi vengono in un attimo sostituite da pura insofferenza. 
Oikawa era davvero lì, davanti a lui, ed era reale. Lì, in carne e ossa, con i suoi 72 chili di peso e 54 di ego, con il suo ghigno altezzoso e le sue maniere ipocrite. 
Riconsiderando le sue parole, Iwaizumi forse preferisce avere a che fare con lui solo attraverso uno schermo. 
-Woah!- squittisce Oikawa, abbandonando la presa sul manico. Iwaizumi gli strappa con forza la valigia e, senza mai voltarsi, cammina verso Kahomi.
-Tooru,- lo rimprovera Yuzusa. -Sii più gentile.-
-Iwa-chan si diverte con queste cose.-
-No!- grugnisce Iwaizumi, in risposta, aumentando la velocità per distanziare quell'idiota del suo migliore amico. 
Sfortunatamente, la fastidiosa risata di Oikawa riesce ugualmente a raggiungere le sue orecchie.
Kahomi impiega la metà del tempo, questa volta: raggiungono la casa della famiglia Oikawa verso l'ora di pranzo, mentre il sole è ancora alto e gli abitanti riversati nelle strade di Sendai si godono gli ultimi giorni d'estate.
Iwaizumi scende dall'auto e un'ondata di calore gli fa rimpiangere il suo amato condizionatore. Oikawa, al suo fianco, alza una mano per ripararsi dalla luce. 
-Ho pulito la tua camera questa mattina,- dice Kahomi, con un'occhiata di ammonimento. -Quando te ne andrai, voglio ritrovarla esattamente come l'hai lasciata.-
-Ma chi sei, la mamma?- sbotta Oikawa, muovendosi verso l'uscio di casa e trascinando con sé la valigia. -Non vivi nemmeno qui.-
-Lo faccio per gli ospiti.-
-Noi non abbiamo mai ospiti.-
Kahomi sembra sul punto di ribattere, ma qualcosa la trattiene. Si gira verso sua madre con uno strano sguardo, ma si ostina a tacere.
Oikawa aggrotta le sopracciglia, confuso quanto Iwaizumi. -Cosa?- chiede, rivolgendosi direttamente a sua madre.
Yuzusa prende un respiro profondo e sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi. -Ne parliamo dopo che ti sarai rinfrescato, va bene?-
Oikawa, nonostante l'aria stordita, annuisce. Poi, ruota lentamente la testa verso Iwaizumi. 
-Passi più tardi?-
-Certo,- risponde prontamente l'altro. -Uh, Makki ha detto di raggiungerlo quando vogliamo quindi... sulle sei?-
-Perfetto.- Oikawa piega la testa da un lato e cerca di apparire rilassato. -Mi farò trovare pronto, allora.-
Iwaizumi potrebbe rimanere a guardarlo pietrificato sul pianerottolo per ore intere, ma si sforza di darsi un contegno. Saluta con un inchino Kahori e Yuzusa e, dopo un ultima occhiata fugace, rivolge le spalle all'abitazione. 
-Non fare promesse che non puoi mantenere.-
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Sorprendentemente, quella sera, Oikawa si presenta all'orario stabilito.
Iwaizumi aveva trascorso tutto il pomeriggio a ripercorrere la breve conversazione avvenuta quella mattina e a desiderare che la distanza che lo separava dall'appuntamento si accorciasse il più in fretta possibile. 
La persona di cui era innamorato - la stessa persona che si era trasferita dalla parte opposta del globo - si trovava a pochi minuti da casa sua. Eppure, Iwaizumi non era con lei. 
-Argh!- sospira, appoggiando la fronte contro la staccionata. Come aveva fatto a resistere tutti quei mesi? Quelle cinque ore di solitudine gli erano sembrate insostenibili. Infernali. 
Ormai era convinto di aver perduto il lume della ragione. Sua madre si era spaventata, vedendolo vagare per casa come uno spettro, e gli aveva persino chiesto se si fosse ammalato.
-Sono qui!- 
Iwaizumi non riesce a intercettare la sua espressione perché il ragazzo si è voltato per chiudere a chiave il cancello. Ne approfitta allora per squadrarlo meticolosamente dalla testa ai piedi: rispetto a quella mattina, sembra rigenerato. I suoi capelli sono acconciati con precisione, e la sua camicia profuma di bucato appena lavato. Non c'è più alcun segno di stanchezza per il viaggio; solo un'accesa, travolgente impazienza.
-Ti ho fatto aspettare?-
-No,- mente Iwaizumi, perché si vergogna di ammettere che si era presentato sotto casa sua con un anticipo di almeno un'ora. -Sono qui da poco.-
In risposta, Oikawa emette un lieve mormorio, intascando le chiavi di casa. Iwaizumi si costringe a guardare altrove, perché ha la tremenda sensazione che non riuscirebbe a sopportare il suo sguardo.
-Quindi,- tossisce con un po' di goffaggine. -Come si dice "dopo di te" in spagnolo?"-
La risata che il suo migliore amico non si sforza nemmeno di trattenere gli fa martellare ancora più velocemente il cuore. 
Più di un migliore amico, gli ricorda la sua coscienza. Adesso, Oikawa è... Oikawa è...
-Te he extrañado,- recita Oikawa, con una pessima pronuncia e un sorriso premuroso. -Tanto.-
Iwaizumi è abbastanza sicuro che quella non sia la corretta traduzione, ma i suoi pensieri si trasformano in fumo appena la mano di Oikawa scivola nella sua. Ha giusto il tempo di intrecciare le loro dita prima che il ragazzo lo trascini lungo la strada.
-Woah, hey!- borbotta, faticando a mantenere la sua frettolosa andatura. -Vacci piano, capitano della nazionale. Non tutti si sono allenati notte e giorno negli ultimi quattro mesi.-
-Iwa-chan ha già il fiatone?-
-Sto solo dicendo che quella camicia sarà sprecata se arriverai al club tutto sudato.-
-Hm,- ride Oikawa, anche se rallenta il passo. -Scommetto che ti sei rammollito.-
-Tch,- è il secco responso di Iwaizumi. -Ti piacerebbe scoprirlo?-
La risposta di Oikawa tarda ad arrivare. Hanno già raggiunto la fine del viale quando il ragazzo si gira con una scintilla di malizia negli occhi.
-Forse,- ammette sottovoce, con un'aria tutt'altro che innocente. 
Iwaizumi dischiude leggermente la bocca, come un pesce fuor d'acqua. Poi scaccia dalla testa certi pensieri che stavano pericolosamente prendendo il sopravvento, e stringe con più fermezza il palmo di Oikawa. -Per di qua,- dice, trascinandolo verso una svolta. -Forse il sole ti ha dato alla testa, perché hai dimenticato come si raggiunge il centro città.-
-O forse volevo solo passare più tempo in tua compagnia.-
-No,- ribatte Iwaizumi, sospirando leggermente. -Sono abbastanza convinto che si tratti della prima.-
Non parlano molto, durante il tragitto. Non ce n'è bisogno.
Il calore delle della presenza di Oikawa, al suo fianco, lo rassicura più di quanto le parole potrebbero mai fare.
Potevano finalmente stare assieme. Potevano vedersi, toccarsi, passeggiare e ascoltare il suono dei loro impercettibili respiri. Per Iwaizumi era come vivere un sogno.
Quando entrano nel locale, la stanza sembra quasi tremare per le voci assordanti e la musica sparata dalle casse. La maggior parte dei clienti ha accerchiato il bancone, ma qualche liceale si è avvicinato coraggiosamente alla pista da ballo.
-Vedi Matsun da qualche parte?- 
Iwaizumi scuote la testa in risposta. Oltre l'angolo del bar, il suo sguardo riesce a cogliere solo la prima fila di tavoli. 
È un posto troppo confusionario per i suoi gusti, fatto di colori sgargianti e risate indiscrete. Si sente talmente osservato che la sua mano si libera dalla presa di Oikawa.
L'altro ragazzo non ci fa caso, comunque. Si fa avanti, costringendo Iwaizumi a imitarlo. I due passano attraverso un gruppo che si sta dirigendo verso l'esterno e si infilano tra i tavolini.
-Ripetimi perché questa notte dobbiamo fermarci da Makki.-
-Non li vedi da Aprile,- gli fa notare Iwaizumi, un po' perplesso. -Sarà divertente passare del tempo assieme come ai vecchi tempi.-
-Sono felice di passare la serata con loro. Solo, non capisco il senso di un pigiama party. Non abbiamo più cinque anni.-
-E io non capisco perché la cosa ti turbi.-
-Sei davvero, davvero troppo ottuso certe volte.-
Trovano Matsukawa seduto con la schiena contro il muro, i piedi su una sedia e una sigaretta tra le dita. Quando intercetta lo sguardo di Oikawa, le sue sopracciglia scattano verso l'alto.
-Ma pensa un po',- dice, schiacciando il mozzicone sul fondo del posacenere. -Non solo hai lasciato il Giappone per diventare una stella in una squadra di professionisti, ma torni anche più abbronzato di prima?-
-E' un modo decisamente insolito per dire che ti sono mancato, Matsun.-
Iwaizumi si fa da parte per permettere ai suoi due amici di concludere quella recita con un lungo abbraccio. Matsukawa stringe le spalle di Oikawa come se stesse cercando di romperlo in due, ma l'altro non si lamenta. Iwaiuzmi non era certo l'unico che aveva sentito così intensamente la sua mancanza.
-Dov'è il mio membro del Seijoh preferito?-
Iwaizumi si guarda attorno con lo stesso smarrimento. Matsukawa si lascia ricadere sulla sedia e gesticola con aria assente. -Sta servendo i tavoli, o qualcosa del genere. Se sei fortunato riuscirà a trovarti prima che...-
-Tooru!-
Il suono del suo nome è accompagnato dal tonfo prodotto da una lastra di metallo. La coppia a cui era appena stato sganciato il vassoio prova a protestare, ma Hanamaki li ignora deliberatamente.
Due braccia circondano il collo di Oikawa prima che il ragazzo faccia in tempo a capire ciò che sta succedendo. -M-makki!- cerca inutilmente di opporsi, perdendo l'equilibrio.
-Sedici settimane!- borbotta il secondo, stritolandolo con fare aggressivo. -Sei scomparso per sedici settimane! Sai quanti giorni sono?-
-Ci sentiamo continuamente al telefono.-
-Ti ho dato per disperso!-
-Ora stai decisamente esagerando.-
-Pensavo che la nostra amicizia fosse più di questo! Credevo che ti importasse di me, e invece era una cosa unilaterale.-
-Non dovresti essere in servizio?-
-Pff,- Hanamaki scrolla le spalle e lo rassicura con una pacca sulla schiena. -Mi amano troppo per licenziarmi.-
-Issei,- lo ammonisce una ragazza in divisa, mentre gli passa accanto trasportando dei bicchieri vuoti. -Sei licenziato.-
Hanamaki impallidisce, e la bocca piegata in un sorriso ironico si contrae. -Sta bluffando,- spiega, poco fiducioso. Si sistema il grembiule e, con passo barcollante, segue il suo superiore verso il bancone. -Uhm, torno subito.-
Per qualche secondo, nessuno dei tre ragazzi ha il coraggio di fiatare. Poi, Matsukawa distende una mano sul tavolo con il palmo rivolto verso l'alto. -Sono sette.-
Iwaizumi studia il suo gesto con un cipiglio in volto e le braccia conserte. 
Oikawa alterna lo sguardo tra i due amici con altrettanto stupore. -Sette?-
-Le volte in cui Hanamaki ha perso il lavoro negli ultimi due mesi. Abbiamo scommesso sul numero preciso, e Iwa mi deve tremila yen.-
-La serata non è ancora finita,- controbatte Iwaizumi, prendendo posto di fronte a Matsukawa. Oikawa si siede accanto a lui senza perdere l'espressione corrucciata. 
-E' già la terza volta che viene ripreso. Non chiuderanno un occhio.-
Iwaizumi fa le spallucce. -Ho fiducia.-
-In Makki? O nella magnanimità del suo capo?-
-Nei miracoli.-
Matsukawa sbuffa una risata sarcastica, ma ritira il braccio. Piega il gomito sul tavolo e, con il mento appoggiato sul dorso della mano, si rivolge direttamente a Oikawa: -Allora hombre, cosa ci racconti? Com'è la vida loca in Argentina?-
Oikawa appiattisce le labbra in una smorfia disgustata. -Ti prego,- implora, -Smettila.-
-Hai già trovato qualche giocatore olimpico con cui rimpiazzare le schiacciate di Iwaizumi?-
-Se la cavano tutti,- dice Oikawa, con un finto sospiro. -Anche se ammetto che è difficile sostituire la sua coordinazione.-
Iwaizumi ruota le pupille all'indietro e Oikawa gli rifila una strizzatina d'occhio. Le luci stroboscopiche illuminano le sue iridi di mille colori. A malincuore, Iwaizumi si accorge che lo smalto sulle unghie non è l'unica nuova abitudine che il suo migliore amico sembrava aver adottato.
-Vado a ordinare da bere, altrimenti qui ci metteremo un'eternità,- annuncia Matsukawa, alzandosi pigramente dalla sedia. -Vi porto il solito?-
Iwaizumi apre la bocca per rispondere, ma Oikawa gli parla sopra: -Qualcosa di un po' più forte, questa sera.- Alle espressioni interrogativi degli altri due ragazzi, lui risponde con semplice indifferenza. -Che c'è? Mi sono fatto più di venti ore di aereo per arrivare fino a qui. Ho voglia di divertirmi.-
-Benissimo,- dice Matsukawa, con un largo sorriso. -Ma sia chiaro che offro solo il primo giro.-
-Tirchio.-
Matsukawa si allontana esibendo il dito medio e Oikawa lo congeda con un gesto della mano.
-Hai messo la matita,- dice improvvisamente Iwaizumi, ormai incapace di seguire qualunque scambio di battute.
-Huh? Oh,- Oikawa porta una mano sul viso come se si fosse ricordato solo in quel momento del trucco attorno agli occhi. -Sì. L'ho rubata a Kahomi. Mi auguro di non assomigliare al cantante di una qualche rock band.-
-Che c'è di male?-
-Hm?- gli occhi di Oikawa, prima rilassati, si illuminano di interesse. -Ti piace questo genere di cose, Iwa-chan?-
Iwaizumi si sente soffocare dal calore di così tante persone che bevono e ballano. Riesce ad avvertire il ritmo della musica che risuona attraverso i muri. Distende le braccia lungo il corpo e si schiarisce la gola per mostrarsi disinvolto.
-Che ha detto tua madre quando me ne sono andato? Sembrava serio.-
E' la cosa sbagliata da chiedere. Lo capisce subito, quando lo sguardo di Oikawa schizza verso il lato opposto della stanza. -A quanto pare, a cominciato a sentirsi con un uomo. Vuole che si trasferisca a casa nostra. Ne riparliamo in un altro momento.-
Iwaizumi annuisce, piano. Si maledice per aver tirato fuori l'argomento e cerca di risollevargli il morale: -Ti sta bene, comunque. Hm-hm. La... la matita.-
I lineamenti di Oikawa si addolciscono di nuovo, ma è una questione di pochi secondi. C'è un intento smanioso dietro le sue apparenze che costringe Iwaizumi a stare in allerta.
-E' viola,- dice, sbattendo le ciglia in modo ipnotico. -Pervinca, per essere precisi. L'ho letto sul bordo.-
-Ah,- è tutto quello che mormora stupidamente Iwaizumi. -Sembra più scuro.-
Oikawa si piega in avanti come se volesse sussurrare qualcosa al suo orecchio. Si ferma a pochi centimetri dal suo naso, lasciando vagare gli occhi su ogni tratto del suo volto. 
-Perché non ti avvicini per controllare?- sussurra, con una voce talmente bassa che il cuore di Iwaizumi smette di pompare il sangue e il suo cervello di produrre pensieri coerenti. 
Le labbra di Oikawa gli solleticano lo zigomo. Iwaizumi è così grato che Matsukawa faccia ritorno proprio in quel preciso istante, perché a quella serata non sarebbe certo sopravvissuto da sobrio.
-Mint Julep.- Matsukawa appoggia il vassoio al centro del tavolo e si accascia sulla prima sedia che trova. -Menta e whisky. Dovrebbe essere roba forte.-
Oikawa studia il cocktail con un lieve scetticismo, ma Iwaizumi non se lo fa ripetere due volte. Trangugia il primo sorso come se si trattasse di acqua e, quando l'alcol gli incendia la gola, il suo autocontrollo comincia a mostrare i primi segni di cedimento.
-Merda,- si lascia sfuggire, mentre riprende fiato. -E' davvero terribile.-
-Che reazione inaspettata,- commenta Matsukawa, avvicinando lentamente a sé il bicchiere. -Contavo su di te per raccattarci tutti una volta sbronzi, ma a quanto pare bisognerà affidarsi a Makki.-
Oikawa sceglie di non proferire parola, ma la sua finta impassibilità non fa che incrementare qualunque sentimento stesse ribollendo nel corpo di Iwaizumi. -Ahh,- mormora, schioccando la lingua. -Proprio quello che ci voleva.-
Mentre il discorso devia verso la nuova vita a San Juan, Iwaizumi attende pazientemente che l'alcol faccia il suo effetto. Di tanto in tanto si lancia occhiate furtive alle spalle, aspettandosi che Hanamaki faccia la sua comparsa, ma la maggior parte della serata la trascorre a fissare il vuoto.
Matsukawa tenta di coinvolgerlo nella conversazione in più di un'occasione, ma la presenza di Oikawa - sempre più vicino al suo fianco - è così soverchiante da renderlo a malapena cosciente. 
Era convinto di conoscere a memoria tutti i tratti della personalità di Oikawa, ma quello- oh, quello era qualcosa di diverso dal solito. Una sensazione schiacciante, che lo esponeva nudo di fronte al pericolo. 
Allo stesso tempo, Oikawa esercitava su di lui una forza di attrazione così potente che opporvisi sarebbe stato un suicidio. Fingere di non sentire nulla appena le loro braccia si sfioravano era come cercare di resistere alla gravità. Dolorosamente impossibile.
E così Iwaizumi sussulta ogni volta che il gomito di Oikawa indugia più del necessario sul suo bicipite, e si morde la lingua quando il ginocchio del suo migliore amico preme sul suo troppo audacemente.
-Licenziato!- grugnisce Hanamaki, lasciandosi cadere di peso sulla sedia vuota. -E senza nemmeno un contratto!-
-Forse sarebbe salutare farsi un piccolo esame di coscienza,- gli suggerisce Matsukawa. -E magari rendersi conto che il problema non sono loro.-
-Nah,- ribatte prontamente Hanamaki, sollevando il pollice. -Sto bene così.-
-Quanto hai lavorato per questo club?- gli chiede Oikawa, incuriosito. 
Hanamaki aggrotta la fronte, pensieroso, e comincia a contare sulle dita di una mano. -Uhm, tre ore.- Quando gli altri scoppiano a ridere, Hanamaki si gira dall'altra parte, indignato. -Prego, divertitevi pure alle mie spalle.-
-Credimi, non c'è alcun bisogno di farlo alle tue spalle,- lo corregge Oikawa, tra una risata e l'altra. Quando il suo petto smette di gonfiarsi, la sua mano si posa inaspettatamente sul ginocchio di Iwaizumi. Il ragazzo fallisce nel tentativo di apparire naturale e l'alcol gli finisce di traverso, facendolo tossire. 
Matsukawa gli lancia un'occhiata obliqua, ma non sembra accorgersi del problema. -Che mi dici delle ripetizioni? Anche lì è colpa dei bambini?-
-In mia difesa,- si giustifica Hanamaki, -Non avevamo mai affrontato argomenti del genere al liceo.-
-Makki,- insiste Matsukawa, a denti stretti. -Andavano alle medie.-
-Appunto,- ribadisce Hanamaki, per nulla toccato dall'osservazione. -La mia affermazione continua a reggere sul piano logico.-
-E il negozio di alimentari?- si intromette Oikawa. La sua mano comincia a fare pressione sulla gamba di Iwaizumi mentre continua a parlare. -Non ti hanno cacciato perché hai fatto pausa pranzo durante l'orario di apertura?- 
-Questa,- puntualizza Hanamaki, sempre più irritato, -era un'informazione confidenziale.-
-Oh-oh!- esulta Matsukawa, rivolgendo la totale attenzione al ragazzo al suo fianco. -Che stupido. Ero convinto che ti avessero mandato a casa perché il responsabile non era più alla ricerca di personale. Chissà che cosa me lo ha fatto pensare.-
Hanamaki mette il broncio mentre la sua schiena scivola sempre più sul fondo dello schienale. -Un vero mistero.- 
Oikawa si lascia sfuggire un ghigno divertito mentre comincia a disegnare piccoli cerchi sul ginocchio di Iwaizumi. Segue dei contorni precisi, e delle sequenze periodiche col solo scopo di farlo impazzire; sale rapidamente per poi discendere piano, prendendosi tutto il tempo del mondo. 
Qualcosa impedisce a Iwaizumi di fermarlo. Non è sicuro di cosa si tratti: il suo orgoglio, forse, oppure il fatto che gli piaccia la tensione che vibra nell'aria, la scintilla che accompagna ogni frase indifferente e ogni sguardo rubato. 
Alla fine, cerca solo di scrollare di dosso quella sensazione di impotenza e si schiarisce la gola. -L'aiuto cuoco?-
-Ha!- risponde Matsukawa, punzecchiando il fianco dell'amico con il gomito. -Più che aiutare il cuoco lo ha messo in difficoltà.- 
-Mi ricordo di questa storia!- interviene Oikawa, ritirando leggermente il braccio. Gioca con i fili che escono dallo strappo dei jeans di Iwaizumi senza mai staccare gli occhi da Hanamaki. -Hai sbagliato le proporzioni della farina, costringendoli a buttare via una settimana di lavoro.-
-Non sapevo che ci fosse tutta questa differenza tra chili e grammi!-
-Beh, puoi biasimarlo?- si aggiunge Matsukawa, fingendosi comprensivo. -Non è qualcosa che abbiamo studiato al liceo.-
-Vi odio, tutti e tre.-
Quando le dita di Oikawa si intrufolano nello strappo entrando a contatto con la sua pelle, Iwaizumi non può trattenere un sussulto. Oikawa - il bastardo - continua a ripetere quel movimento come se non avesse minimamente fatto caso alla sua reazione. 
Iwaizumi è sempre più vicino all'orlo. Ingoia tutto ciò che è rimasto sul fondo del bicchiere senza nemmeno sentirne il sapore. 
È passato così tanto tempo da quando si è ritrovato tenuto sulle spine che, per un attimo, si sente di nuovo l'adolescente di quindici anni alle prese con la sua prima cotta. Ora i ricordi, i tocchi incerti, i suoni sono più brillanti che mai. 
Stringe le mani in un pugno. Quella notte stava prendendo una piega decisamente inaspettata.
-...assaggiato. Vero, Iwa?-
-Hm?- tossisce Iwaizumi, colto alla sprovvista. Cerca aiuto nei volti dei suoi amici, perché il suo cervello si è disconnesso da almeno un paio di minuti. 
-Makki ti ha chiesto se lo hai mai provato prima,- spiega pazientemente Oikawa. I suoi occhi hanno il potere di incatenare quelli di Iwaizumi. Con una lentezza provocante avvicina il bicchiere alla bocca, inumidendo solo il labbro inferiore. I suoi polpastrelli risalgono la gamba dell'altro ragazzo, facendo pressione sui jeans.
-Se... se ho mai provato...- 
-Il cocktail.-
-Il cocktail,- conclude Iwaizumi, annuendo come se la risposta fosse sempre stata davanti a lui. -Certo. Voglio dire, no, non l'ho mai assaggiato prima. No.-
Quando la mano di Oikawa scivola sfrontatamente sul lato interno della sua coscia, Iwaizumi è costretto a intervenire: il suo braccio scatta in avanti, bloccando il polso dell'altro ragazzo prima che la serata si trasformi in una tragedia. Il suo ginocchio colpisce il tavolo e Matsukawa solleva la testa dal telefono.
-Fermo,- Avverte Iwaizumi, con una voce così strozzata che il suono ricorda il sibilo del vento. Mentre inspira ed espira, cercando di rimanere in quello stato di apparente calma, nota con la coda dell'occhio che Oikawa sta nascondendo un ghigno malefico dietro il bicchiere.
-Iwaizumi?- dice Hanamaki, abbastanza preoccupato. -Ti senti bene?-
-Bagno,- borbotta lui, inciampando mentre sguscia via dalla presa di Oikawa. Usa lo schienale di una sedia per rimettersi in piedi e barcolla il più lontano possibile dai tavoli. 
-Iwa?-
-Devo solo andare in bagno,- ripete, cercando di scandire le parole. 
E' così frastornato che fatica a distinguere la musica da tutte quelle voci; è un fracasso unico, assordante, che rimbomba attraverso le pareti del suo cranio.
La pista da ballo, le sedie, il bancone: tutto gira attorno a lui, sfuocato e pericoloso come un turbine temporalesco. Eppure, quel Mint Julep non era poi tanto forte. 
Passa accanto ad una coppietta appartata in un angolo e, con la spalla, urta uno dei due ragazzi. 
-Scusa,- biascica, prima di infilarsi dentro il bagno degli uomini e richiudere la porta. Appoggia immediatamente la schiena sul legno, scivolando leggermente con i piedi.
Si guarda attorno, cercando di recuperare il controllo dei suoi respiri. Le pareti color carbone e l'illuminazione fredda tagliano lo spazio con precisione, donando all'atmosfera un che di inquietante. Il bagno è dotato di molteplici porte, ma da nessuna di queste proviene alcun suono: significa che Iwaizumi ha la possibilità di riprendersi senza essere interrotto da qualche sconosciuto.
-Che cazzo,- si lamenta, coprendosi il volto con una mano. La sua faccia è così rossa che sembra emanare calore.
Oikawa era sempre stato spavaldo, ma quella sera aveva superato ogni limite. Spudorato: è l'unico modo per descriverlo. Spudorato e impertinente, oltre che un grandissimo figlio di puttana.
E ora Iwaizumi soffoca nel suo stesso affanno a diciotto anni, adulto e sicuro di sé, l'autocontrollo che svanisce tradito dalle sue espressioni. 
Ha la gola secca. Si costringe a cancellare la sensazione della mano di Oikawa sul suo ginocchio, ma tutto il suo corpo freme ancora dal desiderio.
Qualcuno bussa alla porta. La sua schiena si irrigidisce. 
-Merda,- sussurra. Non può farsi vedere da qualcuno in quello stato pietoso.
Il suono persiste e il ragazzo raddrizza la sua postura. Sta per trasformare il suo imbarazzo in qualcosa di più naturale quando una voce fastidiosamente familiare si fa sentire dall'altro lato: -Iwa-chan? Sei là dentro?-
La rabbia e la frustrazione hanno la meglio. Iwaizumi spalanca la porta e cattura Oikawa, trascinandolo dentro per la camicia. Il ragazzo emette un verso di sorpresa che viene attutito nel momento in cui il suo corpo viene schiacciato con forza sulla parete.
-Ow,- piagnucola, mutando subito espressione: il fuoco ribollente negli occhi di Iwaizumi gli ha portato via ogni parola.
È innegabilmente sbalorditivo, pensa Iwaizumi: con i suoi sorrisi provocatori, i ciuffi castani che gli incorniciano il viso, le spalle larghe, la sua insolenza. Deve fargliela pagare a tutti i costi.
Così si sporge in avanti e lo bacia.
All'inizio, Oikawa è una statua; il suo corpo sprigiona calore, ma le sue labbra sono ancora aperte contro di lui, come se la spavalderia fosse solo una facciata. Iwaizumi vuole baciarlo finché non sarà svanita ogni traccia di preoccupazione. Quindi, fa scivolare le dita dietro al suo collo, costringendo l'altro a chinarsi. 
Non c'è spazio per tastare il terreno o per la prudenza. Per quanto ami stuzzicare Oikawa, si tratta di saziare la sua di fame e, in questo momento, non si sente molto paziente.
La gola di Oikawa produce un suono grottesco appena la lingua di Iwaizumi scivola nella sua bocca. Lo shock cede il posto alla bramosia; quando le labbra di Iwaizumi sfiorano le sue una seconda volta, lui le incontra con entusiasmo, le sue mani che serpeggiano intorno alla vita del ragazzo per attirarlo più vicino. 
Alla cieca e senza fiato, Iwaizumi preme il bacino contro quello di Oikawa; l'attrito strappa via il respiro ad entrambi e i fianchi di Oikawa si alzano di scatto per incontrarlo. La mano di Iwaizumi scorre su e giù sulle sue scapole, e l'altro inarca la schiena.
-Cazzo,- geme Iwaizumi, flettendo la lingua in sincronia con il movimento delle sue dita. È lui a staccarsi per esplorare la mascella di Oikawa - un gesto impaziente che lo fa ridere - e usa i nei sulla sua pelle come una linea guida.
Scende fino al lato più interno della gola e l'altro si paralizza sotto il suo tocco, emettendo qualcosa a metà tra un sospiro e un guaito. 
Oikawa lo avvolge tra le proprie braccia, tirando leggermente i capelli sulla sua nuca. Iwaizumi riesce facilmente a immaginare il suo sorrisetto vittorioso.
-Sei così prevedibile.-
-E tu sei uno stronzo,- ringhia Iwaizumi, ma la sua voce si blocca quando le mani di Oikawa sollevano il lembo della sua maglietta. 
-Che posso farci? Mi sei mancato,- si giustifica, lanciandosi in un bacio così avido e profondo che Iwaizumi dimentica di essere arrabbiato: permette all'altro ragazzo di invertire le loro posizioni e indietreggia fino a quando il retro della sua testa non colpisce la porta. 
-Dirlo a parole era troppo difficile?- scherza, ma deve interrompersi appena sente i muscoli dello stomaco vibrare sotto la punta delle dita di Oikawa. -Ah, merda.-
-Ti ho desiderato per così tanto tempo.- Le loro labbra scivolarono l'una sopra all'altra con crescente urgenza dopo che Oikawa ha spinto il ginocchio tra le cosce di Iwaizumi. -Le tue mani, i tuoi tocchi, i tuoi respiri. Non sai quante notti ho pensato...- 
-Cristo,- lo interrompe Iwaizumi, ormai allo stremo, incapace di proseguire quella conversazione. -Stai zitto.-
Dovrebbe essere spaventosa l'intensità dei suoi sentimenti, la velocità con cui la voglia si è insinuata dentro di lui, ma Oikawa sembra ridotto altrettanto male.
-Per caso la mia voce ti eccita, Iwa-chan?- Il cipiglio di Iwaizumi incontra lo sguardo inflessibile di Oikawa; poi segue i suoi occhi mentre scivolano sempre più in basso, e l'aria attorno a loro si scalda. 
Oikawa trova la cintura di Iwaizumi e slaccia la fibbia. Il mondo si fa sfuocato.
-Che stai facendo?- deglutisce Iwaizumi, sollevando affannosamente il petto.
Oikawa gli sbottona i pantaloni e si inginocchia ai suoi piedi; non sembra che il pavimento o le loro condizioni gli rechino particolare fastidio. 
-Cosa ti sembra che stia facendo?-
Oikawa appoggia la guancia contro la coscia di Iwaizumi mentre le sue labbra scorrono sul bordo dei boxer. Ogni movimento è volutamente, esasperatamente sensuale. Iwaizumi è così eccitato che la sua testa comincia a girare.
È un bene che siano stati separati tutto quel tempo, pensa Iwaizumi. Altrimenti, Oikawa lo avrebbe già mandato all'altro mondo.
-Non possiamo...- dice a denti stretti, le mani che si aggrappano disperatamente ai capelli di Oikawa per tenere i suoi respiri lontano dalla zona sensibile. -Non qui.-
-Mi fermerai?-
Iwaizumi guarda il ragazzo sotto di lui: occhi scuri, selvaggi, e guance arrossate. Lo spettacolo è così devastante che la sua gola diventa secca. 
Fanculo. Non potrebbe tornare indietro neanche se lo volesse davvero.
Così, in tutta risposta, Iwaizumi riporta la testa di Oikawa dove si trovava fino a pochi istanti prima; gli occhi dell'altro ragazzo si dilatano leggermente e sul suo viso spunta un sorriso meschino.
-Come immaginavo.-
Iwaizumi riesce a malapena ad inspirare una boccata d'ossigeno prima che le sue gambe comincino a tremare. Oikawa gli strappa un suono rauco e i suoi occhi si rivoltano all'indietro. La sua mano si serra attorno alla mascella di Oikawa e lo tira più vicino, ma una spinta particolarmente violenta fa sì che la sua presa diventi confusa. 
-Guardami,- ansima, a corto di fiato.
Oikawa sistema la postura ed esegue l'ordine. Le gambe di Iwaiuzmi si allargano e Oikawa accetta l'invito senza un secondo di esitazione.
-Bravo ragazzo.- 
Nonostante tutto, Iwaizumi si ritrova a sorridere vedendo l'altro ingoiare un gemito di sorpresa.
Oh, se ama Oikawa. Lo ama così tanto. Farebbe qualunque cosa per lui. È maniacale, quasi patologico, ma è vero. Sente l'affetto avvolgersi nel suo stomaco e inondargli i polmoni. Ama quel ragazzo con ogni singola fibra del suo corpo.
Probabilmente il tempo non si è fermato e il cosmo ha continuato a muoversi anche senza di loro, ma per Iwaizumi quei minuti sono stati eterni.
Oikawa lo distrugge ferocemente, ad un ritmo costante, finché Iwaizumi non si ritrova accasciato contro la porta, privo di qualsiasi funzione cerebrale. 
Passa le dita tra i capelli di Oikawa e lascia che il suo migliore amico si stenda su di lui come una coperta, con la faccia incastrata nell'incavo del suo collo.
Era andato molto più in là di quanto si sarebbe mai aspettato baciando Oikawa in un bagno pubblico; ma, dove pensava che ci sarebbe stata un'ondata di rimorso, trova solo un piacevole tepore. Pensa quasi di essersi addormentato finché Oikawa non spezza l'incantesimo: -Stai bene?-
Iwaizumi scoppia a ridere e si porta una mano sulla fronte, trovandola madida di sudore. -Credo di aver visto il Paradiso.-
-Pff,- Oikawa si sollevava sui gomiti, la voce impastata dalla stanchezza. -Esagerato.- 
-No, non lo sono.- 
Oikawa strizza gli occhi, esterrefatto. Lo stomaco di Iwaizumi si stringe. Ascolta il suono del suo battito. Poi un altro battito. Un altro ancora.
Oikawa si sporge in avanti per rubargli un bacio fugace e sciatto. Poi si rimette in piedi e aiuta Iwaizumi a fare lo stesso. Alla fine, anche il suo respiro è rallentato. 
-Su, andiamo. Gli altri ci staranno aspettando.-
Gli altri li stavano effettivamente aspettando; Iwaizumi lo capisce dal modo in cui il piede di Matsukawa sta tamburellando sul pavimento con impazienza.
-Dove diavolo vi siete persi?- sbotta, andandogli incontro.
Oikawa scrolla le spalle, caricando tutto il peso sulla schiena di Iwaizumi: -Um.. non trovavo il bagno.-
-Davvero? Perché c'è un fottutissimo segnale lampeggiante per quello.-
-Eccovi qui!- esclama Hanamaki, comparendo alle loro spalle. -Pronti per il pigiama party?- 
Oikawa camuffa la sua risata con un colpo di tosse. Iwaizumi guarda da un'altra parte.
Gli occhi di Hanamaki si posano sui loro vestiti solo per pochi istanti, ma la smorfia che compare sul suo volto è sufficiente per smascherarli del tutto: -Oh, no. No, no, no.-
Matsukawa sembra giungere alla stessa conclusione, perché il suo sguardo si fa più scuro. 
-Dai, Makki,- tenta Oikawa, ma Hanamaki scuote la testa: -Neanche per sogno. Tu e il tuo ragazzo dormite in stanze separate.-
Tu e il tuo ragazzo. Iwaizumi sorride. Il suo ragazzo. Intreccia le mani con quelle di Oikawa e stringe la presa.
Oikawa è il suo ragazzo.
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[13/10]
I: [immagine allegata] [11:26 am]
O: ? [11:29 am]
I: leggi [11:29 am]
O: troppo lungo [11:30 am]
I: . [11:30 am]
I: leggi solo la fine [11:30 am]
O: sei stato ammesso?!?!?!?! [11:31 am]
I: ah allora sai leggere [11:31 am]
I: volevo metterti alla prova [11:31 am]
O: ma è fantastico!!!! [11:31 am]
O: ora siamo compagni di università!! [11:31 am]
I: a 13.000 chilometri di distanza ma sì [11:31 am]
O: sono così felice ♫꒰‿๑꒱ [11:32 am]
O: finalmente puoi studiare quello che davvero ti interessa [11:32 am]
O: Scienze motorie a Tokyo? Chi l'avrebbe mai detto [11:32 am]
O: e quando qualche parte del corpo mi farà male mi rivolgerò a Iwa-chan per farmi dare una sistemata [11:32 am]
I: perché detto da te suona così pervertito? [11:33 am]
O: ( ͡° ͜ʖ ͡° ) [11:34 am]
O: vado a dormire [11:35 am]
I: buonanotte [11:35 am]
O: <33 [11:36 am]
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[12/11]
O: iwwwachaan [13:10 am]
I: ti stai divertendo alla festa? [13:10 am]
O: swì [13:10 am]
O: sono ttti così simpaticr [13:12 am]
O: crwdo di aver bevuto un po' troppc [13:13 am]
I: credi? [13:14 am]
O: sì [13:19 am]
I: ci hai messo davvero 5 minuti per scrivere quel messaggio? [13:19 am]
O: sì [13:25 am]
O: vorrei che foss quui [13:26 am]
I: anche io [13:26 am]
O: bnuoanott [13:25 am]
I: buonanotte [13:25 am]
I: fammi sapere quando torni a casa [13:25 am]
O: (⁠~⁠ ̄⁠³⁠ ̄⁠)⁠~ [13:27 am]
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[11/12]
I: [chiamata persa da Oikawa] [20:15 am]
I: [2 chiamate perse da Oikawa] [20:24 am]
O: iiiiwaaachaaaaann [20:26 am]
O: rispondi al telefonooooo [20:27 am]
I: [3 chiamate perse da Oikawa] [20:29 am]
I: si può sapere cosa vuoi [20:30 am]
O: sentire la tua voce (づ ³)づ [20:30 am]
I: dopo [20:31 am]
I: mi sto facendo la doccia [20:31 am]
O: oh [20:31 am]
O: oH (˵ ͡~ ͜ʖ ͡°˵)♡ [20:32 am]
I: ti blocco [20:33 am]
O: manda foto [20:34 am]
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Iwaizumi posa il telefono sul mobiletto e indossa i vestiti puliti. Mentre si passa un asciugamano tra i capelli bagnati, il fragore di una porta e delle urla disperate lo costringono a lasciare di corsa il bagno.
-Mamma?- chiama a gran voce, cercando di capire da dove provengano quei suoni. -Mamma? Che succede?-
Senza aspettare una risposta, si precipita nella sala da pranzo; i piedi nudi scivolano sul pavimento, ma Iwaizumi è troppo spaventato per preoccuparsi di cadere. 
-Mamma! Dove sei?-
Sta per infilarsi nel corridoio quando la strada gli viene tagliata da una figura scura e possente. Prima che l'uomo abbandoni definitivamente l'abitazione, Iwaizumi riconosce lo sguardo severo e disprezzante di suo padre. C'è tanto rancore. Tanto odio.
Il cancello si chiude e, nella casa, torna a regnare il silenzio.
Iwaizumi si riprende velocemente: non c'è tempo per calmare il suo cuore, ma la sicurezza di sua madre ha la precedenza. 
-Mamma?- tenta di nuovo, entrando nella sua camera da letto. -Stai bene?-
Il letto è disfatto e i vestiti sono sparsi sul pavimento; entrambe le porte dell'armadio sono spalancate e Iwaizumi nota l'assenza di molti degli oggetti che un tempo appartenevano a suo padre. Sua madre è accovacciata sul pavimento, con la testa fra le mani, mentre cerca di attutire il suono dei suoi singhiozzi.
-Cos'è successo?- ripete Iwaizumi, con più cautela. Si inginocchia di fianco alla donna e le copre dolcemente le mani, costringendola a sollevare la testa.
Hirohide ha gli occhi spenti e distanti. Sembra quasi che faccia fatica a riconoscere il suo stesso figlio. Quando parla, però, lo fa come se gli stesse consegnando il cuore in mano: -E' finita, Hajime.-
La sua voce è così spezzata che Iwaizumi fatica a cogliere il senso di quelle parole. Solo dopo essersi guardato attorno connette definitivamente i punti. 
Le parole non riescono a trovare la strada per la sua gola; si limita quindi a stringere forte sua madre, mentre il pianto straziato della donna riecheggia tra le pareti della casa.
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-Sei sicuro che sia una buona idea?-
Iwaizumi si inumidisce le labbra, prima di annuire. Allenta leggermente il colletto per poter prendere una boccata d'aria. -Sono sicuro.-
-C'è sempre tempo per inventare una scusa e scappare da qui.-
-E andare dove?-
-Non lo so. E' capodanno, i locali saranno aperti fino a tardi. Troveremo un posto.-
-Andrà tutto bene.-
Oikawa non sembra del suo stesso parere, ma Iwaizumi finge di non farci caso. Si appoggia all'anta dell'armadio e chiude gli occhi. Passano uno, due secondi. Quando li riapre, Oikawa lo sta fissando.
-Che c'è? Non ti fidi?-
-Non è quello,- spiega l'altro ragazzo, lasciandosi cadere sul letto. 
La camera è più spoglia di quanto Iwaizumi ricordasse: tutti i poster, i fumetti e persino le piante sono stati trasferiti oltreoceano. Ciò che resta sono tristi pareti bianche e scatole impolverate.
Oikawa si siede a gambe incrociate e lo guarda con occhi da cerbiatto. Iwaizumi addolcisce il tono di voce: -Allora perché sei così preoccupato?-
-Perché ti ho visto soffrire per mesi per colpa di quel coglione di tuo padre.-
-Tua madre l'ha presa bene, no?-
-Mia madre ti trattava già come un figlio. Sai che le idee politiche delle nostre famiglie sono estremamente incompatibili.-
Iwaizumi piega la testa, cercando di mandare giù quel boccone amaro. Oikawa parla con più cautela, questa volta: -Sono contento che si stia impegnando per riconquistare la tua fiducia, ma tu non le devi niente. E' la tua vita. Lei ha contribuito a rendertela più difficile.-
-Mi ha promesso che sarebbe cambiata e che avrebbe provato a capire. Voglio che veda questo. Che ci veda.-
-Non posso sopportare l'idea di vederti stare male.- 
-Non succederà.-
-Non puoi saperlo con certezza.-
-Con lei è diverso.-
Oikawa non si decide a mollare l'osso, così Iwaizumi si avvicina. Si ferma di fronte al materasso e allunga una mano, accarezzandogli lo zigomo. Oikawa si lascia guidare dal tocco e inclina la testa.
-Funzionerà.-
Oikawa sospira, rassegnato, e preme le labbra sul palmo della sua mano. E' un gesto affettuoso, quasi familiare. -Scusa. Sono paranoico. E' solo che dopo...-
Iwaizumi aspetta che lui finisca la frase, ma resta sospesa a mezz'aria. Invece, Oikawa sembra scacciare via i brutti pensieri per concentrarsi di nuovo su Iwaizumi. Segue la scia di bottoni della sua camicia e sorride lievemente. 
-Ti sta bene il bianco.-
-Che spudorato.-
-No, dico sul serio,- ribadisce Oikawa, facendo scorrere una mano sulle pieghe del tessuto. -E' il tuo colore.-
-Ma dai,- scherza Iwaizumi, stando al gioco. Si china leggermente, respirando più da vicino il profumo di Oikawa. -Pensavo fosse il tuo di colore,- mormora, a pochi centimetri dal suo viso.
-Ogni colore è il mio colore.-
Iwaizumi gli scosta una ciocca di capelli dalla fronte; le sue dita scendono dietro l'orecchio e seguono il contorno della mascella.
-Quindi? Cosa ne pensi di questa camicia?-
-E' carina,- ammette Oikawa, sfiorando provocatoriamente la sua bocca. -Ma starebbe meglio sul mio pavimento.-
Il suono del campanello interrompe qualunque tensione si fosse creata nella stanza. Iwaizumi raddrizza le spalle. Il suo cuore ha iniziato a battere velocemente; per la prima volta, la causa non è Oikawa.
-Ragazzi!- la voce della sorella, Kahomi, attraversa le pareti. -E' arrivata!-
Oikawa sospira, rassegnato. Si alza dal materasso e, prima di seguire il suo ragazzo fuori dalla porta, sfiora il dorso della sua mano con le nocche. E' un tocco così fugace che Iwaizumi pensa di averlo solo immaginato. In qualche modo, però, è anche confortante.
Sono qui, sembra dire. Indipendentemente da quello che accadrà, resterò al tuo fianco.
Iwaizumi si aggrappa a quella sicurezza e varca la soglia. 
Scendono le scale in un religioso silenzio. Dal salotto provengono applausi e suoni di festa, segno che gli altri parenti della famiglia Oikawa avevano già fatto il loro ingresso. Iwaizumi non ci aveva fatto caso, tanto era impensierito.
-Ci sarà anche tuo fratello?-
-Fratellastro,- lo corregge Oikawa, secco. -Il padre di Takeru, sì. Se non fosse per quel mostriciattolo faremmo tranquillamente a meno della famiglia da parte di mio padre.-
-E il compagno di tua madre?-
-Anche lui non poteva mancare.- 
-Mh,- borbotta Iwaizumi, sovrappensiero. -Le famiglie sono proprio complicate, eh?-
Sua madre si trova al piano di sotto; quando lo vede arrivare in compagnia di Oikawa, le sue labbra si increspano. Indossa un abito lungo, color bordeaux: qualcosa che Iwaizumi le aveva visto indossare solo per occasioni di un certo tipo. I suoi occhi, guardinghi come quelli del figlio, non vagano in giro: restano fissi sulla coppia, quasi aspettandosi un movimento improvviso.
Iwaizumi si sente come un uccello chiuso in gabbia: protetto da chiunque tenti i avvicinarsi ma, allo stesso tempo, destinato a soffocare. Resta paralizzato, consapevole che - alla prima mossa sbagliata - sua madre potrebbe girare sui tacchi e non presentarsi mai più a quella porta.
La gara di sguardi dura pochi secondi, però; Oikawa si fa avanti con un leggero inchino. Il suo viso non tradisce alcuna emozione: nessun tipo di risentimento, nessuna manifestazione di gioia. Solo un educato, indifferente saluto.
Hirohide lo osserva in silenzio. Iwaizumi teme che possa non riconosce quel gesto; ma, sorprendentemente, la donna risponde con un sorriso cortese. 
-Ciao, Tooru. E' bello rivederti. Sei cresciuto molto.-
Iwaizumi lascia andare tutta l'aria che non si era accorto di trattenere. Oikawa rilassa le spalle e abbozza una risatina: -Merito del cibo sudamericano. Si mangia davvero bene in Argentina.-
-Non ne dubito. Sei contento delle tue scelte?-
Oikawa apre e richiude la bocca un paio di volte, prima di sollevare il mento. La sua mano trova quella di Iwaizumi prima che il ragazzo abbia tempo di scostarsi. 
-Sì. Di tutte.-
Hirohide osserva le loro dita intrecciate senza dire nulla. Iwaizumi si sente scuotere da un brivido, ma non molla la presa. 
-Hirohide! Che piacere vederla!- La madre di Oikawa compare dietro di loro con il grembiule da cucina legato in vita. Le sua mani sono sporche di farina, così deve spolverarle prima di abbracciare l'altra donna. -Quanti anni sono passati? Chi l'avrebbe mai detto!-
Hirohide lancia un'occhiata furtiva a suo figlio. All'inizio, Iwaizumi è pronto a scattare sull'attenti. Ma, con un secondo sguardo, si accorge che è un riflesso spontaneo, materno.
-In effetti, non avrei mai immaginato che queste sarebbero state le circostanze, ma Hajime ha insistito molto perché mi unissi a voi. Hai davvero una bella casa, Yuzusa.-
-Oh, mi lusinghi. Prego, prego, accomodati in salotto. Consegnami pure il... Kahomi! Vieni a prendere il cappotto della signora!- 
Mentre Yuzusa accompagna Hirohide dagli altri ospiti, Oikawa sussurra qualcosa all'orecchio di Iwaizumi: -E' andata bene, no?-
Iwaizumi annuisce e si concede un piccolo sorriso. -Che ti avevo detto?-
La serata procede senza intoppi tra risate, giochi da tavolo e sguardi rubati. In più di un'occasione, Iwaizumi si sente messo in soggezione dai familiari di Oikawa: anche se nessuno di loro aveva osato fare domande, bastava interpretare i loro volti per capire cosa stessero sospettando. Pensavano tutti la stessa cosa.
Certo, le dimostrazioni di affetto di Oikawa non facevano che accrescere i loro dubbi. Pacche sulle spalle, occhiate sognanti, frasi sdolcinate; se non si fosse trovato in un salotto assieme ad altre dieci persone, avrebbe giurato che quello fosse a tutti gli effetti un appuntamento. 
Sua madre si era ambientata facilmente e aveva passato la maggior parte del tempo seduta in un angolo a chiacchierare con gli zii di Oikawa. Di tanto in tanto, Iwaizumi le rifilava un saluto o un'espressione interrogativa, ma lei ricambiava di rado.
A conti fatti, era comunque una vittoria: forse sua madre non approvava quella relazione, ma si era dimostrata disposta a supportarla. Aveva scelto di festeggiare il Capodanno come se fossero un'unica, grande famiglia, e aveva trattato il suo ragazzo con rispetto. Dopo tanti anni di angoscia, Iwaizumi poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo.
-I fuochi d'artificio!-
Takeru, il nipote di Oikawa, sfreccia davanti al divano per spiaccicare la fronte contro la finestra. Hirohide sembra riprendersi dalla fitta conversazione in cui si era immersa, e così Yuzusa, Kahomi e il resto dei presenti.
Il suono degli scoppi è attutito dallo spessore del vetro, ma al ragazzino non sembra importare.
-Guarda come sono belli!- insiste Takeru, chiamando suo padre. -Vorrei che fossero più vicini!-
Mentre gli invitati si alzano dalle sedie per assistere allo spettacolo, Oikawa tira la manica di Iwaizumi. -Prendi la coperta e seguimi.-
Risalgono le scale di soppiatto, per non farsi notare. Oikawa tira fuori la scala a pioli che, dal pavimento, conduce in soffitta. Scavalcano la traversa della finestra - come hanno fatto da piccoli e innumerevoli altre volte - e si arrampicano sul tetto.
Il cielo è terso, questa notte. Poche stelle e tanta oscurità.
-Ti prenderai un malanno a stare fuori con questo freddo,- fa notare Iwaizumi, sedendosi accanto al suo ragazzo.
-Ecco perché hai portato la coperta.-
Iwaizumi, infastidito, avvolge le loro spalle e torna a fissare il paesaggio. Contemplano l'orizzonte per minuti interi; ogni tanto, sobbalzano a causa del fragore dei fuochi d'artificio. Esplosioni di mille colori illuminano la notte, disegnando forme astratte sopra le loro teste.
Il cielo si tinge di rosso quando l'immagine di un drago viene proiettata nel cielo. La coda si arriccia fino a scomparire dietro le montagne, in lontananza. 
Iwaizumi distende le gambe, lasciandole ondeggiare nel vuoto. -Ti sei divertito?- chiede, in un momento di pausa
Oikawa continua a fissare dritto davanti a sé. -Poteva andare meglio,- ammette. -Tu?-
-Poteva andare peggio.-
Con quella frase, riesce a strappare una risata all'altro ragazzo. -Credi che tuo padre proverà mai a riavvicinarsi come ha fatto lei?-
Una nuova esplosione colora le nuvole di rosa. Iwaizumi serra la mascella, di riflesso.
-Sì. Alla fine penso che ci proverà. Ma non sono sicuro che glielo permetterò.-
Oikawa annuisce. -Non sei costretto. Non gli devi niente.-
-Lo so.-
Iwaizumi sobbalza leggermente per la sorpresa quando la testa di Oikawa si posa pigramente sulla sua spalla. I riccioli gli fanno il solletico sul collo. Lui però non si sposta, anzi: inclina a sua volta il capo, appoggiando la tempia sui capelli del ragazzo. E' comoda quella posizione. Lo fa sentire tranquillo, in pace. 
-Ho paura, Iwa.-
Iwaizumi raddrizza involontariamente la schiena, senza spostarsi. Quell'affermazione lo ha colto impreparato. -Paura di cosa?-
-Di questo. Di noi.-
-Cosa intendi con "questo"?-
Oikawa trattiene il respiro per qualche secondo, e lo stesso fa Iwaizumi. 
-Ho paura di quanto ti amo.-
Iwaizumi libera l'aria nei polmoni, sollevato. Gli viene quasi da ridere. -Perché dovrebbe spaventarti?-
Ma Oikawa è serio, mortalmente serio. Il suo tono di voce gli fa accapponare la pelle. 
-Non credo che tu abbia percepito il significato delle mie parole. Ti amo ora, ma ti amerò sempre. E' un sentimento, una fiamma che non potrà mai spegnersi; e tu continui ad alimentarla ogni singolo giorno. Tu non-... vivi dall'altra parte del mondo, eppure io continuo a cercarti. E' come se fossi dipendente da te. Vivo per quel fuoco. Sono spaventato perché non ci sarà mai nessun altro che vorrò al mio fianco nel modo in cui ho desiderato te. Nessuno mi capirà come hai fatto tu. E io non vorrò mai capire qualcuno come ho capito te.-
Iwaizumi inspira bruscamente. Non sa bene cosa rispondere; ha manifestato in più di un'occasione la quantità di infinito affetto che prova nei confronti del suo ragazzo, quindi non crede che l'altro stia cercando una qualche conferma.
-Lo sai che la cosa è reciproca.-
-Sì,- risponde prontamente Oikawa. -Per questo dico di stare attenti. Come fai a non capire? Non riesco fisicamente a immaginare un futuro in cui tu non sia presente.-
-E' amore.-
-E' pericoloso.-
Iwaizumi ammutolisce. Al suo fianco, Oikawa si è seduto di nuovo composto. 
-Tu ami le sfide,- gli fa notare Iwaizumi, con una punta di ironia.
Oikawa si lascia sfuggire una piccola risata prima di annuire. -Già. Ma sai cosa si dice, no? Una delle prime cose che ti insegnano da bambino. "Non giocare con il fuoco, che poi ti bruci".-
Iwaizumi scrolla le spalle e alza la testa verso il cielo. Niente pensieri negativi, quella sera; le preoccupazioni potevano attendere il giorno successivo, dopo la partenza di Oikawa. Del resto, il suo tempo con il suo ragazzo era sempre limitato. Voleva godere di ogni secondo come se fosse l'ultimo.
-Stupido inquinamento luminoso, eh?- scherza, richiamando la stessa frase che si erano scambiati più volte su quel tetto.
Oikawa sorride con tutto il volto, colto di nuovo dalla spensieratezza. Iwaizumi passa un braccio sulle sue spalle e lo tira più vicino. Ci saranno altre occasioni, pensa. Altre notti trascorse a piedi nudi sul tetto.
Iwaizumi non sa ancora che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero visto le stelle. 

   
 
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