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Autore: Meky    28/05/2005    2 recensioni
Avete presente quando, nei vari settori aggiunti del Signore degli Anelli (grande Tolkien) Legolas e Gimli partono per le Terre Immortali? Beh, una ragazza misteriosa si intruffola sulla loro barca e... Tra il male che ritorna e e le terre in cui solo gli elfi possono andare ecco la mia fic!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gimli, Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

I nove sigilli

 

NdA: poiché stiamo giungendo alla vera azione della storia (una delle prime spero e credo) devo mettere un po’ di parole a caso per allungare l’attesa… [NdUnaVoce’Casuale’: bastarda…]. In fondo cosa vi aspettate da una mente malata come la mia? (Potete anche provare a chiedere ad Amber che sa bene cosa voglia dire aspettare tanto tempo in suspence… [NdAmber: già, ho avuto tanti istinti omicidi per questo…]) Comunque… poiché sono buona taglierò con queste cretinate e continuerò la storia…[Segni d’assenso comune da tutti (tranne che per la bontà dell’autrice)]

[NdA: guardate che se mi offendete continuo con la suspence ancora per un po’…] [NdTutti: no grazie!]

Quella sala, se la ricordava, faceva parte del suo sogno. Gente che danzava, con sontuosi abiti e una maschera al viso. La musica silenziosa aleggiava nell’aria della stanza, con quell’immobilità che già aveva sentito. Eppure non aveva paura, no. Entrò nella sala, col suo abito bianco, la maschera in mano, una bellezza lucente in un’oasi oscura. E poi il gelo. Fu allora che ebbe paura. Quando il ghiaccio ricoprì tutto ci fu qualcosa che si sbloccò dentro di lei, come se quel gelo avesse l’effetto contrario su di lei. Ed ogni cosa sparì, solo lei lì, come sospesa in quel bianco vuoto che la circondava, nuda nel corpo e nell’anima. Avrebbe tanto voluto che si fosse trattato di un sogno, quella notte, invece della sua solita lungimiranza. E anche le luci apparvero, coi loro simboli, con la conoscenza di ciò che sarebbe venuto dopo, con la consapevolezza che quello non era un sogno; Moko chiuse gli occhi mentre intorno a lei i simboli vorticavano, si stringevano attorno a lei, sempre più soffocata ma non poteva uscire perché qualcosa la teneva ben stretta dai piedi

Vogliamo la tua Vita… I morti, c’erano anche loro; e lei, con la sua veste stracciata, che voleva urlare ma non ci riusciva tanto era attanagliata dalla paura. Le mani si arrampicarono su, lungo le gambe… e lei tentava di liberarsi e di urlare, ma una mano le aveva infine bloccato la bocca e le mani si piantavano dolorosamente sul suo corpo

“Aiuto!” pensò disperatamente “Aiuto!” Aveva paura, come nel sogno. Ma ora sapeva che non sarebbe stata svegliata dalla voce di Gimli. Strinse gli occhi, mentre quelle mani la tiravano per le braccia, il collo, le gambe, dolorosamente. Poi… una voce, la luce

-Lasciatela!- La voce della madre la proteggeva e presto quegli spiriti inquieti scomparirono. Qualcuno la prese fra le proprie braccia. Suo padre.

-Ora tocca a te. Vola oltre le nubi, oltre il cielo, dalle Stelle. Guarda nel tuo cuore, in te stessa. Troverai la forza, piccola mia-

Moko si alzò di soprassalto. Non sapeva come ma aveva raggiunto la fine dalla scala a chiocciola. Si guardò attorno. Ora era nel Perlhen, ne era certa; era in cima al palazzo, in una stanza alta con una cupola che faceva entrare la luce, un pavimento in mosaico cui sembravano mancare dei pezzi e ai muri gli strani simboli che aveva visto prima. Erano in argento e incastrati nel muro; uno di essi, quello con solo un ovale, aveva lasciato un segno della sua presenza passata. Ora rimaneva solo un piccolo ciondolo con una punta di stella ai piedi del segno. La raccolse e, ancora tremante dallo spavento preso, guardò con attenzione ogni simbolo ma nulla l’aiutava a capire a cosa servissero. Sembravano dei sigilli…

Spalancò gli occhi. Prese la punta di stella e l’osservò, poi guardò il segno lasciato dal primo simbolo. L'impronta rimasta era di una stella con attorno un ovale e agli angoli dei gigli

-Oh…- mormorò stupita lei. Le tornò in mente un racconto che sua madre le raccontava sempre. C’erano nove sigilli in una terra lontana. Nessuno sapeva che esistessero ma un giorno, quando le forze del male attaccarono quelle terre, qualcuno ruppe questi sigilli. L’energia che sprigionò dalla rottura apparteneva ad una Stella e, grazie ad essa, riuscirono a scacciare il male.

E se quella storia si riferisse alle Terre Immortali? In fondo sua madre era un elfo… Questo, però, voleva dire che lei sapeva tutto fin dall’inizio, quando ancora le raccontava quella storia! No, era impossibile… Scosse la testa per scacciare quei pensieri. Guardò una possibile via d’uscita ma nulla, non c’era niente che permettesse di uscire o anche solo entrare

-Ora che faccio?- si chiese a voce alta. Si sedette a pensare. Un raggio del sole le illuminò il viso e qualcos’altro…

-Ma certo!- esclamò scattando in piedi. Si era scordata della Collana della madre, la Chiave per Eressea! Guardò i vuoti nel pavimento. Uno di essi poteva essere lo spazio per la punta… Guardò ma nulla aveva la forma di punta di stella. Guardò la Collana; le dava fastidio doverlo fare, ma doveva provare…

Buttò nel centro del pavimento la Collana ed essa si spezzò come se fosse di vetro; rimasero le stelle di gemma bianca, ancora intere, e pezzi d’argento. Improvvisamente le stelle presero come vita e si alzarono volando verso i simboli. Moko non aveva mai notato che le stelle nella Collana fossero proprio otto…

Le stelle si avvicinarono fino a formare una stella più grande, con al centro la punta che sporgeva. Moko si avvicinò; timorosa lo prese in mano e da esso si staccò una piccola stella. Si avvicinò ad uno dei pezzi mancanti nel mosaico, mentre il resto della nuova collana rimaneva sospesa nell'aria. Appena il pezzo fu dentro l'apposito spazio il secondo sigillo, una stella al centro con due ovali attorno e falci di luna agli angoli, sparì lasciando il segno e un'anima apparve dal muro. Moko indietreggiò, mentre l'anima, che aveva l'aspetto di una donna dai lunghi capelli neri, le si fermò davanti

Troppo facile il cammino

per chi come te ha un destino

Troppo assurdo è il luogo

ove ogni cosa prende fuoco

Se il secondo sigillo rotto hai

attenta, perché al prossimo, mia Stella, non ti salverai

Detto questo la donna scomparve, lasciando solo quel presagio e una scia d'argento. La ragazza scosse la testa cercando di tornare in se stessa

"È stato facile…" pensò lei sconcertata "Troppo facile…" Si avvicinò alla collana e da essa si stacco un pezzo con quattro punte. Cercò sul pavimento un vuoto così e v'incastrò la tessera. Tutto divenne azzurro, e dal terzo sigillo uscì un vortice di ghiaccio con dentro un bambino

Eccola qui, la piccola Stellina

ho che paura hai, piccina

Da me non sfuggirai

sono il gelo, tu lo sai

Oh, la Stella

 che farà ora?

La soluzione tu già sai

 e se morire non vorrai

al più presto dirmela dovrai

Quando la voce glaciale del bambino fantasma smise di parlare, piano un velo la rinchiuse in una sfera di freddo

-Io ti ho già sconfitto!- esclamò rivolta allo spirito. Si concentrò. Non era difficile, per sconfiggere il gelo bisognava trovare il calore. Pensò a tutto ciò che la faceva provare calore nel cuore e piano la sfera esplose. Con un grido lo spirito scomparve, lasciando una lastra di ghiaccio su pavimento. Un piccolo tonfo segnò la scomparsa del terzo sigillo, sempre la stella al centro con tre ovali, e stelle a nove punte agli angoli. La ragazza staccò un’altra stella a sei punte e la rimise al suo posto sul pavimento. Una dolce melodia, un po’ malinconica, si sparse per la stanza, mentre dal quarto sigillo, stella in mezzo, quattro ovali intorno con agli angoli dei gigli, partì una voce

Ah… ah… ah… il dolore…

Oh… oh… oh… come soffri…

Uno spirito di donna uscì dalla parete. Portava un abito stracciato e il viso era rigato da lagrime inesistenti. Lei la fissò

Ah, facile, troppo facile! esclamò lei guardandola. Moko si indicò Si, tu! Tu che hai tutto, la vita, persone care, un futuro! Gli occhi bianchi la guardarono con ira e un voce tenebrosa interruppe la melodia

Questa è la tua prova, principessa

Questa è il mio dolore, Stella

Tu hai un Destino

Io ho la pena!

Dannata, dannata!

Questa sarà anche la tua maledizione!

Tutto si oscurò e la ragazza si ritrovò legata, senza sapere neanche come avessero fatto. Cercò di liberarsi ma le corde si trasformarono in rose e le spine le penetrarono nei polsi e nelle caviglie

Stavolta nessuno ti salverà

la tua tomba, la vedi? È là!

Moko guardò ai suoi piedi; in effetti, c’era una bara ma all’interno c’era il corpo della donna-spettro! Cercò di toccare il bordo della bara ma più si muoveva più le spine andavano in profondità

-Ahi…- mormorò lei. Guardò verso la scia bianca che vorticava in quello spazio scuro, lanciando acuti lamenti

“Come faccio a liberarmi?” pensò Moko cercando di spostare le rose sparse sul corpo e sulla bocca “Di sicuro è un’anima infelice… Ma cosa posso fare io?”

Sbuffò e lo sguardo le cadde sulla spiritica scia bianca che attraversava visibile l’oscurità. Mosse le mani e cercò di staccare una spina. Con quella cercò di liberarsi ma invano

Ah ah ah! È tutto inutile!

Arrenditi! Sei debole ormai!

-Questo è quello che dici tu!- cercò di dire lei. Fissò decisa la punta e, in un impeto, la buttò dentro la bara. Piano crebbe un’altra pianta di rose e la scia scomparve, liberando la ragazza

Non hai ancora vinto!

Moko fissò la bara, incerta sul da farsi. Alla fine cercò di togliere la pianta dalla bara

“Forse se riesco a calmare l’anima della donna lei scomparirà e io terminerò la prova” pensò lei. Finito di togliere le rose, graffiandosi le mani e le braccia con le spine, guardò il corpo della donna

-Non so come fare a togliere la maledizione che c’è su di te- disse rivolta allo spirito che, dopo aver levato la pianta, era tornato a volteggiare –ma voglio almeno dirti che mi dispiace…-

Si chinò sul corpo freddo della morta e le mise le mani ai lati della testa. Una luce bianca scaturì dalle sue mani e attraversò il corpo; la luce cancellò piano tutto l’ambiente circostante facendolo tornare normale. Anche il quarto sigillo era diventato un segno. Una stella a quattro punte si staccò da sola dalla collana e si collocò sul suo vuoto nel mosaico. All’istante il quinto sigillo, una stella con cinque ovali intorno e con agli angoli delle falci di luna, scomparì lasciando la solita impronta e, al suo posto apparve la donna di prima. Stavolta la veste era intatta e anche il viso non era segnato da lacrime

Perché?

Moko la guardò interrogativamente

Perché lo hai fatto?

-Perché mi sembrava la cosa giusta…- rispose lei. La donna la fissò quasi con odio

Hai messo fine al mio dolore

non alla mia maledizione

Hai sbagliato e sei scappata

tu che sei amata

Oh! Il tormento non può lasciarmi

o la morte sola resterà

Ma ormai sconfitta tu mi ha

 e, ahimè, ormai nulla posso far

 Addio Stella e attenta, la Morte è la pena meno dolorosa per te

La donna scomparve, lasciando quella melodia che aveva accompagnato l’apertura del quarto sigillo. Dal quinto sigillo apparve un’elfa con una piccola cetra in mano

Si bloccò a pochi metri da Moko continuando a suonare quella melodia. Lo spirito aprì la bocca. Un manto rosso sangue ricoprì tutto, la musica cambiò diventando quasi satanica. La ragazza rabbrividì involontariamente

-Che… che succede?- chiese balbettando la ragazza

Nulla

Guardò le donna; le aveva parlato con un tono strafottente. Una risatina uscì dalle labbra dello spettro

Hi hi hi! Guarda come tremi

Sei per caso bagnata?

Oh, te la stai facendo addosso dalla paura!

Hi hi hi!

-Non è vero!- esclamò Moko guardandola indispettita. Alle sue parole il colore divenne ancora più scuro

Oh, non mentire!

Tra poco cadi da tanto ti tremano le gambe!

-Smettila! Sei una bugiarda!- Il colore divenne marrone scuro

Mi dai della bugiarda?

Osi darmi della bugiarda?

Oh! Che sfacciata la nostra stellina!

Ma guardala lì, non è neanche degna d’essere quello che è…

Moko la fissò con odio ma non rispose

Cos’è? Ti hanno tagliato la lingua?

-ZITTA!- esclamò lei esasperata dalla continua parlantina. Tutto divenne nero –Smettila! Lo capisci che non ti sto ascoltando?!- La donna incrociò le braccia e la guardò con superiorità

Ti comporti proprio da bambina

Non sembri neanche avere i tuoi vent’anni…

Moko si guardò intorno; l’aria stava diventando irrespirabile e pesante

“Come fa a sapere che ho vent’anni?” Un’idea le attraversò la mente “Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Potrebbe rappresentare la discordia e io ci sono cascata proprio come una bambina! E invece ho vent’anni…”

-Sai una cosa?- Sorrise alla donna –Hai ragione!- Lo spettro spalancò gli occhi –Sono proprio una bambina sfacciata, senza il minimo rispetto verso nessuno. Ti chiedo scusa- La donna emise uno stridio

Come puoi dire che ho ragione io?! Tutto quello che ho detto era falso! FALSO!

-Davvero? Hai detto che hai mentito…-

La donna la fissò con odio poi, con un grido scomparve facendo tornare tutto normale

-E ora il sesto sigillo- disse Moko alzandosi e staccando un’altra stella stavolta a tre punte. Guardò il pavimento per cercare un altro foro nel mosaico ma… l’immagine era completa! Aggrottò la fronte; come faceva a sbloccare il sesto sigillo? Guardò nuovamente la stanza. Le colonne della cupola! Erano nove disposte in modo da sembrare attaccate al muro. Però, quattro di esse, quelle che corrispondevano ai punti cardinali, erano più sporgenti delle altre e avevano, ora che ci guardava, una fessura a forma di stella a tre punte. Si avvicinò e incastrò la stella nella colonna ad est

Il sigillo (stella in mezzo con attorno sei ovali e agli angoli dei gigli) scomparve, lasciando uscire un piccolo gatto fantasma

Miao…

Moko piegò la testa di lato

“Un gatto?!” pensò sorpresa

Miao…

-Ciao bel micino…- disse la ragazza guardando sorridendo il felino. Il gatto iniziò a soffiare, finché non divenne grande come una tigre –Calma micino…- Moko indietreggiò mentre la belva avanzava verso di lei; continuava a ringhiare sommessamente e l’osservava con odio. Improvvisamente la tigre balzò mancando di pochissimo la ragazza che, prontamente, si era spostata, evitando la zampata

“Ma che dolce micetto” pensò Moko schivando un’altra zampata “Se solo avessi un’arma con cui difendermi…” Dal nulla apparve un bastone

-Questa la chiamate arma?!- esclamò la ragazza rivolta al cielo –Se doveva proprio accadere un miracolo, perché non lo fate almeno decente? Questo ha poco del miracoloso, ha più della buffonata!-

[NdA: ehi! Non offendermi! Se vuoi mi riprendo il bastone…]

[NdMoko (scotendo la testa): nonononono!]

La tigre ruggì e ripartì, ma stavolta la ragazza non riuscì a spostarsi. Si protese con il bastone e la tigre, ruggendo arrabbiata fu scaraventata lontano da mille scintille

-Ritiro subito quello che ho detto- disse lei sorridendo meravigliata –Altro che miracolo!-

[NdA: contenta adesso?]

[NdMoko: oh, grazie Sempai, oh, grazie grande Guru!]

[NdA: … -_-‘. 1- L’unico grande è Tolkien che ha inventato la storia. 2- Guru di cosa? Il più grande in Il Signore degli Anelli è e rimarrà TOLKIEN!]

[NdMoko: scusa assetata di sangue… (uff…)]

[NdA: ehi!è__é]

[NdMoko (abbastanza stanza dei capricci dell’autrice): scusa tanto Meky, mia inventrice! A te devo la vita…]

[NdA (soddisfatta): adesso andiamo meglio… E NON DIMENTICARE CHI È IL VERO GURU! Chi è?]

[NdMoko (senza voglia e scocciata al massimo): Tolkien…]

Puntò il bastone verso la belva ed essa, per risposta, ruggì arrabbiata. Dal bastone partì un raggio azzurro che colpì alla zampa la tigre. Strillando, quest’ultima fece un balzo avanti e mancò per un pelo la ragazza che, in risposta, le sbatté l’arma in testa. Un lampo accecante scaturì dal bastone e la tigre scomparve.

-Yeah!- esclamò mentre il bastone scompariva –Mi mancano solo altri tre sigilli!- Prese un’altra stella a tre punte e la mise nella colonna a ovest. Subito il settimo sigillo (stella al centro con attorno sette ovali e stelle agli angoli) scomparve, lasciano il posto al solito al solito segno.

L’oscurità scese all’istante. Non vedendo più nulla, la ragazza, rimase immobile, attendendo un suono; ed esso arrivò! Era una sorta di squittio

“Topi?!” pensò abbastanza sorpresa. Qualcosa le strisciò vicino alle gambe facendola sobbalzare. Un altro squittio. Moko si guardò intorno senza riuscire a fendere l’oscurità. Improvvisamente piccole zampette pelose si arrampicarono lungo le gambe, facendole trattenere a stento un grido

“Che succede?!” si chiese cercando di togliersi di dosso quelle creature. Occhi rossi spuntavano fra le tenebre e questo la fece rabbrividire e non poco “Ma cosa sono?! Non sembrano per niente topi…” Iniziò a scuotersi, ma più si muoveva, più le creature aumentavano

“Ci vorrebbe un altro miracolo…”

[NdA: ehi! Per chi mi hai preso? Non sono mica una divinità! E poi i miracoli accadono una volta sola nella vita…]

[NdMoko (supplicando): dai… non farti pregare…]

[NdA: va bene…]

Una piccola torcia apparve dal nulla, facendo squittire indispettiti i topi che diminuirono

-Ah ha! Allora temono la luce!- mormorò esultante la ragazza. Lei iniziò a scuotere la torcia attorno al corpo e le creature si allontanarono squittendo dalla ragazza; ma il fuoco non si limitò ad allontanarle, ma ne bruciò una buona parte. I topi scomparvero e, con loro, anche l’oscurità generale

-Me ne restano solo due!- esclamò contenta. Prese la stella a tre punte e la infilò nella colonna a sud; il sigillo (stella al centro con attorno otto ovali e agli angoli dei gigli) scomparve subito…

 

NdA: Scusate se non ho potuto aggiornare prima, ma il mio computer era KO e… non potevo certo aggiornare! Smack a tutti!

  
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