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Autore: Kingdom11    21/09/2009    1 recensioni
Salve a tutti! eccomi di nuovo con un'altra one-shot sul "triangolo" Dean-Alice-Sam....questa volta alle prese con l'arrivo dell'Apocalisse...buon divertimento! NB: questo one-shot è stato scritto PRIMA della fine della IV stagione, xciò all'epoca non avevo la minima idea di ciò che sarebbe successo...così sono andata un pò a fantasia...risparmiatevi inutili critiche, please!
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Famiglia Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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“Quello che dici è semplicemente ridicolo!”le rinfacciò Bobby. “Sam è a casa con la piccola…e con Dean…devi tornare da loro”  “Ci vediamo Bobby!” rispose lei cercando le chiavi della macchina. “Alice?” la chiamò il vecchio amico di suo padre. “Si?” “Non ti azzardare a farlo”concluse.
Se ne andò sbattendo la porta. La notte era calata in modo molto silenzioso. Le stelle irradiavano la loro luce secolare sull’Impala, parcheggiata lì accanto. Salì in macchina: rovistò fra le vecchie cassette del marito…AC DC…Metallica…Bon Jovi… Scosse la testa e richiuse lo sportello. Accese la radio. La vecchia macchina venne invasa da “Can’t fight this feeling”…due lacrime le scivolarono lungo il volto. Spense immediatamente la funzione radio e accese l’I-pod che Sam aveva collegato all’apparecchio. Una vecchia canzone degli  Lynyrd Skynyrd invase l’abitacolo.
Svoltò all’incrocio…non sarebbe andata al appartamentino che lei e Sam avevano affittato pochi  mesi prima del parto. L’Impala procedeva come una belva furiosa verso il Wisconsin. Verso una delle porte dell’Inferno.
Flashback di quella notte la colpirono in pieno petto. Sam che prendeva a calci Jack, lei che l’implorava di smettere, la voce di Dean in lontananza…lei che sorreggeva Sam avviandosi verso il marito…un urlo, Sam la spingeva a terra…l’odore del sangue che le raschiava la gola…Sam morto tra le sue braccia…morto per salvare lei. La furibonda lite con Dean e il suo temporaneo trasferimento a casa di Bobby…il ritorno di Sam…il demone dagli occhi gialli che le sussurrava come avesse fatto Sam a tornare dall’Inferno. Tutte immagini che aveva cercato di cancellare.
L’ultimo anno di vita di Dean:i pianti, le 365 notti passate a fissarlo mentre dormiva stringendola, le lacrime mentre facevano l’amore, il suo odore, i suoi occhi, il suo sorriso che le venivano strappati via dai Black Dog quella notte…
Le lacrime le annebbiavano la vista…ricordava l’interminabile notte passata accanto al corpo del marito…Sam che l’abbracciava e lei che lo sommergeva di lacrime…il funerale e la loro partenza verso un nuovo caso…più motivati di prima a scovare Lillith e a fargliela pagare.
L’opzione”brani casuali” cambiò canzone…”Look at you”…la notte nel motel…lei e Sam, dolci, soli, insieme…l’emozioni che le aveva suscitato il loro primo bacio…quel fuoco misto a ghiaccio che le si era sciolto dentro…impulsivo come un fremito. Passarono circa una settimana in quella camera: studiandosi, coccolandosi, cercandosi, capendosi. Poi una mattina lo scoprì. Corse in farmacia e pochi secondi dopo fissavano insieme la targhetta, indecisi, confusi, irrequieti. Blu…”Sono incinta”…entrambi evitarono di fare ad alta voce la fatidica domanda e aspettarono. Alcuni mesi dopo, Sam affittò un appartamentino nella piccola cittadina sulla via per raggiungere la casa di Bobby. Insieme scelsero le lenzuola, i piatti e il necessario per il bambino che sarebbe arrivato di lì a poco.
Poche settimane dopo, Sam tornò a casa con un piccolo anello di diamanti in tasca. Alice accettò piangendo di gioia. Si sposarono il mese successivo.
 Era ormai il nono mese. Sam stava riparando il motore dell’Impala, Alice lo stava osservando dalla veranda accanto alla rimessa…un calcio più forte del solito…un dolore proveniente dal basso ventre…”Sam”l’urlò le morì in gola prima che venisse inghiottita dalle tenebre.
Si risvegliò in ospedale:Sam le teneva la mano, più pallido di quanto non fosse lei…erano in sala parto, le disse l’infermiera…chiese poi chi fosse l’uomo che l’accompagnava. “Lui…lui è il padre del bambino”rispose lei con un filo di voce. Gli occhi di Sam s’illuminarono…la baciò dolcemente sulle labbra e le assicurò che la  loro creaturina sarebbe stata perfetta.
Un paio di ore, un’intera confezione di calmanti(per Sam) e alcune punture di morfina dopo, Mary Julie era nata. 3,56kg di pura bellezza. Occhi socchiusi, boccuccia piccola e perfetta e viso angelico, dormiva beata tra le braccia di Alice, mentre Sam piangendo le abbracciava entrambe, non riuscendo a smettere di guardarle.
Passarono tre mesi dalla sua nascita: Alice non riusciva a smettere di vivere pensando solo alla figlia e a Sam. La loro era un’esistenza felice:la piccola li svegliava al mattino, Sam andava a lavorare per lo studio legale della cittadina mentre Alice si occupava della casa e della piccolina. Verso l’ora di pranzo, le due “donne” uscivano per una breve passeggiata, portavano il pranzo a Sam e dopo tornavano a casa, in tempo per il pisolino pomeridiano. Alla sera Sam ritornava a casa e tutti e tre si godevano alcune ore assieme, prima di mettere a letto la bambina. Poi la coppia si sdraiava sul divano per un po’ di televisione oppure saliva direttamente in camera da letto.
Bobby, inizialmente colpito da quella nascita, si era tremendamente affezionato alla bambina, poco importasse di chi fosse figlia.
Al compimento del primo anno, Mary Julie mostrò loro la sua prima visione:un’immagine della madre pochi secondi dopo il parto. Quella, descrisse al padre colpito, era la prima immagine che conservava della mamma. Bobby spiegò loro che quelle visioni che la piccola utilizzava per comunicare, erano frutto dei loro poter telecinetici.
 Amarono ancor di più la loro piccola bambina speciale.
 Il suo volto, concordarono i due, era un misto tra quello di Alice e di Sam; i capelli invece, caldi riccioli marroni, richiamavano ad Alice…gli occhi però…erano inconfondibilmente quelli verdi di Dean.
I loro giorni trascorrevano felici.
Una domenica sera, Alice stava insegnando alla piccola a pronunciare la parola “vassoio” mentre Sam cercava di costruirsi un’arringa vincente per il suo cliente. Qualcuno bussò alla porta. Sam si alzò, passando accanto alle due donne, baciò la madre e scompigliò i riccioli della figlia e aprì la porta.
Bobby entrò nella stanza mentre Dean restò sulla porta. Sam scrutò quella figura così simile al fratello. “Alice”urlò continuando a fissarlo negli occhi. “Prendi Mary Jo”. Dean sussultò alla vista della moglie con in braccio una bambina. Fece per andarle incontro, Sam scattò e lo colpì allo stomaco. “Sam aspetta”urlò Bobby, “E’ lui”.
Alice restò pietrificata alla vista dell’ex marito. Mary Jo, invece, sorridendogli, appoggiò svelta una manina sulla guancia della madre, per capire chi fosse quell’uomo…utilizzò il suo nuovo potere, la capacità di carpire informazioni dalle persone…e capì:l’indecisione dei pensieri della donna, la paura che fosse figlia del Winchester sbagliato...”Papà”urlò la piccola. Sam e Dean si bloccarono. Scalciò violentemente costringendo la madre ad appoggiarla sul pavimento. Reggendosi in piedi, corse verso i due uomini. Sam, istintivamente spalancò le braccia, cercando d’impedire alla piccola di avvicinarsi all’individuo che riteneva non fosse suo fratello. Mary Jo riuscì ad evitarlo e raggiunse Dean. Gli si attaccò ad una gamba e lo chiamò ancora “Papà, papà”.

Dean abbassò lo sguardo sulla creatura: restò incantato dai suoi occhi verdi. Il viso, lo riconobbe come quello di Alice e di Sam. La bocca, in particolare, gli ricordò quella della moglie. Alzando lo sguardo, incrociò quello di Alice. Stava tremando. Sam gli si avvicinò e prese in braccio la piccolina sorridente. Dean si diresse verso Alice. La giovane gli sfiorò una guancia con la mano, balbettando “Tu eri morto”. Dean si sporse per abbracciarla e annusandole i capelli le sussurrò che era tornato, per lei e Sam. Per lei.
Alice si staccò e, con occhi sbarrati, si portò le mani al viso. Le lacrime le rigarono il volto. Dean capì lo shock iniziale e cercò d rassicurarla. “Non so chi o cosa mi abbia fatto tornare, so solo che sono qui ora, per restare…per vivere quella vita felice che tanto desideravo…con te, con Sam e…nostra figlia, giusto?”. Alice guardò oltre la spalla dell’uomo. Sam le si precipitò accanto, impedendole di sbattere sul pavimento mentre sveniva.
L’adagiò sul divanetto cercando qualcosa per farle aria. Dean gli si avvicinò. “Non pensavo avrebbe reagito così!” “Dean, da quando se ne sei andato, sono cambiate un mucchio di cose”. Sam cercò le parole.  Dean notò l’anello che il fratello minore portava al dito. “Ti sei sposato Sammy?congratulazioni!e dov’è la fortunata?”. “Dean…”Alice riaprì gli occhi mostrandogli la mano sinistra. Dean notò l’anello identico a quello di Sam. “Non capisco…voi due sposati…è impossibile!Tu eri ancora sposata con me!Tu amavi ME non SAM!”.  “Dean lascia che ti spieghi”. Sam cercò di risparmiare il tutto ad Alice, pallida come uno straccio. “Eravamo sconvolti…lei non faceva altro che piangere…tu lo sapevi benissimo che l’amavo Dean, l’hai sempre saputo!Lei non c’entra nulla, se dei incolpare qualcuno, incolpa me!”. “Tu…lurido razza di…in punto di morte ti ho chiesto di badare a lei…non di portartela a letto!”. “E immagino allora che la bastarda sia tua”concluse guardando Mary Julie che lo salutava vivacemente. “No”Alice aprì una cartelletta accanto al divano. Conteneva delle analisi. “Non è di Sam…è figlia tua!”gli passò i risultati del test del DNA. Sam si voltò a fissarla sbalordito. Si alzò dal divano e si avvicinò al fratello per leggere i referti. “Mary Julie Winchester, figlia di Dean Winchester”. Un altro dato colpì la sua attenzione.  “Referto del 23 Settembre“. Le parole gli rimbombarono in mente. “Perché non me l’hai detto prima?” Sam l’accusò con gli occhi. “Bobby”fu Dean a parlare. “Porta fuori la bambina”.

Alice si alzò e si diresse verso la cucina per una tazza di caffè. Sam le esplose contro. “Come diavolo hai potuto farlo?”. “Forse temeva che non l’avresti più voluta se fosse stata figlia mia”. Dean centrò il problema. “Rispondimi”Alice tacque. “Lascia perdere Sammy, con questo genere di persone è meglio non avere a che fare”. Dean le afferrò i polsi, mandando in frantumi la tazza. “Cos’è io non ti bastavo?non ti ho forse dato tutto me stesso?”. Gli scossoni le procurarono alcuni lividi. “Dopo quanto ci sei andata a letto, Alice?il mio corpo era già freddo?”. La ragazza non aprì bocca. “Rispondi” l’ammonì l’ex marito. Non ottenendo risposta, le lasciò i polsi. “Che intenzioni hai ora?”chiese rivolto a Sam. “Non lo so…tu piuttosto hai intenzione di riconoscere la bambina?”. “Non saprei Sam…chi può dirmi che il risultato non sia stato truccato…magari è figlia di qualcun’altro”ipotizzò il più grande. “Non ti azzardare neanche a pensarlo”esplose Alice avvicinandoglisi. Dean reagì senza riflettere e la scaraventò a terra con uno schiaffo. A causa della percossa, un rivolo di sangue le scivolò sul mento. Dean si guardò allibito la mano. Sam, a pochi passi di distanza, le si avvicinò per soccorrerla. Alice, cercando gli ultimi brandelli di dignità, scosse la testa e si alzò. Si tolse la fede che portava all’anulare e, presa la borsa, si richiuse la porta alle spalle.
Sam guardò prima la porta, poi il fratello con una maschera accusatoria sul volto. Dean si portò una mano alla bocca, scuotendo incredulo la testa.
Bobby rientrò in casa, con Mary Jo in braccio che dormiva beata. “Cosa diavolo avete fatto a quella povera ragazza?”. Nessuno dei due rispose.
Alice salì sull’Impala sbattendo la portiera. Accanto al posto guida, c’era qualcuno ad attenderla. “Castiel”lo salutò infilando le chiavi nel quadrante. “Ho fatto come mi avevi chiesto”esordì lui. “Dean è tornato, sano e salvo”. “Ti ringrazio”fu la sua unica risposta. “Quanto al patto?”le ricordò lui. “Non devi preoccuparti per questo!Lillith ha potuto leggere il referto prima…ha capito che Mary Jo è figlia di Dean…va tutto secondo i piani”. “Io e Uriel siamo colpiti dalla tua umanità:perché sacrifichi la tua vita per salvare quella di un umano che ti ha appena trattata in modo deplorevole?”. Una punta di curiosità attraversò gli occhi argentei dell’uomo. “Sam ha sacrificato la vita per me, Dean poi ha stipulato un patto con Lillith e ha sacrificato la propria anima per salvare il fratello…come non avrei potuto fare altrimenti?L’equilibro dei fratelli Winchester è stato fortemente compromesso quando mi hanno conosciuta…dovevo farmi da parte…amo Sam, ma non posso permettere che le mie azioni lo allontanino dalla cosa che ha più cara al mondo:Dean”. “Comprendo e apprezzo il tuo ragionamento…ma su una cosa ti sbagli: non è Dean la cosa che gli è più cara al mondo…sei tu”concluse svanendo nel nulla.
Vide la porta dell’abitazione aprirsi e scorse Bobby che le veniva incontro. “Dove stai andando?”si accostò al finestrino. “Me ne vado Bobby…ti prego prenditi cura di Mary Jo”. Alice inserì la prima. “Aspetta!”la fermò l’uomo. “Ho alcuni libri da consegnarti…ti torneranno utili, ne sono sicuro”concluse salendo sull’autovettura. “Mary Jo?”chiese Alice. “Sta dormendo…Ce l’ha Sam…”s’interruppe.
Arrivati a casa Singer, Bobby era al corrente di tutto il piano. Sbatté la portiera e infilò le chiavi nella toppa, aprendo la porta di casa.
“Ma che razza di kamikaze siete voi Winchester?ma cos’è che avete, una mania nel sacrificarvi per gli altri membri della vostra suicida famiglia?”. “Bobby…come avrei potuto non farlo?era semplicemente tutta colpa mia!la morte di Sam, quella di Dean…come avrei potuto restare semplicemente a guardare?”. “Come devo ripetervelo…era DESTINO!il fato aveva previsto che Sam ti salvasse e che morisse al tuo posto!Tu e Dean avete semplicemente giocato al piccolo eroe scendendo a patti con i demoni!”gridò esasperato. Alice si avvicinò ad un pesante volume e ne sfogliò qualche pagina. “Cosa stai cercando?”domandò all’altro intento a rovistare in un vecchio baule. “Un incantesimo che ti possa impedire di fare un atto del genere”. Alice si sedette sulla poltrona in pelle accanto al caminetto.
Bobby borbottò qualcosa a proposito del patto stipulato tra Alice e Castiel. “Non hai firmato con il sangue vero?in quel caso il patto sarebbe indistruttibile e ti legherebbe a quel dannato angelo per l’eternità”. Alice sospirò fingendo di non averlo fatto e rispose con voce piatta. “Allora”concluse l’amico di suo padre “Non avrai problemi…tornatene a casa Alice…torna da Sam e Dean e, ti prego, pensa a Mary Jo!”. Alice annuì cercando di celare i suoi veri propositi. “ Come vuoi Bobby…come la mettiamo con Lillith però?tornerà sicuramente per Mary Jo…chi si sacrificherà per salvarle la vita?Dean?Sam?Né io né tantomeno lei siamo nulla  per loro…“Quello che dici è semplicemente ridicolo!”le rinfacciò Bobby. “Sam è a casa con la piccola…e con Dean…devi tornare da loro”  “Ci vediamo Bobby!”rispose lei cercando le chiavi della macchina. “Alice?” la chiamò il vecchio amico di suo padre. “Si?” “Non ti azzardare a farlo”concluse.

Ed eccola lì  allora, pronta a farlo. Pronta a vendersi a Lucifero per salvare la figlia, l’uomo che aveva amato e quello che amava. Parcheggiò L’Impala accanto al cancelletto del cimitero costruito da Samuel Colt. Si avviò verso la cripta che costituiva la porta d’accesso dell’Inferno con passo deciso. Dalla tasca del giaccone estrasse la pistola, chiave per aprire il portone e sua unica arma utile in caso di attacco da forze soprannaturali. Giunta davanti all’edificio in marmo e acciaio, una figura le si parò davanti. Il sorriso gli illuminò il volto. “Tu devi essere Alice…ho sentito molto parlare di te”. Gli occhi di quell’”uomo”posseduto dal Diavolo in persona rispendevano del classico color ebano. “Sei diventata orfana dopo un tragico incidente durante il tuo sesto mese di vita, hai poteri cinetici e psichici oltre ogni immaginazione, sei un forte vampiro assetato di sangue…assassina spietata e fredda mente calcolatrice…il massimo insomma”. Alice osservò la figura in penombra senza parlare. “La tau richiesta di pochi giorni fa mi ha spiazzato, sai?Avevi tutto:una figlia, l’uomo della tua vita…ma no, questo non ti bastava…mi hai chiesto di riportare in vita Dean…la mia domanda è molto semplice:perché?”. Alice soppesò bene le parole prima di rispondere. “Sensi di colpa immagino…”disse semplicemente. “Così selvatica ma così umana al tempo stesso…adorabile!”lodò l’altro avvicinandosi. “E ora che Lillith ha apertamente dichiarato le proprie intenzioni sei passata dalla parte del male vero?”. “Non potevo permettere che mi figlia venisse uccisa a causa di un mio rifiuto…perciò eccomi qui…pronta per comandare l’esercito dell’Apocalisse verso la vittoria”. “Molto bene allora”le allungò la propria mano. “Una stretta per siglare il patto?”Lucifero sorrise rivelando i denti bianchi del’uomo che stava possedendo. Alice gli strinse la mano trasformandosi nel vampiro assetato di sangue che tanto aveva odiato. Lucifero si voltò poi verso la porta che bloccava quell’entrata dell’Inferno. “Sorgete miei fedeli…radunatevi qui…Il tempo dell’Apocalisse è giunto”.Una nube nera li avvolse completamente.


“Dean stanno arrivando”il pesante portone della chiesetta di periferia venne spalancato da Sam e da Bobby. “Richiudetevelo subito alle spalle”ordinò il maggiore dei Winchester. “Papà”Mary Jo gli consegnò il pesante fucile a canna mozza. “Ho ricontrollato tutte le porte e le finestre…siamo al sicuro”. Dean guardò la figlia: gli occhi verdi erano illuminati dall’agitazione e rispendevano selvaggi. Si complimentò con la bimba e le ordinò di recarsi nel cerchio di sale che le aveva tracciato poco prima. Mary Jo, annuendo, vi si diresse a passo deciso. “Quanto assomiglia a sua madre”pensò Dean rievocando l’immagine dell’ex moglie, scomparsa da cinque anni ormai. “Siete pronti?”gridò Sam dando un’ultima occhiata all’imponente nube nera che si stava dirigendo verso di loro in quel preciso istante. Dalle scale accanto alle piccole navate sbucarono Castiel e Ruby, armati e pronti all’imminente scontro. “Arrivano”annunciò Sam rinchiudendo il portone e cospargendo il sale.

Il silenzio avvolse la chiesetta. Improvvisamente poi un colpo tremendo percosse il portone in mogano. Un secondo colpo, lo abbatté completamente. Sam e Dean si disposero davanti a Mary Jo, per impedire a Lillith di attaccarla.
Quando il polverone sollevato dall’abbattimento del portone di fu diradato completamente, i due videro una figura stagliarsi davanti a loro. Non era Lillith, era Alice.
“Mamma?” la riconobbe Mary Jo da dietro le spalle dei due Winchester. La giovane che ricordava era molto simile a quella figura che aveva appena sfondato il portone: la figura snella e i capelli castani erano identici a quelli della madre. La pelle diafana e pallida e gli occhi rossi come rubini, invece no. “E’ in forma vampira”sussurrò Dean.  
Alice entrò nella chiesetta e voltandosi osservò la pesante nube plumbea attendere i suoi ordini. Senza una parola, sollevò il sacco di sale con la telecinesi e ripristinò la striscia di sale, l’unica protezione sicura contro quell’esercito apocalittico.
Castiel le venne incontro raggiante. Anche Bobby le si avvicinò. Le grosse lacrime gli bagnavano la barba mentre l’abbracciava felice. Alice, sorridendogli in rimando, rispose all’abbraccio con un sorriso stampato sul volto. Dean e Sam si scambiarono un’occhiata interrogativa. Castiel fu il primo a parlare. “Ce l’hai fatta!Sei stata fantastica!Il contratto è sciolto”. Alice sorrise raggiante e salutò la figlioletta dietro al padre e allo zio. Ruby si avvicinò a Mary Jo prendendola in braccio. “Tu…tu eri morta…Castiel ha detto che l’Impala si era fracassata”Sam le arrivò accanto. Gli occhi gli luccicavano. “Ho dovuto dirlo…altrimenti la copertura sarebbe saltata e Lucifero e Lillith l’avrebbero scoperta”si giustificò Castiel. “Copertura?”Dean si unì alla conversazione. “Alice ha barattato la propria anima per salvarti dall’Inferno e diventare la mano destra di Lucifero, per stanare e distruggere prima Lillith e poi l’esercito di demoni”. Alice sorrise imbarazzata. “non c’era bisogno che glielo dicessi”sussurrò piano a Castiel. “Tu..davvero l’hai fatto…per me…non ci credo…che idiota sono stato…”Dean iniziò a balbettare frasi incoerenti. Alice lo perdonò con un abbraccio. Un enorme sorriso si stampò sul volto dell’uomo. “Sam…potrai mai…”iniziò la ragazza. “Shh”la  zittì lui. “L’ho già fatto cinque anni fa”. La baciò con passione.
“Che bel quadretto”Ruby interruppe la riconciliazione. “Mi dispiace disturbare, ma io devo tagliare la corda…con la bambina, s’intende”. “Che stai dicendo Ruby?”chiese Dean. Alice osservò la”donna”. “Non è Ruby quella…hai finto molto bene vero, Lillith?E’ da quando hai consegnato Dean ai Black Dog che fingi, non è vero?”. Alice estrasse la Colt dalla tasca di Castiel. “Non ti azzardare a sparare…altrimenti potresti colpire la tua bambina…anche tu Sam, metti giù la pistola…non vorrai uccidere la tua unica figlia vero?”. Profonde rughe gli segnarono il volto mentre abbassava l’arma. “Com’è possibile?sussurrò il giovane. “Non l’avevi capito vero?il referto era falso!era tutta una scusa per salvare la bambina dalle mie grinfie…ma vedo che non è stato geniale come piano, o no Alice?”. “Ti sbagli”rispose l’altra donna. “Come?”. Alice alzò la Colt e sparò centrando la fronte del demone. Scariche elettriche colpirono il corpo mentre si accasciava a terra, lasciando libera la bambina che corse verso la madre. “Come ci seri riuscita?”si meravigliò Bobby, formulando la domanda che incuriosiva tutti. “Ho usato uno scudo che ho scoperto di poter generare grazie alla telecinesi”. Tutti tirarono un sospiro di sollievo. Sam le si avvicinò. “L’hai fatto per proteggerla…potrai mai…” Alice scosse la testa. “L’ho già fatto”sorrise baciandolo.
Un lampo illuminò la chiesetta. L’esercito era pronto ad attaccare. Si disposero in una fila orizzontale, cercandosi d’aiutarsi l’uno con l’altro.
La guerra era appena cominciata, e loro erano pronti a combatterla.
  
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