Dal
diario di Barbabianca- Incontro fra
giganti
Nuovo Mondo
Caro diario,
alla
fine il Rosso è arrivato.
Si
recato per vedermi faccia a
faccia, venendo qui, nel mio regno, con la sua nave, dopo aver provato
a
intromettersi nei miei affari tramite un messaggero.
Quella
volta non mi sono neanche
dato pena di leggere il messaggio, ma ho subito specificato
all’attonito latore
che il suo capitano sarebbe dovuto venire di persona, con qualcosa da
bere,
ovviamente.
Per
fortuna, ha mantenuto tutti i
suoi impegni.
L’unico
inconveniente è stato che
quel bamboccio ( perché è questo quello che
Shanks è, visto che quando lui
puliva il ponte a Gold Roger io combattevo fieramente per il titolo di
Re dei
pirati), per sincerarsi che non avessi intenzioni ostili, ha attivato
il suo
haki quando è salito sulla “Moby Dick”,
e ne ha da vendere, di spirito.
Tutti
i miei novellini sono
svenuti sul colpo, e poco ci è mancato che mi spaccasse la
nave in due.
Ho
ordinato alla ciurma di
trasferirsi momentaneamente sul vascello del Rosso, per evitare di
coinvolgerli
qualora la situazione fosse degenerata, quindi abbiamo preso a
discutere.
Mi
ha porto un’anfora piena di
saké del Mare Occidentale, il suo oceano natale, e
l’ho tracannata senza tanti
complimenti: non era un nettare, ma almeno mi ci sono sciacquato le
labbra.
Non
so perché, ma in quel momento,
forse anche per far capire al Rosso chi ero mettendo la mia esperienza
sul
piatto della bilancia, mi sentivo piuttosto nostalgico, e quindi ho
cominciato
a parlare dell’era di Roger, di cui restano così
pochi superstiti sia fra i
bucanieri che fra le fila della Marina, epoca in cui il mio
interlocutore non
era che un giovane e scaltro mozzo, sempre accompagnato da un buffo
tipo che
poi ho scoperto essersi diviso da lui in modo piuttosto brusco da molti
anni
ormai.
Il
ragazzino era poi cresciuto
diventando un imperatore, abilissimo rivale di Mihawk
nell’arte della spada,
che aveva però perso un braccio nel Mare Orientale.
Pareva
però che non avesse
rimpianti a quel proposito, perché sosteneva di averlo
sacrificato per un
“Nuova era”: contento lui…
Poi,
indicandosi la triplice
cicatrice che gli sfregiava l’occhio sinistro, Shanks ha
dichiarato che, di
tutte le sue innumerevoli ferite ottenute in una vita da guerriero,
solo quella
gli bruciava: e come ben sapevo, a infliggergliela era stato uno della
mia
ciurma, Marshall D. Teach, Barbanera, il traditore.
Era
questo il succo del discorso:
mi ha messo in guardia da Teach, che a suo dire, nascosto fra di noi,
avrebbe
tramato per spodestarmi, e mi ha implorato di richiamare Ace, che ormai
da un
anno gli sta dando la caccia intorno al mondo.
Sono
scoppiato in una grossa
risata.
Che
ne sapeva lui? Chi era per
darmi tali ordini? Ha mai forse subito il criminale più
orribile che si possa
compiere fra pirati, uccidere un compagno?
No,
quel Barbanera la deve pagare,
e così sarà. Nessuno mi impedirà nulla.
Spazientito,
Shanks ha estratto la
sciabola e mi ha di nuovo avvertito dell’arrivo di una nuova
era.
Per
mostrargli che non ero da meno
e non mi curavo delle sue ciance, ho afferrato l’alabarda e
ho colpito con
tutte le mie forze, con la potenza del mio haki: qualunque cosa fosse
successa,
quel ragazzino impudente se ne sarebbe pentito amaramente.
Che
bel rumore, il cozzare delle
lame l’una sull’altra.
Il
tempo nel frattempo si era
fatto piuttosto nuvoloso, come la discussione, e in seguito i miei
uomini mi
hanno riferito che il nostro scontro è stato tale da
dividere in due il cielo.
Non
pensavo di avere ancora tanta
potenza, ma resto pur sempre Barbabianca.
Alla
fine ci siamo accordati per
un’alleanza in caso di necessità, ma non per
questo richiamerò Ace: quel
ragazzo deve farsi le ossa.
Forse
un giorno mi sostituirà , ma
per il momento viviamo ancora nell’epoca di Edward Newgate.