IV
Il
suono assordante della sveglia si diffuse nella
stanza accompagnata dai miei
mugolii di
protesta. Rotolai nel letto con l’intento di distruggere
quell’arnese
infernale, ma il mio corpo fu bloccato da qualcosa di caldo e morbido.
Ma
che diamine
è?
Il
mio ennesimo lamento provocò un movimento di questo
insolito oggetto che ingombrava il mio letto e, stanca di muovermi alla
cieca,
decisi di riaprire gli occhi.
Non
lo avessi
mai fatto …
Urlai
alzandomi di scatto e ruzzolando a terra in malo
modo, dopo aver notato di essere beatamente stesa su Lucas. Sentivo le
guance
infiammarsi ed immaginai il colore purpureo che doveva essersi
propagato sulle
mie gote. Fortunatamente il mio urlo sommesso non era riuscito a
ridestare il
mio amico, che era ancora beatamente immerso nel sonno, evitandomi
l’ennesima
figuraccia.
Tanto
ormai ne
ho collezionate così tante che non dovrei farci nemmeno
più caso.
Mi
rialzai sbuffando contrariata. La situazione
iniziava a prendere una piega alquanto strana e non era assolutamente
plausibile ciò che stava accadendo. Immersa nei miei
pensieri, strisciando i
piedi, mi diressi verso l’armadio per recuperare le mie cose
e dedicarmi ad un
bel bagno rilassante, con la speranza di cancellare quella sensazione
di
spossatezza che attanagliava le mie membra. L’incantesimo era
stato un azzardo
e probabilmente mi sarei dovuta premurare di controllarne il grado.
Sbuffai
spazientita rimpiangendo la mia disattenzione alle lezioni della mamma
…
probabilmente avrei dovuto chiedere aiuto alla nonna se volevo
apprendere
qualche buon rito di protezione.
Ormai
sono in
ballo, tanto vale ballare. Oltretutto devo svolgere
l’incantesimo per
permettere a Lucas di non trasformarsi … ed immagino non
sarà molto semplice.
Il
bagno non sortì l’effetto sperato, ma malgrado
ciò
fui costretta a prepararmi per non saltare l’ennesimo giorno
di corsi. Era già
insolito aver perso le lezioni del giorno precedente, ma addirittura
due
giornate di seguito sarebbe stata una tragedia per i miei voti,
soprattutto
considerando le spiegazioni di filosofia contemporanea.
No!
Non è
decisamente plausibile come opzione!
Tornata in
stanza notai Lucas ancora immerso nel mondo dei sogni, ma decisi di non
svegliarlo e lasciarlo riposare. Ormai era costretto ai ritmi
estenuanti della
mia vita ed un po’ di meritato riposo non poteva non
spettargli.
Povero
botolo
…
Un
sorriso affiorò sulle mie labbra notando il ciondolo
della Triscele accuratamente riposto
sul suo collo, sapevo che ne avrebbe avuto cura ed in fin dei conti ero
contenta di averlo affidato a lui e di sapere che
l’incantesimo di mia madre in
qualche modo lo avrebbe protetto. Uscii di casa in punta di piedi e mi
avviai
verso l’università, seppure in netto anticipo, ma
solo dopo aver controllato
gli oggetti necessari per il prossimo rito. Conoscevo un negozietto
molto
particolare dove ero certa sarei riuscita a reperire tutto il
necessario.
Deviai
leggermente la strada che ero solita percorrere
per effettuare quella tappa intermedia. La vecchia signora, che aveva
in
gestione il negozio, era impegnata a spolverare le sue cianfrusaglie
per lo più
inutili, ottime solo per attirare qualche ragazzina attratta dal mondo
della
magia.
Dovrebbero
sapere come sono fortunate a non farne realmente parte! Non avrebbero
dei pazzi
da cui scappare e nascondersi.
Sospirai
contrariata e iniziai a girare tra gli
scaffali alla ricerca degli oggetti necessari e stranamente non fu
difficile
reperirli. Il problema sorse solo con il nastro bianco di raso, che
potei
comunque recuperare in una piccola merceria sulla strada per
l’università, dove
giunsi in perfetto orario.
Una
mattinata
decisamente proficua! Se il buongiorno si vede dal mattino, questa
sarà una
meravigliosa giornata!
Seguii
le prime lezioni immersa nelle spiegazioni dei
professori, tentando di recuperare la mia assenza del giorno
precedente, almeno
sino a quando un imprevisto messaggio, sul cellulare, non
catturò la mia
attenzione, deviandola su di esso per il resto della giornata.
“Lily, avrei
bisogno di parlarti …. Da soli! Passo a prenderti stasera
alle nove! Non
accetto rifiuti, è una questione importante”
Lo
rilessi un paio di volte, sorpresa. Daniel negli
ultimi giorni si era comportato stranamente e non ne comprendevo a
pieno il
motivo. Forse aveva intenzione di darmi qualche spiegazione, eppure uno
strano
senso d’ansia si impadronì di me. Avevo una
spiacevole sensazione che non
riuscii a spiegarmi, forse temevo mi volesse parlare di qualche nuova
fiamma,
anche se era da un po’ che non discutevamo di certi argomenti
e poi per quale
motivo avrebbe dovuto definirla una questione importante? Se fosse
stato per un
consiglio si sarebbe potuto rivolgere a Claire o ad Elen.
Sbuffando
depositai il cellulare in borsa, in ogni caso
non mi sarei potuta sottrarre quindi tanto valeva smettere di
angustiarmi, in
serata avrei avuto le mie risposte. La mattinata trascorse velocemente,
Lucas
mi raggiunse al termine delle lezioni, leggermente imbronciato per non
essere
stato svegliato ed essersi ritrovato da solo a casa.
“Dai,
Luke, smettila di tenere il muso, non è colpa mia
se non ti sei svegliato nemmeno con le mie urla!” sentenziai
svogliatamente.
“La
prossima volta prendimi a secchiate d’acqua, ma non
azzardarti ad allontanarti da me, mi è quasi venuto un colpo
quando non ti ho
trovata nel letto. Nella mia mente sono passate le
possibilità più disastrose
…” mugugnò incrociando le braccia al
petto.
Ridacchiai
intenerita, in fin dei conti era solo
preoccupato “Prometto che ti avvertirò”
esclamai sorridendogli. In
quell’istante rammentai il messaggio di Daniel
“Dimenticavo, stasera non potrai
farmi da guardia del corpo, devo vedermi con Daniel che ha parlato di
una
questione importante e della mia presenza improrogabile”
sbuffai sommessamente,
l’idea non mi attirava per nulla.
Vidi
una strana luce negli occhi di Lucas, sembrava
vagamente agitato. “Tutto bene?” domandai incerta.
Lui
annuii pacatamente per poi riprendere a
rimproverarmi giocosamente. Tornati a casa pranzammo e, mentre io mi
dedicavo
al libro di filosofia, Lucas recuperò il suo pc portatile
per sistemare gli appunti
per il suo nuovo libro. Avevo letto qualcosa durante il mese della
nostra
convivenza e ne ero rimasta piacevolmente sorpresa. Le sue
capacità descrittive
erano straordinarie, tanto da ricreare immagini estremamente vivide nel
lettore, anche se personalmente non avevo mai adorato particolarmente i
libri
fantasy, preferivo di gran lunga i classici, con storie di normale
quotidianità. La mia vita aveva già un tocco
fantasy e sovrannaturale senza
l'ausilio di racconti.
Ridacchiai
senza entusiasmo a quel pensiero, sotto lo
sguardo preoccupato di Lucas, che probabilmente negli ultimi giorni
stava
seriamente mettendo in dubbio la mia sanità mentale. Il
nostro rapporto aveva
anche preso una strana piega, i litigi si erano ridotti a sporadici
momenti, sostituiti
da atteggiamenti spesso
affettuosi. Inquietante considerando la mia generale freddezza nei
confronti
del prossimo, ma con lui tutto ciò diveniva tremendamente
naturale. Rammentai
improvvisamente il materiale che avevo recuperato per
l’incantesimo.
Tra
due giorni
ci sarà la Luna piena.
Constatai.
Mi
recai nella mia stanza per recuperare gli oggetti
necessari e raggiungere nuovamente Luke nel salone. Notando la grande
quantità
di arnesi che tentavo di trasportare senza far danno, mi
scoccò un’occhiata interrogativa.
“Credo
sia giunto il momento di fare l’incantesimo di
Kira, tra due giorni ci sarà la luna piena e se non vogliamo
che ti trasformi
dobbiamo agire oggi” replicai tranquillamente
Non
mi parve particolarmente convinto della mia idea
“Ma ieri sei stata male … non sarebbe
più opportuno attendere?”
Scrollai
il capo “ho reperito le informazioni
necessarie e a quanto pare in questo incantesimo si crea una specie di
condivisione di energia … quindi potrò attingere
anche alla tua per compierlo!”
spiegai saccente mentre mi arrovellavo il cervello per capire la giusta
disposizione delle pietre per effettuare la purificazione della stanza.
“Inizi
a prenderci gusto” constatò, divertito notando
le mie palesi difficoltà “strano per una che
diceva di non voler più praticare
la magia” ghignò.
Lo
ignorai volutamente, non avevo intenzione di
incamerare una delle nostre inutili discussioni, quindi decisi di
deviare il
discorso su argomenti innocui – anche se con le nostre liti
nulla poteva essere
definito territorio neutrale, riuscivamo a bisticciare anche per le
cose più
assurde, solo per il gusto di punzecchiarci a vicenda. “Come
mai hai deciso di
diventare uno scrittore?” domandai tentando di celare la mia
curiosità. Non
avevo alcuna intenzione di mostrare interesse per quel buzzurro, anche
se in
realtà i suoi modi di agire e il suo carattere mi
incuriosivano non poco.
Lo
sentii sospirare sommessamente “I libri mi
permettono di estraniarmi dalla realtà, accantonando tutto
ciò che mi turba e
che mi preoccupa. Sono un rifugio per i miei pensieri che, alimentati
dalla
fantasia, mi trascinano in quel mondo dove tutto va come sono io a
decidere.
Dove io ho il totale controllo degli eventi … a differenza
della realtà dove
questi mi sfuggono senza alcun controllo e dove la paura delle
conseguenze di
anche un minimo gesto mi crea il tormento” disse tutto
d’un fiato. Non mi
sfuggì il tono colmo di rammarico nella sua voce.
Lo
scrutai contrita. Comprendevo bene che gran parte
dei problemi di cui aveva parlato erano relativi alla sua posizione di
licantropo ed al suo insano desiderio di proteggermi e non potevo non
lasciarmi
trasportare dai sensi di colpa. Forse non avrei dovuto nemmeno pensare
di
compiere il rito per sancire il nostro legame … forse il mio
compito era
convincerlo a tornare a casa, dai suoi genitori … e da
coloro che attendevano
di rivederlo, possibilmente integro.
Ardua
impresa considerando il compito che si è
prefissato …
Luke,
perché
lo fai? Perché non
scappi?Chissà se c’è
anche una ragazza ad attendere il suo ritorno!?
Sobbalzai udendo
la sua voce preoccupata “Lilian, tutto bene?”
Alzai
lo sguardo per incontrare il suo, maledettamente
vicino, ero talmente assorta nei miei pensieri da non aver notato i
suoi
movimenti. Deglutii a fatica, pensando a quelle parole che da li
lì a poco
avrei pronunciato e che per qualche strano motivo mi provocavano
agitazione e
paura. Per quanto desiderassi saperlo lontano e in salvo,
l’idea di
allontanarlo da me non mi era poi tanto gradita come un tempo. La sua
compagnia
era ormai diventata parte integrante della mia vita, la sua presenza
costante
non era più un fastidio ma al contrario riusciva a donarmi
un senso di
protezione e serenità. Oltretutto si era creata una strana
complicità tra noi,
data forse dalla situazione comune in cui ci trovavamo catapultati.
“Non
ti insegue nessuno …. Potresti avere una vita
normale se solo volessi.” dichiarai in un sussurro appena
udibile.
“Ti
ricordo che sono un licantropo” rise amaramente.
“Potrei
ugualmente svolgere il rito per bloccare il
lupo nelle notti di luna piena, ma ciò non implicherebbe la
mia protezione.
Sarebbe solo un semplice favore fatto ad un amico” biascicai
tenendo il capo
chino, fisso sui vari oggetti che accuratamente riponevo nel pentacolo.
“Mi
stai cacciando di nuovo? Credevo avessimo superato
le nostre divergenze” contestò con una punta di
rabbia.
Alzai
lo sguardo indignata. “Non dire sciocchezze, mi
sto solo preoccupando per te! Ti rifugio nel mondo dei libri
perché sei
costretto a sopportare un peso non tuo, a vivere paure non tue
… e non lo trovo
affatto giusto …”
Mi
interruppi bruscamente udendo la sua risata
divertita. Lo scrutai accigliata, non comprendendo a pieno la sua
reazione.
Povero
ragazzo, starà avendo una crisi di nervi.
“Non
è solo questo a spaventarmi, o almeno non nel
senso in cui lo vedi tu! Oltretutto, mia piccola egocentrica, ti
ricordo che il
mio amore per la scrittura è nato svariati anni fa, quando
non mi ero assunto
alcuna responsabilità nei tuoi confronti, visto che ero
furioso per il modo in
cui mi avevi cacciato e rinnegato il mio aiuto”
ribatté.
“Scusa
…” bofonchiai rammentando la scenata assurda.
Subito dopo il funerale dei miei genitori, avendo compreso i motivi
della loro
morte, avevo deciso di ripudiare la magia e quel mondo che mi stava
decisamente
troppo stretto, e ribellarmi a lui e a quello che rappresentava
significava per
me un primo passo per la libertà. Tuttavia a mente fredda mi
ero sempre pentita
del mio gesto, almeno per il comportamento usato nei suoi confronti,
sebbene
fossimo costantemente in conflitto avevamo sempre avuto un rapporto
quasi
fraterno. E da bravi fratelli non facevamo che bisticciare, con grande
disappunto delle nostre madri che già ci vedevano sposati
mentre io sfornavo i
loro nipotini.
Ma
che razza
di progetti balordi!
“Non
preoccuparti … ormai è acqua passata! Ma adesso
sbrigati con questo rito, non ho proprio voglia di trovarmi nuovamente
pieno di
peli e con gli sbalzi d’umore!” mi
ammonì giocosamente.
Alzai
gli occhi al cielo con finta esasperazione “Tu
sei sempre stato lunatico, non credo dipenda dalla
trasformazione.”
Ghignò
senza replicare e tornò al suo pc lasciandomi
lavorare in pace al rito, questa volta con il sorriso sulle labbra.
Ti
voglio
bene, anche se non lo ammetterò mai …
Un’ora
e venti minuti più tardi avevo finalmente
terminato la lunga ed estenuante preparazione prevista, soprattutto
grazie al
supporto della nonna che più volte rimproverò la
mia disattenzione e la poca
esperienza.
Cosa
posso
farci se non so la differenza tra i poteri di un cristallo o di un
altro?
“Impiastro,
cerca di concentrarti, non abbiamo tutta la
sera” mi ammonì Lucas seduto anche egli su una
delle punte del pentacolo, come
prescritto dal rito. Sulle restanti punte erano state riposte tre
diverse
pietre: il granato, utilizzato per ottenere energie suppletive, era
riposto a
più a nord. L’opale posta ad est, per sviluppare i
poteri psichici ed infine ad
ovest la pietra della luna, connessa alla figura di Kira e in genere a
tutte le
Dee lunari. Io e Lucas sorreggevamo le estremità del nastro
bianco, che
simboleggiava la purezza del legame che si veniva a creare tra la
strega e il
suo protettore.
“Fa’
silenzio oppure rischio di non ricordare
l’invocazione” sibilai assottigliando lo sguardo.
Presi
l’ennesimo respiro profondo, volto a raccogliere
le energie necessarie.
“Kira,
noi invochiamo il tuo potere,
Per
sancire il legame tra noi tuoi devoti.
Volgi
il tuo sguardo a noi, mia signora,
Ed
illumina il nostro cammino,
Con
il tuo potere divino.”
Proferii
assorta, concentrando le energie nel mio
corpo. Al termine dell’invocazione percepii un flebile calore
fluire dalle mie
mani verso il nastro, ma tutto terminò velocemente tanto da
non riuscire ad
interpretarlo.
Aprii
gli occhi leggermente stralunata “Luke?”
“Credi
abbia funzionato?” domandò titubante,
dischiudendo anche lui gli occhi.
“Si
sì… ho avvertito una strana sensazione di calore
..
ma ..” mi voltai verso la nonna che ci osservava con
un’espressione compiaciuta
“è riuscito? C’è un modo per
scoprirlo prima di ritrovarci una palla di pelo
imbestialita per casa?” ironizzai per sciogliere la tensione.
Lei
annuì mesta indicando le nostre mani
“è apparso il simbolo” ci
annunciò.
Non
compresi immediatamente, ma sbiancai non appena
notai lo strano segno disegnato sul mio polso, ammirando solo in
seguito
l’identico disegno sul polso del mio amico.
“Cosa
diamine è questo?” urlai in preda al panico,
riprendendomi dal momentaneo smarrimento.
Lucas
intanto non aveva proferito parola, con gli occhi
fissi sul suo polso, mentre sul suo viso era dipinta
un’espressione allibita
che mi fece intendere che quella fosse una novità anche per
lui.
Magnifico,
a
quanto pare anche lui non è molto informato sulle nostre
leggende!
“Ma
sul libro non era riportato … cioè non
c’era scritto
… oddio …” esitai ricordando un
dettaglio che sino a quel momento avevo
ignorato “la mamma non aveva nessun simbolo sul polso
… perché?”
le domandai con la vaga speranza di
apprendere un modo per disfarmi di quello scempio al mio povero corpo.
“Si
dissolve quando la strega o il protettore con cui
ci si era legati muore” mormorò afflitta. In quel
momento sperai vivamente che
quel simbolo sul mio braccio non svanisse. Sospirai affranta
arrendendomi
all’evidenza.
“Deduco
non ci siano ulteriori possibilità!”
biascicò
Lucas, seguendo con il pollice le linee di quello strano simbolo, dove
racchiuso in un cerchio composto da più linee erano
disegnate due piccole
figure che non riuscii ad identificare. “In fondo
è esteticamente carino”
bofonchiò sconfitto.
Sbuffai
contrariata “Nonna, avresti dovuto avvisarci,
almeno mi sarei preparata psicologicamente! Ma si può almeno
sapere cosa
rappresenta?”
La
vidi ridacchiare “è un simbolo celtico (*) che
rappresenta due cigni, sono animali che si accoppiano per la vita.
Mostrano
l'unità tra due persone come un cerchio: un vincolo infinito
che trascende
tutto. Due che diventano una sola mente, un solo pensiero. In
quest’incantesimo
diventa il simbolo del legame sancito tra la strega e il suo protettore
… un
legame inscindibile.” ci spiegò tranquillamente.
Sospirai
sconfitta per l’ennesima volta e feci
scivolare il mio sguardo sull’orologio a muro, notando
l’ora tarda. Con un
sonoro sbuffo abbandonai i miei inutili rimproveri e, senza aggiungere
altro,
mi recai nella mia stanza per prepararmi. Quando tornai nel salone non
mi
sfuggì l’occhiata leggermente contrariata di
Lucas, ma non me ne curai, avevo
compreso che nei momenti in cui si irritava non era il caso di
rivolgergli la
parola se non lo si voleva veder sbottare anche per un semplice
“ciao”. Uscii
con qualche minuto di anticipo, decisa ad aspettare Daniel fuori dal
portone,
sperando di velocizzare quella serata che, se le mie sensazioni erano
giuste,
non avrebbe portato a nulla di buono. Con mia somma sorpresa individuai
la
figura del mio amico accanto alla sua auto, intento ad aspettarmi.
Mi
avvicinai sorridendogli divertita “Da quando sei in
anticipo tu?”
“Ero
troppo in ansia per attendere a casa!” esclamò
lasciandomi di stucco.
“È
successo qualcosa di grave?” domandai preoccupata
notando in quel momento la sua espressione seria.
Scrollò
le spalle e mi fece segno di seguirlo “Andiamo,
non credo che questo sia il posto giusto per parlarne” mi
comunicò con un
sorriso un po’ tirato. Mi limitai ad annuire salendo in auto
senza proferir
parola, pur essendo leggermente in ansia. Daniel non era mai stato un
tipo
misterioso, tutt’altro, era sempre stato incapace di restare
in silenzio per
più di due minuti. Il suo momentaneo mutismo e la
serietà della sua espressione
mi diedero un vago senso di inquietudine, che non riuscii a scacciare.
Parcheggiò la sua auto nei pressi dell’entrata del
parco poco fuori il centro,
era abbastanza ampio e generalmente a quell’ora era colmo di
coppiette che si
scambiavano effusioni. Imbarazzata mi guardai attorno non comprendendo
il
motivo di quella scelta.
“Come
mai qui?” domandai insicura.
“È
un posto tranquillo e carino. Ottimo per
chiacchierare …” sentenziò tranquillo,
ed insieme procedemmo verso l’entrata.
Come avevo sospettato il parco era pieno di coppiette che passeggiavano
mano
nella mano, oppure sedute su panchine appartate, e ciò non
fece che aumentare a
dismisura il mio già immenso disagio, per non parlare
dell’immenso imbarazzo.
Daniel
deve
aver perso il senno! Non sarebbe stato più opportuno il
nostro solito bar?
D’un
tratto si fermò nei pressi di una panchina vicino
ad una staccionata dalla quale si poteva ammirare un magnifico panorama.
Tutto
ciò è
molto romantico.
Constatai sempre più perplessa.
Mi
fece segno di sedermi accanto a lui, rivolgendomi
poi uno sguardo indecifrabile. Non mi mossi e continuai a fissarlo in
attesa di
delucidazioni sul suo bizzarro ed insolito comportamento. E con mia
somma
sorpresa non dovetti attendere oltre per scoprire ciò che
celava la sua mente
in quel momento.
“Lilian,
so che quello che ti dirò potrà sembrarti un
po’ strano” esitò facendomi cenno di
tacere “da quando quel Lucas ha iniziato a
ronzarti attorno devo ammettere che un tremendo senso di gelosia mi ha
dato il
tormento … il solo pensiero di te e lui mi manda in bestia!
La convinzione di
te e lui assieme …”
Lo
fissai incredula “Perché?” biascicai
seriamente
confusa “Non mi sembra tu abbia avuto reazioni quando io e
Josh ci siamo
fidanzati”
“Era
diverso, si vedeva lontano un chilometro che tra
te e lui non c’era nulla oltre l’amicizia e forse
era per questo che non mi ero
allarmato apprendendo la notizia. Ma con Lucas …”
“Io
e Lucas siamo amici” dissi come per giustificarmi,
sebbene quelle parole mi sembrassero quasi false.
“Questo
non cambia le sensazioni orribili che ho
provato. Sono stato uno sciocco in questi anni interpretando male il
mio
attaccamento a te e la tristezza del vedere il nostro rapporto
sgretolarsi.” Si
fermò fissandomi intensamente “Io credo di essere
innamorato di te e voglio che
tu diventi la mia ragazza!”
Strabuzzai
gli occhi fissandolo incredula. Erano anni
che desideravo sentire da lui quelle parole ed una richiesta simile ed
ora non
avevo il coraggio di proferir parola. Continuavo a fissarlo a bocca
spalancata
– probabilmente con un’espressione inebetita
– cercando di comprendere la
veridicità o meno di ciò che avevo udito.
“Lilian
… per favore rispondi” mormorò
leggermente
afflitto, probabilmente per il mutismo in cui vertevo da svariati
minuti.
Deglutii
rumorosamente cercando di recuperare un minimo
di contegno, stranamente non ero completamente certa della risposta che
avrei
voluto dargli. Eppure ero stata innamorata di lui da … beh,
da subito e l’idea
di diventare la sua ragazza avrebbe dovuto causarmi una gioia immensa
.. invece
la mia mente era invasa da pensieri contrastanti, il dubbio di averlo
eccessivamente idealizzato in questi anni, l’idea di poter
gettare al macello
la nostra amicizia considerando le solite abitudini di Daniel, la cui
storia
più lunga non era durata più di un mese.
“Credi
sia il caso di rischiare la nostra amicizia? Tu
non sei certo il tipo da storie lunghe” bisbigliai contrita,
dando voce ai miei
pensieri. Non vidi la sua espressione in quel momento, per
l’imbarazzo avevo voltato
il capo altrove, forse anche per non permettergli di leggere il
tormento nei
miei occhi.
“Non
è la stessa cosa, tu non sei un passatempo”
sentenziò indignato.
Gli
rivolsi un’occhiata truce, i miei dubbi erano più
che leciti conoscendo i suoi trascorsi e di certo non poteva farmene un
torto.
Notando il mio sguardo non propriamente amichevole prese la mia mano
tra le sue
con delicatezza, accarezzandola dolcemente con il pollice.
“Ti
prego, devi credermi. Sai quanto tengo alla nostra
amicizia , probabilmente anche più di te! –
affermò senza risparmiarmi
un’occhiata di ammonimento - Potrei mai gettare tutto al
vento per una misera
scappatella?” sussurrò suadente avvicinandosi
lentamente alle mie labbra,
probabilmente per permettermi di allontanarmi in caso non avessi
desiderato.
E
adesso che
faccio? Sembra sincero … Ma …
Come
una tarlo nel mio cervello quel “ma” risuonata
destabilizzandomi. Non sapevo cosa precisamente mi impedisse di
accettare su
due piedi quella proposta che avevo tanto desiderato e, forse
più per eliminare
quello stato di incertezza ed ansia che per reale desiderio, accorciai
la
distanza tra le nostre labbra, accettando indirettamente la proposta di
Daniel.
Percepii
il suo sorriso sulle mie labbra ed il bacio
dapprima casto divenne sempre più intenso, oscurando
completamente le mie
precedenti elucubrazioni, preda di quella miriade di emozioni e
sensazioni che
avevo tanto agognato.
Da
quel dì i giorni passarono velocemente, trascorsero
più di tre mesi nei quali la mia vita mutò quasi
completamente. I nostri amici
avevano appreso la notizia piuttosto soddisfatti, contenti del fatto
che Daniel
avesse finalmente messo la testa a posto, riuscendo a protrarre un
rapporto
oltre i consueti dieci giorni. Le uniche persone che non parvero
particolarmente
entusiaste della notizia furono Lucas e la nonna, stranamente
ostentarono una
certa indifferenza verso la notizia, che nella nonna ero certa fosse
dovuta
alla delusione per la mia scelta. Conosceva la fama di Daniel e
probabilmente
temeva che potesse causarmi sofferenza questa relazione. Lucas
invece… il suo
comportamento era incomprensibile.
Sbuffai
contrariata ripensando alla situazione che si
era creata e alla quale non sapevo porre rimedio. Finii di apportare
gli ultimi
ritocchi al mio look, che negli ultimi tempi era leggermente
migliorato. Claire
continuava a ripetermi che per non sfigurare accanto ad un tipo come
Daniel
dovevo decidermi ad essere più femminile. Accettai la cosa
anche se non di buon
grado, l’idea di dover cambiare per qualcuno non mi
aggradava, non che lui
avesse recriminato qualcosa in proposito, ma sapevo che infondo gradiva
quel
mio nuovo vestiario ed era compiaciuto dal fatto che i ragazzi per
strada mi
osservassero interessati.
Possibile
che
non sia geloso?Io odio le ragazze che osano fissarlo!
Sospirai
accantonando per l’ennesima volta quella
domanda, che nell’ultimo tempo mi ero posta abbastanza spesso
e mi decisi ad
uscire velocemente giungendo a casa di Daniel con un leggero anticipo.
Infatti
in casa l’aria era talmente pesante che ero stata costretta
ad uscire prima per
non iniziare ad urlare. Mi irritava il comportamento di Lucas, non ne
comprendevo il motivo. Era distante e distratto, mi seguiva come
un’ombra, ma
allo stesso tempo si manteneva a debita distanza come per evitare di
incamerare
ogni tipo di conversazione. Quando gli avevo comunicato la bella
notizia,
ringraziandolo per il suo provvidenziale aiuto – sebbene non
volessi ammettere
che un mezzo così infantile come la gelosia potesse aver
funzionato - mi
aveva rivolto un sorriso decisamente
stiracchiato e si era congedato dopo pochi minuti. Eppure era stato lui
ad
aiutarmi …
Sbuffai
pesantemente prima di suonare il campanello e
dopo pochi secondi sentii dei passi pesanti avvicinarsi alla porta.
Daniel mi
sorrise entusiasta iniziando a ciarlare qualcosa riguardante una
partita di
basket che si era svolta quella mattina al campetto, ma la mia mente
era
altrove, ad elaborare le spiegazioni plausibili per il comportamento di
Lucas.
Mi aveva turbata. Sebbene prima non facessimo che litigare e
punzecchiarci a
vicenda, preferivo quel clima bizzarro che quella situazione di
freddezza e
mutismo che si era creata.
“Sei
d’accordo?” la voce di Daniel mi ridestò
dai miei
pensieri e mi limitai ad annuire per non mostrargli la mia momentanea
distrazione. Accantonai il pensiero del mio amico per dedicarmi ad una
piacevole serata con il mio ragazzo.
Ci
sedemmo sul divano dinanzi allo schermo enorme della
televisione e compresi di aver accettato di vedere un film. Tanto
meglio, non
ero in vena di uscite. Peccato che avesse scelto un film decisamente
orribile,
un disgustoso splatter, decisamente fuori dai miei gusti! Possibile che
in
cinque anni non avesse compreso nemmeno i miei gusti in fatto di cinema?
Lucas
non
avrebbe mai scelto un film del genere …
Mi
irrigidii al pensiero che avevo appena formulato.
Dovevo essere impazzita per iniziare a fare confronti tra loro due. Due
persone
completamente diverse con le quali avevo rapporti completamente
diversi.
Daniel
dovette captare qualcosa perché si voltò verso
di me scrutandomi in modo indecifrabile e non compresi le sue
intenzioni sino a
quando non ritrovai la sua bocca sulla mia. Iniziò a
baciarmi in modo
abbastanza irruente al quale risposi leggermente intimorita. Avevo
sognato quel
momento per anni eppure in quell’istante mi rendevo conto che
qualcosa non era
come avrebbe dovuto. Mancavano quelle emozioni e quel desiderio di
volermi
donare a lui, mentre la sensazione di smarrimento e frustrazione si
propagava
velocemente.
Mi
staccai da lui spingendolo via. “Daniel, fermo!”
ordinai con voce tremula.
Daniel
mi fissò scioccato “Perché?”
“Non
voglio” biascicai prima di recuperare velocemente
le mie cose e fuggire da quella casa.