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Autore: Shinalia    22/09/2009    1 recensioni
VII classificata al contest: ~ Dal Film alla Storia (indetto da: DarkRose86)
Dedicata a Simo87 e a The Duck che hanno sopportato il mio sclerare mentre scrivevo questa storia!!!! ♥
Estratto capitolo:
“Credi abbia funzionato?” domandò titubante, dischiudendo anche lui gli occhi.
“Si sì… ho avvertito una strana sensazione di calore .. ma ..” mi voltai verso la nonna che ci osservava con un’espressione compiaciuta “è riuscito? C’è un modo per scoprirlo prima di ritrovarci una palla di pelo imbestialita per casa?” ironizzai per sciogliere la tensione.
Lei annuì mesta indicando le nostre mani “è apparso il simbolo” ci annunciò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV

Il suono assordante della sveglia si diffuse nella stanza accompagnata dai miei mugolii di protesta. Rotolai nel letto con l’intento di distruggere quell’arnese infernale, ma il mio corpo fu bloccato da qualcosa di caldo e morbido.

Ma che diamine è?

Il mio ennesimo lamento provocò un movimento di questo insolito oggetto che ingombrava il mio letto e, stanca di muovermi alla cieca, decisi di riaprire gli occhi.

Non lo avessi mai fatto …

Urlai alzandomi di scatto e ruzzolando a terra in malo modo, dopo aver notato di essere beatamente stesa su Lucas. Sentivo le guance infiammarsi ed immaginai il colore purpureo che doveva essersi propagato sulle mie gote. Fortunatamente il mio urlo sommesso non era riuscito a ridestare il mio amico, che era ancora beatamente immerso nel sonno, evitandomi l’ennesima figuraccia.

Tanto ormai ne ho collezionate così tante che non dovrei farci nemmeno più caso.

Mi rialzai sbuffando contrariata. La situazione iniziava a prendere una piega alquanto strana e non era assolutamente plausibile ciò che stava accadendo. Immersa nei miei pensieri, strisciando i piedi, mi diressi verso l’armadio per recuperare le mie cose e dedicarmi ad un bel bagno rilassante, con la speranza di cancellare quella sensazione di spossatezza che attanagliava le mie membra. L’incantesimo era stato un azzardo e probabilmente mi sarei dovuta premurare di controllarne il grado. Sbuffai spazientita rimpiangendo la mia disattenzione alle lezioni della mamma … probabilmente avrei dovuto chiedere aiuto alla nonna se volevo apprendere qualche buon rito di protezione.

Ormai sono in ballo, tanto vale ballare. Oltretutto devo svolgere l’incantesimo per permettere a Lucas di non trasformarsi … ed immagino non sarà molto semplice.

Il bagno non sortì l’effetto sperato, ma malgrado ciò fui costretta a prepararmi per non saltare l’ennesimo giorno di corsi. Era già insolito aver perso le lezioni del giorno precedente, ma addirittura due giornate di seguito sarebbe stata una tragedia per i miei voti, soprattutto considerando le spiegazioni di filosofia contemporanea.

No! Non è decisamente plausibile come opzione!

Tornata in stanza notai Lucas ancora immerso nel mondo dei sogni, ma decisi di non svegliarlo e lasciarlo riposare. Ormai era costretto ai ritmi estenuanti della mia vita ed un po’ di meritato riposo non poteva non spettargli.

Povero botolo …

Un sorriso affiorò sulle mie labbra notando il ciondolo della Triscele accuratamente riposto sul suo collo, sapevo che ne avrebbe avuto cura ed in fin dei conti ero contenta di averlo affidato a lui e di sapere che l’incantesimo di mia madre in qualche modo lo avrebbe protetto. Uscii di casa in punta di piedi e mi avviai verso l’università, seppure in netto anticipo, ma solo dopo aver controllato gli oggetti necessari per il prossimo rito. Conoscevo un negozietto molto particolare dove ero certa sarei riuscita a reperire tutto il necessario.

Deviai leggermente la strada che ero solita percorrere per effettuare quella tappa intermedia. La vecchia signora, che aveva in gestione il negozio, era impegnata a spolverare le sue cianfrusaglie per lo più inutili, ottime solo per attirare qualche ragazzina attratta dal mondo della magia.

Dovrebbero sapere come sono fortunate a non farne realmente parte! Non avrebbero dei pazzi da cui scappare e nascondersi.

Sospirai contrariata e iniziai a girare tra gli scaffali alla ricerca degli oggetti necessari e stranamente non fu difficile reperirli. Il problema sorse solo con il nastro bianco di raso, che potei comunque recuperare in una piccola merceria sulla strada per l’università, dove giunsi in perfetto orario.

Una mattinata decisamente proficua! Se il buongiorno si vede dal mattino, questa sarà una meravigliosa giornata!

Seguii le prime lezioni immersa nelle spiegazioni dei professori, tentando di recuperare la mia assenza del giorno precedente, almeno sino a quando un imprevisto messaggio, sul cellulare, non catturò la mia attenzione, deviandola su di esso per il resto della giornata.

“Lily, avrei bisogno di parlarti …. Da soli! Passo a prenderti stasera alle nove! Non accetto rifiuti, è una questione importante”

Lo rilessi un paio di volte, sorpresa. Daniel negli ultimi giorni si era comportato stranamente e non ne comprendevo a pieno il motivo. Forse aveva intenzione di darmi qualche spiegazione, eppure uno strano senso d’ansia si impadronì di me. Avevo una spiacevole sensazione che non riuscii a spiegarmi, forse temevo mi volesse parlare di qualche nuova fiamma, anche se era da un po’ che non discutevamo di certi argomenti e poi per quale motivo avrebbe dovuto definirla una questione importante? Se fosse stato per un consiglio si sarebbe potuto rivolgere a Claire o ad Elen.

Sbuffando depositai il cellulare in borsa, in ogni caso non mi sarei potuta sottrarre quindi tanto valeva smettere di angustiarmi, in serata avrei avuto le mie risposte. La mattinata trascorse velocemente, Lucas mi raggiunse al termine delle lezioni, leggermente imbronciato per non essere stato svegliato ed essersi ritrovato da solo a casa.

“Dai, Luke, smettila di tenere il muso, non è colpa mia se non ti sei svegliato nemmeno con le mie urla!” sentenziai svogliatamente.

“La prossima volta prendimi a secchiate d’acqua, ma non azzardarti ad allontanarti da me, mi è quasi venuto un colpo quando non ti ho trovata nel letto. Nella mia mente sono passate le possibilità più disastrose …” mugugnò incrociando le braccia al petto.

Ridacchiai intenerita, in fin dei conti era solo preoccupato “Prometto che ti avvertirò” esclamai sorridendogli. In quell’istante rammentai il messaggio di Daniel “Dimenticavo, stasera non potrai farmi da guardia del corpo, devo vedermi con Daniel che ha parlato di una questione importante e della mia presenza improrogabile” sbuffai sommessamente, l’idea non mi attirava per nulla.

Vidi una strana luce negli occhi di Lucas, sembrava vagamente agitato. “Tutto bene?” domandai incerta.

Lui annuii pacatamente per poi riprendere a rimproverarmi giocosamente. Tornati a casa pranzammo e, mentre io mi dedicavo al libro di filosofia, Lucas recuperò il suo pc portatile per sistemare gli appunti per il suo nuovo libro. Avevo letto qualcosa durante il mese della nostra convivenza e ne ero rimasta piacevolmente sorpresa. Le sue capacità descrittive erano straordinarie, tanto da ricreare immagini estremamente vivide nel lettore, anche se personalmente non avevo mai adorato particolarmente i libri fantasy, preferivo di gran lunga i classici, con storie di normale quotidianità. La mia vita aveva già un tocco fantasy e sovrannaturale senza l'ausilio di racconti.

Ridacchiai senza entusiasmo a quel pensiero, sotto lo sguardo preoccupato di Lucas, che probabilmente negli ultimi giorni stava seriamente mettendo in dubbio la mia sanità mentale. Il nostro rapporto aveva anche preso una strana piega, i litigi si erano ridotti a sporadici momenti, sostituiti da atteggiamenti spesso affettuosi. Inquietante considerando la mia generale freddezza nei confronti del prossimo, ma con lui tutto ciò diveniva tremendamente naturale. Rammentai improvvisamente il materiale che avevo recuperato per l’incantesimo.

Tra due giorni ci sarà la Luna piena. Constatai.

Mi recai nella mia stanza per recuperare gli oggetti necessari e raggiungere nuovamente Luke nel salone. Notando la grande quantità di arnesi che tentavo di trasportare senza far danno, mi scoccò un’occhiata interrogativa.

“Credo sia giunto il momento di fare l’incantesimo di Kira, tra due giorni ci sarà la luna piena e se non vogliamo che ti trasformi dobbiamo agire oggi” replicai tranquillamente

Non mi parve particolarmente convinto della mia idea “Ma ieri sei stata male … non sarebbe più opportuno attendere?”

Scrollai il capo “ho reperito le informazioni necessarie e a quanto pare in questo incantesimo si crea una specie di condivisione di energia … quindi potrò attingere anche alla tua per compierlo!” spiegai saccente mentre mi arrovellavo il cervello per capire la giusta disposizione delle pietre per effettuare la purificazione della stanza.

“Inizi a prenderci gusto” constatò, divertito notando le mie palesi difficoltà “strano per una che diceva di non voler più praticare la magia” ghignò.

Lo ignorai volutamente, non avevo intenzione di incamerare una delle nostre inutili discussioni, quindi decisi di deviare il discorso su argomenti innocui – anche se con le nostre liti nulla poteva essere definito territorio neutrale, riuscivamo a bisticciare anche per le cose più assurde, solo per il gusto di punzecchiarci a vicenda. “Come mai hai deciso di diventare uno scrittore?” domandai tentando di celare la mia curiosità. Non avevo alcuna intenzione di mostrare interesse per quel buzzurro, anche se in realtà i suoi modi di agire e il suo carattere mi incuriosivano non poco.

Lo sentii sospirare sommessamente “I libri mi permettono di estraniarmi dalla realtà, accantonando tutto ciò che mi turba e che mi preoccupa. Sono un rifugio per i miei pensieri che, alimentati dalla fantasia, mi trascinano in quel mondo dove tutto va come sono io a decidere. Dove io ho il totale controllo degli eventi … a differenza della realtà dove questi mi sfuggono senza alcun controllo e dove la paura delle conseguenze di anche un minimo gesto mi crea il tormento” disse tutto d’un fiato. Non mi sfuggì il tono colmo di rammarico nella sua voce.

Lo scrutai contrita. Comprendevo bene che gran parte dei problemi di cui aveva parlato erano relativi alla sua posizione di licantropo ed al suo insano desiderio di proteggermi e non potevo non lasciarmi trasportare dai sensi di colpa. Forse non avrei dovuto nemmeno pensare di compiere il rito per sancire il nostro legame … forse il mio compito era convincerlo a tornare a casa, dai suoi genitori … e da coloro che attendevano di rivederlo, possibilmente integro.

Ardua impresa considerando il compito che si è prefissato …

Luke, perché lo fai? Perché non scappi?Chissà se c’è anche una ragazza ad attendere il suo ritorno!?

Sobbalzai udendo la sua voce preoccupata “Lilian, tutto bene?”

Alzai lo sguardo per incontrare il suo, maledettamente vicino, ero talmente assorta nei miei pensieri da non aver notato i suoi movimenti. Deglutii a fatica, pensando a quelle parole che da li lì a poco avrei pronunciato e che per qualche strano motivo mi provocavano agitazione e paura. Per quanto desiderassi saperlo lontano e in salvo, l’idea di allontanarlo da me non mi era poi tanto gradita come un tempo. La sua compagnia era ormai diventata parte integrante della mia vita, la sua presenza costante non era più un fastidio ma al contrario riusciva a donarmi un senso di protezione e serenità. Oltretutto si era creata una strana complicità tra noi, data forse dalla situazione comune in cui ci trovavamo catapultati.

“Non ti insegue nessuno …. Potresti avere una vita normale se solo volessi.” dichiarai in un sussurro appena udibile.

“Ti ricordo che sono un licantropo” rise amaramente.

“Potrei ugualmente svolgere il rito per bloccare il lupo nelle notti di luna piena, ma ciò non implicherebbe la mia protezione. Sarebbe solo un semplice favore fatto ad un amico” biascicai tenendo il capo chino, fisso sui vari oggetti che accuratamente riponevo nel pentacolo.

“Mi stai cacciando di nuovo? Credevo avessimo superato le nostre divergenze” contestò con una punta di rabbia.

Alzai lo sguardo indignata. “Non dire sciocchezze, mi sto solo preoccupando per te! Ti rifugio nel mondo dei libri perché sei costretto a sopportare un peso non tuo, a vivere paure non tue … e non lo trovo affatto giusto …”

Mi interruppi bruscamente udendo la sua risata divertita. Lo scrutai accigliata, non comprendendo a pieno la sua reazione.

Povero ragazzo, starà avendo una crisi di nervi.

“Non è solo questo a spaventarmi, o almeno non nel senso in cui lo vedi tu! Oltretutto, mia piccola egocentrica, ti ricordo che il mio amore per la scrittura è nato svariati anni fa, quando non mi ero assunto alcuna responsabilità nei tuoi confronti, visto che ero furioso per il modo in cui mi avevi cacciato e rinnegato il mio aiuto” ribatté.

“Scusa …” bofonchiai rammentando la scenata assurda. Subito dopo il funerale dei miei genitori, avendo compreso i motivi della loro morte, avevo deciso di ripudiare la magia e quel mondo che mi stava decisamente troppo stretto, e ribellarmi a lui e a quello che rappresentava significava per me un primo passo per la libertà. Tuttavia a mente fredda mi ero sempre pentita del mio gesto, almeno per il comportamento usato nei suoi confronti, sebbene fossimo costantemente in conflitto avevamo sempre avuto un rapporto quasi fraterno. E da bravi fratelli non facevamo che bisticciare, con grande disappunto delle nostre madri che già ci vedevano sposati mentre io sfornavo i loro nipotini.

Ma che razza di progetti balordi!

“Non preoccuparti … ormai è acqua passata! Ma adesso sbrigati con questo rito, non ho proprio voglia di trovarmi nuovamente pieno di peli e con gli sbalzi d’umore!” mi ammonì giocosamente.

Alzai gli occhi al cielo con finta esasperazione “Tu sei sempre stato lunatico, non credo dipenda dalla trasformazione.”

Ghignò senza replicare e tornò al suo pc lasciandomi lavorare in pace al rito, questa volta con il sorriso sulle labbra.

Ti voglio bene, anche se non lo ammetterò mai …

Un’ora e venti minuti più tardi avevo finalmente terminato la lunga ed estenuante preparazione prevista, soprattutto grazie al supporto della nonna che più volte rimproverò la mia disattenzione e la poca esperienza.

Cosa posso farci se non so la differenza tra i poteri di un cristallo o di un altro?

“Impiastro, cerca di concentrarti, non abbiamo tutta la sera” mi ammonì Lucas seduto anche egli su una delle punte del pentacolo, come prescritto dal rito. Sulle restanti punte erano state riposte tre diverse pietre: il granato, utilizzato per ottenere energie suppletive, era riposto a più a nord. L’opale posta ad est, per sviluppare i poteri psichici ed infine ad ovest la pietra della luna, connessa alla figura di Kira e in genere a tutte le Dee lunari. Io e Lucas sorreggevamo le estremità del nastro bianco, che simboleggiava la purezza del legame che si veniva a creare tra la strega e il suo protettore.

“Fa’ silenzio oppure rischio di non ricordare l’invocazione” sibilai assottigliando lo sguardo.

Presi l’ennesimo respiro profondo, volto a raccogliere le energie necessarie.

“Kira, noi invochiamo il tuo potere,

Per sancire il legame tra noi tuoi devoti.

Volgi il tuo sguardo a noi, mia signora,

Ed illumina il nostro cammino,

Con il tuo potere divino.”

Proferii assorta, concentrando le energie nel mio corpo. Al termine dell’invocazione percepii un flebile calore fluire dalle mie mani verso il nastro, ma tutto terminò velocemente tanto da non riuscire ad interpretarlo.

Aprii gli occhi leggermente stralunata “Luke?”

“Credi abbia funzionato?” domandò titubante, dischiudendo anche lui gli occhi.

“Si sì… ho avvertito una strana sensazione di calore .. ma ..” mi voltai verso la nonna che ci osservava con un’espressione compiaciuta “è riuscito? C’è un modo per scoprirlo prima di ritrovarci una palla di pelo imbestialita per casa?” ironizzai per sciogliere la tensione.

Lei annuì mesta indicando le nostre mani “è apparso il simbolo” ci annunciò.

Non compresi immediatamente, ma sbiancai non appena notai lo strano segno disegnato sul mio polso, ammirando solo in seguito l’identico disegno sul polso del mio amico.

“Cosa diamine è questo?” urlai in preda al panico, riprendendomi dal momentaneo smarrimento.

Lucas intanto non aveva proferito parola, con gli occhi fissi sul suo polso, mentre sul suo viso era dipinta un’espressione allibita che mi fece intendere che quella fosse una novità anche per lui.

Magnifico, a quanto pare anche lui non è molto informato sulle nostre leggende!

“Ma sul libro non era riportato … cioè non c’era scritto … oddio …” esitai ricordando un dettaglio che sino a quel momento avevo ignorato “la mamma non aveva nessun simbolo sul polso … perché?” le domandai con la vaga speranza di apprendere un modo per disfarmi di quello scempio al mio povero corpo.

“Si dissolve quando la strega o il protettore con cui ci si era legati muore” mormorò afflitta. In quel momento sperai vivamente che quel simbolo sul mio braccio non svanisse. Sospirai affranta arrendendomi all’evidenza.

“Deduco non ci siano ulteriori possibilità!” biascicò Lucas, seguendo con il pollice le linee di quello strano simbolo, dove racchiuso in un cerchio composto da più linee erano disegnate due piccole figure che non riuscii ad identificare. “In fondo è esteticamente carino” bofonchiò sconfitto.

Sbuffai contrariata “Nonna, avresti dovuto avvisarci, almeno mi sarei preparata psicologicamente! Ma si può almeno sapere cosa rappresenta?”

La vidi ridacchiare “è un simbolo celtico (*) che rappresenta due cigni, sono animali che si accoppiano per la vita. Mostrano l'unità tra due persone come un cerchio: un vincolo infinito che trascende tutto. Due che diventano una sola mente, un solo pensiero. In quest’incantesimo diventa il simbolo del legame sancito tra la strega e il suo protettore … un legame inscindibile.” ci spiegò tranquillamente.

Sospirai sconfitta per l’ennesima volta e feci scivolare il mio sguardo sull’orologio a muro, notando l’ora tarda. Con un sonoro sbuffo abbandonai i miei inutili rimproveri e, senza aggiungere altro, mi recai nella mia stanza per prepararmi. Quando tornai nel salone non mi sfuggì l’occhiata leggermente contrariata di Lucas, ma non me ne curai, avevo compreso che nei momenti in cui si irritava non era il caso di rivolgergli la parola se non lo si voleva veder sbottare anche per un semplice “ciao”. Uscii con qualche minuto di anticipo, decisa ad aspettare Daniel fuori dal portone, sperando di velocizzare quella serata che, se le mie sensazioni erano giuste, non avrebbe portato a nulla di buono. Con mia somma sorpresa individuai la figura del mio amico accanto alla sua auto, intento ad aspettarmi.

Mi avvicinai sorridendogli divertita “Da quando sei in anticipo tu?”

“Ero troppo in ansia per attendere a casa!” esclamò lasciandomi di stucco.

“È successo qualcosa di grave?” domandai preoccupata notando in quel momento la sua espressione seria.

Scrollò le spalle e mi fece segno di seguirlo “Andiamo, non credo che questo sia il posto giusto per parlarne” mi comunicò con un sorriso un po’ tirato. Mi limitai ad annuire salendo in auto senza proferir parola, pur essendo leggermente in ansia. Daniel non era mai stato un tipo misterioso, tutt’altro, era sempre stato incapace di restare in silenzio per più di due minuti. Il suo momentaneo mutismo e la serietà della sua espressione mi diedero un vago senso di inquietudine, che non riuscii a scacciare. Parcheggiò la sua auto nei pressi dell’entrata del parco poco fuori il centro, era abbastanza ampio e generalmente a quell’ora era colmo di coppiette che si scambiavano effusioni. Imbarazzata mi guardai attorno non comprendendo il motivo di quella scelta.

“Come mai qui?” domandai insicura.

“È un posto tranquillo e carino. Ottimo per chiacchierare …” sentenziò tranquillo, ed insieme procedemmo verso l’entrata. Come avevo sospettato il parco era pieno di coppiette che passeggiavano mano nella mano, oppure sedute su panchine appartate, e ciò non fece che aumentare a dismisura il mio già immenso disagio, per non parlare dell’immenso imbarazzo.

Daniel deve aver perso il senno! Non sarebbe stato più opportuno il nostro solito bar?

D’un tratto si fermò nei pressi di una panchina vicino ad una staccionata dalla quale si poteva ammirare un magnifico panorama.

Tutto ciò è molto romantico. Constatai sempre più perplessa.

Mi fece segno di sedermi accanto a lui, rivolgendomi poi uno sguardo indecifrabile. Non mi mossi e continuai a fissarlo in attesa di delucidazioni sul suo bizzarro ed insolito comportamento. E con mia somma sorpresa non dovetti attendere oltre per scoprire ciò che celava la sua mente in quel momento.

“Lilian, so che quello che ti dirò potrà sembrarti un po’ strano” esitò facendomi cenno di tacere “da quando quel Lucas ha iniziato a ronzarti attorno devo ammettere che un tremendo senso di gelosia mi ha dato il tormento … il solo pensiero di te e lui mi manda in bestia! La convinzione di te e lui assieme …”

Lo fissai incredula “Perché?” biascicai seriamente confusa “Non mi sembra tu abbia avuto reazioni quando io e Josh ci siamo fidanzati”

“Era diverso, si vedeva lontano un chilometro che tra te e lui non c’era nulla oltre l’amicizia e forse era per questo che non mi ero allarmato apprendendo la notizia. Ma con Lucas …”

“Io e Lucas siamo amici” dissi come per giustificarmi, sebbene quelle parole mi sembrassero quasi false.

“Questo non cambia le sensazioni orribili che ho provato. Sono stato uno sciocco in questi anni interpretando male il mio attaccamento a te e la tristezza del vedere il nostro rapporto sgretolarsi.” Si fermò fissandomi intensamente “Io credo di essere innamorato di te e voglio che tu diventi la mia ragazza!”

Strabuzzai gli occhi fissandolo incredula. Erano anni che desideravo sentire da lui quelle parole ed una richiesta simile ed ora non avevo il coraggio di proferir parola. Continuavo a fissarlo a bocca spalancata – probabilmente con un’espressione inebetita – cercando di comprendere la veridicità o meno di ciò che avevo udito.

“Lilian … per favore rispondi” mormorò leggermente afflitto, probabilmente per il mutismo in cui vertevo da svariati minuti.

Deglutii rumorosamente cercando di recuperare un minimo di contegno, stranamente non ero completamente certa della risposta che avrei voluto dargli. Eppure ero stata innamorata di lui da … beh, da subito e l’idea di diventare la sua ragazza avrebbe dovuto causarmi una gioia immensa .. invece la mia mente era invasa da pensieri contrastanti, il dubbio di averlo eccessivamente idealizzato in questi anni, l’idea di poter gettare al macello la nostra amicizia considerando le solite abitudini di Daniel, la cui storia più lunga non era durata più di un mese.

“Credi sia il caso di rischiare la nostra amicizia? Tu non sei certo il tipo da storie lunghe” bisbigliai contrita, dando voce ai miei pensieri. Non vidi la sua espressione in quel momento, per l’imbarazzo avevo voltato il capo altrove, forse anche per non permettergli di leggere il tormento nei miei occhi.

“Non è la stessa cosa, tu non sei un passatempo” sentenziò indignato.

Gli rivolsi un’occhiata truce, i miei dubbi erano più che leciti conoscendo i suoi trascorsi e di certo non poteva farmene un torto. Notando il mio sguardo non propriamente amichevole prese la mia mano tra le sue con delicatezza, accarezzandola dolcemente con il pollice.

“Ti prego, devi credermi. Sai quanto tengo alla nostra amicizia , probabilmente anche più di te! – affermò senza risparmiarmi un’occhiata di ammonimento - Potrei mai gettare tutto al vento per una misera scappatella?” sussurrò suadente avvicinandosi lentamente alle mie labbra, probabilmente per permettermi di allontanarmi in caso non avessi desiderato.

E adesso che faccio? Sembra sincero … Ma …

Come una tarlo nel mio cervello quel “ma” risuonata destabilizzandomi. Non sapevo cosa precisamente mi impedisse di accettare su due piedi quella proposta che avevo tanto desiderato e, forse più per eliminare quello stato di incertezza ed ansia che per reale desiderio, accorciai la distanza tra le nostre labbra, accettando indirettamente la proposta di Daniel.

Percepii il suo sorriso sulle mie labbra ed il bacio dapprima casto divenne sempre più intenso, oscurando completamente le mie precedenti elucubrazioni, preda di quella miriade di emozioni e sensazioni che avevo tanto agognato.

Da quel dì i giorni passarono velocemente, trascorsero più di tre mesi nei quali la mia vita mutò quasi completamente. I nostri amici avevano appreso la notizia piuttosto soddisfatti, contenti del fatto che Daniel avesse finalmente messo la testa a posto, riuscendo a protrarre un rapporto oltre i consueti dieci giorni. Le uniche persone che non parvero particolarmente entusiaste della notizia furono Lucas e la nonna, stranamente ostentarono una certa indifferenza verso la notizia, che nella nonna ero certa fosse dovuta alla delusione per la mia scelta. Conosceva la fama di Daniel e probabilmente temeva che potesse causarmi sofferenza questa relazione. Lucas invece… il suo comportamento era incomprensibile.

Sbuffai contrariata ripensando alla situazione che si era creata e alla quale non sapevo porre rimedio. Finii di apportare gli ultimi ritocchi al mio look, che negli ultimi tempi era leggermente migliorato. Claire continuava a ripetermi che per non sfigurare accanto ad un tipo come Daniel dovevo decidermi ad essere più femminile. Accettai la cosa anche se non di buon grado, l’idea di dover cambiare per qualcuno non mi aggradava, non che lui avesse recriminato qualcosa in proposito, ma sapevo che infondo gradiva quel mio nuovo vestiario ed era compiaciuto dal fatto che i ragazzi per strada mi osservassero interessati.

Possibile che non sia geloso?Io odio le ragazze che osano fissarlo!

Sospirai accantonando per l’ennesima volta quella domanda, che nell’ultimo tempo mi ero posta abbastanza spesso e mi decisi ad uscire velocemente giungendo a casa di Daniel con un leggero anticipo. Infatti in casa l’aria era talmente pesante che ero stata costretta ad uscire prima per non iniziare ad urlare. Mi irritava il comportamento di Lucas, non ne comprendevo il motivo. Era distante e distratto, mi seguiva come un’ombra, ma allo stesso tempo si manteneva a debita distanza come per evitare di incamerare ogni tipo di conversazione. Quando gli avevo comunicato la bella notizia, ringraziandolo per il suo provvidenziale aiuto – sebbene non volessi ammettere che un mezzo così infantile come la gelosia potesse aver funzionato - mi aveva rivolto un sorriso decisamente stiracchiato e si era congedato dopo pochi minuti. Eppure era stato lui ad aiutarmi …

Sbuffai pesantemente prima di suonare il campanello e dopo pochi secondi sentii dei passi pesanti avvicinarsi alla porta. Daniel mi sorrise entusiasta iniziando a ciarlare qualcosa riguardante una partita di basket che si era svolta quella mattina al campetto, ma la mia mente era altrove, ad elaborare le spiegazioni plausibili per il comportamento di Lucas. Mi aveva turbata. Sebbene prima non facessimo che litigare e punzecchiarci a vicenda, preferivo quel clima bizzarro che quella situazione di freddezza e mutismo che si era creata.

“Sei d’accordo?” la voce di Daniel mi ridestò dai miei pensieri e mi limitai ad annuire per non mostrargli la mia momentanea distrazione. Accantonai il pensiero del mio amico per dedicarmi ad una piacevole serata con il mio ragazzo.

Ci sedemmo sul divano dinanzi allo schermo enorme della televisione e compresi di aver accettato di vedere un film. Tanto meglio, non ero in vena di uscite. Peccato che avesse scelto un film decisamente orribile, un disgustoso splatter, decisamente fuori dai miei gusti! Possibile che in cinque anni non avesse compreso nemmeno i miei gusti in fatto di cinema?

Lucas non avrebbe mai scelto un film del genere …

Mi irrigidii al pensiero che avevo appena formulato. Dovevo essere impazzita per iniziare a fare confronti tra loro due. Due persone completamente diverse con le quali avevo rapporti completamente diversi.

Daniel dovette captare qualcosa perché si voltò verso di me scrutandomi in modo indecifrabile e non compresi le sue intenzioni sino a quando non ritrovai la sua bocca sulla mia. Iniziò a baciarmi in modo abbastanza irruente al quale risposi leggermente intimorita. Avevo sognato quel momento per anni eppure in quell’istante mi rendevo conto che qualcosa non era come avrebbe dovuto. Mancavano quelle emozioni e quel desiderio di volermi donare a lui, mentre la sensazione di smarrimento e frustrazione si propagava velocemente.

Mi staccai da lui spingendolo via. “Daniel, fermo!” ordinai con voce tremula.

Daniel mi fissò scioccato “Perché?”

“Non voglio” biascicai prima di recuperare velocemente le mie cose e fuggire da quella casa.

   
 
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