Somebody stop the Rain
Era quasi mezzanotte. L’ultima notte dei miei vent’anni passata in una stanza d’hotel, ad aspettare. Attendevo una giornata di sole, l’arrivo di Hachiko che, scodinzolando, mi sarebbe saltata al collo urlando “Buon compleanno”. Aspettavo te. Ed ora... Ora mi resta solo la pioggia, questa fottuta pioggia che cade e mi toglie il respiro.
È
solo una bugia. Una
dannata menzogna.
Non
è vero?
Eppure ti ho visto... Il volto era
coperto, velato di
bianco, ma eri tu. Le mani, bianche e con le dita lunghe, quelle mani
che mi
avevano accarezzata per tanto tempo, che avevano placato le mie paure,
che
avevano suonato per me...
Le
spalle larghe, le braccia e le gambe magre, persino
il profumo... Erano i tuoi. Quello eri tu.
L’ultima
volto che ho potuto rivolgere il mio sguardo verso di te,
l’ultimo ricordo che
mi è stato concesso di custodire: un involucro vuoto, mentre
Yasu mi portava in
braccio fino a te. Io,
da sola, non
riuscivo a farlo.
Inspiegabilmente,
mi è venuta voglia di vestirmi di rosso, come quella notte.
Come se uno stupido
vestito rosso potesse farti ricomparire davanti a me. Come se uno
stupido
vestito rosso potesse farmi tornare ad allora, sotto quel palco, a
fissarti
mentre suonavi.
Eri così
luminoso, ai miei occhi... Quasi accecante, la tua luce insopportabile
mi
attirava a te, come una falena.
Perché, Ren?
La
tua
immagine di spalle, mentre parti alla volta di Tokyo, è
indelebile nella mia
mente. La tua figura è sempre offuscata, distorta da un velo
di lacrime. Lo è
persino adesso che non ho la forza di piangere.
Mi avevi
abbandonata per inseguire il tuo sogno. Ti avevo odiato
per questo.
Ti odio ancora.
Io ti stavo
aspettando,continuo ad aspettarti.
Che razza di stupida.
Tutto
ciò
che ho, invece, è questa dannata pioggia.
Dio, è così
fastidiosa, un frastuono tremendo che mi sbriciola i timpani, le ossa,
il
cervello.
Una volta mi avevi detto che quando fossi
morto mi avresti portato con te...
Invece mi
hai abbandonata di nuovo, come allora. Come mia nonna e mia madre prima
di te.
Mi hai
lasciata sola, sola con un piccolo sogno che mi scivola via dalle dita.
La mia
sciocca speranza che mi sfugge dalle labbra, nel mio respiro di nuovo
affannoso.
“Spero che, un giorno, io e Ren potremo
tornare insieme a Soukogai”.
La pioggia mi sommerge.
D’improvviso
l’aria cessa di arrivare ai miei polmoni, mentre il mio petto
s’alza e si
abbassa a vuoto.
Sento Nobu,
che mi sedeva accanto, muoversi verso di me nel tentativo di aiutarmi.
Ma non lo
vedo...
Nei
miei
occhi, come se vi fosse stato impresso a fuoco,
c’è solo Ren che si allontana
da me, i contorni sfocati nella pioggia. No, non nella pioggia... Sono
queste
maledette lacrime, che se ne stanno lì senza scendere, che
si sono fissate
sulla retina e non se ne vanno più via.
Una mano
corre al petto, istintivamente, e si affanna nel tentativo di strappare
la
maglia dalla pelle, nell’illusione che così
l’aria riesca a fluire direttamente
nel mio organismo. L’altra mano strige convulsamente il
braccio, cercando un
appiglio che ormai non esiste, che non
può esistere; è solo un disegno, un
pallido fantasma, un ricordo: il mio
fiore, il fiore di Ren.
Ti odio,
sai? Ti odio da morire...
Ma allora perché non muoio?
Una voce
sovrasta il suono della pioggia.
Hachiko.
Lei urla in
preda al panico, mentre si siede sul letto. Le mie mani mollano la loro
presa
inutile, attratte dall’unica fonte di salvezza che ora riesco
ad individuare.
Cercando in ogni modo di rubare almeno un respiro al cielo, abbraccio
Hachi con
tutte le mie forze.
Litiga con
Nobu, persino in un momento come questo. Non fosse che sto
così male, riderei.
O forse no, forse ammazzerei Nobu.
Cosa credi di fare, mentre io crepo?!
Hachiko... Nana...
L’ho sempre detto che l’eroe, tra noi due, eri tu...
Lei si
sdraia accanto a me, tremando piano, ancora spaventata e in preda
all’angoscia,
mentre mi carezza i capelli.
Nel momento
in cui ho appreso della tua morte, mi è sembrato
d’iniziare lentamente,
inesorabilmente a scomparire. Guardando le mie mani, mi parevano
sfocate, prive
di contorni netti che le distinguessero da tutto il resto, come se le
molecole
avessero cominciato a disperdersi.
Con Hachiko
accanto, ora -per la prima volta da quel momento- mi sento di nuovo
viva,
reale, mentre la bimba a cui tu hai dato un nome si muove piano dentro
di lei.
Ascoltami ora, Ren, ora che ho la forza di
dirti queste cose.
Sono sempre
stata egoista, lo so. Ho sempre inseguito i miei sogni, e adesso...
Sai,
l’immagine di noi due con un bambino nostro non mi sembra
più tanto repellente.
Gli avremmo dato il nome di un fiore, come volevi tu. Chissà
se sarei stata una
buona madre... L’idea mi pare così assurda che mi
farebbe quasi scoppiare a
ridere, se solo non mi facesse così male al cuore.
Una
possibilità che non avevo valutato finora... Adesso che
è persa per sempre, mi
ritrovo a desiderarla.
Forse resteresti
con me... Una parte di me vuole questo, più di ogni altra
cosa. Quella stessa
disgustosa me stessa che avrebbe voluto che l’ultima cosa che
tu avessi sentito
fosse stata la mia voce, mentre cantavo.
Io... Vorrei
tornare indietro e cancellare quell’ultima discussione, che
ci ha tenuti
lontani così a lungo. Vorrei distruggere quel mio riflesso
nello specchio,
quell’ombra che vedo contro il muro. Vorrei ritrovare la
Nana che viveva con
te tempo fa, o una Nana migliore, che sappia starti accanto davvero. Vorrei fare una marea di
cose...
Ma ormai è
tardi. È inutile. È senza senso. Perché
tu non ci sei più.
Poco
importano gli scongiuri, le promesse, l’orgoglio messo da
parte. Questa volta non tornerai.
Perché anche adesso non posso fare
a meno di
amarti.
Credo che
sarà così per sempre...
Guardo
l’anello che porto al dito, quello che ha sancito la nostra
unione agli occhi
del mondo. Lo stesso che brilla sull’anulare di Hachiko. Mi
rannicchio contro
di lei, come un gatto, cercando di assorbire il calore che emana.
----> N/A: questa è la mia prima shot in assoluto ( >.< aaaaaaaargh), e fa riferimento al cap. 81 del manga.
Siccome l'avevo promesso, la dedico alla mia sister Red e alla mia Hachiko personale =) Vi adoro XD