La
radio si accende automaticamente alla messa in moto, e la musica trasmessa di
certo non è la migliore in circolazione..non è la sua, non lo rispecchia per nulla,
e tantomeno riesce a calmarlo. Spegne la radio con la destra, mentre la mancina
è ferma al volante. Tutto quello che vuole in quel momento è un po' di
silenzio..quello vero, quello rilassante..e il motore della macchina gli
impedisce di poterlo avere. Gli occhi sono fissi sulla strada senza farsi
sfuggire nulla. Ma apparentemente vuoti.
Un
bruciore sulla schiena premuta scomodamente contro il sedile.
"merda"
pensa riportando la mente a ciò che è accaduto quella notte.
Immaginazione..deve essere stato quello. Ma quel gelo sulle labbra...lui lo
ricorda come se lo avesse ancora. E inconsciamente si ritrova ad assicurarsi
che i finestrini siano ben chiusi, e che l'aria sia spenta. Ed è così. E
continua a guidare verso una meta non troppo precisa. Non è sicuro di voler
rientrare a casa...forse si fermerà da qualche parte a bersi una birra...a
soffermarsi a guardare qualche volto sconosciuto...
Accosta
non appena arriva dinanzi alla piccola e losca entrata. Mentre parcheggia, gli
capita di fissarsi gli occhi nello specchietto retrovisore. Non sa nemmeno perchè si è truccato quella sera. Quel filo di nero sugli
occhi, lo fa sentire diverso. Come una maschera che lo nasconde, anche se
debolmente. Spegne, estrae le chiavi e dopo essersi slacciato la cintura di
sicurezza esce dalla macchina, pestando con gli anfibi neri e nemmeno troppo
sobri, un asfalto che se potesse parlare ne racconterebbe di tutti i colori.
Chiude
la macchina inserendo l'allarme per un ulteriore sicurezza e si addentra nel
locale, che dall'insegna tutto sembra, tranne che un posto tranquillo.
Durante
l'accesso si accende una sigaretta portandola alle labbra direttamente dal
pacchetto semivuoto, ed estraendone da esso, anche l'accendino viola elettrico
che prontamente porta alla sigaretta e accende dandole fuoco quanto basta per
poterla accendere e tirare un primo fiato, senza toglierla dalle labbra. E
l'odore di nicotina misto a vaniglia si disperde nell'aria. Il capo basso, la
destra in tasca, e con la mancina saluta le massicce bodyguard che vi sono
all'entrata. Come se questi lo avessero sempre conosciuto gli fanno spazio
senza nessun cenno del viso.
Entrato
nel locale, la musica ed il suo volume esagerato gli riempiono i timpani ed il
cervello, ma è meglio della musica squallida della radio. Commerciale..troppo.
il locale è illuminato da neon blu elettrico e dalle luci del bancone, al quale
si avvicina quasi immediatamente bofonchiando al barista di portargli una birra
gelata, il quale accenna con la testa e si dirige verso il frigorifero degli
alcolici in genere.
Intanto
lui si siede e prende posto su uno di quegli scomodi sgabelli e si guarda
intorno. Ci sono tanti ragazzini truccati anche pesantemente. vestiti attillati
e borchiati, pantaloni di pelle...ragazze che con i loro rossetti extrarossi
sorseggiano il loro cocktail alla frutta, ovviamente alcolico, mentre
nell'altra mano, immancabile spinello. Invece la sua sigaretta è un po' tra le
dita, e un po' tra le labbra. Quando si ritrova la birra richiesta e gelata
dinanzi, tira un ennesimo tiro, e poi spegne la cicca nell'apposito posacenere,
riempito di mozziconi fino all'orlo.
Afferra
il boccale con la mancina, dal manico, e lo porta alle labbra che sono ancora
rosse e spaccate. Un lungo sorso, gli occhi semichiusi. La lingua può sentire
il gelo che la rinfresca e a quel fresco, le labbra invece gli portano alla
mente le labbra di quell'essere.
Sospira,
poggiando nuovamente la birra sul bancone. Poi volta il capo di lato osservando
la ragazza accanto a lui che sembra guardarlo con occhi estremamente languidi e
maliziosi, il vestito rosso come il suo rossetto, con una scollatura che non
lascia troppo all'immaginazione, e lo spacco che fa dubitare sulla presenza
della biancheria intima.. la conosce.
L'ha
gia vista..è famosa in quel locale come la tipa più
disinvolta di tutto il locale. Ma a lui quella sera non importa con chi
interagisce..si lascia fare, si lascia trasportare..lei sorride. E lui puo sentire i suoi occhi pieni di mascara vagare sul
proprio corpo, squadrandolo, e quando si ferma sulle labbra e sui capelli le si
puo leggere negli occhi quello che vuole.
Risponde
al sorriso, e gli occhi rispondono senza troppa attenzione allo sguardo di lei.
In poco la sente vicina...le labbra che sussurrano qualcosa al suo orecchio. E
lui senza pensarci dopo qualche minuto si ritrova in macchina con lei diretti a
casa sua. Gli ha offerto un'altra birra, e lui in quello stato non ha retto
molto. Si è lasciato subito portare via. Forse anche un po' per consolazione. È
da molto che non tocca una donna. E quella sera si sente anche un po'
patetico...ma probabilmente l'alcool non gli farà ricordare nulla il giorno
dopo. E nemmeno a lei.
Dopo
poco sono nel suo letto, gemiti e sospiri, la ragazza ,gia
completamente nuda, si affretta a spogliarlo degli indumenti neri indossati,
scoprendo un corpo bianco e magro, ma non anoressico. Le mani di lei vagano
ovunque, lo toccano, spalle schiena, collo, sesso..e le gambe si attorcigliano
attorno alla sua vita per chiamarlo più a se, i baci di lui sono dettati più
dall'eccitazione dal momento che da qualsiasi altro sentimento. Non c'è
passione, o coinvolgimento affettivo..ed è forse questo che lo fa sentire
patetico ancora di più. La tocca con noncuranza, ma a lei non sembra
dispiacere, e le labbra schiuse in gemiti lo fanno intuire bene..soprattutto
quando lo sente dentro di se improvvisamente e velocemente. Senza troppi
riguardi. Solo sesso..qualche goccia di sudore si forma sulle tempie,
invisibili e subito prese dai capelli che li coprono il viso, le labbra
schiuse, ed ogni tanto il labbro inferiore morso violentemente quando l'orgasmo
si avvicina e si rende imminente..
-usi
la pillola vero?-
Una
domanda fatta a fior di lobo mentre gli affondi si fanno più decisi e profondi.
Ovviamente la risposta era scontata, ma quell'accortezza era per farlo sentire
un po' più in un su degli stessi che vanno a puttane e non gliene frega nulla.
Un
cenno affermativo della testa di lei e poi due tre affondi decisi e potenti che
lo fanno gemere e tremare per qualche secondo, il tempo di riversarsi in lei,
occhi chiusi, non la guarda. Ma la sente. Le unghie che si premono nelle sue
spalle e poi scendono sulla schiena. Istintivamente in quell'istante, si scosta
e si accascia accanto a lei su quel letto. Il respiro ancora irregolare, il
pulsare del sangue nelle vene è prepotente, e lui vorrebbe farlo uscire. Ma non
è solo..e lei sembra non essersi accorta di nulla. Gli occhi chiusi e il
respiro che si regolarizza.
Si
alza e va in bagno. Doccia immediata per lavarsi via quell'odore. Ancora si
chiede perchè si sia portato a casa una ragazza.
Forse voglia di qualcosa di diverso. E poi succede tutto così in fretta.. il
getto è bollente ma lo lascia scorrere anche quando la testa comincia a
girargli. Disinfezione, rinascita. Mentre si passa il sapone sul corpo lascia
scorrere le dita, per quel che può, su quella parte della schiena...li dove i
segni del passato lo rincorrono ma che gli hanno insegnato a camminare da solo.
perchè o lo fai o ne rimani schiavo.
E
si ritrova poi a sedersi sul piatto della doccia spalle contro le piastrelle
fredde, almeno per la temperatura del suo corpo, e ginocchia al petto. anche se
preferirebbe non ammetterlo, soprattutto a se stesso, una goccia che non è
acqua si fa spazio tra le ciglia scure e scorre veloce via, assieme all'acqua
corrente, sulla guancia.
Esce
poco dopo dalla doccia e si infila un paio di boxer, il suo solito tipo,
aderenti, neri. Senza nemmeno asciugarsi i capelli s’infila a letto. La ragazza
ovviamente è gia crollata al sonno. Guarda per un
momento l'orologio sul comodino. Le 4 e mezzo del mattino. Da un ultimo sguardo
alla maschera nera che è sciolta sul volto della bionda che è nel suo letto. È
patetica anche lei vista così. Il trucco sciolto la fa sembrare a tutti gli
effetti una prostituta e soprattutto un pagliaccio.
Poi
si stende e chiude gli occhi, raggomitolandosi poi su di un lato. Dopo solo una
ventina di minuti riesce a prendere sonno e a dormire.
Lei
intanto ha osservato tutto..lo ha seguito, come fa sempre, perchè
a stargli lontano non ci riesce. E nonostante tutto, non può biasimarlo per ciò
che ha fatto. Ha tutto il diritto di fare quello che gli pare. di certo non può
essere lei, che nemmeno lo può toccare, a dirgli cosa fare e cosa no. Sarebbe
uno stupido paradosso. E poi non ne è gelosa..almeno, non troppo. in fondo, lui
non considera nemmeno la sua esistenza per vera. E come dargli torto. Sa solo
che non potrà continuare a lungo così. E che entrambi stanno andando incontro
alla propria autodistruzione.
a
volte vorrebbe essere lei a ferirlo, e lei a curarlo. Ma è chiedere troppo.
Lo
osserva mentre si addormenta..e se solo lui potesse vederla, o sentirla, in
quel momento sentirebbe le sue dita correre lungo il profilo di quelle labbra
disegnate e un candido bacio posarsi sulla sua fronte per augurargli buona
notte. di certo non apprezza la bionda che può dormirgli accanto. La
invidia..ma solo la sua corporeità..per il resto, non avrebbe mai voluto essere
trattata così.
Non
lo avrebbe mai permesso.
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grazie a chi ha aggiunto la mia storia tra le seguite ç_ç mi fate un grande regalo x33