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Autore: Chri    24/09/2009    2 recensioni
Ciao a tutti!! Questa storia è basata sul racconto di Dumas, solo che gli avvenimenti non seguiranno quelli del libro..leggete la storia, e vedrete che le cose andranno diversamente da quanto vi aspettate...lasciate i vostri commenti, mi aiuteranno a migliorare!!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
Era trascorsa già un’ora da quando Edmond aveva iniziato a scavare verso la sua libertà, eppure il tunnel era avanzato di un centimetro appena. Il ragazzo notò infatti che il lavoro non era affatto facile, in quanto il terreno era abbastanza roccioso e dunque difficile da scavare. Inoltre, c’era un altro fattore avverso: la candela. Essa, infatti, era lunga appena 20 centimetri e dunque si consumava con estrema rapidità, tanto che era già quasi tutta bruciata. Dantès decise, cosi, di tornare in superficie per continuare il lavoro il mese successivo, quando gli sarebbe stata consegnata un’altra candela. Dunque, il ragazzo percorse a ritroso il passaggio ammirando l’opera di quell’abate che gli aveva consegnato un immenso tesoro e tracciato la via per la libertà. Risalito in superficie, rimise i mattoni al loro posto e notò che chiunque non si sarebbe accorto del tunnel per quanto quei mattoni riuscivano a sostenere il peso di un uomo che vi passeggiava. Poi, dopo aver mangiato la brodaglia che non aveva toccato nel pensiero del suicidio, decise di spegnere la candela nonostante di essa ve ne erano ancora un paio di centimetri. Il marinaio, infatti, aveva ben pensato di risparmiare di volta in volta qualche centimetro, in modo da avere dopo alcuni mesi una candela aggiuntiva. Tornato nelle tenebre, si sdraiò supino pensando agli avvenimenti di quel giorno e, per la prima volta dopo un mese, al suo futuro:
“Certo che è stato un vero miracolo questo tunnel, peccato che debba scavare ancora chissà per quanto. Questa dannata candela si consuma  come neve al sole e non penso che mi permetta di lavorare per più di 4 ore per mese. Di questo passo ci vorranno veramente molti anni come ha detto Faria. Chissà la mia Mercedes come starà; sono già 30 giorni che sono stato arrestato..” ma un sonno profondo fermò i pensieri del giovane Edmond che, almeno nei sogni, poteva definirsi libero. Mentre Dantès dormiva nel buio del castello d’If, a Marsiglia Mercedes usci per andare a trovare, come tutti i giorni, il padre di Edmond. Egli, infatti, la sera stessa dell’arresto del marinaio era andato da Villefort a chiedere notizie di suo figlio, ma il procuratore gli aveva risposto freddamente che Edmond era stato arrestato e condotto lontano dalla Francia. Da quel giorno, si era chiuso in casa rifiutando di mangiare, in uno stato di depressione che solo il ritorno di suo figlio poteva rendere reversibile. Ogni pomeriggio, Mercedes andava a fargli visita e lui la aspettava sul balcone, sempre speranzosa di belle notizie che tuttavia non erano mai arrivate. Ma in questo pomeriggio di metà ottobre, il vecchio non si fece trovare al solito posto, bensì nel suo letto. Ormai, infatti, non aveva più le forze ed era prossimo alla morte. Mercedes lo trovò immobile sotto le coperte e subito si precipitò al capezzale del letto per sincerarsi delle sue condizioni, ma il vecchio le disse:
“ Oh Mercedes, non ho ormai più le forze di alzarmi. Sono contento che tu sia qui ora perché devo dirti una cosa importante: non mi rimane più tempo da vivere, ma ho da chiederti qualcosa, forse un sacrificio.”
“ Ditemi, vi prego! Sapete che per me siete come un padre, quindi chiedete ciò che volete che faccia e io ve lo farò” lo interruppe Mercedes.
“ Vorrei che non andaste in sposa a nessuno. Voi siete una stupenda ragazza e per Edmond eravate tutta la sua vita; io non so se egli è vivo o morto, né se tornerà; tuttavia vi chiedo di continuare a rispettare l’amore che egli aveva per voi” e detto questo, il vecchio Dantès spirò. Allora Mercedes piangendo e stringendo il vecchio a sé:
“ Oh padre mio, non è un sacrificio quello che mi chiedete, ma un motivo in più che mi spinge a fare una cosa che già meditavo di fare”.
Il mattino successivo, vi fu il funerale del vecchio Dantès e da quel giorno Mercedes sparì da Marsiglia.

  
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