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Autore: Sora89    24/09/2009    6 recensioni
Trovare il regalo perfetto per una persona perfetta come Kyouya Ootori è matematicamente impossibile. Sono 17 lunghi anni che alla vigilia del fatidico giorno, mi ritrovo disperatamente persa nei miei pensieri, fissando il mio adorato fratellino, per elaborare un regalo che possa stupire lui, il famigerato Kyouya Ootori. E le possibilità di riuscirci rasentano sempre lo zero. A dire la verità, una volta non era così...
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kyoya Ohtori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trovare il regalo perfetto per una persona perfetta come Kyouya Ootori è matematicamente impossibile

Buon Compleanno, fratellino!

 

 

 

Trovare il regalo perfetto per una persona perfetta come Kyouya Ootori è matematicamente impossibile.

Non puoi ricadere su un oggetto: basta un suo battito di ciglia, ed ecco che ne è già in possesso.

Non puoi organizzargli una sorpresa: tiene costantemente sotto controllo ogni persona a lui vicina… E in ogni caso arriverebbe a capire la tua idea prima ancora che tu possa parlarne con qualcuno.

Una festa è da escludere: rifiuterebbe l’idea a prescindere…

Sono 17 lunghi anni che alla vigilia del fatidico giorno, mi ritrovo disperatamente persa nei miei pensieri, fissando il mio adorato fratellino, per elaborare un regalo che possa stupire lui, il famigerato Kyouya Ootori. E le possibilità di riuscirci rasentano sempre lo zero.

 

 

A dire la verità, una volta non era così.

Attendevo sempre il suo compleanno con impazienza.

Prima che lui nascesse, la piccola di casa Ootori ero io. Ero la prima bambina della casa: la gioia della servitù e di mia madre, una bambolina coccolata dai miei fratelli. Non era lo stesso per mio padre: mi raccontarono che all’inizio neanche riusciva a guardarmi… Nonostante due possibili eredi, ero pur sempre una femmina. La mentalità arcaica di mio padre gli suggeriva che il mio valore era minore di quello di un eventuale figlio maschio.

Sono sempre stata un’inguaribile romantica, sognatrice fin da bambina. E quando mi accorsi che mio padre non amava la mia presenza, il sogno di compiacerlo e di poter vivere in una famiglia unita divenne più forte che mai. Grazie alla governante e a tutte le insegnanti che assumeva per la mia istruzione, crescevo ogni giorno di più come la perfetta ragazza di buona famiglia: educata, graziosa, gentile. Lui non lo saprà mai, ma scorgevo di nascosto i suoi sorrisini di soddisfazione che gli strappavano i commenti entusiasti della gente su di me. Anche se davanti a me rimaneva il freddo e distaccato uomo d’affari di sempre. Raggiunsi il mio obbiettivo a 8 anni: era appena tornato da un pranzo d’affari e vedendomi lì, all’ingresso della villa, ad inchinarmi al suo passaggio, mi scompigliò i capelli con la mano… Alzai lo sguardo, mi stava sorridendo, anche se timidamente, anche se non mi guardava negli occhi per l’imbarazzo. Non potei trattenermi: sorrisi e di slancio lo abbracciai.

Era la prima volta che lui mi toccava.

Non che dopo la situazione sia migliorata: è rimasto lo stesso padre di sempre, salvo quella volta all’anno in cui mi dedicava un sorriso di cui invece faceva largo uso fra i miei fratelli.

In fondo devo ringraziarlo… Sicuramente se fossi stata la sua “favorita ora sarei una fredda e capricciosa ragazza ricca. Devo ringraziarlo se ora non mi è tutto dovuto, se ora so cosa vuol dire lottare per un obiettivo, se ora ho… un cuore.

Tutto cambiò quando mia madre rimase di nuovo incinta: stava per aggiungersi un nuovo membro alla nostra famiglia. Avevo nove anni quando Kyouya nacque: e ancora non sapevo come avrei dovuto accoglierlo.

Guardavo la pancia di mia madre crescere a dismisura, ogni giorno di più, e ogni giorno di più fremeva la mia impazienza di vedere questo nuovo fratellino, di vedere il suo ruolo nella famiglia: sarei rimasta la piccola di casa o sarei diventata una “sorella maggiore” anch’io? A ripensarci ora, quei dubbi non erano poi tanto stolti…

Finalmente il giorno tanto atteso arrivò, ma la prima settimana di vita di questa nuova creatura si svolse lontana da me e i miei fratelli: il padre impegnato, la mamma che doveva rimettersi, i controlli medici… Tante, tante storie e io cominciavo a non sopportare più l’agitazione di quel momento. Chiedevo notizie ai miei fratelli, senza capire se erano veramente interessati.

Una sera, quando seppi che finalmente la mamma era tornata a casa corsi subito in camera sua… e la trovai vuota, se non per una culla bianca e parecchio ingombrante, lontana anni luce da quelle delle mie bambole.. Mi ci avvicinai, sporsi il volto verso quel muro di pizzi e lì trovai… una testina nera che dormiva. Lo fissai curiosa: sembrava… un giocattolo. Era davvero così il mio fratellino? Però aveva un’aria così dolce… Sorrisi, ora potevo veramente sentire il sentimento che avevo custodito per lui… Allungai una mano e accarezzai le coperte azzurrine che lo avvolgevano. Il pargolo aprì improvvisamente gli occhi. Si girò verso di me incuriosito. Io dovevo avere un’espressione veramente molto sorpresa, ma subito la tramutai in un enorme sorriso.

- Ciao Kyouya-chan… Io sono Fuyumi-chan, la tua sorella maggiore!- provavo un certo orgoglio nel pronunciare quelle frasi, e allungai il dito per toccare la sua minuscola manina… Bastò il contatto per innescare la bomba.

Kyouya cominciò improvvisamente a piangere e gridare, io sobbalzai indietro, finendo col sedere per terra. Le grida non smettevano e io cercavo in ogni modo di farlo smettere, ma più avvicinavo più piangeva. Ero nel panico più totale, stavo per piangere anche io. Per fortuna la tata corse subito da noi e si precipitò a cullare il bambino… Io mi allontanai dalla culla, e appena misi il piede fuori dalla stanza il pianto cessò. Mi voltai incredula e Kyouya emise un altro singhiozzo. Tornai a fissare fuori, immobile e imbarazzata e il fratellino sembrò tornare a calmarsi.

Con le lacrime agli occhi corsi in camera mia… Era incredibile ma… Io non piacevo al mio fratellino! Quel bambino di appena una settimana odiava la mia presenza! Cosa avevo fatto di così terribile per meritarmi tanta cattiveria? Abbracciai il peluche che tenevo sempre sul letto, forte, forte, ripromettendomi che il giorno dopo avrei fatto un altro tentativo. Purtroppo non fu l’unico…

Ogni volta che quel bambino mi vedeva scoppiava improvvisamente a piangere, facendomi cadere nel baratro della disperazione… Come potevo vivere con quell’assurda situazione in casa?

Mi limitai quindi a guardarlo da lontano, vedendolo giocare con la servitù, coccolato occasionalmente dalla mamma, mentre io continuavo la mia vita in un’altra ala della casa… Dentro soffrivo, ma mi sforzavo di sorridere; lo spiavo di nascosto, per capire cosa gli piaceva e cosa no ( a parte me…).

Ai miei fratelli quello scricciolo che girava per casa protetto da governanti non interessava affatto… E io da piccola, pensavo che forse anche loro non erano simpatici al nuovo arrivato…

La situazione non cambiò fino a che Kyouya non si avvicinò alla soglia dei due anni: fu l’anno in cui nostra madre ci lasciò.

Io soffrii parecchio… la mamma era la mia guida, la mia protezione, la mia consolazione per tutte le altre cose che attorno a me non andavano bene.

Continuavo a fissare Kyouya… come avrebbe fatto crescendo a non soffrire per la mancanza di una madre? Quel bambino sembrava ignaro di quello che era accaduto… In fondo era stato allevato da governanti e tate, e l’unico membro della famiglia con cui aveva rapporti era mio padre.

Non potei fare a meno di sentirmi incredibilmente triste per lui…

Fu proprio in quell’occasione, dopo che mio padre ebbe lasciato la stanza del mio fratellino che mi feci coraggio ed entrai.

Quel marmocchio dai capelli neri come i mie si girò verso di me, serio… per poi tornare a giocare con le sue costruzioni. Si ritrovava già quel brutto carattere fin da piccolo… Beh, almeno non aveva pianto. Feci qualche passo verso di lui, aspettando una reazione che non arrivava.

Mi sedetti e presi una delle sue costruzioni fra le mani. Lui mi fissò di nuovo, aspettando una mia mossa… Gli mancava solo quel pezzo per completare il castello.

- Ciao… Kyouya-chan…-

- Ciao-

Ma perché doveva essere un bambino così poco socievole?!

- Lo sai chi sono… io?-

- … Si… Fuyumi-san-

Perfettamente educato. D’altronde le volte che ci eravamo visti erano per gli incontri ufficiali con altre famiglie, o per qualche evento organizzato dalla compagnia Ootori.

- Bravo… Ma io sono Fuyuminee-chan…-

- Fuyuminee-chan…-

Sorrisi arrossendo, il mio fratellino mi stava chiamando sorellina!

- Sono la tua sorellona!-

- Sei… Fuyumi-san…-

No, avevamo fatto un passo indietro.

- No, Fuyuminee-chan…-

Kyouya rimase zitto, probabilmente era un po’ confuso.

Sospirai, ci sarebbe voluto tempo.

- Posso giocare con te?-

Kyouya rimase sorpreso.

- Si, Fuyumi-san…-

Gli passai il pezzo mancante e lui completò il castello, regalandomi alla fine un sorriso timido.

Non potete capire che felicità mi regalò quell’attimo!

Da quel giorno non lo lasciai più, se non per andare a scuola.

Giocavo con lui, aiutavo le tate a cambiarlo ed accudirlo, gli leggevo le storie prima di addormentarsi… Avevo scoperto finalmente la gioia di essere una sorella maggiore!

Era in quel periodo che attendevo con ansia il suo compleanno… Ogni anno volevo sorprenderlo proprio con quello che desiderava e puntualmente ci riuscivo, e lui mi ringraziava sempre con dei sorrisi che oggi sono diventati così rari…

Quando Kyouya compì sei anni ( io ne avevo 15) mio padre decise che lo avrebbe accompagnato lui personalmente a scuola. Era una cosa che aveva fatto anche con i miei fratelli, ma con me no… e ormai, adolescente avevo anche capito il perché.

Stava preparando il futuro dei suoi figli: cominciava a presentargli le giuste conoscenze, a ingraziarsi i professori, insomma… Tutto quello che fa anche oggi.

In quegli anni Kyouya non sembrava risentirne anzi, era contento di avere un’attenzione in più e di poter compiacere mio padre con qualcosa… Io non gli dissi mai niente, mai sarei riuscita a mettermi contro a mio padre. Finchè il mio fratellino tornava a casa sorridente e felice, lo ero anch’io.

All’inizio delle medie cambiò qualcosa in lui. Già alle elementari aveva dato segni di un’intelligenza attiva e astuta, che lo portava sempre ad essere il primo della classe, e allo stesso tempo amato dai compagni… Ma alle medie cominciò a chiudersi, a non sorridere, a non confidarsi più con me. Divenne gentile e pacato, educato, controllato… Una nuova luce gli risplendeva negli occhi.

Gli incontri con mio padre erano diventati più frequenti, e ora aveva il permesso di fare colazione, pranzare e cenare al tavolo con mio padre e i miei fratelli…

Sapevo cosa stava accadendo… sarebbe diventato anche Kyouya come i miei fratelli?

Lo sentivo chiudersi in camera, mettersi davanti al computer, lavorare fino a notte fonda…

Ma ne ero sicura, Kyouya era diverso. Lo sapevo, perché era cresciuto al mio fianco, perché ero l’unica a conoscerlo veramente in quella famiglia, perché a lui non sarebbe bastato questo…

Cercai di parlarne con lui, senza ricevere risposta, ne parlai con mio padre, arrivando ad urlare, e meritandomi uno schiaffo.

Potevo solo stare a guardare.

Poi finalmente, grazie a mio padre, grazie alla voglia di vincere di Kyouya, finalmente lui arrivò.

Era biondo, francese, ricco e suonava il piano.

Il mio fratellino sembrò ritrovare il sorriso e la voglia di giocare che aveva a sei anni. Avrei voluto abbracciare quel folle ragazzo che tanto lo faceva arrabbiare da farlo scomporre dalla sua aria perfetta di sempre. E invece fu di nuovo lui a fare un dono a questa famiglia… regalando a Kyouya la salvezza.

 

 

Era da lui che dovevo prendere esempio per il compleanno di Kyouya. Non si aspettava niente da noi, e fu questo a fargli apprezzare la semplicità del nostro dono.

Quando quel giorno di novembre, mentre fuori un freddo anticipato sembrò aiutarci, Kyouya entrò a casa e trovò un foglio davanti alla sua stanza. Ne seguì le istruzioni fino alla stanza tradizionale della nostra villa, e facendo scivolare su un lato la porta scorrevole in legno, si trovò davanti un morbido kotatsu che nascondeva le ginocchia dei suoi tre fratelli maggiori.

Sul tavolo tre pacchettini ben incartati, e di fronte a me un posto vuoto.

I miei due fratelli gli rivolsero un sorriso mentre sorseggiavano il te appena preparato.

- Ti stavamo aspettando…-

- Buon compleanno fratellino!- gli disse sorridendo, contenta nel vedere la meraviglia sul suo volto, mentre cercava di nascondere la serenità che quell’improvvisato clima famigliare gli regalava.

- Cosa state combinando voi tre?-

Scoppiai a ridere e mentre si sedeva gli allungai il mio pacchetto, sotto lo sguardo sereno dei miei fratelli…

Eh sì, il compleanno anche questa volta era riuscito.

 

 

Devo ammettere che poteva svolgerla meglio, così forse è un po’ corta rispetto a quello che avrei voluto raccontare… Soprattutto gli episodi di Fuyumi e Kyouya da piccoli sono stati notevolmente ridotti… Ma purtroppo dovevo partecipare ad un contest ( Host club week – Miglior Fanfiction- Ouran host Club forum http://hostclub.forumfree.net) e quindi dovevo rispettare tempi e regole xD

Magari scriverò una raccolta di drabble coi momenti che ho dovuto tagliare!

Ahhh! Kyouya è in assoluto il mio personaggio preferito, e trovo splendido il suo rapporto con la sorella Fuyumi *-* Non trovate anche voi? E’ l’unico famigliare che veramente gli trasforma la sua enorme villa in qualcosa chiamato “casa”… Kawaii J

Naturalmente questa fic è da leggere integrata all’episodio “E alla fine Kyouya lo incontrò” dell’anime ( episodio 24)! Non sapevo se Fuyumi fosse la secondo o terzogenita… quindi ho deciso di testa mia xD

 

Ah. Per chi non lo sapesse “Fuyumi-san significa “Signorina Fuyumi” mentre “Fuyuminee-chan” diventa “sorellina Fuyumi!”

Il kotatsu immagino sappiate tutti cos’è per me è un vero simbolo di serenità e cambiamento nella vita di Kyouya!

 

Bene ragazzi, ci vediamo alla prossima fan fiction che ho in programma… E il protagonista sarà Mori xD Sperando che questa vi sia piaciuta

 

Baci

 

Sora89

 

   
 
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