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Autore: Marauders    24/09/2009    5 recensioni
Dedicata a quelli che come me, usciti dalla scuola si sono trovati a contatto con una realtà completamente diversa come quella dell’università o simili. Ho descritto questo posto ispirandomi al dipartimento di matematica della mia città, dove ho seguito una materia. Spero che anche chi non ha potuto toccare con mano queste esperienze, si immedesimi comunque nei personaggi e nelle sensazioni di disagio per la novità che cercherò di trasmettere. A voi tutti do il benvenuto nell’Accademia Auror e vi auguro buona lettura! Padfoot
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10: The game is still all to play

Capitolo 10: The game is still all to play

 

 

Per un piccolo problema accademico che non avevano proprio previsto, la gita della baita venne rimandata all’ultimo dell’anno.

 

L’Accademia degli Auror, infatti, contattò i tre cadetti per riunioni organizzative, per allenamenti extra e per lezioni riassuntive con verifiche annesse.

 

Tutto per questa prima missione.

 

Che poi…che sarebbe stato supervisionare una normalissima partita di campionato?

 

Intanto, avevano passato dei giorni di inferno…altro che vacanze!

 

Approfittando degli impegni dei tre ragazzi, Ginny, Hermione e Terry erano tornate alle proprie case nel dopo cena della sera stessa del ritorno di Simon e Terry, visto che anche le loro famiglie erano rientrate dalle vacanze e in più era necessario anche un cambio di vestiti in valigia.

 

Ore 19:00 del 31 Dicembre.

 

Harry si aggrappò ansante al bordo vasca dell’immensa piscina dell’Accademia.

 

Scosse un po’ la testa per la vista annebbiata e cercò di riprendere fiato.

 

“Ok, Potter…il tuo tempo è migliorato, ma so che puoi fare di più. Riprova.” Gli disse l’allenatore avvicinandosi a lui.

 

“Sissignore.” Disse in un soffio il ragazzo desiderando fortemente in quel momento un terzo polmone.

 

“MC CULLERS!!! QUELLO ME LO CHIAMI STILE LIBERO? SEMBRI UN CANE CHE SGUAZZA IN PISCINA!!” Urlò il coach, ma Simon, con la testa sott’acqua, non sentiva proprio niente, così l’istruttore fu costretto a chiamarlo con il fischietto.

 

Simon riemerse e si voltò verso di lui.

 

“DEVI TENERE LE BRACCIA PIU’ DRITTE E LE GAMBE SFORBICIANO A RITMO COSTANTE E NON FANNO TUTTA QUELLA SCHIUMA!”

 

“Va bene…” mugugnò Simon sbuffando.

 

Nuoto non era la sua massima abilità…

 

“NON HO SENTITO BENE!!!

 

“SISSIGNORE!”

 

“Ah, mi era sembrato…Molto bene, tu, Weasley….ricordati però di irrigidire i glutei…” disse a Ron appena arrivato a bordo vasca.

 

“Sissignore.” Rispose anche Ron togliendosi la fastidiosa cuffia per capelli e immergendosi un po’ con la testa all’indietro.

 

“Ok, ragazzi…voglio che riproviate. Aspettiamo che il signor McCullers ci degni anche della sua presenza…MUOVERSI MC CULLERS!!! SEI MALEDETTAMENTE LENTO!!! LE TARTARUGHE IN QUESTO TI BATTONO!”

 

“Le tartarughe in acqua sono decisamente molto veloci, signore…il paragone è inappropriato…

 

McCullers…o la pianti con questi stupidi discorsetti che mi irritano, o parlerò direttamente con Turner e da domani entrerai qui dentro solo per portarmi il caffè, sono stato chiaro?!

 

“Sissignore…” annuì Simon soffiando sull’acqua.

 

“Tutti fuori. E pronti a ripartire.”

 

I tre ragazzi uscirono dall’acqua e salirono sui piccoli trampolini in pietra.

 

“Ai vostri posti. Tre…due…uno…”

 

Si tuffarono al fischio dell’allenatore.

 

“CHE CAZZO DI TUFFO ERA QUELLO, POTTER?!

 

Ma Harry continuò a nuotare senza riuscire a sentirlo.

 

“Che idioti.” Scosse questo il capo. “Oh…salve Tonks.”

 

Tonks, appunto, aveva fatto il suo trionfale ingresso nella struttura della piscina coperta – acqua riscaldata e locali extra lusso – accompagnata da Terry, Ginny ed Hermione.

 

Salve coach!” disse lei con un sorrisetto, schiacciando l’occhiolino all’amico.

 

“Sei tornata dal viaggio di nozze?” le chiese lui.

 

“Giusto l’altro ieri…per motivi piuttosto ovvi…”

 

“Oh, si…la luna piena…come sta Remus?”

 

“Diciamo che domani starà un po’ meglio…” sorrise lei sospirando.

 

“E queste ragazze? Non sono Auror…” alzò un sopracciglio l’uomo guardandole fugacemente.

 

Tonks ridacchiò e lo prese per un braccio facendolo voltare verso la piscina. “Li vedi quei tre pesciolini in acqua…?”

 

L’allenatore guardò Harry, Ron e Simon…poi Ginny, Hermione e Terry.

 

“Oh…ma certo. WEASLEY! MA PORCA MORGANA! I GLUTEI! CONTRAI QUEI MALEDETTI GLUTEI! COME SPERI DI TENERE DRITTE LE GAMBE?!” Urlò al rosso che in quel momento arrivava per primo al bordo vasca seguito da Harry qualche istante dopo, mentre Simon arrancava appena dopo la metà.

 

Scusi, signore…”

 

“SCUSI UN CORNO, ACCIDENTI! QUANDO DICO UNA COSA DEVI FARLA, CHIARO?!” disse l’allenatore tirando infuriato la carpetta per terra.

 

Si passo una mano tra i capelli e accolse Simon appena arrivato. “Bene, McCullers…sei passato dallo stile canis a qualcosa più simile a un bambino che sferra pugni sul pavimento quando fa i capricci. Imparerai male lo stile libero?”

 

“Certo, signore.”

 

“Me lo auguro. Potter…eri più lento di prima…e poi vorrei tanto sapere se consideri quello che hai fatto un tuffo decente.”

 

“Ho ancora l’addome dolorante, signore…” disse Harry facendo ridacchiare Ron e Simon.

 

LI HAI CONTRATTI GLI ADDOMINALI? TI SEI ACCORTO CHE AVEVI LE GAMBE TROPPO ALTE? PERCHE’ HAI PERSO COSI’ TANTO TEMPO NELLA RISALITA DOPO IL TUFFO, EH?”

 

Scusi, signore…”

 

“ECCO! NOI ANDIAMO AVANTI DI ‘SCUSI SIGNORE’,CERTO SIGNORE’, ‘SIGNORSI SIGNORE’…ANIMO! SIETE DELLE PAPPE MOLLI! BURRO FUSO! DOVETE METTERE QUALCHE MUSCOLO IN PIU’!” il coach era paonazzo e urlava come un dannato, mentre Harry, Ron e Simon calavano le teste colpevoli. “Più siete in forma…meglio vi riescono gli incantesimi! E poi vi serve nel caso perdiate malauguratamente la bacchetta! Potrebbe capitarvi di dovere sostenere delle colluttazioni corpo a corpo! Siete sicuri di essere così fortunati che non vi capiteranno?

 

Sedute su una panca di legno c’erano Tonks, Terry, Ginny ed Hermione.

 

“Ma sono sempre così duri?” si preoccupò Terry sfilandosi il mantello dalle spalle.

 

Tonks sorrise guardando la piscina. “E anzi Stephen è uno dei più simpatici…”

 

“Urlano sempre?” arricciò il naso Hermione.

 

“Qui dentro si urla e basta.” La guardò l’Auror. “Questa è un’Accademia militare…non ti alzano le mani, ma ti disintegrano con le parole se fai qualche errore…questo rende più forti anche psicologicamente…

 

La bruna scosse il capo.“E’ da barbari…ho fatto bene a non lasciarmi influenzare da Harry e Ron e ad andare per la mia strada al San Mungo…

 

“Scelte personali.” Scrollò le spalle Tonks. “A me qui piace. Ha un suo stile e dei suoi ritmi…mi piace davvero tanto…

 

Ginny invece guardava con un sorriso pieno di apprezzamento Harry che usciva dalla vasca, seguito da Ron e Simon che indossavano i costumi a slip dell’Accademia, dando generosa visione delle loro virili forme.

 

Peccato che Terry ed Hermione erano così prese dalla chiacchierata con Tonks per notarli…

 

I ragazzi presero gli asciugamani, salutarono con un cenno le ragazze e sparirono negli spogliatoi.

 

“Che stress…”sbuffò furioso Simon.

 

“Meno male che adesso ci facciamo un po’ di vacanza…Anche se sarà solo per una notte…”  Ron sorrise prendendo l’accappatoio ed entrando dentro la doccia e tirando la tenda.

 

“Tanto anche tu, stasera avrai il tuo bel da fare…” lo seguì il biondo entrando nella doccia accanto.

 

“Non ricominciare…” lo pregò l’altro aprendo l’acqua della doccia.

 

Anche Harry preso il suo accappatoio entrò nella doccia alla destra di Ron e si lasciò beare dall’acqua calda e rilassante.

 

“Ragazzi…scusate…” disse Ron “…credo di aver lasciato lo shampoo fuori…non potreste prestarmi il vostro?”

 

E fu così che due confezioni di shampoo atterrarono pesantemente sulla testa di Ron dopo aver scavalcato con un volo il muro.

 

“Ahi! Me ne bastava uno, idioti!”

 

***

 

“Siamo pronti…possiamo andare…” le salutò Harry andando incontro a loro.

 

“Bene!” Rispose soddisfatta Terry alzandosi per prima.

 

“Ce ne avete messo di tempo per farvi la doccia…” constatò Ginny dando un bacio sulla guancia di Harry.

 

“L’acqua era stupenda…” rispose lui.

 

“E poi ci dovevamo fare belli per stasera!” ridacchiò Simon abbracciando per la vita la sua ragazza.

 

“Allora…io vado. Raggiungo i miei a cena e passo la mezzanotte con loro…” sospirò malinconica Tonks.

 

Certo…il primo capodanno da sposata con i genitori non doveva essere proprio il massimo…

 

“Salutaci Remus, quando lo vedi…” le disse Ron sistemandosi la borsa sulla spalla.

 

“Certo…ci vediamo presto!” disse l’Auror uscendo dalla struttura agitando la mano.

 

Hermione sospirò e sistemò meglio la sciarpa attorno al collo. “Andiamo anche noi?”

 

***

 

“Ah! Che meraviglia…adoro questo posto!” disse Simon lasciando andare Whisky sul parquet della baita.

 

Calda e asciutta, si nascondeva in un bosco innevato  in una collinetta.

 

Tetto spiovente e grandi finestre che davano su un paesaggio davvero unico!

 

Simon accese con un incantesimo il fuoco nel caminetto che prese a scoppiettare allegro e riscaldò ancora di più la stanza in pochissimi attimi. “Ci siete tutti? Venite…vi faccio fare un giro…”

 

Abbandonarono le borse e le giacche sul divano e seguirono Simon.

 

“Questa è la cucina e la sala da pranzo! Non c’è molto in dispensa…ma mio zio ha detto che c’è un paese qui vicino dove possiamo rifornirci…

 

“Oh, ma ci siamo già portati tutto il necessario da casa!” Lo informò Terry.

 

“Abbiamo preparato sia per oggi che per domani…e abbiamo anche le cose per la colazione…” continuò Hermione.


“Io ho pure fatto il dolce per stasera…” annunciò Ginny.

 

“Come sempre…voi donne siete uniche nel vostro genere…” disse compiaciuto il biondino uscendo dalla stanza. “Il salotto l’avete visto perché ci siamo appena atterrati…saliamo sopra…” fece strada al resto del gruppo seguito da Whisky. “Ok.” Disse giunto al pianerottolo. “Ora vi devo informare…che ci sono 4 camere da letto. Possiamo utilizzarne due, una per noi ragazzi e una per voi ragazze…possiamo utilizzarne quattro, due coppie per conto loro e una coppia divisa in due stanze” e qui lanciò una vaga occhiata ad Hermione “…oppure…possiamo utilizzarne tre, una per coppia. A voi la scelta.”

 

Rimasero un attimo in silenzio guardandosi l’un l’altro in una snervante suspense.

 

“Ragazze…vi chiedo scusa…ma stasera dormo con Simon…” si abbracciò a lui Terry sorridendogli.

 

Simon le diede affettuosamente un bacio sui capelli stringendola a se.

 

Ginny si voltò verso Hermione dispiaciuta. “Io…vorrei dormire con Harry…”

 

“Non preoccuparti, Ginny…io dormo con Ron.” Disse lei arrossendo furiosamente.

 

Harry vide Ron strabuzzare gli occhi e guardala sconvolto.

 

“Benissimo!” battè le mani Simon. “Così non mi sentirò in colpa…va bhè che non mi ci sarei sentito comunque in colpa, ma non importa! Allora andiamo a mangiare! E’ già parecchio tardi e vorrei tanto zittire questo borbottio nel mio stomaco!

 

***

 

“Meno 10! 9! 8! 7! 6! 5! 4! 3! 2! 1…BUON ANNO!!” urlarono in coro mentre Harry stappava la seconda bottiglia di spumante e versando il contenuto un po’ nei bicchieri un po’ sui divani.

 

Era la sesta volta che brindavano dalla mezzanotte…

 

Ormai erano le due e mezza…

 

“Felice anno nuovo!” si mise in piedi Simon alzando il bicchiere ma ricadde pesantemente sul posto mentre gli altri si rotolavano sui divani per le risate.

 

Nemmeno Terry riuscì a risollevarlo troppo presa dal ridere.

 

“Dovevamo evitare il vino a cena…” disse Hermione rossa e accaldata, con un bel sorriso stampato in faccia.

 

“…e l’idromele a fine pasto!” rise Ginny appoggiandosi al petto di Harry.

 

“E Simon doveva evitare il Whisky Incendiario…” ridacchiò anche Ron dando al ragazzo una manata sulla schiena. “…ora si è fumato il cervello! Rischia di combinare guai seri stasera, se non sta attento!

 

Harry scoppiò in una fragorosa risata. “Simon combina guai anche da sobrio!”

 

“Forse è meglio se andiamo a dormire…” propose saggia Hermione provando a mettersi in piedi, ma la testa le girò forte e quando anche Ron tentò di sorreggerla caddero tutti e due all’indietro mentre tutti ridevano come idioti.

 

L’unico che restava in disparte a guardare la scena con aria scettica era il povero Whisky, disteso accanto al caminetto a godersi quel bel tepore, alzando di tanto in tanto la testa se il suo padroncino lanciava un urlo o se faceva più rumore del solito.

 

Harry batté una mano sulla gamba di Ginny.“Dai…andiamo a dormire…

 

Si, si…proprio dormire…” Simon scoppiò di nuovo a ridere e sbatté la testa nel tavolino davanti ai divani.

 

Questo incremento le sue risate e quelle di Ron.

 

“Hai visto Ron ed Hermione…sono caduti come pere mature…” li indicò la rossa.

 

“E che vuoi fare? Restare su questo divano tutta la notte?!

 

“Hai ragione…alziamoci…” disse Ginny dandogli un bacio e issandosi lentamente in piedi.

 

La testa le girò un poco…ma riuscì a fermarla e a trascinarsi fino alle scale, dove attese che Harry la raggiungesse.

 

“Forza, Simon…anche tu hai bisogno di dormire…” si alzò pure Terry tirandolo su.

 

Il ragazzo l’abbracciò e le diede un bacio, mentre la vista non gli reggeva bene. “ Veramente ho altri programmi in testa…che ne dici?” le diede un altro bacio oscillando pericolosamente sul posto.

 

“Intanto raggiungiamo la camera…” gli sorrise lei.

 

Con un po’ di fatica…tutti raggiunsero le stanze dove avevano lasciato i bagagli e chiusero dietro di loro le porte.

 

Harry si sedette sul letto e si tenne la testa per qualche minuto, mentre Ginny cercava il suo pigiama nella borsa che si era portata.

 

“Tutto bene?” gli chiese la rossa.

 

“Solo un po’ di mal di testa…ma passerà!”

 

“Speriamo che domani siate in forma per la vostra missione…non credo che Turner possa essere contento se viene a sapere che avete alzato un po’ il gomito stanotte…

 

“Domani saremo come nuovi…basta che ci preparate un silos di caffè e possiamo andare avanti una giornata!” sorride il moretto tirando indietro la testa fino a cadere completamente sul letto a una piazza e mezza.

 

Ginny non poté fare a meno di arrossire vedendolo così abbandonato con gli occhi chiusi e le braccia incrociate sulla fronte e la sua mente viaggiò molto velocemente per cui cercò di concentrarsi sul pigiama che stava ancora cercando.

 

Ma quante cose si era portata per soli due giorni?!

 

“Gin…” sentì la voce dolce e bassa di Harry e si costrinse a voltarsi.

 

Non fu necessario dire altro…il sorriso che si scambiarono disse davvero tutto.

 

***

 

“Non riusciremo mai ad alzarci domani! Guarda che ore sono! E voi rischiate di fare tardi per la partita!” disse Hermione rientrando in camera dopo essere andata in bagno.

 

“Ce la faremo.” Disse piano Ron, che non trovava il coraggio per guardarla.

 

Avevano dormito già una volta insieme…

 

Senza contare le notti in tenda o a Goldric Hollow solo l’anno prima…però in quei casi…c’era Harry in mezzo…

 

La situazione ora era completamente diversa!

 

“Vado a cambiarmi.” Disse il rosso uscendo dalla stanza e chiudendo piano la porta.

 

Rimase un per un lungo momento davanti allo specchio, con le mani posate ai lati del lavandino.

 

Si morse il labbro quando incrociò il suo stesso sguardo nel riflesso davanti a se.

 

Sapeva perfettamente che quello non sarebbe stato il momento giusto.

 

Aveva solo bisogno di calmarsi, giusto per non far allarmare Hermione.

 

Si sciacquò ripetutamente la faccia, si lavò i denti con maggior foga e sputacchiò del sangue dopo aver grattato un po’ troppo sulle gengive.

 

Controllò allo specchio se era rimasto del dentifricio agli angoli della bocca e si cambiò rapidamente il pigiama, prima di uscire a passo svelto dal bagno per tornare in camera sua.

 

Dalle altre stanze non giungeva alcun suono.

 

Probabilmente avevano insonorizzato gli ambienti.

 

Entrando in camera Hermione stava piegando ordinatamente il maglione.

 

Lo ripose nella borsa e chiuse velocemente la zip di questa.

 

Poi alzò lo sguardo verso il ragazzo e arrossì. “Vado a cambiarmi anch’io.”

 

Uscì e rientrò dopo una decina di minuti con indosso un pigiama color crema che Ron trovò terribilmente delizioso.

 

“Andiamo a dormire?” chiese titubante il rosso fermo in piedi in mezzo alla stanza.

 

Si.” Disse debolmente lei spegnendo la luce dall’interruttore accanto alla porta, mentre Ron accendeva quella del suo comodino.

 

Si coricarono uno di fronte all’altra e si guardarono con un sorriso.

 

“Oh, smettila di guardarmi così…” ridacchiò il rosso. “…non è la prima volta che dormiamo insieme.”

 

“Bhè…la prima volta, diciamo che non ci siamo nemmeno resi conto come siamo finiti sul tuo letto…” arrossì Hermione abbassando lo sguardo. “E’ strano trovarci qui, non ti pare?”

 

Ron scosse il capo. “Per me è semplicemente stupendo.”

 

“Non fraintendermi…anche per me!” disse velocemente la bruna. Poi restò in silenzio per un lungo momento prima di trovare il coraggio di parlare. “Stiamo facendo dei piccoli passi verso qualcosa di più grande, non è così?”

 

“Lo spero.” Rispose semplicemente Ron.

 

“Io…vorrei davvero…poter costruire con te qualcosa di meraviglioso, Ron.” Sussurrò dolcemente Hermione. “…vorrei una famiglia con te, Ron.”

 

Ron si irrigidì.

 

Era qualcosa che andava ben oltre le sue aspettative.

 

“Hermione…” cominciò…ma si accorse che lei abbassava lo sguardo e gli occhi le si erano fatti lucidi.

 

“Scusa…ho sbagliato…dovevo tenerlo per me…è solo che lo spero davvero e…non sentirti condizionato, Ron, per l’amor del cielo…ti prego!”

 

“Hermione…ti amo!”

 

“Come?”

 

“Ti amo e non desidero altro che potertelo continuare a dire tutta la vita!”

 

Lei tirò indietro le lacrime e sorrise felice, mordendosi un po’ il labbro.

 

“E…allora perché stiamo così distanti?” gli chiese con uno strano sorrisetto.

 

Solo allora Ron si accorse che c’erano 60 centimetri buoni tra lei e lui.

 

“Pensavo ti desse fastidio…” disse lui sinceramente.

 

“Posso…?”

 

“Non c’è bisogno che me lo chiedi!”

 

Hermione si avvicinò a lui che l’accolse dolcemente tra le sue braccia e improvvisamente i respiri si fecero più rapidi e sempre meno leggeri.

 

Ron scese fino alle sue labbra e la baciò dolcemente, posandole lunghi baci sulla bocca.

 

Quando lei la schiuse un po’ i baci divennero più profondi, stretti in un abbraccio che non li avrebbe mai separati.

 

Si scostarono tra loro e si guardarono negli occhi, con il respiro corto e tremante di emozione.

 

I-io non so…se riuscirò a controllarmi…” balbettò Ron arrossendo.

 

“Ce la farai.” Gli sorrise rassicurante Hermione.

 

“Mi fermerai tu.”

 

“D’accordo.”

 

***

 

Un brivido scosse Harry costringendolo a stringersi di più al piumone.

 

La luce entrava dalle finestre e l’orologio che aveva gettato sul comodino segnava le otto e un quarto.

 

Era proprio strano svegliarsi a quell’orario…solitamente la sua sveglia era puntata alle sei del mattino…

 

“Ti sei svegliato, finalmente…”

 

Sobbalzò.

 

Non si aspettava di trovare Ginny già sveglia…

 

Poi sbuffò un po’ nel cuscino e richiuse gli occhi. “Altri cinque minuti.”

 

“E io starò altri cinque minuti a guardarti.” Sorrise la rossa carezzandogli i capelli.

 

“Voglio dormire.” Borbottò Harry.

 

“Oh, dai...io ho fame e poi voglio uscire fuori nel giardino! Se restiamo qui a dormire non potremmo fare proprio niente! Alle sei dovete essere allo stadio…”

 

Harry le mise una mano sulla spalla e l’avvicinò a se dandole un bacio. “Basta. Ora ci alziamo. Ma dubito che gli altri siano già in piedi…

 

“Vorrà dire che prepareremo noi la colazione per tutti.”

 

“Non mi sento in vena di questo genere di apprensioni! Soprattutto per Ron e Simon…”

 

“Quindi in un ipotetico futuro non mi farai mai trovare la colazione pronta la mattina?!

 

“Ci penseranno gli elfi.”

 

“Uh, si…gli elfi…certo…e magari ti aspetti che Hermione te ne lascia tenere uno in casa senza perseguitarti con il suo C.R.E.P.A.!”

 

“Lo terremo segregato in cantina, così che Hermione non lo vedrà mai.”

 

“Suona molto più brutale…non credo che tu abbia questo spirito malvagio…e poi non te lo permetterei io.”

 

“Facciamo così. Ci penseranno i nostri figli. Così noi ce ne stiamo a letto tranquilli tranquilli e loro fanno tutte le faccende di casa così fanno contenti mamma e papà!”


“Corri troppo!” rise Ginny contro la sua spalla.

 

“Tua madre ha fatto sul serio quel discorso assurdo a Fred e George?”

 

“Non è stato un bello spettacolo…decisamente imbarazzante!”

 

“E davanti a tutta la famiglia?”

 

“Anche davanti a Angelina e Alicia! E chiedendo a loro di esprimersi al riguardo! Davvero Harry…non ho proprio fretta di dire di te ai miei!

 

“Assolutamente d’accordo!”

 

Restarono abbracciati ancora un minuto prima di parlare di nuovo.

 

“Ci alziamo?” chiese speranzosa Ginny.

 

“Non ti piace stare così abbracciati?”

 

“Tantissimo…ma ho davvero tanta fame…”

 

Harry sbuffò e cedette. “Va bene…scendiamo.”

 

Al piano di sotto Hermione e Ron erano già in piedi e preparavano la colazione per tutti, allegri, smielati e pimpanti.

 

“Buongiorno!” fece Hermione versando il latte caldo nella tazza di Ron.

 

Harry sbadigliò e si stropicciò un occhio da dietro le lenti.

 

“Grazie, Mione…” le disse lui e si diedero un tenero piccolo bacio.

 

Il moretto alzò un sopracciglio.

 

“Ehi, Harry…è pronto il caffè…” glielo indicò Ron.

 

Harry e Ginny presero posto a tavola e guardarono i due amici.

 

“Non vi dico nemmeno che cosa sembrate.” Sorrise la rossa prendendo il bollitore con l’acqua calda. “Siete proprio grondanti di miele…”

 

“Perché? Che c’è di strano?” domandò Ron…ma fu distratto dalla vista di Hermione che abbassava la tazza con il suo latte caldo che le aveva lasciato dei baffetti bianchi. “…no, meglio di no…” lo sentirono dire piano mentre sorrideva arrossendo.

 

“Meglio di no, cosa?” aggrottò le sopracciglia Hermione.

 

Harry mescolò piano il suo caffè dopo averlo abbondantemente zuccherato. “Passata una bella serata?” domandò innocente.

 

Ron ridacchiò e scosse il capo. “Non è come credi, Harry…”

 

In quel momento entrarono in cucina Simon, vispo, pimpante, fin troppo euforico e Terry che aveva lasciato addosso al biondino uno sguardo dolce e mieloso.

 

“Siamo a posto…” commentò piano Harry sospirando e bevendo il suo caffè.

 

***

 

Ore sei.

 

Stadio San Fedele.

 

Giunsero in tenuta da missione, indossata per la prima volta nella loro vita, dopo essersi asciugati in fretta e furia vestiti e capelli dopo una battaglia a palle di neve tenutasi nel giardino intorno alla baita.

 

Avevano lasciato Whisky e i bagagli nella casa a Londra ed si erano smaterializzati di nuovo vicino all’enorme stadio.

 

All’ingresso, dove la gente si accalcava prima dell’apertura dei cancelli, Harry, Ron e Simon salutarono le ragazze, mentre un altro paio di Auror apriva loro un varco per farli entrare.

 

Ron era in un evidente stato di euforia.

 

Quando li vide arrivare sugli spalti, Turner lanciò una veloce occhiata al suo orologio magico. “Fortunatamente siete puntuali. Benedetta euforia da prima missione…cercate di tenervela stretta…le prime saranno maledettamente noiose.

 

Simon storse un po’ il naso, ma tenne opportunamente per se i commenti.

 

“Vi dividerete così. Weasley…tu sali sopra, all’ultimo anello dello stadio. Troverai altri tre ragazzi: Webb, Miller e Hunt. Voi siete responsabili della parte superiore.

 

“Sissignore.” Disse Ron annuendo, mentre in testa ripeteva i nomi dei tre colleghi che doveva raggiungere.

 

McCullers…Tu vai in basso. Attorno al campo. Nell’area alle panchine. Ci saranno a bordo campo anche Butler, Fisher, Barnes e Ward. Non perderti in tempo in chiacchiere, ragazzo…siete in missione, chiaro?

 

“Sissignore.” Disse anche Simon lanciando poi un’occhiata verso il basso e cercando con lo sguardo le persone appena segnalate.

 

“Potter. Tu starai fuori.”

 

“Fuori?!” mugugnò sconsolato il moretto.

 

“Potter. Questo è un ordine. Starai fuori dallo stadio con Wright, Ward

 

“Ha detto che Ward è con me, signore…” gli fece notare Simon.

 

Turner sospirò seccato. “E’ vero. Hai ragione, Mc Cullers…Troverai qualcuno, Potter. Non posso ricordarmi tutti i nomi di tutte le teste nell’Accademia. Ricordatevi. Dentro questo stadio nessuno si può smaterializzare. Tranne voi. Voi dell’Accademia avete accesso a tutte le zone. Se vedete qualcosa di sospetto, fatelo presente all’Auror di riferimento del vostro settore. Nel caso tuo McCullers, troverai Tonks. Hai già fatto conoscenza con lei. E tu, Wesley…tu sarai con me, quindi non andare a cercare altre facce se non la mia, intesi?

 

Ron annuì silenzioso.

 

La cosa un po’ lo terrorizzava.

 

“Potter…tu sei con Morris. Vieni con me. Te la presenta adesso, così posso andare anch’io su. Gli fece strada verso i gradoni. “E cominciate subito a darvi un’occhiata in giro. Se vedete qualcosa di sospetto parlate con il vostro superiore. La disposizione delle altre squadre la conoscete, no?

 

“Siamo stati in Accademia nei giorni scorsi per questo.” Disse Simon.

 

“Bene. Molto bene.”

 

Turner ed il ragazzo si smaterializzarono all’esterno dello stadio, dove in lontananza si vedevano i cancelli che ancora impedivano alla gente di entrare per affollare lo stadio.

 

“Potter…lei è il capitano Morris.” Disse Turner presentando una donna di colore alta e snella.

 

“Il famoso Potter…” sorrise la donna. “…ti ho incrociato diverse volte nei corridoi tra una lezione e l’altra, ma è davvero un piacere per me fare finalmente la tua conoscenza e lavorare insieme.”

 

“Piacere mio, capitano.”

 

“Potter qui è un diavolo con il disarmo. Se si dovesse verificare qualche scontro lasciate pure campo libero. Disse serio Turner.

 

Questo procurò in Harry una piacevole punta d’orgoglio.

 

Raramente Turner, nella sua carriera, aveva fatto elogio di qualche suo studente.

 

Con un cenno i due capitani si salutarono e Turner sparì nel nulla.

 

“Ti è andata bene. L’esterno dei campi è sempre molto più appagante.” Disse il capitano Morris.

 

“Mi sembra invece molto buio e deprimente, signor capitano.” Disse Harry domandandosi se dovesse dire signora capitana…suonava troppo male…ma lei non contestò nulla.

 

“All’interno dello stadio è molto facile distrarsi. La partita ha un effetto catalizzatore sugli Auror più giovani e meno esperti. Infatti è molto facile perdere qualche dettaglio importante nel corso di una missione. E poi…fuori si vedono movimenti più interessanti.

 

“Contrabbandieri?” chiese Harry alzando lo sguardo verso la donna di qualche centimetro più alta di lui.

 

“Contrabbandieri…spacciatori…scommettitori…ma non sono questi quelli che ci riguardano…” lo guardò anche lei che fino ad un attimo prima teneva lo sguardo fisso verso la cima dello stadio. “…parecchi maghi oscuri sono stati catturati durante manifestazioni popolari o, come in questo caso, partite di Quidditch. Ovviamente il da fare maggiore l’abbiamo avuto quell’anno alla coppa del mondo…L’anno scorso tutte queste attività sono state interrotte. Abbiamo riaperto i cancelli dello stadio solo oggi…per questo c’è tutta questa confusione. La gente non riesce a vivere senza vociare come bestie ad una partita. Disse lei con aria leggermente disgustata. “Non mi piace il Quidditch, Potter. So che tu sei molto capace e un grande appassionato, invece…Nulla in contrario?

 

“Gusti personali, capitano.” Sorrise il ragazzo.

 

Questa si limitò ad annuire.

 

“Oggi per te comincia qualcosa di nuovo.” Disse dopo aver lanciato un’occhiata ai cancelli che in meno di dieci minuti sarebbero stati aperti. “Qualcosa che ti porterai dietro a vita. Ma certo…in effetti non è il tuo caso! Eri neonato quando hai cominciato a dare rogne ai maghi oscuri… Bene…buon lavoro, ragazzo.

 

“Grazie, signore.” Disse a tono basso, ancora incerto se usare il femminile o il maschile.

 

La cosa lo metteva parecchio a disagio.

 

La seguì per un po’ con lo sguardo mentre si allontanava e veniva inghiottita dal buio della sera.

 

Poi tornò a concentrarsi e tirato sul il mantello e il cappuccio si preparò.

 

La sua prima missione.

 

Il suo nuovo futuro.

 

“Si comincia…” si disse sorridendo e avanzò nell’ombra sparendo nel nulla mentre dal cielo scendevano lenti i primi fiocchi di neve della serata dopo che nel pomeriggio avevano concesso una pausa.

 

***

 

Una delle regole fondamentali di un Auror.

 

Essere invisibile.

 

Non nel vero senso della parola…ma avere un passo talmente leggero che il piede deve quasi sfiorare il suolo e i movimenti devono essere talmente rapidi da non lasciar vedere nemmeno la propria ombra.

 

Era stato ad esercitarsi per affinare quelle tecniche tutti quei mesi.

 

Fin dal primo giorno.

 

Lo ricordava bene…

 

Sembrava una lezione di danza…e si era sentito parecchio stupido…ma con questa e tutte quelle che seguì durante il corso aveva imparato a camminare dolcemente e velocemente.

 

Poteva così calpestare la neve senza sentirla scricchiolare sotto la scarpa.

 

In un’altra lezione aveva imparato a respirare in silenzio.

 

In un’altra…aveva imparato a resistere al freddo, al caldo e alla pioggia.

 

A poco a poco…tasselli della sua nuova corazza si erano andati aggiungendo a quelle doti che già possedeva.

 

E i frequenti allenamenti in palestra servivano per rafforzare il loro corpo per prepararsi a tecniche sempre più affinate.

 

Ma aveva ancora tanta…tanta…tanta…strada da fare.

 

“Non muoverti, Potter.” Sentì un sibilo alle sue spalle e la punta di una bacchetta puntata contro.

 

Riconobbe subito la voce.

 

“Vuoi uccidermi?” gli domandò senza muovere un muscolo.

 

“No. Non così. Sono venuto qui per parlarti.” Abbassò la bacchetta.

 

Harry si voltò e dopo l’ultima battaglia lo vide.

 

Draco Malfoy.

 

“Sei diventato Auror.” Disse con una smorfia fingendosi compiaciuto. “C’era da aspettarselo.”

 

“Sai che ho il potere di farti molto male, vero?” disse Harry a denti stretti e solo allora Draco si accorse che impugnava la bacchetta e se ne sorprese.

 

Eppure non aveva mosso nemmeno un muscolo e un attimo prima la sua mano era vuota.

 

“Non ne avrai il tempo.” Disse poi pacatamente il biondo. “Voglio solo dirti che la partita ancora è aperta. Hai fatto scacco, ma le pedine sono ancora sulla scacchiera. E quello che ti abbiamo dato è solo un time - break. Riprenditi. Fai con calma. Fatti una vita…una famiglia…Ma sappi che…tornerà.

 

Harry mosse la bacchetta lanciandogli l’incantesimo incarcerante, ma…probabilmente, Draco prevedeva una mossa del genere.

 

Scomparve in una nuvola di fumo davanti ai suoi occhi, mentre l’incantesimo si dissolveva nell’aria.

 

Harry serrò gli occhi per un attimo maledicendosi.

 

I battiti del cuore a mille, furiosi e irregolari.

 

Poi li riaprì, si guardò intorno e si accorse di essere completamente solo.

 

Le urla provenienti dallo stadio gli fecero capire che la partita era appena finita e che in meno di mezz’ora sarebbe potuto tornare a casa.

 

E quella mezz’ora passò talmente velocemente che nemmeno se ne accorse.

 

Era rimasto impietrito a rimuginare sulle quelle parole.

 

Quell’avvertimento.

 

Tornerà.

 

Allora tutto non era finito.

 

Quella che stava vivendo era solo un miraggio di benessere che gli stava benignamente concedendo.

 

Sarebbero passati anni, dunque, prima di riaffrontarlo.

 

Ma quanti?

 

Uno…due…?

 

O una decina?

 

O di più?

 

“Harry!” Lo raggiunse Ron con un grosso sorriso stampato in faccia. “Guarda qui…gli autografi di tutti i giocatori dei Cannoni!!” disse mostrando una pergamena che sarebbe di certo finita incorniciata sopra il suo letto. “Hanno perso contro gli Atlantis Ring…ma solo perché il cercatore avversario ha preso prima il boccino! Tutta fortuna…sono stati bravissimi, comunque! Meritavano di vincere…” Il sorriso del rosso si spense improvvisamente quando incrociò lo sguardo con quello di Harry. “E’ successo qualcosa?”

 

Harry cadde dalle nuvole e fu di nuovo trascinato con i piedi per terra.

 

Come se nell’ultimo lasso di tempo fosse stato in un universo parallelo.

 

Desiderava solo che fosse stato tutto frutto della sua immaginazione.

 

Ma sapeva che non lo era.

 

La bacchetta di Draco lo aveva puntellato sulla schiena, mentre era distratto.

 

L’aria fredda che aveva sollevato quando era sparito l’aveva sentita bene pungergli le guance.

 

E aveva visto bene la scia dell’incantesimo che appena appena l’aveva sfiorato.

 

Guardò Ron.

 

L’amico lo fissava preoccupato.

 

Era di fondamentale importanza che anche Ron lo sapesse.

 

Ron era stato tra le schiere di Voldemort…magari anche lui poteva saperne qualcosa…

 

…e poi…proprio mentre aveva aperto la bocca per parlare…la richiuse deciso.

 

‘Ron era stato tra le schiere di Voldemort.’ Si ripetè.

 

Dopo quei fatti…quegli atroci fatti…che li avevano messi per mesi l’uno contro l’altro…Harry aveva imparato a fidarsi ancora più ciecamente di Ron.

 

Ma dopo questo…si era impuntato con se stesso ancora di più: non avrebbe più coinvolto in nessuna cosa riguardante Voldemort nessuno dei suoi amici.

 

Nemmeno Ron.

 

Nessuno.

 

Quindi nessuno sarebbe venuto a conoscenza di quell’incontro.

 

Sarebbe rimasto solo tra Harry e Draco.

 

E Harry avrebbe impegnato tutte le sue forze per cercare delle risposte.

 

Ancora la partita è aperta.

 

Ancora…la partita è tutta da giocare.

 

“Harry…? Che hai?”  chiese ancora Ron.

 

“Nulla.” Rispose finalmente il ragazzo. “Proprio nulla.” Si scosse un po’ e cercò di convincersi che quello non era il momento giusto per pensarci ancora. “Com’è andata la tua serata?”

 

“Oh…solo un paio di brutti fecci…niente di serio. Tu, qui fuori?”

 

“Freddino…ma niente di che. Una vera noia.”

 

“Già…io almeno ho potuto vedere la partita!”

 

“Dov’è Simon?” gli chiese Harry guardandosi intorno.

 

“Ultimo giro di ronda. Sta chiudendo insieme a qualche altro gli spogliatoi, mentre Turner e i capi fanno gli ultimi controlli. Le ragazze ci aspettano a casa. Noi dobbiamo passare dall’Accademia per firmare il termine della missione.

 

“Aspettiamo Simon?”

 

“Perché?! Volevate forse andarvene senza di me?!” disse questo comparendo alle loro spalle.

 

“C’avevamo fatto un pensierino…” ridacchiò Ron.

 

E seppellendo come un ricordo in un pensatoio gli avvenimenti di quella serata, Harry si aggregò agli altri due diretti verso l’uscita dove si stavano raccogliendo tutti gli altri Auror.

 

***

 

Febbraio sembrava appena cominciato…e stava già quasi finendo.

 

La prima missione aveva fruttato loro il primo gruzzoletto da mettere da parte…

 

Ma almeno questa aprì loro la porta e così poterono avere incarichi anche se piccoli e noiosi che fornirono un’altra manciata di galeoni a testa.

 

E le lezioni continuarono, insieme agli esami.

 

In pochi mesi erano saliti di altri due livelli.

 

Per loro un vero record.

 

Si sentivano sempre più stimolati e appagati dall’Accademia e avevano cominciato a frequentarla anche nelle ore libere.

 

Proprio in una di queste, Harry e Simon studiavano in un aula vuota malgrado fossero già le sei passate e potevano anche decidere di tornare prima a casa, ma a disturbarli fu Ron, uscito per delle commissioni per l’Accademia e appena rientrato, che aprì violentemente la porta.

 

 “Simon…devi venire immediatamente.” Disse il rosso serio, sconvolto…

 

Anche Simon si preoccupò all’istante vedendo la faccia di Ron e saltò giù dalla panca dell’anfiteatro andandogli incontro.

 

Harry non aveva mai visto il biondino incupirsi così all’improvviso, mentre fino ad un attimo prima rideva con lui.

 

“Che succede?”

 

“Dobbiamo raggiungere subito Leicester. Si tratta della famiglia Boot.” Ron tenne stretti i chiusi nel pugno mentre parlava.

 

Simon sbiancò.

 

Fu il primo a uscire dall’Accademia e a smaterializzarsi sul posto, seguito da Harry e Ron.

 

Per fortuna era buio, perché la zona era gremita di gente e forze dell’ordine babbane.

 

Era una strada statale, nella periferia di Leicester, in aperta campagna.

 

Terry era china sui corpi dei suoi genitori e di suo fratello Jim.

 

“Terry…” la chiamò Simon avvicinandosi.

 

La ragazza non disse niente, ma si girò e gettate le braccia al collo del fidanzato pianse disperatamente.

 

“Cos’è successo?!” chiese angosciato Harry guardando quella scena così straziante.

 

“Erano con un’auto del ministero. Suo padre lavorava per il reparto della regolamentazione…ehm…non mi ricordo di che cosa. Pare comunque che avessero preso la macchina per andare a fare una visita ad un amico di famiglia babbano…quindi volevano evitare di smaterializzarsi o di usare la metro polvere. La loro auto è sbandata sopra il ghiaccio che c’era sulla strada. Non hanno potuto fare niente. Sono stati investiti in pieno da quel coso.” Disse Ron indicando l’enorme tir che aveva compattato la macchina che veniva sollevata da un braccio meccanico. “Appena sono arrivato in Accademia tutti parlavano di Jim…era cadetto, qualche grado sotto a noi, ricordi?”

 

Hermione comparve vicino a loro.

 

“Ci sei anche tu?” le chiese Ron stupito.

 

“Hanno allertato il San Mungo dieci minuti fa…ma non possono più fare niente. E poi ci sono troppi babbani.” Rispose lei in un sussurro. “Sono andata a prendere a casa una giacca per Terry. E’ uscita con quello che indossava…Scusate. Vado a portargliela.”

 

Hermione si allontanò un attimo.

 

Quando tornò, dopo aver lasciato la giacca a Simon, che si premurò di coprire la ragazza, la bruna aveva gli occhi pieni di lacrime.

 

“Quel che è peggio…” tirò su col naso e cercò un fazzoletto nelle tasche della divisa del San Mungo. “…è che…” le lacrime cominciarono a scendere. “…Terry ha solo degli zii di lontano grado in Germania, con cui tra l’altro non è in buoni rapporti...I suoi nonni sono morti da anni…non ha cugini…non ha un parente…ora è completamente sola!”

 

“Bhè…c’è sempre Simon…” cercò di rassicurala Ron passandole un braccio sulle spalle e baciandole la fronte.

 

“Almeno questo, poverina…”

 

Non passò nemmeno mezz’ora che Simon si avvicinò da solo a loro.

 

“Andiamo.” Disse piano con gli occhi lucidi.

 

“Dove?!” allargò le braccia Harry scandalizzato.

 

“A casa, Harry. Torniamocene a casa.”

 

Harry, Ron ed Hermione cercarono di replicare, ma Simon si era già smaterializzato, incurante degli ultimi babbani alle loro spalle.

 

Cercarono Terry con lo sguardo e videro che anche lei era sparita.

 

Non poterono fare altro.

 

Raggiunsero Simon un istante dopo comparendo in soggiorno, giusto in tempo per vederlo entrare nella sua stanza e chiudere violentemente la porta.

 

I tre entrarono, senza nemmeno bussare.

 

Trovarono Simon seduto sul letto, la testa china tra le mani.

 

“Simon…” chiese Harry.

 

Il ragazzo scosse la testa e scoppiò a piangere disperato. “Non capisce…non può…non può stare sola, quella pazza…” balbettò tra i singhiozzi.

 

“Che cosa stai blaterando?” gli si avvicinò Ron.

 

Simon alzò la testa verso di lui. “Mi ha lasciato.” Disse debolmente mentre dai suoi occhi rossi e gonfi scendevano due grosse lacrime.

 

Hermione gli si sedette accanto e poggiò una mano sulla spalla del ragazzo. “Simon…probabilmente…era sconvolta…ha perso i suoi genitori e suo fratello…lei…sono certa che tornerà! Ha bisogno di qualcuno! E tu sei l’unica persona che le sia rimasta!

 

Ma Simon scuoteva il capo. “No…non tornerà…la conosco…quanto dice una cosa…Santo cielo! …io non ce la faccio senza di lei! Merlino…io ne sono innamorato! E lei è sola…è sola…”

 

Ne Harry, ne Ron, ne Hermione poterono trovare altre parole di conforto per l’amico, che pianse più forte carezzando con una mano la testa di Whisky venuto per consolare il padroncino.

 

 

Continua…

 

 

Capitolone in molte parti stravolto rispetto all’originale…ma così…penso sia più completo!

 

Tranne la scena finale!

 

In quella ho cambiato solo qualche descrizione…ma la morte della famiglia di Terry e la sua separazione da Simon era già scritta.

 

E sono la prima a dispiacermene.

 

Ho voluto inoltre inserire qualche anticipazione del prossimo futuro…insomma…qualche idea di cosa ci sarà dopo ‘Accademia’…spero di aver stuzzicato la vostra curiosità!

 

E poi ho fatto riapparire il famigerato Draco…amore di tanti lettori…^_^

 

Ma…ringraziamo!

 

- Finleyna 4 Ever: Ormai sei supersonica! La primissima!!!! Sembra quasi che ti faccio un trillino quando posto, così tu vai subito a vedere…siamo in empatia?! Chissà…Si…Cresceranno tutti! Insomma…non posso tenerli a vita dei ragazzini, no? Questo capitolo è un po’ più difficilotto…non volevo che ‘Accademia’ andasse tutto rose e fiori…tu che ne dici?

 

- miky black: Ora scopro pure che i miei capitoli hanno anche effetti rilassanti e distensivi, oltre che portano alla dipendenza, come qualcuno ha scritto in un commento di C.I.T.A.mmm…aprirò un centro benessere, allora…! Introdurremo l’innovativa FFterapia! Che ne pensi? ^_^  Decisamente Ron ed Hermione sarebbero stati troppo affrettati…è giusto che anche loro tengano i tempi…soprattutto considerato che Hermione è Hermione! Può avere gli ormoni a mille, ma non si concede tanto facilmente…nemmeno a Ron! Ahimè…si…’Accademia’ ormai si può dire conclusa…ma chiusa una porta si apre un portone! E’ pronto (giusto solo da rivedere qua e là) il seguito! Con tanti Missing Moment pronti per voi! Non vi lascio mica in tredici, cara…ho già fatto questo errore una volta…non mi ripeterò! Fammi sapere che te ne sembra questo capitolo!

 

- __Ombra__: Ti assicuro che più che la mia adorata facoltà di scienze biologiche, avrei decisamente preferito iscrivermi all’Accademia Auror! ^__^ solo che…sigh…non l’ho trovata sulle pagine gialle…sigh…scherzo! Il mondo post scuola è tutta un’altra cosa…a me piace molto, solo che a volte pesa il senso di responsabilità che ognuno deve concretizzare al 1000%!!! Sei libero di decidere se andare a lezione o no…se darti una materia o no…se un giorno prendertelo a vacanza…puoi anche perdere i ritmi e tutto si va a fare a benedire…ma malgrado tutto è molto molto bello! Ti senti più libero e più grande! Una nuova vita, insomma…sono contenta di averti rassicurata! Grazie per aver letto anche ‘Ballo in Fa Diesis Minore’! Sono contentissima che ti sia piaciuto! Spero tu abbia trovato interessante anche questo capitolo…

 

- Hogwarts_My_Life: Io AMO i super commentoni! Prima di leggere il tuo mi sono armata di una bella tazza di thè e me lo sono proprio goduto! Ma quante risate…che poi…per la cronaca…tu non vivi senza il caffè d’orzo…io non vivo senza i thè! Li colleziono da tutto il mondo e di tutti i tipi! E non passa giornata (tranne quelle afose estive che qui a Palermo sono parecchio asfissianti) che non me ne faccio un paio! Ma non divaghiamo…La tua super scorta di benzina mi ha fatto mettere il turbo! Ho ribattuto questo capitolo in pochissimi giorni! E ho già preso in mano l’11!! Visto, visto? Te lo dicevo io! Ron ed Hermione hanno uno stranissimo rapporto…a tratti si dimenticano di essere fidanzati e si ricatapultano negli anni in cui erano ancora amici e facevano tutto come se niente fosse…Hermione, in più…è combattutissima perché non vuole offendere ne respingere Ron…ma allo stesso tempo vuole mantenere salda la sua posizione…Simon ha fatto cedere le sue difese e questo a poco a poco servirà per ammorbidirla… per questo è andata via piangendo…un po’ esagerata…ma credo che Hermione avrebbe reagito così. Simon è il tuo personaggio preferito? Anche il mio! E’ stato una sorpresa, per me…non so come diavolo mi sia uscito fuori dalla penna…ma è stato amore a prima vista…ora, in quest’ ultimo capitolo l’ho maltrattato un po’…Credo poi che in questa ff non ci sia una vera coppia di spicco…certo Harry e Ron sono e restano i protagonisti…ma ho cercato di dare spazi a tutti…Forse hai ragione…un peletto in più l’ho concesso a Harry e Ginny…ma Ron ed Hermione sono e restano la mia coppia preferita! Ci si può sbizzarrire con questi due! E gliene farò passare delle belle…e delle brutte…bocca mia statti zitta! ^.^ Grazie infinite per aver letto ‘Ballo in Fa Diesis Minore’! E non preoccuparti per la prof…Accademia’ l’ho scritta proprio durante le ore della professoressa di italiano, quando ero ancora al liceo (madò…a pensarci è una vita fa! Molto più di 2 annetti…almeno 4!)…Prongs, la mia compagna di banco leggeva i fogli che le passavo dopo averli scritti nascosti sotto i libri…insomma…bei tempi! Avevo tantissimo tempo per scrivere…e italiano l’ho studiato poi solo alla maturità! ^_^ Troverai tutto il tempo anche tu…e poi per commentare basta un minutino piccino picciò!!! Un bacione!

 

Sono contentissima che vi stia continuando a piacere!

 

E ci tengo molto a dirvi che…il prossimo capitolo è proprio l’ultimo di ‘Accademia’!

 

Ohi ohi!! Mettete giù le armi…

 

Ho in serbo tante sorprese…

 

Seguite e vedrete!

 

Intanto fatemi sapere in tanti cosa ne pensate di questo capitolo!

 

In tanti!!!!!!

 

Mi raccomando!!

 

Qui c’è bisogno di tanta benzina per andare avanti!!!

 

ORSU’!!!!!

 

Fatemi felice!!

 

Ho già cominciato a rivedere il capitolo 11…e spero che ci rivedremo presto…!

 

Baci a tutti!!!

 

Padfoot

 

 

 

 

 

  
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