Salve! ecco l'ultimo capitolo della storia, a cui seguirà l'epilogo!
Allego l'immagine del bellissimo banner fatto per il concorso:
V
Rientrai
in casa come una furia, sconvolta dai miei
stessi gesti e dalla fuga dalle braccia del mio ragazzo. Quel ragazzo
che per
anni avevo desiderato mi vedesse come qualcosa di più di una
semplice amica, ed
ora che era accaduto non riuscivo a godermi la nostra storia a causa
della
convinzione stramba che tutto ciò fosse sbagliato e non
fosse lui la persona a
me destinata.
“Lilian,
ma tu non eri uscita con Daniel?” domandò
Lucas con un ghigno.
Lo
fulminai con lo sguardo “Pensa ai fatti tuoi
…”
sibilai adirata. Mi innervosiva il suo comportamento, dopo avermi
evitata per
mesi adesso si permetteva addirittura di rifilarmi le sue stupide
battutine?
“Cos’è?
Hai ripreso a parlarmi?” aggiunsi, palesemente
irritata.
Mi
scrutò perplesso . “Non capisco a cosa ti
riferisci!” bofonchiò riportando
l’attenzione allo schermo del computer dinanzi
a lui.
Indispettita
mi avvicinai premendo il tasto di chiusura
e scatenando le sue proteste.
“Ma
hai perso il senno? Se non avessi salvato mi
avresti fatto perdere il lavoro di una giornata!”
urlò alzandosi di scatto e
guardandomi in cagnesco, ma ciò non mi intimorì,
al contrario mi posizionai
dinanzi a lui poggiando le mani sui fianchi e sfidandolo con lo sguardo.
Era
tutta colpa sua … il suo comportamento assurdo
degli ultimi mesi mi aveva turbata. Era solo colpa sua se non riuscivo
a
concentrarmi sulla mia storia con Daniel.
“Così
impari a beffarti di me. Sono mesi che mi ignori
senza degnarti di darmi una motivazione logica. Continui a seguirmi
come un
segugio ovunque io vada, ma allo stesso tempo ti tieni a debita
distanza per
evitare anche di parlarmi … Mi spieghi cosa diamine ti passa
per la testa? Ti
rendi conto che sto male in questa assurda situazione? Che mi mancano
addirittura i nostri battibecchi assurdi?” sbottai tutto
d’un fiato. Sentivo
gli occhi pungermi e con grande difficoltà riuscii a
trattenere le lacrime.
Erano mesi che desideravo sfogarmi ed ora avevo finalmente esternato
quel senso
di frustrazione che mi attanagliava, dando voce anche a quei pensieri
che non
io stessa non sapevo di avere. Non avevo mai voluto ammettere nemmeno
con me
stessa quanto mi mancasse la sua presenza. Eppure sapevo che il disagio
che
provavo era dovuto proprio a quel cambiamento brusco che lo aveva
allontanato
da me.
Mi
sei mancato
in questi mesi. Mi sono mancate le nostre liti, i nostri battibecchi
per le
motivazioni più assurde, le serate passate a rivedere
“Robin Hood” e le
chiacchierate rammentando i momenti della nostra infanzia in Spagna,
davanti ad
una tazza di tè. Rivoglio il mio Luke, quello scorbutico e
saccente … ne ho bisogno.
Lo
fissai intensamente e mi parve seriamente scioccato
dalla mia sfuriata.
“Mi
dispiace, credevo che avresti preferito non avermi
intorno, in fondo non facevi che lamentarti in proposito. E poi ora
stai con
Daniel e lui poteva sentirsi geloso …”
tentennò arrancando una pietosa scusa
che non fece che aumentare il mio risentimento.
“Che
diamine stai blaterando, razza di scemo? Cosa
centra Daniel in tutta questa storia? Cosa centra lui con la nostra
amicizia?!”
urlai contrariata.
Sospirò
sommessamente abbassando lo sguardo. “Mi
dispiace, ma pensarti con lui mi fa stare male –
mormorò lasciandosi andare
sulla poltrona e volgendo lo sguardo alla finestra – la tua
amicizia non mi
basta” sentenziò in tono deciso.
Corrugai
la fronte palesando il mio scetticismo.
“Cosa
cerchi di dirmi, Lucas?”
Si
portò le mani sul volto stancamente prendendo un
profondo respiro.
“Io
sono innamorato di te … so che può sembrarti
assurdo considerando il nostro rapporto insano e conflittuale, ma io
sono
profondamente ed irrimediabilmente innamorato di te.”
“Ti
stai prendendo gioco di me?” domandai in tono
contrito.
Non
parve gradire la mia insinuazione perché si alzò
di
scatto avvicinandosi con aria decisamente alterata. “Come
puoi credere una cosa
del genere? Lilian, ogni mio gesto, ogni mia parola dal nostro primo
incontro
non sono stati che la dimostrazione di quel legame che mi teneva unito
a te e
che con gli anni è cresciuto a dismisura, rendendomi
dipendente anche della tua
sola presenza. Per quanto tu potessi rifiutarmi nulla avrebbe cambiato
quella
realtà e nulla potrebbe mutarla tutt’ora. Il mio
desiderio è solo quello di
proteggerti e permetterti una vita serena, non mi importa che non sia
con me …
sebbene io ti desideri ardentemente, so che tu non provi per me i
medesimi
sentimenti. Ma ciò non mi impedirà di osservarti
nell’ombra e darti protezione,
seppur non saranno le mie braccia a stringerti nei momenti di dolore!
Ma … - si
bloccò sospirando sommessamente, probabilmente cercando di
prendere coraggio
per ciò che da lì a poco avrebbe annunciato -
non puoi chiedermi di continuare a mantenere quel rapporto
giocoso di un
tempo, perché ogni volta che volgo gli occhi su di te vedo
lui che ti accarezza
e ti bacia e ti dà quell’amore che vorrei donarti
io” allungò una mano sulla
mia guancia, accarezzandola delicatamente “Io ti
proteggerò sempre … ma a
distanza, quella distanza che mi permetterà di non impazzire
ogni volta che
sentirò la tua voce o incontrerò il tuo sguardo
... mi dispiace” terminò,
mentre il suo viso assumeva una maschera di tristezza capace di
stringermi il
cuore.
Lo
fissai sconvolta, incapace di proferire parola. Non
mi sarei mai aspettata da lui una simile confessione, lui che non
perdeva
occasione di litigare, lui che si divertiva ad indispettirmi, lui che
negli
ultimi mesi mi aveva categoricamente evitata senza darmi uno straccio
di
spiegazione.
Lui
non può
amarmi … noi non siamo mai andati d’accordo!
È impossibile …
Eppure
finalmente iniziavo a comprendere alcuni suoi
comportamenti. Il suo volersi sacrificare per proteggermi, le sue
premure
costanti nei miei confronti, seppur celate da battutine di scherno
…Non era
affetto fraterno quello che lo legava a me! Mi ero sbagliata, avevo
travisato
ogni cosa …
“Mi
dispiace, non avrei mai dovuto confessarti queste sciocchezze!
Non credo che Daniel gradirebbe” mormorò atono
prima di allontanarsi da casa
sbattendo la porta dietro di sé. Rimasi impietrita dal peso
di tutte quelle
verità tanto evidenti, che avevo volutamente ignorato, ma
soprattutto dalla
tremenda confusione che aleggiava in me. Per quanto ritenessi folle
ciò che
avevo udito e che oltretutto, sebbene le mie sensazioni dicessero il
contrario,
io ero la ragazza di Daniel, la sua confessione mi rendeva …
felice!
“Tesoro,
tutto bene?” sobbalzai udendo la voce della
nonna, notando solo in quel momento la sua presenza
sull’uscio della porta.
Le
corsi in contro senza riflettere, cercando
consolazione in un abbraccio ed iniziando a singhiozzare senza
comprenderne
realmente il motivo. Non so per quanto restammo in quella posizione,
mentre lei
mi accarezzava dolcemente i capelli per darmi conforto ed io ripetevo
frasi
sconnesse. Mi sentivo in pena per ciò che era appena
accaduto, per l’idea di
aver ferito Lucas con il mio silenzio, per la sua fuga, ma
più di ogni cosa ero
terrorizzata dall’idea che lui decidesse di non tornare da me.
“Piccola,
vuoi dirmi cosa è accaduto?”mormorò
dolcemente la nonna, non appena i miei singhiozzi diminuirono.
“Lucas
… mi ha … mi ha detto di essere innamorato di
me” balbettai tremendamente in imbarazzo.
“Finalmente
si è deciso!” esclamò ridacchiando
divertita.
Ma
che ha da ridere? Io sono qui che mi dispero al
pensiero del mio rapporto con Lucas in frantumi e lei ride?
Arcuai
un sopracciglio fissandola scettica.
“Bambina
mia, il suo interesse per te era palese quanto
il tuo per lui! Quello che ora mi domando è il motivo per il
quale sei in
lacrime tra le braccia di tua nonna e non felicemente stretta fra le
sue” potei
notare un certo disappunto nel suo tono, ma lo ignorai volutamente.
Ok,
la nonna
ha perso il lume della ragione. Inizio a sospettare che il problema sia
questa
casa … oppure qualche incantesimo andato male …
“Nonna,
ma cosa vai blaterando?” domandai in tono
concitato.
“Lilian,
in quanto ad acume devo ammettere che sei degna
figlia di tua madre” affermò contrita scuotendo il
capo.
“Nonna!”
urlai a disagio “Ti dispiacerebbe spiegarmi
cosa ti ha indotto a trarre certe conclusioni?” ero
sinceramente curiosa di
comprendere da dove arrivasse una tale sicurezza.
“Non
sei mai stata una persona particolarmente
espansiva e affettuosa, soprattutto dopo la morte dei tuoi genitori
… ti sei
chiusa a riccio, convinta di poter
bastare a te stessa. Eppure è stato sufficiente il suo
arrivo per destabilizzare
completamente il tuo atteggiamento, almeno nei suoi confronti. Gli hai
concesso
quello che non hai mai dato a nessuno: il tuo affetto e il tuo costante
sostegno. Quando eri in sua compagnia, per quanto bisticciaste
continuamente …
- prese fiato soppesando le sue parole mentre io la fissavo ad occhi
sgranati –
eri sempre così allegra e spensierata! Non sono io a doverti
dire queste cose …
ma ti do un consiglio: valuta bene i tuoi sentimenti, soprattutto nei
confronti
di Daniel” mi consigliò mantenendo il suo tono
dolce e calmo.
Detto
ciò si alzò dal divano sul quale ci eravamo
sedute e, dopo avermi scoccato un bacio sulla fronte, si
allontanò verso la
cucina, probabilmente per lasciarmi il mio spazio per riflettere sulle
sue
strambe osservazioni.
Rimasi
interdetta a fissarmi le punte dei piedi mentre
nella mia mentre le parole della nonna si ripetevano come un mantra.
Possibile
che io avessi frainteso i miei stessi sentimenti? Ma in quel caso, cosa
provavo
nei confronti di Daniel? Ero sempre stata certa di essere innamorata di
lui
eppure … eppure dovevo ammettere che dall’arrivo
di Lucas i pensieri verso
Daniel erano diventati sporadici. Che io mi fossi illusa semplicemente
per non
ammettere la verità …? Che fosse solo il terrore
di compromettere ciò che
avevamo a soggiogare la mia mente oscurando ciò che per
tutti era palese? Che
il mio inconscio volesse avvertirmi di ciò quando nei miei
momenti con Daniel
sentivo non fosse quello il mio posto? E non quelle le braccia nelle
quali
sarei voluta essere stretta?
Una
miriade di pensieri confusi e astrusi prese il
sopravvento stordendomi, ma rivelandomi in fondo che, nonostante tutto,
ciò che
provavo per Daniel non poteva essere definito amore. Ma ciò
che provavo per
Lucas? Era quello l’amore?
Non
lo sapevo e probabilmente restando immobile su quel
divano non sarei mai giunta ad una reale conclusione. Ciò
che potevo fare in
quel momento era solo cercare di chiarire con Lucas, farlo tornare a
casa e
discutere con lui di questi sentimenti confusi che si agitavano in me
in sua
presenza, sperando di riuscire a dare a tutto ciò una giusta
classificazione.
Che
sia amore o amicizia non lo so, ma so che non posso
perderlo!
Mi
alzai di scatto dal divano correndo verso la cucina.
“Nonna,
vado a cercare Lucas, se torna a casa prima di
me chiamami sul cellulare” urlai recuperando le chiavi di
casa e schizzando via
prima di aver ottenuto una risposta.
Fuori
dal portone iniziai a guardarmi attorno non
sapendo per quale strada optare.
Dove
si nasconderebbe un licantropo lunatico e
innamorato?
Decisi
di dirigermi verso il mare. Aveva sempre adorato
la spiaggia, mi ripeteva spesso quanto quel luogo riuscisse a
ricordargli casa
e trasmettergli serenità.
Forse
una
passeggiata riuscirà a schiarirmi le idee …
Purtroppo
non feci che pochi passi prima di avvertire
una mano poggiarsi sulla mia bocca, mentre uno strano odore mi invadeva
le
narici, ed abbandonarmi all’ignoto.
Mi
risvegliai in un’immensa sala dalle pareti bianche,
circondata da un gran numero di ragazze imbavagliate e legate come me.
Provai a
slegarmi agitandomi, ma con mio grande disappunto non feci che
peggiorare la
situazione, ritrovandomi stesa in terra ed incapace di rimettermi
seduta.
Ma
dove diamine mi trovo? Che posto è questo? Se solo
potessi parlare …
Non
riuscivo a comprendere cosa fosse accaduto, l’ultimo
mio ricordo era stata la corsa alla ricerca di quello stupido di Lucas
e poi …
il buio. L’agitazione iniziò a prendere il
sopravvento mentre i miei sensi
intorpiditi si risvegliavano. Non ebbi il tempo di trovare una qualche
logica
spiegazione che un gran numero di uomini coperti da tuniche bianche
fece il suo
ingresso nella sala …. e finalmente capii dove ero finita.
Mi
hanno presa! Quei maledetti devono avermi teso una
trappola! Come diamine ho fatto a non pensarci prima?
Li
fissai sconvolta mentre il panico invadeva il mio
corpo ed un lieve tremore mi scuoteva rammentando ciò che da
li lì a poco
sarebbe accaduto. Ci avrebbero bruciate … ci avrebbero messe
sul rogo e noi,
inermi, non avremmo potuto far altro che morire per le loro manie di
grandezza e
la loro folle convinzione di essere emissari di Dio, con il compito di
purificare la terra da noi povere streghe.
Sebbene
gli unici mostri in questa stanza siano solo
loro!
A
capo del gruppo un uomo biondo dai capelli riccioluti
e dall’aria angelica ci fissava ghignando, palesemente
soddisfatto.
“Noto
con sommo piacere il gran numero di infide
creature che avete catturato – osservò
compiaciuto, facendo scorrere il suo
sguardo su di noi -
mi complimento con
voi, miei signori.”
I
suoi seguaci chinarono il capo in segno di
ringraziamento, senza proferir parola.
“Mie
care fanciulle, sono rammaricato per ciò che sono
costretto a fare,
trovo uno spreco
gettare tanta bellezza tra le fiamme, ma mi duole ammettere che non vi
è
alternativa a causa della vostra molesta natura. –
mormorò accorato - Ma sono
certo che il vostro sacrificio renderà il nostro Signore
benevolo purificando
la vostra anima, come lo sarà la nostra terra quando tutte
voi sarete
finalmente scomparse.”
Deglutii
a fatica notando il luccichio folle negli
occhi di quell’uomo, che con il suo tono gentile si beffava
di noi. Sentii dei
singulti provenire dalla mia destra dove notai una ragazza che piangeva
disperata e terrorizzata, sfogando in tal modo la sua pena. Non che noi
altre
fossimo tranquille, eravamo all’incirca dieci, ed il terrore
era palese sui
nostri volti sebbene tentassimo di mantenere il controllo.
“Cosa
ti turba? Per quale motivo tali lacrime? Dovresti
gioire per la possibilità che ti stiamo donando di salvare
la tua anima!”
esclamò affranto avvicinandosi a lei, scatenando
ulteriormente i suoi
singhiozzi.
Ma
non vi badò e, dopo averla osservata qualche
istante, si rivolse ai suoi uomini “Preparate il fuoco
… abbiamo una prima
anima da liberare” ordinò sorridendo soddisfatto.
Eseguendo le sue volontà, i
suoi scagnozzi si premurarono di azionare quello strano arnese che
erano soliti
utilizzare per bruciarci. Era un rogo, ma inserito in una particolare
stanza
sigillata al centro del quale spiccava questo macchinario che
riproduceva le fiamme
senza la necessità del legno, ma funzionava elettricamente.
Uno strumento di
atroce tortura utilizzato perché secondo le loro leggende
solo il fuoco era
realmente in grado di debellare il male della stregonerie, riducendo in
cenere
i nostri empi corpi.
Si
facevano chiamare i Salvatori, a causa del loro
compito al quale dovevano adempiere: “salvare”
l’umanità dal male. La loro
setta era nata nel 1842 , quando un gruppo di folli superstiziosi
scoprì la
reale esistenza di noi streghe e come riconoscerci. Il loro leader
fondatore si
era casualmente imbattuto in una strega, facendola sua sposa, ma quando
era
venuto a conoscenza della sua natura, spaventato e disgustato da
ciò che non
comprendeva, l’aveva annientata, ma non prima di averle
sottratto un particolare
amuleto in grado di riconoscere noi streghe. E da lì
creò quella setta di
sadici, che di generazione in generazione si trasmettevano
quell’oggetto per
protrarre, anche se nel buio, quella caccia alle streghe.
Quanta
mostruosità nascosta dentro quegli uomini, che
molto probabilmente nella loro quotidianità svolgevano
rispettabili lavori e
avevano una qualche famiglia, dei figli ad attenderli a casa la sera.
Con quale
coraggio si rivolgevano a loro e abbracciavano le loro moglie con
quelle mani
sporche del nostro sangue?
“Muovetevi”
ordinò categorico.
Ciò
che accadde dopo mi lasciò basita. Senza indugio
recuperarono in malo modo la ragazza al mio fianco, accompagnandola in
quella
stanza e legandola al palo di ferro al centro del rogo, che azionarono
dopo
pochi istanti, senza alcuna esitazione e senza alcun rimorso.
Non
avrei mai voluto mostrare la mia debolezza dinanzi
a loro, ma le lacrime inesorabili e incontrollabili iniziarono ad
inumidire il
mio viso davanti a quella scena immonda. Quanta crudeltà
poteva essere celata
nel corpo di un uomo. Quanta follia mascherata da azioni pie e giuste.
Il
ribrezzo mi pervase in quell’istante mentre le urla di quella
ragazza si
diffondevano per la sala accompagnando quello spettacolo agghiacciante.
Piansi
e piansi ancora senza freno, mentre mille pensieri riempivano la mia
mente,
rammentando ciò che avrei lasciato quando da li a poco
sarebbe stato il mio
turno. Il dolore che avrei inflitto alla nonna, che aveva in ogni modo
tentato
di proteggermi da questo infame destino, e a Lucas, al quale non ero
riuscita a
confessare il mio amore. Perché in quel momento i miei
sentimenti mi apparvero
chiari come non mai, dissipando ogni dubbio e facendo spazio alla
consapevolezza che tutti i miei gesti avrebbero dovuto donarmi tempo
prima.
Lo
amavo, probabilmente da quando mi aveva mostrato
quella parte del suo carattere che non conoscevo. Quella dolcezza
racchiusa nei
suoi gesti e le continue premure che aveva nei miei confronti. Mi aveva
protetta da tutto, appoggiando anche le mie folli scelte come il
rinnegare la
magia sebbene questo comportasse il mio non adempiere al patto. Ma
questo non
gli impediva di proteggermi e stare al mio fianco. Avevo creduto di
essere
innamorata di Daniel, sebbene i miei sentimenti per lui si fossero
affievoliti
velocemente … mi ero ingannata! Ed ora non potevo che
pentirmene.
Lì
dove la mia vita avrebbe visto la sua fine
rimpiangevo quei momenti che non avevo realmente vissuto, solo per non
accettare la palese verità, eppure il solo pensiero che lui
non fosse con me a
condividere quella sorte placava in parte il mio animo.
Non
morirà a causa mia … riprenderà la sua
vita e forse
il non aver saputo del mio amore gli permetterà di voltare
pagina.
I
singhiozzi si intensificarono man mano che le urla
della ragazza si affievolivano. Non mi voltai verso quella sala dalle
pareti di
vetro, non avendo il coraggio di osservare ciò che era
accaduto. Volsi
nuovamente il mio sguardo verso quel pazzo dai capelli biondi notando
la
soddisfazione palese sul suo volto.
Un
moto d’ira mi pervase ed iniziai a scalciare
violentemente per sfogare la mia furia, desideravo correre verso di lui
e
riempirlo di pugni tramortendolo, per vendicare tutte quelle povere
streghe che
avevano brutalmente ucciso in quegli anni … per avermi
strappato mia madre e
mio padre in quella notte di novembre. Li odiavo … odiavo
con tutta me stessa
quei mostri immondi, quei demoni sorti dall’inferno per
distruggere le vite
altrui, osannando un falso ideale solo per soddisfare la loro sete di
morte e paura
punto
Vi
odio!!! Odio la soddisfazione che traete
dall’uccidere chi è più debole, forse
solo per paura di ciò che il mondo cela
sotto la sua superficie. Vi odio perché nei vostri occhi non
scorgo alcun senso
di colpa. Perché? Come si può non provare pena?
Perché?
Scalciai
senza sosta, mentre le mie urla venivano
soffocate dal panno che copriva la mia bocca, attirando su di me la
loro
attenzione.
“Ma guardate
questa fanciulla come si agita! Cosa turba il tuo animo, piccola
strega?”
mormorò l'uomo biondo accorato, in totale disaccordo con il
tono dispregiativo
con cui aveva calcato l’ultima parola.
Mugugnai
in risposta, non potendo parlare. Ma lui non
si perse d’animo.
Fece
un cenno ad un suo sottoposto e questo mi si
avvicinò sciogliendo la benda. Fui più lesta di
lui e ne approfittai per
mordergli la mano facendolo urlare dal dolore. Sapevo fosse inutile
come
vendetta ma mi diede ugualmente una piccola soddisfazione, forse
l’unica che
avrei ottenuto prima di morire.
“Brutta
strega” sibilò questo portandosi la mano al
petto.
“Un
bel caratterino, non c’è che dire.”
Esitò il biondo
dall’aria da pazzo, avvicinandosi pericolosamente a me. Notai
solo in quel
momento i lineamenti del suo volto piuttosto giovanili, ero certa non
avesse
più di trent’anni, a dispetto di molti dei suoi
sottoposti alcuni dei quali
parevano avere più di sessant’anni. Mi domandai se
fosse stata la sua perfidia
e il suo sadismo ad assegnargli quel grado.
Quando
notai la sua mano alzarsi fu troppo tardi,
tentai invano di indietreggiare, ma non riuscii ad evitare lo schiaffo
che mi
assestò in pieno volto, facendomi sanguinare il labbro.
Avvertivo il sapore
metallico del sangue in bocca, che mi provocò un leggero
senso di nausea.
“Dovresti
portare rispetto verso coloro che stanno
salvando la tua anima, piccola strega!” sibilò
abbandonando i suoi modi
apparentemente gentili.
Ringhiai
esasperata “siete solo dei mostri con manie di
grandezza!” urlai con tutto il fiato che avevo in gola.
Lo
vidi ghignare divertito “Abbiamo una volontaria per
la prossima liberazione” esclamò fissandomi
sadicamente, mentre un sorriso
beffardo si disegnava sul suo viso ed i suoi scagnozzi si premuravano
di
afferrarmi, senza tanta delicatezza, per condurmi verso la mia
imminente fine.
Non
proferii parola, comprendendo l’inutilità delle
urla e delle suppliche che non avrebbero che aumentato il loro senso di
soddisfazione. Ciò nonostante non riuscii ad impedire alle
lacrime di
fuoriuscire ripensando nuovamente a ciò che stavo
abbandonando e al dolore che
probabilmente avrei provato. Avevo sempre temuto la morte, terrorizzata
da ciò
che mi avrebbe atteso una volta tagliato quel filo invisibile che mi
teneva
legata a questa terra. Soprattutto dopo la scomparsa dei miei questo
era
divenuto un pensiero quasi costante … ed ora che mi
ritrovavo faccia a faccia
con mia fine non
potevo che sentir
riaffiorare quel terrore.
Mentre
mani brute mi legavano duramente a quella
macchina mortale e le fiamme iniziavano a propagarsi lentamente attorno
al mio
corpo, per aumentare l’agonia, il mio pensiero
tornò a lui … forse per l’ultima
volta, e tanto vividi furono i miei ricordi che mi parve quasi di
sentire la
sua voce invocare il mio nome.
Solo
per un istante … poi, il fumo pervase i miei
polmoni mentre le mie urla sommesse si propagavano per quella maledetta
sala
che avrebbe assistito alla mia fine, sino a quando il buio sopraggiunse.