“Sas'ke non si fa
scrupoli ad essere freddo, menefreghista e bastardo con Sakura e Ino. Ma come
potrebbe con Hinata?
E' impossibile nuocere a qualcuno di tanto
candido.”
Io e Sasuke
camminavamo per le strade di Konoha diretti all'Ichiraku per cenare dopo una
giornata di duro allenamento. Pioveva ed entrambi eravamo al riparo
sotto i nostri rispettivi ombrelli. Sasuke era silenzioso come sempre, ma non
era importante: io parlavo abbastanza per
entrambi.
Si fermò di colpo, costringendomi a fare
altrettanto mentre lo guardavo, interrogativo. Aprii la bocca per
chiedere il motivo della sua improvvisa fermata, ma, prima che potessi
pronunciare anche solo una vocale, indicò qualcosa davanti a sé con un cenno
della testa.
Mi voltai e vidi Hinata seduta sulla
panchina di cemento, senza ombrello e completamente bagnata, le gambe raccolte
al petto. I lunghi capelli corvini le
incorniciavano il viso dalla pelle candida, mentre le spalle erano scosse da
leggeri singhiozzi.
Quando si rese conto della nostra
presenza, alzò i grandi occhi nivei su di noi. Erano lucidi, pieni di lacrime
che si mischiavano, cadendo, alle gocce di pioggia. Aprì la bocca una,
due, tre volte, ma in nessuna di queste riusci a dire qualcosa e, alla fine,
abbassò il capo, sconfitta, poggiandolo sulle
ginocchia.
Mi investì un moto di incredibile
tenerezza: sembrava proprio un cucciolo ferito; era impossibile farle del male,
così delicata e fragile, e mi chiedevo chi fosse stato la causa del suo
dolore.
Una creatura tanto pura non avrebbe
dovuto stare tanto male: mi sembrava una grande ingiustizia, oltre che
sbagliato.
Mi mossi automaticamente verso di lei, ma
fui preceduto da Sasuke che si era già seduto al suo fianco, incurante
dell'acqua che scorreva sul cemento della panchina e che, in un attimo, gli
impegnò i vestiti. Il suo ombrello riparava entrambi e,
incredibile a dirsi, la stava abbracciando.
Abbraccio era forse una parola
troppo “forte”: si limitava a cingerle le spalle con un braccio, guardandola in
silenzio.
Rimasi comunque interdetto: non avevo mai
visto Sasuke stringere nessuno, in nessuna occasione. Pensavo addirittura che
fosse incapace di un tale gesto di affetto. Eppure, eccolo lì:
stretto ad Hinata, mentre lei continuava a piangere lacrime amare sulla sua
spalla.
E fu questa visione a sconvolgermi più di
tutto. Fin da quando lo conoscevo, Sasuke non si era mai fatto scrupoli a essere
menefreghista e, dovevo proprio ammetterlo, bastardo con Sakura e
Ino.
Era sempre stato freddo e altero,
nonostante loro continuassero a rincorrerlo.
Ino voleva qualcuno
che la facesse divertire, che la proteggesse, ma non era mai stata davvero
innamorata di lui: semplicemente seguiva la moda.
Sakura, invece, era
tutta un'altra storia: lei aveva amato davvero Sasuke e, nonostante tutto, ero
quasi sicuro che ancora adesso sentisse qualcosa per lui, anche se molto più
debole rispetto al passato.
Eppure, a lui non erano mai interessate,
nessuna delle due. A dire il vero, non l'avevo mai visto interessarsi a nessuna
ragazza.
Invece, era proprio lui a sedere al
fianco della giovane più dolce di Konoha; era proprio la sua la mano che correva
sulla chioma di Hinata, cercando di trasmetterle un minimo di forza e di
conforto.
Era diverso, semplicemente, dal Sasuke
che, ogni giorno, si allenava con me. Guardai ancora una
volta Hinata, percependo l'incredibile aura di fragilità che le volteggiava
attorno.
Forse, anche Sasuke l'aveva colta.
In fondo, pensai era normale che Sasuke
non riuscisse ad essere così algido e indifferente anche con lei: come si poteva
nuocere ad un essere così candido e intoccabile?
Li guardai,
sorridendo e pensando a quanto fossero incredibilmente...non trovavo la parola
adatta..teneri? Dolci? Idilliaci?
Forse un po' tutto
insieme, ecco.
D'un tratto, mi venne in mente che, da
qualche settimana, Sasuke parlava spesso di una ragazza che aveva incontrato,
senza rivelarmene il nome. Quando lo faceva, gli occhi gli si
illuminavano di colpo e mi sembrava essere un'altra
persona.
Il modo in cui Sasuke fissava
Hinata...andava al di là del semplice affetto, oltre l'ammirazione. Vidi
l'inizio di un sentimento nuovo nel cuore del mio compagno che, pensai, avrebbe
forse potuto spazzare via il dolore che sapevo
albergarvi.
Ne vidi il principio, senza però riuscire
a scorgervi la fine. Era come il mare o il cielo: entrambi infiniti e, entrambi,
colmavano quelli che, altrimenti, sarebbero stati grandi buchi
neri.
Se Sasuke era il mare, sperai che Hinata
fosse un pesce per potervisi immergere e colmarlo con la sua
presenza.
Se Sasuke era il cielo, allora sperai che
Hinata diventasse la luna per potervici vivere giorno dopo giorno e rischiarare,
con la sua luce fine e radiosa, le tenebre della
notte.
Li guardai e capii chi fosse la “ragazza
misteriosa” di cui Sasuke parlava e compresi il perché di quei pensieri che la
mia mente aveva formulato poco prima. Sapevo solo che erano, in qualche modo,
giusti e veri.
Sorrisi e mi allontanai, scoccando un
ultima occhiata all'insolita coppia ancora stretta in quell'abbraccio che pareva
non voler finire, prima di andarmene ghignando interiormente mentre percepivo lo
sguardo di riconoscenza di Sasuke.
Ah, Sasuke, mi devi
una cena. E il mio sorriso si allargò ancora di più.
…;Angolo
dell'Autrice;...
Chandelora: la tua
recensione, come quella prima, mi ha veramente commossa! Sapere che qualcuno
legge e, come me, ama questa storia e, soprattutto, questo coppia...beh, è una
grande emozione!
Spero che anche
questo nuovo capitolo ti sia
piaciuto.
E con questo, l'autrice si inchina
e...
sipario.
The End