Ciao a tutti,
come si va? Beh io
di mio posso dire che essendo sabato, sono felice ^^, anche se si avvicina la
data dell’esame e lo stress aumenta…
Bene, passando
alla storia, mi auguro che non mi trucidiate per questo capitolo. Vi adoro, lo
sapete? *Marghe non fare la ruffiana u.u* ok, ok la smetto.
Shinalia: grazie per le tue bellissime parole *__*,
sono commossa e felice che continui a seguirmi…
Luisina: ogni volta che vedo il tuo nome, sobbalzo incredula e mi
chiedo come puoi tu seguire me. Tu sei così brava!!! Questo mi onora,
sappilo!!! Io bravissima? Ma sei sicura??? Grazie mille…
Confusina_94: non preoccuparti, immagino quanto sia dura
con la scuola seguire le ff, quindi recenisci quando vuoi e puoi…io qua sto ^^
Prima di lasciarvi
al capitolo, mi faccio un po’ di pubblicità , spero si possa fare: ho scritto
una one shot su Edward e Bella (“L’inevitabilità del destino”), se vi va
leggetela e fatemi sapere se vi piace. Mi sono cimentata in questa cosa nuova e
considerato che ho davvero tanti problemi a scrivere di loro due…ç_ç
Ed eccovi il
capitolo e il link della canzone: http://www.youtube.com/watch?v=lMQPgMndmYA
Edward
Cos’è l’amore?
Donarsi a qualcuno incondizionatamente,
senza pensare alle conseguenze, sentirsi vivo per un semplicissimo sorriso,
annaspare in cerca d’aria quando lei non c’è, volerla costantemente e
egoisticamente al proprio fianco e vederla sempre felice…sacrificarsi, se
necessario…zittirsi in certi momenti…abbracciarla, cullarla, accarezzarla,
farla sentire al sicuro tra le tue braccia…amarla totalmente, senza limiti…semplicemente
amore…nient’altro…
“Edward” osservai
truce mia sorella “Che c’è?” ce l’avevo con lei, sia perché aveva avvicinato
Bella, sia perché ero maledettamente geloso che lei potesse farlo ed io no “Non
guardarmi così! È colpa tua, sei tu che hai deciso di starle lontano! Io faccio
quello che mi pare!” mi riprese Alice, sbuffai, sapevo che aveva ragione
“Comunque” riprese avanzando verso di me “non è questo che volevo dirti” si
fece seria e non mi piacque “Cosa le è suc…” mi interruppi, osservando nella
sua testa, la scena di Bella che si sentiva male nella foresta “Quando?”
ringhiai “Prima mentre tornava a casa!” “Hai visto cosa abbiamo combinato???
Sta male Alice ed è colpa mia. Non dovevamo venire qua, non dovevamo!!! Sei
un’irresponsabile!!!” le dissi prendendola per le spalle e scuotendola. Jasper
intervenne, spostandomi bruscamente le mani “Edward calmati!” cercò
d’intervenire col suo potere, ma fu inutile. In un attimo fui in auto e
schizzai dentro la foresta, alla ricerca di lei, intravidi la scia lasciata
dalle ruote del pick up e il suo odore m’investì in pieno volto, facendomi
girare la testa. Privo di coscienza, raggiunsi il suo appartamento e notando
una finestra aperta, non potei non sorridere.
Mi arrampicai,
controllando con cura che non ci fosse nessun’altro in casa, quando giunsi alla
finestra, il suo profumo arrivò alle mie narici come un pugno nello stomaco. Il
veleno si accumulò rapido nella mia bocca, ma lo ricacciai indietro, disgustato
da me stesso, ma quando la vidi, il mio cuore morto sussultò, il sangue
sembrava quasi aver ripreso a scorrere e la mia voglia di lei divenne,
nuovamente insopportabile.
Quant’era bella?
Dormiva a pancia in giù, le mani sotto il cuscino, le gambe ad angolo retto e
il respiro regolare. Restai lì ad osservarla e mi meravigliai di quanto ancora
mi sentissi legato a lei…
Quanto poteva
essere beffardo il destino…mi aveva mandato lei, ma non potevo averla, le avrei
continuato a fare del male, costrigendola a vivere in un mondo che non era il
suo. Sospirai, quando il cellulare non cominciò a suonare furioso, lei
sobbalzò, precipitandosi alla scrivania, io mi nascosi, restando in ascolto
della sua melodiosa voce “Pronto” ansimava per la corsa “Jake!” sussultai,
aggrottando la fronte e stringendo le mani a pugno, ancora quel cane pulcioso.
“Si, sto bene” si accomodò sul letto, sentivo che il suo cuore batteva forte,
merito del licantropo? L’invidia m’ irrigidì. “Cosa?” gridò “Un-un-un vampiro a
Forks” spalancai gli occhi “Laurent è morto, l’avete ucciso, giusto?” i
licantropi avevano affrontato qualcuno della mia razza? Forse per difendere
Bella…se così fosse stato, ero lieto che avessero agito per il suo bene. “Una
donna? Sei sicuro, Jake?” le tremava la voce, avrei voluto stringerla a me. Poi
un dubbio mi riportò alla realtà. Una vampira donna. Con la mente tornai
indietro nel tempo…Victoria! Mi smossi. L’avevo inseguita nel Sud America nei
mesi scorsi, ma mi era sfuggita. Accidenti. Ora era a Forks, la stava cercando
e non ci avrebbe messo molto a trovarla. Dovevo proteggerla…ringhiai sottovoce…“Jake,
Jake calmati ti prego. Non mi succederà nulla. Nel fine settimana sarò da te.”
Sarebbe tornata da lui? Un moto di rabbia mi intimò di andarmene, ma restai per
poter capire bene cosa stesse accadendo tra di loro “Ho una cosa da dirti”
proruppe lei d’improvviso. Il battito cardiaco accelerò maggiormente, e
percepii il suo tremolio, mi affacciai un po’, in modo che non mi vedesse. Era
ancora seduta sul letto e si era rannicchiata nelle sue stesse gambe, il labbro
inferiore le tremava “E-e-e-“ si fermò, chiudendo con forza gli occhi e
stringendo le lenzuola “I Cullen sono qui!” riaprì immediatamente gli occhi,
mostrandomi un oceano di lacrime che le inondarono il viso in un batter
d’occhio. Piangeva a causa mia! Una morsa mi strinse il petto e mi nascosi di
nuovo, stringendomi la testa tra le mani. “No!!!” gridò alzandosi all’in piedi
“No, non ti permetto di dire o fare qualcosa, capito? Sto bene, non mi ha
sfiorato. Anzi ci siamo ignorati” potei notare in quest’ultima parola, una nota
di tristezza, ma non ne fui certo “Ho parlato solo con Alice e Jasper si è avvicinato
per scusarsi. Jake, io voglio bene ad Alice. Ha fatto parte della mia vita…Ti
giuro che sto bene! Dai per favore, presto tornerò a casa e ne parleremo”
cominciò a girare in tondo nella stanza, sbuffando numerose volte “Jake basta!
Non tollero che lo chiami in quel modo! Mi ha fatto soffrire, ma rimarrà sempre
nel mio cuore e lo sai. Ma sai cosa ti dico? Va al diavolo!” e attaccò. Parlava
di me? Ero io ad esserle rimasto nel cuore? Mi affacciai di nuovo, aveva
gettato il telefono sul letto e stava piangendo “Perché, perché?” continuava a
ripetere. Non potevo sopportare di vederla così. Camminando, camminando, giunse
dinanzi allo specchio, si guardò, passandosi una mano sulla fronte, sotto le
occhiaie ben evidenti e sulle labbra. Rabbrividii di piacere, avrei voluto
stringerla…mi esposi troppo, tanto che d’un tratto lei sussultò e quando
focalizzai l’accaduto, scoprii che mi aveva visto riflesso nello specchio. Si
voltò incredula “Sei…sei…tu?” disse balbettando. Sorrise tra le lacrime. Non
risposi. Restai impietrito. Si avvicinò alla finestra titubante, tremando mi
posò una mano sul volto “Sei tu” disse ancora piangendo. Il mio corpo gemette
al suo tocco e gli occhi mi si chiusero. Avrei voluto che quel momento non
finisse mai. Ma non potevo andare oltre. Spalancai gli occhi e lei sobbalzò “E’
stato un errore” dissi, digrignando i denti e correndo via. La lasciai lì,
affacciata alla finestra, con la mano che accarezzava l’aria…un errore…
“Scusami
Se quella sera sono stato troppo fragile
E non ho avuto proprio forza per resistere
Per fregarmene
Scusami
Ma la voglia di sentirti era incontrollabile
Dirti tutto in quel momento era impossibile
Era inutile
Scusami,
Se ho preferito scriverlo,
che dirtelo,
ma non è facile dirti che
sei diventata il senso
di ogni mio giorno,
momento, perché...
perché sei fragile
Scusami
Se io non sto facendo altro che confonderti
Ma vorrei far di tutto per non perderti
Voglio viverti
Parlami
Ma ti prego di qualcosa oppure stringimi
Ho paura del silenzio e dei tuoi brividi
E dei miei limiti
Scusami,
Se ho preferito scriverlo,
che dirtelo,
ma non è facile dirti che
sei diventata il senso
di ogni mio giorno,
momento, perché...
perché sei fragile
e come me sai piangere
Scusami,
Se ho preferito scriverlo,
che dirtelo,
ma non è facile dirti che
sei diventata il senso
di ogni mio giorno,
momento, perché...
perché sei fragile
e come me sai piangere”
Corsi come un
pazzo verso casa, sentendo ancora sul viso, il calore della sua mano e questo
mi eccitava da morire. “Scusami Bella,
scusami. Sono proprio un’idiota!”