Quella situazione era decisamente
strana.
Nessuno sembrava
osare interrompere quel silenzio che si era venuto a creare, ma i
Mugiwara non
si stupirono quando fu Nami a farlo. Lei era fatta così. Non
sopportava i giri
di parole, i silenzi. Lei era concreta, era una che non aspettava che
le
risposte piovessero dal cielo perché Nami era una che le
risposte le
pretendeva.
-“ E’ stata questa strega a ridurti
così?”- chiese, allo
spadaccino, ancora sconcertata.
Dopo aver sentito quel “simpatico” nomignolo Perona
avrebbe
voluto strozzarla ma a impedirle di agire furono le provvidenziali
parole di
Zoro -“ No, lei non centra niente. Anzi è stata
lei a prendersi cura di me per
tutto questo tempo. Senza di lei sarei morto.”-
I suoi compagni si stupirono per ciò che disse.
Rufy volse lo sguardo verso Perona e con uno dei suoi
sorrisi più belli le disse - “Grazie mille per
aver salvato il mio amico!”-
Perona rimase senza parole. Mai nessuno fino ad allora
l’aveva ringraziata per qualcosa. Ma infondo, in vita sua,
lei non aveva mai
fatto niente per nessuno, a meno che non ci fosse stato qualche
interesse
comune.
-“ Ok! Ora che finalmente la ciurma è al completo
si può partire alla volta dell’isola degli uomini
pesce!!!”- affermò con entusiasmo il
giovane capitano.
Zoro sbiancò, non poteva aspettare oltre…
-“ Mi dispiace avervi fatto fare tutta questa strada per
nulla, ma…io non verrò con voi. Ora il mio posto
è qui.”- disse lo spadaccino
voltando loro le spalle e, senza attendere alcuna risposta, si
allontanò.
Quel giorno di sorprese ce ne erano state fin troppe e, dopo
aver superato un iniziale sbigottimento, Sanji decise che era ora di
dirgliene
quattro a quell’idiota di uno spadaccino!
Erano stati tutti preoccupati per lui, avevano attraversato
pericoli inimmaginabili per lui ed ora quel marimo li lasciava
così, senza dare
alcuna spiegazione plausibile! Quell’egoista! Era sul punto
di dar sfogo ai
suoi pensieri che una mano lo fermò. Nico Robin lo
guardò con disappunto.
Era
meglio lasciarlo un po’ da solo.
-“ Che ne dite di fare uno spuntino prima di
partire?”-
disse poi Rufy spezzando la tensione.
-“ Possibile che tu pensi solo a mangiare zucca
vuota?!?”-
continuò Sanji lasciandosi scappare un sorriso.
Perona rimase di sasso.
Ma come? Il loro amico aveva appena abbandonato la ciurma e
il suo capitano pensava solo ad ingozzarsi? Perché non gli
avevano detto nulla?
Che razza di compagni aveva Zoro?
- “ Io non capisco come potete accettare tutto questo senza
fare niente!”- gridò Perona, delusa da
quell’atteggiamento.
Rufy la guardò
negli occhi e sorridendo rispose - “ Non mi preoccupo
perché Zoro salperà con
noi!”-
-“ Come fai ad esserne sicuro?”-
Alla domanda di Perona,
Rufy si abbassò il cappello sul volto e disse con fermezza -
“ Perché noi siamo
i suoi amici e inoltre, Zoro, ha un sogno da realizzare!”
-“ E così quello sconsiderato dopo aver bevuto
quella mezza
specie di pozione è tornato bambino?”- chiese Nami
ancora incredula.
-“ Ho cercato di informarmi sull’argomento ma i
libri di
questo palazzo sono scritti in un linguaggio a me
sconosciuto…”- disse Perona
un po’ dispiaciuta.
- “A me sembra di aver già sentito parlare di una
cosa del
genere… Potrei dare un’occhiata alla tua
biblioteca?”- chiese, poi, Robin.
-“ Lei è un’archeologa.”-
spiegò Nami notando il volto perplesso
di Perona.
-“ Ecco il tè, mie dolci fanciulle”- disse il cuoco porgendo le
tazzine.
-“ Grazie Sanji, ma Rufy dov’è
finito?”- chiese
Nami, dopo aver bevuto un sorso di tè.
-“ A dire il vero non saprei… Si è
ingozzato ed è scomparso
nel nulla.”- rispose il cuoco.
Sul volto di Nico Robin comparve un sorriso.
Zoro era poggiato sullo stesso tronco
vicino al quale aveva
avuto quel doloroso incontro con il
suo capitano.
Questa volta teneva con sé le sue tre spade.
Erano passati
dei giorni da quando le aveva lasciate in una stanza di
quell’edificio ed, ora, si trovava ad
accarezzarle con una dolcezza che riservava solo a loro.
Non
passò molto che la sua attenzione fu distolta da un rumoroso
pirata.
-“ Ehi Zoro! Non sei cambiato affatto! Sei sempre a poltrine
o a prenderti cura delle tue spade!”- disse Rufy in un
sorriso.
-“ Idiota si dice poltrire!”- corresse lo
spadaccino… era
un’abitudine…
Il capitano si sdraiò vicino al compagno calando il cappello
sul viso.
Zoro lo sapeva che gliela doveva una spiegazione, anche se
per farlo avrebbe dovuto calpestare il suo maledetto orgoglio. Per
Rufy, Zoro
aveva rischiato la vita e ora avrebbe anche rischiato l'umiliazione,
cosa che
per lo spadaccino era molto più difficile.
Quel ragazzino di gomma era il suo capitano e, soprattutto,
era suo amico.
Si, decisamente glielo doveva.
-“ Rufy… quando sono diventato così non
ero molto
preoccupato. Vi avrei raggiunto e insieme sapevo che avremmo trovato
una
soluzione. Ma sai, non è così
facile…”- lo spadaccino inghiottì prima
di dare
un ultimo calcio ben assestato a quello che si poteva definire il suo
orgoglio.
-“ Ho scoperto che non è cambiato solo il mio
corpo, ma
anche il mio spirito. Tutta la forza che ho acquisito con gli
allenamenti e con
le esperienze è scomparsa. Per te e per gli altri non sarei
altro che di
intralcio, una vera palla al piede. Ora sono un debole.”-
sentirsi dire da sé
stesso quelle parole era come un pugno nello stomaco. Questa era la
prima volta
che si ascoltava veramente.
-“ Prima di rivederti avevo anche iniziato a dimenticare i
vostri volti, le nostre avventure… Probabilmente
perderò anche tutti i ricordi
che ho costruito nella mia vita, successivi a
quest’età… Sarò un moccioso
a
tutti gli effetti.-“ poi cercò di prendere tutto
il coraggio che aveva e
continuò.
-“ Resterò qui. Tanto prima
o poi mi dimeticherò di tutti voi. Ed allora sarò
felice lo stesso perché non
saprò mai di aver perduto degli amici come voi, e
perché,
forse, non avrò ancora fatto la mia promessa a Kuina e non
saprò mai che se n’è
andata via…”- terminò quasi in un
sussurro impercettibile.
Colpito e affondato.
Il capo era basso, piegato da un’umiliazione troppo pesante
da sopportare.
Il silenzio che si venne a creare era accompagnato da un
buffo rumore.
…Qualcuno stava russando?…
-“ Ma che cazzo Rufy!!! Ti sei addormentato!?!?!”-
gridò lo
spadaccino colpendolo violentemente sulla testa.
-“Aiha Zoro!!mi hai fatto male!!!!! Ma che ti è
preso??!!”- piagnucolò il
povero capitano.
I due si stavano fulminando con lo sguardo quando
all’improvviso, i grigni si trasformarono in sorrisi e una
fragorosa risata si
propagò per l’immenso giardino.
-“Uahahahahaha!adesso non sono più io il debole
della
ciurma!”- Si vantò Usop scompigliando i capelli al
piccolo Zoro.
-“ Io ho qualche dubbio in proposito fratello!”- lo
canzonò
Franky quando il povero cecchino venne messo k.o. dal diretto
interessato.
Una grossa risata si diffuse per tutta l’imbarcazione.
-“ Wow Zoro! Ora abbiamo quasi la stessa altezza!”-
disse
radioso Chopper, prima di nascondersi spaventato dietro le gambe di
Nami, dopo
un terrificante sguardo lanciato dallo spadaccino.
-“Yohohohohoho! Sono così felice che il cuore
sembra quasi
scoppiarmi fuori dal petto! Ah! Ma io non ho un cuore!
Yohohohohohoh!”-
Era appena tornato e gli altri erano già riusciti a farlo
incazzare. Ma nonostante tutto era contento, era come se fosse di nuovo
a casa
e tutti quei volti confusi avevano ripreso una loro forma.
Le cose non erano andate come previsto, come desiderava.
Però in cuor suo era contenta.
Zoro era davvero fortunato ad
averli come amici.
- “ Mia dolce Robin, la cena è pronta!”- canticchiò Sanji.
-“ Ho finito di tradurre il libro.”- affermò Robin prima di chiuderlo.
-“ O mia dea, ne ero certo!”- disse Sanji ondeggiando, contro ogni legge della gravità, al di sopra di piccoli cuori rosa.
-“ Era proprio ciò che immaginavo… Questa volta non sarà semplice…”- disse l’archeologa alzandosi dalla sedia. Sanji la guardò perplesso. Ora iniziavano i guai.
GRAZIE ANCORA! ;)