Capitolo 2 (sentiero)
Doveva ammetterlo. Era stata
brava. Molto brava. Il piano era dannatamente astuto e l’esecuzione programmata
nei minimi dettagli. Non avrebbe avuto neppure bisogno di un complice, alleato
lo chiamava lei, se non fosse stato che per portarlo a termine aveva
terribilmente bisogno di una pozione piuttosto complicata e si dava il caso che
l’esperto in quel particolare campo fosse lui, dato che l’anno precedente aveva
ottenuto uno dei migliori G.U.F.O. in pozioni che Hogwarts ricordasse dai tempi
di Salazar Serpeverde. E come alleato non era male, visto l’affetto che
legava anche lui all’amabile quartetto di grifondoro.
Entrambi avevano il medesimo fine
ed entrambi avevano bisogno l’uno dell’altra per compierlo. Si erano usati a
vicenda con grande soddisfazione reciproca.
Marlene si era rivelata molto meno
stupida di quello che gli era apparsa la prima volta. E anche molto meno tenera
dell’immagine che Severus aveva dei Tassorosso e dell’immagine stessa che lei
sembrava dare di sé, quando la si vedeva passare per i corridoi con la borsa
dei libri quasi più grande di lei, al seguito delle compagne di casa, tutte
molto più carine, disinvolte e brillanti. In quei giorni si era rivelata invece
un’attrice consumata. Severus non aveva potuto vedere con quali moine era
riuscita a fare accettare al quartetto dei supereroi i pasticcini che avevano
preparato apposta per loro ma osservando quanto fosse rimasta impassibile
quella mattina a colazione nella Sala Grande si era fatto un’idea su come fosse
riuscita a ingannarli e a rifilare loro i dolci, che i quattro Grifondoro a
quanto pare avevano spazzolato beatamente fino all’ultima briciola, viste le
conseguenze in atto in quel momento.
Potter e soci, sotto l’effetto del
Veritaserum Potenziato preparato da Piton mischiato all’impasto dei dolcetti,
stavano collezionando una figuraccia dietro l’altra: Black era arrivato a
salire sul lungo tavolo dei Grifondoro per annunciare alle ragazze di Hogwarts
che era disponibile per tutte loro – anche contemporaneamente – Potter aveva
dichiarato alla scuola che avrebbe dedicato alla Mezzosangue la Coppa del Mondo
di Quiddich – che ovviamente avrebbe vinto entro un paio d’anni, visto che era
il migliore Cercatore mai visto ad Hogwarts – e Minus si era messo a piangere
come un poppante implorando i suoi amici di volergli più bene. Solamente Lupin
era riuscito a salvarsi, per un pelo era proprio il caso di dire. Quando
aveva detto a mezza scuola che in realtà era un lupo mannaro, tutti gli avevano
riso clamorosamente in faccia e solo il fatto che si fosse limitato ad
assaggiare un unico pasticcino gli aveva impedito di continuare a spargere la
voce, con sommo dispiacere di Piton.
Severus si stava godendo lo
spettacolo con una soddisfazione che non provava da secoli.
Era riuscito tutto alla
perfezione, e con un certo stile ovviamente. Altro che la bambinata idiota e
pericolosa che Black aveva organizzato per lui in una sera di luna piena. 10 a
1 per Serpeverde.
Voltò la testa in direzione del
tavolo dei Tassorosso – tutti allibiti e con le bocche spalancate – e il suo
sguardo al di sotto degli occhi socchiusi si posò su Marlene. Il lieve sorriso
che aleggiava sul viso della ragazzina si allargò fino a splendere quando
incrociò la sua occhiata. Era la gioia in persona e l’eccitazione le colorava
di rosso acceso le guance coperte di lentiggini. Trattennero entrambi la risata
che stava esplodendo dentro di loro.
I loro occhi si ringraziarono
reciprocamente.
***
Quando Severus e Marlene si
trovarono entrambi davanti al gargoyle insieme alla professoressa McGrannit
capirono che i quattro Malandrini non erano stupidi come sembravano. Ma
sapevano anche che non avevano prove contro di loro, tranne la loro parola, e
Silente, benché filogrifondoro, era pur sempre il Preside e non poteva
incolparli senza implicare che la parola di un Grifondoro valesse di più di
quella di un Tassorosso o di un Serpeverde.
Oppure poteva?
Era pur sempre filogrifondoro e
filobabbano e filopotter dopotutto…
Mentre seguivano in silenzio la
professoressa, al cui confronto persino il ghigno del gargoyle di pietra sembrava più rassicurante, Marlene e
Severus si scambiarono un breve sguardo. L’espressione imperturbabile del
ragazzo ebbe l’istantaneo potere di sollevare la ragazzina e di convincerla a
combattere il rossore che le copriva il volto, segno fin troppo palese di
colpa.
Una volta entrati nelle stanze
private del Preside finalmente la McGrannit parlò “Siediti qui e aspetta,
McKinnon. Piton, seguimi”. Il panico afferrò Marlene. Ma come? Li facevano
entrare uno alla volta?! Alzò lo sguardo smarrito su Severus in cerca di un
appiglio ma il ragazzo non la degnò di uno sguardo e con la testa alta e le
spalle dritte precedette la professoressa nello studio di Silente.
La mezz’ora successiva dimostrò a
Marlene che il tempo è davvero relativo: troppo breve per pensare ad una linea
difensiva credibile che salvasse entrambi, troppo lunga per resistere al timore
che Severus stesse spifferando tutto in quel preciso momento.
Se fosse venuta fuori questa
storia i suoi genitori l’avrebbero uccisa. No, peggio, l’avrebbero
immediatamente prelevata da Hogwarts e riportata dritta a casa, dove sarebbe
tornata ad essere solo la “povera-piccola-marlene-che-si-impegna-tanto-ma…”
Piton, dannato Serpeverde, se dici
qualcosa a Silente io ti…
Negare, negare tutto, negare
spudoratamente, qualsiasi cosa dica Silente, è l’unico modo che ho per
salvarmi…Peccato però, Sirius non saprà mai che sono stata io. Non avrà più
l’ombra di una ragazza per chissà quanto tempo e non saprà mai che è merito
mio, della povera-piccola-marlene da non considerare…Ma che stai dicendo! Metti
subito da parte questo residuo di stupido orgoglio e preparati a mentire.
Soprattutto se Piton si è già tradito. Ma no, non lo farebbe, perché dovrebbe
andare dritto verso una punizione esemplare con le sue stesse mani…già…quando
può schivarla incolpando solo me! Accidenti a te, Severus!
Quando Piton uscì dallo studio la
rabbia di Marlene era già arrivata ad un livello tale da incenerirlo non appena
lo vide. Severus sembrò restare interdetto per un attimo, poi le si parò
davanti sibilando “Non azzardarti a dire una parola” e proseguì fino all’uscita
con la consueta espressione indecifrabile sul viso.
“Vieni più avanti, Marlene.” La
ragazzina alzò gli occhi confusa sul volto di Silente.
“Signor Preside, io…”
“Non ho bisogno di sentire la tua
versione. Severus ha raccontato tutto”
Sprofondare…
“Una gelatina ti andrebbe?”
“Come?”
“Ti ho chiesto se ti andrebbe una gelatina, io ho appena avuto la
fortuna di trovarne una al gusto di torta Sacher! O preferisci un’ape
frizzola?”
Marlene allungò istintivamente la
mano verso il vassoio che il vecchio preside le stava porgendo. Prendere tempo
poteva essere una buona tattica per rimandare l’inevitabile.
Con la caramella che ancora le
gonfiava la guancia, la ragazzina tentò di salvare il salvabile: “Tutta la
scuola è stufa dei continui soprusi di Potter e Black, può darsi che quello che
è successo serva loro di lezione…Mi rendo conto che forse è stato un po’
esagerato ma…quando ci vuole ci vuole, ecco!”
Silenzio. Alzò gli occhi ma il
preside non batteva ciglio. Perché non diceva qualcosa, accidenti!
“Va bene, mi scuso. Davvero”
Finalmente Silente si decise a
parlare: “Marlene, capisco che tu voglia giustificare Severus, anche io sarei
portato quasi a scusarlo sapendo quello che subisce quotidianamente da James e
Sirius, ma deve essere chiaro a tutti che qui sono i professori che devono
mantenere la disciplina e punire gli studenti. Nessuno di voi si deve
sostituire a loro in questo compito. Qualsiasi cosa succeda, dovete limitarvi a
riferirlo ai direttori di Casa o ai Prefetti. Severus ha sbagliato e per questo
motivo sarà punito.”
C’era qualcosa che non andava.
“E io…?” azzardò Marlene.
“Mi dispiace molto che tu sia
stata coinvolta tuo malgrado. James e Sirius hanno collegato tutto ai
pasticcini e per questo hanno fatto anche il tuo nome. Quello di Piton
invece…beh, è stato il primo sospettato, si capisce. Una pozione così
complicata poteva essere solamente alla sua portata. Comunque non temere, ora
che Severus ha confessato di aver nascosto il Veritaserum nei dolci a tua
insaputa sei completamente scagionata.”
Non ci posso credere…
D’impulso Marlene cercò sgombrare
il campo da quel travisamento e riparare all’ingiustizia: “No no no, Preside, è
tutto sbagliato! – esplose d’un fiato per lo stupore e la confusione - Sono io,
capito?, e lui mi ha solo aiutato! Sono andata da Piton in biblioteca e”
“Severus mi aveva detto che
avresti cercato di salvarlo. Dovete essere davvero buoni amici se cercate di
coprirvi a vicenda. Bene, mi fa molto piacere. E ti fa onore Marlene volerlo
aiutare ma, vedi, anche se Severus non mi avesse avvertito, non ti avrei
comunque creduto: è l’anno dei tuoi G.U.F.O., non ti avrei visto studiare come
una matta in questi quattro anni per poi mandare tutto alle ortiche per una
sciocca ragazzata. Quindi non insistere oltre, non serve ad aiutare Severus.”
La ragazzina era sconcertata. E
contribuiva ad aumentare il suo sconcerto il fatto che lo sguardo celeste di
Silente sembrava sorriderle divertito dietro le lenti a mezzaluna. O almeno le
sembrava. Stava giusto per tornare all’attacco quando il ricordo
dell’espressione di Severus mentre poco prima le intimava di stare zitta le si
parò davanti agli occhi.
Sentì la sua voce sussurrare “Cosa
gli farete?” come se stesse parlando un’altra persona.
“Beh, ovviamente sarà una
punizione esemplare, in modo che a nessuno possa venire la voglia di emulare il
gesto: ho impedito a Severus di andare a Hogsmeade per i prossimi quattro fine
settimana.”
Marlene si trattenne appena in
tempo dallo scoppiare a ridere. Una punizione esemplare davvero! Certo, per
chiunque non si chiamasse Severus Piton. In quegli anni non ricordava di averlo
mai visto unirsi allegramente alle chiassose comitive di studenti che si
riversavano nel villaggio con la prospettiva di fare scorta di ogni sorta di
dolci e gingilli o rimpinzarsi di burrobirra fino a scoppiare.
Grazie a dio, Piton era un
eccentrico! Strano che il preside non ci avesse pensato...
Non appena Silente si fu deciso a
congedarla (non prima di averle propinato una dissertazione sull’importanza del
voto dei G.U.F.O. per chiunque abbia desiderio di farsi strada nel mondo
magico), Marlene si precipitò per i corridoi alla velocità della luce.
L’irruzione che fece in biblioteca
portò un po’ di scompiglio tra gli studenti impegnati sui libri e fece alzare
minacciosamente Madama Pince dalla sua scrivania, ma non le servì a trovare
Severus. Uscì fulminea come era entrata.
Passò praticamente in rassegna
tutti gli ambienti comuni del castello senza riuscire a scovarlo e stava per
convincersi che doveva essere nella Sala Comune di Serpeverde quando un lampo
le attraversò la mente. E non trattenne più il suo sorriso complice mentre si
avvicinava a Severus che, seduto sui gradini dello stadio di Quiddich,
ostentava la sua sciarpa verde e il suo completo appagamento mentre assisteva
all’allenamento della squadra di Grifondoro.
“Perché?” esclamò giunta accanto a
lui.
Il ragazzo alzò la testa per
osservarla, con una curiosa espressione sul viso.
In effetti, era un’altra la prima
parola che voleva rivolgergli.
“Grazie” corresse.
Piton si voltò nuovamente verso il
campo, dove Potter stava facendo sfoggio della sua abilità di cercatore,
inseguendo il boccino guizzante nel cielo.
“Non ringraziarmi.” Rispose dopo
qualche istante, con la sua voce calma e profonda.
Rimasero così, in silenzio, seduti
l’uno accanto all’altra sui gradini freddi, ad osservare la squadra di
grifondoro allenarsi in un gioco del quale a loro non era mai importato nulla.
Ma gustavano ora un sapore nuovo, un piacere appena conosciuto, nel mostrarsi
davanti a Potter e ai suoi e nel manifestare la loro superiorità, consapevoli
che il loro atteggiamento fiero era espressione dell’orgoglio di essere i
responsabili del più grandioso scherzo mai capitato a dei grifondoro.
E fu osservando Sirius e
Remus che, seduti esattamente di fronte
a loro, borbottavano guardando nella loro direzione, che Marlene capì.
“Volevi tutto il merito!”
Severus scoppiò a ridere: “Ora
capisci perché è fuori luogo che tu mi ringrazi!”
La risata complice della ragazzina
fu più eloquente di una risposta.
“Ti lascio solo a prenderti tutti
gli onori!” disse alzandosi.
Stava già scendendo i gradini,
quando la voce seria di Severus la raggiunse: “E comunque tu hai i G.U.F.O.
quest’anno.”
Marlene sorrise senza voltarsi
indietro.
NOTE: appena ho letto il nome Marlene McKinnon nell’Ordine della Fenice, ho saputo subito che un nome così bello doveva per forza avere una sua storia. Quando è nata l'idea per questo racconto, non ho potuto fare a meno di inserire Marlene tra i personaggi principali, nonostante non si sappia quasi nulla di lei,e così anche questo bellissimo nome, che ho sentito subito in qualche modo collegato a quello di Severus, ha avuto il suo posto e la sua storia. Ringrazio J.K.Rowling per aver delineato i rapporti tra i Malandrini e Piton facendoci intravedere il loro legame fatto di scherzi e dispetti reciproci. Da qui è nata la mia storia, volevo far sì che Piton avesse la sua soddisfazione.
E’ doveroso citare e ringraziare Melissa, autrice di numerose stupende fanfiction tra cui Cioccorospi, nella quale descrive uno scherzo assolutamente geniale che sicuramente ha influenzato la descrizione dello scherzo in questa fic.
Per come la immagino io questa storia ha un seguito, prima di concludersi inevitabilmente con Broken Road. Per ora il seguito è nella mia mente e solo in una piccola parte già scritto. Non sapendo quando lo terminerò, non volevo lasciare questa fic incompleta e rischiare di aggiornare con i capitoli successivi chissà quando. Per questo la concludo qua, per ora, forse!
Vi ringrazio perché se siete arrivati sin qui significa
che avete letto il racconto fino alla fine!