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Autore: JoeyCe    31/05/2005    1 recensioni
La
vita ad Hogwarts può essere molto difficile. Ma a volte puoi trovare un alleato
dove meno te lo aspetti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Severus Piton
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Different ways'
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Capitolo 2 (sentiero)

Doveva ammetterlo. Era stata brava. Molto brava. Il piano era dannatamente astuto e l’esecuzione programmata nei minimi dettagli. Non avrebbe avuto neppure bisogno di un complice, alleato lo chiamava lei, se non fosse stato che per portarlo a termine aveva terribilmente bisogno di una pozione piuttosto complicata e si dava il caso che l’esperto in quel particolare campo fosse lui, dato che l’anno precedente aveva ottenuto uno dei migliori G.U.F.O. in pozioni che Hogwarts ricordasse dai tempi di Salazar Serpeverde. E come alleato non era male, visto l’affetto che legava anche lui all’amabile quartetto di grifondoro.
Entrambi avevano il medesimo fine ed entrambi avevano bisogno l’uno dell’altra per compierlo. Si erano usati a vicenda con grande soddisfazione reciproca.
Marlene si era rivelata molto meno stupida di quello che gli era apparsa la prima volta. E anche molto meno tenera dell’immagine che Severus aveva dei Tassorosso e dell’immagine stessa che lei sembrava dare di sé, quando la si vedeva passare per i corridoi con la borsa dei libri quasi più grande di lei, al seguito delle compagne di casa, tutte molto più carine, disinvolte e brillanti. In quei giorni si era rivelata invece un’attrice consumata. Severus non aveva potuto vedere con quali moine era riuscita a fare accettare al quartetto dei supereroi i pasticcini che avevano preparato apposta per loro ma osservando quanto fosse rimasta impassibile quella mattina a colazione nella Sala Grande si era fatto un’idea su come fosse riuscita a ingannarli e a rifilare loro i dolci, che i quattro Grifondoro a quanto pare avevano spazzolato beatamente fino all’ultima briciola, viste le conseguenze in atto in quel momento.
Potter e soci, sotto l’effetto del Veritaserum Potenziato preparato da Piton mischiato all’impasto dei dolcetti, stavano collezionando una figuraccia dietro l’altra: Black era arrivato a salire sul lungo tavolo dei Grifondoro per annunciare alle ragazze di Hogwarts che era disponibile per tutte loro – anche contemporaneamente – Potter aveva dichiarato alla scuola che avrebbe dedicato alla Mezzosangue la Coppa del Mondo di Quiddich – che ovviamente avrebbe vinto entro un paio d’anni, visto che era il migliore Cercatore mai visto ad Hogwarts – e Minus si era messo a piangere come un poppante implorando i suoi amici di volergli più bene. Solamente Lupin era riuscito a salvarsi, per un pelo era proprio il caso di dire. Quando aveva detto a mezza scuola che in realtà era un lupo mannaro, tutti gli avevano riso clamorosamente in faccia e solo il fatto che si fosse limitato ad assaggiare un unico pasticcino gli aveva impedito di continuare a spargere la voce, con sommo dispiacere di Piton.
Severus si stava godendo lo spettacolo con una soddisfazione che non provava da secoli.
Era riuscito tutto alla perfezione, e con un certo stile ovviamente. Altro che la bambinata idiota e pericolosa che Black aveva organizzato per lui in una sera di luna piena. 10 a 1 per Serpeverde.
Voltò la testa in direzione del tavolo dei Tassorosso – tutti allibiti e con le bocche spalancate – e il suo sguardo al di sotto degli occhi socchiusi si posò su Marlene. Il lieve sorriso che aleggiava sul viso della ragazzina si allargò fino a splendere quando incrociò la sua occhiata. Era la gioia in persona e l’eccitazione le colorava di rosso acceso le guance coperte di lentiggini. Trattennero entrambi la risata che stava esplodendo dentro di loro.
I loro occhi si ringraziarono reciprocamente.

***

Quando Severus e Marlene si trovarono entrambi davanti al gargoyle insieme alla professoressa McGrannit capirono che i quattro Malandrini non erano stupidi come sembravano. Ma sapevano anche che non avevano prove contro di loro, tranne la loro parola, e Silente, benché filogrifondoro, era pur sempre il Preside e non poteva incolparli senza implicare che la parola di un Grifondoro valesse di più di quella di un Tassorosso o di un Serpeverde.
Oppure poteva?
Era pur sempre filogrifondoro e filobabbano e filopotter dopotutto…
Mentre seguivano in silenzio la professoressa, al cui confronto persino il ghigno del gargoyle di pietra sembrava più rassicurante, Marlene e Severus si scambiarono un breve sguardo. L’espressione imperturbabile del ragazzo ebbe l’istantaneo potere di sollevare la ragazzina e di convincerla a combattere il rossore che le copriva il volto, segno fin troppo palese di colpa.
Una volta entrati nelle stanze private del Preside finalmente la McGrannit parlò “Siediti qui e aspetta, McKinnon. Piton, seguimi”. Il panico afferrò Marlene. Ma come? Li facevano entrare uno alla volta?! Alzò lo sguardo smarrito su Severus in cerca di un appiglio ma il ragazzo non la degnò di uno sguardo e con la testa alta e le spalle dritte precedette la professoressa nello studio di Silente.
La mezz’ora successiva dimostrò a Marlene che il tempo è davvero relativo: troppo breve per pensare ad una linea difensiva credibile che salvasse entrambi, troppo lunga per resistere al timore che Severus stesse spifferando tutto in quel preciso momento.
Se fosse venuta fuori questa storia i suoi genitori l’avrebbero uccisa. No, peggio, l’avrebbero immediatamente prelevata da Hogwarts e riportata dritta a casa, dove sarebbe tornata ad essere solo la “povera-piccola-marlene-che-si-impegna-tanto-ma…”
Piton, dannato Serpeverde, se dici qualcosa a Silente io ti…
Negare, negare tutto, negare spudoratamente, qualsiasi cosa dica Silente, è l’unico modo che ho per salvarmi…Peccato però, Sirius non saprà mai che sono stata io. Non avrà più l’ombra di una ragazza per chissà quanto tempo e non saprà mai che è merito mio, della povera-piccola-marlene da non considerare…Ma che stai dicendo! Metti subito da parte questo residuo di stupido orgoglio e preparati a mentire. Soprattutto se Piton si è già tradito. Ma no, non lo farebbe, perché dovrebbe andare dritto verso una punizione esemplare con le sue stesse mani…già…quando può schivarla incolpando solo me! Accidenti a te, Severus!
Quando Piton uscì dallo studio la rabbia di Marlene era già arrivata ad un livello tale da incenerirlo non appena lo vide. Severus sembrò restare interdetto per un attimo, poi le si parò davanti sibilando “Non azzardarti a dire una parola” e proseguì fino all’uscita con la consueta espressione indecifrabile sul viso.
“Vieni più avanti, Marlene.” La ragazzina alzò gli occhi confusa sul volto di Silente.
“Signor Preside, io…”
“Non ho bisogno di sentire la tua versione. Severus ha raccontato tutto”
Sprofondare…
“Una gelatina ti andrebbe?”
“Come?”
“Ti ho chiesto se ti andrebbe una gelatina, io ho appena avuto la fortuna di trovarne una al gusto di torta Sacher! O preferisci un’ape frizzola?”
Marlene allungò istintivamente la mano verso il vassoio che il vecchio preside le stava porgendo. Prendere tempo poteva essere una buona tattica per rimandare l’inevitabile.
Con la caramella che ancora le gonfiava la guancia, la ragazzina tentò di salvare il salvabile: “Tutta la scuola è stufa dei continui soprusi di Potter e Black, può darsi che quello che è successo serva loro di lezione…Mi rendo conto che forse è stato un po’ esagerato ma…quando ci vuole ci vuole, ecco!”
Silenzio. Alzò gli occhi ma il preside non batteva ciglio. Perché non diceva qualcosa, accidenti!
“Va bene, mi scuso. Davvero”
Finalmente Silente si decise a parlare: “Marlene, capisco che tu voglia giustificare Severus, anche io sarei portato quasi a scusarlo sapendo quello che subisce quotidianamente da James e Sirius, ma deve essere chiaro a tutti che qui sono i professori che devono mantenere la disciplina e punire gli studenti. Nessuno di voi si deve sostituire a loro in questo compito. Qualsiasi cosa succeda, dovete limitarvi a riferirlo ai direttori di Casa o ai Prefetti. Severus ha sbagliato e per questo motivo sarà punito.”
C’era qualcosa che non andava.
“E io…?” azzardò Marlene.
“Mi dispiace molto che tu sia stata coinvolta tuo malgrado. James e Sirius hanno collegato tutto ai pasticcini e per questo hanno fatto anche il tuo nome. Quello di Piton invece…beh, è stato il primo sospettato, si capisce. Una pozione così complicata poteva essere solamente alla sua portata. Comunque non temere, ora che Severus ha confessato di aver nascosto il Veritaserum nei dolci a tua insaputa sei completamente scagionata.”
Non ci posso credere…
D’impulso Marlene cercò sgombrare il campo da quel travisamento e riparare all’ingiustizia: “No no no, Preside, è tutto sbagliato! – esplose d’un fiato per lo stupore e la confusione - Sono io, capito?, e lui mi ha solo aiutato! Sono andata da Piton in biblioteca e”
“Severus mi aveva detto che avresti cercato di salvarlo. Dovete essere davvero buoni amici se cercate di coprirvi a vicenda. Bene, mi fa molto piacere. E ti fa onore Marlene volerlo aiutare ma, vedi, anche se Severus non mi avesse avvertito, non ti avrei comunque creduto: è l’anno dei tuoi G.U.F.O., non ti avrei visto studiare come una matta in questi quattro anni per poi mandare tutto alle ortiche per una sciocca ragazzata. Quindi non insistere oltre, non serve ad aiutare Severus.”
La ragazzina era sconcertata. E contribuiva ad aumentare il suo sconcerto il fatto che lo sguardo celeste di Silente sembrava sorriderle divertito dietro le lenti a mezzaluna. O almeno le sembrava. Stava giusto per tornare all’attacco quando il ricordo dell’espressione di Severus mentre poco prima le intimava di stare zitta le si parò davanti agli occhi.
Sentì la sua voce sussurrare “Cosa gli farete?” come se stesse parlando un’altra persona.
“Beh, ovviamente sarà una punizione esemplare, in modo che a nessuno possa venire la voglia di emulare il gesto: ho impedito a Severus di andare a Hogsmeade per i prossimi quattro fine settimana.”
Marlene si trattenne appena in tempo dallo scoppiare a ridere. Una punizione esemplare davvero! Certo, per chiunque non si chiamasse Severus Piton. In quegli anni non ricordava di averlo mai visto unirsi allegramente alle chiassose comitive di studenti che si riversavano nel villaggio con la prospettiva di fare scorta di ogni sorta di dolci e gingilli o rimpinzarsi di burrobirra fino a scoppiare.
Grazie a dio, Piton era un eccentrico! Strano che il preside non ci avesse pensato...
Non appena Silente si fu deciso a congedarla (non prima di averle propinato una dissertazione sull’importanza del voto dei G.U.F.O. per chiunque abbia desiderio di farsi strada nel mondo magico), Marlene si precipitò per i corridoi alla velocità della luce.
L’irruzione che fece in biblioteca portò un po’ di scompiglio tra gli studenti impegnati sui libri e fece alzare minacciosamente Madama Pince dalla sua scrivania, ma non le servì a trovare Severus. Uscì fulminea come era entrata.
Passò praticamente in rassegna tutti gli ambienti comuni del castello senza riuscire a scovarlo e stava per convincersi che doveva essere nella Sala Comune di Serpeverde quando un lampo le attraversò la mente. E non trattenne più il suo sorriso complice mentre si avvicinava a Severus che, seduto sui gradini dello stadio di Quiddich, ostentava la sua sciarpa verde e il suo completo appagamento mentre assisteva all’allenamento della squadra di Grifondoro.
“Perché?” esclamò giunta accanto a lui.
Il ragazzo alzò la testa per osservarla, con una curiosa espressione sul viso.
In effetti, era un’altra la prima parola che voleva rivolgergli.
“Grazie” corresse.
Piton si voltò nuovamente verso il campo, dove Potter stava facendo sfoggio della sua abilità di cercatore, inseguendo il boccino guizzante nel cielo.
“Non ringraziarmi.” Rispose dopo qualche istante, con la sua voce calma e profonda.
Rimasero così, in silenzio, seduti l’uno accanto all’altra sui gradini freddi, ad osservare la squadra di grifondoro allenarsi in un gioco del quale a loro non era mai importato nulla. Ma gustavano ora un sapore nuovo, un piacere appena conosciuto, nel mostrarsi davanti a Potter e ai suoi e nel manifestare la loro superiorità, consapevoli che il loro atteggiamento fiero era espressione dell’orgoglio di essere i responsabili del più grandioso scherzo mai capitato a dei grifondoro.
E fu osservando Sirius e Remus che, seduti esattamente di fronte a loro, borbottavano guardando nella loro direzione, che Marlene capì.
“Volevi tutto il merito!”
Severus scoppiò a ridere: “Ora capisci perché è fuori luogo che tu mi ringrazi!”
La risata complice della ragazzina fu più eloquente di una risposta.
“Ti lascio solo a prenderti tutti gli onori!” disse alzandosi.
Stava già scendendo i gradini, quando la voce seria di Severus la raggiunse: “E comunque tu hai i G.U.F.O. quest’anno.”
Marlene sorrise senza voltarsi indietro.


NOTE: appena ho letto il nome Marlene McKinnon nell’Ordine della Fenice, ho saputo subito che un nome così bello doveva per forza avere una sua storia. Quando è nata l'idea per questo racconto, non ho potuto fare a meno di inserire Marlene tra i personaggi principali, nonostante non si sappia quasi nulla di lei,e così anche questo bellissimo nome, che ho sentito subito in qualche modo collegato a quello di Severus, ha avuto il suo posto e la sua storia. Ringrazio J.K.Rowling per aver delineato i rapporti tra i Malandrini e Piton facendoci intravedere il loro legame fatto di scherzi e dispetti reciproci. Da qui è nata la mia storia, volevo far sì che Piton avesse la sua soddisfazione.
E’ doveroso citare e ringraziare Melissa, autrice di numerose stupende fanfiction tra cui Cioccorospi, nella quale descrive uno scherzo assolutamente geniale che sicuramente ha influenzato la descrizione dello scherzo in questa fic.
Per come la immagino io questa storia ha un seguito, prima di concludersi inevitabilmente con Broken Road. Per ora il seguito è nella mia mente e solo in una piccola parte già scritto. Non sapendo quando lo terminerò, non volevo lasciare questa fic incompleta e rischiare di aggiornare con i capitoli successivi chissà quando. Per questo la concludo qua, per ora, forse!
Vi ringrazio perché se siete arrivati sin qui significa che avete letto il racconto fino alla fine!

  
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