CAPITOLO 17
La ragazza misteriosa
Draco Malfoy p.v.
Appena lĠaria tersa
del mattino mi battZ
Sorvolai tutta la foresta proibita ma non mi
avvicinai mai troppo agli alberi, ormai nella pelle avevo impressa la
diffidenza per quel posto.
Mi soffermai su una
radura e vidi degli esseri scuri sotto di me che si muovevano, ebbi la
sgradevole sensazione che fossero dei ragni enormi.
Mi alzai di quota
un altro poĠ, non perchZ
Il sole non era
ancora sorto ma ormai il cielo era illuminato da un modesto chiarore.
Spinsi leggermente
con le ginocchia la scopa verso sinistra e, con un ampia curva, mi diressi
nuovamente verso il castello.
Guardai dritto
davanti a me e, socchiudendo gli occhi leggermente, trassi un profondo respiro.
Piano, piano
staccai le mani dalla scopa, stesi le braccia allĠaltezza delle spalle, con i
palmi aperti, chiusi gli occhi e mi sentii finalmente libero.
Libero.
Libero dalle fatiche e dalle ansie del giorno prima, libero dal potere che il mio nome esercitava su di me, sulle mie amicizie, sul mondo, solo io, la mia Nimbus 2001 ed il cielo, per sentirmi padrone di me stesso.
Non avevo paura di
cadere, mi fidavo totalmente di lei.
Avevamo condiviso
di tutto: dallĠadrenalina e lĠorgoglio della vittoria alla delusione e la
rabbia della sconfitta.
Abbassai le
braccia, inspirai a pieni polmoni, aprii gli occhi e guardai sotto di me: il
lago.
Impugnai saldamente
il manico e con un lieve tocco delle gambe le feci fare un mezzogiro.
Scesi leggermente
di quota e, girandogli lentamente sopra, fissai quella massa nera.
Cercai di
immaginare cosa ci fosse sotto tutta quellĠacqua gelida e scura ma era
impossibile vedere qualsiasi cosa.
Osservai il
paesaggio intorno a me e scorsi una figura solitaria sulla torre dĠastronomia
che mi fissava, trasalii e la figura si volt bruscamente dallĠaltra parte.
Sempre facendo
finta di non averla vista iniziai a guardarla meglio, ero quasi sicuro fosse
una ragazza; mi avvicinai un pochino, si, era proprio una ragazza.
Stava seduta sul
cornicione con le ginocchia appoggiate al petto e con le braccia si cingeva le
gambe.
Aveva la testa rivolta
verso la foresta ma, ero sicuro, parte dello sguardo era rivolto a me.
Decisi di farle
vedere come vola chi ha classe.
Iniziai a compiere
diverse acrobazie particolarmente difficili, cos, se non fosse rimasta
talmente affascinata da venirmi a chiedere lĠautografo, cosa peraltro
impossibile, avrei potuto tranquillamente dire che mi stavo allenando.
Sudavo, nonostante
il freddo, un poĠ per la tensione di eseguire tutto alla perfezione, un poĠ per
la fatica, ma lei non accennava un minimo segno dĠammirazione, neanche
dĠinteresse, neanche di schifo, niente!
Totalmente
indifferente!
Beh, peggio per
lei, non sapeva quel che si stava perdendoÉ
Ad un certo punto
la vidi scendere con salto dal cornicione e avviarsi verso le scale, camminava
in modo strano, aprire la porta, entrare nel castello e chiuderla alle sue
spalle.
Forse ha pensato
fossi un cretino che si delle arie e se nĠ? andata tutta offesa, forse ho
esageratoÉ
Ma non ? colpa mia
se sono bravo!
Continuai a volare
ancora un poĠ ma quel breve scambio di sguardi mi aveva elettrizzato e la sua
reazione deluso.
Capii che tanto non
avrei potuto continuare a volare senza sentirmi a disagio e quindi scesi.
Mentre andavo a
posare la scopa, speravo solo non mi avesse riconosciuto, chiunque fosse stata
quella ragazzaÉ