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Autore: salf    28/09/2009    2 recensioni
dal primo cap: New Heaven era stato il suo sogno, da quell’estate e non vedeva l’ora di tornarci. Ora niente lo poteva allontanare da New Heaven: avrebbe aspettato il suo ritorno. Sono graditi i commenti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sposata. Incinta. Felice. Erano le tre parole che continuavano a ronzare nella sua testa e poi il suo viso, Julie. “Perché? Perché ti ho lasciato andare? Perché?” continuava a ripetersi.
Il fatto che fosse incinta era bello ma che non fosse suo figlio era terribile, era la cosa peggiore. Questa cosa lo distruggeva, forse la nonna aveva ragione doveva dire addio a questo amore impossibile. Ormai lei non era più sua e non lo sarebbe mai stata.Mai più. Era un dolore fisico come quando sua madre era morta.
“Tim dove vai? Torna qui!” il vecchio pastore stava correndo incontro a qualcuno che camminava sulla spiaggia, doveva fermarlo prima che combinasse qualche danno. Il vecchio Tim ogni tanto dava di matto e si stava preparando una scusa.
“Tim? Vecchio pazzo sei tu!” quella voce. Non era possibile, quella voce. Era lei. I pensieri di Sam iniziarono a correre e senza accorgersene correva anche lui. Come un tempo.
“Julie?”
La donna alzò il viso e smise di accarezzare il cane per guardarlo “ Sam? Sei tu?”. Non riuscì a dire una parola ma disse di sì con la testa e lei lo abbracciò. Lui non sapeva cosa fare: abbracciarla era l’unica cosa che ebbe la forza di fare.
“Ehi fai piano non mi soffocare!”
“Scusami Julie” disse lui guardandola intensamente.
“Stai bene, mia madre mi ha detto che sei il nuovo medico del paese. Pensavo di venirti a trovare allo studio al più tardi dopodomani. Volevo vederti al tavolo del vecchio dottor Wilson. Sono contenta, hai realizzato il tuo sogno. Sai mia madre ha trovato tua nonna al supermercato stamattina che ovviamente ha spifferato tutto a mia madre sul fatto che ora il Medico sei tu! Raccontami: dove la signora Sthen?” si guardò intorno cercando un’altra persona.
“ Non sono sposato e non ho nessuna storia. No, non sono gay se la tua seconda domanda è questa” disse ridendo sapendo che avrebbe fatto la domanda in questione visto che la conosceva talmente bene da sapere esattamente cosa avrebbe detto. “Non ho ancora trovato nessuna che mi abbia coinvolto” come hai fatto tu ma le ultime parole le disse tra sé per non spaventarla, temeva che sparisse come si era materializzata. “Tu invece? mia nonna mi ha detto che sei incinta.”. Avrebbe voluto allungare la mano sulla sua pancia per sentire l’essere che cresceva in lei. In quel momento l’invidia e la gelosia per l’uomo che le stava accanto erano al culmine.
Sorrise “ Si, io e Junior siamo felicissimi, era il nostro sogno. Infatti volevo passare da te proprio per questo, ti va di dare un ‘occhiata alla mia cartella. Secondo la mia ginecologa va tutto bene ma se lo dici tu sento più tranquilla. Non mi hai mai detto una bugia.”
“Certo se vuoi possiamo anche fare una ecografia cosi posso dire di aver avuto un paziente che non si lamenta e che non prova a sedurmi ” risero insieme, come un tempo.
“ Allora a domani vado perché ho troppo sonno la gravidanza mi stanca.”. lo abbracciò di nuovo e se ne andò. Era un apparizione, un sogno. Eppure era lei. Il suo profumo e il suo sorriso erano gli stessi. Come un tempo.
Domani l’avrebbe rivista e chissà se avrebbe avuto il coraggio di parlarle, di dirle che l’amava ancora che ci sarebbe sempre stato per lei. Come un tempo.

“Buongiorno! Gia sveglio?”
“Non sono andato a dormire.”
“Perché?”
“Ho trovato Julie sulla spiaggia ieri notte e quando sono tornato a casa mi sono messo a guardare delle vecchie foto, e solo ora che sei scesa mi sono accorto che è gia giorno. Devo andare a prepararmi altrimenti faccio tardi e ho un sacco di appuntamenti. Oggi pomeriggio mi vedo con Liam, mi fa vedere la casa vicino al faro, quindi non aspettarmi per pranzo.”.
“Come stai?” Alice vide il viso tirato del nipote, l’incontro l’aveva distrutto e guardare le vecchie foto non lo aveva aiutato. Cosa avrebbe potuto fare? “ perché non rimani a casa cosi dormi un po tanto Jen è capace a mandare avanti lo studio per un giorno, se ci saranno delle emergenze ti chiamerà. Per la casa non ti devi preoccupare non devi andare via. Non avere fretta.”
“Nonna, quando mi avresti detto di non voler tornare a New York? Ho capito che tu hai deciso di restare ed è per questo che devo cercare qualcosa altrimenti tutti penseranno che sono un uomo viziato e nessuna donna mi vorrà mai. Nonna ti voglio bene ma devo andare”
“Quando dovrebbe passare?” lo guardò dritto negli occhi sapeva che quel senso del  dovere aveva una ragione.
“In giornata anche se non sono sicuro. Mi ha chiesto di dare un occhiata a degli esami. Ha detto che si fida del mio parere.”restò in silenzio qualche instante “ è ancora bellissima, la pancia si vede appena. Ci credi che ha riconosciuto il vecchio Tim, eppure era un po’ più grande di un cucciolo, la cosa incredibile e che lui l’abbia riconosciuta!” Alice era triste, lui forse covava ancora delle speranze.
“E’ sposata e incinta. Perché non metti una pietra sopra e non ci pensi piu.” Doveva convincerlo a lasciar perdere, Marta gli aveva detto che il bambino era arrivato dopo tanti tentativi e aveva fatto capire che Sam doveva stare lontano da lei. Alice aveva provato a spiegare che non era semplice, in tutti questi anni si erano sentite spesso e aveva sempre sorvolato sul fatto che lui non l’aveva dimenticata anche se era sottointeso che lui la pensava ancora.
“Non posso, non ci riesco. Lo so, hai ragione dovrei farlo ma ieri lei era sola. Comunque stai tranquilla non ho intenzione di sedurre una donna sposata e incinta. Non sono un cattivo ragazzo. Voglio solo fare il bravo medico e dare un consiglio spassionato. Sono o non sono un bravo ragazzo?” restò in silenzio per qualche instante guardando il viso perplesso della nonna “ Stai tranquilla non farò nulla di cui mi potrò pentire. Ti ho mai deluso?”
“No, non l’hai mai fatto ma… Sam è Julie non ti voglio depresso come quando siamo tornati qui quell’estate. Non potrei sopportare di vederti soffrire, di nuovo. Ho sempre sperato che tu trovassi qualcuno che ti potessi farla dimenticare. C’è stato un momento un cui ero convita che Darla era la persona giusta per te. Perché non la chiami? Potrebbe venire questo weekend… che ne pensi?”
Sam salì le scale
“Pensa Sam tu e Darla alla casa vicino al faro. Sarebbe bello. Pensa Sam.” Sapeva che non l’avrebbe fatto ma doveva provarci.

Era preoccupata, da qualche giorno non sentiva più il bambino muoversi come prima. Era tornata a New Heaven per Sam. Si fidava di lui come medico e come amico, le avrebbe detto la verità,  l’aveva sempre fatto. Ieri sera era sicura di trovarlo sulla spiaggia, era il loro appuntamento: tutte le sere dopo cena portavano i cani a spasso e così loro due  stavano insieme: l‘ultimo bacio prima delle lunghe ore della notte lontani l‘una dall‘altro. Quei ricordi erano dolci e semplici. Il telefono accanto al letto squillò interrompendo fluire dei ricordi.
“Pronto?”
“Ciao Amore, sono io. Come stai?”
“Ciao Junior. Sto bene. Quando arrivi? Ieri ho trovato Sam e gli ho chiesto di dare un’occhiata ai miei esami e oggi vado da lui, mi ha promesso un ecografia. Dice di voler dire di aver un paziente sano e giovane!” rise mentre lo diceva pensando a come Sam ieri la guardava. Per un instante pensò che negli occhi di Sam aveva letto la gelosia verso Junior. Sam era ancora un libro aperto per lei nonostante gli anni.
“Sono qui sotto pigrona. Scendi che andiamo a fare colazione e poi andiamo insieme da Sam.”
Lei avrebbe voluto correre ma camminò piano non voleva rischiare. Inoltre alla fine delle scale lo avrebbe trovato. Il suo porto sicuro. La scorsa primavera era convinta di averlo perso, in quel periodo non riusciva a restare incinta e si rifiutavano di fare esami per accertare di chi era la colpa e nessuno dei due voleva andare incontro a delle responsabilità; si erano allontanati a tal punto che lei aveva capito che  si vedeva con una donna, un amante. Ormai la separazione era inevitabile quando lei scoprì di essere incinta. Nel giro di poche settimane erano di nuovo innamorati, nuovamente persi l’uno dell’altra. Come quando si erano conosciuti all’ università, e lui studiava legge e lei letteratura.
“Andiamo alla tavola calda o vuoi mangiare qualcosa qui e poi andare da Sam.”
“Mangiamo qualcosa qui non ho voglia di andare alla tavola calda. E poi da Sam.”
“Devo essere geloso?”
“Di chi?”
“Di Sam. Non era un tuo spasimante.”
“ Devi stare tranquillo Junior, Julie non vede Sam da piu di dieci anni pensa che non è nemmeno venuto al vostro matrimonio anche se era stato invitato.” Julie guardò la madre per un instante non sapeva che Sam fosse stato invitato, pensava che avessero invitato solo Alice. “ Dovete solo pensare alla piccola creatura che cresce nella pancia della mia bambina” rispose Marta preparando la colazione a Julie
“Tranquillo Junior. Era uno spasimante ora è solo un amico fidato.”
“ Più che un amico lo definirei un conoscente o un vecchio amico ma nulla di più.” Aggiunse Marta rassicurando il genero come se fosse necessario.Sorrise a entrambi mentre Julie usciva dalla porta con il piatto in mano e Junior rispondeva al telefono.
Julie mangiò sul portico guardando il mare, l’odore della salsedine era buono e pieno di ricordi. Sam era uno di questi. Si preparò e mano nella mano con Junior uscì. Felice di essere nel posto più bello in assoluto con l’uomo più bello in assoluto nel momento più bello in assoluto della sua vita. Si sentiva la persona più fortunata in assoluto.

“Jen oggi dovrebbe passare una signora di nome Julie Carter, quando arriva falla entrare subito senza farla aspettare.”
“Ok Doc”
“Grazie Jen”
Ora doveva solo aspettare. La cosa peggiore, eppure aveva aspettato 13 anni per rivederla qualche ora dovevano essere poche in confronto, ma il profumo, il suo profumo era troppo buono e creava dipendenza. Sorrideva mentre ricordava l’unica volta che aveva dormito nella sua cameretta nel suo piccolissimo letto insieme con lei stretti in un abbraccio, e Jen entrò proprio in quel momento a disturbarlo per annunciare un paziente. Lo guardò per un instante preoccupata non lo vedeva così entusiasta da quando lo conosceva e lavorava nello studio medico di quella città dimenticata dal mondo.
“E’ il vecchio Jimmy, si lamenta del suo reumatismo. Lo faccio entrare? Ha chiamato Rose: il piccolo Phillip ha la febbre e ha chiesto se puoi passare oggi pomeriggio?”
“Chiamala e dille che a pranzo passerò a dare un’occhiata alla peste, chiama Liam e digli che farò da solo e di lasciare le chiavi nel portico. Lui capirà.”.
“Ok Doc”
“ Prepara la stanza per le ecografie“.
“Ok doc” Jen iniziò a pensare che Sam oggi fosse proprio strano, ma non si preoccupò, il vecchio Wilson era ancora più strano. D’altronde come poteva un medico cosi giovane e bravo voler esercitare in quel maledetto posto. Sorrise e fece entrare il vecchio Jimmy.



Grazie a chi a letto fino ad ora. Un grazie in particolare a DolceMony che ha recensito.
Stefy
  
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