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Autore: DesperateGirl    28/09/2009    7 recensioni
è tipo una vita che non scrivo, ma il mio cuore sentiva la necessità di scrivere una fine degna di questo nome ad uno dei telefilm che mi è entrato dentro in un modo che non mi aspettavo... Non è Roswell, e questo per me è stranissimo...Credevo non fosse possibile che riuscissi a scrivere su un altro fandom, ma si matura e si cambia Ovviamente la ff è in fase di scrittura, ma verrà portata a termine, anche perchè sono stata ampiamente minacciata Il titolo non c'entra un piffero con la storia, ma ormai sonoin modalità fissa ed ascolto praticamente solo questa e mi sembrava giusto utilizzarla proprio con loro
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1

 

 

New York, la grande occasione della mia vita, così mi aveva salutato Lindsay prima di partire per Toronto, insieme a Mel, Gus e Jenny. Ed io in quel momento ci credevo. E dopo aver annullato le nozze ho deciso che non potevo sacrificare me stesso.

Non posso dire che sia stata una decisione facile da prendere. Da un lato c’era l’amore della mia vita, dall’altra l’opportunità di poter fare davvero qualcosa di buono. Ho sempre saputo di non poter avere entrambi, ma sapevo che l’amore tra me e Brian non sarebbe finito a causa della lontananza, infondo non era la prima volta che ci lasciavamo, in quattro anni non avevamo fatto altro.

Non sarei voluto partire, ma Brian mi ha spinto, anzi quasi obbligato a prendere quel maledetto aereo che mi ha portato in questa dannata città. Mi ha detto che non voleva stare con una persona che sacrifica i suoi sogni per amore, e così eccomi qui, nella grande mela, cercando di inseguire quel sogno che mi ha portato via da lui. Di mattina seguo i corsi di disegno, mentre la sera lavoro in un locale come barista, locale molto simile al Babylon, se non fosse che manca l’attrazione principale. Brian. Non ho sue notizie da… beh troppo tempo. In pratica l’ultima volta che l’ho sentito è stata quando sono arrivato a New York. L’ho chiamato per fargli sapere che stavo bene, poi il nulla. Certo cosa mi aspettavo, me l’ha detto chiaramente che sentirsi ogni giorno e vedersi solo nel week-end non sarebbe servito a nulla. Al contrario Debbie mi chiama almeno una volta al giorno per sapere se mangio e soprattutto se sto scopando. Mi manca tanto, è come una seconda mamma. Mi ha accolto in casa sua dopo che i miei avevano scoperto che sono gay.

Guardo annoiato fuori dal finestrino e quasi mi viene un colpo. Davanti ad una vetrina di un negozio di scarpe, una sagoma di spalle mi sembra familiare, troppo familiare. Sto per spingere giù il finestrino e gridare il suo nome, quando si gira e mi accorgo che ho preso un abbaglio. Certo non poteva essere altrimenti. Lui non è il tipo che fa queste cose.

-Ehi Justin, tutto bene? – domanda Doug seduto al mio fianco

-Si, mi è sembrato di vedere…- mi fermo. Come posso definire Brian? Un amico? No, noi non siamo mai stati davvero amici. Amante? Neanche. Fidanzato? Ormai non più. La migliore scopata della mia vita? Ma non è mai stato solo questo –…una persona che conoscevo- dico alla fine. E non posso fare altro che ripensare all’ultima volta che siamo stati insieme, a come ci siamo baciati, come se fosse stata l’ultima. Alt, ci sto ricadendo. Mi sono ripromesso di non pensare più a lui. A distanza di quasi un anno fa ancora male. Fa male pensare che non si sia fatto sentire neanche una volta, fa male pensare che forse tutto quello che abbiamo passato insieme sono stati importanti solo per me. Sono stato uno stupido a pensare di aver fatto breccia dove neanche Michael c’è riuscito. Nel suo cuore. Forse è per questo che ho rifiutato tutti gli inviti di Debbie di passare le vacanze a Pittsburgh. Non volevo vedere che lui era riuscito ad andare avanti mentre io ero, o meglio, sono legato ancora a questa storia

-Allora ci vediamo questa sera?- mi volto perplesso verso il mio amico. Ero così intento a pensare da non essermi accorto che stava parlando ancora con me

-Mi spiace non posso. Devo finire ancora un disegno per domani- mento, quel disegno è pronto da giorni ormai. Semplicemente non ho voglia di andare a rimorchiare in uno squallido bar, il mio unico giorno libero

-Ma…-

-La mia fermata- non gli do il tempo di dire nulla, mi alzo all’improvviso, infilo la mia tracolla e scendo di corsa dall’autobus

Percorro i pochi metri che mi separano dal mio appartamento, ancora immerso nei miei pensieri. Quando sono davvero vicino mi accorgo di un ragazzo seduto sulle scale esterne del palazzo che si sta sfregando le braccia con le mani, infilati in un paio di guanti rossi. Mano a mano che mi avvicino quella sagoma mi sembra sempre più familiare

-Emmett?-chiedo sorpreso

-Justin, finalmente- si alza e mi viene incontro abbracciandomi

-Cosa, come…Cioè…Sono così felice di rivederti-

-Avevo un po’ di tempo libero e ho pensato di fare una sorpresa ad un amico- mi sorride, ed io non posso far altro che sorridere di rimando

-Vieni che ti offro un the caldo, si gela qui fuori-

-Grazie raggio di sole, mi si sono congelate le chiappe-

 

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-Allora…Come stanno Michael e Ben?- chiedo versando il the in due tazze spaiate

-Bene…sai hanno adottato Hunter. Ormai sono una famiglia felice-

-Sono contento.- porgo una tazza ad Emmett e mi siedo accanto a lui sul divano sgangherato

-Ted sta con Blake, sono diventati inseparabili. Sempre appiccicati-

-Sul serio?-

-Si…Mentre io- si pavoneggia come una prima donna – io e Drew stiamo finalmente insieme-

-Sai Emmett... Li leggo i giornali. Le vostre foto sono su tutte le copertine dei giornali di gossip-

-Lo so… Non siamo carini?- io semplicemente annuisco, sorridendo appena – Justin in verità sono qui per un altro motivo-

-E’ successo qualcosa? Mia madre sta bene? Mia sorella ha…-

-Si tratta di Brian -sento che il mio mondo si sta sgretolando piano piano sotto i miei piedi. Mi rendo conto di essere rimasto immobile per non so quanto tempo, semplicemente la mia mente rifiuta di accettare quello che Emmett sta cercando di dirmi

-Cosa…Cosa è successo?- dico alla fine

-Stava tornando alla…villa. La strada era ghiacciata, ha perso il controllo dell’auto ed ha avuto un incidente-

-Quando?-

-La settimana scorsa-

-Perché cazzo Debbie non me l’ha detto- urlo

-Lui non vuole-

-Che cazzo significa che lui non vuole- urlo ancora di più

-Sai com’è Brian. È così orgoglioso-

-Orgoglioso? Lui rischia la vita e si permette di essere orgoglioso?- mi alzo dal divano in preda ad una crisi isterica. Passeggio lentamente nella minuscola stanza, che poi costituisce il mio appartamento. È tipico di Brian. Allontanare tutti gli altri proprio nel momento in cui ha più bisogno. –Così, se il signor tutto d’un pezzo non vuole che io sappia, perché sei qui Emmett?-

-Tu devi sapere, Justin-

-Sapere cosa, Emm?-

-E’ stato operato di urgenza, ma ci sono state delle complicazioni durante l’operazione, e lui è…-

Oddio no, non posso ascoltare. Non posso pensare che gli sia successo qualcosa di brutto, non all’unica persona più importante della mia vita. Ricado sul divano, totalmente privo di forza. Mi sento svuotato da ogni energia.

-E’ in coma-


  
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