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Autore: Erhien    28/09/2009    9 recensioni
Salve a tutti quanti! Questa storia è incentrata sulla coppia Draco/Harry. La storia si svolge durante il 6° anno a Hogwarts; i due arrivano ad avere un contatto stretto, e non mi riferisco alle litigate, ma alle lettere, più percisamente pagine di diario, che i due si scambiano. Involontariamente. Inconsapevolmente. I maghi si troveranno quindi a confidarsi l'un l'altro le loro emozioni, le loro vite, alternando momenti bui con scenette divertenti. Ma cosa potrebbe accadere se uno di loro venisse a scoprire l'identità del suo caro amico di penna? Spero di avervi intrigato un pochino!
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PER FAVORE, NON LINCIATEMI! MI DISPIACE DI AVER FATTO PASSARE COSI’ TANTO TEMPO, MA HO AVUTO QUALCHE PROBLEMA. ORA PERO’ CREDO CHE RIUSCIRO’ AD AGGIORNARE UN PO’ PIU’ FREQUENTEMENTE. VORREI RINGRAZIARE NATURALMENTE MAKIRI, LA MIA BETA: SCUSA SE TI DISTURBO MENTRE STUDI! GRAZIE MILLE ^_^
BUONA LETTURA!


Capitolo 3
22 ottobre 1996


Potter rimase a fissare la sua lettera, quel pezzo di carta simbolo della sua follia.
Speriamo bene…
Con un nuovo senso di sicurezza, Harry posò la sua lettera sulla solita sedia.
Ma ora che me ne faccio di queste? Si chiese il ragazzo guardando le pergamene che aveva in mano. Forse lui avrebbe potuto tenere le lettere dell’altro, e viceversa. Per ciò avrebbe dovuto lasciare anche le sue prime pagine di diario. A questo punto, il moro si vide costretto a scrivere altre due righe.
“P.S.: ho pensato di prendere la mia lettera e di dare a te tutto quello che ho scritto io. Che te ne pare di continuare con questo scambio?”
Risolto il problema, piegò la lettera dell’altro e se la mise in tasca, abbandonando ancora una volta quei fogli nella Stanza delle Necessità.
- Chissà se Hermione avrà già finito di leggere quel mattone…- disse tra sé e sé il ragazzo. Con un lieve sorriso sulle labbra, Harry s’incamminò verso l’uscita della scuola, per raggiungere gli amici ancora una volta.

♣♣♣♣♣

Draco si trovava su un tratto di prato, dietro il castello, lontano da tutti, quando stava leggendo la lettera di suo padre. Gli era arrivata la mattina stessa, ma il ragazzo aveva avuto il buon senso di tenerla chiusa, aspettando il momento adatto.
La scrittura era molto simile a quella del figlio, ma una cosa la differenziava: Lucius da qualche tempo a questa parte scriveva con mano incerta, segno di un grande timore. Naturalmente non ci voleva un genio per capire per quale motivo fosse così agitato; le sorti della sua famiglia erano in mano a un figlio che nemmeno aveva finito gli studi di magia, e nonostante ciò si ritrovava il Signore Oscuro col fiato sul collo.
Il biondo rilesse mille volte quel breve messaggio; tutto quello che c’era scritto diceva solamente di non distrarsi e di focalizzarsi sull’obbiettivo, perché la sua famiglia contava su di lui, e non accettava fallimenti.
Un sorriso amaro si dipinse sul volto del giovane Malfoy; gli veniva da ridere quando leggeva che il padre non voleva disastri: parla proprio lui, colui che ha messo in questo casino lui stesso e sua madre!
Con una smorfia il biondo si alzò per andare a raggiungere i suoi amici al campo di Quidditch. I suoi compagni stavano facendo un paio di giri per il campo, vantandosi, chi della propria velocità, chi della sua magnifica abilità di Cacciatore… la solita solfa.
Draco si sedette a bordo campo, restando a guardare senza grande interesse, finché non arrivò una petulante Pansy. Sinceramente non l’aveva mai sopportata tanto, considerandola pure abbastanza stupida; non l’aveva mai cacciata via dal loro giro giusto perché gli faceva pena quella ragazzina.
- Hey, Draco, perché sei qui tutto solo? –
- Perché sì – rispose senza emozione il ragazzo.
- Dai! Dimmi cosa c’è che non va – insistette l’altra.
- Va tutto alla grande. Non posso stare semplicemente a riflettere in pace? –
- Sì, certo. Mi ero solo preoccupata per te –

Aspetta che ci credo, oca.
- Grazie, ma ti ripeto che sto bene –
- Perfetto. Perché io non sto tanto bene. Sai, ho un grandissimo problema. Hai presente il ragazzo moretto di Corvonero che stava insieme alla migliore amica della cugina di Millicent? Ecco…-
- Scusa, Parkinson, ma ora ho un impegno urgente, ci vediamo più tardi…- la interruppe Draco.
La ragazza rimase a bocca aperta a guardare il suo amico alzarsi, ripulirsi da qualche filo d’erba e poi dirigersi verso il cancello della scuola.

Merlino, vorrei tanto che esistesse una maledizione per togliere per sempre la lingua a quella sciocca!
Malfoy continuò a camminare in mezzo al prato, pensando a come mai avesse appresso una palla al piede come Parkinson: il ragazzo doveva aver ucciso un sacco di brava gente nella sua vita passata per aver beccato una tale sventura!
BUM!
Il serpeverde era finito gambe all’aria perché si era appena scontrato con un ragazzo.
- Ma che cavolo…? – disse a denti stretti Draco, finché non mise a fuoco chi lo aveva colpito.
- Sfregiato, lo sappiamo tutti che sei un deficiente che sa non nemmeno camminare, ma almeno cerca di non rompere le scatole agli altri – disse con disprezzo la serpe.
- Non è colpa mia, Malfoy, io ero da 5 minuti buoni per fatti miei, sei tu che mi sei finito addosso! Sei tu quello che non sa camminare–
- Sei così patetico che mi freghi pure le battute – e detto ciò si alzò e se ne andò, riuscendo finalmente a entrare nel castello.
Si erano scontrati poco prima dell’imponente ingresso di Hogwarts; la cosa che più dava fastidio a Draco era che lui era cosciente di aver sbattuto contro la sua nemesi perché aveva la testa tra le nuvole.
Poco prima di svoltare a sinistra della prima rampa di scale, si girò. Sbottò a ridere vedendo Potter cercare come un cretino gli occhiali che gli erano cascati; il moro aveva lo sguardo corrucciato e tentoni cercava le sue lenti tra l’erba. Quanto poteva essere demente quel grifondoro? Bastava usare un incantesimo Accio per poterli riavere.
Il biondo estrasse la propria bacchetta, la puntò verso Harry, e... non seppe cosa fare.

Dai, Draco. Che cosa stai aspettando? Uno scherzetto semplice e divertente, tanto per dargli fastidio… eppure fa una pena quello scemo… cosa farebbe Papà?
Finalmente il ragazzo con la bacchetta in mano si decise ed enunciò:
- Wingardium Leviosa -
La serpe fece volteggiare le lenti fino all’altezza degli occhi di Potter, per poi lanciarglieli addosso. Il grifondoro fece un grugnito infastidito, ma, con prontezza, afferrò gli occhiali e li inforcò. Quindi si guardò in giro, in cerca di qualcuno che poteva averlo aiutato; certo ora si ritrovava un graffietto sul naso, ma aveva comunque ricevuto un aiuto.
Draco intanto si era appiattito contro il muro, sbirciando divertito l’espressione spaesata dell’altro ragazzo.
Un paio di ragazze del terzo anno si stavano avvicinando all’ingresso, per cui il serpeverde si dileguò chiedendosi se avrebbe dovuto buttare piuttosto una secchiata d’acqua addosso a quella zucca vuota…
A quanto pare i suoi piedi avevano una volontà propria, perché senza volerlo, si stava dirigendo verso il terzo piano, sede della Stanza delle Necessità.
- Non voglio. Non voglio andarci. Eppure…- disse tra sé e sé il giovane.

… e se quel ragazzo avesse risposto alla mia lettera? Ma no, che cavolata, sicuramente non è più tornato là… e poi è meglio se vado a leggere…
Si era già girato per andare in Biblioteca, quando un’oscura curiosità non lo avvolse.
Draco, in biblioteca. Si ordinò (neanche fosse pazzo…!).
Riuscì ad arrivare fino alle scale, però poi si bloccò ancora una volta; gli prudevano le mani, aveva una voglia matta di controllare la sua “posta”.
Senza distrarsi, si diresse a passo svelto verso il terzo piano. Quando arrivò davanti alla porta nascosta, questa spuntò subito, tanta era la voglia di Draco di entrare a curiosare.
Una volta varcato l’ingresso, si guardò intorno, scorgendo la sedia su cui aveva poggiato la volta scorsa la sua lettera.
Lentamente, si avvicinò alla sedia, accendendo qualche candela con un colpo di bacchetta. In quel momento la stanza polverosa aveva concesso al ragazzo tutto il silenzio possibile, come a volerlo aiutare nella sua riflessione.
Cosa c’è da riflettere, cretino! Allunga quella cazzo di mano… ecco, ora parlo anche da solo, un bel segno, insomma. (N.d.A. Io parlo molto spesso da sola… mi capisco come nessun altro. E con questa affermazione penosa potete anche linciarmi XD)
Con un gesto fulmineo, il serpeverde prese in mano la prima pergamena della piccola pila di fogli. Quella non era la sua scrittura! Eccitato, Draco la lesse tutto d’un fiato; dovette rileggere una seconda volta per poter capire cosa c’era scritto, perché la prima non aveva letto con attenzione.
Quel ragazzo gli stava dando una possibilità! Aveva detto che doveva ancora decidere, ma era come se avesse già accettato.
- Devo rispondere…ma come? –
Draco si guardò intorno, cercando da scrivere, ma non ottenne nulla.
- Mi tocca tornare in camera…- e così fece per andarsene. Gli venne in mente solo in quel momento ciò che era scritto in fondo alla lettera.

“P.S.: ho pensato di prendere la mia lettera e di dare a te tutto quello che ho scritto io. Che te ne pare di continuare con questo scambio?”
Prese quindi tutte le pergamene, uscì di corsa dalla stanza, dirigendosi  verso i sotterranei.
Ci mise un po’ ad arrivare; però quando fu davanti all’entrata della sua casa, ci volle meno di un minuto per raggiungere la sua stanza. Per fortuna tutti erano fuori a godersi quegli ultimi raggi di sole, per cui non dovette preoccuparsi di nessuno.
Buttò le pergamene sul letto e tirò fuori da non si sa dove dei fogli con penna e inchiostro. Nascose poi le lettere in una cassettina, dove nascondeva le cose cui teneva di più.
Quando tutto fu a posto, Draco tirò le tende verde smeraldo del suo letto a baldacchino, per evitare di essere visto, casomai fosse entrato qualcuno.
Il ragazzo rifletté un secondo, poi posò la punta della penna intrisa d’inchiostro sulla pergamena.

“Non mi sto prendendo gioco di te, sto solo cercando qualcuno all’altezza dei miei sentimenti. E a quanto pare l’unico disponibile sei proprio tu. Devo essere sincero, non ho la minima idea di come convincerti che posso essere una persona affidabile. Forse l’unico modo per fartelo capire è parlare di me, non credi? Prima di dirti qualunque cosa, vorrei accettare la tua proposta di tenere ognuno le lettere dell’altro; comunque non sono poi così sicuro che tu non sia una ragazzina undicenne, perché proponendomi di conservare le tue lettere potrei benissimo farle girare tra la scuola. Eppure (mi suona strano dirlo), non sono così bastardo; in ogni caso, casomai ti venisse in testa di mettere in giro quello che io scrivo, ti avverto che sarei capace di scovarti e farti pentire di essere entrato in questa scuola. Bene, ora che tutto è stato chiarito, posso cominciare.
Sono orfano. In realtà ce l’ho i genitori, ma è come se non ci fossero. Forse mia madre, tra gli alti e i bassi, è l’unica persona che salverei; mentre mio padre è stato come un maestro di vita, ma mai un dispensatore di affetto. Mi è difficile parlarne perché so che così mi sento solo più fragile; però, forse è l’unico modo di superare e accantonare per un poco il vuoto che si è preoccupato di creare. Perché, in fondo, questo vuoto posso solo accantonarlo, poiché sono consapevole che non riuscirò mai a colmarlo. Lui è stato il mio faro, il mio mentore, il mio maestro. Lui è stato la rovina della mia insulsa vita. Lui è tutto, fuorché un padre. A volte, lo devo ammettere, ho sognato di essere orfano di padre, perché almeno così avrei avuto un’immagine positiva di lui, frutto dell’ingenuità del bambino che sarei stato. Sarei cresciuto pensando a mio padre come ad un uomo forte, coraggioso, nobile, che mi voleva bene, che, se fosse stato lì vicino a me, mi avrebbe sempre spronato a dare il meglio di me stesso. Però non si può avere tutto nella vita. Per cui ora mi ritrovo schiavo degli ideali di mio padre e della condizione della mia famiglia, senza poter avere voce in capitolo. Io per lui sono una forma di redenzione, ora. Per questo mi mostro forte agli altri, perché da una parte sono il frutto della sua educazione ottusa e severa, e dall’altra sono frustrato, perciò sfogo quello che posso con gli altri.
Non ce la faccio più a scrivere.
Devo ammettere che mettere nero su bianco quello che penso non è affatto male! Ora dimmi solo una cosa: come sono i tuoi genitori? Sarebbe un buon modo per far finta che i tuoi siano anche i miei genitori.
A presto, piccolo(a) undicenne. E vedi di rispondere presto!”

Draco posò la penna, si massaggiò il polso, e, velocemente, posò la lettera su quella fantastica sedia impolverata della Stanza delle Necessità.


E ANCHE QUESTO CAPITOLO E’ TERMINATO; SPERO TANTISSIMO DI NON AVERVI DELUSO. INOLTRE HO CERCATO DI BILANCIARE LA QUESTIONE “DRACO-HARRY” CON QUESTO CAPITOLO PER LA MAGGIOR PARTE INCENTRATO SU DRACO; NATURALMENTE DAL PROSSIMO CERCHERO’ DI EQUILIBRARE LE DUE PRESENZE, PER NON FAR DIVENTARE PESANTE LA STORIA. DITEMI COSA VE NE PARE COME IDEA, O SE VI PIACE L’IDEA DI UN CAPITOLO PER UNO.
ADESSO SI PASSA AI RINGRAZIAMENTI!

SCRIBAK: SONO FELICISSIMA DI QUELLO CHE HAI SCRITTO! LA COSA CHE MI PREME DI PIU’ (OLTRE A NON ESSERE TROPPO PESANTE) E’ L’ORIGINALITA’. ANCHE NELLA MIA VITA CERCO DI NON ESSERE BANALE (E NON CI RIESCO POI COSì BENE), PER CUI QUELLO CHE MI SCRIVI E’ UNA GIOIA PER ME!! GRAZIE MILLE ^_^

SHINO93: SCUSA PER L’ATTESA…COMUNQUE GRAZIE PER IL “PROMETTENTE”.

CEDRIC_DIGGORY_IS_MY_LOVE: MI FA RIDERE TUTTA QUESTA TUA ECCITAZIONE PER IL “DESTINO” DEI DUE RAGAZZI… NON POSSO ANTICIPARTI NULLA (SORRY), MA SPERO CHE TU POSSA RIMANERNE CONTENTA ^_^.

BLACK SMILE: SONO SEMPRE GRADITI I NUOVI LETTORI! VORREI SAPERE TANTO QUALE IDEA TI SEI FATTA SU “CHI SCOPRIRA’ CHI”… VOGLIO VEDERE A CHI PENSI! IO HO GIA’ IN MENTE CHI SARA’, PER CUI LA MIA E’ SOLO TANTA CURIOSITA’!!!

GINNYPOTTER93: SONO CONTENTA CHE TU NON LO ABBIA TROVATO DISASTROSO… E’ UNA CARICA IN PIU’ PER LA MIA SCHIFOSA AUTOSTIMA! COMUNQUE E’ PROPRIO QUELLO CHE VOLEVO FAR CAPIRE A TUTTI, CIOE’ CHE ENTRAMBI SONO ANCORA DEI RAGAZZI, MENTRE UNO E’ CONSIDERATO IL SALVATORE DEL MONDO, E L’ALTRO UN PROMETTENTE FUTURO MANGIAMORTE. QUAND LEGGO DI LORO MI VIENE NATURALE PENSARE “MA ANCH’IO HO 16 ANNI COME LORO, EPPURE IO MI PREOCCUPO AL MASSIMO DI ANDARE BENE ALLA LEZIONE DI BIOLOGIA O CAPIRCI QUALCOSA IN GEOMETRIA! LO SO CHE SONO FRUTTO DELL’IMMAGINARIO DI UNA SCRITTRICE, MA SONO PUR SEMPRE DEI 16ENNI BUTTATI NELL’OCEANO SENZA CIAMBELLA DI SALVATAGGIO!

LALIA: GRAZIE MILLE PER I COMPLIMENTI! COMUNQUE PROPRIO ALLA FINE DI QUESTO CAPITOLO HO CHIESTO DI FARMI SAPERE COME STRUTTURARE LA STORIA. TU DICI CHE SAREBBE MEGLIO FARE UN CAPITOLO PER UNO? OK, ALLORA ME LO SEGNO E POI DOPO DECIDERO’! :D UN BACIONE!

JACKYE_CHAN: MI FA PIACERE LEGGERE CHE NON TI SEI ANNOIATA. INOLTRE SPERO TANTO DI NON ESSERE TROPPO PESANTE DAL PUNTO DI VISTA INTROSPETTIVO! UN BACIO ANCHE A TE!

HERMY4EVER: ECCOLA QUI LA MIA COMMENTATRICE INDISPENSABILE! VISTO, NE HO CREATA UN’ALTRA! L’AVREI “PUBBLICIZZATA” ALLA FINE DELL’ALTRA STORIA. ^_^ SPERIAMO CHE TI PIACCIA ALMENO QUANTO L’ALTRA! BACIONI =D

INOLTRE RINGRAZIO CHI HA MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE O LE PREFERITE!
AL PROSSIMO CAPITOLO, GENTE!

   
 
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