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Autore: Neve nera    01/06/2005    2 recensioni
La storia è ambientata più o meno nel periodo in cui Lorelai sta insieme a Jason, Rory è a Yale e Jess è già partito; proprio il ritono di quest'ultimo sconvolgerà i sentimenti della giovane Gilmore. Inoltre che tra Lorelai e Luke cominci ad esserci qualcosa di più di una semplice amicizia??!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La neve non aveva ancora smesso di cadere sulle strade, i tetti, le macchine e tutto ciò che faceva parte dell’ambiente di Stars Hollow; forse, l’unica persona felice di questo clima così poco estivo era il nuovo Spazzaneve della città, che da quando ave

                                Il coraggio di amare

 

 

Scorta di caffé

 

La neve non aveva ancora smesso di cadere sulle strade, i tetti, le macchine e su tutto ciò che faceva parte dell’ambiente di Stars Hollow; forse, l’unica persona felice di questo clima così poco estivo era il nuovo Spazzaneve, che da quando aveva ricevuto quell’incarico non faceva altro che andare su e giù per la città, bussando ad ogni porta per chiedere se c’era bisogno del suo efficientissimo aiuto. Al contrario di quest’ultimo Lorelai Gilmore, in quel momento, non era particolarmente felice di congelare dentro alla propria casa. La donna indossava un maglione rosa confetto, ricamato con delle colorate paiettes, un paio di pantajezz neri, un berretto fornito di pon pon dello stesso colore di quest’ultimo e una pesante coperta di fustagno; ma nemmeno tutta quell’imbottitura di vestiario era sufficiente a conferirle una temperatura più gradevole, o per lo meno l’idea. Per rimediare alla situazione, la donna infilò nello stereo uno dei cd che amava di più di ogni altra cosa: se si fosse trovata nella situazione di Spiderman e al posto di Kristen Dunst e dell’autobus ci fossero stati sua madre e il cd dei Korn, la scelta non sarebbe stata così ardua. L’album partì con la canzone “It’s On!” e questa sembrò già procurarle una leggera sensazione di calore, che però fu subito spezzata dal suono del campanello. Speditamente Lorelai si alzò dal divano e si diresse verso la porta d’ingresso, sperando che dall’altra parte si trovasse l’unico che poteva salvarla da quell’atmosfera. Non appena aprì la porta capì che le sue preghiere erano state ascoltate.

 

“Luke…sei il mio eroe!”

 

si certo…”

 

“vieni…l’aggeggio scassato sta di la

 

Lorelai fece entrare l’amico in casa e, dopo aver richiuso la porta alle sue spalle lo portò nella “sala operatoria”

 

ma che diavolo è questo rumore?”

 

“non è rumore…si chiama musica!”

 

“se lo dici tu…è questo l’impianto del riscaldamento?!

 

“sì capo…è questo!”

 

“bene..”

 

se ti servo sono in cucina…ok?”

 

ah ah!”

 

Come ogni volta che aggiustava qualcosa, Luke utilizzava meno parole del necessario, rendendo la comunicazione quasi del tutto assente; era comprensibile che fosse impegnato nel suo lavoro e che quindi non perdesse tempo con chiacchiere inutili, ma ciò faceva ugualmente irritare, anche se leggermente,  Lorelai,in quanto  a lei piaceva parlare con Luke, dopotutto era il suo migliore amico.

Dopo circa venti minuti, il lavoro al riscaldamento era concluso e dopo poco tempo la casa stava già cominciando ad avere una temperatura più confortevole. Luke andò in salotto, dove in quel momento si trovava Lorelai, coperta fin sopra al mento e intenta a fare zapping, cambiando continuamente canale, senza prestare troppa attenzione a ciò che stavano trasmettendo alla televisione; non appena vide l’amico in piedi davanti a lei, spense l’apparecchio, porgendogli un sorriso in segno di gratitudine.

 

“sei un mago…potresti fare concorrenza ad Herry Potter!”

 

“ci penserò su…comunque se hai altri problemi fammi sapere! Ci vediamo!”  

 

“Ehi…come mai tutta questa fretta?”

 

“non ho fretta….”

 

“siamo di cattivo umore?!

 

“nemmeno!”

 

Il sorriso che fino a poco fa illuminava il viso di Lorelai, fece spazio ad un’aria quasi investigativa, sapendo benissimo che il comportamento di Luke significava una cosa sola: PROBLEMI IN VISTA. Lorelai si alzò dal divano e si avvicinò al proprietario della sua tavola calda preferita, che non appena la vide fare quel gesto si chiese che cosa avesse in mente.

 

che cosa stai facendo?”

 

“ti metto in uno stato di soggezione così ti sentirai obbligato a rivelarmi i pensieri che affliggono la tua mente!”

 

“non ho pensieri che affliggono la mia mente…”

 

Quella che doveva essere una conversazione,  o più probabilmente  un principio di litigio, venne interrotta dal suono del campanello.

 

“fermo li…non ti muovere!”

 

Lorelai si allontanò dalla sua postazione, facendo cadere la coperta sopra al divano, visto che la temperatura all’interno dell’abitazione si stava facendo sempre più confortevole.

 

“Sookie!”

 

“ciao Lorelai…scusami per il ritardo, ma Jackson era più asfissiante del grillo parlante!”

 

“non ti preoccupare…ciao Davey!”

 

Sookie, che in quel momento in indossava un lungo giubbotto blu notte, teneva in braccio il piccolo Melville che con addosso il suo berrettino celeste e il cappottino della stessa tinta di quest’ultimo, appariva ancora più tenero e dolce del solito. Nell’altro braccio la donna teneva un enorme borsa, in cui si trovavano tutti gli oggetti del bambino. Prima di prendere in braccio il piccolo Davey, Lorelai si fece passare da Sookie la borsa e l’appoggiò per terra, vicino alla porta d’ingresso.

 

“dì ciao alla mamma…”

 

“Ciao amore…Lorelai, se ci sono problemi basta che mi telefoni..

 

“andrà tutto bene…esci e divertiti, ne avete bisogno tutti e due! A proposito Jackson dov’è?!

 

“è rimasto in macchina…ha detto che non se la sentiva di salutarlo!”

 

“lo capisco…è dura mandare il proprio figlio nell’esercito!”

 

“lo sai com’è fatto…bè io vado. Ci vediamo domani mattina…passo verso le nove ti va bene?!

 

“perfetto…a domani!” 

 

Dopo aver salutato l’amica, Lorelai tornò nella stanza in cui si trovava Luke che, mentre stava parlando con Sookie, trascorreva il tempo leggendo i titoli degli album che facevano parte della sua collezione: Madonna, Red Hot Chili Peppers, U2, Macy Gray, ecc…; ma non appena la vide rientrare con un pargoletto tra le braccia, prima di riconoscerlo, restò per qualche attimo sconvolto,.

 

“non dirmi che fai la baby-sitter?!”

 

“faccio un favore a Sookie…ultimamente è stressata…e visto che tra un po’ apriremo il Dragon fly è meglio che sia al pieno della sua forma!”

 

“e così trascorri la serata con lui!?

 

“sì…non è divertente?!

 

“AUGURI!”

 

Dopo aver fatto i suoi migliori “auguri”, Luke raccolse da terra la sua cassetta degli attrezzi e si diresse verso l’uscita; ma come era successo pochi minuti fa, l’infallibile Gilmore si posizionò davanti a lui, assumendo un espressione che era un misto tra l’imbronciato e il ridicolo.

 

“ascolta…ti ho aggiustato il riscaldamento ascoltando, per più della metà del tempo, la tua “fantastica” musica…che c’è che non va?!

 

“hai qualcosa…ma non so cosa…”

 

“non ho niente…va tutto alla grande, sono felice”

 

“ecco…adesso sono strasicura che c’è qualcosa che non va!”

 

Dopo tutto il tempo che avevano passato insieme parlando del più e del meno, Luke conosceva bene i modi di fare di Lorelai, in particolare aveva imparato a gestire l’irritazione che la sicurezza dell’amica creava in lui, soffocandola con un profondo respiro accompagnato da una profonda rassegnazione. Dal canto suo, Lorelai sapeva che in quei casi la forza era l’unica arma efficace, soprattutto con tipi come Luke, che ogni volta che avevano un problema, cercavano di risolverlo con il silenzio assoluto.

 

“bè…Jess…Jess è tornato!”

 

“C…CHE COSA?!

 

L’espressione di Lorelai, a quella improvvisa confessione, si fece a dir poco stupefatta: gli occhi sembravano volerle uscire dalle orbite e la bocca era spalancata come a voler invitare tutte le mosche del paese a voler soggiornarci per qualche minuto. Fin dall’inizio Luke sapeva quale sarebbe stata la sua reazione e la faccia da pesce lesso che aveva davanti in quel momento ne era una prova schiacciante. Jess se ne era andato da parecchio tempo ormai e tutta Stars Hollow sembrava essersi abituata a quell’assenza, o meglio, a quella non presenza; tutti tranne uno, l’unica persona, esclusa Rory, ad essere riuscita ad avere un rapporto che andasse ben al di là del semplice “ciao” o del sintetico “non rompere”; l’unica persona che si era guadagnato la sua fiducia senza comprarla con nessun tipo di inganno; l’unico parente che si era dimostrato più fedele di un padre e, il più delle volte, di una madre. Luke, nonostante non volesse darlo a vedere, si era affezionato a quel ragazzo nonostante gli provocasse più danni che altro, ma che comunque era riuscito ad avere la sua fiducia; sotto quella corazza da testardo senza un briciolo di cuore c’era un ragazzo dolce, spaventato e coraggioso allo stesso tempo.   

Lorelai continuava a fissare l’amico, con il piccolo Davey tra le braccia, che in quel momento sembrava quasi divertito dall’espressione che la donna aveva assunto pochi secondi fa; ma proprio nel momento in cui Luke stava per dire qualcosa, il campanello suonò per la terza volta in quel pomeriggio.

Lorelai, prima di aprire la porta d’ingresso, lanciò un altro sguardo all’amico che, non appena lo intravide, riuscì abilmente a sviare. 

 

“J…Jason…cosa ci fai qui?!

 

“Ciao anche a te amore…sbaglio o mi sono perso qualcosa?!”

 

Jasono indicò il piccolo che Lorelai teneva tra le braccia, alzando visibilmente un sopracciglio, gesto che faceva ogni qual volta si trovasse in una situazione che non lo aggradava particolarmente.

 

“è il figlio di Sookie…”

 

“esce con noi anche lui?!

 

“no…se ascoltassi i messaggi in segreteria sapresti che questa sera non esco…”

 

“ho il telefono scarico…”

 

“bè…Lorelai io vado…”

 

Alla conversazione si intromise Luke, che fino a quel momento era rimasto in salotto ad aspettare che l’amica tornasse per raccontargli cosa gli aveva detto il “prodigo” nipote; ma dopo aver sentito la voce maschile e, soprattutto, dopo averla riconosciuta, l’irritazione che poco prima era riuscito a controllare, in quel momento si fece preponderante.

Non appena Jason lo vide, il sangue cominciò a ribollirgli nelle vene: perchè si trovava lì con Lorelai?! E perché ogni volta che voleva andare a trovare la sua fidanzata sbucava dal nulla?! Tutte quelle domande preferì soffocarle assieme alla sua rabbia, visto che con un tipo come Luke non voleva averci nulla a che fare, soprattutto quando questo “che fare” si poteva tradurre con il litigare.

 

“aspetta Luke…”

 

Ma Lorelai non fece in tempo a finire la frase che Luke si era già diretto, con un aria visibilmente furiosa, verso il suo furgoncino. Non appena Luke uscì dal suo viale, la donna sentì una stretta allo stomaco; aveva imparato a conoscere lo stato d’animo dell’amico ogni qual volta il nipote tornava nella sua vita, soprattutto quando il ritorno si faceva pressoché impossibile, come era accaduto questa volta. Il fatto di non aver potuto parlargli la faceva sentire in colpa; sicuramente Luke non sapeva come comportarsi in questo momento e sfogarsi un po’ con lei lo avrebbe indubbiamente aiutato.

 

“allora non usciamo?!

 

Al suono di quelle parole, l’istinto omicida di Lorelai si fece a dir poco dominante dentro di lei; dopotutto la reazione di Luke era stata causata proprio dal proprietario di quella voce, perciò, se non si fosse presentato senza preavviso, ora Luke le starebbe raccontando tutto quello che gli era successo. Era giusto, però, fare quei determinati pensieri riguardo al proprio fidanzato?! La risposta venne da se, come venne da se la risposta che Lorelai si stava prestando a dare a Jason.

 

“è meglio di no…”

 

“centra il tuo amico…ho forse rovinato qualcosa?!

 

“era venuto ad aggiustarmi il riscaldamento…e poi è un mio amico…o non posso avere amici con l’apparato genitale maschile?!

 

A quell’ultima battuta sarcastica di Lorelai, Jason si innervosì leggermente; avrebbe voluto rimanere con lei per risolvere la situazione, ma evidentemente quello non era il momento migliore; così, dopo aver fatto fuoriuscire un flebile “ti chiamo domani”, se ne andò, lasciando Lorelai davanti alla porta, con il piccolo Davey che, in quel momento, sembrava avesse percepito la strana atmosfera che si era creata nel giro di pochi minuti.

 

“bè Davey…siamo rimasti io e te…che ne dici di darci all’alcool: latte per te, caffé per me!”

 

 

Erano oramai le otto di sera e, dopo una giornata trascorsa ad ascoltare tre corsi diversi, con l’aggiunta della predica da parte di Doyle, l’editore dello “Yale Newspaper”, Rory era a dir poco distrutta. Non appena mise il piede dentro alla sua stanza, la prima cosa che fece fu sdraiarsi sopra al proprio letto, tentando di scaldarsi un po’ infilandosi dentro a quelle soffici coperte che anche in quel momento l’avrebbero protetta dal gelo che non aveva ancora terminato di dominare il clima; ma non fece nemmeno in tempo a sfilarsi il giubbotto che improvvisamente, nella stanza, fece irruzione una Paris più che sconvolta. La ragazza indossava un paio di jeans chiari e un piumino color crema di cui si liberò velocemente, gettandolo sopra alla scrivania.

 

LA UCCIDO!”

 

“chi?”

 

“come chi?!...Janet…quella strega mi ha appena detto che ho il sex appeal simile a quello di  Joda; hai presente chi è Joda?!...è quel piccolo omino verde che salta qua e la come una cavalletta!”

 

“so chi è Joda…e devo dire che lo trovo affascinante…”

 

“smettila!”

 

“no davvero…le orecchie a punta mi fanno impazzire!”

 

“bè allora perché non dici a Jess di farsi un’operazione!”

 

Nel sentire pronunciare quel nome, il cuore di Rory mancò di un battito. La ragazza si mise seduta sul letto con gli occhi spalancati con le parole che  faticavano a voler uscire, come se qualcuno si divertisse a trattenerle in gola, rendendole ancora più difficile questo momento.

 

“c…che centra Jess?!

 

“come che centra…non pensare che non sappia che è qui; l’ho visto oggi girare per il campus. immaginavo ti stesse cercando, così mi sono avvicinata e gli ho detto dov’era il nostro appartamento!”

 

Dalla faccia che fece l’amica non appena le diede quelle informazioni, Paris comprese che con molta probabilità non sapesse nulla della presenza di Jess e che il modo in cui lo aveva scoperto non fosse stato dei migliori.

Mentre Paris continuava a fissarla con un’aria alquanto dubbiosa, Rory collegò il ragazzo che questa mattina Janet aveva visto davanti alla porta del loro appartamento, con quello che l’aveva lasciata da sola tempo fa. La stanza cominciò a girarle senza interruzioni; non poteva essere tornato, era impossibile. Ormai era uscito dalla sua vita senza farne più ritorno, probabilmente Paris si era confusa con qualcun altro.

Confusa?! Ma chi voleva prendere in giro?! Paris conosceva Jess e aveva perfino fatto finta che gli piacesse. Nel rimembrare quel particolare Rory, senza rendersene conto, rivide quel giorno: era successo circa un anno fa, Paris si era fermata a casa sua per studiare, ma poi, per svariate ragioni, restò anche a mangiare; dopo poco si presentò anche Jess e per una scusa o per l’altra rimase anche lui. Poi, però, arrivò Dean, che a quei tempi era il suo fidanzato ufficiale e, non appena vide il “rivale”, si scaldò visibilmente; a salvare la situazione ci pensò proprio Paris, fingendo di essere innamorata di Jess.     

Già Jess, quel Jess; Jess Mariano era tornato.

 

“ehi…tutto bene?!...non dirmi che sono stata io a darti la notizia!?”

 

ebbene sì…”

 

Velocemente Rory si alzò dal letto e, senza pensarci due volte, prese il cappotto e le chiavi della macchina, con un espressione che definirla agitata sarebbe stato un eufemismo. 

 

“dove vai adesso?!

 

vado a casa…ci vediamo domani!”

 

Paris non fece nemmeno in tempo a risponderle, che Rory si era già precipitata fuori dalla stanza, sbattendo la porta d’ingresso dietro alle sue spalle. All’uscita di scena della giovane Gilmore assistette anche Tanna che, al contrario di Paris, sembrava tutto fuorché allucinata.

 

“ehi Tanna…hai visto che razzo?!

 

“un razzo?!...in casa?!”

 

“………ok…è meglio lasciar perdere!”

 

Nella metà del tempo che solitamente impiegava, Rory aveva già raggiunto Star Hollow e, più precisamente, si trovava davanti alla propria abitazione. Con la stessa velocità con cui parcheggiò la macchina sul vialetto, entrò in casa, dirigendosi speditamente verso il cucina, cioè il luogo in cui si trovava l’unica persona che in quel momento poteva capirla.

 

“Jess è qui…o meglio è a Yale, anzi non lo so se è a Yale, oggi era a Yale; questa mattina era a Yale e Janet lo ha visto, anche Paris lo ha visto e c’ha anche parlato! voleva vedermi, anzi ha cercato di vedermi…perché?perché era a Yale?!”

 

Tutte le parole la ragazza le pronunciò con una velocità impressionante, accompagnato da un’agitazione che si poteva leggere anche soltanto guardandola negli occhi o toccandole le mani che in quel momento tremavano come foglie. La madre, che in quel momento stava dando da mangiare a Davey, dopo aver posato il cucchino sopra al tavolo, si avvicinò alla figlia cingendole delicatamente le spalle, che sembravano voler fare a gara con le mani, per verificare chi delle due parti del corpo tremasse di più.  

 

“calmati…ora devi solo calmarti!”

 

“non ci riesco…è…è impossibile!”

 

“bè…prova…prova a…pensare a Taylor in mutande!”

 

Non appena Lorelai diede quel consiglio, la faccia di Rory si fece a dir poco disgustata e la situazione peggiorò non appena le due, involontariamente, si immaginarono la scena. Non appena, però, quell’immagine si materializzò nelle loro menti, ad entrambe sfuggì una risata leggermente soffocata, spezzando così quell’atmosfera talmente tesa che si poteva a mala pena tagliare con un coltello.

 

“bè…non era uno dei tuoi migliori consigli però ha funzionato!”

 

“per la prima volta Taylor ci ha fatto ridere in modo naturale e non sforzato!”

 

“già…ma non toglie il fatto che Jess sia tornato!...a proposito tu non mi sembri per niente scioccata dalla notizia!”

 

“lo sapevo già…me lo ha detto Luke qualche ora fa; non te l’ho detto perché pensavo fosse meglio farlo domani!”

 

e cosa ti ha detto Luke”

 

“solamente che era tornato…stava per raccontarmi tutto…ma è arrivato Jason!”

 

“non importa…tanto prima o poi lo scopriremo…o meglio Babette ci dirà ogni cosa!”

 

“CONCORDO!”

 

comunque…posso sapere che ci fa qui questo ometto?!”

 

Visibilmente più rilassata di quando era entrata, Rory si diresse verso il piccolo Melville, che in quel momento si divertiva a giocare con un sonaglio tutto colorato, emettendo a bervi intervalli degli acuti risolini. La bella tuta azzurra che gli aveva messo Sookie prima di portarlo a casa Gilmore, ora era di un colore più tendente al giallo, visto che gran parte della sua cena era finita lì.

 

“stasera sta con noi…così Sookie potrà rilassarsi un po’!”

 

“non dirmi che ti sta tornando la voglia?!”

 

“la voglia?!

 

“hai capito benissimo a cosa mi sto riferendo!”

 

perché no...i bambini sono così carini…”

 

“…prima che tu possa continuare con questo argomento…mi faccio una bella tazza di caffé!”

 

“perché?a te non piacciono i bambini?!

 

“sì…a me piacciono moltissimo i bambini!”

 

“e allora perché mi hai guardata male poco fa?!”

 

“non ti ho guardata male!”

 

si che lo hai fatto…”

 

Mentre la madre continuava, come suo solito, ad insistere sulla precedente espressione, che naturalmente aveva avuto come scopo proprio il provocare quella determinata reazione, Rory si avvicinò alla credenza che si trovava vicino al lavandino, con l’intento di prendere il barattolo contenente il caffé; ma ciò che si trovò davanti non fu certo ciò che la ragazza si aspettava. All’interno del recipiente,  infatti, oltre a due o tre granelli marroncini sparsi qua e la sul fondo, non c’era nulla. A quel “orribile” visione gli occhi di Rory si spalancarono, azione che quel giorno si era ripetuta troppo spesso per i suoi gusti. Dopo aver constatato che il vasetto era vuoto, la figlia spostò lo sguardo verso la madre che in quel momento, conscia della prossima paternale, aveva assunto una delle sue espressioni più angeliche.

 

“non ci posso credere…ieri sera era pieno!”

 

“pieno…non esagerare…”

 

“hai ragione….ERA STRACOLMO!”

 

“HO CAPITO….tu mi hai guardata male perché ti ho confidato un mio intimo desiderio così il caffé, percependo la mia tristezza, ha deciso di prosciugarsi assieme al mio dolore. OH GRAZIE CAFFÈ…NON LO DIMENTICHERÒ…RESTERAI SEMPRE NEL MIO CUORE!”     

 

“messaggio ricevuto…andrò a comperarlo!”

 

Rory, dopo aver lanciato un sorriso alla madre, prese in prestito il cappello azzurro munito di pon pon di quest’ultima e, con un aria notevolmente più rilassata di quando era arrivata a Stars Hollow, si diresse verso il supermercato.

Mentre camminava lentamente lungo la strada che la divideva dal “rifornimento di caffeina”, la ragazza si accorse che era da un po’ che non si concedeva una passeggiata solitaria nella sua cittadina natale e questo le creò un velo di tristezza; com’erano cambiate le cose, com’erano cambiate le persone e, soprattutto, com’era cambiata lei. Già, da quando era andata al collage tutta la sua vita era inevitabilmente cambiata: non vedeva più sua madre tutti i giorni; non poteva più concedersi tutte le mattine un maffin da Luke; non poteva più parlare ogni momento con Lane, visto che ora aveva creato il suo tanto desiderato gruppo; non aveva più tante cose. In compenso però ne aveva molte altre: come l’avere un appartamento e studiare a Yale.

Se avesse messo i pro e i contro a confronto, il divario sarebbe stato troppo evidente e ciò l’avrebbe abbattuta ancora di più; dopotutto, però,  prima di iscriversi al collage, sapeva a cosa sarebbe andata incontro e, pur di realizzare il suo sogno, avrebbe fatto questo ed altro.

Pensando a tutto ciò, Rory si ritrovò davanti al supermercato; ma prima di entrare si assicurò di essersi sfilata i guanti, per evitare una consueta figuraccia facendo cadere tutte le monetine sopra al pavimento, evento che capitava ogni qual volta tentava di pagare con i guanti abbinati alle mani congelate dal freddo.

Dopo aver salutato il commesso, Rory si diresse verso lo scompartimento del caffé, la cura perfetta per chi si trovava nella condizione di dover affrontare un inaspettato ritorno, soprattutto quando questo ritorno riguardava il proprio ex ragazzo; ma, proprio nel reparto in cui si era diretta, si trovava il motivo per cui era andata a comperare una buona scorta di caffeina.

Era lì, davanti a lei, lo stesso di quando era partito, se non per qualche cambiamento nell’aspetto fisico; il solito libro piegato all’interno del taschino dei suoi pantaloni, il solito giubbotto di pelle nero, i soliti occhi scuri, penetranti come il primo in giorno in cui li aveva incontrati. Come aveva previsto, rivederlo aveva provocato un’insieme di emozioni, talmente diverse tra di loro da creare un caos all’interno del cuore della ragazza. Anche il cuore di Jess, che dal giorno in cui era partito da Stars Hollow era tornato ad essere il contenitore vuoto delle sue emozioni, aveva ricominciato a funzionare, dando origine agli stessi sentimenti di tempo fa, se non più forti.

Entrambi i ragazzi erano immobili come statue di cera, come se l’uno aspettasse la mossa dell’altro,mossa che fino ad ora sembrava voler tardare ad arrivare; ma, inaspettatamente da quando ci si sarebbe aspettati, la persona che riuscì a rompere il ghiaccio fu proprio il giovane Mariano.

 

“c…ciao”

 

“…ciao…”

 

Il tono di voce del ragazzo era comprensibilmente insicura e titubante, visto che proprio quella che in quel momento si trovava davanti a lui era l’unica ragazza in grado di fargli battere il cuore, come nessun’altra. La voce di Rory, invece, oltre ad essere visibilmente emozionata  era anche leggermente arrabbiata, reazione che, però, ad ogni sguardo del ragazzo sembrava volersi suicidare, lasciando spazio solamente ai sentimenti positivi.

 

“sei di passaggio?!

 

“non lo so…”

 

“ah…”

 

“io…io vado…ci vediamo…”

 

“certo!”

 

Come era suo solito, Jess se ne andò lasciando Rory in compagnia dei suoi dubbi e delle sue incertezze; inoltre, come accadeva in maniera piuttosto sporadica, la conversazione non era stata delle più lunghe, anche se però bisognava ammettere che l’eloquenza non era certo una delle doti migliori di Jess, soprattutto quando tra lui e Rory c’era qualcosa che non andava. 

 

“penso che un pacco di caffé non basti…meglio due!”

 

Dopo aver fatto una più che abbondante scorta di caffeina, la ragazza si diresse verso la cassa, riorganizzando nella sua mente quanto era appena successo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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