L’ULTIMO GIORNO DI
SOLE
Il sole di maggio
aveva cominciato a scaldare la mura di Hogwarts.
L’anno scolastico volgeva al termine, ma nessuno sembrava prestarci particolare
attenzione. Tutti erano concentrati sulla terza prova del Torneo, soprattutto
Harry. Questa volta non gli era stato dato nessun indizio, nessun uovo da aprire…e la cosa lo spaventata ancora di più. Davanti a Ginny faceva finta di nulla per non farla preoccupare, ma
la rossa non si era fatta ingannare.
-Harry! Con me non devi fare l’eroe,
chiaro?
-Gin…
-Senti, lo so che hai
paura, ok? Saresti uno stupido a non averne! Questo torneo è pericoloso…non sarebbe la prima volta che qualcuno ci
lascia le penne!
-Grazie- rispose Harry
per nulla allettato dalla proposta di morire.
-Non intendevo dire
questo! Tu ce la farai sicuramente, ma non devi fingere con me…puoi
dirmi tutto quello che ti passa per la testa, d’accordo?
-D’accordo…
-Allora?- chiese Ginny impaziente.
-E va bene! Sono
terrorizzato, ok? Adesso ci sei tu…
-Sono io che ti
terrorizzo?
La domanda di Ginny era ironica, ma Harry la prese molto sul serio.
-Gin…se mi dovesse succedere qualcosa…non ho paura per me, cioè anche,ma penso a te…a come dovresti stare. Se ti accadesse qualcosa io ne morirei…
-Harry- disse Ginny
con le lacrime agli occhi -sono più che certa che alla fine del Torneo
festeggeremo insieme la tua vittoria!
Ginny non aveva accettato repliche. Doveva
credere che sarebbe andato tutto bene, anche se il suo istinto le diceva che
qualcosa non andava. Ma non poteva assillare Harry con ulteriori
preoccupazioni.
E così Harry era
andato a dormire pensando a Ginny e alla discussione
che avevano avuto. Non poteva fare a meno di pensare a come era cambiata la sua
vita in quei mesi accanto a Ginny. Era finalmente
sereno. Per la prima volta aveva smesso di vedere complotti ovunque, perché
c’era qualcosa di più importante per lui. Ginny, la
sua Ginny. Ma non poteva dimenticare che qualcuno lo
aveva voluto iscritto a un torneo mortale. E due domande gli ronzavano per la
testa ininterrottamente dall’inizio dell’anno. Chi? E perché?
Harry cercò di dormire
ma non ci riuscì. Quando il sole fece capolino tra le tende del baldacchino i
suoi occhi erano arrossati per la nottata passata in bianco.
-Amico, hai una faccia
che fa schifo!- disse Ron appena sveglio.
-Grazie, Ron!
-Sei pronto per la
vittoria?
Harry non era
dell’umore giusto per pensare alla vittoria. Era evidente che qualsiasi fosse
il motivo della sua iscrizione al torneo, entro poche ore l’avrebbe scoperto. E
lo stomaco si bloccò a questo pensiero.
L’attesa fu
devastante. Sugli spalti tutti gli studenti di Hogwarts,
Durmstrang e Beauxbaton
attendevano con impazienza l’esito dell’ultima prova. Tutti erano in tensione
per il campione che sostenevano, ma più di tutti Ginny
era preoccupata. Osservava il labirinto senza battere ciglio come se da questo
dipendesse la vita di Harry. Hermione e Ron avevano
tentato più volte di convincerla ad allontanarsi dall’arena per qualche minuto,
per mangiare un boccone o anche solo per riposare. Ma Ginny
era stata irremovibile. Voleva attendere Harry lì..doveva essere la prima a
salutarlo e abbracciarlo quando sarebbe uscito dal quel luogo di inferno. Sì
perché quel labirinto le metteva i brividi. Aveva una strana sensazione…era così cupo e tetro!
-Gin! Stai tranquilla!
Harry se la caverà sicuramente e stasera saremo tutti in Sala Comune a
festeggiare il nuovo campione del Torneo Tremaghi…beh,
in questo caso quattro…- disse Ron. Ma il sorriso si
spense sul suo volto quando videro delle scintille rosse spuntare dal
labirinto. Qualcuno stava cercando aiuto lì dentro. Qualcuno era in difficoltà.
Ginny tremò visibilmente, ma quando Ron
tentò di sorreggerla lei lo allontanò. Harry non avrebbe voluto vederla debole
e fragile.
Solo quando Silente
tornò con Fleur, Ginny
tornò a respirare. Era lei ad essere in pericolo, quindi per il momento Harry
stava bene. Per il momento.
-Come credi stia
andando?- chiese Draco che facendosi largo tra la
folla dei Grifondoro si era avvicinato ad Hermione baciandola delicatamente sulle labbra. La ragazza
era arrossita, lo faceva sempre da quando avevano fatto l’amore. Quel ricordo
ancora la faceva avvampare e Draco ogni volta ne
sorrideva.
-Ehm…ciao Dray…
-Solo “Dray”? Credevo
che dopo quello che è successo avrei meritato di più di un semplice “Dray”…- a Draco
piaceva punzecchiarla sulla sua timidezza. E lei puntualmente cedeva.
-Hai ragione…scusa piccioncino…
-Ok..preferivo Dray…
Hermione sorrise. E Draco
le accarezzò la guancia in tutta risposta.
-Adesso basta voi due!
Mi sono spiegata? C’è qualcuno che è preoccupato qui!- Ginny
si era voltata fingendosi offesa per il comportamento sdolcinato dell’amica.
-Sono desolato, Weasley…- rispose Draco cogliendo
l’ironia dello sguardo della rossa. Poi tornò serio e si voltò a fissare il labirinto.
-Da quante ore sono dentro?
-Ho perso il conto…- rispose Ginny.
-Mh…credo sia un buon segno…
-Speriamo…
Ma mentre Ginny parlava una forte luce investì il centro dell’arena.
-Che Merlino…- disse Ron, ma un boato assordante coprì la
conclusione della sua frase.
-La coppa era una Passaporta!- disse Draco
sorpreso.
-Geniale- commentò Hermione.
Ginny intravide Harry nel gruppo che si
era accalcato nel centro dell’arena. Ma era piegato verso terra…cosa
era successo? Harry stava male? Senza pensarci Ginny corse
verso la rampa di scale che portava verso Harry e si fece largo tra la folla
con forti spinte. Solo un pensiero nella sua mente. Harry. Era vivo, doveva
essere vivo. Eppure il boato di poco prima si stava velocemente trasformando in
un silenzio ancora più assordante, che le faceva ancora più male. Alla fine
raggiunge l’ultimo cerchio di spettatori, ma qui venne bloccata dalla McGranitt.
-Signorina Weasley…non è il caso che si avvicini.
-Voglio solo sapere
come sta Harry- Ginny stava
supplicando con gli occhi la sua professoressa che non rimase insensibile a
quella richiesta. Si voltò verso di lei appoggiandole entrambe le mano sulle
spalle.
-Harry sta bene…ha
solo qualche graffio, ma sta bene.
-Allora cosa è
successo?- chiese una voce dietro di lei. Era Draco.
-Signor Malfoy…Cedric Diggory, non ce
l’ha fatta.
In quello stesso
istante un grido di dolore si levò poco distante da loro. Amos Diggory aveva appena scoperto il tragico destino del suo
unico figlio. Ginny si voltò e vide suo padre che
scuoteva la testa impotente davanti all’amico e collega. E dietro vide Harry
trascinato via da Malocchio.
Non sapeva perché
l’aveva fatto,ma lo aveva seguito. Aveva seguito Harry e Malocchio per istinto
anche se non pensava che veramente che il ragazzo fosse in pericolo. In fondo
Malocchio era un insegnante e per di più aveva sempre protetto Harry. Eppure
eccola lì, sgattaiolare dentro l’ufficio prima che Moody
potesse serrare la porta. E si benedisse per averlo fatto. Sentì il racconto di
Harry, di come Voldemort fosse tornato di in vita, di
come aveva fatto uccidere Cedric e di quanto Harry
fosse stato vicino alla morte.
Quando capì che
Malocchio non era quello che aveva fatto credere, Ginny
raccolse le sue forze e uscì dal suo nascondiglio puntando la bacchetta contro
di lui. Moody restò per un attimo spiazzato, poi
rise. Una risata crudele che fece rabbrividire Ginny.
-Ginny! Cosa ci fai qui?- sentì dire da
Harry.
-Signorina Weasley…avrei dovuto immaginare un simile gesto da parte sua…
-Come…come ha potuto? Harry è suo allievo…e anche Cedric. Li ha
offerti a Voldemort…
-Il Signore Oscuro
saprà ricompensarmi per questo.
-Io…io..
-Avanti, signorina Weasley…colpisca! Non le ho insegnato niente in questo
anno? Sono molto deluso da lei…
Ma prima che Ginny potesse dire o fare qualsiasi cosa, Silente entrò
nella stanza atterrando Moody. Harry corse verso la
ragazza e la tolse dalla linea del fuoco. La tenne tra le sue braccia finchè non fu tutto finito e solo allora Ginny si accasciò esausta.
Il funerale di Cedric era terminato da poco. Hermione
si era allontanata tra le braccia di un Draco
insolitamente serio e cupo. Qualcosa in lui era cambiato dal giorno della morte
del giovane Tassorosso. Ma erano tutti troppo presi
dalla morte di Cedric e dal ritorno di Voldemort per farci caso. Harry invece trascinò via Ginny.
-Si può sapere che ti
è preso? Perché sei venuta a salvarmi l’altro giorno? Potevi farti uccidere!-
Harry era furioso con Ginny, ma la sua rabbia
nascondeva solo la consapevolezza di quanto era andata vicino a perderla.
-Non lo so…è stato più forte di me.
-Pomettimi che non farai più nulla di simile…
-No- rispose
semplicemente la ragazza.
-No?- ripetè Harry incredulo.
-No…continuerò a tentare di proteggerti esattamente
come ho fatto l’altro giorno! E nulla di quello che potrai dire o fare mi farà
cambiare idea!
Lo sguardo di Ginny era duro e allo stesso tempo sereno come Harry non lo
aveva mai visto. A Harry scappò un sorriso.
-Che hai da ridere
ora?
-Nulla…sei bellissima anche quando ti arrabbi
lo sai?
-Non tentare di
confondermi, Potter!
-Non voglio farlo-
Harry si avvicinò lentamente al volto di Ginny e la
baciò con dolcezza infinita. Ma accadde qualcosa che Harry non aveva previsto. Ginny afferrò Harry per la vita e lo strinse a sé, così
forte che il ragazzo poteva distintamente sentire sotto di sé le curve morbide
della rossa.
Harry si staccò da lei
all’improvviso mentre il bacio che si scambiavano diventava più profondo.
Guardò Ginny negli occhi cioccolato. Poteva leggere
dentro di lei sena bisogno delle parole.
La prese per mano e la
portò nel dormitorio maschile dove chiuse la porta con sicurezza.
-Sei sicuro che non
entrerà nessuno?- chiese la ragazza senza imbarazzo.
-Se hai paura puoi
tirarti indietro…non me la prendo…
-IO non ho mai paura,
Potter!
E Ginny
spinse il ragazzo sul suo letto seguendolo subito dopo. Non ci volle molto a
Harry per invertire le posizioni e trovarsi sopra la ragazza. i suoi capelli
rosso fuoco erano sparsi sul cuscino bianco e rendevano il volto lentigginoso
di Ginny ancora più eccitante. Harry non seppe
resistere al suo richiamo e in breve senza nemmeno rendersene conto si
ritrovarono completamente nudi sotto le coperte del letto di Harry. Il ragazzo
non riusciva distogliere lo sguardo dagli occhi di Ginny.
-Che c’è Harry?-
chiese lei in imbarazzo. Pensava che il ragazzo la fissasse in viso perché non
gli piaceva il resto del suo corpo.
-Sei bellissima-
rispose Harry senza fiato.
-Sai che se Ron
entrasse in questo momento probabilmente morirebbe di infarto?- commentò Ginny ridendo.
-Prima però trova il
tempo per uccidermi…
Harry riprese a
torturare le labbra Ginny coprendole di baci sempre
più profondi, così come le sue carezze sul corpo della ragazza diventavano più
intime. Esplorava per la prima volta il suo corpo perfetto e la stessa cosa
valeva per Ginny. Non immaginava che sarebbe stato
tutto così naturale…invece con Harry le veniva tutto
spontaneo. E quando arrivò il momento in cui Harry entrò in lei sapeva
esattamente come muoversi per far combaciare perfettamente il suo corpo a
quello del ragazzo. Sentì Harry gemere vicino al suo orecchio destro mentre i
loro corpi intraprendevano quella danza nuova per entrambi. Ginny
affondò il suo sguardo negli occhi verdi di Harry cercando di carpire ogni sua
più picola emozione. Voleva che quel momento non
finisse mai. Voleva fermare il tempo e restare in quel letto con Harry per
sempre. Si strinse ancora di più a lui, cosa che procurò nel ragazzo un
ulteriore brivido di piacere. Ginny sorrise.
-Perché sorridi?-
chiese Harry con un soffio.
-Ho un certo potere su
di te mi sembra…
Questa volta fu Harry
a sorridere.
-Potrei approfittarne…- e Ginny mantenne
la sua promessa. Spinse Harry con la schiena contro il materasso e fece aderire
il suo corpo a quello del ragazzo in questa nuova posizione.
-Giochi sporco, Weasley…mi piace…
Oramai erano entrambi
a un passo dell’oblio. Qualsiasi cosa sarebbe successa attorno a loro non
l’avrebbero sentita. Nulla contava a parte loro. E finalmente accadde.
Esausti si sdraiarono
l’uno accanto all’altra per qualche minuto. Harry accarezzava i capelli
profumati di Ginny instancabilmente. Era sorprendente
come nonostante il dolore e la paura che lo avevano sconvolto fino a poco
prima, Harry ora si sentisse sereno e tranquillo. Era una sensazione strana. Si
sentiva invincibile. Nemmeno il pensiero del ritorno di Voldemort
sembrava sfiorarlo.
-Harry…non senti dei rumori in Sala Comune?
-Sì…sarà meglio darsi una sistemata.
In pochi istanti due
ragazzi si rivestirono e Harry fece appena in tempo a sbloccare la porta prima
che Ron entrasse.
-Ehi! Che ci fai tu
qui, Gin?
-Io? Beh…ecco…- balbettò Ginny.
-Mi ha chiesto se
poteva riposare qui con me…almeno per stanotte. È
ancora molto scossa per quello che è successo a…beh…hai
capito, vero?
Ron alzò il sopracciglio
sinistro. Ma a chi volevano darla a bere quei due? Credevano forse che fosse
uno stupido? Ron aveva capito perfettamente quello che era successo in quella
stanza poco prima. E lo capì dagli occhi di Ginny
stranamente più luminosi del solito. Ma Ron non disse nulla. Quello che rendeva
felice Ginny, rendeva felice anche lui. E poi in un
momento come quello, dove regnava il terrore per il ritorno del Signore Oscuro,
ognuno si doveva aggrappare a ciò che lo rendeva più felice.
-Ok…dormi pure qui! Basta che tu Harry tieni
le mani al tuo posto…
-C…certo! Cosa vai a pensare?- disse il
ragazzo sforzandosi di sorridere.
E così Harry e Ginny chiusero gli occhi su quella giornata carica di
emozioni. Ma nonostante tutto il dolore e la paura l’avrebbero sempre ricordata
come la giornata più bella della loro vita.
Eccomi tornata con un
nuovo capitolo…oramai le cose stanno prendendo una
piega ben precisa. E nel prossimo capitolo molte cose saranno chiarite e
spiegate. Soprattutto il destino di Hermione e Draco. Il ritorno del Signore Oscuro cambia le carte in tavola…e gli equilibri della coppia saranno messi a dura
prova!
Spero che il capitolo
vi sia piaciuto…
Ringrazio tutti coloro
che hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite, chi ha recensito e
anche chi ha solo letto.
Vi aspetto al prossimo
capitolo “Per il bene di tutti”…e recensite!!!
Baci a tutti!!!