FE7 e Screec_94_ grazie infinite carissime...
se nei prossimi giorni non sarò puntualissima per i nostri appuntamenti quotidiani è perchè alcuni capitoli li sto finendo di scrivere...spero comunque di essere sempre puntuale, solo il finale della storia mi ha preso particolarmente ed ho lasciato indietro i capitoli con il caso da seguire...cmq spero nella sera dopo cena con un pò di calma credo che riuscirò a finire i cap. per essere postati il mattino dopo...
da qui cominciano i capitoli inediti della storia, che non sono mai stati pubblicati da nessun altra parte...
ringrazio tantissimo tutti coloro che mi hanno inserito tra i loro preferiti e storie seguite e chi semplicemente legge.
buona lettura...
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Capitolo
38.
Il mattino seguente come
programmato la sveglia suonò molto
presto, e un riluttante Tony riuscì ad alzarsi quasi subito.
Mentre
svogliatamente si preparava, più che altro si preparava
mentalmente a quella
giornata lavorativa che sicuramente non prevedeva niente di buono, Ziva
gli
fece trovare un buon caffè forte in modo da metterlo subito
in carreggiata.
Dopo un saluto veloce Tony partì alla volta del NCIS e Ziva
cominciò a controllare in che stato era la casa.
Stranamente quella mattina Tony arrivò puntuale in ufficio,
persino prima di McGee e della Scott; Gibbs invece era già
alla sua scrivania a
riesaminare le prove che avevano in attesa che il laboratorio gli
consegnasse la
traduzione corretta del biglietto rinvenuto sul corpo dilaniato della
vittima.
-buongiorno capo!-,
-DiNozzo!!-,
-sempre il primo ad arrivare è capo?-,
-e tu stranamente sei arrivato puntuale! Cos’è
forse Ziva ti
ha cacciato di casa?- disse con un sorrisino Gibbs,
-no capo!!! Ma cosa vai pensando?- rispose uno sbigottito
DiNozzo, che non capiva se il capo parlava seriamente o se si stava
divertendo
a prenderlo in giro,
-o forse durante il pomeriggio di ieri è stata troppo
impegnata che per te era troppo stanca e ti ha fatto arrivare puntuale
a
lavoro!- disse la Scott che arrivando in quel momento in ufficio, ed
avendo
sentito il discorso tra i due uomini, non si fece sfuggire
l’occasione per far
risuonare la sua voce nell’openspace con una frecciatina.
La cosa arrivò dritta dritta a Tony che si senti quasi
colpire in pieno petto e affondare, fino a che non si sentì
ribollire di rabbia
e con un viso rosso dal nervoso si voltò verso la collega e
puntandole un dito
contro le urlò
–cosa vorresti dire con questo Scott?-,
la Scott, per nulla intimorita dal collega, tranquillamente
alzò le mani e rispose –nulla DiNozzo era solo una
constatazione la mia, non
intendevo niente!-,
-solo una constatazione eh?, certo come no, se hai qualche
problema con me fai quello che ti pare, ma non provarti mai
più ad offendere o
ad insinuare qualsiasi cosa su Ziva; ma si può sapere cosa
vuoi da noi?-
rispose sempre più alterato Tony;
-buongiorno a tutti! scusi il ritardo capo non succederà
più- disse McGee entrando di corsa e raggiungendo la sua
scrivania,
interrompendo almeno per il momento il discorso tra Tony e Karen;
-lo credo bene McGee; forse adesso vi deciderete di mettervi
a lavoro, TUTTI QUANTI- disse Gibbs alzando sempre di più la
voce; non
sopportava più quelle scaramucce tra i suoi agenti, dato che
non si trattavano
di piccoli battibecchi tra amici, ma solo tra persone che si
sopportavano poco
a vicenda; Questo a lungo andare poteva diventare un problema anche nel
lavoro
sul campo, dove la fiducia verso il proprio collega e partner era
fondamentale.
Riacquistato un po’ di silenzio nell’openspace
Gibbs si alzò
e ordinò ai suoi agenti di svolgere le adeguate ricerche
sulla vittima, sul
luogo in cui era stato ritrovato il cadavere e su tutti coloro che
conoscevano
la vittima, mentre lui se ne andò da Ducky per avere il
rapporto sull’autopsia
e un parere psicologico sul possibile uomo da cercare.
Una volta rimasti soli, mentre ognuno svolgeva il proprio
compito, Tony lanciò una pallina di carta a McGee in modo
d’attirare la sua attenzione
e disse
–ehi Pivello!!come mai in ritardo, notte brava?-,
McGee
scuotendo la testa evitò di rispondere, quando ad incalzare
la situazione
intervenne Karen,
-oppure sarebbe meglio dire una pausa pranzo così intensa
tanto da sfinirti?-;
Tony a quelle parole si voltò verso la
Scott…chissà perché
aveva cominciato a farsi insinuare nella sua testa un collegamento tra
la frase
precedente che aveva rivolto a lui e questa, tanto che
cominciò a far
combaciare un po’ di cose successe il giorno
precedente…
prima che potesse dire
qualcosa sentì McGee che rispose –se studiare con
mia sorella vuol dire passare
una pausa pranzo intensa e aver avuto una notte brava allora si avete
ragione
entrambe, se vi riferite ad altro allora vi sbagliate di grosso. Sarah
mi ha
tenuto sveglio fino al’una passate per trovare tutto
ciò di cui aveva bisogno
per la sua ricerca; sto morendo di sonno, credo che oggi
avrò bisogno di una
botte di caffè per avere un minimo di concentrazione-
rispose tranquillamente,
anche se neppure a McGee era sfuggito quel tono accusatorio di Karen,
chissà
cosa passava per la testa di quella ragazza?
Anche questa volta nel dire quella piccola bugia non si era
distaccato troppo dalla realtà, infatti, Sarah la sera
precedente si era
fiondata a casa sua per farsi aiutare a trovare del materiale su una
ricerca su
come viene svolto il lavoro per la sicurezza interna e esterna del
Paese e
avevano perso molte ore a trovare tutto il materiale necessario; anche
in quel
caso l’unica parte che discostava dalla realtà era
ciò che riguardava Ziva, ma
aveva fatto una promessa ad un’amica e non intendeva
infrangerla per soddisfare
la curiosità di due colleghi impiccioni. Naturalmente,
essendo una persona
previdente, la sera avanti aveva spiegato a Sarah la situazione,
così se nella
malaugurata sorte si fosse incrociata con Tony o Abby o se fosse
capitata in
ufficio e le avessero posto qualche domanda avrebbe saputo cosa
rispondere. Nel
pensare a tutto ciò McGee sorrise soddisfatto di se stesso;
anche se tutti
continuavano a chiamarlo Pivello, sapeva che era solo un nomignolo
d’affetto,
tutti compreso lui sapevano che era cresciuto come agente e che un
pivello non
lo era più da molto tempo.
Per il resto della mattinata Tony si concentrò sul lavoro
cercando di evitare quel sospetto che cominciava ad impossessarsi di
lui...
Come poteva credere che Ziva, la sua Ziva, gli avesse
mentito per passare qualche ora del pomeriggio con McGee; no era solo
una
frecciatina acida che la Scott si era divertita a prodigare; non poteva
credere
a Ziva e il Pivello che gli mentivano, in modo da potersi vedere di
nascosto, e
poi per fare cosa?
sul plasma in mezzo alle scrivanie apparve il documento che era salvato nella chiavetta…nel documento c’erano le frasi che componevano il biglietto ritrovato sul cadavere e sotto la giusta traduzione.
L’unica cosa certa in quel momento era che
qualsiasi cosa avessero voluto dire quelle parole a scriverle era stato
certamente un pazzo e da come anticipava in quel biglietto se non si
davano una
mossa a capire cosa stava succedendo, presto si sarebbero trovati con
un altro
omicidio da risolvere.
continua...
ed ecco qui la parafrasi (spero che sia abbastanza buona) di quello che è scritto nel biglietto...
(o cristiani superbi, poveri infelici, che , malati nella visione interiore, vi fidate di passi che invece vi fanno retrocedere; non vi rendete conto che noi uomini siamo come bruchi, nati per dar vita alla farfalla dell’anima, che vola verso la giustizia divina senza più gli schemi della vita terrena? Di cosa il vostro animo va superbo, visto che siete come insetti incompleti, come larve la cui formazione è imperfetta? [...]).