• PROLOGO •
Dopo
una prima mattina ottobrina di jogging tra i fumi di Roma,
l’ideale sarebbe
tornare a casa, fare colazione con una tazza di latte e deliziose
ciambelline
dorate al miele, poi una bella doccia fredda, trucco, sistemare questi
capelli
così terribilmente vivi,
e arrivare
in ufficio con dieci minuti d’anticipo e un sorriso radioso
stampato in faccia.
Inutile dire che non è affatto il mio caso.
Perché? Perché mi trovo con la
bottiglietta di Frappuccino Coffee made in London, la mia borsa con il
fedele
MacBook, Jimmy Choo Pagoda e un passo più spedito di quello
che io possa
permettermi in questa situazione. Perché la mia magnifica
Volvo C30, è in
officina per la revisione, il latte mi si è bruciato sul
fornello mentre mi
asciugavo i capelli, ho una riunione importante per cui mi ero portata
il
lavoro a casa e ho messo i tacchi 115mm per sembrare meno tappa di
ciò che sono
in realtà. Nonostante consideri 1.62 un’altezza
del tutto rispettabile, a
Londra ho avuto l’estremo piacere di sperimentare
gradualmente parecchie Jimmy
Choo, tra le quali le Pagoda sono le mie preferite. Peccato davvero che
ora
siano uno dei miei tanti oggetti di maledizione, insieme con la gonna
del
tailleur troppo stretta per allungare il passo, il mio capo che mi
obbliga a
mettermi in tiro in occasione dei meeting importanti e anche il
Frappuccino che
ho appena finito e non mi ha dato neanche un po’ di
soddisfazione. La giornata
è proprio cominciata nel peggiore dei modi, e prevedo di
arrivare con un
mostruoso ritardo, maledetto anche lui! Sto giusto prendendo in
considerazione
l’autostop, quando il rombo rassicurante di una moto senza
dubbio potente
giunge al mio orecchio come una musica celestiale. Probabilmente la
cilindrata
è superiore ai 500, certamente una Honda, meravigliosamente
perfetta.
Mi
volto a guardare tanto splendore, e una VFR, effettivamente Honda e
almeno 750,
si apre al mio sguardo, prima che venga catturato dal
“pilota” che ha
allegramente sbarrato gli occhi di fronte al mio fondoschiena, appena
prima
di
una brusca frenata con la quale la moto si spegne. Sgraziato e
snaturato
possidente di una tale meraviglia, che brutto modo per prendersene cura!
«
Lei non dovrebbe già essere in ufficio, signorina?
», mi chiede quello che mi
sembra un ragazzo imbranato seriamente incastrato e alle prese con il
casco che
gli sta piegando le orecchie.
«
Quale onore, il muro portante della nostra difesa calcistica si ferma
ad
intrattenere un eloquente discorso col mio sedere! »
«
Quanti pochi riguardi per chi cerca solo di sincerarsi delle sue
condizioni »,
commenta sbuffando.
«
Mi scusi… il muro portante della nostra difesa si sincera
delle condizioni del
mio sedere! », rispondo, palesemente divertita dalla
situazione.
«
Seriamente, Ilia, sembra davvero che tu stia per morire di asfissia!
Tieni,
scema… », dice sorridendo, passandomi il casco e
aiutandomi a salire sulla
magnifica VFR.
Ogni volta che mi ritrovo seduta su quel gioiello, sono
presa da sensazioni molto forti: il primo elemento assolutamente
inebriante è
l’aria che mi gonfia i vestiti, passa tra i capelli e mi
accarezza il viso con
delicata forza, e mi fa sentire quasi onnipotente; secondo elemento non
trascurabile, la velocità che libera l’adrenalina
nel mio sangue come
nient’altro; forse, e col senno di poi capirò
che
è certamente così, c’è un
terzo elemento, davvero irrilevante però… vale a
dire la maniera indefinibile
in cui mi stringo a quel corpo atletico e appoggio la testa a quelle
spalle
larghe… si potrebbe quasi dire che stare abbracciata a quel
giovane uomo così bello
mi fa sentire dannatamente bene e benevolmente dannata.
Filippo
Marzo è il biondo-occhi-azzurri più
perfetto che io abbia mai visto, nonostante la tipologia del biondo-occhi-azzurri non mi sia mai
piaciuta.
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Allora, eccomi con una nuova storia. Completamente diversa dalle altre, con nuovi personaggi e di conseguenza un nuovo stile; una trama diversa, un argomento popolare come il calcio, una visione diversa... insomma, è tutto fondamentalmente nuovo, è questa la parola chiave.
Devo ringraziare delle persone che mi hanno aiutata ad arrivare alla pubblicazione e a buon punto della stesura, senz'altro Valentina, la mia beta, che mi ha dato dei suggerimenti e delle critiche, ma sempre costruttive e quindi è anche grazie a lei se sono arrivata a un risultato soddisfacente; il mio tesoro Chiara (e ovviamente un ringraziamento al suo Andrea che ha collaborato alla riuscita del banner), che neanche si rende conto quanto prezioso sia stato il suo aiuto, e di quante volte io la ringrazi per avermi sopportata mentre ero in crisi d'idee o di convinzione! Ti voglio bene! (Tra l'altro, v'invito a leggere la sua magnifica Secretly, perché merita davvero!); Bea, che fa parte del gruppo sottostante ma avrebbe bisogno di un monumento perché è stata la prima che mi ha dato il suo parere e mi ha aiutata e sopportata durante i miei sproloqui e le mie ricerche fotografiche, nonché nella fase grafica... grazie mille Bea!; tutte le ragazze del forum Il Figlio della Prof che si sono prestate come cavie a questo esperimento e a quelle che mi hanno convinta a pubblicarla leggendola lì in questi due giorni: Bec (anche per i consigli grafici), Carmen, Francesca (Chicca), Cris, Lily, Rossella e Valeria (in ordine alfabetico)! Ah, dimenticavo mia sorella che ogni sera prima di andare a dormire mi chiede come procede e mi dà le sue idee romantiche e idealistiche da dodicenne nel pieno del suo periodo di romanticismo... :D
E poi naturalmente ringrazio voi che recensirete o semplicemente leggerete imbarcandovi per questa mia nuova avventura, sperando di viverla insieme!
Un'altra cosa, appena avrò un po' di tempo preparerò le schede dei personaggi e le inserirò nel blog appositamente creato, che vi linkerò nel prossimo aggiornamento... lì troverete anche i nomi e le informazioni sulle celebrities che prestano il volto ai miei personaggi... e credo che basti!
Un saluto a tutti,
Ele