Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Beatrix Bonnie    02/10/2009    3 recensioni
Edmund non è un ragazzino normale: vive in un orfanotrofio e non sa nemmeno chi siano i suoi genitori, ma quello che è più preoccupante è la sua capacità di muovere gli oggetti con il pensiero e di parlare con i serpenti. Ama la solitudine e non ha nessun amico, tanto che il suo unico passatempo è divorare libri per accrescere la propria conoscenza.
Ma quando si lascerà convincere a frequentare il "Trinity college per giovani maghi e streghe", una bizzarra scuola di magia dove imparerà a fare incantesimi e a preparare pozioni, Edmund sarà trascinato dai suoi nuovi amici verso folli avventure, riguardanti alghe carnivore e stanze stregate, che gli insegneranno il vero valore dell'amicizia e del coraggio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 2

Viaggio in treno






Mairead era eccitatissima dall'idea di cominciare la scuola. Solitamente i ragazzini di dodici anni non sono impazienti per l'arrivo del nuovo anno scolastico, ma Mairead avrebbe finalmente imparato a fare magie, come suo padre. Infatti stava per frequentare il Trinity College per giovani maghi e streghe, la scuola irlandese di magia. Aveva comprato tutto il necessario a Dublino insieme al padre Reammon, a cominciare da una meravigliosa bacchetta di ebano con una piuma di ippogrifo.

Il padre la accompagnò a binario dove sarebbe partito il treno per il Trinity, al quale si accedeva tramite un minuscolo ripostiglio delle scope nella stazione Babbana di Dublino. Il padre la aiutò con il grosso bagaglio e la gabbietta che conteneva il furetto Roddy. Spostando in modo strategico la scopa e il moccio, si apriva un varco nella parete, che conduceva al binario del Trinity.

Mairead lo attraversò piena di entusiasmo e all'improvviso fu circondata da una folla di studenti e genitori che si stavano salutando. Il treno sbuffava piccole nuvolette di vapore, pronto a partire. «Papà, siamo in ritardo!» strillò la ragazzina in preda al panico. Possibile che suo padre non riuscisse mai ad arrivare in orario?

L'uomo la aiutò a caricare i bagagli sul treno, poi le fece l'occhiolino e le schioccò un bacio sulla fronte. «Mi raccomando, fai la brava.» le disse, mentre gli occhi gli si inumidivano per la commozione. In fin dei conti non si sarebbero visti fino alle vacanze di Natale e lui si sarebbe sentito senza dubbio solo, in quella casa grande e vuota tutta per lui.

Mairead rispose con un sorrisetto furbo: «Ma io sono brava, papà. Vedrai, diventerò una Raloi come te: non ti deluderò.»

Il padre le diede un buffetto sulla guancia. «A qualsiasi casa tu venga assegnata, sarò comunque fiero di te.» le disse prima di salutarla definitivamente. Rimase fermo sulla banchina a guardare il treno, fino a che non divenne un minuscolo puntino all'orizzonte.

Mairead trascinò alla belle meglio il suo baule con la gabbia di Roddy per il corridoio del treno, alla ricerca di un vagone vuoto. Ma come al solito il ritardo di suo padre aveva fatto sì che tutti i posti fossero già occupati. Si infilò disperata in uno scompartimento dove c'era solamente un ragazzino moro immerso nella lettura di un libro. «Posso?» domandò educatamente, ma quello si limitò ad alzare gli occhi dal volume senza risponderle. Al che Mairead cominciò una lunga lotta con il suo baule, nel tentativo di posizionarlo sulla retina sopra i sedili.

Il ragazzino fissò per qualche tempo i suoi inutili sforzi, poi le chiese se le servisse una mano.

«Sarebbe gradita!» sibilò Mairead cercando di non accecarsi con lo spigolo di metallo del suo baule.

Il ragazzino, invece di alzarsi per aiutarla, estrasse di tasca la bacchetta magica. «Wingardium Leviosa.» disse mollemente, con un lento gesto del polso. Il bagaglio si sollevò dalla presa malferma di Mairead e si depositò fluttuando sulla retina metallica.

La ragazza guardò sbigottita il suo salvatore. «Sai fare un Incantesimo di Levitazione? Allora sei del secondo anno.» commentò stupefatta, dato che credeva avesse la sua età.

«No, devo cominciare il primo.» rispose il ragazzino, immergendosi nuovamente nella lettura di quello che doveva essere il libro di testo di Trasfigurazione.

Mairead lo fissò per qualche istante affascinata: aveva i capelli neri e lisci, perfettamente pettinati, gli occhi azzurri e la carnagione pallida. Indossava uno sgualcito completo scuro con camicia bianca e cravatta rossa, che aveva l'aria di non essere della sua misura.

Infine decise di presentarsi: «Piacere di conoscerti, io sono Mairead Boenisolius.»

Il morettino sollevò di nuovo lo sguardo per una frazione di secondo, poi tornò alla lettura. «Edmund Burke.» rispose dopo un attimo. Edmund si aspettava che la ragazzina ridesse del suo nome, ma quella non ebbe alcuna reazione.

Mairead rimase in silenzio per pochi minuti, poi, stressata da quell'apatia, cominciò a chiacchierare. «Sai, mio padre era un Raloi quando frequentava il Trinity. Anche io spero di finire nella sua stessa casa, perché sarebbe un'infamia se fossi una Llapac. O ancora peggio una Nagard. Tu in che casa speri di finire?»

«Una qualsiasi, purché non sia la tua.» rispose sgarbato Edmund, senza alzare gli occhi dal volume: stava leggendo e non aveva nessunissima voglia di chiacchierare. In fin dei conti aveva passato tutta la sua infanzia da solo, con i libri come unici compagni di viaggio. Tuttavia la sua mancanza di gentilezza non scoraggiò la ragazzina, che ricominciò a parlare come nulla fosse.

Dopo qualche minuto di quello sproloquio, Edmund scattò: «La potresti piantare? Sto leggendo!» Dopo quella uscita Mairead rimase zitta con le braccia incrociate al petto, mentre il suo furetto Roddy la fissava con occhi languidi, desideroso di uscire dalla gabbietta.

Il viaggio sembrava durare un'eternità: Edmund leggeva ininterrottamente e l'unico rumore che produceva era quello delle pagine che venivano voltate, un po' troppo spesso tra l'altro per riuscire ad essere lette attentamente. Mairead, che passava il tempo guardando fuori dal finestrino la campagna irlandese scorreva sotto i suoi occhi, era convinta che il ragazzino non le leggesse davvero, perché nessuno poteva assimilare informazioni tanto velocemente.

La tediosa giornata di pioggerella, fu interrotta da un'inaspettata irruzione nel loro scompartimento. Un ragazzetto pallido con i capelli biondi tagliati a caschetto rotolò letteralmente sul pavimento, seguito da una grossa valigia che qualcuno gli lanciò addosso.

«Sei un perdente! Una vergogna per un Eireannach!» urlò una voce rabbiosa, probabilmente appartenente alla stessa persona che aveva tirato il baule.

Il biondino si alzò da terra e cercò di risistemarsi i vestiti. «Colpa mia se ho difeso un ragazzino che stavate schiantando?» rispose pieno di risentimento per come era stato trattato.

Un grosso tizio con l'aria minacciosa si avvicinò allo scompartimento ringhiando. «Schianteremo anche te, sudicio inglesofilo, se difenderai un altro schifoso sasanachfuil!»

Edmund sembrava essere arrivato al limite della sopportazione. Si alzò esasperato estraendo la bacchetta dai pantaloni. «Ma dico! Stavo leggendo io!» si lamentò, poi spinse via con un incantesimo il tizio grosso e chiuse la porta dello scompartimento, sigillandola con un'altra magia. Infine si risedette come nulla fosse e riprese la lettura dove l'aveva lasciata.

Mairead invece salutò il nuovo arrivato, presentando se stessa e anche quell'antipatico di Edmund. «Piacere, io sono Laughlin Maleficium.» rispose il ragazzino biondo sistemando il suo baule sulla retina senza difficoltà.

«Maleficium?» gli fece eco Mairead.

Il ragazzino la guardò con aria rassegnata, come se sapesse dove andasse a parare quel discorso. «Sì, sì, mio padre è Eoin Maleficium, il direttore del Corriere del Mago.» confermò ancora prima che Mairead potesse chiederglielo. La ragazzina lo guardò con ammirazione.

«Caspita che bello! A me piacerebbe tanto fare la giornalista.» esclamò piena di entusiasmo.

Laughlin sorrise divertito. «Quando saremo più grandi ti raccomanderò a mio padre.»

Mairead era troppo curiosa, per fare finta di non essere interessata alla scenata che si era svolta pochi minuti prima. Per fortuna non ebbe bisogno di fare domande, perché Laughlin cominciò di sua spontanea volontà a raccontare cosa fosse successo. «Ero in scompartimento con quei tizi, no? E sembravano anche simpatici; stavamo chiacchierando, quando entra 'sto mocciosetto di un sasanachfuil che sta cercando non so cosa che ha perso. Quei tizi là volevano schiantarlo, solo perché era di origini inglesi e io l'ho difeso. Mica sapevo che era britannico. Comunque sta di fatto che ai miei amici non è piaciuta la parte dell'eroe che ho interpretato, così mi hanno scaraventato fuori dalla loro cabina.» raccontò.

Mairead non commentò, perché sapeva bene cosa significava: l'amor di patria e l'orgoglio irlandese avevano portato nel corso dei secoli ad odiare tutto ciò che fosse inglese, proprio perché l'Irlanda era rimasta per lungo tempo sotto il dominio britannico. Nella comunità magica questo odio era ancor più esasperato, se possibile, e aveva portato alla creazione di vocaboli dispregiativi verso chi aveva origini inglesi, come la parola sasanachfuil che in irlandese significava “sangue inglese”.

Per fortuna Laughlin aveva già cambiato argomento e aveva cominciato a parlare delle case. Anche lui era al primo anno e sperava di finire nei Nagard. La ragazzina lo guardò allibita. «Ma lo sai che dalla casa dei Nagard sono usciti più maghi e streghe oscuri che da qualunque altra?» domandò stupita.

Laughlin ridacchiò divertito e rispose: «Ascolta, la mia famiglia è nei Nagard da secoli e io adoro quella casa! Vengono scelte le persone ambiziose, intelligenti e sicure di sé.»

«Hai dimenticato anche malvagie, crudeli e perfide! Io sarò una Raloi, dove vanno quelli coraggiosi, intraprendenti e nobili di cuore.» rispose Mairead con un sorriso compiaciuto.

Laughlin sghignazzò divertito dalle parole della ragazzina. «A me basta non finire tra quegli smidollati dei Llapac.» concluse in tono d'intesa.

Era luogo comune che gli studenti che non avevano le caratteristiche per nessuna delle due case più rinomate, finissero nella terza, quella dei Llapac, che dunque veniva popolata da quelli più scarsi. Erano stati fatti numerosi tentativi di riabilitazione, ma ormai gli allievi erano radicati in questo pregiudizio.

Laughlin propose alla ragazzina una partita a scacchi magici, con la sua scacchiera preferita. Mentre Laughlin sistemava i pezzi al posto giusto, Edmund sbirciò verso i due compagni da sopra la copertina rigida del libro. Mairead aveva imparato a giocare da suo padre, ma non era sufficientemente paziente per un gioco così lento e riflessivo. Laughlin invece era abbastanza bravo e soprattutto i pezzi gli obbedivano ciecamente. Nel giro di un quarto d'ora era pericolosamente vicino a fare scacco matto.

Edmund nel frattempo aveva finito di leggere il libro, ma era rimasto nascosto dietro la copertina ad osservare la partita. Aveva trattenuto a stento un urlo quando il pedone della ragazzina era stato mangiato dalla torre, che lo aveva ridotto in briciole. Ora la osservava mentre decideva la mossa successiva succhiandosi nervosa il codino dei capelli. Spostò indecisa una torre di qualche casella, ma nonostante i suoi sforzi, poche mosse dopo Laughlin aveva vinto la partita. «Ti prego, cambiamo gioco.» piagnucolò sconsolata mentre i pezzi si ricomponevano, pronti per una nuova sfida.

Laughlin allora estrasse dalla borsa una scatola di Gelatine Tutti i Gusti +1 e qualche Cioccorana da offrire alla sua nuova amica. Mairead ne scartò una e osservò la figurina che aveva trovato. «Evvai, il druido Lunchann!» esclamò soddisfatta, visto che era uno dei più rari.

«Che fortuna sfacciata.» commentò Laughlin, che invece aveva trovato per l'ennesima volta mago Merlino. Edmund mise il libro nella valigia sgualcita che si era portato via dall'orfanotrofio e restò per tutto il resto del viaggio seduto in silenzio a guardare fuori dal finestrino.

Il treno cominciò a costeggiare le scogliere, segno che non doveva mancare molto alla loro destinazione. Così Mairead andò in bagno per indossare la divisa della scuola, che per il momento era grigia, poi si sarebbe colorata a seconda della casa a cui sarebbe stata assegnata: rosso per i Nagard, verde per i Raloi e blu per i Llapac. Quando rientrò nello scompartimento, anche Laughlin e Edmund si erano cambiati e attendevano eccitati che il treno arrivasse alla stazione.



EDIT: Continua l'opera di risistemazione...

aggiungo qui sotto un piccolo specchietto per la pronuncia dei nomi irlandesi:

Ailionora ............ Alanora

Ailis..................... Alice

Aöife................... Eva

Bearach............... Barock

Brion.................... Brian

Cael...................... Kale

Daire.................... Dora

Daireen................Doreen

Elan..................... Ellen

Eoin .................... Owen

Finan................... Feenawn

Laughlin ............. Locklin

Liadan................. Leedan

Mairead .............. Mayreed

Nioclas................ Niklas

Oengus................. Angus

Reamonn ............ Raymun

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Beatrix Bonnie