mi anticipo con la
pubblicazione perché domani non ci sarò, sarò fuori per un matrimonio…uff che
noia >.<, non ho proprio voglia. Ultimamente mi sento parecchio spossata…
Ringrazio
vivamente chi mi legge o chi mi commenta, sono sempre felicissima di leggere le
vostre recensioni, grazie di cuore…
Scusate se non mi
soffermo a ringraziarvi una per una, ma oggi proprio non mi riesce di essere
lucida…perdonatemi. Spero mi leggiate e mi commentiate…
Bacio a tutti e
buona lettura.
Ps: vi lascio il
link della canzone http://www.youtube.com/watch?v=ngAT4KFYy5E
Bella
Ferma, immobile
come una statua ero rimasta allibita da quella scena…le mie mani abbracciavano
l’aria…perché quello era stato: una visione fatta d’aria…o forse no…
Eppure ero certa
di aver accarezzato un volto marmoreo, freddo e l’adrenalina che mi aveva
provocato, mi aveva fatto girare la testa. No, era lui…era Edward…e se ne stava
fuori la mia finestra, ancora una volta. Chiusi gli occhi, continuando a
piangere, mi poggiai con le mani al davanzale e gridai
“Edwarddddddddddddddddddddd!!!!!!!!!” mi chinai su me stessa “Ti prego
ritorna…ritorna da me” e la ferita si riaprì pulsando maledettamente contro il
mio petto…
“Passerotto non andare via
nei tuoi occhi il sole muore giù
scusa se la colpa è un poco mia
se non so tenerti ancora qua.”
Infondo l’avevo
sempre saputo, non potevo fare a meno di lui, era una droga per me e lui lo
sapeva…ma perché era tornato così nella mia vita? Voleva sparire e che sparisse
allora! Io non potevo più farmi così male…gettai per l’aria i cd riposti con cura
sulla scrivania e mi fiondai sul letto a piangere…
Come avrei fatto a
vederlo tutti i giorni al college? Come potevo resistere all’impulso di
corrergli incontro e stringerlo tra le mie braccia talmente forte, da fargli
capire che lo amavo e che non volevo dividerlo con nessuno…
“ma cosa è stato di un amore
che asciugava il mare
che voleva vivere
volare
che toglieva il fiato
ed è ferito ormai
non andar via
ti prego”
Cosa era stato del
tempo trascorso insieme? Dei nostri sentimenti bisbigliati in silenzio tra un
bacio e l’altro, nello spazio immenso della nostra radura? Avevo promesso, ci
avevo provato, ma ogni tentativo era stato vano, come potevo credere di farcela
a cancellare il primo e l’unico grande amore della mia vita? Edward era la mia ragione di vita…
“passerotto non andare via
senza i tuoi capricci che farò
ogni cosa basta che sia tua
con il cuore a pezzi cercherò
ma cosa S stato di quel tempo
che sfidava il vento
che faceva fremere
gridare
contro il cielo
non lasciarmi solo no...
non andar via
non andar via”
Ma dentro sapevo perfettamente
che nulla sarebbe tornato come prima e che ora dovevo concentrarmi sul mio
futuro. Dovevo darmi una possibilità, cogliendo al volo l’occasione di
ritrovarmi accanto una persona che mi amava sul serio: Jake.
Ripensai a lui,
mentre mi dondolavo accucciata sul letto…io gli volevo un gran bene, sarebbe
diventato amore se non ci fosse stato un sentimento più forte a bloccarmi.
Lentamente ripresi
possesso delle mie facoltà e mi alzai dal letto, mi accostai nuovamente alla
finestra e ricacciai subito indietro le lacrime…
“senza te
morirei
senza te
scoppierei
senza te
brucerei
tutti i sogni miei
solo senza di te
che farei
senza te
senza te
senza te”
Sbuffai
esausta…aveva ripreso a piovere, il tutto si omologava perfettamente al mio
stato d’animo e odiavo ciò. Forse una giornata di sole mi avrebbe aiutata…
Ma non mi persi
d’animo, io volevo affrontare Edward, ormai avevo deciso; doveva darmi
spiegazioni, ne avevo il sacrosanto diritto. Ero stanca di giocare.
Afferrai
l’impermeabile e corsi fuori…mi guardai intorno impaurita…da che parte dovevo
andare?
Lo squillare del
cellulare mi ridestò, sperai con tutto il cuore che non fosse Jake, ma quando
vidi il nome sobbalzai “A-A-Alice” dissi tremando “Bella!” trillò con voce
cristallina “Noi viviamo ad un’ora dal tuo appartamento. Prendi il pick up,
percorri la prima strada a destra, va sempre dritto, non puoi sbagliarti. La
nostra casa è infondo al bosco” “Gra-grazie, ma…” “Niente ma. Sono felice che
tu abbia finalmente deciso a fare il primo passo. Fa presto! Sto cercando di
non far capire ad Edward che ho visto te venire qua!” attaccò, lasciandomi
imbambolata. Alice come sempre aveva visto tutto. Sorrisi e scossi la testa,
montai sul pick up e facendo leva su tutto il coraggio in corpo, l’accessi e mi
diressi verso casa sua…
La pioggia cadeva
fitta, il bosco diveniva sempre più buio ed io faticavo a farmi spazio tra il
selciato bagnato, quando ormai credevo di aver sbagliato strada, intravidi tra
gli alberi una casa enorme. Il cuore mi balzò in gola e le mani cominciarono a
tremare…tutti i discorsi che avevo pensato di fargli, scomparvero all’istante.
Tutte le parole che conoscevo erano andate a farsi benedire. Cosa gli avrei
detto?
Scesi dall’auto e
mi incamminai verso la piccola rampa di scale che portava alla porta
d’ingresso. Mi fermai ad osservare la struttura: imponente e bellissima come
quella di Forks, sicuramente era stata Esme a progettarla. Sorrisi al ricordo
di quella donna che mi aveva accolto in casa sua come una figlia. Quando riabbassai
lo sguardo verso la porta, notai una figura poggiata allo stipite: aveva le
braccia conserte, le gambe divaricate e leggermente incrociate, la testa bassa.
Lo vidi sobbalzare, alzò gli occhi e incrociò i miei…spalancai le palpebre:
Edward era lì, tutto bagnato e sembrava aspettasse qualcuno…
Ferma lo fissai,
tolsi il cappuccio e lasciai che la pioggia mi inumidisse…non facemmo che
guardarci…ed io sperai che tutto quello potesse presagire qualcosa di positivo.
Il cuore batteva troppo forte, temevo potesse esplodermi nel petto da un
momento all’altro…mossi i primi passi e uno alla volta salii gli scalini che mi
portavano da lui…
Ora gli ero
davanti, potevo sentire il suo respiro freddo su di me, non aveva modificato la
sua postura, ma i suoi occhi erano immersi completamente nei miei, con un gesto
velocissimo, ci ritrovammo abbracciati, non sapevo come, né perché, ma fu la
cosa più naturale del mondo…e così ci ritrovammo fusi, come oro colato, in un
solo corpo…rapida in me, si fece spazio la sensazione che il tempo non fosse,
in realtà, mai trascorso…
“sabato pian piano se ne va
passerotto ma che senso ha
non ti ricordi
migravamo come due gabbiani
ci amavamo
e le tue mani
da tenere, da scaldare
passerotto no
non andar via
non andar via”