6 15 21 67 69 83. 24. 5.
Sei. Quindici. Ventuno. Sessantasette. Sessantanove. Ottantatre. Numero Jolly ventiquattro. Superstar cinque.

Il telegiornale delle 20:00 annuncia i numeri del superenalotto. Il jackpot più alto in Italia. 149 milioni di euro.
Io e la mia famiglia siamo davanti alla tv. Ormai è più di un mese che giochiamo i nostri numeri.
Io, mio fratello, e mio padre.
Mia madre dice che se vinciamo noi le faremo un regalino, quindi si risparmia la giocata.

La voce della giornalista ripete i numeri per la seconda volta, e io guardo la schedina che ho in mano per vedere se ho preso qualcosa.
Sei. Quindici. Ventuno. Sessantasette. Sessantanove. Ottantatre. Numero Jolly ventiquattro. Superstar cinque.

- Non ho preso nemmeno un numero. Che palle.
- Stefano, non dire parolacce.
- Ma mamma, che palle non è una parolaccia.
- Stefano non rispondere a tua madre.
- Uff.

I soliti battibecchi. Mamma che sgridava mio fratello, mio fratello che rispondeva, e mio padre che interveniva a favore di mamma.

- Io ho preso il 21 e il 67.
- Tesoro, sarà per la prossima volta.

Mia mamma diceva sempre così. Sarà per la prossima volta.
Secondo lei 149 milioni di euro erano troppi.
Quando lo ripeteva io e Stefano ci scambiavamo sguardi increduli.
Ma stavolta non riuscivo ad alzare lo sguardo.
Non riuscivo a deglutire.
Non riuscivo a fare proprio nulla.

- Mary, tesoro, che c'è?
Non riuscivo a rispondere.
Mamma mi guardava ma non ce la facevo proprio a rispondere.
Improvvisamente la mia gola era diventata secca.
Avevo perso la capacità di produrre qualsiasi suono.

- Mary, che hai? Sei pallida come un lenzuolo. Non ti senti bene?
Mamma cominciava a preoccuparsi. Pensava stessi male.
Ma come facevo a stare male? Come?

La voce della giornalista del telegiornale diede l'annuncio: "Signore e signori, abbiamo il piacere di annunciarvi che dopo sei mesi, è stato fatto il sei al superenalotto. Ci perviene la notizia che ce ne sia stato soltanto uno. Il fortunato vincitore ha giocato la sua schedina in una tabaccheria di Torre del Lago..."

- Cooooooooosa? No. No. No. Non è possibile. Qui a Torre del Lago!? Devo uscire, vedere chi è. Magari è un mio amico. No. Assurdo. Cazzo.
Stefano si era messo ad urlare. E aveva detto una parolaccia.
Quando se ne accorse smise di parlare, ma nè mamma nè papà gli dissero nulla.
Lui rimase alquanto stralunato da questo comportamento, e fece una strana espressione.
Io sentivo il cuore pulsare in gola.
Batteva talmente forte da far male.
Non ci credevo. Non era possibile.
Io: una ragazzina di appena diciotto anni, che invece di spendere i soldi a comprare le sigarette, come quasi tutte le mie amiche, conservavo i due euro per giocare ogni volta il superenalotto.
E adesso avevo vinto?
Avevo davvero vinto?
No. Ci doveva essere un errore.
Io non avevo mai vinto niente nella mia vita.
E adesso? Adesso avevo vinto 149 milioni di euro?
No. Non era possibile.
Dovevo parlare. Dovevo sforzarmi di parlare.

-Pa...papà...p-puoi ri-ripetermi i nu-numeri, per f-f-favore?
Oddio. Avevo balbettato. Se n'erano accorti i miei?
- C-certo tesoro. Sei. Quindici. Ventuno. Sessantasette. Sessantanove. Ottantatre. Numero Jolly ventiquattro. Superstar cinque.

Sei: ce l'ho.
Quindici: ce l'ho.
Ventuno: ce l'ho.
Sessantasette: ce l'ho.
Sessantanove: ce l'ho.
Ottantatre: ce l'ho.

Non ci credo. Non è possibile. Ho fatto sei al superenalotto.
Ho fatto sei al superenalotto???
O porca... ho fatto sei al superenalotto.
- Ho fatto sei al superenalottooooooooooo!
Urlai. Lo urlai in faccia a mio padre. In faccia a mia madre. E in faccia a mio fratello.
Per la miseria.
Ho fatto sei al superenalotto!
Sono riiiiiiiiiiiiccaaaaaaaaaa!!!!!

Alzai lo sguardo, e senza mollare la presa, mostrai il biglietto vincente alla mia famiglia.
Mio fratello si tramutò in una statua.
Mio padre divenne più bianco di me.
Mia madre mi abbracciò.

Eravamo ricchi. Ricchi sfondati. E io avrei potuto realizzare il mio sogno.
Seguire le riprese del film della mia saga preferita, twilight, e scattare tante, tante, tantissime fotografie.
Si. Si. Si.
Allora la fortuna sorrideva anche a me!
Evviva, evviva, evvivaaaaaaa.

- Vancouver aspettami, sto arrivando!

Alloooooora..come vi ho detto all'inizio, è più un introduzione.. che con la storia vera e propria non centra niente, ma dovevo pur giustificare il "comportamento" di Mary no!? E cos'è meglio di una vincita al superenalotto per intraprendere un giro "intorno al mondo"???:P per la cifra, ho preso quella della realtà, vinta il 22 agosto 2009, i numeri invece li ho messi a caso, percè quelli "veri" non li ricordavo!:P Ok.. aspetto di sapere cosa ne pensate, anche se èancora all'inizio!

Bacini, Rossana!