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Autore: fryderyka    03/06/2005    1 recensioni
Una maga.. una vita come le altre nelle valli del Faerun; poi un incontro, un cambiamento.. ambientazione Forgotten o almeno ci prova ad esserlo ;)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Chi siete” disse Argus
La donna lo guardò negli occhi sospirò e cominciò a raccontare:

Mi chiamo Kristen Moonrise sono arrivata nelle valli cinque anni fa dalla mia città natale Waterdeep, la mia era una famiglia di maghi, appartenente all’enclave, abbastanza agiata, persone con una ferrea e rigida educazione che mi hanno trasmesso… riponevano in me grandi aspettative, ho passato gran parte della mia giovinezza circondata da libri, pozioni, pergamene e oggetti strani di vario tipo… Ho sempre saputo quale sarebbe stata la mia strada, d’altra parte con due genitori maghi non c’è possibilità di sbagliarsi… ho proseguito la mia passione fanciullesca portandola a grandi livelli anche grazie agli insegnamenti degli esperti maestri dell’Enclave e ai consigli dei miei genitori. La mia mente è sempre stata avida di sapere ed il mio passatempo preferito era proprio leggere un buon libro di alchimia o di magia standard invece di giocare con i miei coetanei. E a cosa poteva portarmi tutto questo? Si avevo una cultura al di sopra della media rispetto ai miei compagni maghi, i miei genitori erano molto fieri di avere una figlia così studiosa e simile a loro, ma non avevo amici… già, nemmeno un mago della mia età mi rivolgeva la parola, tutti troppo intimoriti dalla mia apparente aria da saccente, nessuno voleva passare un po’ di tempo con me… troppo seria e altezzosa per loro; ma la mia era solo apparenza, un muro difensivo eretto per difendermi dagli scherni della gente. E così alla fine rimasi sola, sola con i miei libri… ma un essere umano non può vivere di sola cultura e studio, così una notte stufa della calma e solitudine che quella città poteva offrirmi decisi di andar via, ad insaputa di tutti, e vagare in cerca di compagnia per posti fantastici e che solo le leggende tramandano di generazione in generazione. Scrissi una lettera ai miei genitori in cui chiedevo la loro benedizione, spiegavo le motivazioni della mia fuga e speravo mi avrebbero compresa, la lasciai sul tavolo della sala da pranzo, poi mi diressi verso la porta d’ingresso la aprii a la richiusi dietro di me; respirai l’aria fresca della notte: ero finalmente libera! Di giorno viaggiavo per i campi, fermandomi solo la notte in qualche stalla per non finire tutto il poco danaro che avevo; a volte facevo qualche lavoretto per guadagnarmi un pezzo di pane e formaggio o un bicchiere di latte. Dopo qualche tempo, all’imbrunire, giunsi ad Ashabenford la capitale del Mistledale, una città grande ed assai confusionaria; entrai nella locanda “le Braccia di Ashabeford” e parlai con il locandiere per prendere una stanza. Mi disse che voleva 300 monete d’oro al mese, era più di quello che avevo con me al momento, ma avevo bisogno di un posto caldo dove riposare e così pagai la somma impegnando anche un bracciale ed entrai nella mia nuova dimora. La stanza era abbastanza grande, con un letto a due piazze un armadio e una tinozza con una brocca per rinfrescarsi; non era come la mia camera da letto a waterdeep ma andava più che bene dopo 2 mesi passati a dormire nei fienili delle fattorie. Mi stesi sul letto, pensai ai posti che avevo visto venendo qui, e a cosa avrei fatto adesso, in questa città sola senza nessuno che potesse aiutarmi e soprattutto senza più denaro: avrei trovato un lavoro… un lavoro qualsiasi –mi dissi-. Mi girai su di un fianco, il mio pensiero voltò su mia madre e su mio padre: chissà se mi avevano perdonato, avrei voluto inviare loro una missiva in cui dicevo dove mi trovavo e che stavo bene, ma il timore che potessero venirmi a prendere era tanto; così decisi di lasciare stare, avrei cominciato una nuova vita e senza di loro...

La donna fece una pausa, il suo volto pareva più rilassato, prese il bicchiere e bevve un sorso d’acqua. Argus l’ascoltava in silenzio, e non poteva fare a meno di pensare che le sue sensazioni sul conto della giovane maga erano esatte: non era malvagia… non poteva esserlo… ma allora perché era ricercata per omicidio? Ed i suoi occhi… perché così tristi… voleva sapere… doveva sapere ad ogni costo… Kristen riprese a guardare il suo anello, guardò per un attimo la guardia, poi su suo volto apparve un debole sorriso e riprese a parlare.
  
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