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Autore: PaleMagnolia    07/10/2009    2 recensioni
Per chi si aspettava un sequel di Millenovecentocinquantatrè - fregati!, son riuscita a produrre soltanto un prequel, che ha come protagonista un personaggio che sicuramente riconoscerete subito... In ogni caso, la storia è quasi del tutto indipendente dalle vicende di Evelyn e compagnia (sporadici riferimenti a parte), quindi anche chi non ha letto "1953" non si perde nulla.
Oltre a gatti, mariti, cibo e aria di guerra imminente, una buona dose di moda anni '20 non mancherà.
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Millenovecentocinquantatré'
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La nuova compagna di classe di Libby, nonchè sua nuova fonte d’ispirazione riguardo a maniere e abbigliamento, si chiamava Jo,

La nuova compagna di classe di Libby, nonchè sua nuova fonte d’ispirazione riguardo a maniere e abbigliamento, si chiamava Jo, ed era bella come una rosa in boccio

Beh.

In effetti, dato che vestiva prevalentemente di bianco o di delicati colori pastello, sarebbe più corretto dire che era bella come un giglio in boccio.

Però i boccioli di giglio sono verdini, bitorzoluti, e fanno schifo, quindi ho scelto la rosa, d’accordo?

...

Diciamo che Jo era bella come un fiore, e guai se dalla regia arrivano ancora commenti pignoli.

Se c’è una cosa che non sopporto sono i criticoni. Createla voi una metafora calzante, se siete capaci!

Allora? Non ce la fate? Eh? Eh? Eh?

...

Sì, ehm, ecco. Dicevamo.

Jo era una di quelle bellezze sognanti e delicate che in ogni epoca1 hanno ispirato il calamo2 di poeti, romanzieri e cantautori.

Era, se volete, una di quelle fanciulle biancovestite che potete vedere passeggiare con un parasole nei filmati d’epoca, cercando di essere più aggraziate possibile nel poggiare il piedino sul marciapiede (fatica inutile, visto che, poi, nel filmato, i fotogrammi accelerati faranno comunque sembrare qualsiasi movimento meccanico e vagamente pinguinesco).

Comunque3.

Libby, durante l’intervallo fra le lezioni, ammirava molto la nuova ragazza, che, a quanto si diceva, veniva dritta dritta dal Continente.

Forse era francese, pensò Libby. I francesi sono eleganti.

Però mangiano un sacco di croissant; per cui se fosse francese, come farebbe Jo ad essere così longilinea?

Magari tedesca. I crauti sono dietetici.

Però quegli stupendi capelli scuri non è che ricordino proprio il prototipo della giovane teutonica dalle trecce bionde, riflettè Libby.

La povera ragazza aveva, in effetti, un’idea alquanto ristretta del popolo tedesco, alimentata soprattutto dall’immagine della florida contadina in costume tipico che mungeva sorridendo sulla pubblicità del formaggio Münster, che piaceva a sua nonna.

(In realtà, alla nonna di Libby piaceva soprattutto perchè, diversamente dal formaggio Edam, non si attaccava a ventosa al palato della sua dentiera di avorio. Ma non divaghiamo).

Libby si perse per un attimo in una fantasticheria german style; nella quale un biondone muscoloso con ridicole braghette al ginocchio e calzettoni, sollevava gigantesche mucche pezzate con un braccio solo, per fare spazio a lei mentre – con trecce e costume bavarese – zompettava felice fra i monti innevati cogliendo anacronistiche margherite.

A suo onore dobbiamo dire che si riscosse abbastanza in fretta dall’immagine mentale del tedescone; e fu un bene, perchè proprio in quel momento, mentre si domandava se quei meravigliosi occhi neri fossero indice di una focosa natura spagnola, la franco-ispano-teutonica in questione comparve proprio davanti a lei, piantò i focosi occhi neri nei suoi, e disse: “Salve!”

 


1. Beh, naturalmente, tranne questa, di epoche, in cui ad ispirare le penne degli scrittori sono leggiadre fanciulle con lo smalto glitterato, badilate di ombretto sugli occhi e gusti discutibili in fatto di abbigliamento, se vogliamo dar retta a Moccia, Valentina F. & Co.

2. Sì, il ca...lamo, pervertiti!

3. Fermo restando che non si inizia una frase con “comunque”, e che comunque, “comunque” è una brutta parola.
  
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