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Autore: Bibismarty    07/10/2009    1 recensioni
La flebile luce che proveniva dall’alto, dalla vecchia lampada, ferì i suoi deboli occhi. Gli occhi di un piccolo neonato. Un neonato che vedeva per la prima volta, la luce… Aveva così freddo e un terribile dolore alla pancia…cosa gli avevano fatto? Lo strattonarono e lo posero su qualcosa di morbido e caldo. No, contro qualcosa di caldo e morbido. Il ventre della sua mamma.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo capitolo: Una cosa sola

Tre anni dopo…

Era così felice. Si sentiva così leggero che credeva di non riuscire a toccar per terra. Era filato tutto liscio in quei tre anni. Gli eventi si erano susseguiti così velocemente! 

Se solo ripensava al giorno che era uscito il loro primo cd “Screi” o anche “Screi so laut du Kannst”, la riedizione del primo, gli saliva un brivido lungo la spina dorsale. 

Era cresciuto molto da allora non solo fisicamente e la sua voce non era l’unica cosa a essere mutata. 

Tutto intorno a lui era cambiato. E se anche adesso aveva sempre persone che erano pronte a infamarlo per un nonnulla, sapeva, nel suo profondo, che ci sarebbe stato sempre qualcuno, qualcuno che lo avrebbe sostenuto. E non era solo suo fratello, Tomi, come ancora amava chiamarlo, o sua mamma. 

Ora vi erano migliaia di fan in tutta Europa a sostenerlo, a imitarlo, a non farlo sentire solo. Migliaia di persone che nemmeno conosceva, ma a cui lui e il suo gruppo, ormai i celeberrimi Tokio Hotel, ex Devilish, avevano regalato delle emozioni grandissime. 

Con le loro canzoni, con la loro musica e con i loro testi avevano dato a tantissime ragazze e ragazzi una nuova forza per vivere, per sopravvivere in un mondo buio e tetro come in quello che si trovavano loro. 

E se loro ora potevano godere di così tanta fortuna sapevano che non tutti se la passano così bene e era a costoro che avevano scritto una delle più belle canzoni che ancora oggi cantavano. 

Bill aveva sofferto tanto da piccolo e aveva dovuto fare i conti con il pregiudizio degli altri, ma al mondo non era stato l’unico. Lui lo sapeva. Con i suoi testi lasciava importanti messaggi ai suoi fan. Non erano parole scritte al vento. Sapeva che li avrebbero tradotti…

“Bill è ora” disse Tom alzandosi in piedi.

“Si Tomi, vengo.”

Bill improvvisamente si sentì crollare. Forse, non aveva tutti i torti. Anche se aveva cercato di non pensarci quella era la loro prima tappa della tournée del 2007. Come sempre Bill era agitatissimo. Come poteva non esserlo? Avrebbero dovuto cantare su un palco mobile, nuovo di zecca, avrebbero dovuto cantare e il resto del gruppo suonare le canzoni del nuovo album e Bill non si sentiva proprio concentrato per ricordare sia quelle vecchie e quelle nuove.

Mentre gli sistemavano il microfono teneva gli occhi bassi. Rimuginava sulle varie figuracce che avrebbe potuto fare.

Finito dovettero attraversare il corridoio che li portava al palco. Bill ascoltava terrorizzato gli urli delle ragazze che aspettavano che uscissero.

Tom gli strinse la mano. Gli sorrise. Bastò quello e Bill ritrovò un po’ di serenità. Tom poi con uno sguardo tranquillo, ma in fondo in fondo ricco d’ansia che solo Bill riuscì a vedere, uscì sul palco. E tra le urla che aumentavano suonò l’accordo di Übers ende der Welt lasciando andare l’ansia.

Uscì anche Gustav e Georg ammiccandogli. Anche loro agitati. 

Toccava ora a Bill. Il cuore gli batteva fortissimo. Accelerato da una sensazione strana. Sentiva che anche Tom era agitato quanto lui, ma lo sentiva sulla sua pelle. Bill pensò che il loro legame era talmente forte che loro potevano sentire le emozioni dell’altro anche a distanza. Forse per quello Tom era sempre venuto in suo aiuto. Stava troppo male quando lui, Bill, stava male.

Chiuse gli occhi e espirò. Uscì. Le sue preoccupazioni svanirono velocemente. Appena le parole gli uscirono di bocca e sentiva la folla cantare con lui. Era come se fossero una cosa sola. Un sola cosa con dodici mila cuori che vivevano altrettante emozioni in un solo istante. Una sola cosa che sapeva in quel momento non sarebbe mai morta. Era impossibile che morisse. Perché quelle emozioni si erano fuse insieme e avevano lasciato nel profondo di ognuno qualcosa di grande e troppo importante da riuscire a distruggere.

E proprio mentre si volse a guardare Tom, il suo fratellone Tomi, pensò che fosse fortunato. Che mai e poi mai d’ora in avanti sarebbe stato solo. Tom era lui, e lui era Tom. Un'unica cosa. Una sola e grandissima emozione che brillava nella notte più scura.


FINE

Ringraziamenti:

Black_DownTH: Questo è stato l'ultimo capitolo. Spero ti sia piaciuto anche se era corto. Se mi capiterà ne scriverò un altro con la storia nuova di zecca :) un kuss :) e grazie per aver seguito la storia :)

Ringrazio di cuore chi ha recensito questa storia, perchè è stata la mia prima storia e potete immaginare l'emozione e la paura che non piaccia. :) Un kuss a tutti.


   
 
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