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Autore: Sekunden    12/10/2009    3 recensioni
E' un mistero.
Il giorno prima sei solo, il giorno dopo hai una famiglia alle spalle, ma non ti accorgi degli errori che commetti.
E allora i tuoi figli cercano delle risposte, e cercano dei genitori in cui credere.
Vorresti aggiustare tutto, ma come è possibile?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Clark Kent, Lois Lane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Intanto volevo ringraziare tutti quanti per aver seguito la mia storia! E considero 10 recensioni una specie di trionfo personale.
Ancora non so per quanti capitoli andrà avanti, ma spero che continuerete a commentare!
Questo capitolo è tutto un flashback di Lois, perché non avevo molta ispirazione nel scrivere qualcosa riguardo al presente! Sorry :(
Anyway, vi auguro una buona lettura! :D


Capitolo 4 - Savior

(Lois flashback)
Quei pochi secondi erano stati come una forte turbolenza.
"...Cosa diavolo?" Lois alzò gli occhi e vide difronte a lei una porta. Il posto in cui si trovava somigliava ad un ripostiglio senza elettricità, ma qualcosa le diceva che aprire quella porta era la cosa giusta da fare.
Non potè fare a meno di notare una figura scura vicino ad una finestra. Alla fine collegò il tutto: Clark era lì, vicino a lei.
"Clark!" al suono di quel nome, lui si risvegliò da quello stato di trance in cui era caduto, e restò immobile finché Lois non si buttò ad abbracciarlo.
Lui si girò verso la finestra, un pò nervoso per la sua visita. "Ti avevo detto di andare via!" disse con un tono incredibilmente serio. Lois non riusciva a capire.
"Che cosa ti sta succedendo?" lo guardava curiosa, ma lui continuava a evitare il suo sguardo.
Stringere i denti era il minimo che poteva fare.
"Guardami maledizione!" era davvero sull'orlo di una crisi isterica.
Quel suo essere così indifferente a tutto quello che stava succedendo, dava davvero sui nervi.
Era troppa la vergogna per potersi girare e rispondere?
O forse era la paura di sbagliare?
"Non dovresti essere qui..." finalmente rispose, un pò più calmo.
Non poteva accettare un comportamento del genere da uno come lui, e non si sarebbe di certo arresa.
Lei si avvicinò lentamente, "Gradirei almeno uno sguardo!" come faceva male, per entrambi.
Lui strinse i pugni e si girò lentamente. Guardarla in faccia era più difficile di quanto pensasse.
"Devi andartene da qui, Lois" un'altra pugnalata alle spalle si presentò.
Come poteva dire una cosa del genere dopo tutto?
"Io non andrò da nessuna parte", si interruppe perché ebbe bisogno di prendere un respiro, "perché resterò con te". Si stava detestando per quello che aveva appena detto, ma non era di certo il momento per pensare al proprio orgoglio.
Clark si avvicinò a lei cautamente, come se avesse paura di farle del male. 'E' quello che sto già facendo' pensò.
"Tu non capisci, restare al mio fianco significherebbe morire" come poteva anche solo pensare ad una cosa del genere? 'Abbandonarti sarebbe peggio' In quel momento l'unica cosa a cui pensava era stare lì, vicino a lui, capire il perché di tutto questo.
"Allora non hai proprio capito", la guardò, tentando di accarezzarle il viso ma non riuscendoci continuò, "non posso mettere a rischio due vite"
Lois non riusciva a credere alle sue orecchie.
"E di quale altra vita stai parlando?" lui sgranò gli occhi, pensando che stesse semplicemente scherzando. Era impossibile.
Stava per rispondere qualcosa, quando notò che Lois si accarezzò la fronte in segno di stanchezza. Non potè credere ai suoi occhi: portava l'anello della Legione al dito. "Cos'è quello?" domandò indicando l'anello, nella speranza di ricevere una risposta dalla mora. Lei lo guardò un pò confusa, e rispose: "Questo? A dire il vero non lo so. L'unica cosa che ricordo è di averle prese da Tess al Daily Planet, infine l'ho stesa e ho trovato questo. Non appena l'ho toccato...mi sono ritrovata in questo posto" Perfetto.
Se in quel momento il mondo stava per scomparire, adesso tutto l'universo gli era crollato addosso.
"Non ricordi nient'altro?" lei continuava a non capire, "No" rispose.
Un raggio di sole passò da una delle fessure che riempivano le finestre della stanza. Lois non potè fare a meno di notare uno strano simbolo sul cappotto di Clark. Non ebbe tempo a chiedere, perché un'esplosione colpì quel posto.
Clark spinse Lois verso il pavimento e la coprì con il suo corpo d'acciaio. Uno strano suono proveniva da fuori, e Clark, dopo essersi rialzato, si mise in posizione di difesa per sentirlo con il super udito.
Lois tentò di girare Clark, poggiando una mano sulla sua spalla, lui restò immobile, fin quando non si girò con uno sguardo allarmato.
"Devi andare via subito! E' troppo pericoloso!" Clark stava davvero perdendo la pazienza, come Lois del resto. "Che cosa sta..."
Si sentì un'altra esplosione provenire dal sottosuolo, a quel punto Clark prese Lois per le braccia e corse via.
Quella sensazione, sembrava come essere sospesa in aria, come se il tempo si fosse fermato e tutto il mondo intorno a lei girasse.
Arrivarono a destinazione in poco tempo. Quello che Lois stava vedendo era qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
La Fortezza della Solitudine.
Clark la coprì con il suo cappotto, ma Lois era davvero senza parole, e il suo istinto le diceva che in quel momento domandare sarebbe stato peggio.
"Adesso", Clark accarezzò i capelli della reporter, che stava immobile a guardarlo. Tremava, ma il motivo non era di certo il freddo.
Gli fermò la mano, e l'accarezzò lasciandola andare giù. "Perché non me l'hai detto subito" un sorriso un pò speranzoso inondò il suo viso.
Lei ebbe una strana sensazione, come se quella scena si fosse già presentata. Ma quello che in quel momento contava, era sapere che Clark in realtà era Red Blue Blur. Perché non l'ha detto subito? Aveva paura della sua reazione?
"Lois..." sussurrò il suo nome, dopo aver indietreggiato. "Sii prudente" tornò difronte a lei, inghiottendo la saliva. "Ci rivedremo presto" le si avvicinò, e cercò le sue labbra. Ma la giovane lo guardava sempre più confusa. "Perché devo andare? Ho promesso che ti avrei aiutato nel bene e nel male, e non ho intenzione di rimangiarmi la parola..." rispose, "Lo so. E io ti prometto che tutto andrà bene. Ma adesso devi tornare a casa, promettimi che potrò fidarmi" lei a stento riuscì a trattenere le lacrime, che piano piano le rigavano il viso, "Lo prometto" si interruppe, "Lo prometto se tu mi giuri che mi dirai ancora una volta il tuo segreto" lui non rispose, perché subito le sue labbra si posarono su quelle di Lois, che non desiderava altro. Da sempre provava un sentimento profondo nei confronti di Clark, e sapere che lui era anche Blur la rendeva ancora più innamorata. E in quel momento, tutto il resto era nulla. Clark sembrava già abituato alle labbra di Lois, e quel bacio così intenso gli diede una carica strana, che però non sarebbe bastata nel combattere la fine del mondo.
Infine lui si staccò, accarezzando il viso di Lois, che poggiò la sua testa nel petto dell'eroe. Clark sfilò l'anello dal dito della giovane, "25 Settembre 2009", disse a Lois, che non appena rimise l'anello scomparve lasciando una scia di luce. Da dietro alcuni cristalli, uscì Zod che battendo le mani si avvicinò al giovane. "Impressionante", commentò. Clark strinse i denti, ma subito capì cosa doveva fare. "Inginocchiati" un'altra volta ripeté il generale, "Inginocchiati... dinanzi a Zod!" lui lo fece, guardando il suolo senza mai alzare lo sguardo. Zod sorrise soddisfatto e sparì nel nulla, trionfante.
E Clark restò solo, in quella fortezza. Consapevole che in quel momento, se tutto fosse andato per il verso giusto, l'unica salvatrice era lei.
   
 
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