Se rimanere chiusi dentro un ascensore largo 1,30 x 1,10 il giorno di Ferragosto è già un incubo di per sé, rimanervi bloccati dentro con un rompiballe che non chiude la bocca per più di tre secondi lo è ancora di più.
E dopo due ore e tredici minuti Karin era arrivata alla conclusione che la cosa si poteva risolvere solo in due modi:
"O lui, o me"
Cosa l'aveva spinta a considerare una soluzione così drastica?
<< Grrr...Argh! >>
<< Cavolo.Che frase profonda. >>
<< Toglimi i tuoi schifosi piedi puzzolenti dalla faccia! >>
Se rimanere chiusi dentro un ascensore largo 1,30 x 1,10 il giorno di Ferragosto è già un incubo di per sé, rimanervi bloccati dentro con un rompiballe che non chiude la bocca per più di tre secondi lo è ancora di più, sopratutto se il suddetto rompiballe si è seduto per terra occupando praticamente tutto il vano, mentre tu te ne stai spiaccicata contro una parete per cercare di non morire di asfissia a causa dei suoi odori biologici.
Erano passate più di due ore, e ancora nessun'altro inquilino del palazzo era ancora tornato.
Karin era ormai certa di essere ad un passo dalla morte, mentre Suigetsu stava iniziando a trovare sadicamente spassoso torturare la sua compagna di sventura.
<< Che facciamo? >>, se ne uscì per l'ennesima volta in tre minuti l'Hozuki.
La rossa sbuffò sonoramente, riagiustandosi gli occhiali scocciata.
<< La pianti di fare domande cretine?Che cavolo vorresti fare dentro un ascensore fermo? >>
Suigetsu sembrò meditarci su per qualche secondo, per poi voltarsi verso la ragazza, squadrarla da capo a piedi e ghignare lascivamente.
<< Beh, io un'idea l'avrei... >>
Karin intendendo i suoi pensieri prima innorridì, poi ritrovata la compostezza, si riavvivò la chioma rosso fuoco, avvicinò il viso a quello del ragazzo e sbottò << manco se fossi l'ultimo uomo sulla terra, triglia. >>

Tra insulti e minacce erano finalmente riusciti a sedersi, non proprio comodamente, ma almeno senza spiaccicare l'uno o l'altra contro la parete.Fianco a fianco, spalla a spalla, dopo il misero fallimento del gioco delle 10 domande, e il tentativo di seduzione di Suigetsu, i due avevano optato per qualche minuto di riabilitante silenzio, ma giudicandolo più che sufficiente il primo a spezzare quell'idilliaco momento di quiete fu come al solito l'Hozuki.
<< Di un po', com'è che non mi saluti mai quando mi vedi? >>
<< Perchè mi stai sulle balle >> rispose grugnando la rossa.
<< Come sei scurrile.Non lo sai che le signorine dovrebbero avere un linguaggio più fine. >>
<< Ma perchè non ti fai i caz- >>, ma Karin non riuscì a finire l'ennesimo insulto, perchè Suigetsu con la sua miglior faccia da schiaffi del suo repertorio l'interuppe proseguendo spietato.
<< Ah, già.Dimenticavo che tu non sei una signorina, altrimenti a quest'ora saresti con qualcuno, e non sola, soletta il giorno di Ferragosto. >> Suigetsu si voltò per incontrare il suo sguardo assassino già pregustando una nuova lite, ma questa volta la ragazza sembrava avere tutto meno che propositi di guerra.
Negli occhi brace di lei, fu quasi certo di avervi scorto la cicatrice di una ferita profonda, prima che questi si abbassarono a terra, accompagnati dall'ermetico mutismo della loro padrona.



<< Ti sei offesa? >>, farfugliò un imbarazzato Suigetsu, con lo sguardo fisso sul soffitto.
Karin non rispose.
<< Scusa - proseguì lui non ricevendo da lei segnali d'aver udito - non volevo. >>
E ricalò nuovamente il silenzio.Ma contrariamente a quello di prima questo era teso ed imbarazzante.
<< Non fa niente >>
Ed il silenzio tornò per l'ennesima volta a fare da padrone in quell'insolita situazione.