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Autore: mamma Kellina    13/10/2009    8 recensioni
Spesso si ritiene di essere giunti ad un punto in cui le proprie scelte di vita non cambieranno più. Magari però proprio allora accade qualcosa che porta a modificare anche le convinzioni più radicate. E’ proprio ciò che avviene a Chiara ed a Massimo nel corso di una tarda estate che sembrava trascorrere come al solito e che invece li porterà a conoscersi, spingendoli a rivedere molte delle loro passate certezze. Ancora una storia ambientata a Napoli, ma questa volta ai nostri giorni. Ritengo che la forma letteraria che ho scelto – quella cioè del diario – vi consentirà di seguire da vicino i miei protagonisti ed i molti personaggi di contorno. Accompagnarli nella loro consueta attività quotidianità, tra il lavoro e il tempo libero, quasi come se fossero due normalissimi vostri amici, forse riuscirà a renderveli più veri. Naturalmente non lo sono, anzi, ogni riferimento a persone e cose esistenti è puramente casuale…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 SETTEMBRE lunedì

 

Avevano trascorso buona parte della giornata insieme perché Roberta aveva preso tre giorni di ferie per stare con lei.

Mentre giravano per i bei negozi di via Condotti, l’amica le parlava soprattutto delle sue opportunità di carriera e dell’alta considerazione in cui era tenuta dalla direzione. Si informò anche del lavoro di Chiara che le parlò della sua situazione di disagio.

- Non sei fatta per quel genere d’impiego – commentò Roberta - il tuo avvenire era nel campo dell’arte. Sei stata una stupida a mollare, brava com’eri, saresti potuta entrare all’Istituto Superiore di Restauro. Ma tu, cara mia, lasciatelo dire, non hai carattere, ti fai condizionare troppo dagli altri e sei paurosa come una coniglia – aggiunse senza mezzi termini.

Il paragone fece sorridere Chiara perché in effetti si sentiva davvero timida e paurosa come una coniglietta. Era sempre stata così, non poteva farci niente.

Quando la conversazione si spostò sull’argomento sentimenti, raccontò brevemente all’amica della relazione con Massimo finita così male.

- Oh certo, hai fatto bene a scappare e che altro potevi fare? Un uomo bello, affascinante, con un lavoro ad un certo livello, meglio starne alla larga! – la canzonò l’altra -  Che potevi offrirgli tu, giusto una parmigiana di melanzane ed un film in home video, mica ti potevi sforzare di cambiare un pochino! Lo vedi che sei una senza un briciolo di coraggio? – la rimproverò.

Stava scherzando, ma Chiara rimase un po’ dispiaciuta da quelle parole. Davvero agli occhi degli altri era una persona così insignificante? Probabilmente lo era, anche se lo stesso c’era stato qualcuno ad essersi innamorato di lei. Ma di certo non uno come Massimo, su questo Roberta aveva ragione.

- Dimmi – chiese a sua volta cambiando argomento – chi è quel signore di ieri sera?  Dio mio come ci facevi la civetta! Non ti vergognavi davanti a tuo marito?

- Sarebbe lui a doversi vergognare – le disse l’amica incupendosi – ha avuto un’avventura con una segretaria  ed ha avuto pure il coraggio di venirmelo a raccontare per  chiedermi perdono!

- No, non è possibile, mi dispiace tanto!  

Chiara c’era rimasta male e rimase zitta qualche momento a riflettere. Accanto a lei Roberta faceva l’indifferente ma lei intuì che stava soffrendo.

- Ma se te l’ha detto vuol dire che deve essere pentito, non ti sembra? – provò ad incoraggiarla.

- Pentito? Ci penso io a farlo pentire!

- E come, facendolo ingelosire  a tua volta con uno che ha almeno vent’anni più di te?

- Se lo vuoi sapere questo qualcuno è molto più dolce, simpatico, premuroso ed attento di Paolo. E poi mi piace molto anche fisicamente, forse tra poco gli cederò.

Lo aveva detto ridendo con un’aria di complicità come a voler cercare l’appoggio di Chiara, ma quest’ultima la sgridò:

- Roberta, smettila! Ci credo che ti senti ferita,  ma pensare di buttare via il tuo matrimonio è una sciocchezza.

L’altra le rispose piccata.

- Davvero? Non ho forse anch’io il diritto di essere amata? Per mio marito oramai sono solo un elemento di arredo della casa!

- Ma Paolo ti ama, ne sono sicura...

- Ah,  se è per questo avessi dovuto vederlo come si cospargeva il capo di cenere: “ti amo di qui, ti amo di là, sei la donna della mia vita, senza di te non sono più niente, scusami, non succederà mai più!”. Che ipocrita! Aveva solo una fifa blu che volessi lasciarlo. Ma se lo faccio, lo giuro, lo riduco sul lastrico. Ne ho già parlato con il mio avvocato.

- Non fare stupidaggini, pensaci.

- Smettila di fare il grillo parlante, cosa ne vuoi sapere tu? Sei così arrendevole che accetteresti di farti mettere sotto ai piedi pur di trovare un uomo disposto a sposarti. Il matrimonio non è tutto nella vita, cara mia.

- Il matrimonio no, ma l’amore sì. Bisogna difenderlo ogni giorno, tenerlo come una cosa preziosa che nessuno deve portarti via. Quando si soffre pare non valga la pena di lottare, ma pensa a come deve essere bello se si riesce ad andare avanti in due e ad invecchiare insieme.

Roberta la fissò come se stesse guardando un’aliena.

- Tu devi essere proprio fuori di zucca. Questi sono sogni, la realtà è ben diversa – le disse, poi aggiunse acida – Ma anche se adesso fai la signorina-tutta-buoni-sentimenti te la sei scordata la tua storia con Marco? Che c’è, sua moglie non aveva il diritto di invecchiarci insieme?

- Adesso sei cattiva! Lui mi faceva credere di essere davvero infelice con lei ed io mi sentivo quasi come un’eroina a ridargli la gioia di vivere. Quando ho finalmente capito  che io e la moglie eravamo entrambe vittime della sua ambiguità, non ho avuto più nessun dubbio e non ne avrò mai più in vita mia. Se avrò la fortuna di avere un altro uomo, voglio una cosa limpida e pulita. Io cercherò di amarlo per sempre, con tutte le mie forze e spero che lui sia disposto a ricambiarmi.

- Scusami, non volevo offenderti, lo so che sei una brava ragazza e non sempre la vita è quella che avremmo voluto.

Roberta sembrava davvero mortificata e le strinse un braccio  con grande affetto.

Intanto erano arrivate davanti all’asilo del piccolo Andrea, il quale, abituato a trovare la cameriera, nello scorgere la mamma le si gettò tra le braccia, molto felice. Lei se lo strinse al petto con amore, riempiendolo di baci.

Chiara, pur rischiando di sembrare inopportuna, continuò:

- E a lui non ci pensi? Non ti ricordi quello che hai sofferto tu quando i tuoi si sono separati?

- Sono cresciuta benissimo lo stesso!

- Non mi pare.  Dovresti cercare di essere un po’ meno egoista. In fondo tuo marito ha sbagliato, è vero, ma in amore si può anche perdonare.

- Chiara, fammi il piacere, finiscila. Adesso stai cominciando a darmi sui nervi con le tue prediche. Lasciami vivere la mia vita!

**

 

Benché ci fosse rimasto molto male di dover andare a Salerno per finire le ispezioni ancora in programma e di non poter quindi  passare in ufficio per rivedere finalmente Chiara, Massimo cercò di controllare il suo disappunto e non farlo intuire a Giacomo. Quest’ultimo guidava tranquillo  - erano andati con la sua Mercedes – e sembrava di ottimo umore, tutto il contrario del collega il quale se ne stava torvo e silenzioso come non mai.

- Si può sapere che hai? – sbottò infine l’amico mentre imboccava il casello autostradale.

- Stamattina saremmo dovuti passare da Raimondi per vedere cosa hanno organizzato per il congresso e non perdere tempo in queste ispezioni inutili - gli rispose.

- Non perdiamo tempo, prima del 20 dobbiamo finirle, lo sai. Da Raimondi poi ci sono stato venerdì.

- Ah sì? E a che punto sono?

- Non lo so, non c’era e non gli ho potuto parlare – gli sorrise facendo lo spiritoso.

- Giacomo, sei scemo o mi prendi in giro? – si stizzì Massimo.

L’altro si risentì un poco.

 - Che pretendi da me! Non posso fare tutto io, è caduto tutto sulle mie spalle mentre tu te ne stavi beatamente in ferie…

- Ferie!? – questa volta Massimo era davvero arrabbiato e lo fece trapelare dalla voce  – Io le ho sospese le ferie e sono stato a Milano a concordare con la Formazione gli interventi da tenere. Che c’è, fai finta di non saperlo?

- Va bene, hai ragione. Comunque per quanto ci riguarda siamo già a buon punto, il resto non è problema nostro. A proposito, hai saputo chi ci mandano per collaborare con noi?

- Sì, Gabriele Cerutti.

- Cazzo! – commentò l’altro e con una risatina divertita diede un colpetto con il pugno sul volante.

- Mi dici perché la cosa ti diverte tanto? – gli chiese,  irritato da un sospetto.

- No, è perché tra tutti i formatori dovevano mandare proprio quello che con la tua Chiara…

Non gli diede neanche il tempo di finire e gli urlò contro:

- Non mi interessa un tubo di questa cosa! Accidenti, pare che sia quasi un affare nazionale, non fate altro che parlarne tutti.

- Lo sapevi?  E allora perché t’inalberi tanto se non t’interessa?

- Perché in questa maledetta azienda si è privi di avere una dannata vita personale che subito tutti si sentono in dovere di sparlare di te. E che diamine, non se ne può più!

Rimasero in silenzio per un po’ poi Massimo si accese una sigaretta e ne offrì una a Giacomo voltandosi verso di lui per fargliela accendere. Si era un po’ calmato ed in effetti non resisteva alla voglia di sapere. Gli chiese:

- A te chi l’ha detto?

“Lo vedi che t’interessa!?”  pensò divertito l’amico, ma si guardò bene dall’esprimere il suo pensiero ad alta voce perché lo aveva visto incazzato come un toro e così gli disse solo:

- Rossana. Mi ha detto sperava fosse lui a venire a Napoli perché magari Chiara questa volta si sarebbe convinta ad accettarne la corte. Mi ha dato l’impressione che questo Gabriele l’abbia colpita molto, quasi quasi se lo sarebbe sposato lei se non avesse già avuto  marito e due figli. Invece pare che la tua amica, pardon, la nostra amica, non ne abbia proprio voluto sapere. Puoi star tranquillo, sono fonti sicure, gossip di prima scelta! – cercò di buttarla sullo scherzo ma lo sguardo truce di Massimo lo convinse a desistere ed a cambiare argomento non senza aver pensato  ancora con muta ironia “Non gli interessa, sì, non gli interessa proprio!”

 

**

 

Lavorarono sodo tutto il giorno e la sera, tornati a Napoli, Massimo provò molte volte a telefonare a Chiara senza però ottenere risposta. Alla fine, poiché ancora non voleva chiamarla sul cellulare ed aveva preso appuntamento per andare come di consueto a cenare insieme a Giacomo, fu costretto a scendere nella hall, ripromettendosi di riprovare più tardi.

Alle nove però l’amico non si era ancora visto. Massimo chiese al portiere di chiamarlo in camera, però il telefono risultava sempre occupato. Quando  si decise a scendere, aveva un aspetto talmente strano che non poté fare a meno di chiedergli:

-  Ehi, cosa ti prende? Sembri tutto stralunato.

- Ho finito adesso di parlare con Donatella e… ci siamo riusciti: aspetta un altro bambino!

- Complimenti! – gli disse  molto contento per lui – Allora stasera si festeggia, andiamo in un bel ristorante.

Durante tutta la cena Giacomo, che non stava più nei panni, gli parlò del loro desiderio di dare un fratellino a Luisa  e l’impegno profuso negli ultimi tempi per mettere in cantiere il desiderato bebè. Naturalmente a tal proposito si  beccò  gli sfottò dell’amico.

- Credi sia facile mettere incinta tua moglie quando la vedi solo due giorni a settimana? – protestò lui - E poi,  magari fossero davvero due! E una sera ha le mestruazioni e un’altra  la bambina non dorme e un’ altra ancora c’è la suocera venuta a trovarci e che potrebbe sentirci. Basta, non ne posso più di questa vita, non vedo l’ora che venga dicembre così finiamo e me ne torno a Milano! Oramai ho quasi terminato di pagare la casa e poi sai cosa ti dico? Questa seconda paternità  me la voglio gustare, non come ho dovuto fare con la piccolina che è cresciuta quasi senza di me. Voglio cominciare a godermi il secondo bambino  da quando sta ancora nella pancia di Donatella. Quando nasce gli voglio fare il bagnetto, cambiargli i pannolini, dargli le poppate…

- Oh mamma e che prospettive hai! Non mi sembra ci sia tanto da stare allegri – commentò Massimo, divertito.

L’amico si fece serio.

- Sai, – gli disse – per un periodo ti ho anche invidiato. Tu sei il classico “campatore”, quello che si gode la vita,  ogni giorno una donna nuova, cene, incontri eccitanti, l’emozione della prima volta… però poi ho capito che in fondo non è mica tanto bello vivere come fai tu. Non ti rilassi mai, devi sempre stare sul chi va là per afferrare una donna, non è la stessa cosa come averne una solo per te, che ti vuole bene anche se hai il raffreddore o te ne vuoi stare in pigiama a guardare la partita. E poi, dopo tanti anni, a te cosa rimarrà? Un’accozzaglia di ragazze di cui non ti ricorderai più nemmeno il viso e che si dimenticheranno presto di te. Io perlomeno avrò dei figli e avrò lasciato qualcosa del mio passaggio su questa terra.

Massimo alzò gli occhi dalla sua bistecca e lo fissò. Era assai malinconico.

- Hai ragione, - ammise con sincerità -  ma non è stata solo colpa mia. Tante volte ho desiderato anch’io qualcosa di più solido.  Con Daniela credevo quasi di esserci riuscito, ma poi anche con lei è stato un vero disastro.

- Forse non era quella giusta per te. Vedi, non è che funzioni con tutte, sta a te cercare la persona adatta. Però se ti guardi meglio intorno ti accorgerai che qualcuna che fa al caso tuo forse c’è anche adesso…

Aveva fatto quell’aperta allusione perché aveva capito che con Chiara la cosa era diversa. Non aveva saputo trattenersi dal dirlo all’amico, anche se avrebbe dovuto farsi gli affari suoi.

Massimo  non commentò, non gli andava di fare confidenze, eppure sapeva bene che Giacomo aveva ragione e che si sarebbe dovuto dar da fare prima che un Gabriele qualsiasi gliela portasse via.

 

**

 

Chiara si girava e si rigirava nel letto incapace di prendere sonno dopo il colloquio della mattina con l’amica che l’aveva assai turbata.

- “In realtà – si diceva – anche se sembro una miserabile nei confronti di Roberta, io sono molto più fortunata di lei perché mi so accontentare delle piccole cose. Non ho bisogno di ricchezze o di un lavoro importante, a me basta fare un bel bagno profumato, leggere un libro, stare con gli amici e sono felice.  Lo so che in queste cose non ci si può mai fare maestri, ma se avessi anch’io una famiglia non potrei desiderare nulla di più, ne sono certa. Quello che vorrei sarebbe un figlio da amare ed  un uomo con cui poter condividere le piccole cose di ogni giorno: una bella vacanza, un giretto in un museo, un buon pranzetto e perché no, anche l’amore fisico. È inutile negare che anche la vita sessuale è importante e non c’è nulla di più meraviglioso che fare all’amore con la persona giusta. Massimo! - si disse a questo punto – Massimo, amore, la verità è che vorrei te!”

Uno struggente rimpianto la invase al ricordo di quella sera  (erano passati appena una ventina di giorni o mille anni?) in cui gli aveva chiesto di restare a dormire con lei e gli si era accoccolata tra le braccia. Ancora le sembrava di percepire il tepore del suo corpo, di risentirne il gradevole profumo. Allora si era abbandonata al sonno ed alle sue carezze immersa in un mare di felicità, ora immaginò di essere di nuovo tra quelle braccia e stringendo il cuscino, pian piano, riuscì ad addormentarsi.

 




Beh, insomma,  questi due poveri ragazzi che stanno patendo le pene dell’inferno per le loro assurde  prese di posizione  stanno cominciando a far pena persino a me che li ho inventati, (soprattutto quando si addormentano con lo stesso ricordo)! Quasi quasi mi è venuta la tentazione di farli incontrare in qualche modo per farli chiarire. Ma poi ho pensato che così il finale sarebbe stato molto meno originale di quello che ho escogitato ed inoltre, concludendo, mi sarei già privata del piacere immenso che mi danno questi appuntamenti serali con le miei lettrici ed i loro commenti. Allora che ne dite,  li facciamo cuocere nel loro brodo ancora qualche giorno?


   
 
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