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Autore: serpeinseno    15/10/2009    1 recensioni
"Comincia a piovere, i suoi capelli si riempiono di gocce brillanti alla luce del lampione e i nostri sguardi non si spostano di un centimetro, imprigionandosi e facendosi milioni di domande silenziose che forse mai avranno risposta."
Genere: Thriller, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per ogni momento una canzone, ascoltarla durante la lettura aiuta nella comprensione dei sentimenti

Bella: Viva la Gloria . Green day


Spingo il bottone della luce e la lampadina prende vita. Emana abbastanza calore da farmi sentire a casa. Mi siedo davanti all’isolotto della cucina affondando il mio scomodo fondo schiena sul pomposo cuscino ricoperto di pail e accendo il pc. Muovo una mano in cerca della borsa abbandonata a terra per recuperare il taccuino rapisci-parole e la mia stupida penna, che come al solito decide di non scrivere quando vuole che siano direttamente le mani a farlo.
È così che placo le mie ire post-stress-lavoro, e scrivere non fa che animare quel grigiore quotidiano che Parigi mi pone davanti ogni, dico ogni santissimo giorno.

Non so neanche perché ho scelto questo stupido patriottico paese.
O forse si: ne ero decisamente incantata. Ero. Esattamente. Qualsiasi cosa pur di non essere più ossessionata dalle preoccupazioni di mia madre. E dalle continue chiamate di mio padre che più che invitarmi pretendeva che l’andassi a trovare in quel posto sperduto e dimenticato dal mondo dove aveva deciso di mettere le sue radici. E diciamocelo, ero stanca di dovermi sentire tutti gli sguardi addosso solamente perché “la figlia del capo è in città per uno o due giorni”.
Povera figlia.

Trovato il taccuino, la penna e lo spazio mentale necessario per cominciare. Comincio a buttare giù un po’ di idee sul foglio di carta riciclata rilegato e dopo neanche dieci minuti squilla il telefono. Oh no. So già cosa vuol dire, anche perché la suoneria personalizzata mi avvisa.
“Dimmi, mia ancora di salvezza”, ovviamente la mia voce non può che essere ironica.
“Puoi dirlo forte! Stasera ti salvo io, ho trovato un nuovo posto in cui poter fare baldoria!” mi dovrei sentire allegra? Dovrei sprizzare gioia da ogni poro, vero? E allora perché non è esattamente il mio sentimento attuale?
“J so bene che ormai il tuo obiettivo è quello di trovare nuovi posti frequentabili da ragazze con un fascino sopraffine, ma sai… io ho un lavoro e dopo di questo una vita, della quale mi piacerebbe mantenere un certo equilibrio, se mi porti fuori a forza anche stasera non credo che il dott. Cheney mi potrà volere ancora nel suo staff.” Uhm, forse sto esagerando, ma in qualsiasi caso so che non si arrenderà facilmente.
“Su B, io muoio dalla voglia di entrare in questo locale, ho visto delle foto, ed ho anche preso il numero e la via, stavolta non ci perdiamo!” Eh si, il rischio c’è vista la volta in cui passammo l’intera notte non tanto nel cercare il locale, quanto nel ritrovare la via da dove eravamo venuti.
Che disastro!
La verità la conosco, ed è per colpa di questa se mi trascina su e giù per la città in una ricerca senza fine. J, o meglio Jasper, è innamorato cotto di una di quelle modelle per niente frivole, anzi, con un bel cervello tosto, forse per questo irraggiungibile. Anche per uno come lui.
“Senti, io posso stare fuori massimo un’ora, dopodiché potrò dire di averti seguito e di essermi prestata alle tue crudeltà e alla musica assordante che riempie quegli assurdi locali.”
“Perfetto! Tra venti minuti sono da te” Cosa? Così presto?
“Ehi J, sono appena tornata, dammi il tempo di mang…”
Il suo solito modo brusco “Bella, ho avuto una soffiata: lei sarà lì tra mezz’ora”.
“Va bene, a dopo”
Accidenti a me e a quando ho appoggiato tutta questa storia.
Senza aspettare mi dirigo in bagno per lavare via l’odore di una pesante giornata di lavoro e prepararmi al finto relax di un’uscita con J e i suoi cambiamenti di umore.

Mentre l’acqua scorre penso. Non faccio che pensare alla forza incondizionata che spinge Jasper ad aspettarla e venerarla da lontano, nonostante sappia perfettamente che lei non lo considera affatto, in quanto, a mio parere, non l’ha mai visto davvero. Un moscerino. Ecco cosa potrebbe essere J per Mary Alice.

Edward: Yann Tiersen . 8 mm

Pausa caffè. Chiudo gli occhi per isolarmi in questi pochi istanti senza il mio manager alle calcagna. Quanti cavolo di impegni mi prende senza calcolare la mia voglia di vivere, saranno due settimane che non riesco ad uscire per lo sfinimento. Due settimane di sfrugugliamento e idee strane per la mia musica e per la musica degli artisti che si fidano di lui e dei loro produttori, affibbiando tutto il loro futuro nelle mani di perfetti sconosciuti. Sinceramente non riesco a capire questo loro fidarsi e lasciarsi plasmare. Io mi ribellerei, fortuna che la casa produttrice è mia.
Grazie mamma.
Apro piano gli occhi col timore di potermi ritrovare Aro davanti, do una sbirciatina… no, non c’è, allora oggi caffè anche per me. Mi alzo e porto il mio corpo fuori dalla stanza di registrazione, che luogo caotico il corridoio…
“Ehi, Edward! C’è il nuovo cd dei Synopsis, hai visto la cover? Idea magnifica!” davvero? Esattamente… chi sono?
“Ehm… si, sarà stata opera di Faust” il nostro grafico maniaco di cioccolata.
“Capo, abbiamo dei singoli da farle ascoltare, quando ha un minuto di tempo…”
“Ora proprio no, magari lasciali sulla mia scr…”
“Edward, i produttori delle case discografiche di Londra hanno chiesto di spostare la riunion…”
Mi chiudo la porta a vetri alle spalle, appena in tempo. Faccio un lungo e quieto respiro per riprendere la coscienza lasciata al di là della porta delle registrazioni. Perché sono uscito proprio durante l’orario di punta? Già, c’è un orario di punta anche qui dentro, c’è troppa gente che gira.
Dovrò far mettere a Marcus dei limiti di traffico nel corridoio.
Che stupidaggine.
Prendo la cialda del caffè alla meringa e la infilo nella macchinetta, sento lo scrosciare dell’acqua e poi il calore del caffè che scende nella tazza, calma.
Mi siedo e comincio a dirmi che è ora di uscire da questo posto. Prendo la tazza, faccio un ultimo respiro e apro la porta, isolandomi da tutti e da tutto mi dirigo fuori, con il mio fidato amico nero tra le mani.

Venti minuti dopo.

Comincio a dirmi che la mia non è stata poi una meravigliosa ma soprattutto sana idea. Uscire per andare a zonzo senza meta. E mi ritrovo qui davanti, fermo, con una tazza di caffè quasi ghiacciato in mano e un’agenzia di viaggi che mi dice palesemente di entrare, prenotare il mio viaggio e andarmene via, magari a buttarmi sotto il primo ponte di strada. Che faccio? Tra le mete scritte sui fogli appesi ai fili della vetrina ci sono Londra, Berlino, Praga, Barcellona e Parigi. Parigi è fuori discussione. Naturalmente non sarebbe una vacanza per me andare a Parigi, visto il lavoro di quell’arpia di mia sorella e le continue feste a cui è invitata. Ovvio che il sottoscritto debba essere spinto a presentarsi a tutte queste imbarazzanti per non dire noiose feste.
Però mi manca.
Mi manca quel suo modo di capirmi all’istante, mi manca il suo affetto nei momenti in cui vorrei fuggire dalla mia monotonia. Forse andrò proprio a Parigi, non potranno guastarmi due o tre feste, il mio sarà un viaggio di quattro o cinque giorni, non ci sarà bisogno neanche di disfare le valigie, anzi. Facendo un biglietto andata-ritorno non avrò neanche il problema Alice. Non mi potrà costringere di rimanere.

Suoneria personalizzata per Jasper
Abbigliamento Bella
Abbigliamento Edward

Mi raccomando, recensite per dirmi cosa ne pensate!!
  
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