Capitolo 2
Posò il vassoio sul tavolino, con due tazze
fumanti, riempite fino all'orlo di cioccolata calda. Si sedette sulla poltrona
di fronte al divano su cui era seduta la sua strana vicina di casa, Ritsuko
Matsumoto.
Rumiko si sentiva un po' in soggezione con lei, ma
l'aveva invitata ad entrare per ringraziarla dell'aiuto. Sapeva che quella
ragazza dai capelli azzurrini viveva da sola, magari un po' di compagnia non le
avrebbe fatto male. Anche se,
pensandoci bene, Rumiko non si considerava granché come compagnia.
- Prego... -, disse la moretta prendendo una tazza
e porgendola all'altra.
Ritsuko la guardò un paio di secondi, esitante. Perché quella tizia l'aveva invitata ad accomodarsi? Beh,
poco male, stava giusto gelando dal freddo e una tazzona di cioccolata calda,
bevuta accanto al caminetto acceso, era proprio ciò che ci voleva per asciugare
i suoi abiti, tanto inzuppati da aver fatto penetrare l'acqua fin dentro le
ossa. Si appuntò un piccolo promemoria mentalmente: mai dimenticarsi
l'ombrello, anche se la mattina quando esci di casa c'è un sole che spacca le
pietre.
- Grazie. -, bofonchiò iniziando a sorseggiare il
contenuto della tazza, senza levare lo sguardo di dosso a Rumiko. Lei sembrava
altamente a disagio, forse per la sua insistenza nell'osservarla. Le cadde,
infatti, la tazza di mano, che andò in frantumi rovesciando la cioccolata sul
pavimento. Rumiko emise un lamento contrariato e si scusò con lei, iniziando a
raccogliere i cocci. La ragazza dai capelli azzurrini, di malavoglia, si chinò
per aiutarla, in fin dei conti glielo doveva, quando si lasciò sfuggire una domanda.
- Non che siano affari miei, ma cosa volevano da
te quei due? Se sai che ti perseguitano, dovresti
evitare di aprir loro la porta...
Rumiko si bloccò nel movimento di raccogliere un
coccio, e rimase immobile parecchi secondi, prima di parlare.
- E' stato un incidente... loro sono entrati senza
che potessi fermarli, mi hanno presa alla sprovvista... I Nishikado mi
perseguitano da quando ho esposto al consiglio degli studenti la situazione
drammatica dei voti d e della condotta del più piccolo, Daisuke, facendolo così
bocciare. Il padre venne a saperlo troppo tardi della decisione dei professori
e non poté fermarli... ora Daisuke e suo fratello Daiki, che frequenta
l'università nell'edificio accanto al nostro, ce l'hanno
con me e... beh credo proprio che non mi lasceranno in pace finché non si
stancheranno... loro sono cattivi... sono diabolici... e mi odiano... Non é una
gran cosa essere odiata da quei due, sono i figli del più grande beneficiario
della nostra scuola, ogni anno devolve milioni di yen in favore dell'istituto
Hayabusa, dalla scuola materna all'università. Non ho scampo... Se per caso
tentassi di ribellarmi mi farebbero espellere... mia madre fa tanti sacrifici
per mantenermi in quella scuola... non posso darle
questa delusione.
- Ah... -, emise semplicemente Ritsuko.
Era decisamente una
brutta situazione, nei suoi panni avrebbe sicuramente anche lei reagito come
Rumiko, facendo bocciare quell'asino di Daisuke, se
lo meritava proprio. Il problema era averli contro, ora, per una ragazza come lei era
sicuramente una situazione insopportabile. Roxy sapeva affrontare quei due,
come prima aveva dimostrato, ma Rumiko sicuramente ne soffriva in un modo
impressionante. Ritsuko sembrò rimuginare per qualche minuto, quando fu colta
da un'illuminazione.
- Ma certo! -, esclamò
entusiasta, - Senti, dato che tu vieni nella mia
scuola e io sono obbligata a frequentarla almeno per un mese tutti i giorni,
posso farti da guardia del corpo per un po' di tempo! Almeno evito di annoiarmi
in assoluto e posso contare sul tuo aiuto per passare l'anno scolastico, come
ringraziamento! Sono o non sono un geniaccio assurdo?!
Rumiko sgranò gli occhi.
- Gu... guardia del
corpo?!-, squittì tremante. Lei, povera in canna, avere una guardia del corpo
importante come Ritsuko Matsumoto? Ma era... era
semplicemente...
- Assurdo!-, esclamò portandosi una mano sulle
labbra. Ritsuko sorrise, facendo segno di vittoria. Quel sorrisino non
prometteva nulla di buono.
***
Il giorno dopo, come promesso, Ritsuko non si
scollò da Rumiko neanche un momento, provocando degli spasmi involontari a
Daisuke Matsumoto, che più e vedeva gironzolare insieme della scuola, più
sentiva il desiderio di schiacciarle come insetti.
- QUANTO LE ODIO! - urlò Daisuke, mentre tornava
a casa assieme al fratello in limousine.
Strinse convulsamente i pugni, dando un calcio
alla portiera della lussuosa macchina.
- Si può sapere che cavolo si è messa a fare quel
confetto ambulante?! Vorrei proprio saperlo! Perché
cavolo si è messa dalla parte di quella pezzente?! Che
cosa ci guadagna, mi chiedo! Se voleva rompermi le uova nel paniere
ci è proprio riuscita, dannata! Giuro che non la passerà liscia, però! Lo giuro
sul mio onore!
Daiki, che fino a quel momento aveva ascoltato
distrattamente, guardando fuori dal finestrino, si
girò verso il fratello.
- Questa tua ossessione per Rumiko Matsumoto mi da da pensare... tu sei malato! E'
un attaccamento morboso. Ma sei sicuro tu la segua
solo perché ti ha fatto bocciare? Secondo me c'è
dell'altro... magari ti rode ancora che quando lei stava in prima media e tu in
terza, rifiutò di partecipare alla festa di Natale con te?-, chiese senza
pensarci troppo. Dall'espressione del fratello doveva aver toccato un nervo
scoperto. "Lo immaginavo...", pensò ridacchiando sotto i baffi.
Daisuke tirò un calcio al fratello, tentando di
tornare del suo colorito naturale.
- Piantala di dire cazzate Daiki! Sei proprio un'idiota! Sai cosa mi può
importare di quel mostro di Rumiko! Una volta poteva essere anche un poco carina, ma l'hai vista ora? È veramente oscena! Ti pare, poi, io mi abbassi a farmi piacere una di classe
sociale così bassa?! Semplicemente non posso accettare che ora si sia pure
presa quella cretina di Matsumoto due la vendetta come guardia del corpo!
Voltò lo sguardo verso il finestrino, senza
realmente guardare le immagini che gli scorrevano davanti agli occhi. Gli rodeva, sicuro. Quella dannata di Rumiko
lo aveva respinto come se nulla fosse, come se lui fosse uno
comune, come se fosse un mostro!
Daiki sospirò, massaggiandosi il punto dolente
dove l'aveva colpito il fratello. "E va bene,
Daisuke. So mantenere un segreto, io!".
***
Rumiko e Ritsuko erano nell'immensa biblioteca
della sezione universitaria. La mora stava tentando di far capire alla sua
"guardia del corpo" i concetti base di geometria analitica. Trovò
piacevole insegnare la matematica a quella ragazza, era molto intelligente e
capiva tutto al volo. Continuando a studiare con quel ritmo avrebbe recuperato
tutto entro la fine dell'anno, e sarebbe passata senza alcuna
insufficienza.
Ritsuko si stiracchiò un pochetto,
sbadigliando rumorosamente. Poggiò la testa sul libro e inizio a fingere di
russare. Rumiko ridacchiò e le diede un leggero colpetto sulla testa,
richiamando la sua attenzione.
- E daiiiiii...
siamo qui da almeno due ore! La matematica è veramente noiosa... non la sopporto... ho voglia di suonaaaaaaaaaaaare...
di cantaaaaare... ho voglia di vivere!
- In giro si dice che fai parte di una band, è
vero?-, chiese incuriosita, accettando la
"proposta" di fare una piccola pausa. Erano le 18.00 e lei non aveva
intenzione di andarsene dalla biblioteca finché Ritsuko non avesse appreso
tutti i concetti base dell'ellisse e dell'iperbole.
- Sì, è verissimo! -, i suoi occhi si illuminarono, - Praticamente è la mia famiglia, il mio
gruppo! Dunque... c’è Nobu, il
chitarrista, poi c'è Yamato, il nostro batterista, c'è quell'antipatico
di Akito, soprannominato Akki, bassista
e leader del gruppo e poi... e poi ci sono io! Seconda chitarrista e vocalist!
Proviamo tutti i giorni in un bar piuttosto sgangherato, che è gestito da
Asano, un vecchietto troppo forte! Ci sostiene sempre perché anche lui era un
punk, quando era giovane. Oltre ad avere una band musicale l'aveva proprio
nell'ambito della vita! Erano i ribelli della città! Proviamo in cambio di
qualche concerto nei week-end!
Abbassò lo sguardo, prendendo un'aria piuttosto
malinconica. Si passò una mano fra i capelli, levandoli dal viso e riponendoli
dietro la schiena.
- Purtroppo Akki ha deciso di rompermi le
scatole... ha detto che se non frequento la scuola per almeno un mese e non
passo l'anno non mi permette più di suonare con loro... e pensare che sono stata
io a mettere su il gruppo... -, il suo sguardo si addolcì, - Ma in realtà so
che non lo farebbe mai, vuole solo spronarmi a fare del mio meglio per prendere
il diploma, così dopo sono libera di suonare con loro ed intraprendere la
carriera di musicista con una garanzia nel caso ci dimostrassimo
dei totali fallimenti! -, rise.
Rumiko la guardò spaesata. Le dispiaceva
ammetterlo, ma la invidiava. Non andava d'accordo con suo padre, ok, ma in ogni
caso finanziariamente l'avrebbe sicuramente sempre
sostenuta. Anche se con lui, a quanto si diceva,
riusciva solo a litigare, aveva degli amici che la sostenevano e l'aiutavano ad
andare avanti nella vita. Rumiko aveva sua madre, era
vero. Ma non era un vera figura nella sua vita, non la
vedeva mai, non le parlava mai, praticamente era solamente la sua tutrice che
si preoccupava di mantenerla. Le voleva bene, questo sì, come lei ne voleva a
sua madre, ma ciò di cui aveva bisogno non erano i soldi per la migliore
istruzione, ma tanto, tanto affetto.
Rumiko sorrise.
- Sei proprio fortunata...-,
sussurrò, senza farsi sentire. Poi riprese a parlare con un normale tono di
voce. - Che ne dici di chiudere matematica e passare a
qualcosa di più interessante? Che so... Scienze per
esempio?-, il suo volto si illuminò. Rumiko adorava biologia, chimica,
geologia, geografia astronomica e tutto ciò che faceva parte della sua materia
preferita, appunto Scienze. A quanto pareva, però, Ritsuko non era altrettanto
entusiasta. Avrebbe preferito continuare ad ingarbugliarsi tra parabole e
circonferenze, piuttosto che studiare quella materia soporifera e nauseante.
- Noooooooo, ti prego!
-, piagnucolò Ritsuko guardando l'orologio che portava al polso, - Che ne dici
se invece vieni a vedere le nostre prove? Fra mezz’oretta iniziamo!
Fece un grande sorriso
all'amica, quasi implorandola di smettere per un po' di studiare.
Rumiko posò la matita che aveva tra le mani e
guardò l'orologio. Erano appena le 18.05pm.
- Non se ne parla. Chiamali e dici che andrai più
tardi, tu resti qui a studiare fino alle 20.00.-, Ritsuko stava
per obiettare, ma Rumiko l'anticipò, -... E NIENTE MA! Mi sono presa la
responsabilità di farti passare l'anno, per cui starai a quello che dico.-, sentenziò senza ammettere
nessuna alternativa. Era la prima volta che Ritsuko la vedeva così decisa, e le
fece un po' impressione. Da dove le veniva fuori tutta quella
grinta? Perché non l'aveva cacciata fuori anche contro
i diabolici fratelli Nishikado?
- Rumiko dai, ho le prove! Per
oggi ho imparato talmente tanto che posso essere felice per il resto della mia
vita! -, decise di metterla alla prova, per vedere se riusciva a sostenere la
sua tesi. - Capisco passare l'anno scolastico, ma fin dal primo giorno studiare
tanto... può compromettere la mia salute mentale!
Rumiko le guardò un paio di secondi, poi riprese a scrivere
le tracce di alcuni problemi che la sua allieva
avrebbe dovuto svolgere a casa.
- Credo non ci sia niente da
compromettere... la tua salute mentale è già abbastanza compromessa...
Ritsuko scosse la testa esasperata. La picchiò
una qualche volta contro il tavolo della biblioteca e rialzò lo sguardo su
Rumiko, con in più un bel bernoccolo sulla fronte.
- Sei crudele... uffa... ma qualche volta pensi a
qualcosa che non sia lo studio?
Rumiko inarcò le sopracciglia. - OVVIO CHE Sì!
Faccio volontariato da quando avevo quattordici anni! Tsk...-,
esclamò come fosse la cosa più naturale del mondo.
Roxy per poco non cadde dalla sedia. A suo parere
Rumiko aveva qualche problema, se fare volontariato lo riteneva un hobby!
Raccattò in fretta e furia le sue cose e mise via anche quelle di Rumiko che la
guardava stralunata. Prese a correre per la
biblioteca, tenendo per mano l'amica, ed ignorò i richiami della bibliotecaria
e della povera vittima che aveva un fiatone assurdo, non essendo abituata allo
sport.
- RITSUKO LASCIAMI DEVO ANCORA FINIRE DI
ASSEGNARTI I COMPITI!!! E DEVO COMPILARE L'AGENDA DEL
CONSIGLIO D'ISTITUTO CON L'ATTUALE NUMERO DI PUNIZIONI E SOSPENSIONI!!!-, disse
tutto d'un fiato, gridando a squarciagola. Ritsuko la ignorò e la trascinò
fuori la scuola. Si fermarono davanti una moto, una bellissima moto. Ritsuko vi
salì e fece segnò all'amica di saltare in sella, dietro di lei.
- Fossi matta! Il 75% di incidenti stradali a giovani sotto i 18 anni é provocato
appunto da...
Ritsuko le tappò la bocca e la fece salire di
forza. Le infilò il casco poco delicatamente e partì come un razzo, lasciando
appena il tempo alla povera moretta di aggrapparsi con tutte le sue forze e
prendere fiato per urlare dalla paura lungo tutto il
tragitto.
***
- Allora siamo d'accordo? -,
Daisuke sorrise beffardo, passando una busta bella piena ad un ragazzo
piuttosto losco. - Mi raccomando, però, devi
solo spaventarle, non devi far loro nulla di male!
Il ragazzo sospetto, i cui capelli erano sparati
in aria da un quintale di gel e tinti di un verde acido, spruzzati qui e lì da
meches rosse, blu e gialle, sorrise, e annuì con il capo, facendo segno ai
Nishikado di non preoccuparsi. Daiki dal canto suo si preoccupava, eccome. L'idea
del fratello lo rendeva inquieto. Se li avessero
scoperti, difficilmente il padre sarebbe riuscito a far tacere lo scandalo.
- Perfetto! -, annuì entusiasta Daisuke, che non
vedeva l'ora di attuare il suo piano.
E non immaginava nemmeno quanto presto avrebbe potuto vederlo in
atto.
***
Un rombo di una moto squarciò
l'aria tranquilla, e fin troppo silenziosa, del bar. Una ragazza tutta tremante
scese dalla motocicletta sportiva, seguita subito dopo dall'autista. La
patentata tolse il casco, rilevando la sua stravagante capigliatura e si girò
tutta sorridente verso la disperata passeggera.
- Forza, ci siamo quasi! Ehi, era la tua prima
volta? Sei andata alla grande! -, le fece l'occhiolino
e, non appena anche l’altra tolse il casco, la trascinò in fretta e furia
all'interno del locale.
- BUOOOOOOOOOOOONGIORNO FIDI CLIENTI DEL SIGNOR
ASANO! -, urlò con un sorriso che non finiva più stampato sulle labbra.
Molti presenti si girarono verso le due, alcuni
ridacchiarono, un ragazzo fece segno di saluto verso la ragazza dao capelli azzurri e si avvicinò alle due.
- Roxy, sei la solita casinara... -, disse Yamato,
sorridendo all'amica e posandole una mano sulla testa, scompigliandole
affettuosamente i capelli. Rumiko guardò l'amico di Ritsuko ed arrossì.
"E' davvero carino", pensò, prima di
schiaffeggiarsi mentalmente. Non era da lei pensare che un ragazzo fosse
carino. Non era proprio da lei.
Furono raggiunte subito dopo da Nobu, con le
lacrimucce che dagli facevano DIN-DON-DAN. Roxy gli
saltò letteralmente addosso ed iniziò ad accarezzargli la testa con fare
materno.- No, pucci cucci di un bimbo, che è successo?
Perché Nobu chan piange? Che
è successo ad onii-chan?
Il ragazzo ossigenato si
passo una mano sugli occhi per asciugare le lacrime e una sotto il naso, per
evitare al moccio di colargli sul viso, al che si prese uno scappellotto dietro
la testa dalla ragazza alquanto disgustata.- Ho... ho... ho perso il mio
plettro preferito... ABUAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -, piagnucolò ancora lui. Rumiko
mise una mano davanti alle labbra, per non dare a vedere che riteneva la cosa
talmente buffa da ridere di cuore.
Nobu improvvisamente si illuminò
e si avvicino alla moretta, scrollandosi di dosso Ritsuko che cadde a terra con
un tonfo sordo.
- Questa é tua sorella?-, chiese a Roxy, indicando
Rumiko.
Ritsuko e Rumiko si guardarono.
- V... veramente saremmo diverse come il sole e la
luna... -, puntualizzò Rumiko, togliendosi gli occhiali e pulendoli con un
fazzolettino, rivelando uno sguardo azzurro e intenso.
- Oh no! -, insistette il biondino, - Non siete
opposte, cioè, si fa per dire... ma c'è qualcosa
che... non so...
Ritsuko e Rumiko si guardarono incerte,
trattenendo a stento le risate.
- Ok, Nobu-chan, la birra questa sera ti ha fatto
male! Ah, a proposito... -, sbatté un po' le palpebre facendogli gli occhioni
dolci, - Ne hai una per la tua Roxy-Roxy?
Yamato scosse la testa e si diresse verso la sua
batteria, sotto lo sguardo attento e sognante di Rumiko.
- Mi sembrava Akito ti avesse
vietato di venire alle prove, o sbaglio?-, disse il batterista, gelido, verso
l'amica.
Lo sguardo di Rumiko e quello di Nobu balzarono da
Yamato a Ritsuko, da Ritsuko a Yamato. L'aria si era fatta improvvisamente
pesante. Ritsuko stava per ribattere, quando i suoi occhi si allargarono quanto
due palle da bowling. Non si sbagliava di certo, quelli
seduti in fondo, nell'angolo, con un tizio tutt'altro
che rassicurante, erano i diabolici fratelli Nishikado.
… continua…