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Autore: San e Rachel    06/06/2005    1 recensioni
Rumiko. Ritsuko. Legate solamente dallo stesso cognome o forse da qualche altro segreto che le accomuna, ma di cui loro sono ancora all'oscuro? Una la ragazza perfetta negli studi, l'altra la ribelle assoluta. Due vite che corrono parallele... almeno finché un evento non le farà incontrare: la minaccia dei fratelli Nishikado; ragazzi ricchi, potenti e persuasivi. Cosa succederebbe se le loro vite si intrecciassero? Le due ragazze finirebbero per essere entrambe schiacciate dalle persone che stanno loro intorno, e che le vedono come nemiche, o riuscirebbero a sostenersi a vicenda superando ogni situazione avversa? Una storia tinta di mistero, talvolta allegra, talvolta struggente, per raccontarvi la vita di due adolescenti alle prese con problemi forse troppo grandi per loro.
Genere: Generale, Malinconico, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Capitolo 2

Posò il vassoio sul tavolino, con due tazze fumanti, riempite fino all'orlo di cioccolata calda. Si sedette sulla poltrona di fronte al divano su cui era seduta la sua strana vicina di casa, Ritsuko Matsumoto.

Rumiko si sentiva un po' in soggezione con lei, ma l'aveva invitata ad entrare per ringraziarla dell'aiuto. Sapeva che quella ragazza dai capelli azzurrini viveva da sola, magari un po' di compagnia non le avrebbe fatto male. Anche se, pensandoci bene, Rumiko non si considerava granché come compagnia.

- Prego... -, disse la moretta prendendo una tazza e porgendola all'altra.

Ritsuko la guardò un paio di secondi, esitante. Perché quella tizia l'aveva invitata ad accomodarsi? Beh, poco male, stava giusto gelando dal freddo e una tazzona di cioccolata calda, bevuta accanto al caminetto acceso, era proprio ciò che ci voleva per asciugare i suoi abiti, tanto inzuppati da aver fatto penetrare l'acqua fin dentro le ossa. Si appuntò un piccolo promemoria mentalmente: mai dimenticarsi l'ombrello, anche se la mattina quando esci di casa c'è un sole che spacca le pietre.

- Grazie. -, bofonchiò iniziando a sorseggiare il contenuto della tazza, senza levare lo sguardo di dosso a Rumiko. Lei sembrava altamente a disagio, forse per la sua insistenza nell'osservarla. Le cadde, infatti, la tazza di mano, che andò in frantumi rovesciando la cioccolata sul pavimento. Rumiko emise un lamento contrariato e si scusò con lei, iniziando a raccogliere i cocci. La ragazza dai capelli azzurrini, di malavoglia, si chinò per aiutarla, in fin dei conti glielo doveva, quando si lasciò sfuggire una domanda.

- Non che siano affari miei, ma cosa volevano da te quei due? Se sai che ti perseguitano, dovresti evitare di aprir loro la porta...

Rumiko si bloccò nel movimento di raccogliere un coccio, e rimase immobile parecchi secondi, prima di parlare.

- E' stato un incidente... loro sono entrati senza che potessi fermarli, mi hanno presa alla sprovvista... I Nishikado mi perseguitano da quando ho esposto al consiglio degli studenti la situazione drammatica dei voti d e della condotta del più piccolo, Daisuke, facendolo così bocciare. Il padre venne a saperlo troppo tardi della decisione dei professori e non poté fermarli... ora Daisuke e suo fratello Daiki, che frequenta l'università nell'edificio accanto al nostro, ce l'hanno con me e... beh credo proprio che non mi lasceranno in pace finché non si stancheranno... loro sono cattivi... sono diabolici... e mi odiano... Non é una gran cosa essere odiata da quei due, sono i figli del più grande beneficiario della nostra scuola, ogni anno devolve milioni di yen in favore dell'istituto Hayabusa, dalla scuola materna all'università. Non ho scampo... Se per caso tentassi di ribellarmi mi farebbero espellere... mia madre fa tanti sacrifici per mantenermi in quella scuola... non posso darle questa delusione.

- Ah... -, emise semplicemente Ritsuko.

Era decisamente una brutta situazione, nei suoi panni avrebbe sicuramente anche lei reagito come Rumiko, facendo bocciare quell'asino di Daisuke, se lo meritava proprio. Il problema era averli contro, ora, per una ragazza come lei era sicuramente una situazione insopportabile. Roxy sapeva affrontare quei due, come prima aveva dimostrato, ma Rumiko sicuramente ne soffriva in un modo impressionante. Ritsuko sembrò rimuginare per qualche minuto, quando fu colta da un'illuminazione.

- Ma certo! -, esclamò entusiasta, - Senti, dato che tu vieni nella mia scuola e io sono obbligata a frequentarla almeno per un mese tutti i giorni, posso farti da guardia del corpo per un po' di tempo! Almeno evito di annoiarmi in assoluto e posso contare sul tuo aiuto per passare l'anno scolastico, come ringraziamento! Sono o non sono un geniaccio assurdo?!

Rumiko sgranò gli occhi.

- Gu... guardia del corpo?!-, squittì tremante. Lei, povera in canna, avere una guardia del corpo importante come Ritsuko Matsumoto? Ma era... era semplicemente...

- Assurdo!-, esclamò portandosi una mano sulle labbra. Ritsuko sorrise, facendo segno di vittoria. Quel sorrisino non prometteva nulla di buono.

***

Il giorno dopo, come promesso, Ritsuko non si scollò da Rumiko neanche un momento, provocando degli spasmi involontari a Daisuke Matsumoto, che più e vedeva gironzolare insieme della scuola, più sentiva il desiderio di schiacciarle come insetti.

- QUANTO LE ODIO! - urlò Daisuke, mentre tornava a casa assieme al fratello in limousine.

Strinse convulsamente i pugni, dando un calcio alla portiera della lussuosa macchina.

- Si può sapere che cavolo si è messa a fare quel confetto ambulante?! Vorrei proprio saperlo! Perché cavolo si è messa dalla parte di quella pezzente?! Che cosa ci guadagna, mi chiedo! Se voleva rompermi le uova nel paniere ci è proprio riuscita, dannata! Giuro che non la passerà liscia, però! Lo giuro sul mio onore!

Daiki, che fino a quel momento aveva ascoltato distrattamente, guardando fuori dal finestrino, si girò verso il fratello.

- Questa tua ossessione per Rumiko Matsumoto mi da da pensare... tu sei malato! E' un attaccamento morboso. Ma sei sicuro tu la segua solo perché ti ha fatto bocciare? Secondo me c'è dell'altro... magari ti rode ancora che quando lei stava in prima media e tu in terza, rifiutò di partecipare alla festa di Natale con te?-, chiese senza pensarci troppo. Dall'espressione del fratello doveva aver toccato un nervo scoperto. "Lo immaginavo...", pensò ridacchiando sotto i baffi.

Daisuke tirò un calcio al fratello, tentando di tornare del suo colorito naturale.

- Piantala di dire cazzate Daiki! Sei proprio un'idiota! Sai cosa mi può importare di quel mostro di Rumiko! Una volta poteva essere anche un poco carina, ma l'hai vista ora? È veramente oscena! Ti pare, poi, io mi abbassi a farmi piacere una di classe sociale così bassa?! Semplicemente non posso accettare che ora si sia pure presa quella cretina di Matsumoto due la vendetta come guardia del corpo!

Voltò lo sguardo verso il finestrino, senza realmente guardare le immagini che gli scorrevano davanti agli occhi. Gli rodeva, sicuro. Quella dannata di Rumiko lo aveva respinto come se nulla fosse, come se lui fosse uno comune, come se fosse un mostro!

Daiki sospirò, massaggiandosi il punto dolente dove l'aveva colpito il fratello. "E va bene, Daisuke. So mantenere un segreto, io!".

***

Rumiko e Ritsuko erano nell'immensa biblioteca della sezione universitaria. La mora stava tentando di far capire alla sua "guardia del corpo" i concetti base di geometria analitica. Trovò piacevole insegnare la matematica a quella ragazza, era molto intelligente e capiva tutto al volo. Continuando a studiare con quel ritmo avrebbe recuperato tutto entro la fine dell'anno, e sarebbe passata senza alcuna insufficienza.

Ritsuko si stiracchiò un pochetto, sbadigliando rumorosamente. Poggiò la testa sul libro e inizio a fingere di russare. Rumiko ridacchiò e le diede un leggero colpetto sulla testa, richiamando la sua attenzione.

- E daiiiiii... siamo qui da almeno due ore! La matematica è veramente noiosa... non la sopporto... ho voglia di suonaaaaaaaaaaaare... di cantaaaaare... ho voglia di vivere!

- In giro si dice che fai parte di una band, è vero?-, chiese incuriosita, accettando la "proposta" di fare una piccola pausa. Erano le 18.00 e lei non aveva intenzione di andarsene dalla biblioteca finché Ritsuko non avesse appreso tutti i concetti base dell'ellisse e dell'iperbole.

- Sì, è verissimo! -, i suoi occhi si illuminarono, - Praticamente è la mia famiglia, il mio gruppo! Dunque... c’è Nobu, il chitarrista, poi c'è Yamato, il nostro batterista, c'è quell'antipatico di Akito, soprannominato Akki, bassista e leader del gruppo e poi... e poi ci sono io! Seconda chitarrista e vocalist! Proviamo tutti i giorni in un bar piuttosto sgangherato, che è gestito da Asano, un vecchietto troppo forte! Ci sostiene sempre perché anche lui era un punk, quando era giovane. Oltre ad avere una band musicale l'aveva proprio nell'ambito della vita! Erano i ribelli della città! Proviamo in cambio di qualche concerto nei week-end!

Abbassò lo sguardo, prendendo un'aria piuttosto malinconica. Si passò una mano fra i capelli, levandoli dal viso e riponendoli dietro la schiena.

- Purtroppo Akki ha deciso di rompermi le scatole... ha detto che se non frequento la scuola per almeno un mese e non passo l'anno non mi permette più di suonare con loro... e pensare che sono stata io a mettere su il gruppo... -, il suo sguardo si addolcì, - Ma in realtà so che non lo farebbe mai, vuole solo spronarmi a fare del mio meglio per prendere il diploma, così dopo sono libera di suonare con loro ed intraprendere la carriera di musicista con una garanzia nel caso ci dimostrassimo dei totali fallimenti! -, rise.

Rumiko la guardò spaesata. Le dispiaceva ammetterlo, ma la invidiava. Non andava d'accordo con suo padre, ok, ma in ogni caso finanziariamente l'avrebbe sicuramente sempre sostenuta. Anche se con lui, a quanto si diceva, riusciva solo a litigare, aveva degli amici che la sostenevano e l'aiutavano ad andare avanti nella vita. Rumiko aveva sua madre, era vero. Ma non era un vera figura nella sua vita, non la vedeva mai, non le parlava mai, praticamente era solamente la sua tutrice che si preoccupava di mantenerla. Le voleva bene, questo sì, come lei ne voleva a sua madre, ma ciò di cui aveva bisogno non erano i soldi per la migliore istruzione, ma tanto, tanto affetto.

Rumiko sorrise.

- Sei proprio fortunata...-, sussurrò, senza farsi sentire. Poi riprese a parlare con un normale tono di voce. - Che ne dici di chiudere matematica e passare a qualcosa di più interessante? Che so... Scienze per esempio?-, il suo volto si illuminò. Rumiko adorava biologia, chimica, geologia, geografia astronomica e tutto ciò che faceva parte della sua materia preferita, appunto Scienze. A quanto pareva, però, Ritsuko non era altrettanto entusiasta. Avrebbe preferito continuare ad ingarbugliarsi tra parabole e circonferenze, piuttosto che studiare quella materia soporifera e nauseante.

- Noooooooo, ti prego! -, piagnucolò Ritsuko guardando l'orologio che portava al polso, - Che ne dici se invece vieni a vedere le nostre prove? Fra mezz’oretta iniziamo!

Fece un grande sorriso all'amica, quasi implorandola di smettere per un po' di studiare.

Rumiko posò la matita che aveva tra le mani e guardò l'orologio. Erano appena le 18.05pm.

- Non se ne parla. Chiamali e dici che andrai più tardi, tu resti qui a studiare fino alle 20.00.-, Ritsuko stava per obiettare, ma Rumiko l'anticipò, -... E NIENTE MA! Mi sono presa la responsabilità di farti passare l'anno, per cui starai a quello che dico.-, sentenziò senza ammettere nessuna alternativa. Era la prima volta che Ritsuko la vedeva così decisa, e le fece un po' impressione. Da dove le veniva fuori tutta quella grinta? Perché non l'aveva cacciata fuori anche contro i diabolici fratelli Nishikado?

- Rumiko dai, ho le prove! Per oggi ho imparato talmente tanto che posso essere felice per il resto della mia vita! -, decise di metterla alla prova, per vedere se riusciva a sostenere la sua tesi. - Capisco passare l'anno scolastico, ma fin dal primo giorno studiare tanto... può compromettere la mia salute mentale!

Rumiko le guardò un paio di secondi, poi riprese a scrivere le tracce di alcuni problemi che la sua allieva avrebbe dovuto svolgere a casa.

- Credo non ci sia niente da compromettere... la tua salute mentale è già abbastanza compromessa...

Ritsuko scosse la testa esasperata. La picchiò una qualche volta contro il tavolo della biblioteca e rialzò lo sguardo su Rumiko, con in più un bel bernoccolo sulla fronte.

- Sei crudele... uffa... ma qualche volta pensi a qualcosa che non sia lo studio?

Rumiko inarcò le sopracciglia. - OVVIO CHE Sì! Faccio volontariato da quando avevo quattordici anni! Tsk...-, esclamò come fosse la cosa più naturale del mondo.

Roxy per poco non cadde dalla sedia. A suo parere Rumiko aveva qualche problema, se fare volontariato lo riteneva un hobby! Raccattò in fretta e furia le sue cose e mise via anche quelle di Rumiko che la guardava stralunata. Prese a correre per la biblioteca, tenendo per mano l'amica, ed ignorò i richiami della bibliotecaria e della povera vittima che aveva un fiatone assurdo, non essendo abituata allo sport.

- RITSUKO LASCIAMI DEVO ANCORA FINIRE DI ASSEGNARTI I COMPITI!!! E DEVO COMPILARE L'AGENDA DEL CONSIGLIO D'ISTITUTO CON L'ATTUALE NUMERO DI PUNIZIONI E SOSPENSIONI!!!-, disse tutto d'un fiato, gridando a squarciagola. Ritsuko la ignorò e la trascinò fuori la scuola. Si fermarono davanti una moto, una bellissima moto. Ritsuko vi salì e fece segnò all'amica di saltare in sella, dietro di lei.

- Fossi matta! Il 75% di incidenti stradali a giovani sotto i 18 anni é provocato appunto da...

Ritsuko le tappò la bocca e la fece salire di forza. Le infilò il casco poco delicatamente e partì come un razzo, lasciando appena il tempo alla povera moretta di aggrapparsi con tutte le sue forze e prendere fiato per urlare dalla paura lungo tutto il tragitto.

***

- Allora siamo d'accordo? -, Daisuke sorrise beffardo, passando una busta bella piena ad un ragazzo piuttosto losco. - Mi raccomando, però, devi solo spaventarle, non devi far loro nulla di male!

Il ragazzo sospetto, i cui capelli erano sparati in aria da un quintale di gel e tinti di un verde acido, spruzzati qui e lì da meches rosse, blu e gialle, sorrise, e annuì con il capo, facendo segno ai Nishikado di non preoccuparsi. Daiki dal canto suo si preoccupava, eccome. L'idea del fratello lo rendeva inquieto. Se li avessero scoperti, difficilmente il padre sarebbe riuscito a far tacere lo scandalo.

- Perfetto! -, annuì entusiasta Daisuke, che non vedeva l'ora di attuare il suo piano.

E non immaginava nemmeno quanto presto avrebbe potuto vederlo in atto.

***

Un rombo di una moto squarciò l'aria tranquilla, e fin troppo silenziosa, del bar. Una ragazza tutta tremante scese dalla motocicletta sportiva, seguita subito dopo dall'autista. La patentata tolse il casco, rilevando la sua stravagante capigliatura e si girò tutta sorridente verso la disperata passeggera.

- Forza, ci siamo quasi! Ehi, era la tua prima volta? Sei andata alla grande! -, le fece l'occhiolino e, non appena anche l’altra tolse il casco, la trascinò in fretta e furia all'interno del locale.

- BUOOOOOOOOOOOONGIORNO FIDI CLIENTI DEL SIGNOR ASANO! -, urlò con un sorriso che non finiva più stampato sulle labbra.

Molti presenti si girarono verso le due, alcuni ridacchiarono, un ragazzo fece segno di saluto verso la ragazza dao capelli azzurri e si avvicinò alle due.

- Roxy, sei la solita casinara... -, disse Yamato, sorridendo all'amica e posandole una mano sulla testa, scompigliandole affettuosamente i capelli. Rumiko guardò l'amico di Ritsuko ed arrossì.

"E' davvero carino", pensò, prima di schiaffeggiarsi mentalmente. Non era da lei pensare che un ragazzo fosse carino. Non era proprio da lei.

Furono raggiunte subito dopo da Nobu, con le lacrimucce che dagli facevano DIN-DON-DAN. Roxy gli saltò letteralmente addosso ed iniziò ad accarezzargli la testa con fare materno.- No, pucci cucci di un bimbo, che è successo? Perché Nobu chan piange? Che è successo ad onii-chan?

Il ragazzo ossigenato si passo una mano sugli occhi per asciugare le lacrime e una sotto il naso, per evitare al moccio di colargli sul viso, al che si prese uno scappellotto dietro la testa dalla ragazza alquanto disgustata.- Ho... ho... ho perso il mio plettro preferito... ABUAAAAAAAAAAAAAAAAAH! -, piagnucolò ancora lui. Rumiko mise una mano davanti alle labbra, per non dare a vedere che riteneva la cosa talmente buffa da ridere di cuore.

Nobu improvvisamente si illuminò e si avvicino alla moretta, scrollandosi di dosso Ritsuko che cadde a terra con un tonfo sordo.

- Questa é tua sorella?-, chiese a Roxy, indicando Rumiko.

Ritsuko e Rumiko si guardarono.

- V... veramente saremmo diverse come il sole e la luna... -, puntualizzò Rumiko, togliendosi gli occhiali e pulendoli con un fazzolettino, rivelando uno sguardo azzurro e intenso.

- Oh no! -, insistette il biondino, - Non siete opposte, cioè, si fa per dire... ma c'è qualcosa che... non so...

Ritsuko e Rumiko si guardarono incerte, trattenendo a stento le risate.

- Ok, Nobu-chan, la birra questa sera ti ha fatto male! Ah, a proposito... -, sbatté un po' le palpebre facendogli gli occhioni dolci, - Ne hai una per la tua Roxy-Roxy?

Yamato scosse la testa e si diresse verso la sua batteria, sotto lo sguardo attento e sognante di Rumiko.

- Mi sembrava Akito ti avesse vietato di venire alle prove, o sbaglio?-, disse il batterista, gelido, verso l'amica.

Lo sguardo di Rumiko e quello di Nobu balzarono da Yamato a Ritsuko, da Ritsuko a Yamato. L'aria si era fatta improvvisamente pesante. Ritsuko stava per ribattere, quando i suoi occhi si allargarono quanto due palle da bowling. Non si sbagliava di certo, quelli seduti in fondo, nell'angolo, con un tizio tutt'altro che rassicurante, erano i diabolici fratelli Nishikado.

… continua…

  
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