Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Beverly Rose    16/10/2009    5 recensioni
Sono di ritono dopo secoli che non accendo il pc con una fan fiction che probabilmente di originale non ha niente. Vede come protagonisti i genitori di Inuyasha, Izayoi e (?) Inu No Taisho. Si parlerà di come si sono conosciuti, come sono arrivati a piacersi e infine ad innamorarsi, in un mondo che non avrebbe mai approvato la loro storia. Se volete dare una letta e recesire, prego! (Il capitolo cinque contiene i ringraziamenti per la one-shot "Ingiustizia")
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Izayoi sedette sulla panchina di pietra all’ombra degli alberi di ciliegio e sorrise quando Hisa, la sua favorita fra le sue servitrici, le si avvicinò con passo leggero.

- Mia signora- chiamò- vostro padre mi manda a dirvi che fra poco saremo pronti per partire.

- Arrivo subito, Hisa- assicurò Izayoi - vai pure.

Hisa chinò rispettosamente la testa e si allontanò in silenzio, così come era venuta.
L’altra rimase a guardarla finchè non sparì alla sua vista, poi il suo sguardo tornò a rivolgersi all’indietro, verso le foglie verdi dei ciliegi: a estate inoltrata, non c’era più alcuna macchia rosa di fiori ad adornarli e fra poco più di un mese anche il fogliame sarebbe caduto, lasciando solo lo scheletro dei rami ma per ora … Andava bene.

Con suo padre, i suoi nonni sia materni che paterni ed una schiera di zii, Izayoi- la principessa Izayoi- era andata in visita al signore delle terre confinanti quelle che governava proprio suo padre. Una visita di cortesia, insisteva lui, che non le parlava mai di quali affari corressero fra chi, come lui, poteva vantare ampi possedimenti e una terra da amministrare; di qualunque cosa i due signori avessero discusso, a lei importava relativamente, solo, era dispiaciuta che suo padre non volesse intrattenere con lei una conversazione che andasse oltre lo splendido tempo o il colore per un nuovo kimono.

Izayoi lisciò le pieghe leggere sulle maniche e si alzò dalla panchina, quando si rese conto che le punte dei suoi capelli castano scuro ne sfioravano la superficie di pietra. Forse erano già troppo lunghi ma solo il pensiero di tagliarli la rattristava.

Si incamminò lentamente verso l’uscita principale del palazzo, pronta per inchinarsi e ringraziare i suoi oh- così gentili ospiti e prendere finalmente la strada di casa.
La sua terra e il suo palazzo, sì, quel luogo silenzioso dove avrebbe potuto con estrema soddisfazione restare in silenzio lei stessa.

Perché in realtà a Izayoi piaceva la solitudine, inframmentizzata forse, da qualche chiacchera da parte delle sue servitrici e ci si era abituata talmente, nei quasi vent’anni della sua vita, che dubitava di riuscire a gestire un qualsiasi cambiamento.

Quando sua madre era morta, poco più di un anno prima, non aveva provato a piangere né tantomento singhiozzare, forse perché ne era rimasta sconvolta ma probabilmente anche perché non avrebbe osato spezzare il ritmo cadenzato della sua vita con una scenata.

Quando suo padre, già così riservato persino con sua figlia, aveva gradualmente smesso di parlare con lei, aveva semplicemente aggiunto il proprio silenzio al suo
.
Eppure quella volta, Izayoi avvetì un vago dispiacere, quando fu ora di partire.
Hisa la avvicinò alla svelta e rimase ritta in piedi un passo alle sue spalle, mentre lei porgeva saluti e rispetti al signore del palazzo della quale lei e la sua famiglia erano rimasti ospiti per quegli ultimi sette giorni.

E poi, la persona che le aveva fatto rimpiangere di dover partitre la chiamò, riempiendole il cuore di affetto e facendola sorridere:

- Principessa Izayoi!
- Takemaru!

Takemaru, il figlio del signore, era stato la sua compagnia per quei giorni; più corretto, sarebbe dire che era stato l’unica compagnia della quale aveva potuto mai godere, esclusione fatta per le sue servitrici.
Il ragazzo, perché di ragazzo si trattava e Izayoi avrebbe giurato di avere la sua stessa età, si fece avanti e, ignorando la sua testa chinata in rispetto, invase il suo spazio personale per prenderle le mani, in un gesto fin troppo confidenziale. Ma non così sgradito.

- Ho parlato con mio padre, ieri- annunciò, non badando al fatto che lui fosse proprio lì- e se tutto andrà come previsto, la prossima volta saremo noi a farvi visita!

- Oh!


Takemaru era sempre entusiasta e qualsiasi evento pareva colmarlo di gioia; a Izayoi ricordava un bambino o forse un cucciolo che scodinzola.

- Potrai farmi vedere i giardini di cui mi hai parlato tanto!- insistette.

Sì, i giardini, un dono di suo padre per lei; Izayoi ne aveva parlato per più giorni al suo nuovo amico, ma era stato più per lasciare intendere che suo padre preferiva un regalo ad occhi bassi, piuttosto che una conversazione con qualcuno che somigliava così tanto alla sua sposa ormai scomparsa. Takemaru evidentemente non l’aveva capito. Hisa gliel’aveva detto, che gli uomini erano carenti in questo aspetto.

- Non vedo l’ora di mostrarteli- assicurò, imbarazzata dalla mancanza dell’uso del “voi”, che lui l’aveva pregata di abbandonare già dal secondo giorno che si erano conosciuti.

Takemaru annuì e si tirò indietro, non prima di essersi permesso un’altra calorosa stretta alle sue mani.
Poi, in un lampo, i convenevoli si conclusero e tutti furono liberi di andare.

Hisa si avvicinò ad Izayoi e le parlò all’orecchio, nascondendo la bocca con la mano.

- Se posso, mia signora, io lo trovo attraente.

La principessa si voltò verso la servitrice, che era vagamente arrossita e nascondeva ancora le labbra dietro il palmo.

- Chi, scusa?- domandò.

Hisa spalancò gli occhi neri e tolse la mano, rivelando una smorfia stupita.

- Parlo del signor Takemaru- spiegò e poi chinò il capo, delusa dal risultato delle proprie parole.

Izayoi sorrise prima di concordare:

- Ha un viso molto bello.

Sì, era vero, Takemaru era bello, come un uomo doveva essere bello: i capelli erano corti e puliti, di un’intensa sfumatura castana, gli occhi erano attenti, quasi dello stesso colore dei capelli e il viso era proporzionato.
Sì, Takemaru era bello, peccato che lei non ci avesse mai minimamente pensato.





Sono tornata dopo lunga e penosa malattia! No, beh, in verità sono tornata proprio perchè sono malata ma amen. Ho avuto un po' di tempo per dedicarmi a fare nulla e non ho avuto scadenze pallose così ho potuto addirittura accendere il pc e scrivere qualcosa e ora l' ho pure pubblicata! Yeah!
Non so se riuscirò ad aggiornare con regolarità, ho qualche dubbio in proposito comunque almeno il primo capitolo è andato. Lo so che è corto e che la storia in sè non è manco un po' originale ma Izayoi e Inu no Taisho mi sono sempre piaciuti un sacco e mi è venuta voglia di scribacchiare su di loro, tutto qua.
Ovviamente, spero di ricevere recensioni! Baci.
Beverly Rose
P.S. Non mi ricordo benissimo il terzo film di Inuyasha ma lì Takemaru sembrava più che altro un soldato al servizio di Izayoi... Ehm, beh, che AU sia!
  
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